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L' ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI: ECONOMIA REALE!

Scritto il alle 08:05 da icebergfinanza

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Il " Piccolo Principe " di Antoine de Saint Exupery amava ricordare che "l’essenziale è invisibile agli occhi" ma il suo vero significato era ed è  ben diverso da quello che questo post vuole trasmettere, un significato che va al di là dell’immaginabile, l’essenza stessa delle persone, essenza oggi spesso travolta dall’apparenza.

L’essenziale è invisibile spesso agli occhi del sistema ovvero l’economia reale, economia senza la quale la finanza non avrebbe ragione di essere. 

Spesso nei mesi passati, ho ricordato come questa crisi sarà in grado di cambiare radicalmente la concezione stessa della finanza e di riscrivere qualunque testo di economia, spazzando via una serie di certezze e luoghi comuni, concezioni accademiche e sicurezze ideologiche,  che hanno caratterizzato gli anni successivi alla nascita del cosidetto "pensiero unico".

Alcuni di Voi spesso mi hanno scritto chiedendomi se questa crisi è il risultato di un disegno superiore, orchestrata a tavolino dai gran burattinai coadiuvati da innumerevoli gatti e volpi, ma come ormai voi tutti sapete, oggi questa crisi è l’essenza stessa dell’imponderabile, una follia di massa, che sta travolgendo gli stessi autori, un enorme boomerang che sta rientrando falciando qualunque cosa sulla sua traiettoria.

Analisti tecnici e fondamentali, economisti ed esperti presunti, gestori e manager finanziari, banchieri centrali e consiglieri economici, figli di ideologie e modelli talvolta demenziali, abbagliati dalla luce infinita di un sistema che sempre e comunque ha vissuto della propria onnipotenza, oggi rincorrono le origini e le cause di questa crisi in un oceano che quotidianamente ribolle di parole e considerazioni che cercano una soluzione sempre e comunque con i modelli del passato.

Tutto cambia, nulla è per sempre uguale!

Nel ricordo degli errori nella Grande Depressione oggi si è principalmente assicurato ogni tipo di sostegno al sistema finanziario, sostegno incondizionato, dimenticando sino ad oggi, che il sistema finanziario esiste solo perchè esiste l’economia reale, senza di essa il sistema finanziario non avrebbe alcuna ragione di esistere.

Come non dimenticare il tempo perso senza intervenire direttamente sull’origine del problema ( nessuno dimentica l’immenso oceano di derivati e prodotti strutturati nati dalla genialità demenziale di menti spesso esaltate dall’odore del profitto ) ovvero il mercato immobiliare, un’ideologia quella del libero mercato, che rinnega qualsiasi intervento atto a modificare le leggi del mercato, intervento spesso negato sulla base di sottili e diabolici conflitti di interesse.

Bill Fleckenstein nel suo ContrarianChronicles ricorda a tutti che stiamo entrando nell’ottavo inning di questa crisi finanziaria, ovvero quello che riguarda l’economia reale come sostengo da tempo…….

I hear a lot of chatter about the next problem in the financial food chain, as it were.  Yet I am much more concerned about jobs and the economy (as well as a future funding crisis I’ll explain below) than I am about this phase of the financial crisis. I could be wrong, of course, but I think we’re probably in about the eighth inning of the crisis in financials. The government is not going to let any major financial entity (or almost any large entity) go bust at this juncture — which means no one will lose access to green paper.

Thus, while folks are worried about financial institutions, their real concern ought to be the economy.

Torno a ripetere che la finanza senza l’economia non avrebbe alcuna ragione di esistere, quindi tralasciando un riassunto delle dinamiche che portarono  alla Grande Depressione, l’errore di aver trascurato e sottovalutato per molto tempo le reali condizioni dell’economia reale potrebbe rivelarsi l’errore principe di questa crisi, ai posteri l’ardua sentenza.

Via BigPicture questa vignetta che vi ho già proposto esprime chiaramente ciò che sta avvenendo con il beneficio del dubbio, il dubbio che risolverà solo il tempo, solo la Storia……

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by Clay Bennett , Chattanooga Times Free press 

Come scrisse sul Sole 24 Ore Carlo Bastasin ………

" Se sentite puzza di bruciato, avete probabilmente ragione. Una crisi finanziaria infatti è diversa da un incendio, perchè i pompieri finanziari, le autorità di governo e di vigilanza, pensano prima di tutto a salvare la casa anzichè gli inquilini"

Oggi Citigroup comunica inoltre un’autentica perla che travolgerà il sistema finanziario nei prossimi mesi ovvero una perdita di circa 1,4 miliardi di dollari sulle cartolarizzazioni realtive alle credit cards e visto che l’economia reale continua a deteriorarsi, riflettendosi  in particolar modo nel credito al consumo, Citigroup ha pensato bene di rafforzare i criteri per avere accesso ad una carta di credito e conseguentemente ha pensato di ridurre le linee di credito in atto. Le perdite persisteranno per tutto il 2009 (aggiungetevi pure il 2010 aggiungo io ) e supereranno i loro picchi storici. Chapeau!

