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MERKEL LA MACHIAVELLI D’EUROPA!
Ve lo ricordate il ” Principe ” del buon Machiavelli puro realismo politico, ovvero come conservare a lungo il potere?
Il politico navigato deve adeguarsi alla realtà dei fatti contingenti senza inseguire utopie o idealismi vari, come il principe di Machiavelli, agire con fermezza e talvolta violenza quando le circostanze lo richiedono. Quindi abile è colui che riesce a mantenere il potere senza inseguire gli ideali quando la realtà effettiva impone scelte impopolari e anche crudeli.
Nell’Europa nata dalle macerie della Seconda Guerra mondiale, non era mai capitato che un cancelliere tedesco fosse accolto con tanta ostilità nelle principali capitali europee. Anche la visita di Angela Merkel a Lisbona, il 12 novembre, ha seguito il canovaccio di quella effettuata qualche settimana fa ad Atene: migliaia di portoghesi scesi in piazza per protesta, slogan poco amichevoli, una rabbia diffusa contro le misure di austerità targate Berlino che, lungi dal restituire competitività e crescita alle economie dei Paesi appesantite dai debiti pubblici, approfondiscono la crisi diffondendo disoccupazione, recessione e povertà perfino in quei ceti medi che dovrebbero costituire il pilastro della ripresa.
NEGLI UFFICI VESTITI DI NERO. Le proteste portoghesi sono state meno violente di quelle greche, ma non meno allegoriche: «In scuole, fabbriche e uffici, durante tutta la giornata, molti cittadini si sono presentati vestiti di abiti color nero», ha raccontato lo Spiegel, «per simboleggiare l’aumento della povertà nel Paese.
Sugli striscioni in piazza campeggiavano slogan tipo «Merkel qui non ha nulla da dire», i manifestanti erano esasperati: «Non abbiamo più nulla e gettiamo soldi dalla finestra per organizzare questi vertici inutili».(…) UN PASSO AVANTI E UNO INDIETRO. Il capo dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, un tempo grande estimatore della moderazione dei tedeschi, ha assicurato che il rapporto della Troika è positivo. Ma a Schäuble non basta, vuol vedere le carte una per una «per capire se Atene ha davvero adempiuto a tutti i suoi compiti».
Un passo in avanti e uno indietro, una tattica che sta facendo saltare i nervi ai partner europei e che il sociologo tedesco Ulrich Beck, in un saggio pubblicato di recente per i tipi della Suhrkamp e un cui estratto è comparso sull’edizione cartacea dello Spiegel, ha definito «la strategia del nuovo Machiavelli di Angela Merkel».
Il principe non è tenuto a mantenere la parola data, se questo può apportargli vantaggi personali. Trasportata ai tempi d’oggi, la massima si trasforma nella possibilità di fare oggi il contrario di quel che si è annunciato ieri.
La strategia della cancelliera e il «metodo Merkiavelli» (…)
Angela Merkel è la perfetta interprete di una tale idea di potere: all’idomani della catastrofe di Fukushima ha sepolto in un sol giorno la decisione di allungare la vita delle centrali nucleari tedesche, e anche nella gestione della crisi economica ha oltrepassato gradatamente tutte le linee rosse che lei stessa si era data nei mesi precedenti. «È quello che chiamo il metodo Merkiavelli», ha scritto il sociologo, «un metodo finalizzato solo ad assicurarsi la vittoria alle prossime elezioni».
NESSUNA STRATEGIA DI LUNGO RESPIRO. La critica di Beck ricalca quelle di chi accusa la cancelliera di essere priva di una visione, di una chiara strategia di lungo respiro capace di assicurare al suo Paese e soprattutto all’Europa crescita economica e stabilità sociale. Un orizzonte limitato, in fondo al quale c’è solo la prossima urna elettorale. Una catastrofe per il Paese più importante dell’Ue che può annoverare nel suo albo di famiglia cancellieri del calibro di Konrad Adenauer e Willy Brandt, Helmut Schmidt ed Helmut Kohl, tutti a buon diritto iscritti nel pantheon dei padri dell’Europa.
«Nel contesto attuale della crisi finanziaria, tutti i Paesi debitori dipendono dalla buona volontà della Germania di farsi garante dei crediti necessari», ha proseguito Beck, «ma il machiavellismo della cancelliera si fonda sul presupposto di non prendere alcuna posizione nel conflitto che oppone gli architetti della costruzione europea ai sostenitori della sovranità nazionale.
