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L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI: L'ESSENZA DEI CARISMI NELL'ECONOMIA!
Tempo fa abbiamo parlato di Goodwill, ricordate i cosidetti beni intangibili che la maggior parte delle realtà finanziarie mondiali sovrastima nei loro bilanci, la conoscenza, la posizione di mercato, la reputazione e altri ancora.
Si beni intangibili, probabilmente anche la cosidetta "filosofia aziendale" è un bene intangibile, forse la stessa responsabilità d’impresa lo è e stranamente nel sistema capitalistico spesso il goodwill interno viene sovrastimato e quello della società ritenuto inadeguato.
Sia ben chiaro parliamo di due mondi che non hanno nulla a che vedere, in uno, ciò che conta è il profitto, nell’altro la realizzazione e la crescita dell’umanità.
Per lo stesso Milton Friedman l’idea che un manager abbia una responsabilità sociale andava ben oltre l’interesse degli azionisti, in quanto esiste una sola responsabilità del manager, ovvero quella di usare tutte le sue risorse per un aumento dei profitti sempre ovviamente nel rispetto delle regole del mercato ( …..e il mercato non è la società o l’ambiente ) in un ambiente concorrenziale.
Ecco che allora si cerca nel concetto di libero mercato di non avere alcun vincolo sociale o ambientale di nessun tipo che impedisca la realizzazione del massimo profitto possibile.
Come scrive il mensile Valori in un suo servizio dello scorso anno, quanto vale un servizio di assistenza agli anziani, ai disabili o ai malati di Alzheimer? Quanta ricchezza produce l’attività dei volontari sulle ambulanze? O la ricerca sull’aids e sul cancro, il recupero di minorenni soli, la formazione universitaria o una qualsiasi delle moltissime attività che appartengono alla sfera del welfare e che sempre più vengono affidate al mondo del non profit?
PIL, bella parola il prodotto interno lordo, peccato che non tenga in considerazione nulla di ciò che la maggioranza in questo sistema ritiene intangibile e alle volte puramente evanescente;
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. (…) Il PIL… Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere (…) non tiene conto (…) dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Non tiene conto di nulla di ciò che veramente conta, della sorgente dell’umanità, quella voglia di ricerca, innovazione, cultura, conoscenza, la voglia di offrire il proprio tempo per gli altri , per mettere a disposizione i propri talenti….Tre mesi dopo il suo dicorso Robert Kennedy fu assassinato, ma nulla e nessuno potrà cancellare il ricordo di un discorso epocale!
Sino a quando continueremo a considerare la "ricchezza di una nazione" dal volume degli affari e dell’economia, nessun indicatore potrà rendere giustizia della realtà, l’economia serve ed è essenziale e vitale, ma non serve a nulla se non comprende la somma di tutto il tempo perso per produrre merci inutili, di tutto il tempo perso per costruire strutture inutili, tutto il tempo perso per riparare ai danni prodotti da una crescita insostenibile, necessaria per continuare ad allargare la forbice della diseguaglianza. L’economia oggi è come un’enorme bilancia che ha solo bisogno di trovare un suo equilibrio, si tratta di lavorare ad una migliore redistribuzione della risorse, anche se per qualcuno è un’utopia, la stessa utopia di coloro che vedono sempre e solo nella vecchia ricetta, l’ossessione della crescita economica.
Più che un’ossessione è la terribile paura di perdere i propri privilegi che costituisce una palla al piede dello sviluppo economico in senso equo.
Vogliamo perdere tempo a parlare del nulla, vogliamo continuare a nasconderci dietro le solite ricette economiche che puntualmente lasciano il tempo che trovano o vogliamo dire chiaro è tondo quale è la causa principale di una sorta di malessere planetario che affonda le radici nella storia dalla notte dei tempi. Sorrido nell’osservare i principali attori di questa crisi che discutono e si confrontano sempre e solo sulle stesse cose, un po come accade in questo blog quando non si vuole parlare di altro che non di mercati, quasi ci fosse la paura di esprimere un discorso più profondo, che vada alla radice dell’uomo.
E’ affascinante sentire coloro che sussurrano che la civiltà e la ricerca, l’innovazione e la scienza ci portano sempre avanti nel tempo, ci proiettano nel futuro e magari ascoltare gli stessi che continuano a rivendicare la natura dell’uomo come immutabile e irrimediabialmente egoista, mentre dimenticano gli innegabili passi avanti fatti in alcuni processi democratici o cooperativi, nell’evoluzione culturale e sociale dell’uomo e perchè no nella sua continua crescita spirituale.
Se accanto alla finanza è nata la finanza responsabile, questa è la testimonianza di un’evoluzione positiva che guarda al futuro.
In un’intervista al Sole 24 Ore il professor Jean Paul Fitoussi dice che ……se c’è qualcosa che questa crisi dimostra, è il fatto che un mondo nel quale le diseguaglianze sono così acute non è sostenibile, va inevitabilmente in crisi, prima o poi.
