ITALIA… IL GRANDE COMPLOTTO!

Scritto il alle 10:02 da icebergfinanza

 

 

E’ affascinante osservare tra i vari protagonisti dell’informazione nazionale coloro che quotidianamente sono preposti sia in rete che soprattutto sui media e sulla televisione a dirigere l’opinione pubblica in una certa direzione, quella che fa comodo al loro conflitto di interesse e non solo alla propria ideologia.

Il grande gomblottoooooo …dell’immaginazione!

Seguitemi perchè vi porterò la dove nessuno ha osato arrivare!

Ve lo ricordate il nostro John Perkins… Confessioni di un sicario dell’economia!

 Recentemente Papa Francesco ha sottolineato come …

“Oggi è il denaro che comanda. La crisi mondiale che tocca la finanza e l’economia sembra mettere in luce le loro deformità e soprattutto la grave carenza della loro prospettiva antropologica, che riduce l’uomo a una sola delle sue esigenze: il consumo. E peggio ancora, oggi l’essere umano è considerato egli stesso come un bene di consumo che si può usare e poi gettare. Abbiamo incominciato questa cultura dello scarto. Questa deriva si riscontra a livello individuale e sociale; e viene favorita! In un tale contesto, la solidarietà, che è il tesoro dei poveri, è spesso considerata controproducente, contraria alla razionalità finanziaria ed economica. Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole. L’indebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dal loro potere d’acquisto reale. A ciò si aggiungono, oltretutto, una corruzione tentacolare e un’evasione fiscale egoista che hanno assunto dimensioni mondiali. La volontà di potenza e di possesso è diventata senza limiti”. Evangeliigaudium

Ovviamente gli psicopatici di Wall Street, i profeti della trickle down non hanno perso tempo a rispondere…

JP Morgan risponde alla critica del Papa al capitalismo 

“Le persone preoccupate per la povertà globale dovrebbero essere più riconoscenti e protestare meno”. Con queste parole, senza mai citarlo, l’economista americano James Glassman della banca americana JP Morgan si riferisce al Papa e alla sua recente critica al capitalismo, pubblicata mercoledì scorso nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”. Il Pontefice aveva, senza mezze misure, denunciato la speculazione dei mercati finanziari che ha creato “un economia che uccide” e ha puntato il dito contro “alcuni” che “semplicemente si compiacciono, incolpando i poveri dei propri mali”.

In una nota pubblicata da Business Insider James Glassman risponde indirettamente affermando che “la lamentela più comune riguardo al fallimento del nostro sistema nel considerare le esigenze dei più poveri dimentica alcuni fatti fondamentali”. Secondo l’economista infatti la povertà “non è un fenomeno moderno” e non deve essere imputata alla finanza. “Le economie sviluppate” spiega con ottimismo “si stanno ancora riprendendo da una profonda recessione e presto raggiungeranno il loro pieno potenziale”. L’obiettivo è – a suo dire – reso possibile grazie allo stimolo delle banche centrali. Dunque – si legge sempre nella nota – “le persone danneggiate dalla recessione saranno presto ricompensate con il perdurare della ripresa economica”.

Glassman imputa il problema attuale alla ciclicità economica e aggiunge: “gli standard globali della vita media sono oggi obiettivamente alti. I più alti registrati dagli economisti”.

L’ economia guidata dal mercato secondo l’economista “sta facendo molto di più per curare la povertà globale che qualsiasi sforzo fatto in passato”. Dunque le persone che vivono in Europa, e in paesi come Canada, Giappone, Taiwan, Israele, Nuova Zelanda, Australia, Corea del Sud e parte del Medio Oriente, devono considerarsi “fortunate”. Purtroppo sono solo un miliardo su sette nel mondo. Oggi però secondo Glassman anche “tutti gli altri paesi hanno una possibilità” perché i loro governi – conclude – “hanno intrapreso una strategia di sviluppo aggressiva e sono in grado di muoversi velocemente per aprire i loro confini al commercio internazionale”. (America24)

Loro sono li tutti i giorni a ricordarvi che siete felici grazie a questo sistema economico, quello che sta accadendo sono solo spiacevoli e inevitabili effetti collaterali.

Sono disseminati ovunque nella rete con i loro blog, partecipano a trasmissioni televisive, scrivono su giornali on line, sono ovunque.

Si loro stanno facendo il loro dovere, ma attenzione non si tratta di un COMPLOTTO anzi…

L’Ecuador era ormai totalmente in trappola come la Grecia oggi e domani …chissà!

Ieri l’impiegato statale finnico Olli Rehn che ha deciso di candidarsi alle elezioni europee, uno dei killer della EU e ovviamente della Troika  ha ricordato per l’ennesima volta chi comanda le Vostre vite, chi decide la Vostra sorte CHI HA PAURA DEL CAVALLO DI TROIKA!

Debito, l’accusa di Rehn all’Italia: “Non state rispettando l’obiettivo” “Ora privatizzazioni e spending review”it

Ripeto se potessero privatizzerebbero anche Vostra madre, questi delinquenti che ammettono di aver utilizzato politiche criminali, fallito le loro politiche economiche, ma non si spostano di un millimetro dal loro scopo, ovvero quello di deflazionare salari e privatizzare mezza Europa.

Un suggerimento arriva forte e chiaro da quell’Ecuador devastato da anni di politiche economiche criminali, che come racconta Perkins hanno un solo scopo…

Ecuador: “Europa indebitata ripete i nostri errori” “Difendere gli interessi della finanza e dei grandi capitali ha fatto sprofondare la regione in una lunga e pesante crisi del debito. Oggi osserviamo con preoccupazione l’Europa prendere lo stesso cammino”, scrive il presidente ecuadoriano sulle pagine di Le Monde Diplomatique.


…Correa, che non poteva utilizzare una politica monetaria per aggredire il debito e magari ridurlo, essendo questo espresso in dollari…

…Letta, che non poteva utilizzare una politica monetaria per aggredire il debito e magari ridurlo, essendo questo espresso in euro…

Ma facciamo finta che vada tutto bene e andiamo avanti.

Ve lo immaginate l’organo ufficiale dei “più Europa” che parla di un complotto, che scrive Il nuovo complotto contro l’Italia

l’attacco a freddo lanciato da Standard & Poor’s contro le Generali non può passare sotto silenzio. Romano Prodi, sempre più lontano dai veleni della politica ma sempre più vicino ai grandi temi dell’economia, me lo dice con indignazione: «Ma possibile che qui nessuno si renda contro della gravità di quello che è successo?». Appunto. È un caso da manuale, che fa il paio con il precedente del gennaio 2012, quando la stessa agenzia declassò a sorpresa l’Italia a BBB+, lo stesso livello del Kazakistan. Ora tocca al più grande gruppo assicurativo tricolore, tra i primi tre d’Europa, che può scivolare a BBB perché ha in pancia un «bolo» considerato indigeribile: 60 miliardi di euro in Bot e Btp. Nell’offensiva di S&P è folle la «destinazione»: Generali fa 1,6 miliardi di utili in 9 mesi, ha il 75% delle attività all’estero, ha già ridotto a 55 miliardi i suoi investimenti in Bot e Btp. Ma è ancora più folle la spiegazione: Generali è in creditwatch negativo perché è troppo esposta in titoli italiani, e l’Italia è a sua volta esposta al rischio default.

