L’ITALIA E’ FALLITA…AUTUNNO CADONO LE FOGLIE!

Scritto il alle 10:30 da icebergfinanza

E’ autunno è cadono le foglie … di fico!

Quello che affascina in questo mondo che si tratti di finanza o di politica è la memoria corta della gente comune, la memoria corta dell’uomo della strada, si sono tutti dimenticati che in autunno dovevamo fallire.

Eppure non è stato tanto tempo fa, era giugno …ITALIA IN BANCAROTTA RISCHIO DEFAULT…!

Sabato, dopo una serena giornata passata in Famiglia, in tarda serata ho aperto twitter e all’improvviso è stato default, ho scoperto di essere in bancarotta secondo una delle solite analisi private, segretissima, esclusiva per i clienti Mediobanca, che è diventata dominio pubblico, grazie alla solerzia e alla grancassa del puntualissimo ” Fatto Quotidiano “ la voce istituzionale di Grillo, un giorno intero sparato a caratteri cubicali in prima pagina sul sito web,  lo stesso Grillo che non più tardi di qualche mese fa …   METEO ITALIA…DEFAULT PREVISTO IN AUTUNNO!

Qualcuno in questo Paese, tra sei mesi quando non sarà accaduto nulla chiederà conto a Grillo o a chiunque altro untore, delle fesserie scritte in questi mesi?

Chissà che ricordi quelli del Fatto Quotidiano, sai che risate, gli abbiamo terrorizzati e ora non ricordano più nulla, roba da farsi quattro risate al bar.

Chiariamo un punto, questo è un Paese fallito antropologicamente, questo è un Paese infarcito di squallidi e luridi speculatori politici, ma non solo finanzieri fallitti e molti imprenditori del quartierino che senza i soldi delle banche non saprebbero cavare un ragno dal buco.

Pensi a questi fenomeni che non sanno tenere a galla un aereo neanche con gli aiuti di Stato, a questi imprenditori che senza un amico politico sarebbero il nulla e poco più e scopri che Politici, banchieri, avvocati e prefetti: tutti a busta paga , si scopri che l’acqua è bagnata.

E nessuno più si indigna, tutti rintanati con il telecomando a saltare da un carro all’altro alla ricerca di qualcosa che li faccia sentire sereni e in pace con le proprie responsabilità, si perchè se l’Italia è fallita, antropologicamente fallita la colpa è anche nostra.

L’economia sta morendo, il tessuto economico industriale del Paese, non il Paese, è bastato fornire liquidità alle banche per fare comprare ogni spicciolo di debito emesso in questi anni e mesi, ma qualche analista all’amatriciana faceva fatica a comprenderlo.

L’Italia sta per fallire, nessun problema, Draghi ha pronto un altro LTRO, un’altra iniezione di liquidità, male che vada abbassa i tassi, l’unica cosa che un manipolo di psicopatici attende quotidianamente sui mercati finanziari.

Dicevo è autunno e cadono le foglie di fico e i grilli vanno in letargo.

Vi dice nulla questo nome, Antonio Guglielmi è lo stesso fenomeno che in estate ha affermato che l’Italia in autunno sarebbe fallita.

Come scrive Carmen …Telegraph: La velata minaccia di Mediobanca su un’uscita italiana dall’euro

Hedge fund, banche e investitori di tutto il mondo si sono riversati sugli asset italiani senza soffermarsi su dettagli. Hanno fatto soldi rapidamente, certo. I rendimenti dei bond italiani a 10 anni sono scesi di 40 punti base in una settimana. L’indice MIB della Borsa di Milano aveva toccato il fondo vicino a 14.860 poco prima del comunicato. E poi è salito, raggiungendo 19.496 punti.
L’euforia era comprensibile. La componente economica dell’indice di fiducia era salita miracolosamente da 71,7 a 91,6 in un mese. Se l’Italia stava davvero svoltando così sensibilmente dopo un crollo del PIL del 9% e due anni di recessione, questo davvero avrebbe voluto dire che la crisi dell’Europa era ormai alle spalle. Avremmo potuto sentirci più sollevati sul debito italiano da 2.000 miliardi di € , il più elevato del mondo dopo Stati Uniti e Giappone.

In realtà, l’istituto di statistica italiano Istat ha alterato il sondaggio. Ha preso in esame un diverso modello campionario e  composizione socio-demografica di riferimento, rivelando tranquillamente alcuni dettagli solo un mese dopo, ma soltanto pochi economisti italiani vi avevano prestato attenzione. “Hanno giocato con i dati e sono scioccato”, ha detto uno di loro.
 