" Io dico che non solo i guai dell’economia reale, ma anche la crisi finanziaria dipendono dall’eccessiva sperequazione di reddito e ricchezza. Schematizzando fino a fare quasi una caricatura, possiamo dire che esistono due tipi di popoli: un popolo che spende tutto il suo reddito e un popolo che ha troppo reddito per riuscire a spenderlo. Dunque quello che spende tutto, quando la diseguaglianza aumenta, subisce una riduzione relativa del proprio reddito e per questa strada la domanda scende. Quelli che invece non possono spendere tutto il loro reddito comprano degli asset (finanziari, immobiliari) e cercano una redditività molto alta. In tal modo si creano due problemi: uno è l’insufficienza di domanda, l’altro è un meccanismo che tende sistematicamente a generare bolle speculative. Il problema è che quando le bolle speculative scoppiano si scopre qual è la realtà vera.Si scopre che la gente per mantenere il proprio tenore di vita ha dovuto contrarre prestiti. E dunque la bolla si è creata perché non c’era più sostenibilità per un debito privato sempre più grande. E quando il debito privato arriva al suo limite, la bolla esplode.
E da due anni che riporto su questo blog, come uno dei sintomi e delle cause della Grande Depressione siano da riscontrarsi nella mancanza di equità distributiva, ovviamente senza l’ingenuità di pensare che tutto possa cambiare da un momento all’altro!
Ma i cavalieri dello "Status Quo" ritengono improponibile uno sviluppo sostenibile e qualitativo, sarebbe alquanto dispendioso e sopratutto non produrebbe più una tale mole di profitti per le loro ambizioni.
Che dire, sembra quasi che il cosidetto " terzo settore " sia un mondo che riguardi solo la sfera delle emozioni e dei sentimenti, vizi privati e pubbliche virtù!
Difficile dare una risposta, di certo non basta cercarla nella contabilità delle associazioni, cooperative, onlus che offrono i servizi. «Si calcola che oggi in Italia il "terzo settore" muova circa 40 miliardi di euro all’anno», spiega Stefano Zamagni, presidente della commissione scientifica di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non profit). «Ma è una stima assolutamente al ribasso. È solo una valutazione ai prezzi di mercato dei beni e dei servizi prodotti dalle diverse associazioni, cooperative e imprese sociali. Non considera, ad esempio, il valore sociale generato dal volontariato. Ci sono quattro milioni di volontari attivi, che lavorano in media tre ore a testa alla settimana. Se moltiplichiamo le ore lavorate da un volontario per un salario orario minimo, otteniamo una cifra enorme».
Come scrive Luigini Bruni, nel suo libro " La ferita dell’atro: economia e relazioni umane" vi sono esperienze socialmente responsabili la cui idea di sociale e responsabilità è ben diversa: non tutte le imprese che si muovono in ambito sociale o che fanno cose sociali sono eguali, vi sono quelle che si "contaminano" con la persona aiutata e quelle che non vivono questa "contaminazione" e appunto la differenza sta nella contaminazione e nella prossimità, non serve a nulla o quasi costruire un progetto e non parteciparvi in prima persona.
E da tanto che non ne parliamo ma nel nostro piccolo, nella nostra realtà quotidiana possiamo fare molto, molto di più di quanto possiamo immaginare, siamo potenzialmente devastanti nelle nostre risorse nascoste, in particolare quando ci dedichiamo agli altri.
Contaminazione ovvero partecipazione in prima persona, date un’occhiate alle vostre comunità, nei vostri paesi, nelle vostre città, uscite dai gusci delle vostre esistenze e fate crescere il PIL della solidarietà e della contaminazione umana. Chissà che forse un giorno avremo uomi e donne felici che non passeranno più il tempo a lamentarsi perchè non sanno come far passare il tempo stesso.
Anche KIVA può aiutarci in questa contaminazione e attraverso la prossimità di un progetto…..un luogo al di fuori del sistema bancario tradizionale dove creditori e debitori si incontrano per scambiarsi orizzontalmente risorse economiche e incoraggiamento. I membri del network pubblicano i loro progetti sul sito di Kiva e i prestatori seguono il loro sviluppo attraverso un diario internet. Nella maggior parte dei casi, si tratta di imprenditori che chiedono un prestito che può andare dalle poche centinaia a qualche migliaio di dollari. Coloro che vogliono aiutarli a realizzare il loro sogno – perché molto spesso proprio di questi si tratta – possono prestargli contanti, versando 25 dollari ciascuno. Non molto si dirà ma per una bangladeshi che, facendosela prestare dall’usuraio del villaggio, sulla stessa cifra avrebbe pagato oltre il 300 per cento di interesse, rischiando inoltre di finire in schiavitù quando non è in grado di ripagare in tempo, i piccoli prestiti rappresentano una via praticabile verso l’affrancamento da un circolo vizioso di coercizione economica e povertà cronica.
Sempre grazie al mensile Valori di Banca Etica scopriamo che …..
Dharavi è la baraccopoli più grande e più antica di Mumbai (India) e probabilmente dell’Asia, la seconda al mondo per estensione. Spalmata su un’area grande duecentoventi ettari, tra i suoi vicoli angusti, fogne a cielo aperto, montagne di spazzatura, canali torbidi, fabbriche, laboratori artigianali, vivono 700 mila persone.