La notizia rilasciata dalla cnbc testimonia come non appena l’economia reale è in difficolta, lo stesso sistema finanziario invece che sopportare i costi di una politica del credito in passato demenziale, oggi utilizza gli aiuti governativi per rinforzare il capitale, cercare di tenere inalterato il flusso dei dividendi senza peraltro farsi mancare generosi bonus  e compensi addizionali.

Se qualcuno si illude che il sistema abbia assunto un atteggiamento consapevole e sostenibile nella crisi, si legga questo articolo da Bloomberg dal titolo "Broken Securities Industry Still Has $20 Billion to Pay Bonuses" dedicato a tutti coloro che oggi si svegliano da un lungo sonno.

Dalla scomparsa dell’intera galassia delle banche d’investimento americane Merrill Lynch assicura un bonus complessivo di 6,7 miliardi di dollari congiuntamente ai 13 miliardi messi a disposizione da Goldman Sachs e Morgan Stanley. Ogni altra considerazione richiederebbe una buona tazza di camomilla! Thisismoney

Oggi secondo la First American CoreLogic un americano su quattro potrebbe detenere un mutuo residuo di valore superiore al valore stesso della propria abitazione e come abbiamo già visto probabilmente entro fine anno saranno circa 13 milioni le famiglie in questa condizione.

Nel frattempo la FDIC comunica il diciasettesimo fallimento bancario di questa crisi, uno dei tanti che nei prossimi mesi secondo Sheila_C.Bair chairman della stessa FDIC accompagnerà il cammino di questa lunga crisi, un aumento nei fallimenti bancari che era stato pronosticato già due anni fa incitando il sistema finanziario ad aumentare il capitale proprio. Forse pronosticare non basta, sarebbe meglio agire, ma nel libero mercato era considerato un tabù. 

JPMorgan oggi e sottolineo solo oggi, sospenderà nei prossimi tre mesi le procedure di pignoramento, foreclosures per un totale di 100 miliardi di mutui concessi negli scorsi anni. Benvenuti anche se ormai è tardi nell’oceano del realismo!

Alcuni anni fa sul NYTIMES un articolo dal titolo The End of Pensions riportava alla luce la drammatica situazione dei fondi pensione americani sottoposti ciclicamente agli effetti di crisi che negli ultimi anni si ripropongono regolarmente.

Non sarebbe giusto dimenticare che AIG e Merrill Lynch sono state salvate senza indugio anche per la loro particolare rilevanza nel detenere i fondi pensione americani.

The nation’s largest public pension fund, the California Public Employees’ Retirement System,( CALPERS ) is warning local and state entities it may need a taxpayer bailout to continue paying retirees.

In sintesi a breve potrebbe esservi la possibilità di richiedere un salvataggio governativo o statale anche per continuare a pagare le pensioni, visto che uno dei maggiori fondi pensione americani il californiano CALPERS è in evidente difficoltà dopo il crollo del mese di ottobre! Manca ancora qualcuno nella lista dei BAILOUTS futuri?

Il differenziale tra i BTP italiani e i BUND tedeschi continua ad allargarsi, in omaggio al debito pubblico italiano, al rischio paese Italia, perchè i tedeschi sono una tripla A per quanto valga di questi tempi, perchè sono efficienti e magari ci sanno fare con i futures, giocano con le opzioni e fanno volare le Volkwagen!

E pensare che il sistema finanziario tedesco si è dimostrato fragile e tenero come un grissino a partire da IKB attraverso Sachsen LB per giungere sino a Hypo Real Estate senza dimenticare infine il potenziale inespresso di  Deutsche Bank!

Comunque sia cosa meglio di un Credit Defaull Swaps testimonia la tendenza del rischio di uno stato sovrano e allora perchè già che ci siamo, non diamo un’occhiata alla dinamica relativa agli Stati Uniti d’America su Prudentbear.com in sintesi ……..

This has perplexed, and even amused, some market observers. How, they ask, could a private sector contract against default be expected to pay out in the case of a US government default – which would be the equivalent of a nuclear explosion in the financial markets?

Un’autentica esplosione nucleare finanziaria……possibilità limitata dalla capacità ricordata dallo stesso Bernanke di poter stampare moneta in quantità illimitate, si illimitatamente sino a quando……..

Moreover, how could the US government ever renege on its debts? After all, it supplies the world’s reserve currency, and the Federal Reserve Chairman reminded us a few years ago of the US authorities’ ability to print money in unlimited quantities. Any “default” would at least be through the time-tested mechanism of inflation and currency devaluation, according to this view. 

Una bella riflessione sull’argomento la potete trovare su CALCULATEDRISK ed in particolare sulla non remota possibilità che il cosidetto circolo virtuoso "presunto" degli ultimi anni si trasformi in circolo vizioso! 

Virtuoso 

 

 

 

 

 

 

 

Thanks to Calculated Risk!

