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ARCHIMEDE E LA LEVA PERDUTA!

Scritto il alle 07:21 da icebergfinanza

Grazie alla segnalazione di un nostro caro Compagno di viaggio, Mimmo, che navigando nell’oceano sconfinato di internet ha scovato questa piccola perla, possiamo dare un’occhiata ad una ricerca proveniente dalla Federal Reserve di S.Francisco U.S.HOUSEHOLD_DELEVERAGING_AND_FUTURE_CONSUMPTION_GROWTH  che ci aiuta ad intravvedere le conseguenze della rottura di quella leva, che qualche secolo fa, Archimede avrebbe utilizzato per sollevare il mondo!

Grazie ancora a tutte le preziose vedette di Icebergfinanza!

La seguente analisi verrà integrata da alcune mie considerazioni e ripercorre alcuni post già precedentemente condivisi.

In questa ricerca/analisi ad opera di Reuven Glick e Kevin J.Lansing si intravedono le conseguenze sul risparmio e sul consumo del deleveraging tuttora in atto tra le famiglie americane.

Qui sotto avete una rappresentazione di quella che è la dinamica in atto tra le varie categorie di potenziali contraenti del debito postata in una precedente analisi dal titolo: DEBT_DEFLATION:UN_MISTERO_FONDAMENTALE!

Altre analisi le potete trovare qui DEBT DEFLATION_UN_OCEANO DI DEBITI! e qui in IL_TRAMONTO_DI_UNA_LEGGENDA mentre negli ultimi post " dedicati " a coloro che hanno contribuito alla navigazione di Icebergfinanza troverete il resto!

La leva finanziaria delle famiglie americane è aumentata modestamente dal 55 % al 65 % negli anni che vanno dal 1960 alla metà del 1980.

Poi nel corso degli ultimi due decenni è raddoppiata sostanzialmente del 133 % raggiungendo il massimo di sempre durante l’anno 2007. Questo aumento costante è stato accompagnato dalla contestuale riduzione del tasso di interesse. E’ ovvio che la combinazione più debito e meno risparmio ha consentito al consumo personale di crescere più rapidamente del reddito disponibile, fornendo un significativo impulso alla crescita dei consumi e di conseguenza alla crescita del PIL americano.

E’ importante ricordare che il PIL americano è composto per il 70 % circa dai consumi!

Nel lungo periodo , tuttavia i consumi non possono crescere più velocemente del reddito in quanto vi è un limite all’assunzione del debito in relazione al reddito.

In alcuni post ho spesso evidenziato come durante la Grande Depressione, ad una produzione di massa, dovevano corrispondere contestuali consumi di massa, che durono supportati da un massiccio ricorso al debito foraggiato in particolare dal credito avvenuto al di fuori dei normali canali istituzionali bancari.

Per alcune famiglie, prosegue l’analisi, i livelli del debito sono insostenibili come dimostrano le alte percentuali di foreclosures ( pignoramenti ) in atto. In conseguenza di tale dinamica è possibile che per ridimensionare il debito in proporzione al reddito, nei prossimi anni le famiglie americane continueranno a ridurre i consumi e lo stesso ricorso al debito, aumentando i risparmi.

La storia nostra maestra offre episodi di deleveraging significativi di come la riduzione del debito possa influenzare i consumi.

Tra il 1929 e il 1933 nel mezzo della Grande Depressione, il debito nominale delle famiglie americane è diminuito di un terzo.

Recentemente nella "Lost Decade" il decennio perduto giapponese, altro esempio di grande deflazione, le imprese private non financial giapponesi hanno ridotto il debito in rapporto al PIL del 30 % in più di 10 anni, dopo l’eslposione di alcune bolle, gemelle alla crisi attuale, azionaria, immobiliare e finanziaria dei primi anni ’90.

Le aziende hanno ridotto il loro debito a livelli tali da contrarre significativamente la crescita delle spese per l’investimento.

Dal 1960 secondo la tabella qui sotto il tasso di crescita reale ( quello corretto all’inflazione ) del debito delle famiglie americane ha superato di gran lunga il tasso di crescita del reddito disponibile reale e la reale ricchezza è stata frutto della crescita dei mercati azionari e dell’edilizia residenziale.

Figure 1: Real household debt, wealth, and income

Come non ricordare aggiungo io il MEW, l’ home equity, il bancomat immobiliare per eccellenza, quella creatura finanziaria che permette di prendere in prestito la rivalutazione di un immobile, fondata sull’assurdità che il valore delle case non avrebbe potuto che salire.

A partire dal 2000 tuttavia il ritmo di accumulazione del debito è accelerato notevolmente, come conseguenza di un proliferare dell’emissione di titoli strutturati con garanzia sottostante il debito ipotecario. Nel corso del decennio, una combinazione di fattori come la politica monetaria accomodante ( bassi tassi di interesse ) norme di erogazione del credito ridotte ai minimi termini con la diffusione di pratiche di credito immobiliari esotiche con formile di rimborso spesso demenziali e la cartolarizzazione ( trasferimento del rischio di credito agli investitori ) hanno promosso un rapido sviluppo del credito. 

L’aumento del livello del debito è stato accompagnato da un aumento del livello della ricchezza tramite la creatività del credito finanziario( MEW e speculazione immobiliare )

La bolla immobiliare è scoppiata nel 2006 e da allora la ricchezza è diminuita drasticamente oltre a quella legata agli indici azionari che ha incominciato a venir meno dalla metà del 2007. Di conseguenza tali eventi hanno eroso le garanzie che sostenevano il ricorso al debito con un rapido calo dei valori immobiliari e azionari.

E’ ovvio che questo circolo vizioso ha messo in atto la recessione globale, aggiungo io, in quanto i consumi americani hanno sostenuto la crescita mondiale e l’erozione delle garanzie sottostanti ha prodotto una catena di fallimenti che temporaneamente è circoscritta alla perdita delle abitazioni e del lavoro, mentre per quanto riguarda le imprese sarà un processo che andrà osservato nel tempo, ma secondo me inevitabile.

La pressione rimarrà inalterata nei prossimi mesi, con una contrazione del credito che richiede maggiori garanzie, maggiori redditi in fase documentale per la concessione di nuovi prestiti. La domanda di credito ipotecario potrebbe seguire ancora per un po la dinamica dei prezzi delle abitazioni al ribasso.

La preoccupazione sullo stato del mercato del lavoro, dell’incremento dei pignoramenti e delle insolvenze ( carte di credito / credito al consumo ) può indurre i consumatori a rafforzare il risparmio precauzionale.

La figura numero due mostra che il consumo effettivo e la reale crescita del debito sono in forte correlazione tra di loro sin dal 1960. La rapida crescita del debito ha consentito al consumo di crescere più rapidamente del reddito. Di conseguenza attraverso il deleveraging il consumo dovrà necessariamente diminuire.

Figure 2: Consumption growth and debt growth

 

Sin dall’inizio della recessione, nel dicembre 2007, la leva delle famiglie è diminuita in misura del 130 % del reddito disponibile ma quanto potrà diminuire ancora? Oltre a fattori che dipendono dall’ingegneria finanziaria ( su questa ci metterei per il momento una bella ipoteca……) la risposta dipende dalla dinamica di crescita dell’economia futura.

Mentre è vero che le imprese giapponesi e americane possono differenziare in maniera importante le decisioni di assunzione di un minor debito, l’esperienza giapponese fornisce un esempio recente di un significativo deleveraging a seguito di una bolla immobiliare che è molto utile come riferimento.

La bolla del mercato azionario giapponese scoppiò alla fine del 1989 seguita subito dopo da quella immobiliare nei primi mesi del 1991. Quasi 20 anni dopo i prezzi azionari e immobiliari rimangono rispettivamente sotto di oltre il 70 % dal il picco e del 40 %.

Nella figura tre vi è un confronto tra il settore aziendale non financial giapponese dieci anni prima e dopo il picco testimoniando come in entrambi i paesi il rapporto di leva è aumentato rapidamente negli anni precedenti al picco.

Figure 3: Leverage ratios 

Dopo lo scoppio delle bolle le imprese non financial hanno intrapreso un massiccio deleveraging riducendo il debito del 125 % dal 1991 e del 95 % nel 2001. Se le famiglie americane seguiranno questa dinamica il loro rapporto debito reddito dovrebbe calare del 100 % entro la fine del 2018 per tornare ai livelli del 2002.

La figura 4 riporta l’aumento del tasso di risparmio personale americano, risparmio che in precedenza secondo l’analisi era diminuito in seguito alle bolle azionarie e immobiliari.

Figure 4: U.S. personal saving rate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il recente calo dei due mercati dovrebbe avviare quindi una ripresa del tasso di risparmio.

Prendendo sempre in riferimento il Giappone, con un semplice modello dinamico si può individuare il livello di risparmio necessario alla costituzione di un rapporto debito reddito al 100 % nei prossimi dieci anni.

Supponendo un tasso di interesse nominale sui titoli di debito del 7 % e un tasso di crescita del reddito disponibile del 5 % e che l’ 80% del futuro risparmio verrà utilizato per il rimborso del debito, il tasso di risparmio delle famiglie dovrebbe aumentare dal 4 % attuale a circa il 10 % entro la fine del 2019. Un aumento di questa portata dovrebbe sotrarre circa 3/4 di punto percentuali di crescita annuale su consumi ogni anno, rispetto ad un tasso di risparmio costante al 4 %.

Il che porta ad una sostanziale differenza anche il relazione agli anni prima del 2005 quando il tasso di risparmio era in declino. In entrambi i casi la dinamica agirà rallentando il ritmo di recupero dalla fase recessiva.

Le conclusioni dell’analisi sono da manuale della " DEBT DEFLATION" ormai riportata da oltre un anno in questo blog e in maniera particolare nei post "dedicati".

Più di venti anni fa Hyman Minsky ha proposto l’ipotesi di instabilità finanziaria, dove sosteneva che la prosperità può indurre i mutuatari ad accumulare debito al di là delle loro capacità di rimborso correlate ai redditi correnti, determinando in tal modo le crisi finanziarie e le gravi contrazioni economiche.

L’ambiente di credito facile ha facilitato questo processo alimentato ulteriormente da un aumento dei prezzi azionari e immobiliari che hanno fornito garanzie fitizzie per una ancora maggiore assunzione del debito. Il valore delle garanzie è diminuito ulteriormente lasciando molte famiglie in una precaria situazione finanziaria e in particolar modo alla luce delle incertezze che minacciano il loro lavoro.

E’ probabile quindi che in futuro le famiglie americane ridurranno il loro debito indipendentemente dalla follia degli stimoli monetari della Federal Reserve che non dimentichiamolo sta mettendo in atto anche programmi speciali ( TARP ) per stimolare il ricorso al debito.

Se realizzato attraverso un maggior risparmio, il processo di deleveraging, potrebbe tradursi in un notevole e prolungato rallentamento della spesa dei consumatori rispetto al periodo pre recessione accompagnato da notevoli costi sostenuti in relazione a spese legali e minori futuri punteggi di credito ( minore affidabilità e solvibilità ).

Inoltre questa formula potrebbe spostare il problema del deleveraging in atto, sul sistema bancario che detiene tali prestiti iscritti come attività in bilancio. In entrambi i casi il processo di deleveraging non sarà affatto indolore!

Concludendo questa è una DEBT DEFLATION da manuale, con conseguenze e dinamiche che andremo a scoprire nel corso dei prossimi mesi e anni.

 

 

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!  

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Una parte della crescita del debito a lungo termine è probabilmente da attribuire all’innovazione dell’ingegneria del credito e finanziaria con lo sviluppo di prodotti che hanno ampliato l’accesso al credito delle famiglie americane.

112 commenti Commenta
Scritto il 19 Maggio 2009 at 06:26

Ogni volta che leggete o guardate qualcosa, cercate di leggere o guardare solo ciò che c’è e null’altro!

