Il consiglio di amministrazione di Deutsche Bank ha rotto gli indugi e ha deliberato una maxi ricapitalizzazione da 8 miliardi di euro, insieme a un piano tagli da 2 miliardi entro il 2018, il reintegro di Postbank, la cessione di una quota della divisione Asset Management, due nuovi vice per l’amministratore delegato il John Cryan e l’intenzione di proporre un dividendo compreso tra 0,11 e 0,19 euro per azione nel 2017. Decisioni Cryan ha definito “un significativo passo avanti per creare una banca più semplice, più forte e che possa crescere”. Perché – come ha scritto ai dipendenti dell’istituto – “un capitale forte è la base essenziale affinché questa strategia abbia successo”.
L’aumento da 8 miliardi avverrà attraverso l’emissione di 687,5 milioni di nuove azioni che saranno inizialmente sottoscritte da Credit Suisse, Barclays, Goldman Sachs, BNP Paribas, Commerzbank, HSBC, Morgan Stanley e UniCredit. Si prevede che il periodo di sottoscrizione si apra il 21 marzo per chiudersi il 6 aprile. L’obiettivo è quello di raggiungere un Cet1 ratio del 14,1% e un leverage ratio del 4,1%. Altri 2 miliardi saranno reperiti attraverso la cessione di asset e la quotazione in Borsa di una quota di minoranza di the Deutsche Asset Management. Cryan ha inoltre fissato la tempistica per il reintegro di Postbank (che in passato si era cercato di vendere): ci vorranno dai 3 ai 5 anni. Mentre per la divisione Asset Management, che gestisce circa 770 miliardi di euro, è stata fissata la cessione di una quota e “aiuterà a reclutare nuovi talenti”. Il piano prevede inoltre un considerevole taglio dei costi (oggi 24,1 miliardi), che fissa tagli per 2 miliardi di euro entro il 2018 e di un altro miliardo entro il 2021.
Deutsche Bank, via libera a ricapitalizzazione da 8 miliardi e tagli
Tutto qua, nessuna novità “Ogni mattina, in Germania, una banca si sveglia, sa che deve correre più in fretta del mercato o verrà uccisa. Ogni mattina, alla City, il mercato si sveglia, sa che deve correre più in fretta di quella banca, o morirà disanguato. Quando il sole sorge, non importa se sei il mercato o Deustche Bank: L’importante è che cominci a piangere tutti i soldini che perderai nei prossimi anni…”
A chi ci ricorda che Deutsche Bank ha raddoppiato il suo prezzo, da 10 ora vale 20, noi rispondiamo nessun problema, può salire ancora sino a 30 prima dell’appuntamento con il destino!
Non esiste banca che non sia insolvente ora o che non lo sarà nel medio termine. I modelli degli economisti siano essi FED, BCE, banche d’affari, Bagnai o Sapir non tengono conto di 1) demografia 2) energia 3) ruolo dei mercati (cioè psicologia comportamentale) 4) mutamenti climatici (dei quali le temperature sono di gran lunga l’effetto minore almeno nel medio termine) 5) ruolo della tecnologia. Quindi a cosa servono ? A consolare chi li sviluppa che ha il controllo, che ha qualcosa da proporre, che può prevedere qualche brandello di futuro, che se muove una certa leva allora di conseguenza accadrà questo o quello. Dati come il PIL o l’inflazione hanno totalmente perso valore, sono un castello di misure affette da errore, piene di correzioni al modello originale e di correzioni di precedenti correzioni, utilizzano metodi statistici complessi come la regressione multivariata per il calcolo dei prezzi edonici che oltre a essere utilizzati in modo inappropriato si prestano a ampi interventi di mera soggettività. Più i modelli sono complessi meno sono controllabili. Garbage in = garnage out, è una nota legge empirica. Quel che conta è questo: qual’è l’andamento del potere di acquisto della classe media negli ultimi 25-30 anni ? Se è in calo allora questa si chiama stagflazione ed è in linea con tutti i casi di fine ciclo secolare studiati da Turchin e Nefedov e riportati nel loro colossale “Secular Cycles”. Assisteremo sempre di più a inondazioni di interpretazioni parziali, fallate o disperate, fiumi di parole, tempo buttato, burattinai e burattini in preda a spasmi incontrollabili perché non sono in grado di comprendere le conseguenze della complessità.
Ho letto il tuo manoscritto. Sarà certo utile ai tuoi lettori ma anni fa scrivevo che la tecnologia brucia più posti di lavoro della globalizzazione, i documenti c’erano già, Rifkin ci ha scritto un famnoso libro 15 anni fa, ma nessuno replicava. Il continuo calo del lavoro nella manifattura è solo l’antipasto, ora è il tempo dei servizi. Algoritmi basati su reti neurali sono oggi in grado di prendere decisioni molto migliori di quelle umane in settori ad altissimo valore aggiunto come l’interpretazione degli esami radiologici e dei codici legali e delle sentenze passate. In entrambi i casi ci saranno forti resistenze eppure sarebbe di gran lunga più conveniente avere una diagnosi sicura o una sentenza corretta che qualcosa di sbagliato e letale perché il medico era stanco o impreparato o il giudice/avvocato prevenuto o peggio. Ed è solo la punta dell’iceberg. Assistenti software passano il test di Touring meglio degli esseri umani in aree tematiche. Potreste intrattenervi su internet con un tal Joe Smith parlando di economia o storia greca senza sapere che è un agente software. Interi giornali virtuali potrebbero facilmente essere compilati da agenti software senza che mai lo possiate capire. Google è oggi il più grande esperimento in corso, definendo se stessa come la società dell’intelligenza artificiale, infatti è vero. Se vostro figlio ha talento in matematica potrebbe avere un radioso futuro come ingegnere nei settori dell’ IA, della ricerca operativa o della robotica, altrimenti non so. Di certo la tecnologia non è mai stata, anche quando era più semplice, stata prodotta per servire le masse, ma per servire chi la controlla e non siete voi.