Quest’area così degradata è anche un grande metadistretto industriale, con un Pil che sfiora il miliardo di dollari. Qui si concentrano alcune industrie tra le più importanti di Mumbai e dell’India. Concerie, fabbriche di vasi di terracotta, confezioni di abbigliamento, piccole fonderie, ma soprattutto riciclaggio e recupero dei rifiuti.
Scodelle, ciotole, manufatti metallici, saponette, magliette, camicie prendono la via delle grandi città, non solo indiane, dove andranno a riempire gli scaffali dei negozi e i banchi dei mercati.
A Dharavi non si butta via nulla, si ricicla tutto, dalla plastica ai metalli. Ma il nuovo affare è il mercato immobiliare. Si stima infatti che il valore di quest’area, dove ci sono baracche di lamiera a più piani, nei prossimi dieci anni potrebbe superare i 100 miliardi di dollari (oggi ne vale 15). La ragione è semplice: un tessuto industriale così attivo e diversificato, una tale concentrazione di saperi manuali, la sua posizione strategica (Dharavi è vicina alle principali infrastrutture finanziarie e logistiche), sono il luogo ideale per realizzare una cittadella del business e dell’economia.
Le imprese di costruzioni hanno, dunque, messo gli occhi e le mani sullo slum, ma le case belle non sono per tutti. Con un salario medio che si attesta tra i 4 e 5 euro al giorno (circa 100 rupie), accollarsi il costo dell’affitto di un’abitazione modesta, che sfiora le 2.500 rupie al mese, diventa proibitivo.
E così accanto alle baracche di lamiera, che sono circa 80 mila (ma è un dato approssimato per difetto), a Dharavi sono sorti i primi quartieri residenziali, quelli destinati alla classe media che ancora non c’è, perché alla crescita del Pil non c’è stata una congruente crescita del sistema dei diritti dei lavoratori.
E, nonostante le autorità abbiano dichiarato di voler riqualificare l’intera area, gli abitanti non vogliono lasciare le loro abitazioni.
Questa baraccopoli, definita "l’inferno", è dunque il paradigma perfetto della globalizzazione e delle sue contraddizioni. A Dharavi, dove l’economia fa a pugni con i diritti, il rispetto ambientale e la giustizia, quattro anni fa è stato organizzato il quarto appuntamento del Social forum mondiale.
In quell’occasione venne lanciato il marchio Fto (Fair trade organization) che rappresenta e riunisce tutte le realtà del commercio equo del mondo.
«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior» (da "Via Del Campo", Fabrizio De Andrè, Volume I, 1967).
Lezioni che vengono dai sotterranei dell’umanità, e che mi riportano infine al significato economico dei carismi come scrive Luigino Bruni nel suo splendido libro che consiglio a chiunque, appena riportato, LA_FERITA_DELL’ALTRO edizioni IL MARGINE un libro che come scrive Stefano Zamagni su Avvenire….
L’idea di fondo che percorre il volume può essere resa così: l’altro è limite al mio avere, ma necessario al mio essere. L’altro è, ad un tempo, sofferenza e benedizione; ma mentre la sofferenza ha a che vedere con la dimensione dell’avere, la benedizione tocca quella dell’essere. Meglio dunque soffrire che non aver amato. Che la persona sia costituita nella relazione e che ciò implichi il mutuo riconoscimento è un dato di osservazione che di per sé non costituisce problema. I problemi sorgono non appena si consideri che il rapporto tra due (o più) soggetti può essere di reciproca disponibilità, cioè di reciproco riconoscimento della singolarità personale, oppure di reciproca sfida (o minaccia). Con prosa accattivante e con abbondanza di riferimenti al testo biblico, il libro descrive quali conseguenze si vanno a produrre quando a prevalere è l’uno o l’altro modello di relazione interpersonale.
Voglio assolutamente sottolineare queste parole illuminanti sono l’essenza stessa del rapporto umano, hanno un profondità esaltante, misteriosamente profetica:
……l’altro è limite al mio avere, ma necessario al mio essere. L’altro è, ad un tempo, sofferenza e benedizione; ma mentre la sofferenza ha a che vedere con la dimensione dell’avere, la benedizione tocca quella dell’essere.
"(…) sono convinto che sia giunto il momento di riscrivere la storia economica e civile dei popoli prendendo sul serio il ruolo, civile ed economico dei carismi.(…) L’azione di carismi è vasta e potente, ricopre e permea di sè il mondo, è come il sangue che scorre nelle sue vene, non lo vediamo ma rende possibile la vita.Le religioni sono luoghi privilegiati nei quali i carismi fioriscono, perchè vi trovano un terreno particolarmente fertile, ma l’azione dei carismi va ben oltre i confini visibili delle religioni, è anzi ciò che di più laico si possa immaginare (…) pensiamo ai tanti uomini e donne che si sono impegnati per dar vita al movimento sindacale, ai fondatori di casse di risparmio, di casse rurali, di cooperative, che, ancora oggi, continuano a trasformare problemi in risorse e in opportunità grazie agli occhi diversi con cui guardano il mondo (…)
Oggi possiamo trovare – se le sappiamo e vogliamo vedere – miriadi di persone portatrici di carismi che ancora fondano cooperative, Ong, scuole, ospedali, banche, sindacati, lottano per i diritti negati degli altri/e, degli animali, dell’ambiente, dei bambini, perchè vedono di più e diversamente da tutti gli altri. Se è vero che su alcuni fornti oggi si assiste a una radicale tendenza all’individualismo e all’impoverimento ideale e spirituale, è altrettanto vero che, mai come in questi anni, si assiste a una fioritura di carismi, per le mille battaglie della civiltà e di libertà (…) Sono convinto che quando Muhammad Yunus fondò la sua Grameen Bank lo fece perchè era profondamente attratto e "innamorato" dai villaggi poveri del suo paese e dai suoi abitanti; non credo fosse l’altruismo a muoverlo. Senza eros non si risolve nessun "problema", perchè chi è aiutato deve sentirsi attraente, bello, amabile.