L’economista ha descritto l’episodio come un tentativo di promuovere entusiamo e portare la crescita a una “velocità di fuga”. Le autorità italiane – in balia dei Bocconi Boys, i sostenitori del libero mercato dell’Università Bocconi di Milano – danno grande peso alle teorie per le quali solo la fiducia può vincere l’austerità fiscale, insieme a una moneta sopravvalutata e una restrizione monetaria.
 
Ma ora ascoltate cosa ha da dirci il dotto di Mediobanca…
 
“La recessione si è appiattita, e questo è tutto”, dice Antonio Guglielmi di Mediobanca . “Il rapporto tra debito pubblico e PIL è aumentato di 15 punti percentuali [ al 133pc ] nel corso degli ultimi 15 mesi, perché non c’è crescita. E’ tutto a causa degli effetti dell’austerità e del moltiplicatore fiscale. Stiamo facendo lo stesso errore che hanno fatto in Grecia.”

Mr. Guglielmi ha detto che il governo ha previsto per il prossimo anno una crescita dell’1% , passando dall’ 1.7pc , all’1.8pc all’1.9pc e così via. E’ una finzione. ( Citigroup ha detto che la crescita sarà più vicino allo zero sino al 2017) . “A mala pena siamo cresciuti dell’1% all’anno durante i migliori anni del boom globale. Come faremo a farlo ora in tempi molto più difficili? “
 
Sopravviveremo Guglielmi, sopravviveremo ma a proposito, a quando l’appuntamento per il prossimo fallimento o per l’uscita dall’euro!
 
A breve statene certi, hanno già cominciato le oche giulive, torneranno allegramente a starnazzare, scappate, fuggite, l’Italia è fallita!
 
“Prof. Giuseppe Ragusa della Luiss Guido Carli di Roma ha detto che il governo si sta arrampicando sugli specchi, sperando che la ripresa mondiale riuscirà in qualche modo a portare l’Italia fuori dal guado. “Loro non stanno facendo nulla. La politica è completamente passiva, non funzionerà, perché siamo in una trappola del debito, ed a differenza della Spagna abbiamo continuato a perdere competitività nei confronti della Germania negli ultimi tre o quattro anni.”
 
Non solo si sono svegliati quelli di Mediobanca si sono accorti che il cambio è troppo alto e che il nostro Paese. Solo una foglia di fico come Nowotny poteva affermare che la BCE puà fare poco o nulla per il cambio e che i Paesi europei dovranno abbituarsi ad un cambio forte, chiedete a giapponesi o all’America come si fa a svalutare una moneta o alla banca centrale svizzera come si fa a mantenere fisso il cambio.
 
La nostra trappola, il nostro inferno oggi è l’euro, il resto figlie di fico che cadono in autunno.
 
E’ inutile che Letta faccia interviste per agitare i fantasmi della demagogia e del populismo, dell’estremismo, faccia un esame di coscienza, quei fantasmi, li stanno rispolverando loro, la classe politica che rappresenta, i burocrati e la plutocrazia europea, cambi le istituzioni, abbia il coraggio di andare sino in fondo non solo con le parole e i proclami, altro che diplomazia, questa Europa non ha futuro, perchè Voi avete preferito fondare l’Europa delle monete e dei capitali, prima di quella dei popoli, diversamente l’appuntamento con la storia è segnato.
 
Inutili i tentativi dei pennivendoli alla Scalfari, belle addormentate nel bosco sino ad ieri di raccontare falsità, la verità è figlia del tempo!

 
Gli scienziati di Mediobanca si sono svegliati cadendo dal pero ops scusate dal fico, hanno scoperto che …
 
Il rapporto sostiene che il rischio è quello di un ripetersi del destino dell’Argentina, quando nel 2001 il suo ancoraggio al dollaro è crollato. E ha citato il cosiddetto “Ciclo di Frenkel” , quando arriva alla settima e ultima fase del “collasso”, il brutale epilogo di ogni sistema a cambi fissi e di ogni unione monetaria che non riesce a soddisfare le quattro condizioni di base di un’area valutaria ottimale.
 
