TRADE DEFICIT…QUELLO CHE NESSUNO VI HA RACCONTATO!
Ben pochi ci hanno fatto caso ma dietro il dato della bilancia commerciale americana ci sono più ombre che luci e nessuno vi ha raccontato come stanno le cose in realtà!
Il Dipartimento del commercio ha reso noto che nel mese di agosto il deficit della bilancia commerciale è stato pari a 44,2 miliardi di dollari, in rialzo del 4,1% rispetto alla rilevazione di luglio rivista al ribasso da-42 a -42,5 miliardi di dollari. L’indicazione odierna ha deluso le attese degli analisti che si erano preparati ad una flessione a 43,8 miliardi.
Nei mesi scorsi abbiamo spesso sottolineato come l’economia americana non avrebbe potuto ignorare il rallentamento cinese e la recessione europea, spesso e volentieri evidenziato nelle dinamiche export di Fedex collosso americano dei trasporti.
Un sempre puntuale Lance Roberts su treettalklive.com ci racconta come queste dinamiche sono importanti per comprende la redditività futura delle aziende,
” Furthermore, this delcline in production and consumption leads to higher unemployment, lower incomes and ultimately an economic recession.”
La stabilizzazione del mercato immobiliare potrà solo attenuare il crollo del PIL in attesa di vedere cosa faranno gli americani per ammortizzare un impatto negativo pari a 4 punti di GDP collegato alla fine degli incentivi fiscali ma sul fronte interno le esportazioni sono più che mai di fondamentale importanza in quanto corrispondono a più del 13% del GDP e influenzano circa il 40% degli utili societari.
Historically, when exports have turned down the economy was either in, or slipping into, a recession. The recent drop in durable goods orders and industrial production have been clear warnings that this could already be in the works.
Nel mese di agosto, le esportazioni sono diminuite, riflettendo la debolezza economica in Europa e un rallentamento della crescita in Asia. inoltre le importazioni di prodotti petroliferi e del petrolio hanno fatto aumentare i prezzi a causa della debolezza del dollaro.
Quindi la repentina svalutazione del dollaro non potrà far altro che rendere più onerose le importazioni e allo stesso tempo favorire le esportazioni ma molto dipenderà dalla dinamica globale.
Trade Deficit Points To A Recession si chiede Lance Roberts.
Ovviamente l’aumento delle importazioni rispetto alle esportazioni creerà un disavanzo che non mancherà di influenzare negativamente il PIL già ormai vicino alla crescita recessiva ovvero 1,25% anche nel 2013.
Storicamente quando entrambe le importazioni e le esportazioni diminuiscono simultaneamente indicano l’inizio di una recessione.
Godiamoci un mercato in preda alle allucinazioni ancora per qualche tempo, liquidità assicurata per una nuova bolla azionaria, in attesa che la realtà fondamentale torni a monopolizzare l’attenzione.
Mi raccomando non dimenticate l’operazione ” Onda d’urto” condividere la nostra avventura con i pulsanti Facebook e Twitter!
State sintonizzati perchè ho da raccontarVi qualcosa di incredibile e come potete vedere qui sotto vi aspetto tutti a Castelnuovo Scrivia e in altre città italiane, non mancate saranno fuochi artificiali!
Cercherò di spiegarlo nella maniera più semplice possibile.
Secondo Voi come è possibile ammortizzare l’effetto di trilioni di dollari o euro gettati nel mercato per ricoprire le voragini del sistema finanziario senza scatenare inflazione?
Semplice distruggendo il potere di acquisto dei consumatori, deflazionando i salari creando disoccupazione o rendendola strutturale!
Troppo semplice o troppo difficile… mettiamoci pure una sorta di imperialismo commerciale in atto e il cerchio è chiuso!
Per il resto in Italia l’accozzaglia di tecnici che sta amministrando il nostro fallimento o sono degli emeriti incompetenti o lo stanno facendo deliberatamente !
Andrea
Non è ne semplice ne complicato è solo sbagliato. E magari qualcuno comincia pure a capirlo.
Un mio professore di matematica diceva che nemmeno Dio può far cambiare la somma degli angoli interni di un triangolo, figuriamoci se ci riescono i nostri maghi della finanza.
Mi sento di dire che non è semplice ne complicato ne sbagliato, bensì illogico e demenziale il mondo che pretende di ammortizzare l’effetto di trilioni di dollari o euro gettati nel mercato per ricoprire le voragini del sistema finanziari (ovvero qualcosa di non reale ) con la distruzione del potere d’acquisto dei consumatori ( che è reale). Assomiglia a dire da domani diventiamo tutti artisti dipingiamo milioni di quadri che poi un domani li mangeremo.
Kry e se invece fosse ….semplicemente UMANO.
Non crederete per davvero di vivere in una sociatà “evoluta” o in una delle migliori società possibili ? Oppure non penserete per davvero che l’evoluzione scientifica che stà alla base di molte conquiste odierne, sia stata programmata o costruita dal sistema di potere del passato ?
Se provate ad analizzare la storia passata probabilmente ….resterete molto delusi.
SD
D’accordo sul semplicemente aggiungerei diabolicamente umano. Ciao.
Devi essere connesso per inviare un commento.
At the end of August I wrote “Q2 GDP – Nothing Good Happening Here” wherein I stated: ” With GDP currently at 1.7%, as of the latest estimate, the decline in overall PCE, Goods, and Durable Goods, is very concerning about the next couple of quarters ahead. While the pick up in services spending (haircuts, accounting, legal, etc.) is currently keeping the current quarters GDP afloat – service related spending does not lead to substantially stronger economic output in the future. The real economic drivers are the manufacturing of goods, and unfortunately, that is where weakness is developing.” The recent release of the final estimate of Q2 GDP, and the September’s Durable Goods Report, confirmed that indeed the economy was far weaker than the headline releases, and media spin, suggested.
The real economic drivers are the manufacturing of goods-The real economic drivers are the manufacturing of goods-The real economic drivers are the manufacturing of goods-The real economic drivers are the manufacturing of goods…
Direi che questo signore ha idee giuste e chiare.
Quindi vediamo chiaramente il problema , abbiamo filiere produttive in grado di fornire beni in abbondanza ma i prezzi per il consumatore finale sono troppo alti rispetto al suo potere d’acquisto , il meccanismo è sbilanciato e si blocca.
Quindi o si ragiona in termini di mercato che in presenza di una abbondante disponibilità di un bene ne abbassa il prezzo (deflazione) oppure si agisce politicamente e si aumenta il potere d’acquisto dei consumatori finali generando inflazione.
L’opzione di deflazionare (ridurre) il potere d’acquisto dei consumatori attraverso l’inasprimento del prelievo fiscale e lasciare fermi i prezzi al consumo aspettando la “ripresa economica” è come aspettare che il latte rovesciato per terra rientri da solo nella bottiglia.