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ALLE VOLTE RITORNANO! IL MARGINE DI DEBITO
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RIEN NE VA PLUS!
Alle volte ……..ritornano! Come sempre in ogni fase di euforia e di certezze assolute rispetto alla tendenza di mercato puntualmente ogni record esponenziale relativo alla concessione di credito, all’indebitamento speculativo viene sistematicamente abbattuto.
In un precedente post con riferimento alla Grande Depressione dissi che, l’attenzione delle banche centrali concentrata quasi esclusivamente sulla massa monetaria, non riesce a vedere due ostacoli imprevisti.
Uno è l’immane dose di creazione creditizia alla quale l’economia ed il sistema finanziario si sono assuefatti negli ultimi anni, mentre l’altro e’ il canale di tale creazione del credito avvenuta prevalentemente al di fuori del sistema bancario, attraverso i mercati finanziari.
Nel ’29, lo stesso sistema bancario non avendo particolari controlli, poté sviluppare con facilità una politica di credito facile e di speculazioni legate alla borsa, attraverso acquisti diretti o acquisizioni, favorendo operazioni allo scoperto attraverso il margine di debito consistente in affidamenti atti a speculare in borsa.
In quegli anni quando un privato comperava delle azioni, non doveva necessariamente disporre di tutto il capitale.
Come scritto nel libro di Fabrizio Galimberti “Economia e Pazzia” lo strumento preferito era il “riporto”, una forma di prestito tuttora presente che consente di ricevere un prestito per un valore del 80/90 % del capitale impiegato nell’acquisto di azioni. I “caller loans” erano concessi non solo dalle banche, ma anche dalle imprese che partecipavano alla frenesia speculativa attraverso l’impiego delle proprie disponibilità liquide.
Oggi in maniera impropria potremo paragonarli ai capitali impiegati nelle operazioni di acquisizioni in atto nel settore del private equity ed eventualmente ad operazioni ad alto rischio nelle acquisizioni e fusioni. Secondo Galimberti il denominatore comune delle crisi finanziarie è il ricorso alla “leva” qualunque essa sia, la possibilità di moltiplicare le fonti di guadagno con gli strumenti finanziari senza rischiare i “rigori” dell’economia reale.
Il cosiddetto “margin call” ovvero chiamata del margine consentiva di tenere sotto controllo con il margine del 10 % il prestito, ma nascondeva il rischio evidente che in caso di collasso o panico le perdite sarebbero state amplificate!
Nessuno se ne preoccupava in quegli anni, in quanto il mercato non faceva altro che salire ed ogni correzione era considerata una imperdibile “ finestra di acquisto”.
Non starò a ripetervi quanto scritto nella memoria fossile della storia ma se qualcuno fosse interessato Vi rimando al_post_in_questione.
Come scritto in precedenza leggendo un racconto dettagliato di quelle che furono le cause e i sintomi del grande crollo di Wall Street del 1987 nel quale un’ondata di vendite fece precipitare gli indici del 22 % in un solo giorno sancendo la peggiore flessione dal 1885, mi sono chiesto se questo fenomeno per quanto normale in un’economia e un sistema finanziario fondato sul debito potesse risultare come un campanello di allarme per prevedere eventuali crash delle borse mondiali.
“La quantità di “margin debt” ovvero margine di debito, così come i mediatori definiscono questo genere di prestiti ha raggiunto il record di 285,6 miliardi di dollari sulla borsa valori di New York. In caso di brusca inversione di tendenza, gli investitori più esposti potrebbero essere costretti a vendere velocemente le azioni od altri beni per rimborsare la cosiddetta chiamata di margine cioè quando un broker richiede effettivamente il pagamento del prestito.
Bene oggi il problema e l’interrogativo si ripresentano puntuali come un orologio svizzero.
Un articolo apparso su Reuters.com, secondo il quale il margine di debito si è sollevato dell’11 % da aprile di quest’anno passando da 318 miliardi di dollari a 353. Ne è la testimonianza tangibile.
Record_su_record, quindi un’inquietante corsa alla speculazione tramite l’indebitamento.
E poi perchè non inventare ed utilizzare anche qualche bel derivato per che protegge la chiamata di margine, ovvero consente di avere le spalle protette speculando allegramente?
Nel suo editoriale sul Sole 24 ore, Mario Platero ricorda che il Nyse oggi rispetto alla chiamata di margine ha cambiato le regole.
Invece di imporre la copertura del margine in caso di caduta del prezzo du un singolo investimento, perchè non considerare l’intero portafoglio, compensando i titoli in perdita con quelli in guadagno.
Un’idea interessante e meno costosa che aumenta il rischio per la mancanza di gradualità nella compensazione portando ad una eventuale crisi sistemica in presenza di difficoltà!
RIEN NE VA PLUS! Si gioca, si punta e si vince sempre!
Ma prima o poi quando salterà il Banco allora sarà difficile uscire dalla sala……