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OBAMA … WATERLOOOOOO!

Scritto il alle 07:01 da icebergfinanza

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Alla fine i repubblicani hanno conquistato il Senato vincendo in sette Stati con due senatori in più, sufficienti a controllare l’ultima barricata della Waterloo di Obama.

Come ha riportato Tyler Durden su Zero Hedge citando Oscar Ameringer…

 “La politica è l’arte delicata di ottenere voti dai poveri e fondi elettorali dai ricchi, promettendo di proteggere uno dall’altro”

Interessante è notare che solo 90 milioni di persone erano attese alle urne per le elezioni di metà mandato, ovvero meno del 30 % dell’intera popolazione americana.

Il voto dimostra che la reale situazione dell’economia americana è estremamente differente dalla realtà mediatica, il far uscire nelle ultime settimane dati economici che profumano di manipolazione mediatica non è servito all’amministrazione Obama a vincere queste ultime elezioni, una crisi e una strategia che hanno distrutto quello che restava della “middle class” americana.

Un prima chiara conseguenza dei risultati delle elezioni americane è che la Federal Reserve, la sua politica monetaria, finirà nel mirino dei repubblicani

La destra ultraliberista contro la Federal Reserve

Non è certo una novità la proverbiale mancanza di indipendenza delle banche centrali  “La Fed non è indipendente”. Parola di Alan Greenspan, quello che è probabile che da ora in poi le cosidette politiche keynesiane dell’amministrazione Obama, la nuova anatra zoppa finiranno in soffitta.

Basta ascoltare le dichiarazioni di Joni Ernst la vincitrice dello Iowa… «Da ragazza castravo maiali. Per questo quando sarò a Washington saprò come tagliare le spese del governo».

Delle conseguenze di questa vittoria ne parleremo insieme a Machiavelli nelle prossime settimane, delle ricadute sulla politica economica i sintomi sono chiari, una politica …

…ispirata al libero mercato: un programma di riforme del fisco, con tagli delle aliquote per le imprese. Il via libera a nuovi progetti energetici, dall’oleodotto Keystone tra Canada e Stati Uniti, fermo per paure ambientali, a maggiori esportazioni di gas. Sono inoltre possibili frenate alla regolamentazione: nell’energia l’Agenzia per la Protezione Ambientale potrebbe vedere ridotti i poteri sulle emissioni inquinanti, a cominciare dalle centrali elettriche. In gioco sono alleggerimenti della riforma finanziaria Dodd-Frank, quali un ridimensionamento dell’Ufficio per la protezione dei consumatori. Dalla riforma sanitaria potrebbero sparire alcune imposte, quali la tassa sui produttori di attrezzature mediche. Uno dei capitoli più controversi di una probabile agenda repubblicana riguarda la Banca centrale. La Federal Reserve potrebbe finire sotto pressione: i repubblicani intendono esaminare con attenzione la sua politica monetaria accomodante e i suoi accresciuti poteri di sorveglianza e regolamentazione della finanza. Alcuni repubblicani chiedono inoltre maggiore trasparenza e informazioni sulle decisioni della Banca centrale, una causa sposata anzitutto dal senatore Rand Paul che vorrebbe aprire l’istituto a veri e propri controlli contabili. Numerosi suoi colleghi auspicano infine formule matematiche e ispirate anzitutto al controllo dell’inflazione, e non anche all’occupazione, per guidare le scelte sui tassi d’interesse. Una svolta che modificherebbe il tradizionale doppio mandato della Fed, volto a perseguire sia la stabilità dei prezzi che il massimo impiego. (tratto dal Corriere della Sera L’America volta le spalle a Obama)

Quello che è certo è che quando si tratta di votare solo loro scendono in massa alle urne elettorali, mentre il sogno americano si spegne lentamente…IL PIU’ GRANDE SUCCESSO DEL DOLLARO …

Ovviamente dimenticavo, per gli psicopatici di Wall Street questa è una gran festa, la sconfitta di chi ha fatto finta di combattere la finanza in questi anni, incassando lauti finanziamenti per le campagne elettorali è una Waterloo da festeggiare… business as usual!

La prossima settimana Machiavelli ci racconterà importanti novità che ci accompagneranno probabilmente nel prossimo lungo decennio perduto.

MACHIAVELLI INCONTRA FORREST GUMP un viaggio appena incominciato, un viaggio lungo tre anni…

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9 commenti Commenta
kry
Scritto il 5 Novembre 2014 at 08:57

Secondo me i 90 milioni d’ elettori non rappresentano meno del 30% della popolazione ma forse più del 50% a meno che i figli/minori non contino più nulla visto ormai il valore che si vuol continuare a dare alla famiglia. La mia impressione è che ci sarà un passaggio dal casinò della finanza al casino della realtà. Sono curioso di vedere prossimamente come verranno considerati i debiti gemelli.

gnutim
Scritto il 5 Novembre 2014 at 10:04

i repubblicani sono molto più gerriglieri, più legati al petrolio e meno propensi alla distruzione della famiglia naturale

Quindi luci ed ombre all’orizzonte,vediamo cosa prevarrà

reragno
Scritto il 5 Novembre 2014 at 10:48

La percentuale così bassa alle elezioni sono un segno inequivocabile di quanto malate siano le democrazie occidentali.

