AMERICA: CONTINUANO LE TEMPESTE DI NEVE!

Scritto il alle 10:00 da icebergfinanza

Non passa giorno nel quale dall”America non arrivino conferme alle nostre sensazioni, ovvero che la ripresa è al termine ovunque.

La sintesi del libricino beige scritto da coloro che disperatamente supplicano via WSJ i consumatori americani di spiegare loro cosa c’è che non va, fa sorridere…

L’attività economia americana si è espansa a un passo da “modesto” a “moderato” tra l’inizio di aprile e fine maggio. E’ quanto emerge dal Beige Book, il rapporto sullo stato di salute dell’economia americana che la Federal Reserve pubblica ogni sei settimane. America 24

La lettera di ieri apparsa sul WSJ non ha nulla di ironico è autentica, rileggetevela

WSJ: LETTERA AL LEGGENDARIO CONSUMATORE AMERICANO

Alla Fed di Atlanta sono appena riusciti a far risalire il Pil del secondo trimestre al 1,1 % grazie alla bilancia commerciale e all’indice ISM manifatturiero che i dati appena usciti dal ISM servizi riporteranno tutto alla realtà…

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In maggio l’Ism servizi, l’indice che misura la performance del terziario negli Stati Uniti, si è attestato in ribasso e a un livello inferiore alle previsioni. L’indice di riferimento redatto dall’Institute for Supply Management è aumentato a 55,7 punti, dai 57,8 di aprile. Gli analisti avevano previsto un calo a 57 punti.(America 24)

Ricordo a tutti che in America il terziario vale per circa il 72,1% del PIL e che il 73,3% dei lavoratori è impiegato in questo settore.

Eppur si muove il mercato obbligazionario, direbbero quelli che hanno assistito in questi due giorni al volo dei rendimenti, ma come direbbe Keynes, noi non possiamo separare gli stupidi dalle loro aspettative di inflazione.

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Ma lasciamo perdere ci perserà la verità figlia del tempo a sistemare tutto.

Ricordo a tutti che una deflazione da debiti, un eccesso di debito che opprime l’economia si risolve empiricamente solo in 4 maniere e l’ultima soluzione è quella attuale visto il fallimento delle altre tre.

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16 commenti Commenta
phitio
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:09

“è aumentato a 55,7 punti, dai 57,8 di aprile. Gli analisti avevano previsto un calo a 57 punti.”

Forse intendevi dire CALATO a 55,7 punti, dai 57,8 di aprile

icebergfinanza
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:14

phitio@finanza,

Quando è in corsivo significa che l’ho copiato tale e quale dal sito evidenziato… quindi l’errore è del giornalista che ha scritto il pezzo.

john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:33

icebergfinanza,

sì certo (d) perchè è quella che si adatta alla tua tesi della debt deflation come causa unica. Non lo è. Germania, Francia e Stati Uniti sono grandi potenze agricole dove però la stragrande maggioranza dei produttori sarebbe in rosso perenne non fosse per una politica di sussidi che la gente non conosce e di cui non si vuol parlare. Questi paesi sussidiano attraverso l’emissione di debito che rimane lì a galleggiare nell’etere ancora per un pò. L’aumento del costo del petrolio di 14 volte dal minimo della fine degli anni 90 è stato possibile grazie AL DEBITO, denaro creato dal nulla, che se ne sta là sospeso nell’etere anch’esso. Ti avevo girato gli articoli di Likvern che è un economista legato al governo norvegese, mica un complottista. Niet. Anche la gloria nazionale ENI ha perso 4 miliardi nel solo ultimo trimestre del 2014, arriva al nero con giochini contabili, taglia gli investimenti ma alla fine il cash flow è in profondo rosso ed è costretta al primo di una lunga serie di tagli ai dividendi. Manca la (e) nella tua serie, ma è una vecchia storia. Tu vuoi leggere solo la parte della storia che ti concede la speranza che vuoi mantenere, ma è assurda e mal riposta perchè priva di supporto fattuale, errore letale per un empirista. Ciao.

kry
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:42

phitio@finanza,

icebergfinanza,

Dai , ormai sanno tutti che con la neve non ci prendono più e quindi le palle non le puoi fare, per cui scrivere sbagliato al contrario è la nuova strategia. Tanto ai numeri chi ci fa l’ attenzione se non sono quelli dei titoli a cui direttamente si è interessati. Intanto è aumentato e … chissà quanto è stato pagato.

kry
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:47

john_ludd@finanza:
icebergfinanza,

Germania, Francia e Stati Uniti sono grandi potenze agricole dove però la stragrande maggioranza dei produttori sarebbe in rosso perenne non fosse per una politica di sussidi che la gente non conosce e di cui non si vuol parlare. Questi paesi sussidiano attraverso l’emissione di debito che rimane lì a galleggiare nell’etere ancora per un pò.