" Non c’è sviluppo pienamente umano, e non c’è innovazione sociale senza i carismi. Esiste, nel sociale, un meccanismo molto simile a quello ipotizzato da Joseph A. Schumpeter per l’innovazione imprenditoriale. Nella sua Teoria dello svilup economico, il grande economista austriaco ha proposto una delle teorie economiche più suggestive e rilevanti del novecento, distinguendo tra imprenditori "innovatori" e imprenditori "imitatori". L’innovatore è quella persona che rompe lo stato stazionario ( dove non ci sono ne profitti, ne perdite ), e grazie a una nuova idea crea valore aggiunto e sviluppo, porta avanti l’economia. Poi arrivano come uno sciame di vespe attratte dalla nuova opportunità di profitto, altri imprenditori imitatori che fanno propria quell’innovazione, la quale da quel momento in poi diventerà parte integrante dell’intero mercato e della società, e il sistema ritorna in equilibrio finchè non compariranno altri innovatori che " spingeranno avanti i paletti " dello sviluppo economico (…)
Ricordo inoltre a tutti che lo stesso Schumpeter ha coniato il termine di "distruzione creativa"
….è un processo di mutazione industriale – se mi è lecito usare questa espressione biologica – che incessantemente rivoluziona la struttura economica dall’interno, distruggendo incessantemente quella vecchia, e creandone incessantemente una nuova. Il processo di Distruzione Creativa è il fatto essenziale del capitalismo. E’ ciò in cui consiste il capitalismo e ciò con cui qualsiasi capitalista è obbligato a convivere……..
La favola del rischio sistemico ad oggi non ha permesso di assistere all’incessante distruzione della vecchia struttura per assistere alla creazione di una nuova, quel processo che negli ultimi anni le banche centrali hanno cercato di combattere a tutti i costi con l’ideologia del monetarismo, la naturale recessione di ogni ciclo, che in nome del dio mercato e della borsa, vedeva ieri in Greenspan, oggi in Bernanke, dimenticare la regola essenziale del Capitalismo creativo.
Ci sono veramente tante visioni illuminate nel libro di Luigino Bruni, ma vorrei concludere qui osservando come abbiamo assolutamente bisogno di un " rapporto civile e virtuoso, tra società e istituzioni, che vedrebbe i carismi della società ( i cooperatori sociali,per esempio ) a innovare, a individuare nuovi bisogni perchè vicini alla gente, e quindi a rivolgersi alle istituzioni per chiedere di essere aiutati a realizzare quei progetti. E’ questa credo, la declinazione corretta di sussidiarietà: le istituzioni aiutano, "sussidiano" il civile nel soddisfare i bosogni del cittadin. Spesso, invece, si vede esattamente il contrario: l’istituzione indica, i bisogni attraverso delle gare, e il civile risponde partecipando a queste gare. Accade così che queste organizzazioni della società civile si evolvano, assumano e licenzino, per rispondere e vincere le gare di appalto delle istituzioni.(…) Occorre lavorare culturalmente perchè ai carismi sia riconosciuto il primato della dinamica civile, senza negare il ruolo co-essenziale delle istituzioni per una società decente.
Concludo ricordando che anche nella moderna economia di mercato, sino a quando saranno le imprese a imporre gli stili di vita e di consumo attraverso il bombardamento mediatico, senza che sia l’uomo ad esporre i propri bisogni reali e a dettare i tempi della crescita, nessun cambiamento potrà nascere anche senza la consapevolezza dell’uomo stesso, del consumatore anche se all’orizzonte resterà sempre comunque la speranza e la certezza di assistere ad una nuova alba carismatica, quella forza prorompente positiva che continuerà a far avanzare l’uomo anche attraverso le peggiori tempeste anche se l’economia verrà rasa al suolo dalla temporanea mancanza di forze innovative e carismatiche, dal vento della " distruzione creativa ".
