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BLOOMBERG…NON TOCCATEMI LA FAMIGLIA!
Vi ricordate la famigerata mano di dio, la manina di Blankfein, numero uno di Goldman Sachs, colui che sosteneva di fare il lavoro di dio tramite la finanza. Dopo le riveleazioni di un ex manager di Goldman sull’ambiente tossico e distrutttivo della banca d’affari americana ecco che addirittura il sindaco Bloomberg arriva in soccorso ricordando a tutti che New York sopravvive grazie ai profitti delle banche americane che regolarmente settacciano le tasche dei propri clienti e dei mercati.
Diamo un’occhiata elle illuminazioni che circolano nella finanza e nei media americani…
New York, 17 mar. (Adnkronos) – Michael Bloomberg,intervistato dal Financial Times, difende l’attuale dirigenza di Goldman Sachs affermando che neanche Dio in questo momento potrebbe guidare l’investment bank senza critiche. Il sindaco di New York, e soprattutto magnate dell’informazione finanziaria, ha definito cosi’ “ridicole” le accuse lanciate all’attuale Ceo della banca Llyod Blankfein, da Greg Smith che, nell’ormai famoso articolo sul New York Times, ha spiegato di aver lasciato il suo incarico di manager di Goldman Sachs perche’ stanco di cultura etica “tossica” in cui i clienti vengono considerati solo dei “muppets”, dei pupazzi da manipolare. “Sta cercando di guidare la sua societa’ in un momento in cui neanche Dio potrebbe guidarla senza critiche”, ha detto, parlando di Blankfein, il sindaco miliardario che ha iniziato la sua carriera come ‘investment banker’. Le parole di Bloomberg riecheggiano una battuta dello stesso Blankfein che una volta disse che la sua banca faceva “un lavoro da Dio”, per poi scusarsi in seguito per la scelta delle parole poco felice.
Scrive Massimo Gaggi sul Corriere della Sera a proposito di Bloomberg…
È comprensibile che il sindaco di New York difenda una banca che è uno dei grandi «azionisti» della città: la metropoli si regge in buona parte sulle tasse pagate da Wall Street, mentre Goldman Sachs è uno dei suoi primi datori di lavoro e sta costruendo una nuova sede da 2,4 miliardi di dollari nel cuore di Manhattan. Ma la determinazione con la quale Michael Bloomberg è sceso in campo dopo il J’ accuse di un banchiere dimissionario dell’ istituto, pubblicato dal «New York Times», stupisce. L’ editore miliardario sceso in politica si è precipitato nelle sede di Goldman trasformando il gesto di solidarietà in uno show: strette di mano coi trader , visita al capo della banca, Lloyd Blankfein. Messaggio settimanale del municipio dedicato al caso Goldman, attacco al «New York Times», cattedrale della stampa, per aver pubblicato l’ articolo. Perfino la difesa di Blankfein per una sua vecchia battuta («Facciamo il lavoro di Dio») della quale il supermanager si era pentito: «La verità – dice adesso il sindaco – è che nemmeno Dio oggi potrebbe gestire un’ azienda come Goldman Sachs senza essere criticato». Perché tanta foga? Bloomberg è un uomo complesso, con molti «cappelli»: sindaco, editore, finanziere. In tutti questi ruoli Goldman e Wall Street sono, per lui, uno snodo fondamentale. Del sindaco si è detto. L’ editore pubblica anche «Business Week», spesso critico con la finanza, ma «Bloomberg News» nasce come struttura di Wall Street e la Goldman è sempre uno dei suoi maggiori clienti. Ma, poi, ci sono anche la storia e il cuore. Bloomberg ha cominciato da trader: nel 1966 il primo lavoro glielo offrì proprio Goldman. Lui preferì la Salomon Brothers. Ma Wall Street è comunque il suo mondo CorrieredellaSera
Guarda caso proprio su Bloomberg venerdi è uscita la notizia relativa alla chiusura dello swap tra l’Italia e Morgan Stanley, una non notizia, una notizia già vecchia come vedremo nel prossimo post dal titolo ITALIA: Monti e la favola del pirata Morgan…ma guarda caso una buona notizia per smuovere le acque proprio ora che stavano riposandosi…quante sono le notizie fatte uscire ad arte e somiglianza in questi anni da Bloomberg visto che Wall Street resta sempre e comunque il suo mondo…lo so si fa peccato a pensare sempre male ma spesso e volentieri non si sbaglia mai!