Ma mi raccomando non ditelo ad Angelina, non parlatele di cambio o altre LTRO, è sensibile la ragazza, proprio ora che padre Obama, la stà attaccando perchè si è accorto che la Germania esporta deflazione, con il surplus…
 

 

Gli Usa criticano la Germania, surplus corrente troppo elevato e ora arrivano anche gli eterni secondi, si i geni del moltiplicatore fiscale, i principali responsabili del dissesto europeo insieme alla Germania, Fmi in pressing su Berlino: «Dovete ridurre il surplus commerciale»

Non è fantastico la Germania insieme ai figli dell’austerità espansiva, professori e politici, che si sono alternati alla guida del nostro Paese ha deflazionato i salari, distruggendo lavoro e occupazione, con l’avvallo del FMI, con qualche analista all’amatriciana che sta londando la resurrezione della Spagna che ha ferocemente distrutto il suo popolo  e questi stanno parlando di surplus, si surplus e ora usano anche la parola deflazione.

Si sono sono accorti che siamo in deflazione, che il mondo occidentale è in deflazione, sono commosso, Icebergfinanza è l’unico in Italia che da un lustro vi parla di deflazione, cerca di aiutarVi a comprendere che questa è una immensa e terrificante “debt deflation” mentre tutto intorno le sirene urlano inflazione.

Non c’è nulla da esserne felici, la deflazione è terribile per un Paese come il nostro con alto debito e bassa crescita.

Secondo la stima preliminare Eurostat, l’inflazione europea è allo zero virgola, 0,7 % per la precisione e si ostinano ancora a chiamarla disinflazione. C’è addirittura chi fa la fila per comprare titoli di Stato legati all’inflazione, beata innocenza, titoli di Stato sostenuti in vista della nuova emissione!

Attenzione ai prossimi giorni, discese da brivido per il nostro mercato azionario e non solo.

In America hanno ricominciato a scommettere sul leggendario tapering, grandi rischi da un’inflazione persistente sotto il 2 % per la crescita economica dicono loro, ma sai nel medio termine, tutto si aggiusta, dite la verità non fanno tenerezza altre grandi occasioni all’orizzonte.

Il Comitato riconosce che l’inflazione persistentemente al di sotto del 2 per cento obiettivo potrebbe presentare rischi per la performance economica, ma si prevede che l’inflazione si sposterà di nuovo verso il suo obiettivo nel medio termine.
Read more at http://www.calculatedriskblog.com/#IgezhMa1sjUED7c9.99
Il Comitato riconosce che l’inflazione persistentemente al di sotto del 2 per cento obiettivo potrebbe presentare rischi per la performance economica, ma si prevede che l’inflazione si sposterà di nuovo verso il suo obiettivo nel medio termine.
Read more at http://www.calculatedriskblog.com/#IgezhMa1sjUED7c9.99

Non è fantastico è autunno e cadono le foglie di fico, insieme all’inettitudine della classe dirigente politico e finanziaria mondiale, un manipolo di falliti che sta amministrando la nostra liquidazione.

Nel frattempo festa grande in casa Machiavelli, si festeggiano le onde del cambio euro dollaro, missione compiuta!

Nel frattempo l’uovo di Colombo, l’ ennesima conferma che abbiamo scelto la rotta giusta è in viaggio, per tutti coloro che hanno sostenuto o vorranno sostenere liberamente il nostro viaggio.

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37 commenti Commenta
bergasim
Scritto il 4 Novembre 2013 at 13:56

Ma gli analisti di Medioanca quando i soldi li davano a ligresti &c cosa ne pensavano?

ilcuculo
Scritto il 4 Novembre 2013 at 14:06

bergasim,

alla loro parte… forse

andrea4891
Scritto il 4 Novembre 2013 at 14:15

bergasim,

brav’uomo la ns cancelliera, tutta d’un pezzo ❗ ❗

sd
Scritto il 4 Novembre 2013 at 15:36

<a kurskit@yahoo&,

Kurskit
Hai letto l’ultimo articolo del Capitano?

Oltre che di economia forse è il caso che ti interessi anche di DIRITTO e magari anche un pò…..solo un pò di STORIA.

Prestare qualcosa che non è di PROPRIETA è un reato…..ma naturalmente per le BANCHE questo non vale….specialmente per le B.C. Ma si sà il Potere può questo è altro….anche autoproclamarsi il proprietario del MONDO in nome di DIO.

Hai mai provato a prestare qualcosa che non sia di tua proprietà……probabilmente si.

