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MACHIAVELLI…DIVIDE ET IMPERA!
In attesa di quello che accadrà alle prossime elezioni europee e di conseguenza alle future dinamiche dei mercati obbligazionari e valutari noi torniamo a fare uno dei nostri soliti viaggi attraverso il mondo misterioso ed affascinante di Nicolò Machiavelli uno che a distanza di secoli , ben cinque, sembra saperne sempre una più del diavolo…
“ Vero è che, attualmente, sembra che anche in Europa si vadano concentrando i poteri: «Queste provincie [= nazioni] d’Europa sono sotto pochissimi capi, rispetto allora; perché tutta la Francia obedisce a uno re, tutta l’Ispagna a un altro, l’Italia è in poche parti…» (ib., p. 302). Ma anche se è più ridotto di prima il numero degli Stati, la differenza fra vita politica europea e vita politica degli altri continenti è pur sempre radicale, tale da caratterizzare due «modi» di essere permanenti, due «forme» di reggimento politico: «… e’ principati, de’ quali si ha memoria, si truovano governati in dua modi diversi: o per uno principe e tutti li altri servi, e’ quali, come ministri per grazia e concessione sua, aiutono governare quello regno; o per uno principe e per baroni, li quali, non per grazia del signore, ma per antiquità di sangue, tengano quel grado… Li esempli di queste dua diversità di governi sono, ne’ nostri tempi, el Turco et il re di Francia. Tutta la monarchia del Turco è governata da uno signore; gli altri sono sua servi;… Ma el re di Francia è posto in mezzo di una moltitudine antiquata di signori, in quello stato riconosciuti da’ loro sudditi e amati da quelli: hanno le loro preeminenzie; non le può il re torre loro sanza suo periculo» (Principe, cap. IV).
Divide et impera…Che la disunione della plebe e del senato romano fece libera e potente quella repubblicana…
…e anche il governo monarchico, in Europa, è limitato da leggi, consuetudini, animo delle popolazioni, sì da permettere che vi alligni la virtù individuale almeno per necessità. […] Il Machiavelli enuncia il suo proposito proprio quando, sulle rovine delle due grandi ideologie medievali dell’impero e del papato, gli Stati europei dispiegano la loro individualità più forte e libera, più sciolta che mai da legami con idee universali.
Così è che l’idea della necessaria molteplicità di Stati s’inserisce da allora, saldamente, nella pubblicistica; e vi s’inserisce anzitutto attraverso quella sua applicazione pratica che è la cosiddetta dottrina dell’equilibrio europeo.
Anch’essa, sbocciata la prima volta in Italia, e proprio essenzialmente nell’età del Machiavelli e del Guicciardini, con le considerazioni sulla bilancia d’Italia, accortamente tenuta in bilico da Lorenzo il Magnifico, ma poi trapassata nella pubblicistica europea con Francia e Spagna «piatti» ed Inghilterra «ago della bilancia».
F. Chabod, Storia dell’idea d’Europa (1959), Laterza, Bari 1967, pp. 48-53.
Tratto da Il significato politico di “Europa” a partire da Machiavelli
Nel fine settimana è stata inviata a tutti coloro che sostengono liberamente o vorranno farlo il nostro viaggio, l’ultima analisi di Machiavelli.