WALL STREET: TRUMP EUPHORIA!
Nel fine settimana ero a Londra e giusto per scherzarci sopra mentre attendevo il via libera del semaforo della City dal tetto di uno dei meravigliosi bus che scorazzano per la città, su Twitter ho postato la foto evocativa del Royal Exchange, la prima borsa di Londra.
Siamo rimasti li davanti sotto la pioggia per circa 3 minuti, giusto il tempo per evocare la copia del London Herald del lontano ottobre del ’29…
Di fronte a quello che si può osservare qui le fesserie scritte in questi lunghi mesi sulla Brexit fanno davvero sorridere, una di queste era che tutte le banche sarebbero fuggite da Londra, dalla City, che fuori dall’Europa, Londra avrebbe perso il primato di una delle capitali mondiali della finanza. Qui sotto la prima conferma…
… così stendiamo un velo pietoso sulle illusioni per attirare a Milano parte dei servizi finanziari, come c’è da stendere un velo pietoso sul suggerimento di JPMorgan di privilegiare le azioni tedesche nel caso la Le Pen vinca le elezioni francesi.
German stocks to thrive if Le Pen wins the French election: JPMorgan
Gli amici di Machiavelli conoscono alla perfezione quello che accadrà alla borsa tedesca non appena finirà l’ultimo volo dell’araba fenice!
Ieri a Wall Street era tutto uno svolazzare di arabe fenici ovunque, con i nuovi record
E qui è necessaria una premessa!
Se il sottoscritto scrive che questa è una bolla, se vi ricorda cosa significa l’analisi fondamentale o riporta evidenze come il CAPE SHILLER che più volte vi abbiamo raccontato insieme a Machiavelli non significa necessariamente che questa bolla scoppierà domani.
Chiaro il concetto?
Se qualche anima frustrata quotidianamente suggerisce che noi sappiamo solo chiamare crolli o disgrazie, suggerisco di leggersi un anno intero di Machiavelli, a partire dal famoso manoscritto dell’Araba Fenice, ovvero quello che noi prospettavamo lo scorso anno mentre i mercati collassavano in vista della Brexit.
Ovvero una spettacolare araba fenice che risorgeva dalle sue ceneri, l’ultimo canto del cigno prima del grande inverno.
La scorsa settimana e lunedi mattina mentre tutti si aspettavano chissà quale crollo per il nostro mercato abbiamo scritto che una volta sistemata la faccenda Unicredit l’araba fenice sarebbe risorta anche sopra i cieli italiani.
Ripeto lo spettacolo non è finito, se ci sarà sarà solo una correzione, c’è tempo per l’inversione definitiva.
Quindi impariamo a dare a Cesare quel che è di Cesare e chiudiamola qui con queste frivolezze tornando ad occuparci di cose serie.
Ve lo ricordate il nostro Irving Fisher il padre della deflazione da debiti quello che poco prima del crollo di Wall Street del ’29 suggeriva che i prezzi non potevano che salire, che Wall Street aveva raggiunto un «livello permanente di alte quotazioni». Quel giorno c’ era anche Winston Churchill in visita allo Stock Exchange.
La caduta aveva rappresentato “l’eliminazione del codazzo nevrotico”, prevedendo che di lì in avanti la situazione sarebbe andata incontro al miglioramento.
Ora arriva un altro genio e poco prima del prossimo crollo suggerisce che…
Nonostante i recenti rialzi, che hanno portato Wall Street a inanellare un record dopo l’altro (oggi il Dow Jones è in modesto calo, ma ha aggiornato i massimi storici nelle ultime undici sedute, la serie migliore dal 1989), l’azionario americano non deve temere una bolla. Lo ha detto Warren Buffett, numero uno di Berkshire Hathaway e soprannominato l’Oracolo di Omaha per la sua abilità negli investimenti, durante un’intervista a Cnbc.
“Non siamo in territorio bolla”, anzi “le azioni sono in realtà sul versante poco costoso”, ha detto, spiegando di avere investito 20 miliardi di dollari in azioni da prima delle elezioni presidenziali americane dello scorso novembre. Buffett, che ha raddoppiato nel 2017 la propria partecipazione in Apple, ha spiegato di preferire gli investimenti nell’azionario rispetto a quelli nei titoli di stato americani.
Certo che mettersi contro una leggenda come Buffet per noi è un onore vedremo alla fine chi ha ragione! Lui preferisce le azioni noi invece i titoli di Stato già da ora perchè mentre gli altri fanno bagordi noi incassiamo cedole.
