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MACRON E LA MOZZARELLA!

Scritto il alle 07:32 da icebergfinanza

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Del fenomeno Macron ve ne abbiamo già parlato in tutte le salse, il salvatore d’Europa è tutto qui …

FINCANTIERI STX MACRON E L’INTERESSE NAZIONALE…

… qui invece, trovate un’altra storia illuminante che verrà lasciata ai posteri …

FRANCIA: IL SACRIFICIO DELLA GRECIA!

… ma una sintesi perfetta del nuovo re di Francia, il nuovo Napoleone Bonaparte, un uomo dalle manie di grandezza smisurate che contribuirà a far implodere l’Europa, la trovate qui, con la giusta dose di ironia nei confronti del nuovo fogno europlebeo, degna del miglior Prezzolini…

Il trasferimento di Macron dall’Eliseo alla reggia di Versailles, nella quale riceve gli ospiti con una enorme parrucca bianca e il volto incipriato, è per caso un segnale della mania di grandezza che, secondo alcuni, si starebbe impossessando del presidente francese? In Francia se ne discute animatamente, specie dopo che gli eredi Pompadour hanno chiesto ufficialmente che la loro ultima rampolla, Jeannine, venga reintegrata nella carica di Favorita, con regolare rendita mensile e il riconoscimento degli arretrati a partire dal 1764.

Migranti Europeista convinto, Macron ha spiegato al premier Gentiloni che i migranti vanno soccorsi dagli italiani, accolti in Italia, maritati con ragazze e ragazzi italiani e avviati a professioni tipicamente italiane, come il gondoliere, il cameriere e il cantante melodico; ma con il convinto sostegno morale dei francesi, che consiste dell’assegnare il premio “Et Voilà!” ai soccorritori più meritevoli e agli immigrati più simpatici. Macron ha altresì promesso di non aprire assolutamente le frontiere francesi agli immigrati, in segno di riconoscimento dell’impareggiabile supremazia italiana nel campo del soccorso umanitario.

Caso Fincantieri La vicenda è nota: i cantieri navali di Stx, che nella loro sede sul molo di Mentone costruivano una ventina di imbarcazioni all’anno, erano falliti per l’improvvisa mancanza di mastice da gommone, ed erano stati acquistati da Fincantieri, colosso mondiale del settore. Un atto di generosità industriale considerato il primo esempio concreto del piano “aiutali a casa loro”. Fincantieri aveva già preparato un piano di riconversione, avviando Stx alla costruzione di una portaerei gonfiabile, un enorme gommone di centonovanta metri di lunghezza, l’opera ad aria compressa più grande del mondo dopo la presidenza di Donald Trump (al terzo posto, la campagna acquisti del Milan). Macron si è detto disponibile a firmare l’accordo solo se Fincantieri accetta di trasferire la sua sede sul molo di Mentone, licenzia tutto il management italiano e accetta come Ceo il nostromo Bastien Lagaritte, noleggiatore dei gommoni Stx e popolarissimo tra i bambini di Mentone per la capacità di fare cerchi di fumo con la pipa.

Politica interna Con circa il trenta per cento dei voti Macron ha i tre quarti dei deputati, grazie a un sistema elettorale al secondo posto tra i più deliranti di tutti i tempi (al primo posto c’è il sistema americano, al terzo posto quello Inca che prevedeva un solo elettore, il re). Il rischio, dunque, con una maggioranza così schiacciante, è di annoiarsi. Il giovane presidente ha dunque fatto sapere che nominerà personalmente alcuni oppositori ufficiali, che verranno invitati a Versailles per partecipare ai “Democratiques”, dei tornei di eloquenza e di destrezza verbale. Al termine, lo stesso Macron premierà i più meritevoli.

Tour e Giro Verranno unificati, su richiesta dello stesso Macron, in un’unica corsa a tappe, che si svolgerà nel mese di luglio in Francia e si chiamerà sempre Tour de France, ma con una tappa da Modane a Bardonecchia per ribadire l’italianità della corsa. In quella occasione la maglia gialla indosserà anche la maglia rosa, ma sotto.

Formaggi I francesi, come è noto, fanno un solo tipo di formaggio, il Camembert, che di regione in regione assume un nome diverso a seconda del livello di decomposizione raggiunto. Si tratta di una forma rotonda oppure oblunga (in quel caso si chiama Caprice des Dieux) dall’identica polpa gialla e crosta bianca e con l’identico contenuto di grassi: il 98 per cento (il restante due per cento è composto dalla confezione, composta a sua volta dall’uno per centro di carta e dall’uno per cento di grassi). Eppure hanno ottenuto trecento denominazioni Doc, le più note delle quali sono il Reblochon, il Coulomier, il Tresgrasse, il Sent-de-pied e il Couleparterre. Ora Macron sostiene che i formaggi italiani (trecento qualità ma tutte diverse, dalla mozzarella al gorgonzola) devono essere riconosciuti come tipicamente francesi, perché essendo ottimi devono per forza avere avuto origine in Francia.

Sciovinismo Macron ha defnito «ridicole» le accuse di sciovinismo, «certamente dettate dall’invidia di chi odia una Nazione superiore come la Francia».