Ma allora perché lo fanno? I cattivi pensieri suggeriscono che sia partita, o possa ripartire, un’offensiva contro la moneta unica, che usa l’Italia come anello debole, o agnello sacrificale. Ha ragione Massimo Mucchetti, che parla di «una manovra gravissima contro la Repubblica». Una manovra che parte, ancora una volta, da una delle «tre sorelle» (oltre a S&P, Moody’s e Fitch) che in un regime di «oligopolio perfetto» tengono da almeno cinque anni in ostaggio i mercati, taglieggiando gli Stati e lucrando un fatturato annuo di 4,5 miliardi. (…) Ma resta una domanda. Di fronte a questo strisciante «complotto contro l’Italia», perché Letta e Saccomanni non battono un colpo?

Si si è svegliato pure Giannini e la Repubblica … qualcuno ricorda forse … ITALIA … MOODY’S: LA FRODE DEL RATING!  si andava in onda mentre loro dormivano. Continuate a comprare giornali e non sostenere l’informazione indipendente!

Perchè non battono un colpo? Non dico nulla, perchè un giorno anche in questo Paese i blogger potrebbero finire in prigione, in qualche segreta dei castelli romani.

Dite la verità non è affascinante! Ho trascorso gli ultimi due anni a raccontarvi che quello che stava accadendo al nostro Paese era un segno del destino, il Destino Manifesto, il loro destino, quello che loro desiderano per i loro interessi, gli interessi della plutocrazia mondiale, le ricchezze del nostro Paese, non importa se aziende statali o private, l’importante è privatizzare, alienare, liquidare…

Probabilmente molti di Voi non conoscono Andrew W.Mellon e quello che accadde durante la Grande Depressione del 1929. Mellon segretario al tesoro americano dal 1921 al 1932, banchiere e importante industriale era una delle persone più ricche d’America, terzo contribuente dopo John D. Rockefeller e Henry Ford passò alla storia per avere pronunciato e consigliato all’allora presidente Herbert Hoover  le seguenti parole…

“Liquidare il lavoro, liquidare le azioni, liquidare gli agricoltori, liquidare l’immobiliare…elinimare il marcio dall’economia…”

Provate a chiudere gli occhi e immaginare quello che sta accadendo in Italia…

“Liquidare il lavoro… missione compiuta…liquidare le azioni missione stracompiuta… liquidare gli agricoltori…missione in corso, liquidare l’immobiliare…missione già a buon punto, eliminare il marcio dall’economia…obiettivo fallito… eliminare il marcio dalla politica…obiettivo strafallito”

Ovviamente nessun complotto e non scherzo la stragrande maggioranza di loro svolge i compiti per i quali sono stati istruiti nelle facoltà di economia, ingegneria o giurisprudenza, o la propria avidità, tutto regolare nessun complotto!

Hanno truccato bilanci e contratti, manipolato azioni, tassi e valute e credete ancora q quello che vi raccontano, quotidianamente bevete le loro idiozie, vi manipolano il cervello attraverso media e televisioni e siete ancora li davanti alla scatola magica ad ascoltarli e quotidianamente chiedermi ai sentito cosa ha detto Tizio Caio o Sempronio.

Probabilmente anche questo resterà uno dei tanti post seguiti da quattro amici al bar come spesso è accaduto, quattro chiacchere tra amici. Diffondere consapevolezza è molto di più di stare qui a lamentarsi o parlarsi addosso, prima serve consapevolezza e poi al momento opportuno arriveranno le proposte. Qualunque proposta per quanto buona ed interessante possa essere, dovrà fare i conti con il fiscal compact, con il pareggio in bilancio, con la Troika, con il IMF, con la BCE, con la finanza, con la plutocrazia, con le agenzie di rating, con un gregge di uomini e donne inconsapevoli che passerà il resto della loro vita a chiedersi cosa è accaduto e cosa sta accadendo.

Il resto sono chiacchere come le promesse delle primarie o di chiunque cercherà di governare questo Paese senza comprendere quello che è accaduto, senza ripartire dal bene comune.

Non so perchè ma dopo questo post mi è tornata la voglia di tornare a girare l’Italia in lungo e in largo, soprattutto nelle scuole e nelle piazze, per raccontare anche l’altra faccia della medaglia, quella che nessuno o quasi vi racconta…chissà!

Mi raccomando tenetevelo per Voi…in fondo non è un complotto! Buona giornata Andrea.

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41 commenti Commenta
daino
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 10:36

Andrea, ricordati che per diffondere le idee non esiste solo twitter, facebook e company.
Il mio lavoro mi porta nelle case a parlare di economia e finanza e non ti preoccupare: tocco sempre questi argomenti.

David

icebergfinanza
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 10:50

daino,

Io intanto giro per le scuole…le future generazioni 😉

gnutim
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 11:02

Caro Andrea, anche iO ti seguo portando i valori e la verità che ci racconti sia tra gli amici che in famiglia che sul lavoro.

E’ la consapevolezza che pian piano si sta allargando a macchia d’olio.

Bisogna avere fiducia. Se passi per la lombardia facci un fischio che porto un pò di gente.

Alessio Vulcan
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 11:43

… e per sistemare i conti l’Ecuador vende il suo petrolio alla Cina…

http://www.greenreport.it/news/consumi/stato-in-vendita-la-cina-fa-shopping-di-petrolio-e-miniere-in-ecuador/

pecunia
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 11:51

Credo che questo blog sia seguito e letto da molte più persone di quel che si pensi.
sono tanti di adepti di “Andrea” . Per fortuna!

concordo sul fatto di rivolgersi ai giovanissimi (gli altri sono già persi, ahimè).
C’era qualcuno che cantava ..” teach, the children learn “…..
chi di voi ricorda????
😀