Per intanto Wall Street può continuare a fare record su record al momento opportuno Machiavelli darà il libera tutti!
Giusto per ricordare Fisher suggerisco che… “Qual è il grande segreto della maggior parte, se non di tutte, le Grandi depressioni? Più i debitori pagano, e più saranno debitori. Più la barca dell’economia s’inclina, più continuerà a inclinarsi. Non tenderà a rimettersi in posizione, ma a capovolgersi”. Parole sante!
Nel frattempo, mentre loro festeggiano, l’economia reale continua a lanciare segnali di debolezza e i robot della Fed quotidianamente raccontano che alzeranno i tassi!
Peccato che la realtà è un’altra e se ne sono accorti anche quelli della Fed di Atlanta ma non solo…
La previsione per il primo trimestre della crescita personale per le spese di consumo è scesa dal 2,8 per cento al 2,1 dopo il rilascio delle statistiche sul reddito e le spese da parte del US Bureau of Economic Analysis.
Non solo anche la spesa per costruzioni che era stato uno dei potenti motori per l’economia degli ultimi anni è in panne e loro alzano i tassi…
Ovviamente le dichiarazioni dei vari governatori della Fed negli ultimi giorni sono tutte per un’economia americana “sorprendentemente forte”
Peccato poi che in privato se la contano in maniera diversa, come sottolineava ieri il Beige Book, l’economia cresce a un ritmo modesto e moderato da inizio anno a metà febbraio, figurarsi dopo, i salari nella maggior parte dei distretti sono saliti modestamente o moderatamente, le costruzioni e le vendite continuano a crescere modestamente.
Tutto un modesto e moderato contesto a tal punto che…JPMorgan rivede al ribasso le prospettive per il Pil del primo trimestre 2017 in America portandole dal 2 % al 1,5 % Goldman Sachs, dal 2,1 al 1,8 % e Bank of America addirittura dal 1,8 % al 1,3 %.
Ma non importa la festa deve proseguire, nel fine settimana ritorna il nostro Machiavelli con “Trump: Trade War!” non dimenticando che il nostro Niccolò, amava sollecitare gli scambi del commercio e il libero gioco delle varie forze economiche.
Sarà l’occasione per fare il punto sul volo dell’Araba Fenice e tante altre considerazioni insieme a tutti coloro che hanno sostenuto o voglio sostenere il nostro viaggio.
Non ti curar di loro ma guarda e passa.
Il mercato sí é bello pronto per l’ultimo volo, prima di affrontare la realtà che vede una montagna di debito che lievita inesorabilmente, sistemi bancari appesi ad un filo, persone, famiglie alle prese con problemi economici e poi sociali sempre peggiori…. Questa é la realtà. Asap
@ Rubicon
“famiglie alle prese con problemi economici e sociali sempre peggiori…”
…
Il quotidiano della città in cui vivo (Parma) pubblica questa mattina un [assai preoccupante] articolo dettagliato sull’aumento vertiginoso (avvenuto negli ultimi 2 anni, fonte Questura di PR) di consumo di droghe di vario tipo da parte di giovani(fascia 20-40) e giovanissimi(fascia 14-20)… da cinquantenne che ha vissuto con l’età della ragione questa zona, una volta opulenta e tranquilla città di provincia, non posso non notare il degrado progressivamente avvenuto nel corso dell’ultimo decennio(almeno, ma forse occorre andare indietro di 20anni), e alla fine penso che se a Parma è così, da altre parti d’Italia non è che possa essere meglio; impressione personale per nulla positiva in prospettiva futura…
qua, nella zona del Rubicone… la situazione è assai complicata. Da leggere e rflettere: http://www.riminitoday.it/cronaca/san-patrignano-lancia-l-allarme-sempre-piu-giovanissimi-nel-vortice-della-droga.html
A scuola, le maestre sono in continua apprensione perché gli alunni (bambini di II elementare) già mostrano segnali “non normali”, per situazioni familiari difficili, si intende, data l’età, ma già nella fascia successiva emergono i primi segnali. La situazione è comunque drammatica… Certo che però dobbiamo lottare…
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Ciao Andrea,
fregatene delle critiche e continua a rifuggire ogni logica di breve termine come ci hai solidamente insegnato in questi anni. Ognuno di noi è responsabile di se stesso.