Infatti per i nostrani produttori di latte stan arrivando delle tegole ancor più devastanti delle famigerate quote latte.

icebergfinanza
Scritto il 4 Giugno 2015 at 10:53

john_ludd@finanza,

Lascia al tempo la risposta, non affrettare le conclusioni…

john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2015 at 11:11

icebergfinanza,

le conclusioni le trai ANCHE tu ogni santo giorno da anni e anni con la tua tesi e la tua risposta. Non c’è la dimensione tempo in tutto quel che scrivi, c’è un processo e una sua conclusione che è quella che eticamente meglio ti aggrada perchè questo sei, una perdona onesta, preparata ma eticamente condizionata non un empirista. Io ho semplicemente imparato a convivere con una risposta diversa con molti più elementi fattuali e sperimetali a favore. Non è stato semplice nè rapido. Mi rammarico ad avere insistito a lungo su questo aspetto, è talvolta giusto credere in quel che sarebbe meglio, piuttosto che in ciò che sembra più razionalmente corretto. E’ un duro combattimento interno, che a volte vinco e spesso perdo. Ciao.

silvio66
Scritto il 4 Giugno 2015 at 13:08

Ciao John,
Restringendo sulla finanza, credo che l’avidità, non abbia nulla di empirico. Chi sta sui mercati sa che il razionalmente corretto è sempre da preferire a quel che sarebbe meglio.
Volatilità nuovamente alle stelle nel frattempo.
Buona Giornata

phitio
Scritto il 4 Giugno 2015 at 14:47

john, l’opzione e) sarebbe?

Ho gia’ una idea piuttosto precisa, ma meglio saperla chiaramente da te.

john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2015 at 14:58

phitio@finanza,

sono molto “orloviano” ultimamente, ma lui te la spiega meglio e con quella deliziosa ironia russa che vale la pena ascoltarlo anche fossero fesserie, specie quando parla del suo paese di adozione, theiuesofammerika dal quale peraltro è fuggito per l’impossibilità di vivere circondato da deficenti (parole sue e le stesse che usa Tad Padzek luminare dell’ingegneria petrolifera (ex) professore emerito ad Austin, Texas e ora per disperazione trasferitosi a Karst in Arabia dove anche i cammelli sono più svegli degli yannnkeee e c’è la banda larga anche in mezzo al deserto cosa il professur non aveva nepure a casa sua ad Austin). Go IUES, too stupid to survive !

john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2015 at 15:12

silvio66@finanza,

con rare eccezioni, talmente rare da essere irrilevanti, chi vive nei mercati ha un orizzonte temporale espresso in minuti, vive con gli occhi stampigliati su un monitor pieno di grafici di Bloomberg, ha sagomato la sedia sulla quale siede con l’impronta del proprio culo, il tutto mentre un treno pieno di dinamite sta entrando in stazione, ma forse non oggi e quindi chissenefrega. Parto il 23 per l’Asia e mi sconnetto da internet per un bel pò, che altrimenti anche la mia sedia si sagoma con l’impronta del mio culo e siccome quando tornerò sarò più magro, poi mi toccherebbe cambiarla. Orribile.