ilcuculo
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 12:06

ROMA — Il ceto medio è letteralmente stritolato dalle tasse. La riprova sta nelle analisi statistiche sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2012 (imponibile 2011) e recentemente rielaborate per «contribuente tipo» sul sito del ministero dell’Economia. In Italia ci sono 41,3 milioni di contribuenti soggetti all’Irpef. Da mesi non si discute che di Imu sulla prima casa, un’imposta che toglieva dalle tasche dei proprietari 4 miliardi e mezzo di euro l’anno. Bene, l’Irpef ne ha sottratti 152,2 di miliardi, ai quali vanno aggiunti 14,4 miliardi di addizionali regionali e comunali. Totale: 166,6 miliardi, 37 volte il gettito dell’Imu prima casa. Vale allora la pena di guardarla meglio la principale imposta italiana.
Su 41,3 milioni di contribuenti 9,8 milioni non pagano nulla. In pratica, uno su quattro versa zero Irpef o perché sta dentro la no tax area (8 mila euro i lavoratori dipendenti, 7.500 i pensionati, 4.800 gli autonomi) o perché annulla l’imposta con le detrazioni, per esempio le spese mediche. Del resto, secondo l’Istat, in Italia ci sono 9 milioni e mezzo di cittadini in condizioni di povertà relativa, cioè che vivono in famiglie dove non si spende più di 990 euro al mese in due. I conti, quindi, più o meno tornano. Purtroppo è il caso di dire, visto che il 16% degli italiani se la passa maluccio. Ma vediamo quelli che stanno meglio e l’Irpef la pagano.
Tolti i 9,8 milioni che non pagano, a versare i 152,2 miliardi di euro di Irpef nazionale sono 31 milioni e mezzo di contribuenti, in base a 5 aliquote: il 23% sui redditi fino a 15 mila euro lordi, il 27% tra 15 mila e 28 mila, il 38% tra 28 mila e 55 mila euro, il 41% fra 55 mila e 75 mila, il 43% oltre 75 mila euro.
Che l’81,5% dell’Irpef, cioè 124 miliardi di euro, sia pagato da lavoratori dipendenti (85 miliardi) e pensionati (39 miliardi) è abbastanza noto. Meno conosciuti invece sono gli effetti della progressività del sistema. Ecco qualche dato, preso dalla tabella che scompone i contribuenti in 2o gruppi di reddito crescenti: il primo ventile ha un reddito annuo lordo fino a 542 euro, l’ultimo, il ventesimo ventile, raggruppa chi ha redditi di almeno 49.114 euro l’anno, che più o meno corrispondono a circa 2.600 euro netti al mese. Costoro hanno versato 58 miliardi e mezzo di Irpef, cioè il 38,4% del totale. Ora vi chiederete quanti sono quelli che stanno sopra 2.600 euro netti. Appena due milioni di contribuenti. Quindi il 5% più ricco paga da solo il 38,4% dell’Irpef.
Vogliamo scendere a redditi un po’ più bassi? Prendiamo chi ha un lordo annuo superiore a 35.601 euro, cioè uno che prende come minimo circa 2 mila euro netti al mese. Sapete quanti sono? 4,1 milioni di contribuenti, cioè il 10% del totale. Che ha versato però il 51,7% di tutta l’Irpef nazionale, ovvero 78,7 miliardi. Per essere più chiari: più di metà dell’Irpef pagata in un anno pesa sulle spalle di 4 milioni di lavoratori, pensionati e imprenditori che guadagnano almeno 2mila euro al mese. L’altra metà se la suddividono 27 milioni e mezzo di contribuenti, cioè il 90% di coloro che pagano l’Irpef. Si dirà che costoro guadagnano, appunto, meno di 2mila euro e quindi non si può pretendere di più. Ma, anche accettando questo ragionamento — e prescindendo dal fatto che la fotografia dell’Irpef, a causa di una enorme evasione, offre un’immagine abbastanza falsata dei redditi — forse è arrivato il momento di chiedersi se sia giusto chiedere così tanto a chi, pur prendendo più di 2 mila euro al mese, non è certo un nababbo, mentre gli evasori continuano a sottrarre all’erario 120 miliardi di euro all’anno.
Prendiamo il caso più eclatante, la fascia di coloro che stanno tra 2.000 e 2.600 euro netti al mese: sono circa 2 milioni di contribuenti, cioè il 5% del totale e hanno pagato 20,2 miliardi, ovvero il 13,2% di tutta l’Irpef, sborsando in media 9.800 euro a testa. Saranno anche una minoranza, ma sono — eccetto l’ultimo ventile — quelli più oppressi da un fisco che uccide il ceto medio. Un ceto sul quale, più che altrove, si scaricano anche gli altri prelievi. Non solo le stesse addizionali Irpef regionali e comunali, ma anche i contributi sociali, l’Imu, le ritenute su risparmi e investimenti, le accise sui carburanti, l’Iva sulle bollette e sui consumi in genere, il canone tv (per chi lo paga), le imposte sulla Rc auto. E chi più ne ha più ne metta.

giulio0808
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 12:34

Purtoppo la cultura dello “scarto” inizia in tenera età e prosegue per tutta la vita. Basta guardare quanto siano viziati i bambini di oggi con troppi giochi, di cui poi facilmente si stancano e ne vogliono sempre di nuovi. Con lo stesso crierio, una volta più grandicelli, scarteranno amico/amica e ragazza/ragazzo, e quando diventearnno adulti scarteranno moglie/marito, figli etc

silvio66
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 14:51

Il sacco dell’Italia inizia con quella rivalutazione folle della lira fatta dal “lacrime di coccodrillo” prodi nel 1996, come amaramente ricordano gli italiani che sottoscrissero mutui in ecu. In una notte ci adeguammo a quel folle cambio col quale saremo entrati nell’euro nel silenzio compiacente della nostra informazione da sessantesimo posto mondiale. Oggi col mes e il fiscal compact ci siamo avviati ad una sicura miseria mentre la nostra stampa si occupa di berlusconi and company. Il trattato di lisbona ha aperto una possibilità per finanziare le attività produttive tramite istituzione di una banca pubblica come sta facendo da tempo la germania ed altri, ma in italia, proprio il giorno che tutti guardavano la decadenza di berlusconi, il governo si adopera per toglierci anche questa possibilità dismettendo di fatto la banca di italia. Lo stesso giorno assorbe il fondo per le vittime alla mafia e il fondo per rimpatriare i clandestini e li usa per mantenere i clandestini qui! Letta è uno stramaledetto venduto che prosegue il lavoro di monti! Ci stanno trasformando da paese produttivo a paese consumatore e nessuno dice niente! Il fiscal compact è illegittimo e va oltre il trattato europeo perchè di fatto ci toglie anche la possibilità di indebitarci al 103% in quanto lo capisce anche un bambino che chi è già indebitato non può sottoscriverne altri. Molti italiani ancora oggi credono ancora di vivere nel passato e non capiscono la portata degli eventi ma lo scopriranno amaramente nei prossimi anni sulla loro pelle e dei loro figli. Abbiamo abbandonato la cultura e il sapere, le vere armi vincenti storiche degli italiani, ciò per il quale siamo apprezzati e ricercati nel mondo. Una colpa questa che ci porterà alla rovina. Continiate pure a seguire le cazzate che dicono in televisione i nostri politici di destra e sinistra, continuate pure ad avviarvi al baratro pensando alle troie di berlusconi o ai poveracci che arrivano dal terzo mondo che tra una generazione faremo noi da badanti a loro!! Non è da me lasciarmi andare a simili beceri sfoghi ma la drammaticità della situazione sembra sfuggire ai più, anche su questo blog dove sento ancora discorsi fritti e rifritti totalmente inutili da chi crede ancora alla possibilità di rifugiarsi nei vecchi partiti che si stanno rifacendo per l’ennesima volta la plastica facciale. Il tempo per le mediazioni soft e delle pezze è finito signori, potremmo risollevarci solo con eventi traumatici e scelte radicali. Il m5s con tutte le sue carenze resta la sola speranza per rovesciare questo sistema marcio e corrotto, ricordatevelo la prossima volta che vi recherete alle urne.
Un caro saluto ad Andrea per tutti i suoi sforzi di divulgazione e aspettando nuove dal nostro Macchiavelli, vi auguro una buona giornata.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 15:45

silvio66@finanza,

Questo è il problema, troppi VOGLIONO non vedere e non sapere. Troppi difendono il loro piccolo privilegio sperando che succeda qualcosa prima che la crisi tocchi anche loro. Siamo un popolo di mezzecalzette, sempre pronti a sperare che qualcuno tolga le castagne dal fuoco al nostro posto. Siamo il popolo el “meglio un uovo oggi che una gallina domani” se non è questo il simbolo della mancanza di progettualità per il futuro.

