L’immagine è emblematica, la bocca di fuoco di un’acciaieria, la stessa bocca dove è in procinto di esplodere una guerra commerciale globale.
Ieri su twitter ho preannunciato il ritorno del fantasma del Smoot–Hawley Tariff Act
Trump: annuncio sui nuovi dazi previsto per settimana prossima
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncerà nuovi dazi la settimana prossima: saranno del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Lo ha detto Trump parlando dalla Casa Bianca. Questa mattina il governo americano aveva prima detto che avrebbe pubblicato le informazioni sulle nuove restrizioni alle 11, le 17 in Italia, ma dopo circa un’ora ha rimandato,. Il motivo? Diversi consiglieri del presidente non avrebbero trovato un accordo. Gli executive dei gruppi che producono alluminio e acciaio sono andati alla Casa Bianca per un incontro con i membri del governo.
“Ricostruiremo la nostra industria dell’alluminio e dell’acciaio”, ha detto il presidente americano nel corso dell’incontro.
Da tempo l’amministrazione Trump sta prendendo in considerazione la possibilità di imporre dazi molto pesanti sull’alluminio e l’acciaio importato. Qualche mese fa il presidente Usa aveva dato il via libera a dazi sulle lavatrici e sui pannelli solari, con l’intenzione di colpire la Cina, principale esportatore mondiale di pannelli solari. Rispetto all’era Obama, caratterizzata da una profonda deregolamentazione, Trump ha annunciato più volte di voler rinegoziare tutti gli accordi per arrivare a intese più convenienti per gli Stati Uniti. America 24
L’attacco diretto alla Cina e all’Europa è evidente, ma sopratutto a Germania e Italia.
In effetti la risposta del mercato c’è stata, anche se il crollo del DAX che è arrivato a perdere oltre tre punti, è iniziato in mattinata per questioni tecniche. Il tutto con tanti saluti all’Araba Fenice ormai tornata arrosto e a coloro che in questi mesi hanno magnificato chissà quale occasione persa.
Giusto che siamo in tema, queste sono le parole del nuovo Governatore della Fed pronunciate ieri davanti al Congresso americano…
“Non sta alla Federal Reserve fermare la gente dal perdere o guadagnare denaro nel mercato azionario”.
Chiaro il concetto?
Ci ha pensato anche il nuovo Governatore Powell a gettare benzina sul fuoco, appoggiando il suo nuovo padrone Trump…
Fed: Powell, il commercio fa bene ma i suoi benefici non equi
“Il commercio fa bene ma i suoi benefici non sono condivisi da tutti equamente”. Lo ha detto Jerome Powell, governatore della banca centrale Usa, nel suo secondo giorno di testimonianza al Congresso Usa. America 24
Inoltre mi sono commosso, dopo mesi che vi spieghiamo per quale motivo non ci sarà alcuna crescita del 3 o 4 % in America ci sono arrivati anche loro…
Fed: Powell, alto debito studentesco potrebbe frenare la crescita
L’alto debito studentesco americano potrebbe tenere a freno la crescita dell’economia. Lo ha detto Jerome Powell, governatore della banca centrale Usa, nel suo secondo giorno di testimonianza al Congresso Usa. Il successore di Janet Yellen ha aggiunto che il debito studentesco “impatta la rotta della vita economica” delle persone incapaci di onorare i prestiti contratti per andare a scuola. “Non capisco perché”, come gli altri tipi di debito, anche quello studentesco non possa portare a procedure di bancarotta, ha aggiunto.America 24
Non tutti però sono d’accordo, paradossalmente il sostegno non viene dai repubblicani, ma dai democratici…
Le scelte di Donald Trump da sempre dividono in due gli schieramenti politici americani ma per una volta è il partito del presidente Usa ad andare contro di lui. Ai repubblicani non piace la decisione di imporre tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, che verrà annunciata la settimana prossima. Alcuni democratici – abituati a ostacolare il miliardario di New York sin da quando ha messo piede alla Casa Bianca – per una volta hanno invece apprezzato. La reazione divergente dei due partiti – che si accompagna a una Casa Bianca spaccata in due e a Wall Street che teme guerre commerciali …America 24
Nel frattempo a meno di improvvisi cambiamenti dell’ultima ora, la miccia è innescata…
Ue: contro dazi Trump su alluminio e accaio, promette contromisure
Dopo il Canada, anche la Ue ha criticato l’annuncio di Donald Trump che la settimana prossima annuncerà tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. “Siamo fortemente contrari a questa mossa, che sembra rappresentare un intervento palese per proteggere l’industria Usa e non sembra basarsi su alcuna giustificazione relativa alla sicurezza nazionale”, ha detto Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione Ue. Stando a quanto promettendo nei prossimi giorni di presentare una proposta compatibile con le regole della Wto contro le mosse Usa “per riequilibrare la situazione”.America 24
Peccato che la risposta è arrivata direttamente dall’ubriacone di turno, Juncker…
“Non staremo a guardare mentre la nostra industria è colpita da misure ingiuste che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro europei … L’UE reagirà fermamente e in modo proporzionato per difendere i nostri interessi”.
Peccato che come scrive Mike, secondo la World Steel Association, gli edifici e le infrastrutture utilizzano il 50% della produzione mondiale di acciaio. Inoltre nel 2016 sono stati prodotti quasi 95 milioni di veicoli. In media vengono utilizzati 900 kg di acciaio per veicolo. Sono 1.102 libbre di acciaio per auto.
Il costo del rifornimento di infrastrutture è aumentato in modo significativo così come i costi di costruzione-. Le case automobilistiche non erano contente di questo annuncio.
I posti di produzione di acciaio risparmiati, se ce ne saranno, saranno a costo di maggiori spese, una minore produzione e più perdite di posti di lavoro in ogni altro settore dell’economia. Una vera e propria guerra commerciale in grande stile, ma gli ignoranti non imparano mai dal proprio passato, una guerra che arriva proprio mentre l’economia globale si prepara ad una nuova grande recessione o depressione.
E ora tenetevi forte e sorridete…
Fed: Powell, salari salgono ma non indicano accelerazione inflazione
I salari degli americani stanno salendo un pochino ma il loro rialzo è contenuto e non suggerisce un’accelerazione dell’inflazione. Lo ha detto Jerome Powell, governatore della Federal Reserve, nel suo secondo giorno di testimonianza al Congresso Usa.
La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolare l’inflazione, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), (…) la componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è salita dello 0,3% su base mensile, in linea alle stime: è dal gennaio 2017, quando questo dato sali dello 0,4%, che non si registra una performance superiore. su base annuale la componente core è cresciuta dell’1,5%. Il valore Pce è contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio e relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi.
Il dato è ampiamente lontano dall’obbiettivo principale della Fed intorno al 2 %.
Rassegnatevi, la deflazione da debito resterà con noi ancora per tanti lustri!
Appuntamento alla prossima settimana con ” Macchiavelli: REVOLUTION! “, domani invece un breve accenno alle imminenti elezioni italiane.
Ma quindi dopo tutte queste notizie il dow jones continuera’ a crollare? è gia arrivato il bear market?