silvio66
Scritto il 4 Giugno 2015 at 16:19

Non così irrilevante John. non è da te essere così massimalista. Quelli a cui hai accennato sono solo alcune figure di quelle che vivono di mercati. Le più tristi e stressanti a parere mio. Gestori analisti broker, ne avessi mai visto uno capace di parlare con la gente, capire le singolarità di ognuno di noi. L’economia è tra le materie più affascinanti da studiare cercando di dedurne gli effetti in finanza al pari della letteratura o arte figurata, musicale ecc. Andrea mi piace proprio per il carattere umano che traspare dalla ricerca di speranza come sottolineato da te. Quando partirai sono sicuro che mancherai a tutti.
Buona Serata

veleno50
Scritto il 4 Giugno 2015 at 19:31

I rendimenti sui titoli americani crescono l’euro sale quindi l’investitore dell’ultima ora rimette in entrambe le opzioni.I dati americani sono moderatamente negativi, non invertiranno a breve? chi lo sa faccia un fischio.Tra non molto ci saranno le elezioni in Usa se il pesce gira l’occhio come la mettiamo?Si sa che i grandi investitori anticipano sempre il parco asini.Per il”fuoriclasse” alcune decade fa dissi che un certo finanziere americano suggeri di vendere i bund allo scoperto come faceva ad essere cosi bravo? chi lo aveva informato che il tasso decennale del bund rendeva lo 0,10 possibile che nessuno se ne accorgesse .Per la banca americana Morgan S il bund decennale in base ai dati economici tedeschi il tasso normale dovrebbe essere intorno all’1,50%. Quanto vale quello Americano, oltre all’economia un prezzo si fa anche sulla credibilità di una nazione. La Germania mi pare che ne goda parecchie gli Usa?

icebergfinanza
Scritto il 4 Giugno 2015 at 21:01

veleno50@finanza,

Moderatamente negativi dove Veleno, lascia perdere ci sono tante altre nelle cose da analizzare!

icebergfinanza
Scritto il 4 Giugno 2015 at 21:04

C’è chi parla di perdite su investimenti in titoli sovrani o sui movimenti di breve termine di una valuta. Ormai il breve termine è uno stato ansioso che distrugge il buon senso. Tra qualche mese si parlerà d’altro!

john_ludd
Scritto il 4 Giugno 2015 at 22:37

icebergfinanza,

VERO !!! se uno prende il grafico di un cambio tra valute espressione di paesi solidi come il marmo vede oscillazioni brutali anche del 10-15 percento, soprattuto da quando gli algo trading impazzano in pieno ossequio al “derogolamentare è bello, anche se significa spararsi sui coglioni”. Tralasciando il troppo chiacchierato euro/usd, per esempio euro/svezia o euro/norvegia o euro/canada. Ci vuole un recordman mondiale dell’idiozia per pensare che questo abbia a che fare con variazioni relative delle economie delle diverse aree, e ci vuole un imbecille cosmico per pensare che i menzionati paesi sono più a rischio del nostro. Se uno NON regge la volatilità sul cambio NON compri nulla in valuta e accenda un cero che non accada nulla a casa propria, altrimenti decida un piano di lunghissimo termine cioè se voglio avere un X% in dollari usa è PER SEMPRE o circa. Quando il bond scade ricompro la stessa quantità e così via finchè si campa. Oppure bilanci il portafoglio 1 volta l’anno secondo un algortimo banale tipo: se la valuta X si è rivalutata più del Y percento ne vendo un pò se si è svalutata del Y percento ne compro un pò in modo da avere quote circa costanti. La valutazione che deve fare è questa e solo questa: posso permettermi di parcheggiare i miei risparmi in strumenti in cui il rischio di perdita permanete è superiore a zero ? La matematica finanziaria racconta che anche un azione è assimilabile a un bond con duration circa 60 anni, nessuna garanzia sulla restituzione del capitale e nessuna garanzia sul flusso cedolare. Chi sottoscrive debito pubblico italiano poi andrà in conto a una matematicamente certa ristrutturazione (ovvero perdita) entro i termini di scadenza di un bond a medio termine se il paese resta nell’euro oppure una catastrofica perdita di valore se torna alla lira. Se teme l’insorgere di inflazione allora si metta in portafoglio qualcosa che segue l’inflazione, cioè un basket di commodities e se lo tenga per sempre. C’è un ampia categoria di portafogli (risk parity portfolio management) che segue questa filosofia. Se invece passa le giornate a guardare quanto ha guadagnato o perso quel giorno allora la lingua italiana è piena di vocaboli coloriti per definire la sua intelligenza. Se invece è furbo rifletta che la mandria adora ciò che sale e rigetta ciò che scende per la sola ragione che sale o scende.

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