Occhio non vede cuore non duole (Jovanotti )
Occhio non vede cuore non duole
–>Il nemico si nasconde si mimetizza tra le pieghe della coscienza
la sua violenza è subdola il suo passo di gatto
difficile davvero coglierlo sul fatto
il nemico è tra noi è dentro di noi
per farlo fuori occorre rinunciare ad una parte di noi stessi
se un tempo era più facile lottare contro ciò che non andava
perché il nemico una faccia ce l’aveva
una voce, una bandiera
sapevi dove andare a prenderlo in giro la sera
aveva nomi e facce, ma non è più
così adesso non si vede ma lui è ancora lì più forte che mai
e sotto sotto spinge col suo dai e dai
e ha stipulato un patto con le coscienze addormentate
nella pubblicità di una realtà falsificata
a migliaia di chilometri di distanza da questa
stanza uomini e bambini schiavizzati, sottopagati
diritti rubati derubati dell’infanzia in qualche capannone dell’estremo oriente
lavorano e producono le griffes dell’occidente
e qui non si sa niente perché sta bene a tanti
tacere verità che sono atroci e allucinanti
pilastri di un’economia vincente dal volto appariscente
che crea la sua ricchezza con la sofferenza di un sacco di gente
e quanti dovranno soffrire quante mucche impazzire
quanta aria velenosa bisognerà respirare
quanti cibi avvelenati bisognerà divorare
quante malattie ancora per interesse non si potranno curare
prima che qualcuno pensi che così non va bene
ma il nemico si è infiltrato dentro al sangue che ci scorre nelle vene
nei sorrisi compiacenti di politiche fatte di parole
all’insegna di "occhio non vede cuore non duole"
il nemico ha il volto sorridente cravatta e doppio petto
intorno a grandi tavoli fa incetta di rispetto e di sorrisi
strette di mano accordi tra potenti che non guardano lontano
e approvano la produzione di mine anti uomo
di tutti gli armamenti necessari perché questo sistema
si mantenga bello saldo sui binari di sangue dove viaggia
cosicché anche il coraggio più coraggio si scoraggia
di fronte a questo gioco dove tutti hanno ragione
e i peggiori criminali sono tenuti in alta considerazione
e viaggiano in corsia preferenziale
rimbalzano sull’ammortizzatore sociale e non si fanno mai male
e cambiano i governi ed il nemico gli sorride in silenzio
protetto dalla logica del tacito consenso di chi gode
di questa situazione che fa comodo a tanti
tenere alto il livello di paura e le coscienze ignoranti
paura della povertà paura dell’ignoto
paura di trovarsi di fronte al grande vuoto di se stessi
con la coscienza critica in stato di assoluta catalessi
sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
cercare il proprio centro e dargli vita
come a un fuoco quasi spento
renderlo vivo dargli movimento
il nemico si nasconde spesso in quello che crediamo
nei moralismi ipocriti
e nelle trasgressioni controllate e organizzate
nelle droghe illegali e sottobanco ben distribuite
il nemico crea falsi nemici per farsi scudo e apparir perbene
modellerà il suo aspetto e prenderà la forma di ciò che lo contiene
spacciandosi per libertà ti legherà con le sue catene
conservare il controllo di ciò che vediamo
conservare il controllo di ciò che sentiamo
verificare se sotto l’aspetto invitante di un’esca non sia nascosto un amo.
sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
cercare il proprio centro e dargli vita come a un fuoco quasi spento renderlo vivo
e dargli movimento (4v).
ESEMPI DI AUTOREALIZZAZIONE
Immaginiamo un grande speculatore internazionale che intenda investire una somma notevole sul ribasso della Sterlina. È evidente che se la somma di cui dispone è sufficiente, il suo stesso investimento contribuirà al ribasso della valuta su cui specula. Abbiamo un esempio di azione del futuro sul presente (il caso è reale, il personaggio è George Soros, l’anno è il 1992, la teoria sorosiana della “riflessività” è mutuata dal filosofo Popper). Non tutti gli scienziati e i filosofi accettano il concetto di azione del futuro sul presente, ma l’esempio è estendibile e l’autopoiesi (AUTOREALIZZAZIONE) dei fenomeni è un dato di fatto. Lo storico americano Adam Ulam racconta, con intento spregiativo, come nel 1903 intorno a Lenin si raccogliesse un insignificante gruppuscolo di “seguaci”, neppure tutti d’accordo fra loro. È vero, ma sarebbe veramente il tripudio del volontarismo se pensassimo che questi pazzi fossero gli artefici della rivoluzione d’Ottobre. Essi però si erano trovati in sintonia con il “movimento reale” della società e avevano potuto così costituire un partito con qualche aggancio tra gli operai. Avevano previsto moti sociali e nel loro programma c’era addirittura la presa del potere. È un fatto che, con il favore dell’esplosione sociale, essi contribuirono alla realizzazione della loro stessa previsione: con la rivoluzione del 1905 il partito accrebbe la propria influenza, con quella del 1917 prese quasi automaticamente il potere.
http://www.quinterna.org/pubblicazioni/rivista/24/modello_dinamico_02.htm
7+
Lavoro da 6 anni nel no-profit dopo una carriera da manager: devo ringraziare Andrea che ha attirato l’attenzione su questo settore che produce progetti concreti a costi infinitamente più bassi delle grandi istituzionie, fornisce aiuto a milioni di persone, e permette a milioni di altri di realizzarsi.
Realizzarsi non voul dire guadagnare molto, vuol dire sentirsi soddisfatti di quello che si fa.
