BANCHE VENETE INTESA: PADOAN NAZIONALIZZARE E’ PECCATO!

Scritto il alle 14:00 da icebergfinanza

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Ieri il ministro Padoan, ha preso carta e penna e indignato ha scritto  al Foglio…

Padoan: “Ecco perché l’Italia ha usato aiui di Stato per le banche venete

E ora sentiamo le perle che ha riportato ieri nel suo sfogo il ministro Padoan, uno che negli ultimi anni non ha azzeccato una previsione su una!

Leggendo i commenti si intuisce che qualcuno vorrebbe finalmente far fallire una banca in crisi giusto per vedere che effetto fa, laddove altri vorrebbero che il Governo nazionalizzasse gli istituti problematici. Mi pare che nessuna delle due posizioni sia razionale. La prima perché sarebbe da scellerati rischiare di innescare una crisi finanziaria mentre finalmente l’economia riprende a un ritmo dignitoso, per quanto ancora insoddisfacente. La seconda perché il denaro dei contribuenti non va usato per salvare banche bensì per produrre servizi pubblici e beni comuni. Gli aiuti di Stato, laddove sono stati impiegati, dovrebbero rientrare nelle casse dello Stato. Alcuni casi internazionali e quello italiano dei Monti bond ci dicono che è possibile.

La seconda perché il denaro dei contribuenti non va usato per salvare banche bensì per produrre servizi pubblici e beni comuni.

Ma cosa sta dicendo, si studi il significato di nazionalizzazione, si legga quanto accadde nella crisi nordica degli anni ’90, la politica e la vigilanza hanno nascosto per anni i problemi delle banche italiane, ovvero il perverso intreccio tra politica e finanza, la demenziale gestione di alcuni personaggi a partire da un uomo Mussari, che è stato pure messo a fare il presidente dell’ABI.

La Crisi Bancaria Svedese degli inizi anni ’90

OLTRE LA SOLUZIONE SVEDESE

Gli aiuti di Stato, laddove sono stati impiegati, dovrebbero rientrare nelle casse dello Stato. Alcuni casi internazionali e quello italiano dei Monti bond ci dicono che è possibile.

No, non è possibile, primo perchè siamo alla fine del ciclo economico, secondo perchè siamo dentro una gabbia che si chiama euro!

Ieri secondo Reuters…

Monte dei Paschi, accordo di massima con il fondo Atlante 2 per lo smaltimento di 26 miliardi di sofferenze

Secondo una delle fonti, la cessione dovrebbe avvenire a un prezzo medio pari al 21% del gross book value, per un controvalore lordo di 5,5 miliardi.

Attenzione si parla del 21 % , a questi livelli per poter recuperare solo i 5 miliardi regalati ad Intesa serve almeno il 40 % nella vendita degli NPL delle banche venete.

Peccato che come ci ha fatto notare il nostro amico Roberto, Atlante che era disponibile ad offrire sino al 32% per gli NPL di MPS ora ha dastricamente ridotto la proposta al 21 % e qualcuno crede davvero di riuscire a recuperare cosa?

Atlante II intende comprare le sofferenze delle banche italiane a un prezzo fino al 32 per cento del valore originario. Un livello ben più elevato di quello che oggi i fondi di investimento sono disposti a concedere, ma comunque ritenuto «compatibile» con un rendimento atteso del 6 per cento. E per fare tutto questo, il fondo guidato da Alessandro Penati avrà una potenza di fuoco che oscillerà…Atlante 2, ecco lo schema per gli Npl

Fermiamoci qua, per oggi ne abbiamo abbastanza!

5 commenti Commenta
sylvester59
Scritto il 28 Giugno 2017 at 15:27

Se mi posso permettere, l’indignato sono io, e con me tutto il popolo italiano di onesti lavoratori, commercianti, imprenditori e pensionati.
CHE SCHIFO!
Adesso si può pensare di tutto…
Ad esempio che Banca Intesa, come immonda contropartita, nel suo ‘piccolo’ venga invitata a sostenere il MIB così come furono invitate anni addietro le maggiori banche giapponesi a gonfiare il NIKKEI.
Oppure che anche per Carige si trovi una soluzione, ovviamente sempre a spese dei contribuenti.
Non si capisce nemmeno perché UBI Banca, sempre al prezzo simbolico di 1 Euro, si sia recentemente accollata le passività delle banche da essa acquistate.
I bergamaschi non sono dei fessi, ma Padoan con le ‘venete’ forse era alla canna del gas. Beh, meglio che avesse lasciato aperto il rubinetto…