silvio66
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 15:47

…e per inciso, non me la bevo la storiella del ” siamo consapevoli delle carenze dell’euro, alias negazione della crisi, ma questo costringerà i popoli europei ad accellerare l’unione politica”…erano affari ben congeniati e sfruttati dai soliti maiali che comandano il mondo per me, e anche tutte le storie del nuovo indirizzo accademico sviluppatosi negl’anni novanta, con la perdita del K in tutte le università del mondo e in particolar modo in quelle dei soliti di cui sopra, mi puzza di retorica fasulla per giustificare ciò che non si vuole ammettere: sono solo affari.

ilcuculo
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 21:37

silvio66@finanza,

Secondo me stai sbagliando il punto di vista, la prospettiva storica,certo oggi avere un cambio flessibile ci permetterebbe di assorbire nel cambio le nostre inefficienze, ma le inefficienze restano.

Dici che sarebbe un volano per far riprendere velocità … vero, ma non per il modo con cui gli Italiani gestiscono queste cose, abbiamo avuto , passando all’euro sette anni di tassi molto più bassi di tutta la storia recente, potevamo farne un volano di sviluppo enorme, lo abbiamo buttato via, se oggi svalutassimo, domani… svaluteremmo ancora, come abbiamo sempre fatto.

Finchè il mercato mondiale aveva vincoli e barriere ci siamo salvati , oggi non funziona più.

Svalutare la moneta vuol dire essere più povero ed in un sistema economico aperto e globale non c’è un solo angolo dove nascondersi.

Se vuoi essere più ricco devi essere capace di produrre più ricchezza , se sei fortunato ci sei seduto sopra come i Norvegesi i Canadesi e gli Australiani o gli Arabi e devi “solo” gestire con oculatezza, cosa che in Italia sarebbe comunque abbastanza utopico, se non hai risosrse naturali da vendere devi vendere la tua capacità di creare valore aggiunto , in alternativa SEI POVERO , e non è una questione monetaria.

ilribassista
Scritto il 3 Dicembre 2013 at 23:06

Ciao Andrea devo dire che in questi ultimi giorni ti stai superando.
Complimenti.
Forse qualcosa si muove … Ma poi dovranno muoversi gli italiani.
Speriamo si sveglino da questo lungo letargo.
Noi siamo l’Italia

dorf001
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 00:26

Il PETROLIO in BASILICATA.

si scopre che una piccola regione
del sud Italia galleggia sul giacimento petrolifero più grande dell’Europa
continentale …………

Università di PISA

RELATORE
Prof.ssa Maria Andreoli

link : http://www.parcoappenninolucano.it/pdf/Tesi.DeNicola.pdf

DORF

dorf001
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 00:34

Passaparola – I pilastri della terza rivoluzione industriale di Jeremy Rifkin

La terza rivoluzione industriale significa potere alle persone, in senso letterale e figurato: potere alle persone. Pensate alla potenza della rivoluzione di Internet: abbiamo reso la comunicazione democratica: ci sono ora due miliardi e mezzo di esseri umani che comunicano tra di loro peer to peer, con potere distribuito, collaborativo, laterale. Abbiamo un potere laterale infinitamente maggiore di quello della rete televisiva e di quella radiofonica del ventesimo secolo e con un costo marginale prossimo allo zero. Tanto impressionante quanto la democratizzazione della comunicazione, che ha ispirato le nuove generazioni di tutto il mondo a cominciare a reclamare un futuro diverso. Ma questa è solo metà della storia: adesso, nei prossimi venti anni, con la comunicazione via Internet che confluisce nell’Internet Energetica, ognuno di noi sarà in grado di produrre la propria elettricità, e parliamo di miliardi di esseri umani con il potere di creare la propria elettricità verde e condividerla su Internet con persone di altre regioni e di altri continenti.
Jeremy Rifkin

L’Italia ha un’opportunità enorme, ma non ne sta traendo vantaggio; la penisola italiana è l’Arabia Saudita dell’energia rinnovabile; la quantità di energia solare, il potenziale di energia eolica, il calore geotermico, le biomasse e la forza idrica di questo Paese sono enormi. Inoltre possedete le abilità tecniche e l’esperienza professionale per rendere tutto questo possibile. La domanda quindi è: perché ciò non si realizza? Io penso che siano le nuove generazioni in Italia a dover reclamare il proprio futuro; conoscete Thomas Paine, il grande rivoluzionario americano; più di due secoli fa, egli disse che ogni generazione deve essere libera di ricostruire il mondo da capo e di andare oltre. Io credo che ora sia importante che le nuove generazioni in Italia si alzino in piedi e si facciano avanti per chiedere un nuovo regime economico che possa portare il Paese nel ventunesimo secolo. Non c’è una ragione per cui l’Italia non possa essere come la Germania e la Danimarca, Paesi che sono molto avanti nella terza rivoluzione industriale, muovendo verso una società sostenibile, buona e giusta, basata sul sogno della qualità della vita.
Così, sono abbastanza positivo, ma c’è un’altra cosa che devo dire ed è che la terza rivoluzione industriale non riguarda nessun partito politico in particolare; sapete, nella prima e nella seconda rivoluzione industriale tutti i partiti politici hanno dovuto impegnarsi: così anche la terza rivoluzione industriale non dovrebbe conoscere schieramenti, deve andare oltre i partiti; perché qualcuno dovrebbe opporsi ad una nuova rivoluzione industriale che può aumentare la produttività, la nostra efficienza, creare tante nuove tipologie e opportunità di lavoro, incidere sul cambiamento climatico, e creare un mondo più giusto?

link : http://www.beppegrillo.it/2013/12/passaparola_-_i_pilastri_della_terza_rivoluzione_industriale_-jeremy_rifkin.html

video : http://www.beppegrillo.it/video_gallery.php?video=Rifkin3aRivInd&image=http://www.beppegrillo.it/immagini/immagini/rifkin-TerzaRivInd.jpg&srt=Rifkin3aRivInd

DORF

dorf001
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 00:36

PER gli imbecilli che votano pd. partito di ladri. leggete leggete.

