MIRACOLO…SIAMO IN RECESSIONE!

Scritto il alle 08:20 da icebergfinanza

christine lagarde non ha convinto nessuno – la decisione della bce di alzare i tassi dello 0,75%.. - Business

Nessuna sorpresa, come ampiamente previsto il pil americano è salito oltre le aspettative, una meraviglia che analizzeremo poi nel dettaglio, ma soprattutto un miracolo, si la BCE ha ammesso che siamo in recessione e che i mesi che arriveranno saranno ancora più difficili…

Ieri uno dei rally più spettacolari degli ultimi mesi sui titoli di Stato in generale, ma soprattutto su quelli italiani ed europei.

Certo, usano il condizionale, probabilità di recessione, giocano con i numeri, ma nei fatti siamo già da mesi in recessione, anche se loro lo nascondono, non vogliono ammetterlo.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Francoforte, 27 ott – “Il nostro mandato e’ la stabilita’ dei prezzi e abbiamo ogni intenzione di rispettare il nostro mandato ma questo non significa che siamo ignari del rischio recessione”. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte.

Anche Trichet rispettava il suo mandato nel 2008, poi sappiamo tutti quello che è successo.

Non importa cosa dicono i numeri, come vedremo il solito giochino contabile della bilancia commerciale ha consegnato un risultato positivo in America, ma in Europa, siamo già nelle sabbie mobili, quasi sino alle spalle.

Ne sapremo di più a dicembre, quando avremo raccolto tutti i dati”, chiarisce Lagarde. Il consiglio direttivo tornerà a riunirsi il 15 dicembre, e sarà in quell’occasione che si potrà sapere se l’eurozona è in recessione oppure no.

Non importa cosa raccoglieranno, cosa diranno, non ci voleva un banchiere centrale in primavera per capire cosa sarebbe successo.

Nel frattempo stretta sulla liquidità alle banche, con tanti saluti ai banchieri!

Negli ultimi manoscritti chi ci ha seguito, ha indovinato la mossa sui nostri titoli di Stato italiani, Machiavelli aveva previsto che le elezioni italiane, il risultato non avrebbe in alcun modo inciso sull’andamento dei prezzi.

Ma torniamo all’America perchè se l’America ha il raffreddore, noi siamo in terapia intensiva con la broncopolmonite.

Ieri Amazon ha rilasciato la trimestrale, una meraviglia, un crollo di oltre il 20% in after hour, mentre in giornata le borse festeggiavano come sempre il nulla di un pil che in realtà fa prevedere una stagione natalizia terrificante.

Ma tu pensa, il valore di Amazon è tornato allo stesso livello di marzo 2020 in piena pandemia, chi ha comprato il titolo e l’ha tenuto in portafoglio si ritrova con il nulla in tasca.

Anche i risultati di Apple non entusiasmano, le prospettive non sono delle migliori.

Il consumatore ha gettato la spugna, si è arreso lo vedremo nei numeri del pil, non importa cosa è successo negli ultimi trimestri, ma la la società ha emesso una previsione deludente per il quarto trimestre che è quello fondamentale, il più importante e ha mancato le stime di reddito.

Ma soprattutto ha confermato che sta per iniziare una spettacolare stagione di sconti, altro che inflazione, hanno i magazzini strapieni e non si vende nulla senza far scendere i prezzi.

Inoltre, il CFO di Amazon Brian Olsavsky suggerisce che potrebbero essere in arrivo ulteriori tagli. ” Esamineremo la nostra struttura dei costi e le aree in cui possiamo risparmiare denaro”.

In parole povere LICENZIEREMO!

Ieri sono usciti i dati relativi al pil del terzo trimestre USA, grazie alla spesa pubblica , in parte grazie alla guerra, le armi inviate all’Ucraina e soprattutto grazie alla somma netta positiva che si ricava dall’aumento delle esportazioni e dal calo delle importazioni, il risulttao è stato positivo.

Immagine

Qui sopra le singole voci di contribuzione al risultato finale.

Quello che conta al di la del verde nella casellina finale è che il consumatore americano sta gettando la spugna, le vendite finali reali private ​​sono state di appena lo 0,1% annualizzato.

La buona notizia è che l’indice dei prezzi del PIL si è letteralmente dimezzato passando dal 9% al 4,1% rispetto alle aspettative del 5,3%.

Non serviva un banchiere centrale per comprendere che il crollo dell’euro avrebbe fatto esplodere l’inflazione in Europa, ma ora i prezzi delle materie prime suggeriscono che la recessione sarà più lunga e profonda di quanto preventivato.

Dietro le quinte dei dati c’è stato un vero e proprio crollo del mercato immobiliare, degli investimenti residenziali a livelli che non si vedevano neanche durante il crollo dovuto alla pandemia.

Per ogni 100.000 dollari di prestito, l’interesse sui 30 anni è passato da circa 3.250 a 7.300 dollari per un nuovo prestito.

Dal 1998 mai visto nulla di simile sia per ampliezza che per velocità, complimenti alla Federal Reserve per come hanno distrutto il mercato immobiliare.

Ora mancano solo i prezzi, che sono un elemento ritardato della dinamica della deflazione da debito, crollano i valori, crollano le garanzie con tanti saluti ai mutui e ai rifinanziamenti.

Non solo, il mercato dell’auto, nuova o usata, i prestiti ad esso collegati, ditribuiti nei portafogli degli investitori, con qualche prodotto geniale come con i mutui suprime, sono la ciliegina sulla torta che verrà.

Nessuna recessione, va tutto bene, ci vediamo, la verità è sempre figlia del tempo!

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