La sfiducia del cittadino nei confronti dei rappresentanti dei vari organi di governo non lascia presagire nulla di nuovo. La democrazia svuotata del suo vero significato si è trasformata in oligarchia.
La parabola dell’evoluzione umana è in fase discendente.
Mala tempora currunt.

stanziale
Scritto il 5 Novembre 2014 at 11:37

Mah, io pero’ credo che un conto sono le dichiarazioni quando sei all’opposizione, un conto il comportamento quando sei al governo….penso quindi che i repubblicani al governo non potranno fare altro che continuare la produzione di carta straccia della fed, fino all’implosione del sistema o ad una bella guerra , il che e’ la stessa cosa. Del resto cosi’ facevano con l’ultimo Bush, meta’ dei quant. easing e’ andato a banche straniere con sede negli usa, proprio per evitare il fallimento del sistema bancario, e quindi economico e industriale occidentale. Ora sono in un periodo di stanca, il testimone e’ passato ai giapponesi, ma sempre continuera’ fino alla fine, la produzione di banconote senza retrostante serve, in definitiva, solo a pagare gli interessi sui debiti mondiali, che sono in costante aumento, impagabili. La prova di cio’, e’ il prezzo dell’oro truccato, piu’ va giu’ e piu’ le cose (economia reale) vanno male, secondo me. Probabilmente andra’ giu’ fino al giorno prima del crollo.

stanziale
Scritto il 5 Novembre 2014 at 11:46

Ah, vedo che anche oggi i prezzi di petrolio ed oro sono in ulteriore forte calo. I cinesi (hanno comprato nel 2013 2200 tonnellate) sentitamente ringraziano, cosi’ come il fatto di aver separato la Russia dall’occidente. Belle mosse di Obama & c., complimenti.

phitio
Scritto il 5 Novembre 2014 at 13:16

stanziale@finanza,

ti consiglio questa lettura a riguardo dei prezzi del petrolio 😉

http://ugobardi.blogspot.it/2014/11/declino-del-petrolio-e-il-prezzo-che-fa.html

Per quanto riguarda invece il desiderio dei repubblicani USA di esportare “piu’ gas” e’ la barzelletta el secolo

kry
Scritto il 5 Novembre 2014 at 14:00

stanziale@finanza,

Caleranno oro e petrolio ma intanto le borse volano e mi vien da ridere quando …… Stati Uniti: -2,6% per le richieste mutui Mba Finanza.com – 41 minuti fa
Borse Ue sui massimi intraday. Attesa per i dati Usa Trend Online – 44 minuti fa.

glare
Scritto il 5 Novembre 2014 at 16:01

stanziale@finanza,

http://icebergfinanza.finanza.com/2014/10/31/america-la-crescita-del-pil/

Allora il gas ha ora rotto i 4,25 $..(oggi ripiegherà auna quota di 4,15),ma sta ritornando come previsto ai valori di produzione..ora la dinamica è più rapida delle mie aspettative dette in settimana scorsa..con + 10 % in soli 3 giorni.. questo fa sperare che si verifichi il massimo in febbraio (anche se la quota 5 per ora resta un miraggio)

phitio@finanza, commento 11 settembre 2014:

“…Dopo le considerazion riportate sull’attuale scenario è logico pensare che nel breve periodo, i prezzi del gas e del petrolio manterranno il valore attuale o al più scenderanno per limitare le scorte;
ma ciò non significa che l’andamento del petrolio o del gas sarà privo di variazioni stagionali..
anzi è probabile che ad esempio il gas superi tra gennaio e febbraio 2015 la quota di 5,5 $..per poi ridiscendere ai valori prossimi a 4,25….”

Per il petrolio..non centrano nulla i lugubri pensieri di Ugo Bardi..
La storia è molto diversa..l’Arabia Saudita ha deciso di tagliare il costo di vendita (per mettere in difficoltà tutti i competitors , soprattutto gli States con il loro Shale..questa è una guerra tutti contro tutti) la decisione è stata presa lunedì proprio alla fatidica quota di 78 $ (quota di produzione media petrolio Americano)..il problema è che in Arabia Saudita esistono due correnti di pensiero..per ora hanno vinto in parte coloro che privilegiano il taglio..ma dovete ricordarvi che molti Sauditi hanno stretti o strettissimi legami negli Usa e in primis con la Exxon..
Bisogna stare alla finestra..gli etf sul petrolio saranno l’ultima chance per consolidare i nostri piccoli risparmi

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