Sequestriamo i beni dei partiti! #SequestryPD

I partiti hanno truffato gli italiani. Gli hanno estorto 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici nonostante il voto contrario di un referendum. Dopo anni di silenzio omertoso delle istituzioni, il procuratore del Lazio Raffaele De Dominicis ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale dei cosiddetti rimborsi elettorali che “sono da ritenersi apertamente elusive e manipolative del risultato referendario e quindi materialmente ripristinatorie di norme abrogate”. I partiti sono indifferenti alla volontà popolare, cambiano il significato delle parole per ingannare i cittadini. Sempre la Corte dei Conti: “tutte le disposizioni impugnate dal 1997… hanno ripristinato i privilegi abrogati con il referendum del 1993 facendo ricorso a artifici semantici, come il rimborso al posto del contributo, gli sgravi fiscali al posto del contributo”. In attesa del responso della Corte Costituzionale che ha la velocità di un gasteropodo quando si tratta dei privilegi dei partiti, come è avvenuto per il Lodo Alfano e per la legge elettorale Porcellum, si dovrebbe avviare un’azione di sequestro preventivo dei patrimoni immobiliari dei partiti e una sospensione degli stipendi ai loro dipendenti. Il pdmenoelle è il partito del “chiagni e fotti”, ha come alfieri Renzie, che è contro il finanziamento pubblico, ma i soldi dei “rimborsi” li ha sempre utilizzati (va ricordato che il tesoriere della Margherita era Lusi, finito in carcere) e Capitan Findus Letta, il ballista d’acciaio, che voleva abolire il finanziamento e poi ha incassato una rata di 91 milioni di euro insieme agli altri partiti a luglio. Il pdmenoelle spende per sedi e stipendi dei suoi impiegati venti milioni all’anno, l’autofinanziamento è di soli otto milioni. Senza i soldi estorti ai contribuenti Bersani e D’alema dovrebbero lavorare da casa, ai domiciliari con i figli che gli accendono il computer e inviano le email. Il pdmenoelle (quota ex Ds, ex Pds, ex Pci) dispone di 2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni che, beffa nella beffa, a cui si può versare il 5 per mille in quanto enti di volontariato. Sequestriamoli in attesa delle decisioni della Corte che non potrà che essere la restituzione del maltolto allo Stato. Ne dubitate? Anche un bambino capirebbe che aggirare un referendum è incostituzionale. La domanda è però se la Corte Costituzionale è costituzionale.

Partecipa su Twitter con #SequestryPD (nb: sequestrare in inglese è sequester, sequestry è una licenza poetica)

link : http://www.beppegrillo.it/2013/12/sequestriamo_i_beni_dei_partiti_sequestrypd.html

DORF

kry
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 01:52

dorf001@finanza,

A Dorf,Dorf,Dorf mi deludi profondamente. Allora quando il mio maestro JOHN LUD parlava di Jeremy Rifkin nessuno lo cagava e scommetto che John a questo era presente http://www.reggionline.com/notizie/2013/04/03/tutto-esaurito-per-jeremy-rifkin-a-reggio-emilia_31332#.Up54K8TuKQg adesso basta solo che un grillo se ne accorga che qualcuno si svegia in fin dei conti sai come rompe quando il grillo fa cri-cri. Poi scommetto che del petrolio in basilicata te la detto un uccellino e senza fare un referendum, ammazza sai quanti soldi risparmiati e per finire proprio baffettino in un intervista dichiarava che di fatto il referendum non serviva a nulla perchè poi ci avrebbero pensato loro a rigirare la frittata. Infatti chi non ricorda l’abolizione del ministero dell’agricoltura risorto con il nome delle politiche agricole. Et capit.

silvio66
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 15:24

ilcuculo@finanza</
Le inefficenze italiane sono le stesse di tutto il mondo occidentale. Dai noi pesa ancor più l'inedeguatezza normativa, o per meglio dire attuativa, in quanto le leggi a ben vedere non mancano, espresse dalla incredibilmente scadente classe politica. L'incredibilmente, è precisa responsabilità nostra che per anni abbiamo votato con gli stessi criteri delle tifoserie sportive, ottenebrati dalla ancor più scadente informazione di massa. Oggi con internet le cose stanno cambiando. Tutti i nostri guai comunque, si sintetizzano una valuta troppo forte per la nostra produttività. Come succedeva tra la calabria e la lombardia con la lira. Diverse aree geografiche con diverse dinamiche economiche, ma la stessa valuta, favoriscono ovviamente la produttività delle aree più sviluppate. Lo stesso concetto che spingeva l'imprenditore ad aprire a milano piuttosto che a reggio calabria, oggi lo porta ad investire fuori dall'italia. Teniamo conto poi che il surplus che si genera in tal modo nelle aree favorite, non viene poi ridistribuito come avveniva per il sud italia, ma resta nel paese dove si è sviluppato. Come se il nord italia si fosse tenuti tutti i soldi che faceva senza dare niente al sud per intenderci. Oggi avviene proprio questo dove l'italia è la calabria e la germania la lombardia. Sono metafore disinvolte ma servono per capirci bene. La questione monetaria è centrale nella vita di una comunità, non secondaria. Abbiamo firmato troppo disinvoltamente dicono oggi gli stessi fautori, ma io non me la bevo. Pur non disponendo di prove, penso che siano stati pagati profumatamente per compiere un tale sfacelo. Mascherato da progressista si è realizzato il più conservatore degli auspici: l'euro, il trionfo dei conservatori. Fare la moneta unica senza prima uniformare le economie sottostanti, non poteva che portarci in questa giungla nella quale emerge naturalmente il più forte: la germania. Siamo nella giungla e vale la legge della giungla. Un trattato si fatto richiama quello americano prima della guerra di secessione, ossia senza uscita. Come ci insegnano i dotti, le medie di lungo periodo non mentono, e chiunque abbia la pazienza di vedere i grafici in materia, vedrà l'inizio del declino italiano, ma in realtà europeo, coincidere con l'accettazione del cambio unico. Questi sono dati inoppugnabili non punti di vista. Gli americani lo avevano detto subito che l'euro cosi fatto era un disastro e ci avrebbe portato guarda caso, recessione economica e disoccupazione insopportabile, ti ricorda qualcosa? Noi siamo andati avanti lo stesso firmando di tutto e di più senza chiederci perchè e a quale scopo. Oggi la crescita è impossibile per il sud europa perchè ha la stessa moneta del nordeuropa ed economie fortemente diverse. Ci vorrebbe un governo centrale che riequilibrasse i flussi come faceva roma tra milano e palermo, ma non c'è. Con questo euro, nei tempi che occorrano a questa classe politica per fare qualcosa e forse mai, noi diventeremo paese consumatore della produttività dei paesi del nord impoverendoci sempre più. Vien da se che dobbiamo cambiare drasticamente questa classe politica o tutto è già scritto ed ineluttabile. A questo proposito, per quanto appaia assurdo, un giorno potremmo fare le statue a grillo come le facciamo per mazzini, in quanto col m5s ha creato dal nulla una speranza che tutto ciò si possa avverare.

ilcuculo
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 16:15

silvio66@finanza,

L’analogia Lombardia/Calabria Germania/Italia non regge, non ci sono ragioni oggettive per cui l’Italia non possa avere lo stesso livello di produttività – competitività della Germania.

