in caricamento ...
NAZIONALIZZARE …CAVIALE NORDICO DELLA LAPPONIA!
Dopo aver bevuto il brodino che circonda i canederli alla Chicago di Antonio Martino sul Messaggero…
«Grillo è quello che farnetica sulla banche. Dice che vanno nazionalizzate. Lo dice per farci ridere oppure ci crede veramente?».
Secondo lei? «Ridere non fa. E se lo dice seriamente, è pazzesco». Subito? «Un attimo di pazienza. Nazionalizzare le banche significa rubarle, sottrarle ai loro azionisti. Se invece lo Stato le comprasse, il debito pubblico aumenterebbe notevolmente».
Scusate ma sono piegato in due dalle risate abbiate pazienza che appena riesco a riprendermi proseguo…
Nazionalizzare le banche significa rubarle, sottrarle ai loro azionisti. Nazionalizzare le banche significa rubarle, sottrarle ai loro azionisti. Nazionalizzare le banche significa rubarle, sottrarle ai loro azionisti. Nazionalizzare le banche significa rubarle, sottrarle ai loro azionisti…. sento ancora l’eco eco eco!
Questa era la classe dirigente e politica che ci ha amministrati per decenni! Glielo spiegate Voi che quando si nazionalizza e’ perche una banca o un’azienda e’ stata amministrata male e gli azionisti dormivano. Se il rischio e’ sistemico si toglie di mezzo facendo pagare il conto ad azionisti e obbligazionisti in parte che hanno sottoscritto il rischio aziendale e si preservano risparmiatori e depositanti.
Ma il signor Martino conosce la storia, sa cosa significa nazionalizzare, sa quello che è accaduto nella crisi nordica degli anni ’90?
Ecco che per non usare la parola nazionalizzazione un altro economista di ” areaSilvio” ci dice che bisognerebbe comprarle tutte e non prestarle i nostri soldini…
«Bisognerebbe comprarle, non prestargli dei soldi» L’opinione di Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole è fuori dagli schemi. «Invece di mettere a disposizione crediti per 100 miliardi di euro, l’Efsf (l’European Financial Stability Facility, più conosciuto come il Fondo salva Stati, ndr) dovrebbe ristrutturarle. Iniziando a eliminare le incrostazioni politiche, perché gran parte degli istituti spagnoli sono condizionati o gravitano nella sfera d’influenza dei partiti e dei vari poteri regionali. In molte delle banche spagnole, come gli istituti del credito cooperativo confluiti in Bankia, i buchi di bilancio non derivano solamente dall’aver prestato soldi alla famiglie; sono stati finanziati, ad esempio, costruttori locali che hanno realizzato impianti turistici. Andrebbe capito, anzitutto, come sono stati persi quei soldi e perché. Altrimenti prestargli dei soldi potrebbe non servire». Sussidiario
Santo cielo accade solo in Spagna … perché gran parte degli istituti spagnoli sono condizionati o gravitano nella sfera d’influenza dei partiti e dei vari poteri regionali… e io che credevono funzionasse cosi in tutto il mondo!
Infatti gira anche una barzelletta che racconta come le banche centrali siano indipendenti.
Leggetevi questa vecchia intervista di Obama alla ABC questo è stato il più clamoroso errore di tutta la sua gestione, un errore che rimpiangerà amaramente anche se comprendo che non possa sputare nel piatto che finanza la sua rielezione…
In una vecchia intervista alla ABC americana Obama a conoscenza delle due alternative storiche, Giappone e Svezia, paesi nordici scelse consapevolmente la via del libero mercato:
Terry Moran: Ci sono tanti economisti che guardano queste banche e dicono che tutto ciò che è spazzatura, le rende sostanzialmente insolventi. Perché non nazionalizzare le banche?
PRESIDENTE OBAMA: Beh, sai, è interessante. Ci sono due paesi che sono passati attraverso alcune grandi crisi finanziarie negli ultimi dieci o vent’anni. Uno era il Giappone, che non ha mai veramente riconosciuto la portata e ampiezza dei problemi del loro sistema bancario e che ha portato a ciò che viene chiamato “Il decennio perduto”.