Un’unica considerazione in tutto quanto è stato sottolineato poi come sempre la Verità sarà figlia del Tempo!

E’ dal luglio 2007 che sottolineo come stare fuori da questi mercati è essenziale, per una serie di fattori sin qui elencati e che nel caso di una ripresa Icebergfinanza non accompagnerà alcuna decisione di investimento che non sia etica e consapevole.

Qualche folletto ha avuto la presunzione di affermare che le mie analisi hanno terrorizzato un’umanità disperata che si è riversata a scaricare azioni sui minimi!

Chiunque ha seguito questo viaggio conosce la realtà dei fatti e conosce che non vi è alcuna indicazione di investimento nelle mie analisi ma la condivisione di orizzonti possibili da sostituire con orizzonti alternativi.

Ogni altra considerazione è superflua!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 08:49

Montecristo:

Caro Andrea non voglio che ci siano franitentimenti in quel che dico,lo sai che ho sempre apprezzato il tuo lavoro molto accurato ma penso che negli ultimi periodi sei uscito un pò fuori mercato,come si dice borsisticamente parlando, posso confortarti dicendoti che in questo mercato senza nessun senso logico ,è del tutto normale .In questo momento stanno di nuovo caricando la molla io cerco di assecondarli come si fà con i pazzi,ma sono sicuro che quando la molla si spezzerà lascerà un segno indelebile sull’umanità.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 09:00

Per mantenere l’economia USA su livelli accettabili, se il consumatore americano ritraccia, dovrà essere la mano pubblica ad intervenire. La maggior propensione al risparmio delle famiglie
potrebbe portare all’acquisto di T-Bond, o altri strumenti finanziari che potrebbero essere creati per scopi specifici, che il governo USA potrebbe utilizzare per progetti di sviluppo nel campo dell’energia, in progetti redistributivi di assistenza sanitaria estesa, per investimenti pubblici
nei settori dove da più tempo ne i singoli stati ne il governo federale investe ovvero infrastrutture di servizio ( ogni tanto negli usa crolla un ponte, anche in Italia, se non ci scappa il morto non fa quasi notizia…)

Qui si misura la statura morale di un governo che deve governare una situazione come questa. Se i soldi verranno spesi con critrio, le prossime generazioni si troveranno si gravate da un maggior debito pubblico ma avranno il dividendo pagato
dagli investimenti fatti. Se i soldi verranno spesi “all’Italaina! avranno il debito… e basta.

ad maiora
Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 10:27

Signor Mazzalai,
purtroppo per un errore editoriale, invece che la figura 3 ha postato la figura 4 (poi raddoppiata).
Lo segnalo, perchè trovo che proprio la figura 3 riassume nel modo più diretto il discorso, rendendolo comprensibile anche ai meno tecnici, come sono io stesso.
Buona giornata a Lei ed i lettori tutti.
Mimmo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 10:59

Come sempre puntuali, completi e convincenti i post di Andrea. Credo che il decoupling tra l’ economia USA e le economie regionali (specie Asiatica) sia ormai inevitabile.

Gli americani devono consumare di meno, e pare si stiano abituando all’idea; non mi pare proprio il caso di stracciarsi le vesti perché questo avviene.

Andrea ha avuto il grande merito di farci ritornare a parlare di economia e dei suoi fondamentali,
se poi qualcuno preso dal panico ha venduto in perdita quel qualcuno probabailmente non avrebbe dovuto comprare……..

Guido

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 11:02

UNA BUONA GIORNATA A TUTTI. ALLE 11 DOVEVANO USCIRE DEI DATI IMPORTANTI, ALLE 12 NON NE VEDO TRACCIA?

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 11:13

aaa

Comunque io non ci credo che Andrea non investe in borsa

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 11:16

Montecristo:

per questo mercato è molto appropriata la canzone di O.Berti

Finchè la barca và lasciala andare,

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 11:19

Non voglio essere noioso ma il grafico presente a questo indirizzo una considerata la merita.

http://feeds.blogosfere.it/~r/blogosfere-39/~3/LgST-wW5EOg/zitto-zitto.html

A mio parere ci saremo di nuovo dentro a Settembre-Ottobre.

Massimiliano

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 12:12

Gentile Signor Mazzalai mi permette di aggiungere alla Sua analisi un’unica considerazione.
Lei parla di ripagare il debito, una sorta di soluzione Giapponese applicata all’economia USA, ma non crede che i due paesi sono fondamentalmente diversi l’uno dall’altro. Perdipiù la situazione attuale è molto più compromessa di quella Giapponese degli anni 90.
Anche se poi gli USA riuscissero a intraprendere la strada del “lungo sonno” e a rimanerci per un ventennio, non crede che ciò sarà più che sufficiente per portare a un totale declino della super potenza USA.
Poi mi chiedo come si convincerà gli americani a pagare più tasse per onorare il debito pubblico nel frattempo contratto.

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 12:34

Montecristo:

vedo che quando i mercati finaziari virano verso il basso,questo bloog si anima di commenti e considerazioni varie invece , quando come ora ,la situazione protrae verse l’ottimismo,tutti si dileguano,compreso il Capitano.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 12:50

quando avranno convinto anche il compasso che la crisi è finita allora si scende…….
quanto manca compasso ????

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 12:51

http://www.newyorkfed.org/research/directors_charts/us_oil.pdf

continuo a non essere convinto

continuate a ragionare come se ci fosse stata una distruzione di ricchezza, secondo me ci sono stati solo spostamenti.

e’ il disequilibrio che ne consegue che genera disruption.

Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 13:31

Montecristo:

Caro Compasso , il tuo scetticismo sul destino dei mercati è del tutto giustificato ,evidentemente tu fondi le tue supposizioni sulle normali leggi dell’economia che ci hanno accompagnato fino al 2000,mentre ora secondo una mia personale sensazione, nulla è più come prima,il istema economico è completamente manipolato .

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 13:40

Montecristo.

Da domenica 17/05 avevo espresso il mio cambiamento di rotta sui mercati,addirittura erano riusciti seppur per soli due giorni ad ingannare anche me,pronunciandomi a favore di una rislaita dei mercati.
In virtù di ulteriori analisi di mercato sento la necessità di ritornare ad un atteggiamento negativo sui mercati, e dunque RIBASSITA.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 13:40

Proprio pervicace, questo atteggiamento di non vedere più in la di tre mesi.

QUi si parla di anni a venire, di economia reale, di energia, non di effimeri movimenti di borsa.

Io temo che gli USA, di fronte allo scenario di dissoluzione stile URSS, reagiranno con la guerra di conquista. Dopotutto lo hanno già fatto, con Afghanistan e Iraq. Petrolio e controllo (uno sinonimo dell’altro) geopolitico, cercando di combattere il cancro interno, e invece accelerandolo.

Purtroppo la macchia bellica di una superpotenza richeda un tale volume di energia per funzionare, che tutti i ritorni diventano negativi.

Gli USA stanno correndo il rischio di un collasso catabolico, e tutti noi con loro.

Ma non preoccupatevi: fra tre mesi con tutta probabilità non accadrà nulla di questo.

Peccato che ad un certo punto ci si troverà faccia a faccia con questo problema, e non si riuscirà a capire come diavolo ci si sia arrivati.

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 13:56

USA: NUOVI CANTIERI EDILI IN CALO -12.8% AD APRILE
di WSI
Il dato si attesta a 458 mila unita’, dopo essere arretrato di oltre il 10% nel mese precedente. In ribasso, ai minimi assoluti, le licenze di costruzione (indicatore di attivita’ futura) a 494 mila

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 14:01

Ho dato una occhiata ai grafici petroliferi del post #13.

Da qesti, se sono attendibili, si evince che il volume di idrocarburi importato dagli USA sarebbe pressoche costante da inizio 2004 a marzo 2009, attorno agli 11 milioni di barili al giorno di media.

Ovvero, sarebbe a dire che, dato che la produzione interna di petrolio USA è in calo costante dal 1970 ad oggi, o c’è stato uno shortage effettivo di materia prima (da qui l’impennata dei prezzi), o che la crescita economica USA fino al 2007 fosse puramente finanziaria.
Normalmente, ad una crescita del pil corrisponde anche una crescita del fabbisogno energetico pari ad una frazione della percentuale di crescita.
Ciò puo’ non avvenire se nel frattempo vengono messe in atto delle ristrutturazioni della base produttiva sia in termine di variazione di peso dei settori (meno attività energivore come quelle del secondario e più attività meno energivore del terziario, vedi delocalizzazione), oppure l’introduzione di pratiche produttive più efficienti.

Il secondo caso , specie per gli USA, non mi pare sia applicabile, molto di più il primo, secondo me.
Va detto pero’ che , dato che i consumi USA hanno continuato a crescere, qualcuno doveva pur consumare energia per fabbricare i beni che servivano, e per di più doveva anche trasportarli da lontano.

In definitiva, guardare alle importazioni USA di petrolio può essere fuorviante, specie se non si tengono d’occhio anche gli stock, e specie se non si tiene d’occhio il consumo globale.

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 14:15

Montecristo:

Per Phitio

Guarda che su questo bloog ci sono già tante persone che fanno analisi accurate di lungo periodo e anche io in passato ne ho fatte,mentre adesso voglio dedicarmi a fare anche un pò di analisi di breve-medio periodo almeno così penso che si animerà di più questo bloog che sinceramente sembra diventato asfittico e ripetititvo ultimamente.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 14:26

Montecristo:

Ora ricominciano di nuovo con la frebbre suina,questi sono proprio dei pazzi.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 14:47

n un recente post su zerohedge viene linkato un filmato tratto da Fox Business News nel quale si sente Dan Shaffer, capo della Shaffer Asset Management pronunciare la seguente frase e rivelatrice frase:

“Qualcosa di strano è successo durante le ultime 7 o 8 settimane. Doreen, probabilmente sarai d’accordo su questo — vi è stato un potere al di sotto del mercato che ha continuato a sostenerlo operando sui futures. Osservo i futures ogni giorno e ogni istante, e un tremendo quantitativo di volume è giunto in diversi momenti durante le ultime settimane, quando il mercato era sul punto di spezzarsi riportandolo di nuovo in alto. Di solito verso la fine della giornata – è successo una settimana fa di Venerdì, a 7 minuti alle 4, quasi 100000 contrati su S&P futures sono stati scambiati, e poi negli ultimi 5 minuti, prima delle 4, altri 100000 contratti sono stati scambiati, sostenendo il DOW e portandolo da una perdita di 18 punti a salire di 44 o 50 punti in 7 minuti. Sono necessari dai 10 ai 20 miliardi di dollari per essere in grado di spostare il mercato in questa maniera. Chi ha la quantità di denaro necessaria a muovere questo mercato?

Inoltre, il mercato è risalito durante il periodo di incertezza degli stress test facendo aumentare il valore delle azioni del settore bancario, e le banche hanno emesso nuove azioni – hanno recuperato capitale durante questo rally. E’ stata una manovra da manuale di controllo dei mercati – ora che le azioni sono state emesse…”

Massimiliano

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:23

certo che montecristo cambia idea ogni 3 minuti……
se fai trading prendi di quelle sberle…….. e sai che il tuo mobo di scrivere mi ricorda SD

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:29

Ottimo post Massimiliano, la stessa cosa la si osserva guardando le valute, vi sono delle mani potenti che tengono su sia Sterlina che Dollaro.
Una cosa simile è possibile solo se quattro-cinque direttori generali di banche tipo FED, BCE, BoJ, BoC e BoE abbiano dato lo stesso “consiglio”.
Da quello che si osserva questi stanno intervenendo all’unisodo da almeno un sei mesi.
Qualche grosso analista si è spinto a dire che è la BCE quella che sta facendo la maggior azione sui mercati, del resto questa può arrivare direttamente più a fondo grazie all’azione quasi diretta delle varie banche nazionali europeee.
Qui stiamo parlando di un livello di intervento da “Macine degli Dei” e dal ristrettissimo gruppetto di accoliti che non perdono mai!
Io credo semplicemente che mai come adesso vi sia una convergenza di interessi (dei banchieri) e che quindi questi stiano facendo di tutto per salvarsi. Credo che sfruttando la loro difesissima indipendenza, stiano anche operando contro gli stessi interessi nazionali.
L’andamento azionario di queste ultime settimane è del tutto ingiustificato, qui sono stati i grandi a operare, non di certo i traderini.

