POWELL: MIRACLE ON 34TH STREET!

Scritto il alle 10:27 da icebergfinanza

Cartoon of the Day: Angry Bulls - 01.04.2019 i tori vogliono i loro soldi cartoon

La scena è quella di un film famosissimo, Miracle on 34th Street, il Babbo Natale dei grandi magazzini Cole, il giorno del Ringraziamento, dovrebbe chiudere sulla slitta tirata da delle finte renne la grande sfilata per le strade di New York, ma il realtà è completamente ubriaco, e viene sostituito da chi l’ha denunciato che va in giro a giurare che lui davvero è Babbo Natale.

Per farla corta la storiella strappalacrime finisce con l’avvocato che appellandosi al giudice sull’esistenza di Babbo Natale dice:

“Io le chiedo di scegliere tra una bugia che apre i cuori alla speranza e una verità che provoca solo dolore.”

Diamine, dopo il peggior Natale della storia, quintali di carbone, davvero credevate che i dati sull’occupazione americana sarebbero usciti pessimi, meglio una bugia che apre i cuori alla speranza.

Poi è arrivato Santa Claus Powell, ha chiesto scusa, ha detto che prima di Natale scherzava, che non aveva alcuna intenzione di rovinare il Natale agli psicopatici di Wall Street, che da ora in poi farà quello che chiedono i mercati, liquidità per tutti e tassi a zero o negativi per i prossimo decennio, proprio come piace ai nostri tesorucci.

Se qualcuno non lo ha ancora compreso quello di venerdì, per noi che abbiamo già ricevuto la visita di Babbo Natale pieno di regali a partire da inizio novembre e festa continua, è arrivata pure la befana a confermare che abbiamo davanti anni di festa continua. La corrozza per il Paese dei Balocchi è appena partito, come vedremo insieme domenica per i sostenitori del nostro viaggio.

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Facciamo due ragionamenti.

Il governo americano è chiuso per la questione del muro, molti dati non sono stati comunicati in questi ultime due settimane, sino a ieri gli unici due dati degni di nota a parte quello della ADP erano il sottoindice ISM manifatturiero che suggeriva contrazione insieme al suo sottoindice, la media annuale degli annunci di licenziamento rilevati dalla Challenger & Christmas nel 2018 sono stati i più alti in tre anni e il secondo più alto dal 2011, il consenso non andava oltre 180.000, Goldman Sachs massimo 195.000 e questi ti fanno uscire Babbo Natale travestito da befana con oltre 300.000 nuovi posti e 57.000 in più nelle revisioni dei due mesi precedenti.

Fantastico, altro che Babbo Natale, per i fessi è arrivata la befana, ma va bene così, noi questo rimbalzo lo aspettavamo, anzi era meglio se usciva un milione di posti di lavoro in più, così Powell si divertiva.

Non sto qui a tediarvi sull’assurdità di questi numeri, importante è sapere quanto imbarazzanti sono questi inutili banchieri centrali…

E’ bastato osservare un po di panico nei mercati e questi hanno già fatto marcia indietro!

Direi che Donald Trump ha demolito la presunta indipendenza della Federal Reserve e questo è un altro punto a nostro favore…

La pressione che da mesi sta esercitando il presidente Donald Trump sulle scelte della Federal Reserve pare abbiano dati i suoi frutti. Perché oggi, il governatore Jerome Powell ha fatto capire che la politica monetaria americana potrebbe subire significativi cambiamenti rispetto a quanto indicato nell’ultima conferenza stampa del 2018.

“Saremo pazienti” e “pronti a cambiare anche in modo significativo” la rotta della politica monetaria americana, “se sarà necessario”

“…la banca centrale Usa “ascolta” e “tiene conto” dell’andamento dei mercati finanziari…”

Ecco il motivo per il quale vi dicevo di la nostra navigazione non sarà tutta in discesa nel 2019, ci saranno altre occasione per riempire lo scrigno di tesori.

L’unico dato significativo dell’ultimo rapporto sul lavoro, quello che in teoria dovrebbe indurre Powell a continuare ad alzare i tassi è stato quello sui salari leggermente aumentati, anche se come ben sapete non esiste alcun rischio reale di inflazione…

In più per il governatore della Fed “è benvenuta” la ripresa dei salari orari, saliti a dicembre su base annuale del 3,2%, ai massimi dal 2008. Una crescita che secondo il numero 1 dell’istituzione non dovrebbe creare pressioni inflative che potrebbero costringere la banca centrale a stringere la cinghia più del previsto.