Hanno continuato a nascondere i loro problemi. (… non vi dice nulla questa frase a proposito di quanto sta accadendo ad alcune grandi banche internazionale e alla comunità europea…) Il mercato è rimasto al rialzo perchè il governo giapponese ha continuato a pompare liquidità, ma in realtà alla fine non è successo niente e non hanno visto alcuna crescita economica ( … chissà come sta andando in America è incredibile come si continua a negare la realtà, chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo…)
La Svezia, ha avuto un problema simile. Hanno preso il controllo delle banche, le hanno nazionalizzate, hanno eliminato i titoli tossici, illiquidi, le hanno ristrutturate e in un paio di anni le hanno rimesse sul mercato.
Quindi si potrebbe pensare di seguire la stessa strada, la Svezia sembra un buon modello. Ma ecco il problema, la Svezia aveva solo cinque banche. Sai, la dimensione dell’economia degli Stati Uniti e dei mercati finanziari è cosi vasta ed i problemi in termini di gestione e supervisione diversi, la nostra valutazione è che non avrebbe senso. E abbiamo anche diverse tradizioni in questo paese.
Affascinante no, un errore di valutazione, ostinatamente perpetrato, ideologie o conflitti di interesse perchè gli azionisti delle grandi banche americane sono fondi, politici, miliardari, tutta gente abbituata a socializzare i loro fallimenti.
” Ovviamente ( continua Obama… ) la Svezia ha un diverso insieme di culture rispetto a come il governo guarda ai mercati e in America è diverso.
E vogliamo mantenere forte il senso del capitale privato per soddisfare le esigenze di investimento di questo paese.
Il senso del capitale privato ti ha rovinato caro Obama, rovinato!
Tra un canederlo alla Chicago e un bocconiano all’amatriciana assaporate una tartina con sopra CAVIALE NORDICO della Lapponia, giusto per comprendere cosa racconta la storia a proposito della crisi nordica!
Sostieni l’informazione indipendente il Tuo sostegno è fondamentale per la prosecuzione di questa esperienza. Semplicemente GRAZIE!
Martino ? Da buon siciliano è molto molto furbo.
Non impari nulla col ascoltarlo. o a leggerlo sul suo blog.
Leggete Alberto Bagnai, Nino Galloni, Andrea Mazzalai ma anche Giovanni Zibordi, e Michele Spallino. 😉
e l’utilissimo Voci dalla Germania. 😉
adesso tifa per i Tea Party…ahh ahh in Italia ?
Michele Nista diceva che dietro i tea party c’era la macchina da guerra del Partito Repubblicano
i tea party sono marketing, un diversivo per non far vincere Obama 8)
Alberto Bagnai intervistato da ilFatto Quotidiano :
Debito privato?
Senza flessibilità del cambio, se un Paese compra all’estero più di quanto venda, dovrà farsi prestare dall’estero la differenza. Un deficit di bilancia dei pagamenti porta così a debiti verso l’estero, prevalentemente privati. Il resto del mondo continua a far credito per finanziare la vendita delle proprie merci, come succede tra Cina e Usa. La crisi in Europa esplode quando le banche tedesche, scottate dai subprime, devono rientrare dei loro crediti verso la periferia.
Ma tutti scrivono che il problema sono i debiti pubblici
A monte il problema nasce perché le banche – i cui crediti sono i debiti dei privati – hanno prestato largamente, realizzando profitti: quando la crisi economica ha messo famiglie e imprese in difficoltà, lo Stato ha salvato le banche, tassando le famiglie. E ora il debito è pubblico.
Ma Giavazzi e Alesina dicono che è colpa nostra che non abbiamo fatto le riforme
Potevamo approfittare di più del dividendo dell’euro, ma comunque prima della crisi il debito pubblico era sceso di oltre 10 punti. La spesa pubblica però non l’abbiamo potuta ridurre di più perché l’euro, penalizzando il nostro commercio, già ci sottraeva domanda estera.