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:41

Compasso, scusa, ma in tono meno professorale avevo già scritto la stessa cosa quattro settimane addietro.

Cerchiamo di non scoprire tutti i giorni l’acqua calda.

un saluto
Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:48

Lo so, che sono antipatico scusatemi mi ci metto anch’io……ma non posso non aggiungere che l’andamento del mercato sarà anche stato ingiustificato ma non imprevisto.
11 marzo tra l’altro postavo:
Si aggiunga che le banche una volta ricevuti i soldi, prima di occuparsi (come a parole dicono che faranno) di finanziare imprese e privati, preoccupate dello stress test organizzato dall’Amministrazione Obama, probabilmente utilizzeranno buona parte di quei soldi per fare salire i corsi azionari.
Infatti i test non si baseranno sul tier 1, ovvero il coefficiente patrimoniale di base calcolato sugli attivi ponderati per il rischio, ma sul cosiddetto Tce ratio (Tangible common equity), ossia un rapporto che tiene in considerazione le sole attività materiali e include nel computo del patrimonio le sole azioni ordinarie. In sostanza il Tce indica quanto gli azionisti ordinari otterrebbero in ipotesi di scioglimento della società e se i titoli ibridi non si calcolano le azioni invece si.

Mas

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:53

Scusate il tono del post precedente, non è che mi interessi dimostrare di aver detto qualcosa prima di qualcun’altro, non è una gara, almeno non per me.

mi interssa stimolare, in generale a portare sulla nave cose nuove, a rimasticare le solite cose poi vengono a noia.

ad maiora
Il cuculo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:54

Montecristo:

Per 22
Riassunto previsioni passate.
Ti descrivo la mia previsione negli ultimi due anni.
Previsione con largo anticipo della crisi che c’è stata,precisione nel beccare il minimo di marzo per poi risalire fino ai 18500 di spmib,da quel momento sono stato fuori mercato fino ai 20700 punti di spmib,rimanendo sconcertato da quell’ulteriore gamba di rialzo di 2000 punti poi rientrata con il ribasso previsto di giovedì 15/5,domenica 17/5 come puoi leggere dai miei post esoratvo anche Andrea a rivedere il suo atteggiamento negativo inquanto notavo la situazione in netto cambiamento,lunedì 18/05 i mercati hanno messo a segno un poderoso rialzo che mi ha spinto nell’affremare che il ribasso fosse finito ma oggi osservando i vari dati macro e facendo altre considerazioni più approfondite ho cambiato idea per pormi di nuovo al ribasso.Dunque ti dico che se avessi seguito le mie indicazioni potevi solo guadgnare e non perdere.
Poi come ho specificato mi sto dilettando a fare un pò di previsioni di breve periodo inquanto questo bloog pullula di persone che spiegano in modo egregio quale sia la vera situazione economica.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:56

a

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 15:59

montecristo

per 12

penso di essere stato chiaro e preciso.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:04

1

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:08

Qualche folletto ha avuto la presunzione di affermare che le mie analisi hanno terrorizzato un’umanità disperata che si è riversata a scaricare azioni sui minimi!

i commenti nel blog sono per lo più sulla borsa.. sù/giù.
c’è qualcosa che non funziona, mi sembra che ci sia uno snaturamento dei fini primi del blog del sig. Mazzalai. trovo che questo errore di interpretazione sia da attribuire al fatto che o il lettore è troppo esperto o troppo poco e quindi le finalità siano inconciliabili. gli esperti dovrebbero stare su un blog di A/T e gli altri stare fermi coi soldi in tasca (eventualmente rimasti).
Siamo richiamati a virtù e conoscenza, anche umana oltre che economica, e non ascoltiamo.
Entrambe servono per progredire non solo nel proprio portafogli ma anche per costituire da esempio.
riusciremo a rinsavire senza passare attraverso esperienze drammatiche?

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:14

montecristo:

Per 12

Per dire la verità non è che m’iteressa più di tanto manifestare le mie previsioni su questo bloog e visto che vengono pure travisate da certe persone da questo momento tolgo il disturbo.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:16

Cuculo#26

Sono d’accordo.

Mas

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:24

Per correttezza riporto il link da dove ho reperito il commento:

http://duecents.blogspot.com/2009/05/vaporware.html

Massimiliano

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 16:34

200 MILIARDI DI PERDITE PER LA BANCHE DI PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI
di WSI – APCOM
E’ l’allarme lanciato dal Wall Street Journal. Qualora le condizioni economiche dovessero peggiorare, i prestiti concessi a soggetti insolventi nel settore immobiliare commerciale potrebbero costare caro a oltre 900 banche americane

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 17:01

Ok ragassuoli…provo a riproporre la domanda che avevo gia’ fatto nel post precedente, questa volta riallacciandomi all’ultimo reply del Compasso:

sto benedetto UK e Sterlina annessa…per quanto possono essere tenuti artificialmente in piedi?
E a occhio, secondo voi, quali saranno le conseguenze interne a quel paese una volta che gli argini del fiume saranno lasciati al loro destino?
Mi riferisco unicamente al Regno Unito, curiosita’ personale….

Grazie

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 17:26

si parla molto di Borsa. forse Troppo.
Mancano diversi spunti “ALTI”.
dove sono i post lunghissimi lunghissimi di ccp12100?
e di tanti altri che portavano un pò di sana Filosofia o dii sano senso critico/pratio come Delfino?

Paolo Bologna

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 17:27

Anonimo #22, ti posso garantire che io -SD- non sono la stessa persona che usa lo pseudonimo -Montecristo- e comunque ti ringrazio per avervi “confuso” con Montecristo (che leggo sempre volentieri).
Infine riguardo al cambiare idea!!! certamente molte volte capita che nuove “informazioni” e nuovi “ragionamenti” mi facciano cambiare idea; e ben venga se le nuove idee danno la possibilità di un risultato migliore!!!

SD

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 18:03

La benevolenza di Andrea, si manifesta in molti modi non ultimo lasciare che ciascuno (nel rispetto reciproco) possa esprimersi come meglio crede.
Vorrei tanto che tutti quelli , che spesso giustamente richiamano i frequentatori del blog all’etica , o coloro che affermano che si parla troppo di andamento dei mercati, escano se non dall’anonimato almeno dall’oblio, postando a loro volta.
E’ così che nascono le discussioni, certo se a postare sono sempre i soliti, anche i temi trattati saranno più o meno gli stessi.
La critica, sempre legittima per carità, lascerebbe spazio alla fase propositiva e tutto il blog ne guadagnerebbe.

Mas

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 18:12

avrei 1 domanda ai guru e soprattutto a compasso….
che ne pensate della solvibilità e solidità del conto arancio ing .dir. ??

Scritto il 19 Maggio 2009 at 18:16

Ciao Andrea, volevo chiederti questa cosa:
visto che tu hai con certeza una visone deflazionistica per il futuro piu’ prossimo, diciamo da qui a vent’ anni, cosa ti sentiresti di coinsigliare ad una persona che e’ in procinto di accendere un mutuo per un acquisto di prima casa??
Un tasso variabile?? Visto che a causa della deflazione, i tassi potrebbero rimanere bassi a lungo tempo. . . .
Oppure consiglieresti un Tasso Fisso, visto che prima o poi toveranno una maniera di fare ripartire l’ inflazione??
Ciao Bel, un saluto dalla Romagna!!!

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 18:47

Montecristo:

Grazie , SD per la consedirezione e comunque per l’anonimo 22:Oscar Wilde dice: solo gli stupidi non cambiano mai idea

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 18:56

x Mas 39
vero! nn mi sono presentato… (commento 31) Marco, piacere.
non so dove andrà la borsa… a me piace il supporto storico del 1994/5 a 480 punti.. ma fra il piacere e l’arrivare ne passano di discese. diciamo una specie di ritorno alle origini..
trovo però che ci distraiamo troppo dai fatti di tutti i giorni, negativi per il paese e negativi per noi.
Un po’ come se tutta sta “buriana” ci giovi solo perchè porta “volatilità”.
In realtà all’uomo medio/cassettista serve uno sviluppo lento e che segua le stagioni con moderazione.
Certo così è emozionante ma, per la vita di ciascuno, un paese (e siamo male accompagnati dal resto del mondo) in cui la borsa e l’economia sono frenetiche come il didietro delle veline quando ballano è sano e percorribile??
siamo tutti golosi ma poi rimaniamo a pancia vuota, o no?!
Ti chiedo: ma nel nostro Paese non possiamo provare a cambiare un po’? perchè sta storia di Mills non ha riscontro x nessuno? perchè siamo nell’oblio e persi nel nostro destino e cerchiamo, anche io, di arraffare qualcosa dalla borsa.
trovo che proseguendo su sta strada andremo, si andremo ma non sereni.
ciao
Marco

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 19:57

Buonasera a tutti.

Anche se ha ricevuto qualche critica, il Capitano Andrea parla ancora di Deflazione!!! se così fosse; chiedo agli esperti, che sia conveniente acquistare “materie prime” per proteggere qualche risparmio???

Voglio postare un link, che ho letto questa sera http://duecents.blogspot.com/ che parla dell’attuale rialzo delle borse, ed anche altre cose…..cosa ne pensate???

Non per essere “catastrofista”….visto che intanto i mercati vanno bene, in TV è tutto ok, a parte i problemi personali di Berlusconi….poverino hehehe c’è l’hanno tutti con lui.

SD

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 19:59

Ripropongo la domanda di ieri ad Andrea il BILDERBERG e la loro recente riunione. Che cosa mi sai dire di loro, ed in che modo possono effettivamente influenzare l’andamento mondiale.

Un semplice mozzo.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 20:48

inflazione o deflazione – l’eterno dilemma.

May 19 (Bloomberg) — What the U.S. economy may need is a dose of good old-fashioned inflation.

So say economists including Gregory Mankiw, former White House adviser, and Kenneth Rogoff, who was chief economist at the International Monetary Fund. They argue that a looser rein on inflation would make it easier for debt-strapped consumers and governments to meet their obligations. It might also help the economy by encouraging Americans to spend now rather than later when prices go up.

“I’m advocating 6 percent inflation for at least a couple of years,” says Rogoff, 56, who’s now a professor at Harvard University. “It would ameliorate the debt bomb and help us work through the deleveraging process.”

Such a strategy would be risky. An outlook for higher prices could spook foreign investors and send the dollar careening lower. The challenge would be to prevent inflation from returning to the above-10-percent levels that prevailed in the 1970s and took almost a decade and a recession to cure.

“Anybody who has been a central banker wouldn’t want to see inflation expectations become unhinged,” says Marvin Goodfriend, a former official at the Federal Reserve Bank of Richmond. “The Fed would have to create a recession to get its credibility back,” adds Goodfriend, now a professor at Carnegie Mellon University’s Tepper School of Business in Pittsburgh.

Preventing Deflation

For the moment, the Fed’s focus is on preventing deflation — a potentially debilitating drop in prices and wages that makes debts harder to repay and encourages the postponement of purchases. The Labor Department reported May 15 that consumer prices were unchanged in April from the previous month and were down 0.7 percent from a year earlier.

“We are currently being very aggressive because we are trying to avoid” deflation, Fed Chairman Ben S. Bernanke told an Atlanta Fed conference on May 11.

The central bank has cut short-term interest rates effectively to zero and engaged in what Bernanke calls “credit easing” to spur lending to consumers, small businesses and homebuyers.

