WALL STREET & BOND CRASH!
Credo che in pochi hanno fatto caso a quanto scritto in queste ultime due settimane e soprattutto in USA: RIALZO TASSI ATTENTI ALLE SORPRESE!
Il tutto conferma la bontà della visione di strambare anche solo temporaneamente, uscendo dalla felice esperienza del BREXIT in attesa degli appuntamenti autunnali. Chi ci segue conosce il significato di quello che sta accadendo al decennale americano.
L’idea era quella di abbandonare anche solo temporaneamente nelle prime settimane di luglio, le posizioni a medio e lungo termine sui titoli di Stato americani parcheggiando il tutto nel breve termine massimo un anno.
Poi all’improvviso venerdì, dopo un breve preavviso, il movimento direzionale preannunciato è esploso …
Follia pura è quanto stava accadendo in Giappone dove i tassi erano arrivati vicini a zero o in Svizzera dove a 50 anni il rendimento era diventato negativo, ma si sa nel singolo la follia è un’eccezione, nelle masse la regola…
Chi ha investito sui minimi in obbligazioni sovrane giapponesi a 40 anni ha già subito una perdita del 15 %!
Quindi attenzione maneggiare con cura la parte medio/lunga della curva nelle prossime settimane.
Nulla di particolare se date un’occhiata a quanto è accaduto a Wall Street …
Un simile movimento non si osservava dalla notte dei tempi, in un colpo solo cancellati due mesi di salite con un meno 2,45 % e chiusura sui minimi di giornata senza alcuna reazione.
Manco a farlo apposta quelli di Goldman suggeriscono cinque motivi per cui la caduta di Wall Street non è affatto finita senza esagerare.
La prima è un loro indicatore, del senno di poi aggiungo io, poi l’incertezza politica, bella scoperta davvero! Ma tu guarda anche i dati economici sono stati deludenti, le previsioni sugli EPS sono al ribasso e Wall Street e sopravvalutata.
Nulla di nuovo, quasi, quasi aspetto il Black Monday e mi metto al rialzo! Scherzi a parte, le indicazioni di Goldman Sachs sono carta straccia, non arriverà nessuna fine del mondo almeno non nel 2016.
Possibile che sia bastato l’annuncio del nuovo re dei bond Gundlach a far invertire il trend ai mercati?
GUNDLACH: ‘It’s time to be defensive on bonds’
Possiamo davvero dire che anche questa volta il movimento non ci ha trovati impreparati, visto la violenza con la quale ha colpito soprattutto la parte lunga della curva con perdite dai massimi dal 5 al 6 % a livello di prezzi, sui ventennali e oltre su trentennali.
Gundlach ritiene che i tassi di interesse hanno toccato il fondo. E mentre si è rifiutato di dare una previsione specifica per il rendimento a 10 anni, alla fine del 2016, ha detto che sarebbe probabilmente più alto di quello attuale.
Sulle obbligazioni societarie statunitensi, “corporate bond”, Gundlach ha detto che sono “fortemente sopravvalutate”, e rischi di recessione e di default di questa asset class la rendono poco attraente. Un investitore che cerca il rischio di credito sarebbe meglio che lo faccia nei paesi emergenti.
Condividiamo il pensiero di Jeffrey, secondo il quale la Fed è determinata a dimostrare che è indipendente dalle forze del mercato e che può alzare i tassi anche se gli investitori stanno scomettendo che non ci sarà alcun aumento di tassi prima di dicembre.
A noi questo interessa poco, come più volte condiviso insieme a Machiavelli, il ritorno dell’Araba Fenice, avrebbe naturalmente fatto scendere i prezzi e rialzare i rendimenti anche se manca ancora il puzzle geopolitico autunnale, con le elezioni al senato di Berlino, quelle austriache, americane e il referendum italiano, senza dimenticare il terzo voto spagnolo.
Quindi la variabile “fly to quality” continua a restare in gioco!
Il fatto che Gundlach abbia detto che i tassi hanno toccato il fondo, non significa necessariamente che essi possano salire nel breve termine, come ha specificato successivamente.
Secondo Jeffrey la Fed non alzerà i tassi se il più inportante indice americano è sotto il livello di 2150, sopra dove venerdì è stato portato il mercato.
Se il Giappone dovesse scatenare un nuovo shock finanziario i tassi a dieci anni potrebbero volare oltre il 2 %, secondo Gundlach. Come giustificazione a questo scenario porta la probabile elezione di Trump o la maggiore spesa in infrastrutture con esplosione del debito della Clinton.
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che i dati economici in America non supportano un eventuale rialzo dei tassi, ma c’è da sorridere a leggere Bloomberg che dopo aver fatto una cronostoria di tutte le ultime dichiarazioni dei governatori della Fed si affida alla colomba per eccellenza, Lael Brainard, l’ultima parola spetta a lei…
The Last Word on Fed Policy Goes to Brainard
Consiglio a tutti coloro che sono preoccupati, di preoccuparsi solo della spazzatura presente nel proprio portafoglio, non certo dei titoli sovrani, visto che la follia e la BCE hanno spinto i rendimenti sino ad una resa media sul debito spazzatura europeo vicini ad un minimo del 3,76 % in Europa, giù dal 5,17 di inizio anno, mentre i titoli spazzatura globali rendono il 5,79 contro 8,12 % e quelli americani il 6,16 % contro 8,74 %
Bolla delle mie brame, dove sta la più colossale bolla della storia del reame?