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Tuttavia, al momento come nel 2013, è in atto un’ondata speculativa record contro le obbligazioni nel mercato dei futures, che nonostante tutto non ha prodotto alcun danno al trend di lungo termine.
Via Bloomberg scopriamo che …
I fondi speculativi e altri grandi speculatori sono più convinti che mai che la disfatta del mercato obbligazionario 2018 riprenderà nei prossimi giorni. (…) Il gruppo ha potenziato le scommesse al ribasso sui futures del Tesoro a 10 anni raggiungendo un record di 939.351 contratti, secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission fino al 6 febbraio.
Domani avremo l’appuntamento con i prezzi al consumo, altro appuntamento che lascia il tempo che trova, nessuna possibilità di produrre inflazione in America in mezzo a devastanti esplosioni deflazionistiche ovunque.
Ma attenzione…
Il posizionamento degli speculatori è importante perché può portare lo slancio agli estremi e può fungere da indicatore contrarian poiché questi trader sono tra i più rapidi a cambiare direzione quando i prezzi si scagliano contro di loro.
Posizionamento obbligazionario sui titoli a 30 anni
Le barre rappresentano il prezzo del bond, non il rendimento di un bond a 30 anni.
A proposito della nota di Bloomberg, Mike ci ricorda che un punto chiave da ricordare è che stai sempre guardando dati obsoleti. Nelle settimane volatili le posizioni possono cambiare rapidamente.
Non confondiamo la crescente speculazione con il mito “bond vigilante”.
Le convinzioni diffuse che le riduzioni fiscali di Trump alimenteranno gli investimenti e l’inflazione aumenterà a causa dei salari sono entrambe cotte al meglio. Per ora!
Riprendendo uno dei passaggi fondamentali dello scorso anno quando abbiamo suggerito che ne il rientro dei capitali ne il fantasmagorico piano delle infrastrutture di Trump riuscirà ad accelerare la crescita dell’economia e dei salari, è interessante notare come secondo Morgan Stanley…
In parole povere, secondo gli analisti di Morgan Stanley solo il 13% dei risparmi che le aziende avranno dalla riforma fiscale di Trump andranno direttamente ai lavoratori facendo salire i salari, contro il 43% che verrà destinato al riacquisto delle proprie azioni.
Per il settore manifatturiero la percentuale è ancora più bassa, si parla solo del 9% contro il 47%.
Si lo so che per molti è difficile arrivarci, come direbbe il buon Taleb, la conoscenza, anche quando è esatta, non porta sempre ad azioni adeguate perché se non facciamo attenzione tendiamo a dimenticare ciò che conosciamo oppure scordiamo come elaborarlo in modo corretto, anche se siamo esperti. E’ dimostrato che gli statistici tendono a lasciare il cervello in aula,
Chi sostiene che la riforma Trump porterà benefici ai salari ignora la storia, l’analisi empirica, nulla è in linea con la teoria economica. Affinché i salari siano influenzati positivamente dai tagli delle tasse richiede un lungo periodo di tempo.
Se osserviamo quanto accadde durante la presidenza Reagan e le sue due riforme …
I risultati non furono davvero interessanti…
O si certo dirà qualcuno la ripresa c’è stata dopo il 1986, peccato per l’inflazione…
… che questa volta non ci sarà, come non ci sarà alcun aumento dei salari perché i tempi sono cambiati e le aziende stanno cannibalizzando l’economia e il lavoro.
Tornando ai nostri trofei, dopo Gross, Gundlach e Yardeni, ora ci tocca mettere pure Dalio, si quello che vi dava degli stupidi perché non eravate investiti nel mercato azionario, il co-chief investment officer, Bob Prince, in un’intervista al FT ha detto che c’è stato ” un sacco di compiacimento accumulato nei mercati per un lungo periodo di tempo, quindi non pensiamo che questo “shakeout” sarà finito nel giro di pochi giorni “ e ha aggiunto che” probabilmente arriverà uno shakeout molto più grande “.
Questi scienziati che qualche settimana fa a Davos irridevano gli investitori, ora suggeriscono che… ” il contesto economico più ampio stava preparando il terreno per ulteriori turbolenze alla fine di quest’anno”.
Questi sono davvero dei novellini oppure delle autentiche volpe che parlano quotidianamente ai polli.
E ora una notizia che farà piacere al mio amico Raffaele che sta monitorando da vicino Deutsche Bank ma non solo, il rischio banche europee in generale.
Sembra che Citigroup e Goldman Sachs Group stiano già cercando di capitalizzare l’interesse represso al dettaglio sul prossimo settore che salterà in aria, lanciando un ETF che segue da vicino il rischio più pericoloso delle banche europee, secondo Bloomberg .
I fondi si concentrerebbero sui titoli AT1, una categoria di obbligazioni che include le famigerate “CoCo” – che hanno notoriamente trascinato nel panico le azioni della Deutsche Bank durante l’estate e l’autunno del 2016. Tali obbligazioni non sono garantite e testimoniano la capacità di una banca di assorbire le perdite di capitale se scende al di sotto di una certa soglia.
Più o meno quello che è accaduto al Banco Popular Espanol, distruggendo il 100% del capitale degli obbligazionisti junior durante la notte.
Un falso senso di sicurezza, solo per vedere svanire nell’arco di un giorno tutto le sicurezze alla prossima crisi del debito che travolgerà il Sistema bancario europeo.
Ma c’è un’altra ragione per cui Citigroup e Goldman stanno probabilmente pensando di tentare di portare questo debito rischioso alle masse: i severi requisiti patrimoniali europei.
Infatti avvoltoi e sciacalli sanno benissimo che …
Banche: Nouy, Addendum su Npl a marzo
La versione definitiva dell’Addendum sugli Npl, i crediti deteriorati delle banche, sarà pubblicata a marzo e “quindi le banche dovrebbero prepararsi per questo”. Lo ha detto la presidente della Vigilanza Unica della Bce, Daniele Nouy, a una conferenza a Francoforte precisando che “sposteremo la data a partire dalla quale la normativa si applica ai nuovi Npl. Renderemo anche più chiaro che seguiremo un approccio caso per caso come parte del nostro quadro di Pillar 2”. I crediti deteriorati, ha spiegato Nouy, “rimangono un grosso problema” e se per le banche “le cose stanno migliorando, c’è ancora molto da fare”. “Ci sono due cose che vorrei mettere in cima alla lista delle ‘cose da fare” per un certo numero di banche: aumentare la redditività e ripulire i bilanci”. Ma per le banche c’è anche un altro tema, ha evidenziato la vice presidente della vigilanza bancaria Bce, Sabine Lautenschlaeger: “Le banche devono continuare a prepararsi ad ogni evenienza, compresa una hard Brexit”.
Nouy oggi sull’Addendum da cui si salva solo il Credem
Kill ECB before they kill you…
Mettendo insieme gli ultimi problemini in casa dei Cinque Stelle e quello che sta accadendo a Renzi… Pd all’angolo nei sondaggi. Renzi adesso teme il crollo al 20 per cento credo ci sia abbastanza materiale per far riflettere seriamente i leggendari mercati! 😉
State sintonizzati e sulla riva del fiume le prossime settimane saranno davvero interessanti!
Ecco perchè salterà tutto, sempre meno a chi davvero produce ricchezza, sempre più ai parassiti.