In Italia la Consob prolunga sino alla fine dell’anno la chiusura della possibilità di effettuare vendite allo scoperto, che sul Sole 24 ore vengono osannate dagli operatori che spiegano come la rigidità del mercato sia dovuta al fatto che le vendite allo scoperto calmerebbero i rialzi e i ribassi in quanto scatterebbero le vendite o le ricoperture. Affascinante la spiegazione, senza ricordare però che se questo gioiello opaco di ingegneria finanziaria sparisse dalla circolazione, con il tempo il mercato ritroverebbe un suo equilibrio senza bisogno di artifici che incrementino esponenzialmente i guadagni dei soliti noti.

Si ricorda inoltre come riportato anche spesso da Paolo sul suo blog Libero Mercato, che l’elusione di tale provvedimento è all’ordine del giorno, attraverso un meccanismo di prestito di titoli, effettuato fuori dai confini nazionali che previlegia i soliti noti e "penalizza" l’intermediario di casa nostra. In fondo si sa oggi il mercato fa acqua in ogni settore e spesso i provvedimenti vengono presi in ordine sparso senza alcuna regia internazionale.

Interessante notare inoltre la preoccupazione della Consob sul rischio che si creino conflitti di interesse evidenti, in riferimento alla scadenza di un numero massiccio di obbligazioni bancarie da quai al 2010. Secondo Lamberto Cardia sul Sole 24 Ore, si evidenzia come nell’imminenza di scadenze per oltre 200 miliardi di euro ( fino alla fine del 2009 si tratta di 114 miliardi ) il timore è che la necessità di rinnovare un ammontare ingente di titoli comporti " maggiori incentivi al collocamento di tali emissioni, presso la clientela al dettaglio, che avviene di norma a costi inferiori a quelli richiesti da altri investitori istituzionali, che esigono premi più alti per il rischio assunto".

L’esigenza di stabilizzare la raccolta e di contenerne il costo potrebbe quindi spingere le aziende di credito a collocare al pubblico titoli poco adatti, per richiosità e complessità, agli investitori al dettaglio. "

Uomo avvisato, mezzo salvato, trasparenza e semplicità sono le perle di un qualsiasi investimento che dovrete cercare nelle ostriche di questo oceano finanziario, prodotti semplici e chiari che corrispondano al Vostro grado di rischio e consapevolezza.

Concludo ricordando a tutti l’avvio di una settimana cruciale per i destini a breve termine dei venti di questo oceano inquieto, elezioni americane, indici ISM, occupazione ( lasciate perdere i riferimenti che arriveranno dalla ADP e concentratevi su quelli indicatori che il Vostro Icebergfinanza ha spesso evidenziato in passato che troverete in tutti i post relativi al mercato del lavoro americano TAG ) e  ordinativi industriali, senza dimenticare che come evidenziato nel post " ORIZZONTI NELLA NEBBIA " il cammino resta avvolto nella nebbia e che la rotta futura è scritta nella stella polare della Vostra consapevolezza.

 

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!

La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gatuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!

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2 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 3 Novembre 2008 at 21:50

aggiorno il grafico postato da Andrea relativo ai Cds per gli USA con i dati riferiti alla nostra soleggiata penisola:
oggi, il Cds 5Y spread per l’Italia è salito a 111 ( per un confronto, Germania 32, Francia 43, GB 60, Giappone 58 )…il grave è che nell’ultimo mese lo spread per l’Italia è raddoppiato, era a 54 quattro settimane fa…

a parte l’ISM manifatturiero, su cui si dilungherà Andrea ( il sottoindice occupazione è al minimo dal 1991), segnalo un fatto SENZA PRECEDENTI ( almeno negli ultimi decenni): il rendimento dei titoli inflation linked ha bruscamente superato quello dei titoli a tasso fisso ( per le durate a 3, 5 e 7 anni; non ancora per i 10 anni)…
significa che il mercato sconta un periodo deflazionistico addirittura superiore a 6-7 anni, con una preoccupante rincorsa verso una sindrome giapponese…
speriamo che il mercato si sbagli…

ad maiora

Gabriel

PS mentre la Reuters ci fa sapere che Morgan Stanley “cancella le feste di Natale” ( ! ), Il Sole 24 Ore strombazza un titolo per il quale il caro-mutui “manda in bolletta l’84% delle famiglie italiane”, esempio insieme di pessimo giornalismo e pessima metodologia statistica…
tuttavia la notizia un qualche significato ce l’ha…

Scritto il 3 Novembre 2008 at 22:25

Bersaglio centrato caro Gabriel, in sintesi quanto ho scritto nel post dedicato ai sostenitori del blog…..

Se queste sono le parole del responsabile delle emissioni di titoli di stato del Tesoro americano, le emissioni di TBOND andranno alle stelle e con esse il debito pubblico americano. E da notare inoltre che recentemente le vendite si stanno focalizzando sui titoli di stato americani indicizzati all’inflazione, in misura tale da scommettere su una inflazione negativa nei prossimi cinque anni.

Al di là di qualunque altra considerazione nel breve e forse nel medio termine è meglio attrezzarci per affrontare una violenta deflazione anche se ancora tutto è possibile!

Ciao Andrea

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