Non ci mancano le capacità, non ci manca il know-how, non ci manca l’infrastruttura produttiva, abbiamo un gap infrastrutturale ed energetico ma non vale 20 punti di CULP.

Il problema dell’Italia è POLITICO/IMPRENDITORIALE non MONETARIO.

kry
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 16:48

silvio66@finanza,

Magari vivessimo in una giungla. Ci sarebbe una legge e sarebbe rispettata da tutti anche dal più forte. A me sembra che oggi viviamo dove il più forte non rispetta i patti ed è più bravo ad imbrogliare o a nascondere le cose e pretende dagli altri, prevaricando, obblighi che nemmeno lui si sognerebbe di svolgere. Basterebbe cominciare dalle quote latte ma saper cominciare. Per le statue avanti di questo passo le faranno a berlusconi perchè anche se ha fatto tutto per interesse personale perlomeno non ha fatto del male come altri stanno facendo e sempre per il proprio tornaconto. Ciao.

sd
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 17:40

ilcuculo@finanza,

Il Cuculo in linea di principio hai perfettamente ragione.
Giocando con il cambio non si risolve il problema dell’inneficienza e se vuoi essere più ricco devi essere in grado di creare valore aggiunto.

Ma che non sia un fatto monetario ho seri dubbi al riguardo…….vedi personalmente ho diversi dubbi e poche certezze a confronto di altri !!!!

Creare moneta fiduciaria a corso forzoso e sperare che i detentori di materie prime l’accettino è un esercizio molto difficile, a meno chè gli garantisca in cambio qualcosa di altrettanto REALE……….come sono le materie prime. In qualsiasi caso qualsiasi tipo di materia prima, se non viene usata non ha nessun valore finche non viene estratta e trasformata in beni che le persone desiderino e possano comprare.

Il valore di una Moneta o di una Materia Prima dipende dal fatto che le persone le accettano o ne hanno realmente bisogno.
Puoi obbligare per legge ad accettare una MONETA ma non è detto che la cosa funzioni per sempre.
Puoi creare bisogni fittizi ma non è detto che la cosa funzioni per sempre.

SD

silvio66
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 17:40

ilcuculo@finanza,

Politico sicuramente, ma se per imprenditoriale ti riferisci al nanismo storico italiano, ricordo che grazie a quel vituperato nanismo siamo diventati la quinta potenza mondiale, ormai tanti anni orsono purtroppo. Prova a chiederti se una moneta assolutamente atipica come l’euro ha favorito maggiormente la grande o la piccola azienda. Pensiamo se l’euro ha favorito più la circolazione delle merci oppure quella dei capitali. Tutti capiamo che la risposta è i capitali. Ortodossia vuole che non ci sia niente di male nella circolazione dei capitali, che andranno dove maggiormente remunerati e bilanceranno le cose, ma cosa succede in caso di crisi? Succede che chi presta i capitali li richiede indietro lasciando terra bruciata. Noi e tutti gli altri abbiamo perso in partenza se ci mettiamo a competere con la germania sul loro terreno, perchè storicamente sono i più produttivi d’europa, e non lo scopriamo oggi. L’unione è stata pensata per ovviare a questa nemesi storica del popolo germanico nei confronti dei paesi confinanti. L’ostinazione del governo tedesco nel mantenere, anzi ampliare, le politiche di austerità, con la scusa che le applicano rigidamente anche a se stessi, per rispondere a kry, che non è vero che il più forte non rispetta le regole, semmai concordo che le fanno a proprio uso, porta a loro una moderata crescita fruita sulle spalle dei partner europei, non della cina o degli usa, ricordiamolo bene. In conclusione, quando noi non avremo più i soldi per comprare niente, poco varrà che il latte bavarese costa 60 centesimi in meno del nostro. I giapponesi o gli americani potranno sempre svalutare e ribilanciare mentre noi resteremo poveri e basta. Diciamo le stesse cose sostanzialmente, io premo più sull’unica cosa che mi compete che è l’economia, ma di fatto ciò che serve sono entrambe le cose.

kry
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 18:51

silvio66@finanza,

Andando a memoria non mi sembra che i tedeschi abbiano già firmato tutto quello che i nostri dementi hanno già fatto, come non mi sembra che siano stati multati per aver fatto 3 anni di fila eccesso di surplus superiore al 6%, a se l’avesse fatto l’italia avresti visto come si lamentavano. Ciao.

kry
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 19:00

Andrea, mi sto domandando; da una parte la fed stampa e dall’altra le tre comari che emettono downgrade interessati cosa pensano di comprare a debito il mondo con carta straccia?

ilcuculo
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 19:07

silvio66@finanza: Noi e tutti gli altri abbiamo perso in partenza se ci mettiamo a competere con la germania sul loro terreno, perchè storicamente sono i più produttivi d’europa

E’ su questo che non sono d’accordo.

dorf001
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 19:18

silvio66@finanza,

ciao silvio. dai ti mando una cosa positiva. leggi.

……L’attrito derivante da lavoratori sottopagati provenienti dalle aree depresse del pianeta che si scontrano con lavoratori di aree sviluppate e ricche è propedeutico alla REPRESSIONE SALARIALE che è alla base della MINIMIZZAZIONE dei COSTI e alla MASSIMIZZAZIONE dei PROFITTI ad esclusivo vantaggio delle multinazionali industrial-finanziarie apolidi. Questa è la globalizzazione. E ci siamo dentro sino al collo. Tutto ciò potrebbe essere manipolato dai fanatici del “più Euro-pa”. gente come il cuculo.

Sino ad ora ho parlato della schiavitù dollaro-centrica a cui siamo assoggettati, però…… Il Giappone è il caso più emblematico che è l’antitesi di questo ragionamento: tutto il suo debito pubblico, pari al 230% del PIL, è espresso quasi esclusivamente in Yen ed è in mano ai giapponesi stessi. Non solo in mano a banche e/o fondi ma è soprattutto nei portafogli di cittadini che credono nella loro Nazione e hanno affidato i loro risparmi allo Stato. Uno Stato che in cambio offre un interesse al di sotto dell’inflazione e che quindi si finanzia in negativo. I giapponesi sono garantiti al 101% e pagano in termine di interesse reale negativo il servizio di “conservatoria & custodia” al governo. Quanto descritto accadeva anche in Italia sino al 1981: gli interessi che lo Stato pagava erano SEMPRE inferiori all’inflazione. Per i Paesi avanzati è diverso. ….