Però la Germania le riforme le ha fatte, vende pure in Cina.
Non è vero: la bilancia commerciale della Germania con la Cina era negativa ed è peggiorata. Invece è migliorata coi Paesi dell’Eurozona. Perché le riforme del mercato del lavoro in Germania si sono tradotte in una sostanziale precarizzazione, volta a comprimere i salari. E’ una svalutazione interna, la stessa che oggi viene chiesta a noi: ma la Germania, per assorbirne il costo sociale, violò per prima il Patto di stabilità e invece ora a noi chiede austerità. Comprimere i salari? L’operaio tedesco guadagna il doppio dell’italiano
In Germania non c’è solo la Volkswagen: c’è anche sotto-occupazione, ci sono i mini-job. Dopo le riforme i salari reali in media sono calati del 6,5 per cento.
L’euro, comunque, l’abbiamo fatto per avere stabilità
Veramente oggi ci viene detto da illustri protagonisti dell’entrata nell’euro che questa valuta terrà perchè conviene alla Germania.
Conviene anche a noi: dove andavamo con la liretta…
I manuali di economia ci spiegano che gli agganci a una valuta forte spesso servono a imporre agli attori sociali di un paese ‘disciplina’ con lo spauracchio del vincolo esterno: guardi come non sono cresciuti gli stipendi in Italia o quello che sta accadendo con l’articolo 18.
Ormai però siamo dentro e dobbiamo restarci.
In Italia abbiamo sotto gli occhi 150 anni di unione monetaria, politica, fiscale, eccetera. Quali sono i risultati? Il Mezzogiorno è oggi in deficit strutturale per 17 punti del suo Pil, che colma con risorse prese dal resto del mondo, fra cui trasferimenti fiscali dal Nord Italia.
Non starà dicendo che dobbiamo uscire dall’euro?
Temo sia doloroso ma inevitabile, dovremmo gestire questo processo anziché subirlo. L’euro è solo l’undicesima moneta dell’Unione, quella che funziona peggio: l’Europa c’era prima e ci sarà dopo.
L’uscita dall’euro è una catastrofe: la lira si svaluterà e non varrà più niente.
Nel medio periodo il cambio recupera il differenziale di inflazione accumulato col paese di riferimento negli anni del cambio fisso. Così è successo all’Argentina e all’Italia quando uscì dallo Sme nel 1992: oggi la svalutazione sarebbe attorno al 20%.
E così avremo il 20% in più d’inflazione
Tutti gli studi negano ci sia un rapporto uno a uno tra svalutazione e inflazione: sarebbe lecito attendersi un aumento dell’inflazione frai 2 e i 4 punti. Nel ’92 dopo una svalutazione del 20%: l’inflazione scese dal 5 al 4%.
Documento importante ma va letto e commentato in toto. Per esempio il capitolo da pagina 12 in poi denominato CONFRONTO CON LA CRISI ATTUALE …
…nonostante le similitudini siano numerose le differenze tra le due crisi sono decisive e rendono difficile l’adozione delle misure che furono applicate per risolvere la crisi degli anni 90…
…la prima riguarda la dimensione ridotta del sistema svedese…
il costo di una simile operazione sarebbe troppo oneroso per la finanza pubblica…
…il sistema finanziario non era molto sviluppato ed era relativamente chiuso…
…il sistema finanziario americano è un sistema altamente sviluppato e integrato con i principali sistemi finanziari esteri…
…la natura della crisi attuale non permette una ripresa affidata a una manovra sul tasso di cambio…
vale la pena di leggerlo tutto. Raccomandato x tutte le parrocchie: quelli che pensano che basta rilanciare la crescita e quelli che basta nazionalizzare le banche e quelli che basta svalutare.
Devi essere connesso per inviare un commento.
Martino ? N.C. non classificabile. 😈
un maggiordomo del nostro Silvio Napoleone Berlusconi
Mazzalai hai fatto benissimo