UNO STALLO STRATEGICO E VOLUTO. Resta piuttosto aperta a tutte e due le opzioni. Non sposa né gli uni né gli altri e preferisce far dipendere la disponibilità della Germania all’accettazione delle condizioni imposte dalla politica di stabilità tedesca. È il primo principio di Machiavelli: la posizione di Angela Merkel non è né un chiaro sì, né un chiaro no, ma una specie di ‘ni’ fra le due posizioni».
È il trionfo di una strategia circospetta, del desiderio di non far nulla: «Quest’arte deliberata dell’esitazione, questa combinazione di indifferenza, di rifiuto dell’Europa e di impegno europeo è all’origine della forza della Germania in un’Europa sballottata dalla crisi».
NESSUN PALESE ESERCIZIO DI POTERE. Per il sociologo l’egemonia gentile della Germania, celebrata dall’editore della Welt Thomas Schmid, non si basa come in passato sulla violenza e non ha bisogno di ricorrere ad alcun esercito per imporre la propria volontà. È dunque sbagliato evocare il Quarto Reich, perché la potenza economica è più morbida e più mobile, può arrivare dappertutto senza bisogno di lanciare truppe: «La formula che ha permesso a Merkiavelli di consolidare la propria posizione di forza e quella dell’Europa tedesca è una combinazione di brutale neoliberalismo all’esterno e di tenuta del consenso sociale all’interno. In politica interna la cancelliera rassicura i tedeschi sulla salvaguardia di pensioni, case e miracolo economico, e allo stesso tempo in politica estera assume un atteggiamento di responsabilità europea, ottenendo il consenso attraverso una politica del male minore: meglio un euro tedesco che nessun euro. L’imperativo tedesco è economizzare al servizio della stabilità, ma nella realtà questa politica di austerity si rivela un colpo chiaro al livello delle pensioni, dell’istruzione, della ricerca, delle infrastrutture».
L’ENDORSEMENT PER IL SOCIALDEMOCRATICO STEINBRÜCK. Il machiavellismo di Merkel potrebbe lentamente raggiungere i propri limiti, ma le opposizioni che finora si sono manifestate hanno il difetto di essere ammantate di populismo. La soluzione, per Beck, potrà avvenire solo per via interna. La fine del saggio è un endorsement per il candidato socialdemocratico Peer Steinbrück, nel quale il sociologo ravvisa «una vocazione alla Willy Brandt sul piano europeo».
Il cambiamento attraverso l’avvicinamento, che Brandt vedeva applicato ai rapporti Est-Ovest, dovrebbe essere declinato nello slogan «più libertà, più sicurezza sociale e più democrazia attraverso l’Europa». Steinbrück è un appassionato di scacchi: potrebbe riuscire a lui la mossa di dare scacco, se non al re, almeno alla novella principessa Merkiavelli. Merkel, la Machiavelli d’Europa…una combinazione di brutale neoliberalismo all’esterno e di tenuta del consenso sociale all’interno.una combinazione di brutale neoliberalismo all’esterno e di tenuta del consenso sociale all’interno.una combinazione di brutale neoliberalismo all’esterno e di tenuta del consenso sociale all’interno.una combinazione di brutale neoliberalismo all’esterno e di tenuta del consenso sociale all’interno.
Chi ha orecchie per intendere intenda gli altri continuino a sognare più Europa!
La forza relativa evidenziata in ” Eppur …si muove!” si sta manifestando!
Come potete vedere qui sotto… appuntamento a TRENTO non mancate!
hahahahahahaha Beck? chi sarebbe costui? ma Machiavelli lo ha mai letto??? O meglio lo ha mai CAPITO?
Sa che machiavelli faceva una netta distinzione fra principe e tiranno? per Machiavelli principe é chi usa metodi riprovevoli a fin di bene , in favore dello Stato, tiranno é chi li usa senza che ci sia necessità.
Merkel novella Machiavelli?
hahahahahhaha scusate mi scappa troppo da ridere.
Piuttosto visto che l’italia non esiste ed è solo una mera espressione geografica, perché non ricominciamo a leggerlo Machiavelli nato nel 1469 morto nel 1527 chissà magari scrive in una lingua che noi italiani riusciamo a leggere e che i tedeschi non riusciranno a capire mai per loro è troppo complicato evidentemente.
Machiavelli sull’Italia: “più stiava che li Ebrei, più serva dei Persi, più dispersa degli Ateniesi”.
Lui desiderava un principe che salvasse l’italia dalla disgregazione e dal caos non uno che la facesse piombare in weimar 2.0 visto che conosceva benissimo la storia e sapeva perfettamente che normalmente azioni simili portano a risultati simili…
Giuseppe