BLACKSTONE… L’APOCALISSE E’ APPENA INIZIATA!

Scritto il alle 08:34 da icebergfinanza

10 anni dal fallimento di Lehman Brothers: 15 settembre 2008, l'inizio della crisi

Lo so, sono bravi a nascondere queste cosuccie, ma credetemi, queste notizie mi riportano indietro al 2007, quando tutti sottovalutavano il mercato immobiliare e il fenomeno subprime.

Chi sta con noi da 16 anni, sa che il gennaio del 2008, ha visto numerosi fondi saltare in aria, dando il via alla più spettacolare crisi finanziaria della storia culminata con il fallimento di Lehman Brothers, solo 9 mesi dopo…

Blackstone inizia a sentire il peso dei rialzi del costo del denaro negli Stati Uniti. Dopo aver congelato anche a febbraio i ritiri dal proprio fondo REIT (Real Estate Income Trust), che vale circa 71 miliardi di dollari, Blackstone ha dichiarato default su una obbligazione coperta da un portafoglio di uffici e negozi detenuti dalla finlandese Sponda Oy.

Il totale complessivo dell’inadempienza è di 531 milioni di euro, ma rischia di essere il preludio a una sequela di situazioni analoghe. Il settore degli immobili commerciali, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, è sotto pressione dal costante aumento dei tassi d’interesse per arginare le fiammate dei prezzi. Il rischio, come spiegano fonti finanziarie, è una sequela di insolvenze su ambo i lati dell’Atlantico.

Con una conseguente pressione sugli istituti di credito.

Noi questa storiella ve la lasciamo li sullo sfondo e vi invitiamo a rileggervi, la deflazione da debiti che guarda caso nel 100 % dei casi viene innescata dal troppo debito alimentato da un insostenibile aumento dei tassi.

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE.

Questa storiella porta una data risalente al 2014, ma ve l’abbiamo raccontata per la prima volta nel 2009.

Da li in poi, il mercato dei bond americani ha messo a segno performance a 3 cifre, con un dollaro passato da 1,40 a 1, giusto per chi ha la memoria corta.

Accadrà di nuovo? Noi pensiamo di si!

Grazie alla BCE sono quasi raddoppiati i pignoramenti in Italia nel 2022, cresce il numero delle famiglie che non riesce più a pagare il mutuo.

E loro cosa fanno?

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Questa banda di esaltati dopo aver rifornito di liquidità principalmente la speculazione regalando denaro con il QE, ora ha deciso di ditruggere l’economia alzando i tassi in mezzo alla più alta percentuale di debito privato e pubblico della storia finanziaria.

Sempre di più, ancora di più!

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Più alzano e più la possibilita di una vera e propria depressione è totale!

Mentre il mercato continua a scommettere su chissà quale inflazione e quotidianamente si beve le meraviglie adulcorate dei dati sull’occupazioni, oggi ci occupiamo di una vecchia conoscenza, la produttività del lavoro.

Il BLS, tanto per non smentirsi mai, ha pubblicato ampie revisioni negative per tutto l’anno…

Le revisioni hanno portato per il 2022 al più grande calo in assoluto della produttività in America da quasi 50 anni. Non si vedeva un simile dato dal 1974!

La stima preliminare del 3 % è stata spazzata via dalle revisioni.

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Poco importa se il costo unitario del lavoro nel settore non agircolo è salito del 3,2% nel quarto trimestre del 2022.

Il quadro d’insieme è che aumentano i lavori a part-time, temporanei, le persone vicine alla pensione lavorano meno, chi fa due lavori magari di un’ora al giorno viene considerato come doppia occupazione piena e quindi come per magia i lavori raddoppiano.

Il crollo della produttività, non è altro che la “smoking gun” di un mercato del lavoro in declino, non c’è nulla di vero in quello che raccontano, ma serve per tenere in piedi l’amministrazione Biden e la sua guerra, visto che il prossimo anno ci saranno le elezioni.

Il calo della produttività è inflazionistico, ma questo è lo specchietto retrovisore.

Il cruscotto invece, ci dice che la recessione è assicurata mentre crolla la produttività e questo suggerisce di smettere di guardare lo specchietto retrovisore e prepararsi al botto.

 

Lower Productivity Points To Slower Growth And Higher Inflation | Seeking Alpha

 

Tra il 2010 e il 2019, la produttività degli Stati Uniti è cresciuta più lentamente che in qualsiasi altro decennio del secondo dopoguerra.

Il settore delle imprese è cresciuto in media dell’1,1% all’anno, meno della metà della crescita media annua del 2,5% dal 1950 al 2009.

Motivo? Il debito, il debito è decisamente deflattivo, la produttività marginale con il debito è in continuo declino.

A chart showing US business sector output and labor productivity gaps from 2005 to 2019.

Si lo so, troppo complicato, troppo difficile, nessuno capisce quello che raccontiamo, più facile leggere un titolo e girare pagina.

Ad esempio ieri nessuno vi ha raccontato che destagionalizzando i dati sull’inflazione europea ci sono positive sorprese, ma va bene così credete a chi volete.

Il problema è la cultura economico/finanziaria, mentre la gente ignora, loro fanno tutte le porcate che servono per fottere i risparmiatori e diventare sempre più grandi e potenti.