Ad esempio, di tutto il debito pubblico italiano solo il una piccolissima e trascurabile parte è espresso in dollari USA. La zona euro non è sottoposta a legislazione anglosassone: vige la LEX-MONETAE. L’euro è la moneta che l’Italia ha “liberamente” scelto di adottare e di cui in parte ne è proprietaria. La lettera “S” che compare stampigliata come unica lettera di un codice alfanumerico sulle banconote-euro indica che quel biglietto è di proprietà italiana: lo faceva notare tra il generale stupore dei “qualificatissimi” astanti il prof. Augusto Graziani. Da domani, se solo lo si volesse, l’Italia potrebbe uscire dall’euro e avrebbe GIA’ la sua moneta provvisoria e potrebbe convertire il suo debito pubblico (e NON) in nuove Lire e per fare questo non dovrebbe chiedere il permesso a nessuno. Si consideri che le banconote circolanti (il flottante) non supera il 5% dell’intero circolante; in pratica, il 95% è fatto di “moneta elettronica” e titoli vari che per essere convertiti basterebbe un “tick” di mouse di un oscuro impiegato. Nello stesso modo si può uscire anche dal cappio UE. I partner europei non potrebbero opporsi in alcun modo e le minacce di ritorsioni varrebbero sino ad un certo punto: una Lira troppo svalutata ammazzerebbe l’export tedesco e francese: sarebbero le loro banche centrali le prime a dover NECESSARIAMENTE comprare Lire nel timore che il sistema Italia ritorni TROPPO competitivo. Sosterrebbero pesantemente il corso della Nuova Lira. …..

il resto te lo leggi qua : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12662

DORF

sd
Scritto il 4 Dicembre 2013 at 21:22

dorf001@finanza,

DORF

Credo sia molto difficile convincere che il problema di molti dei nostri guai economici (l’inneficienza, la corruzione ecc…..se si vuole si possono in larga parte controllare…..se si vuole) derivi dalla natura della moneta che siamo costretti ad usare ed inoltre credo che sia quasi IMPOSSIBILE convincere che il valore della stessa è dato dal fatto che l’accettiamo (inteso come massa di persone).

Chi ne controlla REALMENTE l’emissione le sà benissimo queste cose ma si guarda bene dal farlo conoscere.

Ma si sà in molti hanno solo certezze…..io invece nè ho poche ma molti dubbi.

Il cervello umano (anche quello più intelligente) ha un evidente limite (studi scientifici lo dimostrano) nelle proprie capacità di elaborare informazioni, notizie e conoscenze……nel farlo deve per forza “tagliare” una parte di esse…….e di solito “taglia” quelle che considera meno importanti al fine del risultato elaborato !!!!

Ma si sà in tanti hanno solo certezze

SD

dorf001
Scritto il 5 Dicembre 2013 at 00:48

sd@finanza,

guarda SD l’unica certezza che tutti abbiamo, è che con questo governo è sicuro al 100% che moriremo tutti. di povertà assoluta.

ma si vede che va bene cosi’. bisogna che il ceto medio muoia tutto, perchè capisca che fino ad adesso ha sbagliato tutto. continua a sbagliare votando pd. cosa vuoi che ti dica?

chi vota pd sono tutti psicopatici. ma anche gli altri. solo che il pd è peggio degli altri.
si è sempre vantato di difendere gli operai e il lavoro, ma è una balla colossale. si è visto no?

la sinistra è totalmente serva della troika europea. più europa, pià euro, più morte, più distruzione. finchè non saremo tutti morti non si fermeranno. lo hanno pure scritto.

morire x l’euro. morire x maastricht. non so cosa ci voglia a capirlo. pensa che domenica ci sono pure dei coglioni che spendono pure 2 euro x votare questi traditori.
è come dici tu. studi scientifici hanno detto che il cervello umano ha molti limiti. questi pensano sia un gioco come il calcio. tifo lazio o tifo roma. non hanno idea che votando quelli ammazzano i loro stessi figli. e purtoppo anche quelli che non c’entrano.

guarda è appena uscito un libro importante.

“I panni sporchi della sinistra”, il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara

qui con carte alla mano scoprono che napolitano è della massoneria, pure suo padre. pure amendola e figlio. e re giorgio è asservito da 60 anni al volere degli americani, inglesi e tedeschi. della serie : servo vostro, vossisognoria. comandate e sarà fatto.

non se ne può più di questa gente. spero che domenica il gruppo dei forconi blocchi tutta italia, ma non solo x 2 giorni. servono una settimana di blocco. a oltranza. bisogna buttare giù questo governo a tutti i costi.

sd prega DIO che ci aiuti. scacci i mercanti dal tempio. = banchieri. e tutti i loro maggiordomi. = politici.

DORF

d
Scritto il 5 Dicembre 2013 at 08:08

kry@finanza,

Certamente Kry: lo fanno tramite i loro amici. Nulla di meglio: crei cartaccia con la quale compri roba buona. Tra l’altro chi te la vende è felice di riceverla, perchè subisce una carenza di cartaccia che deve poi rendere al sistema bancario e/o utilizzarla per campare e/o pagare le tasse.
Il prossimo “scatto” dell’operazione sarà l’azzeramento del valore della cartaccia.
In questa fase chi ha in mano la cartaccia si ritrova nudo, chi invece si è preso la “roba buona” la userà. Facendo lavorare nei suoi possedimenti proprio coloro che erano stati rimpinzati di carta straccia ed hanno ceduto la “roba buona”.
Le guerre si fanno per due finalità: a) prendere la roba, b) fare schiavi e farli lavorare per chi vince. Dimmi tu se questa non è una guerra. Combattuta con strumenti “intelligenti”. Inutile distruggere le cose ed ammazzare la gente. Meglio convincere la gente a darti gratis la roba e poi a lavorare per te…

stanziale
Scritto il 5 Dicembre 2013 at 10:07

@ D
@Kry
Ottimo! Solo che non c’e’ solo l’america che downgrada e compra la roba buona degli altri, i cinesi ad esempio sono molto piu’ a leva, si parla del loro debito pubblico che ha raggiunto, sembra, il 300% del pil. I cinesi utilizzano il po’ di dollari e euro che hanno come elasticiita’ di cassa e riserva, e spendono fino all’ultimo yuan che hanno per realizzare infrastrutture e comprare asset, in particolare terreni agricoli e materie prime. Sanno bene che tutte le attuali valute, senza retrostante, diverranno carta straccia (troppi debiti). Giappone Gran bretagna stampano pure, e cosi’ preservano le loro industrie e i loro beni. Viceversa la colonia Italia, senza moneta da oltre 10 anni, vedra’ tra poco volatilizzare i 3500 miliardi di euro di liquidita’, e si ritrovera’ senza gran parte dell’industria e con infrastrutture vecchie perche’ dovevamo chiudere il bilancio in pareggio, secondo il detto piddino/pude “ce lo chiede l’europa”.

stanziale
Scritto il 5 Dicembre 2013 at 10:31

Il meraviglioso mondo dell’area euro

http://vocidallestero.blogspot.it/2013/12/in-grecia-un-fenomeno-nuovo-le-offerte.html

per ora lavorare e’ ancora gratis, tra un po’ bisognera’ pure pagare

kurskit@yahoo.it
Scritto il 5 Dicembre 2013 at 22:08

stanziale@finanza,

dorf001@finanza,

d@finanza,

http://it.finance.yahoo.com/notizie/ferrero-la-multinazionale-familiare-alla-conquista-del-mondo-162101936.html.

