BOND:LA BOLLA PIU’ SPETTACOLARE DELLA STORIA

Scritto il alle 10:30 da icebergfinanza

Mentre in Europa il traguardo finale di Mario Draghi è quello di portare il trentennale italiano sotto 1 % e quello tedesco a ZERO, in America il nostro Robert J.Shiller risponde ad una domanda alla quale il nostro Machiavelli ha ormai risposto da tempo, attraverso la lettura della sua ormai leggendaria bussola empirica, intrisa di storia.

How Scary Is the Bond Market? dal quale estraggo una sintesi efficace per gli amici di Machiavelli…

“Sembra sorprendente –  e insostenibile – che le persone vincolino i loro soldi per 20 o 30 anni per guadagnare poco o niente di più del tasso previsto dalle banche centrali per l’inflazione annuale pari al 2%.”

“Ora disponiamo di oltre 40 anni di dati in più, quindi ho dato un’occhiata per vedere se la nostra teoria è ancora valida. Ne risulta che le nostre stime di allora, se applicate ai dati successivi, permettevano di prevedere tassi a lungo termine estremamente positivi per i 20 anni successivi alla nostra pubblicazione; ma allora, a metà degli anni ’90, la nostra teoria cominciava a sovrastimare. In base al nostro modello, i tassi a lungo termine negli Stati Uniti dovrebbero essere anche più bassi di adesso, dal momento che sia l’inflazione che i tassi di interesse reali a breve termine sono praticamente pari a zero o in territorio negativo. Anche tenendo conto dell’impatto del quantitative easing dal 2008, i tassi a lungo termine sono più alti delle attese.

Tuttavia la spiegazione che abbiamo sviluppato tempo fa è ancora valida per esortare a credere che non assisteremo a un crollo del mercato dei bond a meno che le banche centrali non adottino una politica monetaria restrittiva all’improvviso (alzando i tassi di interesse a breve termine) o non ci sia una maggiore impennata dell’inflazione.(…)

(…) Vale la pena notare inoltre che tipo di eventi sono necessari per determinare un crollo del 12,5% nel mercato dei bond a lungo termine. Il calo di un anno a febbraio del 1980 è giunto immediatamente dopo che Paul Volcker ha preso le redini della Federal Reserve nel 1979. Da un sondaggio dell’opinione pubblica nel 1979 è emerso che il 62% degli americani considerava l’inflazione come “il problema più importante della nazione”. Volcker ha preso delle decisioni drastiche per affrontare quel problema, aumentando i tassi di interesse a breve termine così tanto da creare una maggiore recessione. Si è anche fatto dei nemici (e ha anche avuto a che fare con minacce di morte). Le persone si domandavano se se la sarebbe cavata politicamente o se sarebbe stato accusato.

Chiaro ora? No, non lo scrive un blogger qualunque da oltre quattro anni come il sottoscritto, ma un premio Nobel, uno che con i suoi studi e parametri ha individuato TRE delle TRE più grandi bolle finanziarie recenti della Storia.

Se penso a gente come Bil Gross, considerato il re dei bond, che da anni non ne indovina una, mi viene da sorridere.

“Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti pregarono Colombo stesso di cimentarsi nell’impresa. Questi si limitò a praticare una lieve ammaccatura all’estremità dell’uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l’uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose:”

“La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”

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3 commenti Commenta
guidone
Scritto il 17 Marzo 2015 at 13:31

E’ comunque probabile che la FED sia costretta ad aumentare i tassi per cercare di fermate la bolla dei mercati azionari. In ogni caso bisogna aspettarmi almeno in Europa una fuga dal debito Sovrano con conseguente crash dei titoli governativi Europei…a partire da Ottobre……Armstrong Docet “short bund trade secular”

aorlansky60
Scritto il 18 Marzo 2015 at 08:52

E’ comunque probabile che la FED sia costretta ad aumentare i tassi per cercare di fermate la bolla dei mercati azionari”

secondo me la bolla non la fermano più; non sono più in grado di fermare il mostro che loro stessi hanno messo in moto; ne hanno perso il controllo; e non c’è solo l’azionario… anche l’obbligazionario di governativi si aggira su una bolla micidiale forse più gigantesca della prima(l’azionario)… più che alzare i tassi è verosimile pensare che decidano di effettuare un nuovo QE per rimandare più possibile il disastro, sperando che nel frattempo l’economia si metta finalmente a girare assai di più rispetto a quello che ci dicono i numeri americani attuali e assai di più di quello che speravano (FED in primis) da quelle parti, dopo l’attuazione di tutte quelle politiche accomodanti.

” per esortare a credere che non assisteremo ad un crollo del mercato dei bond a meno che le banche centrali non adottino una politica monetaria restrittiva all’improvviso (alzando i tassi di interesse a breve termine) o non ci sia una maggiore impennata dell’inflazione.(…)”

è chiaro che in questa affermazione, l’attuazione della prima sarà decisione conseguente del secondo fattore, ma oltre questo,

eh eh eh

secondo me sono in molti a non dormirci sonni tranquilli, se è vero che molti hanno preso in prestito a leva approfittando dei tassi bassissimi per rimpinzarsi di governativi a media/lunga scad; quando da quelle parti (USA per primi) decideranno di alzare i tassi, tutto quel guadagno si ridurrà progressivamente fino a tramutarsi in perdita e allora si potrebbe verificare una vendita in massa, con conseguenze facilmente immaginabili… accadde la stessa cosa negli anni 80 (86 per la precisione) quando la FED decise di alzare i tassi (dopo anni che non lo faceva) e si verificò un crollo dell’azionario spettacolare ma prima ancora di questo, alcuni mesi prima ci fu il crollo dell’obligazionario ad anticipare la tempesta finanziaria; la differenza con il passato è che attualmente numeri e cifre in ballo sono state STRAOSFERICAMENTE POMPATE all’inverosimile grazie alle politiche accomodanti della banche centrali di tutto il mondo o quasi (tassi a zero, liquidità distribuita a iosa) e le conseguenze saranno assai più gravi di quanto accadde 30 anni fà.
Proprio per queste conseguenze, come dicevo più su anche se sembrerebbe insensato sono convinto che in america qualcuno più che ad alzare i tassi stia seriamente pensando ad un nuovo QE…

aorlansky60
Scritto il 18 Marzo 2015 at 08:54

errata corrige : era il 1987 (non 1986); da quelle parti molti si ricordano ancora quel mese di ottobre ’87…

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