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Nel 1996, il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, aveva avuto uno scambio con Janet Yellen, allora membro del Board of Governors della Fed, che presagiva un importante – e, penso, sconsiderato – cambiamento nell’approccio della banca centrale alla gestione dell’economia.
Yellen ha chiesto a Greenspan: “Come definisci la stabilità dei prezzi?” Ha dato quella che io ritengo l’unica risposta sensata: “Quello stato in cui i cambiamenti attesi nel livello generale dei prezzi non alterano in modo efficace le decisioni aziendali o domestiche.” Yellen insistette: ” Potresti per favore mettere un numero su questo? ”
Da allora, sotto la presidenza di Ben Bernanke e poi sotto Yellen [la risposta] è stata tradotta in un numero: 2 percento.
Mi preoccupo della logica. Un obiettivo del 2%, o il suo limite, non era nei miei libri di testo anni fa. Non conosco alcuna giustificazione teorica. È difficile essere allo stesso tempo un bersaglio e un limite. E un tasso di inflazione del 2%, mantenuto con successo, significherebbe che il livello dei prezzi raddoppia in poco più di una generazione.
La sintesi di tutto ciò è magistrale, come scrive Mike Shedlock, il vero rischio è la deflazione, “la paura [della deflazione] può infatti portare facilmente a politiche che ne aumentano inavvertitamente il rischio.
Volcker afferma con precisione che il pericolo deriva dall’inflazione dell’inflazione e il suo cugino stretto ovvero la speculazione estrema che crea bolle e eccessi che minacciano i mercati finanziari. Ironia della sorte, il “denaro facile”, che cerca una “piccola inflazione” come mezzo per prevenire la deflazione, potrebbe, alla fine, essere ciò che porta alla stessa deflazione.
Questo è quello che io e Machiavelli vi raccontiamo da anni, questa è una deflazione da debito, quando il debito esploderà, non ci sarà più spazio per le idiozie legate all’inflazione.
Ma torniamo all’argomento del giorno, attenzione perché in questo articolo di Alberto Bagnai, ci sta l’essenza della più grande rapina nel mondo bancario in corso, avviata dai mercenari che amministrano oggi Unicredit. In questi anni ci siamo spesso chiesti con ironia come sia possibile, costringere una banca a liquidare crediti deteriorati a valori estremamente ridicoli, spesso inferiori addirittura a 20 centesimi, talvolta si è arrivati a sfiorare il ridicolo o il sospetto che chi ha liquidato NPL sotto i 10 centesimi aveva un interesse particolare a farlo.
Se un credito deteriorato o inesigibile come meglio volete chiamarlo viene “regalato” ad un valore inferiore al livello del buon senso, esistono solo due possibilità, o il fesso è quello che vende e il furbo è quello che lo acquisisce o viceversa, il fesso è quello che lo compra e il furbo quello che riesce a rifilarglielo.
La guerra dei 7 anni ai nostri risparmi. Vi spiego la vera carneficina per il sistema bancario italiano – Startmag https://t.co/vm5YVVmjGn
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 28, 2018
Vi lascio solo alcuni passaggi, poi riporto alcune tabelle e dichiarazioni che sono delle autentiche pietre miliari per comprendere cosa in realtà è successo in questi anni, senza escludere che un giorno non ci sia spazio per qualche indagine della magistratura.
Scrive il senatore Alberto Bagnai…
Nei casi più eclatanti (sui quali si soffermerà, spero, la Commissione d’inchiesta che verrà approvata dal Senato fra una decina di giorni, dopo essere stata approvata in sede redigente dalla VI Commissione) i prezzi ai quali le banche hanno ceduto i crediti dubbi agli “specialisti” del recupero erano assolutamente incredibili.
Gli acquirenti, quindi, ci hanno fatto dei bei margini di profitto. Se la banca vende crediti per un valore di 100 al prezzo di 17, e chi acquista il credito riesce a recuperare 34 (circa un terzo del valore iniziale del credito), la banca ci ha perso l’83% (ha prestato 100 e le rientra 17) ma l’acquirente dei crediti ci ha guadagnato il 100% (raddoppiando da 17 a 34).