Lo diceva anche il buon Federico Caffè, uno dei professori di  Draghi…

«Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica, con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati, favorisca non già il vigore competitivo, ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di rispamiatori, in un quadro istituzionale che, di fatto, consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere – legislativi, sindacali, sociali – che vincolano l’attività produttiva «reale» nei vari settori agricolo, industriale, di intermediazione commerciale, e la concreta «licenza di espropriare l’altrui risparmio» che esiste nei mercati finanziari».

A proposito di Draghi, ieri qualcuno ha suggerito che il “price cap” non è servito a nulla, non ditelo al banchiere, dopo aver perso la presidenza della Repubblica e pure il governo, ci resterebbe male…

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7 commenti Commenta
aorlansky60
Scritto il 3 Marzo 2023 at 11:37

…ma la nostra efficientissima propaganda occidentale(…) non ci aveva raccontato a noi del parco buoi e dell’opinione pubblica in genere, che la Russia era ormai in prossimità di default?…
Io invece leggo (da fonti indipendenti) tutt’altra storia, ovvero che dopo un anno di conflitto, la bilancia del commercio estero russo è letteralmente ESPLOSA di floridità registrando un record nel surplus commerciale mai accaduto in passato… invece, ad essere messi davvero male sono i cittadini americani e l’economia reale nord americana, nonostante che ‘i servi della gleba’(…) del potere cerchino disperatamente di far credere il contrario, attraverso l’emissione di dati a dir poco discutibili se non risibili…
Capitano, tra le mie fonti di informazioni ‘indipendenti’ ci sei anche Tu naturalmente, e se considero che la miccia del 2007 fu accesa dal crollo del mercato immobiliare USA, osservare che lo stesso mercato immobiliare è di nuovo piombato nell’incubo del crollo dei prezzi come allora, mi spinge a sperare che Tu per una volta ti possa sbagliare, ma dicendo questo è come se dicessi che l’uva è amara… se da quelle parti crolla di nuovo tutto, non passerà molto tempo che la loro crisi venga esportata anche qui da noi in Europa (come avvenne nel 2008) dove attualmente ci ritroviamo in una fase delicatissima dell’economia, in stato di forte fragilità alla quale basta un alito di vento fuori posto per vedere anche qui crollare tutto, di nuovo…

yamamoto
Scritto il 3 Marzo 2023 at 12:08

Magari crollasse tutto di nuovo come nel 2008. Ormai è tutto quotato a prezzi ridicolmente gonfiati. Ci vuole un bel reset, o nei prossimi anni ci si dovrà letteralmente scannare per guadagnare qualcosa, rischiando tantissimo.
Se tornano quotazioni umane, invece si potrà investire per il lungo periodo.

darkerside
Scritto il 3 Marzo 2023 at 13:34

Se tornano quotazioni umane, invece si potrà investire per il lungo periodo.
Non te la prendere ma mi scappa un ah,ah,ah! sia per le quotazioni umane che per il lungo periodo.

yamamoto
Scritto il 3 Marzo 2023 at 14:11

darkerside:
Se tornano quotazioni umane, invece si potrà investire per il lungo periodo.
Non te la prendere ma mi scappa un ah,ah,ah! sia per le quotazioni umane che per il lungo periodo.

Dici che non scende nulla e a breve saremo tutti morti?
Può darsi, e allora meglio ridere un po’ prima della fine.

darkerside
Scritto il 3 Marzo 2023 at 18:36

yamamoto,

intanto ti ringrazio, non te la sei presa. No non penso che moriremo ma se dovessero tornare quotazioni umane presumo che ci sara’ poco da festeggiare e ancor meno da investire
Il lungo lo vedo difficoltoso. Ho dei risparmi tattici che seguo ma che considero persi.
In famiglia non risparmiamo : ai figli , che sono volenterosi, tutto quello che serve per l’istruzione e per noi tutto quello che vogliamo. Casa in ordine, auto nuove ( non e’ facile)
ecc. Non e’ il momento di risparmiare a manetta.

aorlansky60
Scritto il 5 Marzo 2023 at 07:27

Yamamoto said:
Magari crollasse tutto di nuovo come nel 2008.

Dicendo questo credo che Tu ti riferissi ai mercati finanziari.
Io mi riferivo all’economia reale, e all’eco che colpirebbe quest’ultima dopo aver ‘tosato’ per bene i mercati. Già in Europa siamo messi male (decisamente peggio di come eravamo nel 2006), se dovesse accadere di nuovo quello che è facile intuire leggendo le considerazioni del Capitano e la sua esposizioni di dati (reali, non farlocchi, insieme ad altri provenienti da fonti indipendenti) beh, il primo consiglio che mi verrebbe di dare è allacciamoci le cinture di sicurezza… il secondo, quello di fare l’inventario, per chi ne possiede in casa propria, di beni facilmente trasportabili e liquidabili, perchè più della liquidità depositata nel c/c potrebbe venire utile…

yamamoto
Scritto il 5 Marzo 2023 at 09:54

Sì mi riferivo ai mercati ovviamente.
Nella realtà so benissimo che siamo saldamente avviati verso la miseria nera.
Io vedo i mercati unicamente come modo extra di raggranellare qualche spicciolo per posticipare il più possibile tale miseria.

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