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ARABA FENICE MADE IN ITALY!
Ieri scherzando ho scritto che probabilmente l’Araba Fenice è risorta anche in Italia.
Mentre in America per la prima volta da tempo si chiudeva in negativo e in Europa si assisteva ad un nulla di fatto…
Tralasciando la variabile petrolio con un accordo che fa davvero sorridere perchè in sintesi non verrà rispettato, accordo che ha condizionato l’andamento dei titoli petroliferi ieri, il resto non è altro che una immensa bolla d’aria introdotta sotto il nostro Paese per permettere a chi di dovere di aver più margini “tecnici” possibili il giorno successivo all’esito del referendum non solo italiano.
Una sorta di cuscinetto per poter dar via libera alla volatilità selvaggia che si scatenerà nel post referendum su un mercato come il nostro, fragile e inconsistente.
Chi è davvero disposto a credere che l’accordo di ieri tra OPEC giustifica l’entusiasmo visto ieri, non ha capito nulla. Il taglio della produzione di 1,2 milioni di barili al giorno a 32,5 milioni di barili al giorno, manca ancora di un serio accordo con i paesi NON OPEC.
Si tratta solo di un manipolo di disperati che sta andando contro l’inesorabile nemesi che attende il prezzo del petrolio che sarà alimentata dall’andamento dell’economia mondiale opressa da un macigno che si chiama deflazione da debiti per non parlare di altre variabili tra cui quella tecnica.
Per non parlare di quello che accadrà quando Trump metterà in atto la sua politica energetica.
Tornando a noi, le voci che circolano su Unicredit non sono affatto rassicuranti, un simile aumento di capitale non avrà futuro in mezzo a questo mercato.
Unicredit, nuovi rumor su aumento capitale e perdite fino a 8 miliardi
C’è chi dice che quello che stanno facendo quelli del Monte dei Pasci di Siena non è altro che un odioso ricatto, chi è quel pollo che sottoscrive una simile conversione sapendo quale futuro può avere davanti una banca come MPS in mezzo a questo mercato, senza essere nazionalizzata.
O prendete le nostre nuove azioni o perderete tutto attraverso il bailin!
Uno tsunami di vendite post conversione da parte della speculazione che sta acquistando bond per convertirli in moneta sonante alla prima occasione, travolgerà come sempre è successo questa operazione. Ripeto a meno che anche Unicredit non intenda legare il suo futuro all’esito del referendum magari chiedendo a tutti i dipendenti di votare si è assolutamente demenziale progettare un aumento di capitale simile in mezzo a questa tempesta.
C’è poi una questione che in Italia è passata inosservata a proposito di Unicredit…
Will this Drag Draghi Down?
Scherzi a parte se Araba Fenice sarà lo vedremo nei prossimi giorni non dimenticatevi che i pompieri della BCE stanno preparando le autobotti e che sotto le ceneri o meglio sotto l’arrosto cova… 😉
e non è finita.
Cosa non si fa per far vincere … un referendum.
https://it.finance.yahoo.com/notizie/pil-istat-crescita-acquisita-per-il-2016-sale-100235096.html
Appuntamento domani con le nostre ragioni per il NO al referendum costituzionale!
Io e tutta la mia famiglia veramente abbiamo fineco che è un figliastro di unicredit e sono anni che ho il sospetto che unicredit sia una delle messe peggio per via del fatto che nella crisi del 2007 era la unica banca a comportarsi come le banche americane…..dava soldi a tutti……e speculava su tutto.
La definiscono sistemica e quindi da salvare….ma ho dubbi.
Fineco in caso di problemi di unicredit non è chiaro che le accadrebbe…..speravo nella vendita ma è stato fatto solo parzialmente.
Per inciso, se mi devo preoccupare io che ho due spicci e vedo gli altri che se la ridono mi dico che non conviene farsi il sangue amaro….poi ci sarebbe la soglia dei 100000 euro a testa garantita dal fondo interbancario ma anche in quel caso mi vien da ridere…primo perche tanto non ho quelle cifre e poi perche non le hanno neache loro.
Se ci sono problemi in Unicredit non è un problema per Fineco.
Se ci sono problemi in Fineco sarebbe un problema per Unicredit.
A parte i € 450 milioni di sole COMMISSIONI reclamate da JPMorgan a MPS
(e a tutti i cittadini italiani, visto che per sostenere Atlante 1, Atlante 2 e chissà che altro, BankItalia e lo Stato hanno chiamato a raccolta TUTTI GLI ISTITUTI BANCARI ITALIANI a concorrere a sostegno, ognuno in rapporto al proprio patrimonio e bilancio – e gli effetti iniziano a farsi vedere suoi costi che gli Istituti stanno aumentando ai clienti per i servizi su c/c, me ne sono accorto direttamente sul mio nell’ultimo rendiconto trimestrale ricevuto, e penso che per tutti Voi sarà uguale…)
per il suo premuroso intervento di sostegno,
c’è anche da considerare questo :
la complessa operazione che condurrà -si spera- in salvo il Monte dei Paschi di Siena costerà alla banca 3 miliardi e 875 milioni di €uro
non lo dico io; sono dati che si possono leggere nella nota informativa emessa dalla stessa MPS tra le righe del documento di offerta di riacquisto delle obbligazioni subordinate (Lme) scattata lunedì scorso :
“I costi complessivi dell’operazione (dove per operazione si intendono sia la cessione di sofferenze, sia l’aumento di capitale sia lo stesso Lme) sono dati da effetti economici pro-forma, al 30 settembre 2016, pari a 3.705 milioni e da effetti patrimoniali pro-forma, al 30 settembre 2016, pari a 170 milioni. Tali impatti saranno fronteggiati mediante un aumento di capitale da 5 miliardi”.
proprio per questo hanno messo a punto un adc di € 5 miliardi…
niente da dire, a chi possiede “le spalle larghe” [metaforicamente parlando in fatto di BANCHE] attualmente,
conviene avere intorno poveri sprovveduti [aka “banche private in forte difficoltà”] per fare la figura del buon samaritano… e quant’altro…
;lol:
ci sarebbe da ridere, salvo considerare che in quanto italiani, al momento siamo dalla parte sbagliata.
Ci sono molti avvoltoi [non autoctoni] che stanno lucrando su alcune ns banche in forte difficoltà.
Per quanto riguarda Fineco:
BANCHE E ASSICURAZIONI
13/04/2016 10:00
Banca Imi promuove Fineco, ma ha troppi bond Unicredit
Il broker inizia la copertura con target price di 7,6 euro e giudizio Add perché la banca è nelle condizioni di poter sfruttare i vantaggi di essere un pioniere nella digitalizzazione delle attività bancarie. Ma il rischio è l’elevata esposizione agli asset di gruppo, dato che a fine 2015 Fineco deteneva 11,5 miliardi di obbligazioni Unicredit, pari a più del 60% dei suoi attivi di bilancio
Ovvero chi ha orecchie per intendere intenda …partita di giro con i soldi di chi?
ballardxxx@finanzaonline,
Per cui se avesse problemi Unicredit, Fineco avendo una grossa esposizione nei confronti di Unicredit avrebbe problemi a sua volta.
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L’ Arababa fenice vola grazie a D.B. e se non ci credete questi si che sono articoli di un certo spessore
https://it.finance.yahoo.com/notizie/deutsche-bank-supporta-start-italiane-e-stanzia-plafond-100317426.html
dai , non so sempre qui a parlare male di chi ci fa solo che del bene.