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ITALIA…DANGER ZONE!
E’ decisamente affascinante osservare quotidianamente l’avvento di qualche illuminato analista o opinionista del senno di poi, magari economista senior piuttosto che junior che si cimenta nell’arte di individuare il punto di rottura per il nostro Paese…
” Ma qual è il limite invalicabile superato il quale, nel lungo periodo, il debito italiano e spagnolo non è più in grado di essere ripagato? Secondo Moody’s Analytics l’abbiamo già oltrepassato: in un report firmato da Enam Ahmed, economista senior del gruppo americano, e citato dall’edizione online del Telegraph, si afferma che già ora – ragionando sul lungo termine – i decennali italiani e spagnoli sono oltre la soglia del pericolo. Secondo Moody’s l’Italia riuscirebbe a sostenere il debito se i tassi sui decennali tornassero a 4,2% (ora viaggiano intorno al 5,7%). In generale, comunque, tutti gli analisti sono preoccupati per l’entità e la rapidità del balzo dei decennali dei due “big” periferici, Italia e Spagna: i Bonos spagnoli sono aumentati dal 5,2% di metà gennaio al 6% di oggi, i BTp dal 4,8% di inizio marzo (periodo in cui pesava l’effetto salutare della seconda tranche del LTRO, la maxi iniezione di liquidità della Bce) al 5,7%. L’unico elemento positivo è che a vita media del debito pubblico italiano al 31 dicembre dello scorso anno restava ancora circa sette anni, un livello molto più rassicurante dei tre anni di inizio anni Novanta. di Enrico Marro – Il Sole 24
Recentemente abbiamo visto come all’improvviso in una notte di fine inverno su VOXEU non certo un sito telebano qualunque è apparso il contributo di William R. Cline Senior fellow del Peterson Institute for International Economics dal titolo SUSTAINABILITY OF ITALY’s SOVEREIGN DEBT!
L’autore ricordava che qualunque prospettiva di un’eventuale pesante ristrutturazione del debito pubblico italiano scatenerebbe corse agli sportelli, grave istabilità finanziaria e forse la rottura dell’ EURO.
Soprattutto sulla base di due punti centrali l’Italia può gestire eventuali tassi di interesse elevati, ovvero sulla prospettiva di un avanzo primario relativamente alto e sulla base di una durata media del proprio debito che permette di avere un rifinanziamento solo sul 10 % del proprio debito nei prossimi anni.
Secondo il modello di simulazione dell’autore, l’Italia non era e non è sull’orlo di una crisi di insolvenza anche se la situazione di fine anno con tassi vicini al 7 % sulla scadenza decennale dovesse persistere nei prossimi 10 anni, senza dimenticare il rischio di liquidità.
Dopo aver fatto una cronistoria della crisi italiana il signor Cline condivide alcune proiezioni sulla base di alcune percentuali sull’avanzo primario ( ovvero il saldo netto delle entrate e delle uscite escluso l’onere del debito )
Nel caso di un modesto avanzo primario nell’ordine del 3,5 % del PIL e una crescita anemica dello 0, 8 % nei prossimi sette otto anni si avrebbe comunque una riduzione del debito sino al 110 del PIL.
Se anche i tassi dovessero tornare al picco del mese di dicembre ovvero intorno al 7,5 % e restarci sino al 2020 il modello indica che il livello del debito resterebbe stabile sui livelli attuali.
Solo nel caso che nei prossimi anni l’avanzo primario fosse sempre e solo del 2,5 % e i tassi rimanessero a questo livello il debito si innalzerebbe sino al 132 % dando l’impressione di apparire fuori controllo.
Comunque sia l’obiettivo di risanamento dei conti pubblici nazionali sarà fondamentale per garantire la solvibilità. La media dell’avanzo primario per il periodo 1990 / 2008 è stata del 2,4 % mentre oggi si viaggia tra il 4,5 % e il possibile 5,5 % previsto per quest’anno.
Ovviamente il mondo della finanza è strapieno di professori e scienziati che sono in grado di individuare con certezza il punto di impatto e le conseguenze di un eventuale meteorite Italia sulla stessa finanza mondiale!
In questa latente ma non troppo depressione abbondano i becchini, le iene, gli sciacalli e gli avvoltoi che vorrebbero la carcassa del nostro Paese. Un manipolo di analisti psicopatici addestrati sulla base dell’econometria e della statistica trilussiana, appoggiati da giornalisti prezzolati, con l’ausilio della grancassa di pseudoeconomisti da baraccone stanno provando a destabilizzare le Vostre menti.
Questo è un Paese che va riformato attraverso un’alternativa sociale, economica e finanziaria, ma resta pur sempre una potenza economica con notevoli risorse culturali e finanziarie checchenedicano i portatori di conflitti di interesse che quotidianamente suggeriscono la crescita o la fuga alla battaglia per un cambiamento.
enricop2@finanza: …E non è molto difficile da capire dove e come questa storia andrà a finire…..
Quindi Lei si trova nella situazione di conoscere in anticipo i numeri del lotto, complimenti.
Se, prima di commentare con sarcasmo, mi riporta dove io avrei asserito di avere capacità divinatorie, eviterebbedi trasformare anche questo blog in un porcaio, nonchè Lei eviterebbe una pessima figura.
La mia frase finale è,palesemente per tutti, finalizzata a dare un’idea della spirale nella quale ci siamo avvitati,del cammino che si è deciso di intraprendere,che altri prima di noi hanno sperimentato e dai quali,a quanto pare, nulla si è imparato…
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La mia frase finale è,palesemente per tutti, finalizzata a dare un’idea della spirale nella quale ci siamo avvitati,del cammino che si è deciso di intraprendere,che altri prima di noi hanno sperimentato e dai quali,a quanto pare, nulla si è imparato
Lasci perdere, il loro motto é I want to believe
Liberi di farlo.
Come osserva giustamente lei : Il modello di simulazione di W. Cline Sr si basa su condizioni dell’Italia che ad oggi non ci sono più e che anzi con ogni probabilità sono destinate a peggiorare.
e con questo governo, se non cambia politica, la probabilità é certezza.
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…”Secondo il modello di simulazione dell’autore, l’Italia non era e non è sull’orlo di una crisi di insolvenza anche se la situazione di fine anno con tassi vicini al 7 % sulla scadenza decennale dovesse persistere nei prossimi 10 anni, senza dimenticare il rischio di liquidità”……
Il modello di simulazione di W. Cline Sr si basa su condizioni dell’Italia che ad oggi non ci sono più e che anzi con ogni probabilità sono destinate a peggiorare.Tale modello non ha molte capacità predettive e non considera un effetto “panico” degli attori sul mercato. L’avanzo primario ,di cui ora tutti i “politici” si riempono la bocca, che altro non e’ che la differenza fra la spesa pubblica e le entrate tributarie e extra-tributarie esclusi gli interessi da pagare sul debito,a dispetto di quanto viene detto nel DEF, non sarà entro il 2013 “notevole” (cosa significherà mai questo notevole qualcuno poi lo spiegherà) ma è destinato solo a peggiorare. La spesa pubblica,almeno fino a quando non si sarà costretti non verrà diminuita e le entrate non tributarie e extra-tributarie non possono aumentare.
Giustamente Lei ripete che la storia si ripete. SEMPRE. E non è molto difficile da capire dove e come questa storia andrà a finire…..