SD

dorf001
Scritto il 4 Novembre 2013 at 20:03

ecco chi sono i criminali che ci stanno ammazzando vedere sto video : monti confessa http://www.youtube.com/watch?v=LyAcSGuC5zc&feature=youtu.be

Come si distrugge la domanda interna? Alzi le tasse e svaluti i salari. Così la gente non ha più soldi e compra di meno. Ma non basta: lo Stato potrebbe sempre alzare la spesa a deficit, cioè investire sui cittadini, mediante politiche sociali (esempio: reddito di cittadinanza) o creando lavoro. E allora cosa facciamo? Semplice: inventiamo il pareggio di bilancio e lo mettiamo addirittura nella Costituzione, così da rendere impossibile qualunque ripensamento. Era l’equazione che ci avrebbe matematicamente reso più poveri (vedi “La formula che ci inchioda“). Ricordate? Se costringi la somma delle entrate e delle uscite di uno Stato ad annullarsi a vicenda, allora se punti sulle esportazioni devi per forza massacrare i portafogli. E’ quello che ha fatto Monti. Perchè? …….

una specie di Cina europea, così da non essere costretti a comprare dai trafficanti di diritti di Pechino, per togliere il mercato all’oriente spregiudicato. Lo fai diminuendo i costi di produzione, e siccome le materie prime le paghiamo sempre uguale, bisogna pagare di meno gli stipendi e diminuire i diritti (vi dice niente la battaglia per la modifica dell’articolo 18?). Come li costringi, i lavoratori, ad accettare uno standard di vita meno dignitoso? Li getti nella crisi più nera, svendi tutto il patrimonio di economia nazionale e permetti ai nuovi padroni di delocalizzare all’estero. Gli togli le case con Equitalia. Costringi le fabbriche a chiudere: meno offerta di lavoro uguale più domanda, cioè milioni di persone senza reddito disposte a qualunque cosa pur di avere un tozzo di pane. Significa anche che se i tedeschi basano tutta la loro economia sull’export, hanno bisogno di comprare a prezzi accettabili: con un euro forte, tagliato su misura per le loro tasche, venire a fare shopping in Italia è come andare all’outlet nel periodo dei saldi. ……..

Prendi un Paese massacrato dal debito pubblico, ricattabile, ma anche industrializzato, dunque con le possibilità e le competenze produttive per soddisfare la tua domanda, e lo trasformi in una miniera a basso costo. Un piano iniziato negli anni ’80, ai tempi di Kohl e Mitterrand (vedi: “Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl” e “Come ci hanno deindustrializzato“).

Un disegno criminoso, deciso sulla testa dei popoli, senza consultarli. Una strategia complessiva che fonda tutte le sue possibilità di riuscita sull’esistenza di una élite di potere che domina incontrastata, attraverso il controllo della meta-finanza (EFSF, MES, LTRO, FISCAL COMPACT, REDEMPTION FUND…) e attraverso la costruzione di un’unica, enorme, sovranazione dove il controllo democratico è inesistente (e dove i think-tank sostituiscono i parlamenti), alla quale le evoluzioni dei socialismi europei hanno venduto l’anima, nell’illusione iniziale (condivisa con la Casa Bianca) di impedire l’ascesa di nuovi autoritarismi e di riuscire finalmente ad assicurarsi la vittoria politica che cercano da un secolo: creare una “Internazionale” finalmente vincente e definitiva. Un progetto che ha come termine ultimo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, nei quali l’Italia diventa la Calabria e Helsinky la Lombardia. ……..

Resta da abbattere o contenere ogni resistenza. E allora bisogna investire fondi europei per “un’analisi quantitativa dei media”, per monitorare le comunicazioni nei paesi euroscettici, per identificare i temi più rilevanti e per assoldare una squadra di piccoli Goebbels in grado di reagire prontamente e fare una propaganda mirata (vedi The Telegraph: “EU to setup euro-election ‘troll patrol’ to tackle Eurosceptic surge“). Bisogna combattere i “populismi”, cioè chiunque insista nel coltivare la convizione che le élite non abbiano un mandato divino a governare sul cielo e sulla terra (né le loro soluzioni siano le migliori a prescindere), ma la sovranità appartenga al popolo, qualunque uso ne voglia fare. ………