Bernanke, 55, said the risk of deflation was receding and that the Fed was ready to reverse course when needed to maintain stable prices and prevent an outbreak of undesired inflation. The Fed has implicitly defined price stability as annual inflation of 1.5 percent to 2 percent, as measured by a price index based on personal consumption expenditures.

Lifting Prices, Wages

Even after all the Fed has done to stimulate the economy, some economists argue that it needs to do more and deliberately aim for much faster inflation that would also lift wages.

With unemployment at a 25-year high of 8.9 percent, workers are being squeezed. Wages and salaries rose 0.3 percent in the first quarter, the least on record, according to the Labor Department, as companies including Memphis, Tennessee-based based package-delivery company FedEx Corp. and newspaper publisher Gannett Co. of McLean, Virginia slashed pay.

Given the Fed’s inability to cut rates further, Mankiw says the central bank should pledge to produce “significant” inflation. That would put the real, inflation-adjusted interest rate — the cost of borrowing minus the rate of inflation — deep into negative territory, even though the nominal rate would still be zero.

If Americans were convinced of the Fed’s commitment, they’d buy and borrow more now, he says.

Mankiw, currently a Harvard professor, declines to put a number on what inflation rate the Fed should shoot for, saying that the central bank has computer models that would be useful for determining that.

Gold Standard

In advocating that the Fed commit itself to generating some inflation, Mankiw, 51, likens such a step to the U.S. decision to abandon the gold standard in 1933, which freed policy makers to fight the Depression.

Faster inflation might be preferable to increased unemployment, or to further budget stimulus packages that push up the national debt, says Mankiw, who was chairman of the Council of Economic Advisors under President George W. Bush.

The White House has forecast that the budget deficit will hit $1.84 trillion this fiscal year, or 12.9 percent of gross domestic product. Rogoff doubts that politicians will be willing to reduce that shortfall by raising taxes as much as needed. Instead, he sees them pressing the Fed to accept faster inflation as a way of easing the burden of reducing the deficit.

Easier Debt Repayment

Inflationary increases in wages — and the higher income taxes they generate — would make it easier to pay off debt at all levels.

“There’s trillions of dollars of debt, in mortgage debt, consumer debt, government debt,” says Rogoff, who was chief economist at the Washington-based IMF from 2001 to 2003. “It’s a question of how do you achieve the deleveraging. Do you go through a long period of slow growth, high savings and many legal problems or do you accept higher inflation?”

Laurence Ball, a professor at Johns Hopkins University in Baltimore, says it’s risky to try to engineer a temporary surge in inflation because it might spark a spiral of rising prices.

Even so, he sees good reasons for the Fed to lift its implicit, medium-term inflation target to 3 percent to 4 percent from 1.5 percent to 2 percent now.

To battle recession, the Fed had to cut interest rates to 1 percent in 2003 and zero in the current period. That implies its inflation target has been too low because it’s left the Fed running up against the zero bound on nominal interest rates.

Inflation Advantage

“The basic advantage of pushing inflation a little higher is that it would make it less likely that we run into the problem of the interest rate hitting zero and the Fed not being able to stimulate the economy if necessary,” Ball says.

John Makin, a principal at hedge fund Caxton Associates in New York, wants the Fed to go further and target the level of prices instead of simply a rate of inflation. Such a policy would mean that if inflation fell short of 2 percent over a period of time, the Fed would have to push inflation above that rate subsequently to make up for the shortfall and keep prices rising on the desired trajectory.

While that might sound radical, it’s the same sort of policy that Bernanke advocated Japan follow in 2003 to fight deflation. In a speech in Tokyo that year, then-Fed Governor Bernanke called on the Bank of Japan to adopt “a publicly announced, gradually rising price-level target.”

‘Bad for Creditors’

Some investors are already worried that Bernanke will go too far. “We’re on the path of longer-term, higher inflation,” says Axel Merk, president of Merk Investments LLC in Palo Alto, California. “It’s good for debtors but it’s bad for creditors. It’s dangerous and irresponsible.”

Billionaire investor Warren Buffett, chairman of Berkshire Hathaway Inc. in Omaha, Nebraska, suggested that faster inflation was all but inevitable.

“A country that continuously expands its debt as a percentage of GDP and raises much of the money abroad to finance that, it’s going to inflate its way out of the burden of that debt,” he told the CNBC financial news television channel on May 4, adding, “That becomes a tax on everybody that has fixed- dollar investments.”

inflazione, il ritorno?

Il mio pensiero, agosto 2008, è sin da subito volato verso una spirale inflazionistica come unico rimedio contro il debito nato dall’ingordigia umana. Ora, non so. Certo la moneta è esplosa ma il moltiplicatore bancario è crollato: l’effetto fin
ale è una crescita della massa monetaria piuttosto contenuta. Quindi…. tensioni deflazionistiche? La domana finale langue e languerà ancora: le imprese lavorerabbo sotto il prorpio potenziale e via discorrendo: forze disinflazionistiche deflazionisitche lavorano bene.
Penso che quando si leggono questi articoli ci sia l’intenzione di modificare le aspettative, non tanto la realtà.
Cosa ne pensate?
A presto,
Paolo

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 20:52

Volevo segnalare un altro link, tanto per farsi quattro risate di un comico…credo che lo conoscete:

http://www.youtube.com/watch?v=jx_FTa3DfWU

La Tempesta Perfetta che spesso Andrea ricorda, è stata copiata???

Per il resto, no comment

SD

Scritto il 19 Maggio 2009 at 21:24

Grazie Mimmo ho prevveduto.

Compasso io sto solo affrontando le dinamiche dalla loro origine ma per quanto riguarda le conseguenze nello specifico nessuno è in grado di daterminarle con precisione-

Non c’è alcun dubbio che si tratta di due popoli per certi versi agli antipodi nella cultura e nelle usanze e che il Giappone ebbe il sostegno delle esportazioni, quindi da oggi in poi la storia deve essere riscritta.

Cuculo, non si tratta solo di spostamento di ricchezza anche di credito creato tramite i meccanismi della riserva frazionata e con la copertura di AIG che non torna alla base per l’alto numero di default personali, distruzione di credito che viene compensata con i soldi del contribuente americano.

E’ poi evidente che la pallina gira ed è sempre la stessa.

Per quanto riguarda la deflazione sottolineo per l’ennesima volta che oggi ci troviamo in deflazione e che anche secondo l’analisi di oggi ci resteremo per un po di tempo, ma se parliamo di trent’anni allora è come andare in bicicletta, guardare all’orizzonte e non vedere le buche che sono davanti a noi.

Credo che sia interessante il discorso di Mas ovvero il fatto che in questo blog vengano affrontati diversi livelli di comunicazione che ormai da due anni auspico sempre più dal profondo dell’essenza dell’uomo con risultati alterni e devo dire incoraggianti.

E’ come nella piazza del porto in un angolo può esserci chi parla di economia, chi di filosofia, di della vita reale, chi di trading, amo considerare questa piazza una piazza libera, nel rispetto dell’altro.

Per quanto riguarda il BILDERBERG ho già sottolineato che non mi interesso di esoterismo e non commento ciò che non conosco anche se so di cosa si sta parlando!

Potrei elencarvi una serie di motivazioni pro e contro queste realtà, come potrei motivarvi mille considerazioni a favore e contro la presenza delle banche centrali e l’utilità o meno di stampare denaro in mano a questo o quell’organismo.

Ma se permettete non sono ancora in grado di formare un pensiero libero da condizionamenti e quindi non mi permetto di condizionare a mia volta nessuno, per una forma di rispetto verso coloro che leggono.

Un’ultima considerazione sui dati odierni.

Se vi sono meno richieste di licenze di costruzione e di avvio di nuovi cantieri non necessariamente è una cattiva notizia in quanto c’è bisogno di costruire di meno per iniziare a smaltire le scorte.

D’altro canto se si incomincia a distruggere le abitazioni in quanto invendute e si registra un aumento della fiducia dei costruttori il tutto stona con il dato di oggi!

Buona notte Andrea

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 21:48

KONDRATIEFF
era un economista russo degli anni 20, che aveva previsto la grande depressione e che ha teorizzato il ciclo che porta il suo nome.
Ha un andamento a K con due creste, sulla seconda cresta ci si arriva non per meriti dovuti alla produzione di ricchezza, ma per una bolla speculativa che genera una fase consumistica a debito (come nel 29, ma anche come …oggi), l’ultima parte del ciclo è facile da capire: 3 anni di collasso (come nel 29) e poi altri …10-15 per depurarsi dagli eccessi.
Come potranno riconoscere anche i più “indisciplinati” di questo blog, non c’è nessuna fretta di entrare in borsa, date retta ad Andrea.
Buona notte.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 21:51

Questa sera voglio postare un ulteriore link:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5906

Quasi, quasi mi faccio un bel mutuo “prima casa” tanto…l’economia và a gonfie vele….hihihihi….spero, di essere stato divertente.

Buona-notte a tutti

SD

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 21:59

Sul Bilderberg Group: si tratta di riunioni periodiche dei proprietari delle maggiori banche e multinazionali mondiali. I partecipanti sono pubblici, le sessioni no. Non trattano di esoterismo, ma di affari. E cercano di progettare strategie che gli facciano comodo, ma non è detto che tutte le loro ciambelle riescano col buco.
Riunioni, date, elenchi dei partecipanti si trovano in rete.

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 23:12

Ma no, ma no, invece c’è molta fretta di entrare in borsa.
La borsa è li che attende, lei non cambia e mai cambierà.
Venghino siori e siore….
La bora Vi aspetta!!
+zero

utente anonimo
Scritto il 19 Maggio 2009 at 23:13

Errata corrige: La borsa Vi aspetta.

+zero

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 02:28

FACCIAMO IL PUNTO

Il fatto che si sia creata una massa monetaria così esagerata, senza che si siano avuti veri scossoni, mi lascia interdetto, o il peggio deve ancora arrivare o molte teorie economiche dovranno essere riviste.
Ma forse sono vere entrambe le osservazioni.
Il Giappone sta a livelli stratosferici di debito pubblico (più del 200% del PIL), gli USA e L’Inglilterra hanno forse raddoppiato il loro debito pubblico.
Per ora sono finite a tappeto, le repubbliche Baltiche, L’Irlanda e L’Islanda.
Sicuramente i paesi prima enunciati finiranno con un PIL del -10% rispetto al non già brillante 2008.
Ma le vittime illustri potrebbero essere Germania, Italia, Spagna e Francia con cali che vanno da un -5% a un – 10%.
Vi posso dire che la produzione industriale a maggio è fortemente negativa, il calo è paragonabile a quello di Aprile.
Quindi siamo arrivati a giugno e luglio, che per via deli impegni fiscali non incentiveranno l’accumulo di scorte!
Se qualcuno vi parla di robetta tipo consensus, previsioni, indici ecc. sappiate semplicemente che in base agli ordini in portafoglio la situazione è negativa, a meno di sorprese all’ultima decade di maggio.
L’unico indice che sembra in rialzo è il Baltic Index, ma quest’indice è diventato così volatile che non so quanto sia capace di rappresentare la realtà.
A Singapore ci sono 750 navi conteiner ancorate in attesa di un ingaggio, in Grecia la situazione delle navi ferme in porto sta creando una situazione da collasso del settore.
Ma continuo a vedere dei veggenti che prevedono la ripresa già fra qualche mese!!
Lasciate che vi dica che è tecnicamente impossibile che vi sia una ripresa delle attività economiche prima di un anno e mezzo, in europa continentale e prima di 10 anni in USA e Inglilterra .
Le ultime tre crisi che abbiamo avuto erano molto più piccole e hanno avuto periodi di riprese di non meno di tre anni!