madmax
Scritto il 28 Giugno 2017 at 15:56

Scusate ma avete capito come sono stati fatti gli NPL? Qua sembrano tutti buonisti ma la verita’ per PopVicenza e’ altra.
Quando i grandi geni del management PopVi dovevano fare gli aumenti di capitale che facevano? Prestavano i soldi ad interessi ridicoli.
Prendete un immobiliarista romano, che su richiesta della banca ha sottoscritto l’aumento. Ebbene la PopVicenza presta 62 milioni a tali sognori tramite una finanziaria Lussemburghese, questi sottoscrivono azioni a 62 Euro l’una, arriva il patatrac e questi si ritrovano sul groppone a 0,10 Euro azioni comprate a 62 Euro, il minimo che fanno e’ non ripagare il prestito, ed ecco che diventano dei NPL. E voi vi stracciate le vesti per salvare sta gente? Se ha sottoscritto l’aumento lo ha fatto per avere favori non per beneficenza. Questi sono incapaci azzeccagarbugli che vanno fatti fallire.

aorlansky60
Scritto il 28 Giugno 2017 at 16:13

Non si capisce nemmeno perché UBI Banca, sempre al prezzo simbolico di 1 Euro, si sia recentemente accollata le passività delle banche da essa acquistate.

A parte che UBI sembra aver trovato MOLTE PIU’ SKIFEZZE di quello che si aspettava, nei tre istituti che si è prestata ad assorbire,
lo ha fatto con un aumento di capitale di 400 milioni di €uro raccolto nel settore privato (PRIVATO, come si usava “una volta” quando le regole erano perlomeno chiare…), a differenza di ISP in relazione all’operazione di salvataggio avallata dal governo italiano;

certo che il volume di quelle tre banche che UBI ha deciso di prendersi è NULLA, a confronto del volume delle due banche venete con relative passività…

A parte la perplessità che accomuna ogni cittadino italiano al pensiero di dover contribuire al salvataggio delle due venete,
c’è un indignazione ancora più FORTE che dovrebbe scaturire pensando alla sorte dei responsabili (i cda di quegli istituti) che in un Paese come l’italia risultano sempre coperti : si tratta di un classico italiano nelle vicende che vede POLITICA e FINANZA strettamente correlate in affari opachi A LIVELLO TERRITORIALE; e il paradosso è che la Magistratura Italiana che cerca di far piena luce su tutti questi casi, procede a rilento perchè si ritrova i bastoni tra le ruote posti dalla POLITICA ITALIANA che COPRE e PROTEGGE i responsabili. Cosa ti vuoi aspettare, quando il sistema della finanza sul territorio era/è strettamente legato alla politica locale ???…

gnutim
Scritto il 29 Giugno 2017 at 14:06

Scusa Andrea, ma mi spieghi perchè in l’Europa ha ideato la legge sul bail-in e poi nessuna la vuole attuare, anzi ne hanno tutti una paura del diavolo?

E’ come costruire un barca nuova di zecca e nessuno ci vuol salire sopra perchè tutti hanno paura di affondare? Ma non ti sembra un controsenso nonchè una cazzata atomica?

Scriverlo dappertutto no?

aorlansky60
Scritto il 29 Giugno 2017 at 15:22

@ Gnutim

Al di là di qualche [peraltro timida] protesta ufficiale portata per voce di J.Weidmann o dal portavoce di Schauble (in fondo la Germania deve fare il suo mestiere, che è quello di dettare legge agli altri Paesi EU) è infatti strano che i tedeschi non abbiano alzato la voce più di tanto, questa volta, di fronte ad una misura messa in atto -come quella attuata il 25Giu dal governo italiano- che si rivela essere una palese FORZATURA delle direttive BRRD…

Sulla ricerca di soluzioni al problema rappresentato dalle due banche venete, sicuramente saranno intercorsi fitti negoziati tra il ns governo e la UE, già molto tempo prima di ufficializzare la soluzione ormai nota,

e per essere riuscito ad ottenere questa dalla UE (e dalla Germania, che stranamente non ha posto il veto), temo che il ns governo abbia dovuto “calare le braghe” (come si suol dire) su altri temi ed altre problematiche (quella “migranti” per es.) che saranno state discusse nell’occasione…

A parte questo, se in futuro ad altre banche di altri Paesi sarà permesso di usufruire del “precedente” creatosi con il caso in oggetto (in passato altri Paesi EU come FR DE NL hanno salvato alcune proprie banche tramite contributi pubblici MA LO HANNO FATTO PRIMA della STESURA e della SOTTOSCRIZIONE delle DIRETTIVE BRRD) effettivamente ci sarebbe da chiedersi a che serve la direttiva BRRD, se nessuno la osserva, ma anche a che serve l’UE a questo punto…

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