Guido
La globalizzazione A CHE SERVE? Il debito è la benzina che fa muovere la macchina della Globalizzazione. Senza il debito emesso del FMI agli altri stati il meccanismo ingrippa. Devono fare fallire tanti stati per togliere sovranità e di seguito centrare il potere nel gruppo degli DEI(i MODERNI NIMROD)
E’ solo un sistema diabolico di imitazione divina, infatti nella Bibbia si parla di pace nel mondo unito, però questo mondo unito cercano di crearlo uomini DEI, un gruppo di uomini DEI è fissato di portare il Regno globale sulla terra. Ma secondo voi il mondo globale può essere attuato dagli uomini DEI?
Caro Andrea lei è un sognatore e aggiungo che il sognare e lo sperare sono sentimenti forti, che fanno avanzare l’uomo nel suo percorso di civiltà.
Ma lasci che le dica che purtroppo questa crisi non cambierà nulla nel capitalismo.
Nulla può fermare la globalizzazione, perchè questa non è un fatto solo economico ma un fenomeno culturale.
Certo che dopo che il mondo sarà stato globalizzato, tutti ci gireremo indietro e andremo di corsa a salvare le “peculiarità” e le varie “singolarità” culturali, che magari erano state travolte.
Ma sarà solo un fenomeno di conservazione archeologico-storico, dato che conservare le proprie radici è un aspetto essenziale della propria identità.
Il mondo degli affari si farà ancora più feroce e competitivo, si continuerà a sfruttare e speculare come (e peggio) di prima.
Sono convinto che le parole “Etica”, “utilità sociale”, “ambientalismo” saranno sempre più ricorrenti nelle brochure delle aziende, ma molti staranno attenti a passare dalle parole ai fatti.
Il mondo avanzerà a più velocità, ed è buffo che dopo più di 60 anni la palla è passata di nuovo nel campo della vecchia Europa, noi supereremo la crisi in due/tre anni. Paesi come gli USA, l’Inglilterra il Giappone la Cina e perfino il Brasile e L’India, impiegheranno fino ad un decennio per riprendersi.
Per chi non lo sapesse la Cina farà un 0% di crescita quest’anno, ma nessuno si stupirebbe che scenda in territorio negativo.
La Cina è un mercato troppo piccolo e squilibrato, per sperare di avere un ruolo da superpotenza e presto tutti si renderanno conto di aver sopravvalutato la forza del Dragone Rosso, ci vorranno almeno cinquanta anni (di quelli buoni) perchè raggiunga uno standard di sviluppo paragonabile ai paesi occidentali.
La Cina e l’India somiglieranno sempre più a paesi come l’Indonesia e la Thaillandia, dove vecchio e nuovo, povertà e ricchezza andranno di pari passo.
Il nodo delle fortissime disuguaglianze sociali non verrà sciolto facilmente.
Quelli che pensarono alla CEE prima e all’Unione Europea dopo, avevano l’intuito dei grandi statisti. Avevano capito che i vecchi stati occidentali presi singolarmente avevano poco da dire, ma la loro unione costituisce la vera superpotenza.
Un mercato con un Miliardo di consumatori.
E’ L’Europa nel suo placido avanzare a scrivere la storia del secolo in corso, la Cina e L’India avranno un ruolo forse nel prossimo secolo, ma forse allora veramente l’umanità sarà proiettata verso nuovi mondi.
-IL Compasso-
Non abbiamo ancora capito la potenza espressa dalla Russia-Cina, se gli Stati Uniti e l’Europa non filano a dovere, avanti e con la coda tra le gambe, i cinesi e i russi fanno crollare gli Stati Uniti con un click del topolino(Mouse), se non mi sbaglio l’ELEFANTE ha paura del topolino……morale…l’ELEFANTE AMERICA si spaventa del mouse, con un mouse gli occhi a mandorla possono dichiarare guerra agli Stati Uniti senza lanciare una bomba……il ricatto cinese è una corda che sta strozzera l’Occidente.
Con il mouse possono rimpatriare miliardi di dollari VERI.
Chi vivrà vedrà!!!
scrivi proprio bene Compasso.
è per questo che la Cina si guarda bene dal far detonare la bomba nucleare monetaria: vendere in blocco le tonnellate di USD che si ritrova;
ma chiesto e ottenuto infatt, che il Fondo Monetario introduca Real e Yuan nel paniere per i Dir. Speciali di Prelievo.
Giobbe 1971
Protezionismo
Leggendo i giornali e ascoltando i notiziari oggi campeggia la scritta no ad un’Italia multietnica, e leggendo o ascoltando oltre ” cosi’ rispettiamo la normativa europea”.
Il vero protezionismo non si consuma nell’impedire gli scambi commerciali, ovunque ci siano interessi economici infatti questo mondo trova sempre una maniera x aggirare la norma, ma e’ di fronte al capitale Umano che si consuma il vero Protezionismo.
Uomini, si parla di uomini, con un’anima dei desideri, con quella luce, negli occhi carichi di speranza, in grado di illuminare il tunnel in cui ci siamo infilati. Fin troppo spesso ultimamente si legge sui quotidiani la frase “la luce in fondo al tunnel” ma mi pare in questo mondo si sia perso proprio il concetto della Luce e di quello che porta con se.
Ci si preoccupa nel tentativo di difendere quello che abbiamo creato (non troppo bene a quanto pare) di Proteggerci da persone che arrivano cariche di tutto cio’ di cui avremmo bisogno. Con voglia e desiderio di lavorare, che non conosce la corruzione della ricchezza e l’ammaliante canto del debito.