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 06:08

Per compasso: ottime osservazioni!
Effettivamente abbiamo portato il cavallo alla fonte, non ha bevuto e gli abbiamo fatto una flebo… il cavallo è però… messo molto male ancora!
La crisi è ancora lunga prima di smaltire i suoi effetti!
Se, come ne post inviato ieri sera si parlava di una sorpresa inflazionistica operata dalle Banche Centrali per ridurre il debt burden, allora ci troveremo di fronte ad una nuova sfida che può riecheggiare non tanto come una sfida economica ma e soprattutto democratica!!
Oggi vi è disoccupazione a due cifre e chi lavora a fatica mette via dei risparmi tali da fronteggiare una spirale inflazionistica. Se dovesse materializzarsi ci troveremmo tutti quanti senza più un soldo e come vanno avanti i consumi? Ci penseranno gli imprenditori i liberi professionisti a mandare avanti la carretta? E come considereremo i nostri politici (già bad and ugly…)?
Abbiamo avuto un primo campanello con l’adozione dell’Euro ( pure gli sloveni e slovacchi ridono del nostro change over).
E se fosse deflazione… come pure ritengo sempre più probabile? Beh, la situazione sarebbe meglio del peggio ma peggio di una sufficienza condizione dignitosa moralmente e civilmente!
Giusto Andrea!!! Grazie mille!
A presto e buona mattinata a tutti!!!
Mi aspettano diverse ore di lezione..
Paolo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 07:31

Per Paolo #58, io da imprenditore avverto in anticipo che non ho nessuna intenzione di “tirare la carretta” (mi faccio gli affari miei….se riesco), ma comunque in Italia ci sono milioni di imprenditori e qualcuno forse la manderà avanti!!!!! forse…..

Sarà meglio che l’Italia la smetta di spendere….e spandere e cominci a “mandare in galera” qualcuno. Questo appello è rivolto alla GdF, Esercito, Ministero dell’Interno, SS ecc ecc, diciamo allo STATO ITALIANO e non ai POLITICI.

SD

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 08:27

Ciao Marco #43
Mi chiedi: “Ma nel nostro Paese non possiamo provare a cambiare un po’? perchè sta storia di Mills non ha riscontro x nessuno? perchè siamo nell’oblio e persi nel nostro destino e cerchiamo, anche io, di arraffare qualcosa dalla borsa.
trovo che proseguendo su sta strada andremo, si andremo ma non sereni.
ciao
Vedi Marco a mio parere molti stanno provando a cambiare, solo che sono movimenti che puoi scorgere solo frequentando il Web, difficilmente sui media tradizionali trovano spazio.(i motivi sono facilmente intuibili)
Perchè cerchiamo di arraffare qualcosa dalla borsa? Molti lo fanno per legittima difesa, se non hanno un rendimento negli anni almeno pari all’inflazione i risparmi equivale a bruciarli un po’ alla volta.
Piaccia o no nel lungo periodo l’investimento azionario è quello che maggiormente ha protetto il risparmio dall’ inflazione a ciò si aggiunga che troppo spesso l’indice de prezzi al consumo è stato aggiustato con dati non veritieri.
Poi ci sono gli speculatori, le Banche d’affari ed i centri di potere ma questa è un altra storia.

Ciao.

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 09:06

Per chi vuole saperne di più a proposito del Gruppo Bilderberg posto un link
http://www.disinformazione.it/Nuovo%20Ordine%20Mondiale.htm
Personalmente non credo a tutto ma anche se fosse vera solo la metà………….

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 09:27

DERIVATI: VOLUMI PER LA PRIMA VOLTA IN CALO
di WSI
Nella seconda meta’ del 2008 il valore scambiato e’ diminuito del 13,4%. A compromettere i dati e’ stata la crisi finanziaria globale. Minimo record anche per le contrattazioni di Cds, in ribasso del 27%

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 10:36

se tutto andra’ a quel paese allora cosa ci conviene fare?
comprare un pezzo di terra e tornare al medioevo? convertire i risparmi in monete d oro? spendere tutto e sara’ quel che sara’?

esistono reali azioni per proteggersi da una possibile crisi?

cmq quel che mi spaventa di piu’ e’ la gente che lavora in banca…e’ la categoria piu’ ignorante, stupida, ottusa, mai vista…
per loro va tutto bene..tanto trattano i soldi degli altri…e quei poveri colleghi che fan un lavoro decente ne subiscon le conseguenze..comunque non ce n’e’…

non ho trovato una persona che mi abbia detto quello che scriviamo qui…nessuno…

mi fanno schifo…

PORTELLO

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 10:55

CIAO PORTELLO,CONOSCENDO CHI LAVORA IN BANCA SO PER CERTO CHE , COME IN OGNI AMBIENTE NON TUTTE LE PERSONE SONO UGUALI. IN PIU IL LAVORO LORO LO DEVONO FARE E SE LA BANCA GLI DICE CHE QUELLO CHE DEVONO VENDERE E` QUESTO, QUESTO DEVE ESSERE VENDUTO, ALTRIMENTI……… PAOLO

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:01

Portello,
non farti togliere la serenità,
perchè hai tanta paura? alla peggio si muore e comunque si muore una volta sola…

non esagerate con rituali apotropaici.

tirati su !

Il cuculo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:05

Discorsi “alti” ce ne sono spesso su questo blog.
Personalmente non sono minimamente interessato a consigli operativi di nessun genere: que quattro euro che ho nel conto corrente, non li avrei messi in borsa per nessuna ragione al mondo.
Io provengo da un ambiente familiare dalla mentalità “contadina”: i soldi vanno risparmiati, usati con giudizio, evitare a tutti i costi di fare debiti, e soprattutto qualcosa la si fa se si hanno già i soldi da parte.

Sembrerà una mentalità retriva, non moderna, ma è la mentalità ci chi ha i piedi ben saldi a terra, come i contadini, di chi deve fare della prudenza lo stile di vita, come i contadini.
I contadini devono mettere in conto che si può seminare con grande fatice eppure non raccogliere. E che la terra da i frutti solo col duro e costante lavoro.
” la terra non la imbrogli” mi dicono tanto mio nonno che mio padre.
Questa idea della borsa, cioè di avere denaro indietro per il fatto di avere denaro, può anche funzionare, ma è svincolata dal concetto di merito. Quei soldi te li da il merito di un altro (se non imbroglia), non il tuo. Tu azionista sei solo, in ultima analisi, uno scommettitore, non un produttore.

E’ per questo motivo che, sebbene molti miei conoscenti e anche parenti avessero investito in azioni, mi sono re-ci-sa-men-te rifiutato di mettere una sola lira in azioni. Una questione di principio, di filosofia di vita.

Negli anni passati ho visto gente recuperare migliaia di euro dalle azioni, e usarle in maniera futile: vacanze, telefonini, acquisti a rate di seconde auto (magari di grossa cilindrata, usata solo per uscire la domenica o per le vacanze estive).

Oggi vedo le stesse persone arrancare, oppresse delle perdite, con le rate ancora da pagare, e le auto ferme in garage.

Alle fondamenta di questa crisi c’e’, alla fine la Vanità. Quante cose ci illudono, e quanto siamo lesti a perdere il giudizio sul giusto valore delle cose.

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:08

PAOLO ti dico che e molto difficile trovare persone serie..alla fine ognuno pensa a portare a casa la pagnotta come dici tu..per questo credo che le banche e soprattutto chi vi lavora avran vita difficile in futuro

Cuculo grazie per l’ appoggio 😉

cmq secondo me la gente, soprattutto le nuove generazioni, penseranno sempre di piu al presente e poco al futuro, per cui magari i consumi resteranno mentre i conti in banca diminuiranno

i giovani han voglia di viaggiare, divertirsi, uscire…basta che gli date della musica e un po di alcol e son felici…

magari scompariranno i brand, le mode, le localita’ esclusive

ma la voglia di divertirsi no

io credo, personlamente, che la musica avra’ un grand ruolo nel futuro

buona giornata

PORTELLO

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:12

PHITIO non si tratta di discorsi “alti” si tratta che se comunque quei 4 o 4000 soldi che hai in banca han un valore perche’ provengono dal lavoro tuo o di altre persone e non ti va di vederli bruciare cosi per un consiglio di un venditore che pensa alle sue commissioni o di una persona che ti ripete le cose sentite in tv
tutto qui

credo cmq che la vecchia terra e le persone che vi lavoran sian da rispettare moltissimo e le invidio per le conoscenze che hanno

ciao!

PORTELLO

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:22

PORTELLO, I GIOVANI SONO SEMPRE STATI NEL BENE E NEL MALE L`INIZIO DI CAMBIAMENTI. NEI PROSSIMI ANNI , CREDO, SARANNO FONTE DI CAMBIAMENTI IN PEGGIO ,ALMENO DALMIO PUNTO DI VISTA. PER CAPIRCI: RAZZISMO, POCA VOGLIA DI CONFRONTARSI, POCA VOGLIA DI SACRIFICARSI IN QUALSIASI CAMPO. MEGLIO APPARIRE CHE ESSERE. SONO MOLTO PESSIMISTA ,SI. COME SU TUTTO IL RESTO. CIAO
PAOLO

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:27

COMUNQUE AVEVA RAGIONE ANCORA A NDREA QUANDO DICEVA CHE I RIALZI SERVIVANO A FAR RACCOGLIERE CAPITALI ALLE BANCHE. VISTO BOFA CHE HA RACCOLTO 13,5 MILIARDI DI $

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:41

qq

Scrivere in lettera maiuscola è cattiva educazione,è come gridare ad alta voce,perciò abbassa sta voce che ti senti lostesso.

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:52

Beh, il sito disinformazione.it non è molto attendibile, soprattutto tende a presentare notizie senza alcuna documentazione.
Sui Bilderberg (il nome deriva dal primo albergo in cui si sono riuniti), non vedo che stupore ci possa essere, constatato quello che ha fatto la grande finanza e che è sotto gli occhi di tutti.
Ma ripeto, le intenzioni sono una cosa, la realtà è un’altra.

Stella

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 11:58

chiedo scusa e` solo una abitudine che ho. ognuno da` delle interpretazioni che vuole, anche sul tipo di scittura. comunque qq sei il primo che mi fa notare questo.mi spiace se ti ho irritato. comunque anche le osservazioni si possono fare con toni diversi. permettimi una battuta, sai ho lavorato 40 anni in una fabbrica molto rumorosa e nonostante i dispositivi di salvaguardia dell`udito mia moglie dice che sono sul serio un po sordo, ha ha. se ho sbagliato scusatemi. ciao paolo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 12:33

Contrazione record del Pil giapponese nel primo trimestre. La prima lettura sul prodotto interno lordo giapponese del primo trimestre ha infatti mostrato su base trimestrale una contrazione del 4,0% dal precedente 3,2% e a fronte di un consensus per -4,1%. Si tratta della maggiore contrazione mai vista dall’inizio della serie storica.

Il calo annualizzato è stato del 15,2% dal -12,1% del precedente trimestre e a fronte di attese per un calo più marcato a -15,7%

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 12:34

L’ITALIA INVECE
Gli ordinativi a marzo hanno registrato un calo del 26% rispetto a marzo 2008 e del 2,7% rispetto a febbraio 2009. Allo stesso tempo il fatturato dell’industria italiana nello stesso mese è diminuito dello 0,8% rispetto a febbraio e del 22,6% rispetto a marzo 2008. Più forte il calo dell’auto dove il fatturato dell’industria due mesi fa è diminuito del 27,9% rispetto a marzo 2008, mentre gli ordinativi sono calati del 19% 20/05/2009

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 13:03

#74 #75

… e nonostante tutto le borse salgono sempre di più!!!!

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 13:35

#73

Informati.
La legge non ammette ignoranza.:-)
Su internet ci sono regole, che o le sai o non le sai.

