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J.P.MORGAN E ENRON MESSAGGIO PER UN POLLO CHE SI CREDEVA UN’AQUILA!

Scritto il alle 15:24 da icebergfinanza

Hey...that doesn't look like an eagle!

 

Hey…that doesn’t look like an eagle!

Come abbiamo gia ‘ visto … avete presente un pollaio. Le regole semplici e chiare per le volpi sono che non si devono toccare le gallinelle dalle uova d’oro ovvero i depositi dei risparmiatori o meglio ancora dei polli da spennare, ma certe norme come gira al largo… sono troppo complicate, non necessarie e fanno confusione!

Invece servono regole semplici e chiare come un cartello su ogni pollo con su scritto pollo da spennare!

Ma anche il buon Dimon ora ha i suoi bei polli da pelare invece delle gatte soprattutto se sembra che già ad aprile si sapeva che le perdite sarebbero state nell’ordine dei 8/9 miliardi di dollari..Non solo Barclays, ma anche la Balena Londinese: la giornata di passione vissuta ieri dai titoli bancari è stata provocata prima dalla conferma della scandalosa manipolazione pluriennale del Libor e poi dalle anticipazioni-shocking del «New York Times», secondo cui le perdite sui derivati presso l’americana JP Morgan – generate da spericolate e massicce assunzioni di rischio da parte del trader del suo Chief Investment Office britannico soprannominato “London Whale” – potrebbero arrivare fino a 9 miliardi di dollari.

Sarebbe una escalation impressionante rispetto alla perdita che il colosso di Wall Street ha già ammesso (2 miliardi di dollari), comunque preventivando che possa salire: lo stesso ceo Jamie Dimon il mese scorso aveva ipotizzato che nei prossimi trimestri l’onere delle scommesse azzardate a Londra sui derivati potrà salire di un miliardo o più.

Il titolo JP Morgan ha accusato il colpo, con un cedimento superiore al 5% (poi dimezzato nel finale) che ha pesato sull’intero settore finanziario: dal 10 maggio, giorno in cui Dimon ufficializzò le perdite per la prima volta dopo un periodo di indiscrezioni, le azioni del gruppo risultano in calo di quasi il 15%. Il quotidiano, citando ex trader e dirigenti non identificati della banca, ha rivelato che la stima di 8-9 miliardi di rosso risale ad aprile in un memo interno e che nelle ultime settimane le perdite si sono accumulate nel quadro del tentativo dell’istituto di accelerare la riduzione delle proprie posizioni di rischio.

Al tempo stesso la banca starebbe effettuando cessioni di titoli redditizi per compensare in bilancio l’inaspettato onere. Così almeno ritengono vari analisti, evidenziando che queste operazioni potrebbero limitare la redditività dei trimestri successivi; senza contare le conseguenze sul piano di buyback, già sospeso. Dimon ha garantito, nel corso delle audizioni parlamentari, che nel trimestre in corso il bilancio risulterà “solidamente redditizio”: lo si vedrà il 13 luglio. Ormai è la sua credibilità a essere in gioco: non solo sul piano dei conti, ma sulle tesi che non smette di sostenere con foga, a partire da quella che più stringenti regolamentazioni del settore non sono necessarie e anzi sarebbero controproducenti. SOLE24ORE

Nuovo caso Enron? JP Morgan al centro di un enorme scandalo

FINANZA LEGGERA | Secondo l’accusa con una manipolazione delle attivita’ di trading, la banca avrebbe gonfiato i costi dell’elettricita’ di almeno $73 milioni. Tutto e’ incominciato dopo i $2 miliardi di perdite subite per via dell’esposizione ai derivati sul credito. 

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Credibilita? Perché qualcuno crede veramente che questo manipolo di figli del principio di Peter, psicopatici incompetenti abbia veramente un minimo di credibilita’?

Nove miliarducci di dollari non sono nulla per un colosso come JPMorgan, ma il problema non sta tanto nelle perdite quanto nel rischio sistemico,  nelle conseguenze che si verificano quando questi poveri esaltati sono costretti a smontare le loro scommesse.

Se le perdite fossero state di 90 miliardi non vi sarebbe stato alcun problema, interveniva il governo americano etvoila’ l’ aquila americana si trasformava in un pollo come tutti i suoi contribuenti.

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7 commenti Commenta
carpif74
Scritto il 3 Luglio 2012 at 16:15

Quando finirà tutto questo? Secondo me mai!
E’ brutto sostenerlo ma è così!

icebergfinanza
Scritto il 3 Luglio 2012 at 16:25

carpif74@finanzaonline,

Quando sarà vera depressione questa gente dovrà pregare di non essere nel posto
sbagliato…

edmontdantes
Scritto il 3 Luglio 2012 at 21:56

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi

Susate ma di fronte alle porcate fatte da Brayclas quanti pochi articoli, lanci di agenzia o notizie su yappo che mi ritrovo. Se la cosa l´avessero fatta gli Italiani, quanto avrebbero scritto gli inglesi….fiumi di inchiostro…fukky italians. Ma i nostri giornalisti che fanno traducono solo le veline e le agenzie di stampa straniere ?

first em
Scritto il 3 Luglio 2012 at 22:35

Jp Morgan è come la dea Kalì dalle sette braccia, talmente grossa e onnipotente che, senza saperlo, diventa talvolta la controparte di se stessa e dei suoi giochetti di prestigio.
Intanto, mentre continua l'”ufficiale” crisi dell’eurozona, gli USA cercano di piazzare le tonnellate di emissioni in programma per quest’anno: trattasi di circa 1800 miliardi di $ !!!

kry
Scritto il 3 Luglio 2012 at 22:54

first em@finanza,

” Trattasi di circa 1800 miliardi di $ !!! ” e quello che mi sorprende a tassi stracciati il che equivale a prezzi non da saldo.

edmontdantes
Scritto il 3 Luglio 2012 at 23:53

Ahhhhhh come vorrei che il mio grido arrivasse in tutti gli angoli delle case a spiegare che il problema dell´Eurozona e´semplicemente questo grafico….

da cui nascono il problema di piazzare 1800 miliardi…ahhhhh o giornalisti dal sonno letargico, esperti carta carbon copiati, analisti anal(izzati) raggrumate quei pochi neuroni che vi restano intorno al baricentro del vostro cranio e scrivete cotanta notizia che passa come aria fresca nella notte scura vista soltanto dai naviganti di tal vascello !

Che dite mi do alla politica ? O al giornalismo !

laverita
Scritto il 4 Luglio 2012 at 09:15

Al gruppo si è aggiunta Barclays.
E quel che è peggio (ma noto ad alcuni) è che sembra che anche i governanti sapevano dei giochetti.

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/461015/

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