Da dove passa il cambiamento? passa tramite le banche centrali? passa tramite i governi? vediamo tutti i giorni quello che questi signori ci propongono come modello e con quale capacita’ manipolano le nostre vite; No passa attraverso gli Uomini, Uomini che non la pensano come noi e che sono ricchi di valori piu’ puri dei nostri, Uomini che hanno ancora al centro delle loro necessita’ la Vita. Ma noi a quanto pare non abbiamo piu’ tempo di pensare a qualcosa di cosi’ grande come la Vita e a rivedere la nostra negli occhi degli Altri.
E’ quando si pensa di non avere piu’ bisogno di nessuno e non si vuol vedere che gli altri hanno bisogno di noi che muore il concetto di scambio e con esso quello di mercato.
Caro Andrea facendo riferimento al tuo discorso sui commenti di ieri, la nostra societa’ ormai e’ piena piu’ di uomini Ordinari che di Uomini comuni, sara’ anche ora che gli uomini comuni riconquistino la loro fetta di mondo, solo cosi’ facendo potremo risentire di nuovo la forza della voce vera del mercato, quel mercato che trovi girando l’angolo di tutte le strade di questo pianeta.
Mai frase fu piu’ centrata in questo contesto Andrea “L’Altro e’ limite al mio avere ma necessario al mio essere”, ma che bello!!!!
il fringuello
Bellissimo commento il fringuello!..avrei voluto scriverlo io…
Riporto alla Vostra attenzione, in linea con ciò che dice Andrea e con ciò che rimarchi Tu …che condivido, il blog citato da ccp ieri:
http://camper-sicurezza.blogspot.com/
l’ avete visto…
Se Ti conosco non Ti evito…
Inoltre vi ricordo alcune bellissime frasi di Ernesto Oliverio, premio nobel per la pace,
che il nostro Capitano ha citato spesso:
…
Se i mie dubbi
diventano fiducia, se accetterò l’incontro con l’amico
allora la mia vita incontrerà l’amore
e potrò asciugare le lacrime
incoraggiare gli sfiduciati soccorrere i bisognosi…
molti diranno…troppa poesia…troppi…sogni…troppi illusi…bhe mi spiace…ma credo che tutto parta da qui…senza quella luce siamo semplici “cadaveri” ambulanti in un mondo inanimato…
Valentina
grazie Valentina anche io leggo sempre con interesse i tuoi commenti e le tue indicazioni.
il Fringuello
Figurati il Fringuello, non c’ è di che, … grazie a Te!!…
Buona navigazione…
Valentina
p.s a pensarci bene…(per rimanere in tema con la foto del post)…Il Cucolo!…il Fringuello!… abbiamo imbarcato interessanti “volati” :-)durante il viaggio, oltre naturalmente precisi strumenti di navigazione! 🙂 🙂 🙂 🙂
Finalmente !!!
Post e commenti che sanno di aria pulita. Oggi si respira.
Ma sarà un caso che le borse oggi sono chiuse. Mi viene quasi da proporre le settimane ecologiche dove si chiudono le BORSE e i mercati di tutto il mondo !!!!!!!
Chissà forse un giorno ….
Matteo
Montecristo
E’ di oggi la notizia ufficiale che la Nasa, lancia per il 2012 un allarme di” black out per la terra”.
La conferma della Nasa è sconcertante,per gli appassionati della profezia Maja le cose cominciano a quadrare.
Se volete leggere l’articolo completo della new basta andare sul sito “www.wallstreetitalia.it”
Per Montecristo.
Secondo me i Maya con l’allarme lanciato dalla NASA c’entrano poco.
Sai proprio ieri si è saputo che Obama intende tagliare 17 miliardi di finanziamenti alla NASA……
Chissà….forse vogliono recuperare qualche spicciolo per evitare questo “immenso disastro” in arrivo….
Certo, forse sono malpensante io….
o forse è ingenuo chi crede che stia per avverarsi una profezia Maya?
IL MOZZO DI TERZA
ragazzi che noia questo blog per pochi intimi sempre quelli frinquello valentina compasso…montecristo.. e sempre pessimisti e nn ne azzeccano una e sanno si tutto e di tutti..meglio spigozzare sul divano..
Buona Domenica
Oggi leggendo l’articolo di Andrea ed i commenti che parlano di beni intangibili!!!, etica, profezie; vorrei segnalarvi un fatto accaduto oggi:
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=725730&clk=0
Forse qualcuno potrebbe pensare che questo fatto non c’entra niente con questo blog di finanza-etica.
Non voglio essere un cattivo “profeta” e fare dell’allarmismo, ma quando in una società “tecnologica” come la nostra si guarda solo al proffitto, senza preoccuparci delle conseguenze….possono accadere anche queste cose.
Voglio precisare che io lavoro anche con il GAS!!!!!!!! e considero queste persone dei “martiri” di una società “tecnologica” abbandonata al mero proffitto.
SD
P.S. I vigili del fuoco…..arrivano sempre DOPO…..che l’entropia-chimica ha svolto il suo lavoro.