In questo caso non le sai. 🙂

+zero

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 13:37

Non manca molto… al botto…

poi ognuno per se (long o short che sia)

+zero

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 14:06

x+0
anche tu potresti mettere gli accenti …ognuno per sè…

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 14:37

A volte mi chiedo perchè non si cerca di essere quanto meno equilibrati, sembra che vige la regola “…vediamo chi la spara più grossa”.
Da un ottimismo di facciata (non vi dico se la facciata del lato A….o quella del lato B) ora si sta passando ad un pessimismo pernicioso.
E’ chiaro la che c’è una spasmodica caccia a dati aggiornati sull’economia, mai come oggi la conoscenza di determinati indici è essenziale per capire dove andare a parare.
Molti si sono resi conto che i vari indici ufficiali, sono poco affidabili e si va alla ricerca di indicatori più “coerenti”.
Siamo a livello si analizzare l’andamento dei consumi di beni essenziali naturalmente tutto lo si misura con le varie curve di elasticità, poi lo si paragone alle serie storiche al benchmark ecc.
Le industrie vogliono sapere come saranno le vendite, i governi si chiedono come saranno le entrate fiscali (dettaglio non da poco) i vari “pescicani” della borsa cercano di anticipare quelli che sono le informazioni ufficiali, in modo da potersi muovere in anticipo sul mercato (……mi raccomando non dite queste cose alla Consob).

Dilungliamoci un pò su questi “pescicani” e voglio spiegarvi come mi immagino parte della “cosa”.

PESCECANE “APPRENDISTA IN SECONDA ”

Ha sempre un amico da qualche parte, che gli anticipa “il tono” dei dati.
Ovviamente si sà che il mercato reaggirà il cosidetto consensus sale (o scende) e tutti a correre ad acquistare (o vendere allo scoperto).
Il “ben informato” contando sull’asimmetria dell’informazione prima comprerà lui, poi diffonderà la voce ad una cerchia di “intimi” facendo salire di primo acchitto le quotazioni e infine quando la notizia diventa “ufficiale” e i buoi che vedono già “montare l’onda” corrono a comprare, a questo punto il “ben informato” vende.

PESCECANE FURBETTO

Naturalmente questo ha l’amico a livello più alto, tipo fra i vari revisori contabili (una cerchia che costituisce una “casta” a se ) sa dell’andamento di una società addirittura mesi prima.
Allora questo prima fa le sue operazioni, poi comincia a far uscire delle mezze notizie ai “PESCECANI IN SECONDA”, che pompano (o deprimono) il titolo, poi escono i dati ufficiali (che sono sempre molto meglio o molto peggio di quello che si è detto) a questo punto scattano i mini relly o i mini ribassi.
A volte ho l’impressione che ci siano dei gruppeti organizzati, che operano sempre sugli stessi titoli facendo le loro belle scorrerie.

PESCECANE “PROFESSIONISTA”

Il pescecane professionista se ne infischia dei dati, lui maneggia direttamente le quotazioni prima facendo massicci acquisti, l’obiettivo e smuovere il titolo facendo aumentare i volumi e possibilmente facendo salire inizialmente il titolo.
Poi tramite una rete di “diffusori” di notizie fa crede quella o questa cosa.
Lui inizzialmente vuole che lo notino, istilla nel mercato una certa idea tipo:
-Un grosso investitore vuole entrare nel capitale
-La società sta per fondersi con tizio
-La società sta per lanciarsi in importanti investimenti
-La società sta vendendo degli asset non strateggici per concentrarsi su un dato business -Oppure la società sta trattando l’acquisto di quell’altra società concorrente ecc. ecc.
A questo punto “il parco buoi”,prima annusa la notizia poi si scatena con gli acquisti.
Ovviamente sapete benissimo come va a finire.
Questi operano con loro società anonime o società amiche estere che poi si appoggiano a intermediari.

PESCECANE “MANI FORTI”

E’ il tipo di manipolatore più efficiente e anche il più difficile da identificare.
Le operazioni vengono fatte con la complicità interna a volte dagli stessi che hanno quote della società (e le controllano).
Si opera alla stessa maniera del “Pescecane professionista” ma con un’efficienza maggiore.
Quando si ha che fare con quest’ultimo caso basta osservare i comunicati ufficiali, sono calibrati in modo da istilalre appositamente questa o quella idea.
Magari ufficialmente c’è un “no comment”. Poi sottobanco si fa passare una certa notizia e si continua così anche per mesi o per settimane.
A volte il gioco si ripete periodicamente, usando un’esca sempre diversa.
“Si munge” letteralmente il mercato attraverso una società controllata (anche molto grossa).
Le cose vengono fatte con molta professionalità gli acquisti vengono fatti anche facendosi prestare i soldi dalle “banche di affari”, che spesso partecipano al banchetto e danno tutto l’appoggio logistico di conti correnti e società compiacenti ben mimetizzate.
La cosa grandiosa è quando si opera su EVENTI VERI tipo una vera acquisizione, una vera fusione, allora le mani forte fanno dei banchetti pantagruelici!
Bisogna pensare a tuto questo come a una sorta di Mafia consortile, con pochissimi che sanno veramente cosa succederà e molti “esecutori ciechi” che sanno che c’è qualcosa che cavalcano l’anda nel mercato di oggi Gordon Gekko farebbe la figura del pivello.

-IL Compasso-i

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 15:06

L’inverno KONDRATIEFF
alla fine del superciclo ultrcinquantennale arriva la depressione con 3 anni di collasso e altri 10 di vacche magre.
Crisi xx secolo:
1- depressione mondiale del 29
2- depressione giapponese del 90
3- crisi del settore
tecnologico del 2000 (nasdaq)
Questa crisi si fermerà al settore finanziario o diventerà un altro 29 colpendo l’intera economia?
Presto lo sapremo.

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 15:08

Non voglio offendere nessuno però è sempre la solita storia: quando le previsioni si avverano è perchè si è stati bravi, quando non si avverano è perchè c’è la Mafia o i pescecani che manipolano i mercati.

La verità è che se non ci fossero stati dei miglioramenti nei fondamentali i mercati non sarebbero saliti!

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 15:18

Braudel…vale la pena di leggerlo.

Visto che e’ una piazza libera, faccio un piccolo commento su Braudel e vi invito a leggerlo se potete.

Cosa dice di fatto Braudel, che contrariamnete a quanto si pensa il capitalismo e’ contro il mercato libero ! Bella questa direte voi !

In realta’ sosteneva che esistono 3 livelli del mercato, uno il piu’ basso quello a cui noi e voi tutti i giorni facciamo ricorso, comprando e spendendo, poi un secondo livello che si basa sul primo che e’ quello della competizione tra imprese, poi un terzo che a sua volta sta sopra dove di fatto si opera il contromercato, ossia le imprese cercano con tutti i mezzi, l’appoggio dei politici per rinforzare la posizione dominante e la rendita monopolistica…il tutto non e’ ovviamente trasparente !

Ebbene non e’ forse per caso che oggi siamo proprio in una situazione analoga…ossia con tutti gli intrecci finanza politica, lobbisti, elargizioni, campagne elettorali pagate…siete proprio certi della trasparenza…i famosi stress test perche’ sono opachi…insomma credo proprio che quello che Braudel abbia ragione !

E la vittima e’una sla la fiducia nel sistema…e come diceva Carosello…la fiducia e’una cosa seria !
Saluti
Massimo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 15:32

diciamo rallentamento del peggioramento, sui mercati solo un cieco non può vedere che ci sono mani forti che autorealizzano il rimbalzo, perchè di questo si tratta.
La ripresa è ancora ben lontana.
joj

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 16:03

per #84
Allora diciamo che le mani forti ( che però sono volti ed Istituzioni ben note) hanno atteso che il peggio divenisse meno peggio.
Diversamente se avessero potuto farlo a comando l’avrebbero fatto prima non trovi?

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 16:11

Se per qualc’uno questo rialzo ha solide fondamenta, compri.
Per me no, anche se sono sempre disponibile a cambiare idea, ma certamente non adesso.
+zero

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 16:22

Adesso no, sono d’accordo.

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 17:03

Mas #60

Piaccia o no nel lungo periodo l’investimento azionario è quello che maggiormente ha protetto il risparmio dall’ inflazione ….

Mi permetta di non concordare, se si parla di ‘protezione del risparmio’ per il risparmiatore qualunque. Senza offesa ma solo con franchezza, ritengo tale convinzione un ‘luogo comune’, alimentato e sostenuto dai ‘ben interessati’ (non mi riferisco a Lei). Mi permetto di contraddirLa solo perchè ritengo che le conseguenze di questa convinzione e della sua divulgazione a cuor leggero sono deleterie sia per la gestione dei risparmi individuali, sia soprattutto per quelli collettivi (penso ai fondi pensione).

1) La borsa italiana nel 1986 era misurata con l’indice Comit. Nel 1994 il Comit fu sostituito dall’indice Mibtel. Tranne che ‘a brevissimo’ i due indice possono essere considerati equivalenti. Il Comit è ancora computato (vedasi Sole24ore, prima pagina, Borsa italiana, indici generali) ed utilizzato per i confronti di lungo periodo. Il Comit segnò un massimo a maggio 1986 di 900 e spiccioli. Poi crollò e per rivedere i 900 si dovette attendere circa luglio 1997. Alla chiusura di venerdì scorso era a 966,40, quindi meno del 10%. Anche considerando i dividendi, per un risparmiatore tranquillo… altro che ‘decennio perduto’, come scrivono i giornali con analogia alla ‘lost decade’ giapponese.
2) Dopo i 900 del 1987 fu raggiunto un minimo di circa 600-650 verso il 1994 (a memoria), tenuto poi per lungo tempo sino a fine 1996. Quindi, dal minimo ad oggi circa il 50% in assoluto, più eventuali dividendi che stimo, a spanne, un altro 50% (decida Lei se stimare di più).
3) Spostiamoci ora sul sito della Cassa Depositi e Prestiti, calcolo rendimenti Buoni Fruttiferi Postali http://www.cassaddpp.it/cdp/Risparmiatori/Iprodottidelrisparmiopostale/Buonifruttiferipostali/Calcolorendimentibuonipostali/index.htm
Simuliamo di essere i possessori di un BFP da 2.000.000 lire dell’epoca o 1000 euro: valore da liquidare ad oggi circa 7 volte il capitale iniziale.
4) Simuliamo di aver detenuto un BTP da una data qualsiasi tra il 1987 e il 1996. Avremo sempre minimo un raddoppio del capitale iniziale.
5) Per gli anni post 1996 ad oggi ognuno valuti.
5) Infine, essendo 30 anni la durata massima di un BFP dell’epoca ante 1987, possiamo anche fare una simulazione con un BPF acquistato tra il 1979 e il 1987.
Nota – Ho parlato dell’indice Comit perchè il Mibtel non consente di andare tanto indietro con i dati.

La mia personale conclusione da molti anni è che le borse sono UNA delle forme di protezione del risparmio, una delle note musicali da usare appropriatamente per non stonare.
Inoltre, il mio atteggiamento è che più sento l’urgenza di entrare in borsa, meglio è starne fuori (e ne sono fuori).

Nota – Non sono prevenuto verso le Borse, nè un fan sfegatato dei BFP.

Nota – Non solo gli indici dei prezzi sono aggiustati, anche gli indici borsistici.
Mimmo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 17:13

Secondo me, ribadisco opinione personale già espressa alcune settimane addietro, questa salita, fortemente voluta dalle istituzioni finanziarie ha sostanzialmente 3 scopi:

1) Migliorare l’outlook di bilancio delle banche che hanno i titoli in portafoglio, stanno acquistando con i soldi prestati a tasso zero o quasi dalle banche centrali e mettono a bilancio le plusvalenze

2) Ridare fiducia ai consumatori (che magari hanno anche un fondo pensione in difficoltà)

3) Far scattare al momento giusto la tagliola per recuperare un po’ di “soldi veri” dai risparmiatori.
Per quest’ultimo punto bisogna far rientrare il “parco buoi” ma questi rientreranno solo se penseranno che il trend si sia invertito e lo penseranno se ci saranno un po’ di giorni con chiusure significativamente sopra ai massimi di gennaio (almeno +3-4%) quindi se si guarda a S&P500 sopra i 960 pti ( poi ciascuno guarda l’indice che gli piace di più).

