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POPOLARE VICENZA E VENETO BANCA CHIEDONO L’AIUTO DELLO STATO!

Scritto il alle 07:46 da icebergfinanza

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Dopo aver tentato un’utilmente per mesi e mesi di convincere le proprie vittime ad accettare condizioni capestro per dimenticare la grande truffa messa in atto in questi anni da parte delle due banche venete … quei 630 soci vip «salvati» prima del crack con la gentile collaborazione di Consob e Bankitalia, nel fine settimana all’improvviso…

La Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno comunicato al ministero dell’Economia, Banca d’Italia e Bce l’intenzione di accedere alla ricapitalizzazione precauzionale, ovvero agli aiuti di Stato. L’hanno reso noto in tarda sera due distinti comunicati degli istituti veneti. «Con riferimento al nuovo Piano industriale 2017-2021 attualmente in corso di finalizzazione, già sottoposto alle Autorità di Vigilanza – recita la nota diffusa dalla Popolare di Vicenza – nel quale è previsto un progetto di fusione con il Gruppo Veneto Banca unitamente ad un intervento di rafforzamento patrimoniale da realizzarsi nel 2017, la Banca Popolare di Vicenza, nell’ambito delle modalità di reperimento dei capitali necessari ad implementare la citata ricapitalizzazione, ha comunicato al MEF, Banca d’Italia e BCE l’intenzione di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo da parte dello Stato italiano». Stessa operazione si presume sarà messa in atto da Veneto Banca.

Immediatamente i signori del senno di poi, tra cui Fitch, hanno modificato i rating della Banca Popolare di Vicenza portando il giudizio di lungo termine da “B-“ a “CCC” e quello di breve da “B” a “C”. outlook decisamente  “negativo”

Mettiamo in chiaro una cosa con la richiesta di garanzia statale, anche i bond SENIOR emessi dalle due banche passano sotto garanzia statale e non c’è alcun rischio di bail-in a meno che la solita Europa  non si metta di traverso come è accaduto a MPS con le continue richieste di mettere le mani ovunque. Ma di MPS parleremo presto raccontando i la vera storia dei sicari della BCE. Torno a ribadire che solo un idiota in Italia può prezzare in media i nostri NPL 20 o 25 punti.

La formale richiesta di ricapitalizzazione precauzionale che è stata fatta venerdì dalle due banche venete, laddove ribadisce che i due istituti sono solvibili, dice tra le righe una cosa importante e cioè che, poiché per determinare la solvibilità non è dirimente il risultato dell’Offerta pubblica transattiva, in corso fino a martedì 22, bensì lo sono gli indici patrimoniali, in primo luogo l’Lcr e la capacità di poter ripianare le perdite pregresse, Popolare di Vicenza e Veneto Banca possono permettersi di accettare un esito dell’Opt fermo attorno al 60-70% di adesioni. Comunque, il rischio litigations sarebbe ridotto notevolmente e si potrebbe procedere poi ad una valutazione più serena anche del rischio cause (i reclami – non le cause – sono all’incirca 10mila a Vicenza e 6mila a Montebelluna). Secondo gli ultimi dati a disposizione, le adesioni sono al 56% del perimetro quote per Veneto Banca e al 53% per la BpVi, percentuali che salirebbero al 60% circa per entrambe le banche sulla base degli appuntamenti già fissati in filiale per i prossimi giorni.

La lettera alla sorveglianza Bce
Giovedì 16 i due istituti veneti avevano comunicato per lettera alla Banca centrale europea di possedere individualmente i requisiti di solidità necessari per poter accedere alla ricapitalizzazione precauzionale. Ora la richiesta ufficiale al ministero dell’Economia, così come ha fatto in precedenza Monte Paschi di Siena. Non si conosce l’entità della richiesta e quindi il ruolo che potrà avere lo Stato all’interno della capitalizzazione – se di maggioranza o di minoranza. Dirimente, in questo senso, sarà ciò che deciderà di fare Atlante, il fondo detentore delle due banche, e se potrà utilizzare gli 1,7 miliardi ancora a disposizione per rimpolpare un’altra volta il capitale degli istituti in crisi (denaro che sarebbe destinato all’acquisto di Npl). Ma solo due giorni fa il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha spento ogni entusiasmo dichiarando che «Atlante è pronta a comprare le sofferenze. Francamente mi sembra che più di quello che ha fatto non possa fare».

Per forza,  i soldi privati sono finiti e nessuno ha intenzione di metterne altri. C’è già  Don Bosco Lassù, che sta diventando irrequieto pensando a soldi gettati via dalla Direzione Generale delle Opere di Don Bosco con il (15,6 %) del fondo Atlante.

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3 commenti Commenta
vito_t
Scritto il 20 Marzo 2017 at 08:45

Torno a ribadire che solo in idiota in Italia può prezzare i nostri NPL 20 o 25 punti.

scusate l’ingenuità, ma quale dovrebbe essere il prezzo dei nostri NPL , visto che ce ne sono di tutti i tipi ?

emzag
Scritto il 5 Maggio 2017 at 15:34

Prova per caratteri speciali html

&#10018

emzag
Scritto il 5 Maggio 2017 at 15:35

emzag,

Niente…ok fine prova

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