# 15
….più che noia è paura di…..
cercare il proprio centro e dargli vita
come a un fuoco quasi spento
renderlo vivo dargli movimento……
Montecristo
Per blogger n 15
Guarda che io amo la vita e mi ritengo un ottimista per natura,ma sicuramente non un ottimista catastrofico, chiaro il concetto?
La noia proviene o da debolissima coscienza dell’esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire; o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo (Ugo Foscolo)
Buongiorno a tutti
personalmente mi annoia la contrapposizione tra i “sognatori” e “quelli con i piedi per terra”.
Andrea ancora una volta ha dato vita a pagine bellissime. Per poter fondare un modo diverso di fare economia ci vogliono i principi. Porre al centro di tutto l’uomo e la sua essenza è il presupposto ineludibile. Se vogliamo dovremmo ambientare il tema nell’etica cristiana, ma potremmo anche limitarci, meno trascendentalmente, ad utilizzare l’imperativo kantiano inteso a vedere il nostro prossimo come fine e non come mezzo…
Quello che trovo grande di Andrea è la coniugazione di questi valori con la capacità di analisi della realtà economica.
Ciò che trovo deludente negli interventi è il manicheismo di chi si schiera di volta in volta “contro” gli “idealisti” oppure contro gli “speculatori” (oppure altre figure come “pessimisti da salotto”, etc.).
Magari un giorno sorgerà una nuova consapevolezza. Si comprenderà come sia tutto sapientemente manipolato da mani forti che tutto governano e che lasciano i poveri diavoli a interpretare grafici senza senso come gli aruspici scrutavano i visceri degli animali per ricavare indicazioni sul futuro….
Un caro saluto
Daniele
Buona Giornata, un caro saluto anche a Te… Daniele!
Si condivido …Andrea è grande…nel suo particolare modo di parlarci di economia…e non solo per questo…
e le sue “superbe” pagine non si contano più.
Annetto…il #15 un po’ mi ha stuzzicata…(e poi la chiudo qui) ma faccio fatica a comprenderlo…perché non conosco la noia,
men che meno qui…amo troppo la vita e sono troppo curiosa per annoiarmi!
Si a volte un po’ di delusione per i commenti…per i mie …un po’ di delusione per appunto i “pessimisti annoiati” da divano …
non so cosa intendesse il nostro amico con.. sanno tutto di tutti…quasi a disegnare una sorta di gigantesco pettegolezzo…
ma io invece vedo solo contaminazione e interesse per l’altro…se non iniziamo da qui…dove mai vogliamo andare!!….
Ma…volendo forse, un piccolo sforzo, per tentare di recidere la sottile manipolazione delle nostre vite si può fare:
…
…”vi sono quelle che si “contaminano” con la persona aiutata e quelle che non vivono questa “contaminazione” e appunto la differenza sta nella contaminazione e nella prossimità…
I problemi sorgono non appena si consideri che il rapporto tra due (o più) soggetti può essere di reciproca disponibilità, cioè di reciproco riconoscimento della singolarità personale, oppure di reciproca sfida (o minaccia).
Vogliamo perdere tempo a parlare del nulla,
Contaminazione ovvero partecipazione in prima persona, date un’occhiate alle vostre comunità, nei vostri paesi, nelle vostre città, USCITE DAI GUSCI DELLE VOSTRE ESISTENZE e fate crescere il PIL della solidarietà e della contaminazione umana.
Chissà che forse un giorno avremo uomi e donne felici che non passeranno più il tempo a lamentarsi perchè non sanno come far passare il tempo stesso.
Contaminazione e prossimità…
Ciò vale non solo per i progetti sociali…ma per ogni tipo di relazione…ricordiamolo!…
Grazie sempre di tutto Andrea!
Buona giornata Compagni di Viaggio, Buona giornata anche agli annoiati…
Valentina
p.s: tradotto: non ci sono pochi intimi…ma solo chi si “contamina” e chi decide di non farlo…liberi ciascuno di scegliere.
La “noia”, Valentina, talvolta nasce semplicemente dalla constatazione dell’affermazione di un paradigma destinato a non incidere sulla realtà, togliendo linfa ai mistificatori.
Un caro saluto
Daniele
l’etica e la responsabilità diventeranno una necessità, ne sono convinta, confido che l’avidità rimarrà per troppo poche persone e di conseguenza verrà isolata, sarà un beneficio per pochi inizialmente ma la …..contaminazione…..farà il suo percorso, sta a noi goderne da subito nel nostro piccolo ma grande universo, diffidenza attira diffidenza fiducia attira fiducia sorriso attira sorriso, semplice ma per molti inafferrabile meccanismo dei rapporti umani, poichè l’essenziale appartiene all’essere e non all’apparire.
un saluto e un abbraccio a tutti
gracav
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Lo leggerò sicuramente…come altri che hai indicato…
“pillole” preziose sapientemente “seminate” durante questo affascinante viaggio..!
Grazie
Valentina
p.s: penso che citando la canzone della Mannoia ccp ha
profondamente ragione:
“sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
cercare il proprio centro e dargli vita come a un fuoco quasi spento renderlo vivo e dargli movimento…”
penso che durante questo viaggio
si siano “riaccesi” molti fuochi, l’importante è mantenerli in movimento!