E’ evidente che anche per le mani forti lavorare contro la forza di gravità è difficile, ma a tutta prova ce la stanno mettendo tutta.

Riusciranno i nostri eroi … secondo me non hanno molto tempo prima che la bollicina scoppi da sola…

ad malora

Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 17:29

La trappola della liq……
Il canto delle sir…
Ti aspetto Capitano.

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 17:40

Gentile Signor Mimmo, premesso che sono assolutamente d’accordo con lei circa la necessità di comunque diversificare, la mia affermazione trae spunto dal libro più serio che sia stato scritto al riguardo: mi riferisco a Jeremy Siegel nel classico Stocks for the long run (tradotto in italiano col titolo di Rendimenti finanziari e strategie d’investimento) link http://www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8815089632
Egli si riferisce chiaramente al mercato americano e non quello italiano
Nell’arco di un decennio, la probabilità di ottenere con le azioni rendimenti superiori ai titoli a reddito fisso è stata storicamente dell’80%, ha superato il 90% per periodi ventennali ed è stata prossima al 100% per periodi trentennali. Non solo. Nella storia dei mercati americani, le azioni non hanno mai dato rendimenti reali negativi per periodi pari o superiori ai 17 anni. In quell’arco di tempo, cioè, un investitore sarebbe sempre riuscito a recuperare quanto meno il valore effettivo del capitale investito.

Un’ accurata rappresentazione grafica di questa e media di lungo periodo, è stata proposta di recente dal New York Times, che ha calcolato i ritorni decennali dell’indice S&P 500 dall’inizio del 1927 a oggi: 82 anni di storia.
Il lavoro del New York Times è però più completo di altri e meritevole di attenzione giacché include i dividendi ed esclude l’inflazione. Si tratta di uno studio che offre una rappresentazione precisa di quanto hanno reso le azioni americane nella loro storia.
http://investireoggi.net/blogs/109/files/2009/02/sp500total10yr_returns-feb09.jpg

La linea tratteggiata illustra il rendimento totale medio composto, al netto dell’inflazione: si tratta di un elevato 6,2% annuo, che nessun’altra delle principali classi di asset è stata storicamente in grado di avvicinare.
Per maggiori approfondimenti : http://investitoreaccorto.investireoggi.it/rendimenti-azionari-di-lungo-periodo.html

Per quanto riguarda l’Italia Lei considera il massimo il massimo dell’inice Comit a 900 nel 1986.
Si dimentica però di dire che nel 1978 lo stesso indice era a 55 (non ho dimenticato uno zero).

E’ quindi in ogni caso premiante un atteggiamento contrarian.

Buona Sera.

Mas

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 18:43

complimenti Mas.
Educato, corretto, documentato e dettagliato.
Con stima.
Franco

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 19:52

RENDIMENTI DEL MERCATO AZIONARIO NEL LUNGO PERIODO

Siegel (” Stocks for the long run” ), la Bibbia dell’investimento azionario nel lungo termine, ha dimostrato che nel lunghissimo termine, il rendimento REALE (= al netto dell’inflazione ) delle azioni si approssima alla cosiddetta “costante di Siegel” : 6,7-6,8 %

Si possono avanzare molte obiezioni al lavoro di Siegel, davvero molte, e sostanziali: in sintesi

1) i rendimenti citati presuppongono il reinvestimento dei dividendi ( i dividendi, reinvestiti!, nel lungo termine sono fondamentali)…ma nessuna ricerca accademica considera il COSTO di tale reinvestimento (a) commissionale, b) cash drag ( persistenza del dividendo nel conto prima del reinvestimento), c) ( particolarmente elevato) il costo derivante dalla sostanziale inefficienza fiscale dello stacco dei dividendi )

2) survivorship bias ( gli indici sono ricostruiti a ritroso, senza tener conto delle azioni “scomparse” (delisting, fallimenti, etc ) : il fallimento di General Motor, una colonna fondamentale della borsa americana, comporterà una netta SOVRASTIMA dei rendimenti azionari calcolati, nel futuro, a ritroso…

3) success bias ( le ricerche più approfondite, come appunto quelle di Siegel, riguardano gli USA nel 20° secolo, il secolo d’oro di quella grande nazione: sarebbero totalmente diversi, quei calcoli, se applicati per esempio ad investitori nella Russia zarista prerivoluzionaria, nell’impero asburgico prima dell’eccidio di Sarajevo. etc etc

4) possibile sampling error (per il 20° secolo sono disponibili serie di dati ad intervalli parzialmente sovrapponibili)…

5) il confronto tra i diversi Paesi non tiene conto della incidenza del trattamento fiscale sul portafoglio finanziario…noi Italiani possiamo “abbellire” il rendimento al netto delle tasse, stante la ( relativamente ) bassa incidenza delle tasse sui redditi finanziari…

6) il timeframe non è irrilevante, a differenza di quel che pensa il common financial wisdom : Dimson Marsh e Staunton hanno analizzato il rischio di shortfall per un portafoglio azionario diversificato, assumendo rendimenti reali lognormali, correlazione seriale tra i rendimenti nulla ,e con diverse ipotesi di deviazione standard: quando i rendimenti attesi sono BASSI e/o i mercati sono VOLATILI, la probabilità di ricevere un rendimento reale NEGATIVO ( negativo! ) è sostanziale, anche per periodi storici molto lunghi…

Conclusioni: il rendimento REALE (al netto dell’inflazione; il rendimento nominale, al lordo dell’inflazione, non deve mai essere preso in considerazione… ) dei mercati azionari è inferiore a quel che comunemente si creda, proprio nel mitico lungo termine…
ma il fatto è che al mercato azionario si applica quello che Churchill disse a proposito della democrazia ( “la democrazia è il peggiore sistema politico…esclusi tutti gli altri…”) : l’investimento azionario è il peggiore degli investimenti…ESCLUSI TUTTI GLI ALTRI….!

ad maiora

Gabriel

PS: due precisazioni, per gli esperti:

A) il rendimento reale, cioè al netto dell’inflazione, NON SI OTTIENE SOTTRAENDO dal tasso di rendimento nominale il tasso di inflazione !
se il tasso nominale è 10% e l’inflazione è 4%, il tasso reale NON è 6% ! ma è 5,77% !

la formula è :

1+rendimento nominale
————————– -1
1+inflazione

B) fare attenzione a come si calcolano i rendimenti medi !

a) non si dovrebbero utilizzare i rendimento annuali : se i rendimenti delle varie asset class seguissero un random walk, la frequenza con cui vengono calcolati risulterebbe indifferente, ma in presenza di mean reversion/aversion il rischio di un’asset class relativamente ad un’altra dipende dall’intervallo su cui sono calcolati i rendimenti !…

b) l’uso sui calcoli di lungo periodo della media ARITMETICA anziché geometrica. è improprio : la prima è sempre superiore alla seconda di un ammontare che dipende dalla varianza dei rendimenti:

media aritmetica = media geometrica + 1/2 * varianza

Per le azioni questa differenza è di circa il 2% annuo, mentre per i bond è molto inferiore, quindi la sovraperformance media dell’azionario rispetto all’obbligazionario è molto diversa a seconda del calcolo utilizzato per il valore medio !

Quello di utilizzare medie aritmetiche anzichè geometriche è un trucchetto molto utilizzato da diversi Stati per taroccare dati importanti per la collettività, come l’inflazione, pil, etc

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 19:58

Per Mas #91.
Naturalmente non voglio contestare questi studi che dimostrano che nel lungo periodo l’investimento in azioni può essere conveniente; e condivido che diversificare i propri invesimenti sia importantissimo.

Ma tutto questo deve essere “gestito” in qualche modo e da qualcuno, se parliamo di un arco temporale di 20 o più anni; chi può farlo??? Tutto questo può andare bene per professionisti o esperti del settore; non certamente per la massa delle persone.

Forse è meglio dare indicazioni anche sul come fare a gestire questo investimento!!!! e su chi potrebbe farlo per noi???

Un saluto

SD

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 20:11

Indici e borse…non dimenticate che un indice di borsa sale di solito…si sostituiscono i titoli sloppy con quelli bullish…saluti
Massimo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 20:21

chiedo venia…ho appena visto il post di gabriel non letto mentre postavo.
Massimo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 20:25

Attenti il capitano vi ascolta !

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 20:30

Goldman Sachs invita a comprare senza timori
E´ più di un semplice rally, per Goldman Sachs i mercati azionari possono correre ancora: le valutazioni dei titoli sono attraenti e dai livelli attuali, lo Stoxx 600 può salire di un altro 16%.
Non si tratta di un miraggio e il 28% guadagnato dai minimi di marzo non deve abbagliare. L´analisi storica delle 18 precedenti crisi di Borsa porta al risultato che il rally durerà circa 180 giorni per un rialzo totale del 43%, è questa è la media.

A sostenere implicitamente la tesi degli strateghi del broker statunitense sono anche i dati macroeconomici.

Buone indicazione prospettiche sull´economia arrivano anche dal Global Leading Indicator, un indice sulle prospettive di crescita economica a livello mondiale tenuto in grande considerazione da Goldman Sachs: negli ultimi due mesi questo indice è salito.

Le attese di una ripartenza sono sostenute dalle buone indicazioni che arrivano soprattutto da Brasile, Russia, India e Cina, paesi che quest´anno, secondo Goldman, registreranno una crescita media del Pil dell´8%: nella sola Cina si dovrebbe arrivare a +10,8%. Nei Paesi più sviluppati invece non ci sono aspettative di una forte ripresa, ma i confronti con l´andamento dell´anno scorso indicano uno stabilizzarsi della situazione. In particolare, il Pil mondiale dovrebbe calare dell´1,1% quest´anno per tornare a crescere nel 2010 del 3,3%.

Il rally non dovrebbe essere finito perché le valutazioni sono basse. Nonostante il recupero degli ultimi tre mesi, le Borse restano sott´acqua e dai massimi perdono il 50%: nello stesso periodo, gli utili delle società sono scese meno, solo il 38%.

Non tutti i settori però risaliranno allo stesso modo. Bancari, Real Estate promettono i recuperi maggiori in quanto, rispetto ai massimi di due anni fa, i due comparti perdono il 68% ed il 70%: il comparto alimentare cede solo il 28%.

Ma allora la crisi è finita? Qui il broker è più cauto ed afferma che è presto per dirlo. In effetti i dati economici positivo delle ultime settimane potrebbero essere stati drogati dai benefici fiscali concessi dai governi e dall´immensa liquidità immessa nel mercato dalle banche centrali. Non è infine da ignorare il contributo positivo dei tassi di interesse ai minimi e l´impatto dei grandi gruppi retail di riempire i magazzini.

http://www.websim.it

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 20:34

preciso,freddo,razionale,elegante,convincente.
complimenti COMPASSO non mi perdero mai nessun tuo post.

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:00

Caro SD hai centrato il punto, chi sa diversificare l’investimento, fra più settori e fra più pacchetti azionari e tra diverse forme di titoli?
Poi la cosa essenziale per un investimento è quando ci entri, è ovvio che salire sui minimi non è la stessa cosa che entrare sui massimi.
Per questo motivo i grandi investitori usano un metodo di ingresso ponderato nel tempo, questa strategia è molto neutra, rispetto all’andamento del mercato e si riescono a ottenere rendimenti di poco superiori ad un obbligazionario a basso rischio.
E’ ovvio che bisogna avere dei portafogli importanti ed è pure ovvio che per un piccolo risparmiatore operare con simili strategie e solamente disopendioso.
In quanto ai fondi di investimento questi sono delle vere e proprie trappole, così pure le polizze index.
Spesso mi è stato raccontato di persone che con somme molto elevate, in banche abbastanza conosciute,, riuscivano a ottenere da 450 a 650 punti base in più rispetto al BOT, ovviamente bisognava fare degli investimenti vincolati ad almeno 7-10 anni.
Il motivo di questi rendimenti oggi mi sono chiari (almeno in parte).
Una volta un caro amico mi disse che su un investimento di 10 milioni di euro era possibile ottenere anche il 10% l’anno (fisso) e mi raccontò anche la strategia che avrebbe seguito la banca.
Bisognava ovviamente operare con vincoli anche ventennali, ed era preferibile operare tramite trust.
Inutile dire che vi era un’elusione fiscale totale e mi raccontò che la banca in realtà non avrebbe fatto niente di speciale con i miei soldi!!
Allora ho intuito cosè l’alta finanza.
Comunque quello che mi è stato spesso ribadito è che non esistono investimenti sicuri e che con l’aumentare del rendimento aumenta anche il rischio.
Io se avessi molti soldi da investire non li porterei mai in banca.

