in caricamento ...
GUERRA…CIRCOSTANZE ECCEZIONALI!
Partiamo subito con una doverosa premessa!
Più volte il nostro JKGalbraith ci ha ricordato che la sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l’astrologia un pò più rispettabile, figuriamoci quando ci si mettono i politici, in quel caso c’è da scegliere tra il disastroso e lo sgradevole.
Era 8 aprile 2014 quando un irritato e spavaldo Renzi sottolineava che…
“Il consiglio dei ministri ha approvato il Def su cui il ministro Padoan potrà intrattenervi. Il ministro ha vissuto questa giornata con grande difficoltà (il riferimento è all’ultima giornata di campionato di calcio). Questo è un documento molto serio, molto rigoroso. Dobbiamo anche alla storia personale di Pier Carlo, nella vita precedente, il rispetto che si deve a previsione che io ho definito rigorose. Noi la crescita la definiamo all’0,8. Io spero che siano smentiti in positivo”.
Il rispetto che si deve a previsioni rigorose? Come queste forse?
Era il 2 aprile 2010, si 2010… Crisi. Ripresa cominciata secondo OCSE. Padoan
PARIGI. “Oggi possiamo diffondere un messaggio moderatamente ottimista”: parla di “segni incoraggianti” e “ripresa che comincia a partire” il capo economista dell’Ocse Pier Carlo Padoan nel presentare le ultime stime sulla dinamica del prodotto interno lordo nelle sette principali economie del mondo, sottolineando però che il ritorno alla crescita non procede “ovunque alla stessa velocità”, ma è più rapido negli Stati Uniti che nelle tre principali economie dell’area euro (Italia, Francia e Germania).
Due mesi dopo scoppiava l’incendio GRECIA!
Giuro non lo faccio apposta ma mi viene semplice, ci pensa Google…
PADOAN (OCSE), 2012 PUO’ ESSERE ANNO RIPRESA PER ITALIA
Si il 2012… (AGI) Roma – Il 2012 sara’ per l’Italia “un anno in recessione, purtroppo. Ma potrebbe anche essere, anzi ne sono convinto, l’anno della ripresa definitiva”. Lo dichiara Pier Paolo Padoan,
Si ne siamo tutti convinti…
2 aprile 2013 Padoan: Italia pronta a ripartire – Class CNBC – Milano Finanza
No Signori non mi piace girare il coltello nella piaga, ma c’è un limite a tutto, nel frattempo sono passati altri mesi invano!
Lasciamo perdere Renzi, uno che dice che la crescita economica non cambia la vita degli italiani, non ha bisogno di altre attenzioni, ma Padoan no, ancora aprile…
Padoan: “Il 2014 anno della svolta. Il ministro dell’Economia si mostra ottimista sulla ripresa: nei prossimi mesi la crescita potrebbe essere superiore alle previsioni. Poi annuncia l’invio a Bruxelles di una lettera “per il rinvio al 2016 dell’obiettivo di pareggio di bilancio”
Va bene tutto bisogna essere fiduciosi, dimostrarsi ottimisti, non vorraimica che il capitano dia l’ordine di abbandonare la nave?
No, ma un minimo di serietà e sincerità ci vuole, chiunque ha minime conoscenze macroeconomiche sapeva che in queste condizioni, più volte analizzate non c’è alcuna speranza di uscire da circolo vizioso con queste politiche economiche, men che meno con le riforme.
Ci volevano in sequenza Bankitalia, Ocse e FMI per sottolineare che sarà un miracolo se riusciremo a crescere dello 0,3 %?
Non che in America vada meglio, le figuracce rimediate da analisti e governatori della Federal Reserve si sprecano, una crescita che è passata da previsioni medie del 2,8/3,5 % ad un miserabile 1,7 % che dovrà superare la realtà, ma di questo parleremo in seguito.
Come direbbe Alessandro Guerani Non credo ci sia bisogno di dire nulla vero?
«Non posso che confermare che il quadro macroeconomico è deludente e i dati recenti sulla Germania fanno suonare il campanello d’allarme». Lo ha detto il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan, parlando in qualità di presidente di turno dell’Ecofin in un’audizione al Parlamento europeo a Bruxelles. I dati attuali «indicano che la debolezza è più persistente nel tempo e più estesa geograficamente di quanto ci aspettavamo 6 mesi fa», ha aggiunto Padoan.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Bruxelles, 22 lug – Per flessibilita’, ha detto il ministro Padoan, l’Italia intende una cosa precisa: da un lato l’inclusione delle riforme strutturali nella valutazione della situazione del paese nel definire le raccomandazioni, dall’altro il ruolo delle circostanze eccezionali. “Il fatto che le riforme diano benefici piu’ avanti nel tempo rispetto ai costi immediati, condizioni macroeconomiche generali molto sfavorevoli, con una crescita molto bassa in termini nominali come in termini reali, sono tutte circostanze eccezionali” di cui occorre tenere conto.
Circostanze eccezionali!
Meglio non aggiungere altro, qualcuno potrebbe dirvi che è colpa solo delle mancate riforme, come quella indispensabile del senato o della corruzione o ancora che in fondo in fondo… la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone”
In fondo come vi racconto da anni siamo in guerra, che altro ci possiamo aspettare se come ho scritto recentemente su Twitter …
1947, la ratifica da parte dell’Assemblea costituente del Trattato di pace, che pose fine alla Seconda guerra mondiale, e si concluse con un’umiliante spoliazione nazionale. 2012, la ratifica parlamentare del Fiscal compact, che ha posto fine alla crisi economica. E ancora non si è conclusa. Il Fiscal compact ha privato infatti lo Stato della propria sovranità di bilancio e perciò di ogni sostanziale margine. Due guerre molto diverse, ma a tutti gli effetti due guerre. Nei sei anni che vanno dal 2008 al 2013 è raddoppiata la disoccupazione, i poveri, la produzione industriale è crollata del 25%, un’impresa su quattro ha dovuto chiudere i battenti, il reddito delle famiglie è precipitato ai livelli di 25 anni fa, le retribuzioni hanno toccato la soglia raggiunta nel lontano 1992, la classe media si è scoperta povera, sta liquidato il patrimonio dei padri pur di sopravvivere.(…) Suicidi a parte, non ci sono morti sui campi di battaglia, né sulle strade, questo è vero, ma solo perché oggi le guerre, sempre devastanti, ma moralmente ineccepibili, si combattono con mezzi diversi. Era il 1947, nell’aula a Montecitorio, quando il filosofo liberale Benedetto Croce parlò di «Italia merce di scambio», di «dignità nazionale offesa», di «vincitori smodati». Ma dal 2012 i leader politici italiani hanno fatto finta di nulla. Morale della favola ipocrita: se non pronunci la parola «guerra», la guerra non esiste.Dal Trattato di pace del 1947 al Fiscal compact
In un memorabile discorso alla conferenza di pace del1946, il mio concittadino, Alcide DeGasperi disse…
Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato e l’essere citato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione.Non corro io il rischio di apparire come uno spirito angusto e perturbatore, che si fa portavoce di egoismi nazionali e diinteressi unilaterali? Signori, è vero: ho il dovere innanzi alla coscienza del mio Paese e per difendere la vitalità del mio popolo di parlare come italiano…
Quasi 70 anni dopo la storia si ripete…
Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’ isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta. Chiunque volesse ricevere le ultime analisi può liberamente contribuire al nostro viaggio cliccando sul bannerin cima al blog o sul lato destro della pagina. Semplicemente Grazie