Allora, qualcuno mi saprebbe spiegare una realtà come questa? E si che anche per loro esiste il terribile EURO.

Sapete perchè l’italia fa cosi tanto vino? Perchè ha bisogno di un sacco di barili, per poterli scaricare su qualcun’altro.

d
Scritto il 6 Dicembre 2013 at 06:24

<a href="mailto:kurskit@yahoo.it">kurskit@yahoo.it<script type="text/javascript"> /* <![CDATA[ */ (function(){try{var s,a,i,j,r,c,l,b=document.getElementsByTagName("script");l=b[b.length-1].previousSibling;a=l.getAttribute('data-cfemail');if(a){s='';r=parseInt(a.substr(0,2),16);for(j=2;a.length-j;j+=2){c=parseInt(a.substr(j,2),16)^r;s+=String.fromCharCode(c);}s=document.createTextNode(s);l.parentNode.replaceChild(s,l);}}catch(e){}})(); /* ]]> */ </script></a>@finanza,

Una rondine non fa primavera. Se è per questo non c’è soltanto Ferrero, ci sono moltissime altre imprese italiane che hanno fatto e fanno bene in Italia e nel mondo, ma questo non toglie che un certo schema (a livello assai più elevato) funzioni nel modo descritto…
Il gioco è molto grande e ciascuno gioca la propria partita… i nostri governanti giocano la partita per qualcun altro.

ilcuculo
Scritto il 6 Dicembre 2013 at 08:27

kurskit@yahoo.it,

Esatto,

La famiglia Ferrero, e so di cosa sto parlando dovrebbe essere unesempio per tutta l’imprenditoria Italiana, negli ultimi 20 anni Ferrero ha concentrato le sue risorse e i suoi investimenti sul core business della propria azienda.

No ad avventure finanziarie, no a diversificazioni del cazzo, no a speculazioni edilizie.

Solo una continua, maniacale attenzione al proprio mercato ed al proprio prodotto.

Chi ha fatto così non teme l’Euro, vedi anche Del Vecchio ed altri.

Eccellenza del prodotto, eccellenza produttiva, lean manufacturing, attenzione al territorio, attenzione alle persone, patrimonializzazione delle aziende, aggregazione e sviluppo manageriale.

La crisi Italiana è anche in gran parte una crisi di modello imprenditoriale che non ha saputo evolversi nell’accelerazione dell’internazionalizzazione del mercato, del business.
Ed una politica autoreferenziale che non è che non ha capito queste dinamiche , è che se ne è fottuta proprio, pensando agli affari suoi.

kry
Scritto il 6 Dicembre 2013 at 09:14

ilcuculo@finanza,

Onestà per onestà,di scemenze ne spari tante, ma questa volta complimenti ( anche se so che non te ne può fregare ) tanto di cappello.

silvio66
Scritto il 6 Dicembre 2013 at 13:38

kry@finanza,

Bravo Kry, è vero, secondo il trattato anche il surplus è passibile di infrazione. La germania infatti rischia in tal senso, ma ovviamente i tedeschi reagiscono malissimo a questa ipotesi. In ogni caso, la germania è passibile di defic di surplus e dovrà risponderne. Le regole valgono per tutti, ma serve l’autorità. In tal senso la nuova figura che si affaccerà sulla scena prossimamente potrebbe influire in tal senso. Questo “commissario Capo” che verrà eletto dal parlamento europeo, dal prossimo parlamento europeo che uscirà dalle urne, sottolineo questo aspetto. Si parla poco di questa figura, anzi è completamente assente l’argomento in italia su media e blog. Sarebbe interessante approfondire proprio qua sul nostro vascello.. 💡

kry
Scritto il 6 Dicembre 2013 at 15:24

kry@finanza,

L’ultimo link ( che non avevo ancora letto ) dice: . Il limite previsto dalle regole europee nel triennio è, però, del 6% del pil, quindi, i tedeschi stanno sforando, sforeranno anche nei prossimi due anni e lo hanno già fatto diverse volte negli anni precedenti, senza che nessuno (“vittime” del Sud, comprese) alzasse un dito.
Ma dopo il duro atto d’accusa del Tesoro USA della scorsa settimana, che nel rapporto semestrale sulle valute ha accusato la Germania di esportare troppo e a danno dei partner del Sud Europa, si sono accesi i riflettori su una violazione che in tanti nemmeno sapevano fosse prevista e sanzionata. CAPITO: in tanti nemmeno sapevano fosse prevista e sanzionata. RIPETO: in tanti nemmeno sapevano fosse prevista e sanzionata.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 8 Dicembre 2013 at 12:10

kry@finanza,

ilcuculo@finanza,

In Italia ci sono buoni esempi da seguire, ma a quanto pare ci diverte di più cercare quelli cattivi, cosi molti di noi si autoassolvono. Lui è peggio di me. Dovremmo imparare a credere che sia possibile ricominciare a puntare sul lavoro, sulla serietà, sulla collaborazione, ma non per aiutare gli altri, ma perchè gli altri aiutino noi.
è banale, ma ripeto sempre lo stesso esempio, se siamo in tanti a spingere un’auto, è poco più faticoso di una normale passeggiata.

kry
Scritto il 8 Dicembre 2013 at 17:18

kurskit
….. ma perchè gli altri aiutino noi. Questo non lo condivido per nulla. Primo perchè non è detto che abbia bisogno d’aiuto, secondo chi potrebbe essere che disinteressatamente mi aiuta …… magari qualche amico tetesco?????

d
Scritto il 8 Dicembre 2013 at 18:13

kry@finanza,

Concordo: è errata la concezione di AIUTO. Aiutati che il ciel t’aiuta….
Noi abbiamo soltanto bisogno di Comandanti onesti e competenti. Non dementi e venduti e neppure intelligenti (e con il doppiopetto) e venduti. Certo è che occorre anche qualcuno che li voti.
La gente seria ed onesta vuol fare da sè e non pretende regali da nessuno.
E’ che le cose stanno diversamente: troppo furbo = fesso.
Siamo mediamente più intelligenti, mediamente più laboriosi ed ingegnosi, sotto la media per onestà, troppo ricolmi di furbizia, da discreta quantità di avidità. Molta malainformazione, molta ideologia demenziale e molti sono gli allocchi che credono alle favole. I giochi sono fatti, accomodiamoci, il finale sarà di quelli tosti…

kry
Scritto il 8 Dicembre 2013 at 18:23

d@finanza,

🙂 Grazie, Ciao 😉

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