Ci sono voluti ben dieci anni della più impressionante dose di stimoli monetari e fiscali della storia americana per provare a riportare i salari alle origini prima della crisi e un’altra sta per arrivare, anche se la composizione del.’occupazione in America oggi è estremamente diversa da quella che era nel 2007, più fragile, più instabile, più effimera.

Questi hanno passato un anno intero a metter in guardia i mercati dai rischi sulle pressioni salariali e quando queste raggiungono i massimi, come tanti dipendenti statali, si mettono sull’attenti alle parole di Trump e fanno finta di nulla, anzì promettono future riduzioni di tasso. Magnifico!

Siamo passati dalla dichiarazione del pilota automatico del 10 dicembre, quando la Fed metteva in guardia Wall Street dalla continua riduzione del bilancio, un deflusso, regolare che aveva secondo loro raggiunto il suo scopo e non c’era alcuna ragione per fermarlo all’inesistenza di un percorso predefinito per la politica monetaria, saremo pazienti e attenti alle vostre esigenze.

Sarà interessante osservare i dati del mese di gennaio, la chiusura del Governo con milioni di dipendenti pubblici a casa senza stipendio tornerà a far scendere l’occupazione per un paio di mesi, i dati di gennaio e febbraio più le revisioni negative del mese di dicembre cambieranno lo scenario.

O Trump avrà il suo muro o lo shutdown andrà avanti all’infinito. A proposito, non si vede più nessuno in giro dire che l’America fallirà o che i titoli di Stato americani salteranno e arriverà la fine del mondo, chissà perché!

I democratici non intendono cedere alla richiesta di cinque miliardi di dollari per finanziare il muro al confine con il Messico: “Il Congresso ha già stanziato 1,7 miliardi di dollari per le protezioni sul confine meridionale”. Ma il tycoon è irremovibile e minaccia di dichiarare lo stato di emergenza per poter finanziare il Muro senza dover passare dal voto del Congresso ( Il Fatto Quotidiano)

Nulla cambia, la Fed non potrà far nulla per sgonfiare la bolla da lei stessa creata, nulla, scoppierà comunque, la storia è già scritta e lo vedremo insieme domenica prossima, intanto godiamoci questa occasione per l’ultimo treno sul reddito fisso.

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3 commenti Commenta
apprendista
Scritto il 7 Gennaio 2019 at 17:03

Ciao Capitano,capito il messaggio,volevo chiederti se secondo te possono continuare la manipolazione dei dati economici in uscita ad oltranza,oppure come immagino,per esempio, altre entita’ private deputate alla raccolta dati potrebbero generare incongruenze non sostenibili?

icebergfinanza
Scritto il 8 Gennaio 2019 at 06:44

La verità è figlia del tempo, della cinematica e dell’analisi tecnica, non hanno scampo, la realtà quotidiana arriverà a breve. possono m,anipolare quello che vogliono, prima o poi si arrenderanno definitivamente.

capitan_harlok
Scritto il 8 Gennaio 2019 at 15:11

“possono manipolare quello che vogliono, prima o poi si arrenderanno definitivamente.” Presumo molto poi visto che di artifizzi ne troveranno a voglia a non finire , falsificando l’impossibile e alla fine la vinceranno sempre loro , i potenti ,i banchieri centrali e gi psicopatici di Wall Street, non ce nessuno in giro che dire che l’America fallirà o che i titoli di Stato americani salteranno e arriverà la fine del mondo, perché! nessuno crede piu a Babbo natale e alle bufale , tanto tutto sembra cambiare ma nella relata non cambia nulla, visto che non vi è un modello economico o di sistema che possa sostituire questo , parlate si che arriverà una nuova crisi peggiore della precedente ma non è cosi perche sara solo fisiologicamente necessaria ai mercati per ripulirsi e ripartire per ulteriori massimi , quindi mi dispiace ma questa è l’amara realtà fin quando questo sistema economico esiste, e non saranno le guerre monetarie o i dazi commerciali ha mandare a monte questo sistema dove tutti vanno a “zuppare” chi in un modo chi nell’altro . buona giornata

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