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:16

GS è sempre precisa e puntuale nei suoi consigli per gli acquisti.

Ricordo, per chi lo avessed imenticato che a Luglio 2008 consigliava l’acquisto di derivati legati al petrolio che, presto, sarebbe arrivato a 200$/b.

ad malora
Il cuculo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:26

Il mio suggerimento per una buona strategia di investimento?
CCT oppure inflation linked / bond statali / societari, max 5 anni, ed il flusso cedolare investirlo in 4/5 EFT azionari total return, diversificati geograficamente/settorialmente, privilegiando una certa rotazione, da small cap ( periodi iniziali di ripresa economica) a big cap (fase solida) e vendendoli per poi ricomprarli.
La ritengo una buona strategia. Si entra gradulamente sull’equity, diversificando e non si corrono rischi derivanti da sorprese inflazionistiche ( cct o inflation linked) e si ha una certa protezione del capitale, quasi garantita!
Oppure Zero coupon a 5 anni ed il disaggio investirlo in equity. Semplice equity linked.
SOno strategie simili. Preferisco la prima; la seconda è più aggressiva perchè si sparano le cartucce tutte oggi.
A chi la propongo piace. E dite chi sono dei germogli anche nel mondo bancario!!!!
Mi raccomando, se investite in bond societari, prendete l’ETF corporate!
Diversificate!
Buona notte,
Paolo

Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:26

Entro fine 2009 andiamo verso i minimi storici, la nuova fase economica partirà dopo avere toccatto i minimi del 1970-1975. Certo il minimo storico forse sarà tra qualche anno. Ma i mercati proseguiranno verso il basso ma senza panico, almeno i governi del mondo hanno questa intenzione. Anche se secondo me il panico globale nei mercati non può essere evitato.

Leggete anche per curiosità il link:
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7631

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:28

dimenticavo: inserite anche una componente di materie prime e se poi ereditate un bel gruzzolo, beh compratevi una casa, In una città, ove forse vostra figlia/o andrà a studiare o al mare o dove volete, ma fatelo. Mai lasicare isoldi in banca a lungo!!
Diversificate e turn over!
Paolo

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 21:54

Vivissimi complimenti a Gabriel….uno dei migliori ufficiali della nave. Veramente bravo…

Sarebbe bello se gli ufficiali del come Gabriel o Compasso per esempio elencassero i 10 libri che loro ritengono più significativi nella loro formazione.

Sarebbe veramente un gran bel dono a tutta la ciurma….

Il Mozzo di Terza

Scritto il 20 Maggio 2009 at 22:40

Caro Andrea
Come sempre complimenti per l’approfondimento, per l’analisi e le cifre citate. Veramente complimenti. Ti leggo solo di notte quando ho tempo per letture attente.
Una sola considerazione……temo che la situazione USA sia peggio del Giappone per un motivo abbastanza semplice: per i Giapponesi non onorare un debito è spesso un onta, una macchia per l’onorabilità delle famiglie. Tra gli Americani e soprattutto Ispanici e Neri non c’è questo concetto. Si smette di pagare un mutuo e si fugge in un’altra città dove nessuno ti conosce e si cerca di ripartire da capo. Questo causerà molti pignoramenti e molti fallimenti. In sistesi credo che mentre il Giappone abbia affrontato la crisi spalmondola in decine di anni, per gli Usa tutto sarà più breve e la volatilità economica molto più marcata. Per questo dico sempre che i mercati in questo periodo non sono adatti ai cassettisti. Ma il vero prolema è che probabilmente non c’è nulla di adatto ai cassettisti in questo momento…..ne obbligazioni ne case. Insomma si dovrà attuare una navigazione a vista, ben attenti a non entrare in qualche banco di nebbia e a schiantarsi contro qualche scoglio. In questi mesi ho detto spesso a dei cassettisti di rimanere liquidi. Loro continano a dire che sul conto non si prende nulla e cercano obbligazioni che danno il 4 o 5 %. Io ripeto che in certi momenti un 5% si può perdere in un giorno, quindi è meglio rimanere liquidi perchè anche non perdere è un grosso guadagno.
Notte e complimenti per l’ottimo lavoro da buon trentino.
Duca

utente anonimo
Scritto il 20 Maggio 2009 at 23:31

Dalla lettura dei post di questa sera (molto istruttivi) deduco che l’investimento in borsa e finanza non è per tutte le tasche e per tutte le persone; preciso che la massa delle Famiglie riesce a malapena a “campare”, e probablmente non dispone di capitali da mettere in borsa.
Forse qualcuno “tenta”, magari gli và anche bene, con la speranza di “arrotondare” la busta paga!!!!

Ok….chi dispone dei capitali necessari…faccia pure, buon per lui; auguri di ottimi affari e guadagni.

Ma ad un certo punto si dovrà risolvere il problema del “reddito” della massa di persone??

Io non credo che “impoverendo” ulteriormente il popolo si vada molto lontano……vorrei ricordare che non viviamo più in una società “contadina”, ma in una società tecnologica o post-tecnologica……e se vogliamo che continui a “funzionare” e “migliorare” non servono milioni di semplici “schiavi” che eseguono gli ordini del CAPO…….ma sono necessarie persone con libertà e capacità superiori.

Chissa che……..questo modello non sia autodistruttivo; io non sono un esperto, esprimo solo un opinione e una “sensazione”, ma mi sembra di tornare ai tempi del crollo dell’URSS (se qualcuno lo ricorda)….dove nessuno “muoveva più un dito”.
Io vedo sempre più “incapaci” a gestire le cose, forse mi sbaglio, certamente le “sensazioni” non sono reali e non si possono dimostrare….anzi sicuramente mi sbaglio hehehehe.

Un saluto

SD

P.S. Dal grande livello di molti post, dovrei pensare che in molti ricoprono “cariche importanti” nella nostra societa (tecnologica), se così non fosse……sarebbe grave!!!!

utente anonimo
Scritto il 21 Maggio 2009 at 01:18

Bhe che dire, Spero che molti di quelli che scrivono qui e che leggo con attenzione, saranno a Trento al festival dell’economia, così finalmente avrò il piacere di conoscerli dal vivo. A presto al 30 maggio a Trento a tutta la ciurma

PG

utente anonimo
Scritto il 21 Maggio 2009 at 02:20

Gentile Signor Mas,
questo scambio di opinioni sul premio dell’investimento azionario può diventare utile per tutti, se cominceremo a riconoscere che la verità sull’argomento non la ha nessuno.
Io di certo non la ho, nè ho interesse a convincere altri delle mie opinioni.

1) Anzitutto, non ho letto il libro di Siegel. Coloro che desiderano farsi una ‘bozza’ di opinione su di esso e di eventuali limiti dello studio ricerchino ‘Stocks for the long run’ su wikipedia.
2) Conosco il pregevole sito ‘l’investitore accorto’, lo trovo molto istruttivo, non vi ho mai commentato. Tuttavia, non condivido proprio il punto che stiamo dibattendo e altri matematichità simili.
Tra parentesi, l’autore del sito dichiara i propri investimenti in termini temporali e generali (esempio, da novembre ho cominciato ad accumulare mettendoci tot percento del mio portafoglio), dovrebbe aver beneficiato della attuale fase borsistica e ne sono contento.

3) Seguo la borsa italiana dai primi anni ottanta, con i primi ‘investimenti o puntate’ in borsa proprio nel 1986, poco prima della scivolata, che ho preso in pieno sebbene su una quota molto limitata dei miei risparmi.
4) Non sono un contrarian, nè il contrario di esso (qual’è il contrario di contrarian?); non sono un diversificatore per principio, anzi.
Trovo che termini come contrarian, diversificare, ecc., eccedano il loro significato di partenza e siano troppo spesso argomenti di vendita dei troppi interessati.

5) Più al dunque.

a) parlo di Italia perchè opero con i miei risparmi, questi sono sudati, io prudente, perciò ‘investo in ciò che conosco’. Questo prima di conoscerlo come consiglio di un ‘maestro’.

b) L’indice della borsa nel 1978 era a 55 (quasi il minimo assoluto, che credo sia stato di circa 35 in anteguerra), venerdì scorso era a 966, quindi investendo TUTTO nel 1978 avremmo moltiplicato il nostro investimento per 17,56 volte, più i dividenti, meno quanto dirò al punto successivo. Un BFP acquistato il 01/06/1979 (più indietro non possiamo andare) moltiplica l’investimento per 18,5. Resto a credito di un anno di interessi (stimo un 12,5%).

c) Delle società presenti in borsa nel 1978, oggi sono sopravvisute pochissime società (diciamo 10-20), molte e rilevanti (esempio Montedison) essendo fallite, accorpate, ecc. Come hanno tenuto conto gli indici di questi accadimenti? Cosa è costato (commissioni, aggiornamento personale) mantenere i propri investimenti allineati all’indice? Richiedono le due forme di investimento lo stesso impegno personale e sono alla ‘portata’ di tutti?

6) Io per semplicità ho paragonato dati di investimento azionario e BFP, cioè qualcosa di facilmente verificabile da tutti. E i numeri esposti ‘mi consenta’ già sollecitano diverse riflessioni.

7) Non ho detto che le sole alternative sono azioni o tasso fisso, nè comprendo (in effetti i CCT indicizzati sono una caratteristica italiana), nè perchè le fonti da Lei citate confrontino solo con fisso, nè ipotizzano un saltare da una forma di investimento all’altra.

8) Le riflessioni mi vengono a fronte di frasi tipo ‘Nella storia dei mercati americani, le azioni non hanno mai dato rendimenti reali negativi per periodi pari o superiori ai 17 anni.’ E nel frattempo di questo non piccolo lasso di tempo?

Conclusione
Di fronte ad un’affermazione troppo decisa sulla redditività dell’investimento azionario, sbaglio ad avere personalmente dei dubbi?
Sbaglio a raccomandare distinguo e riflessione?
Io ragiono e apporto una esperienza diretta, numeri che ognuno può verificare. Si può dire lo stesso di Siegel o del NY Times?
Io parlo di risparmiatori anche non accorti e penso anche ai fondi pensione. Lei parla di investitori accorti.
Comunque esistono entrambi i tipi di investitori, basta essere certi del tipo che ci è di fronte e ci legge.

Nota – Ove Le venga il dubbio, cancelli dalla mente di essere in presenza di un investitore scottato o disaccorto, anche se non ho mai letto Siegel.

I migliori saluti. Mimmo

utente anonimo
Scritto il 21 Maggio 2009 at 07:12

Gentili Signor Mas, Signor Capitano Mazzalai, Equipaggio tutto,

abbiate pazienza se rubo ancora spazio per una errata corrige o precisazione al mio post precedente.

Matematichità era un mio neologismo uscito di getto, quindi ancora in versione beta.

Ora rilascio la versione ufficiale, che è ‘matematicità’.
Cosa significa? Eccesso di ‘Matematismo’, il quale può portare a cigni neri.

Concedo il suo utilizzo a Voi tutti gratuitamente, per ripagarVi della pazienza.

Grazie. Mimmo

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