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TRUMP CHINA…PERFECT STORM!
Iniziamo la settimana con una bella notizia in arrivo dalla Cina!
China manufacturing activity contracts for first time since September https://t.co/EuT2iegK6H
— Financial Times (@FT) January 27, 2025
L’attività manifatturiera cinese ha subito una contrazione inaspettata a gennaio, come hanno mostrato i dati ufficiali di lunedì, in un segnale di rallentamento mentre il Paese si prepara alle festività del capodanno lunare. L’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti del paese, un indicatore attentamente monitorato in un cupo contesto economico, è arrivato a 49,1, al di sotto delle previsioni e la prima contrazione da settembre. Una lettura superiore a 50 segna un’espansione.
Una sintesi ve la faccio io, semplice, semplice, la Cina torna ad esportare deflazione, la Cina è ferma, immobile.
Il rimbalzo del gatto morto del mese precedente è già finito, pura illusione!
C’è da sperare che la mano di Trump non sia troppo pesante in questa nuova guerra commerciale contro la Cina, perché la tempesta perfetta potrebbe avere effetti devastanti sull’economia mondiale.
Con tanti saluti ai fobici e maniaci dell’inflazione.
A proposito, molti dati sull’inflazione in Europa sono attesi in settimana, ci sarà da divertirsi!
Ma guardiamo oltre.
Ricordate quanto ho scritto nelle settimane passate, che il nostro Paese sarebbe stato al riparo da un’eventuale guerra commerciale con l’America?
In molti ridevano, i professionisti della carta straccia nostrana, ogni giorno a scrivere parole sulla fine del mondo imminente, il rischio di uno tsunami commerciale per il nostro Paese.
Ovviamente subito a sinistra, una Bonafè qualunque, suggerisce
“Non ci dobbiamo illudere dell’amicizia tra Donald Trump e Giorgia Meloni, magari l’Italia verrà risparmiata dai dazi ma se verrà colpito il resto dell’Europa si vedrebbero gli effetti anche sulla nostra economia”.
Ma davvero, ma è davvero intelligente la ragazza, bisogna assolutamente rifiutare, essere uniti, far si che i dazi colpiscano anche noi, anzi chiedere il doppio per noi.
Ma si può essere così intelligenti?
Il primo febbraio dovrebbero scattare i dazi contro Canada e Messico del 25% e del 10 % contro la Cina. L’anatra zoppa Justin Trudeau ha fatto sapere che si vendicherà.
Mercoledì parlerà Powell, giovedì la BCE taglierà ancora una volta i tassi di altri 25 punti base.
Il mercato continua a credere che Trump ha ammorbidito la sua posizione tariffaria sulla Cina, osservando che preferirebbe non usare tariffe sulla Cina e accennando a un accordo con la Cina.
Preparatevi ad un crollo del prezzo del petrolio, svuotate i portafogli.
L’incendio in Iraq, del giacimento petrolifero è solo una scusa per alimentare la speculazione.
I dati PMI europei sono stati generalmente migliori del previsto, ma è pura illusione, il peggio deve ancora arrivare.
Nel frattempo in America, altro rimbalzino del gatto morto nelle vendite di case esistenti, salite del 2,2 % con prezzi che sono saliti di un altro 6 % anno su anno, continuando ad alimentare la più colossale bolla immobiliare della storia, superiore a quella del 2008.
Solo le vendite di case esistenti superiori al milione di euro, hanno tenuto in piedi le vendite per oltre il 35%, mentre sono crollate quelle di case dal valore inferiore a 250.000 dollari.
Non credo serva un genio per capire cosa significa, la bolla sta per scoppiare.
La realtà è che nel 2024, le vendite di case esistenti sono diminuite dello 0,7% attestandosi a 4,06 milioni, ha affermato venerdì la National Association of Realtors.
Il bar Harris in questi anni ha fatto un ottimo lavoro per demolire la fiducia dei consumatori nelle case esistenti.
Mutui che continuano a viaggiare sopra il 7%, tassi fissi trentennale che dal 2022, sono stabilmente tra il 6 e 8%, costi assicurazione sulla casa e tasse, sempre più onerose.
Nessuna possibilità di ripresa delle vendite per il 2025, se i tassi non scenderanno almeno al 5 %.
Noi scommettiamo che questo accadrà!
Mortgage News Daily chi dice il tasso medio dei mutui a 30 anni è del 7,11%, insostenibile.
Dopo l’euforia post elezioni, scende anche la fiducia dei consumatori americani.
Abbiamo già visto il collasso nell’uso delle carte di credito, crolla, l’indice delle condizioni correnti dell’indicatore dell’Università del Michigan sceso a 74,0 da 77,9, mentre le aspettative future sono diminuite a 69,3 da 70,2.
Le aspettative di inflazione sono rimaste invariate.
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