Recuperare il 30% di un credito, anche in caso di problemi, non è una prospettiva utopistica (stiamo parlando di crediti per lo più “assistiti” da garanzie reali, cioè da ipoteche su immobili) e quindi nessun istituto li avrebbe ceduti a un prezzo tanto basso se non fosse stato per l’urgenza provocata dal bail-in “anticipato” di novembre 2015.
Spero sia chiaro a tutti questo concetto, grazie agli sprovveduti che hanno amministrato il nostro Paesi negli ultimi anni, i nomi non serve farli perché li sapete a memoria, prima si è introdotto il “bail-in” in Italia, poi si è pensato bene di favorire il panico tirando fuori dalle pieghe dei bilanci statali 20 miliardi di euro per salvare le banche di mio nonno, si quelle dove la maggior parte degli amministratori erano semplicemente dei criminali, come i politici loro amici ovviamente.
Prima di proseguire una piccola riflessione, visto che oggi media e televisioni strillano da mesi per qualche miliardo destinato alle pensioni o ai redditi, mentre dormivano quando chi ha contribuito a creare la crisi in Italia, tirava fuori 20 miliardi per il decreto salvabanche!
Il thread che vi sconsiglio di leggere è un pò tecnico, ma spettacolare,la sintesi è che ha fatto più danni alle banche la svendita dei crediti deteriorati che 10 minuti di spread alle stelle.
Il resto oltre all’invito di leggere tutto l’articolo ve lo lascio con le incredibili dichiarazioni di chi doveva sorvegliare, ovvero la Banca d’Italia, che invece insieme alla BCE di Mario Draghi sollecitava le banche a far presto per liberarsi dei crediti deteriorati regalandoli in giro.
Non è incredibile, vi raccontano che una vendita generalizzata e affrettata di crediti deteriorati trasferirebbe risorse a danno delle banche verso altri soggetti, ovvero dai fessi ai furbi e loro sollecitano quotidianamente le banche di disfarsi degli NPL.
Il pressing della vigilanza europea!
Tutto e subito a favore di chi?
Ma quanto valgono questi NPL? Dopo una recessione epocale, sono saltati tutti i parametri di riferimento ed il prezzo lo fa soltanto una domanda concentrata nelle mani di pochi. https://t.co/mDqqvryOQK
— Ora Basta (@giuslit) October 27, 2018
Occhio a questa ultima perla e poi abbiamo finito…
Un giorno scopriremo che loro i banchieri della Banca d’Italia non erano d’accordo con la BCE, ma dovevano ubbidire agli ordini, non erano d’accordo con il “bail-in” , non erano d’accordo con le valutazioni dei crediti deteriorati, ma quando te lo chiede l’Europa, non si può dire di no!
MI auguro che il buon senso non se ne stava nascosto per paura del senso comune, come direbbe il buon Manzoni, perché un sospetto mi gira per il cervello, perché tutta questa fretta di liquidare crediti a prezzi irragionevoli ad essere buoni.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca! Buon lavoro alla nuova commissioni di inchiesta, non quella ridicola messa in piedi dal precedente governo, buon lavoro alla magistratura, credo ce ne sia abbastanza per riscrivere la storia del nostro Paese.
Ciao Andrea,
tutti i soloni blasonati le stanno prendendo di brutto. Siamo dinnanzi ad un ulteriore evoluzione del mercato e i parametri di soli 3 anni fa non valgono più un piffero. Si affacciano nuove società e nuovi modelli che scalzano i vecchi Makers. Una di queste che pongo al vostro giudizio è l H2O con il suo multi bond isin fr0010923375. Roba che fino ad un paio di anni fa non prendevamo neppure in considerazione ma che oggi si impone almeno in valutazione.
Buonagiornata