Per il resto godetevi lo spettacolo sin che dura perché il “bello” deve ancora arrivare…

Sapir – L’euro, fonte strutturale di squilibrio | Vocidallestero

I dati dell’ultimo report del FMI parlano chiaro: gli scarti tra paesi con tasso di cambio sopravvalutato e sottovalutato aumentano, nonostante i dolorosi tentativi di effettuare svalutazioni interne. Finché restiamo nell’euro non c’è via d’uscita.

La pubblicazione dell’edizione 2017 dell’External Sector Report del FMI mette in evidenza il problema rappresentato dall’euro per paesi come la Francia, l’Italia e la Spagna. E si nota che rispetto all’edizione 2016 questo problema si è ulteriormente aggravato.

In questo rapporto, gli esperti di economia e statistica del Fondo Monetario Internazionale calcolano, in rapporto al saldo delle partite correnti, ma anche al conto dei movimenti di capitale, le differenze del tasso di cambio reale (al netto dell’inflazione) tra i paesi. Ne risulta che oggi tra la Germania, la cui moneta è significativamente sottovalutata, e Francia, Italia e Spagna, lo scarto è enorme. Se l’euro non esistesse il tasso di cambio si sarebbe modificato aumentando in Germania e diminuendo nei tre paesi considerati. Questo avrebbe corretto gli squilibri. Ma l’esistenza dell’euro impedisce questo tipo di correzione, determinando così un vantaggio competitivo enorme (tra il 20% e il 25%) per la Germania. Questo spiega in larga misura la crisi dell’economia di questi paesi e il processo accelerato di deindustrializzazione cui sono sottoposti.

Come sempre, noi non abbiamo fretta, studiamo la storia e lasciamo fare alla realtà!

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1 commento Commenta
aorlansky60
Scritto il 7 Agosto 2017 at 09:40

In questo rapporto, gli esperti di economia e statistica del Fondo Monetario Internazionale calcolano, in rapporto al saldo delle partite correnti, ma anche al conto dei movimenti di capitale, le differenze del tasso di cambio reale (al netto dell’inflazione) tra i paesi. Ne risulta che oggi tra la Germania, la cui moneta è significativamente sottovalutata, e Francia, Italia e Spagna, lo scarto è enorme.

Se l’euro non esistesse, il tasso di cambio si sarebbe modificato aumentando in Germania e diminuendo nei tre paesi considerati. Questo avrebbe corretto gli squilibri. Ma l’esistenza dell’euro impedisce questo tipo di correzione, determinando così un vantaggio competitivo ENORME (tra il 20% e il 25%) per la Germania. Questo spiega in larga misura la crisi dell’economia di questi paesi e il processo accelerato di deindustrializzazione cui sono sottoposti.

la Germania, LA CUI MONETA E’ SIGNIFICATIVAMENTE SOTTOVALUTATA“;

il processo accelerato di deindustrializzazione cui sono sottoposti FR ITA e ES”;

Spiegato in maniera più semplice di così non si può : il concetto lo comprende anche un bambino di 1ma elementare (sia in Italia che in francia spagna o germania), mi chiedo PERCHE’ non ci arrivino individui adulti €uroconvinti… e non so darmi risposta.

Per facilitare la comprensione, forse sarebbe utile per loro rileggere le pagine della Storia :

nei progetti delle grandi famiglie della NOBILTÀ tedesca e dei GRANDI GRUPPI industriali tedeschi (senza dimenticare la FINANZA TEDESCA, quella dei grandi gruppi bancari)

Adler, Agfa, Aeg, Astra, Auto-Union, Bosch, Bmw, Daimler Benz, Dornier, Erla, Goldschmitt, Heinkel, Farben, Henkel, Krupp, Junker, Messerschmitt, Metall Union, Opta, Optique Iena, Puch, Rheinmetall, Schneider, Schnitzler, Siemens, Steyr, Telefunken, Thyssen, Valentin, Vistra, Volkswagen, Zeiss-Ikon, Zeitz, Zeppelin, Voegler ed altre,

già dall’inizio del 900, c’era l’intenzione di far prevalere una FORTE connotazione industriale della Germania a spese di altri paesi Europei (FR e ITA in particolare) relegando quest’ultimi a semplice ruolo agricolo; progetto fallito dopo l’esito della I WW; le intenzioni della germania nazista (cui va ricordato che almeno il 90% del popolo tedesco era entusiata e aderente alla politica espansionistica del furher, una politica che non era altro che l’emanazione dei grandi gruppi industriali tedeschi del tempo, per ciò che essi volevano essere trasformata l’intera Europa) aveva ribadito in maniera anche più esacerbata questo progetto, di nuovo fallito come sappiamo.

Il seguito della Storia è racchiuso in questa dichiarazione :

In prospettiva futura, il pericolo per l’Europa non sono i russi; sono i tedeschi; aspettate solo che rialzino la cresta e poi ne riparliamo tra 50anni.” (W.Churchill, parole pronunciate nel corso di un intervista alcuni anni dopo la fine della IIWW.)

Come puntualmente si stà verificando. Ora non ci resta da vedere se la germania, per la terza volta in poco più di 100anni, sarà di nuovo l’artefice della ROVINA EUROPEA.

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