E così Enrico Letta, ieri su La Stampa, inizia la sua offensiva: “Fermiamo i nemici dell’Europa“. “Se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25 per cento questo sarebbe molto preoccupante. Il rischio che il Cinque Stelle risulti il primo partito alle Europee è molto forte. Non possiamo limitarci ad essere timidi con Grillo, o soltanto placcarlo“. No, non possono limitarsi a questo. Ci vuole qualcosa di più forte. Del resto, “La possibilità che nel prossimo Europarlamento ci sia tra un quarto e un quinto di deputati euroscettici o populisti è ormai più che probabile“, si legge sempre su La Stampa di oggi, dove contro Grillo scende in campo un altro super-burocrate europeo come Martin Schulz, lo stesso che poco tempo fa si lasciava sfuggire che le banche ci starebbero truffando (vedi “Dal presidente del Parlamento Europeo la conferma: le banche ci stanno truffando“). …………

Ma è nelle parole di Enrico Letta che si annida la madre di tutte le contraddizioni. Letta, quello del pizzino a Mario Monti in cui lo rassicurava che avrebbe fatto tutto quanto nelle sue disponibilità, sia ufficialmente che ufficiosamente (vedi: “la famosa repubblica parlamentare“). E qui il cerchio si chiude. “Se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25 per cento sarebbe molto preccupante“………….

Qualcuno come lui, come Mario Monti, come Mario Draghi, come Herman Van Rompuy, qualcuno da mettere a capo della Bce, del Fondo Monetario Internazionale, dell’Eba, qualcuno che diventi primo ministro di ogni singolo Stato membro, indipendentemente dalle operazioni di voto, qualcuno che faccia parte dei 17 supergovernatori che gesticono il Mes, qualcuno che rediga i memorandum da firmare per acconsentire ad ulteriori cessioni di sovranità, qualcuno che influenzi le elezioni nelle regioni periferiche dell’Europa, come ha fatto Angela Merkel in Grecia prima e in Italia due volte (vedi: “Merkel interviene sul voto greco: scegliete chi rispetta gli accordi” e “La Germania telefonò a Napolitano e fu subito Golpe“)………..

Di chi stava eseguendo gli ordini, Mario Monti, quando ha preso il potere per tagliare le pensioni e distruggere la domanda interna? —
Glielo hanno chiesto le lobby americane, del quale egli ha perseguito a lungo il vantaggio materiale, come presidente della Commissione Trilaterale (vedi: “Monti e gli interessi delle lobby americane“)? E’ un giochetto sfuggito di mano?……..

A ben vedere, una specificazione di quello che aveva già detto in precedenza (vedi: “Piccoli pezzetti di sovranità nazionale che se ne vanno“) : “Nei momenti di crisi più acuta: progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile“.

Cioè: chi se ne frega se i greci muoiono e se gli italiani si suicidano, noi dobbiamo fare gli Stati Uniti d’Europa e giocheremo con i nostri alambicchi e le nostre provette finché come per magia da una nuvoletta, pufff, uscirà qualcosa che gli assomiglia. Un circo delle pulci in cui le pulci possono solo saltare o essere schiacciate.

A maggio 2014, il loro giochino potrebbe rompersi. Ultima fermata. Poi, il capolinea.

ma leggetelo tutto però sto articolo. poi capierete bene bene. link : http://www.byoblu.com/post/2013/11/02/monti-confessa-stiamo-distruggendo-la-vostra-domanda-interna.aspx

DORF

kry
Scritto il 4 Novembre 2013 at 21:01

Oggi tutti in molti si propongono di parlare della memoria. “Quello che ci insegnano l’esperienza e la storia è questo: la gente ed i governi non imparano nulla dalla storia, né agiscono secondo principi dedotti da questa” e poi “Pensare che si possa vivere senza gli insegnamenti ed i principi dei propri antenati è una malattia — un disturbo mentale patologicamente preoccupante. Si tratta di una follia che porta ad una catastrofe terrificante.” inoltre «Gli uomini prima sentono il necessario; di poi badano all’utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar di sostanze».

sd
Scritto il 4 Novembre 2013 at 22:18

<a kurskit@yahoo&,

Kurskit visto che la nostra discussione sulla moneta si è “incagliata” direi che ognuno si tenga le sue opinioni.
Nel frattempo, per quanto mi riguarda, cercherò di approfondire l’argomento.

Personalmente sono in questo luogo (intendo Internet) da circa 20 anni (in questo momento non ricordo la data esatta) in pratica da quando per collegarsi ad intenet si usavano i provider locali/urbani (pagando un abbonamento) e si pagava un solo scatto telefonico urbano per un tempo quasi illimitato……scrivo questo perchè, a quei tempi, nessuno avrebbe scomesso che internet si sarebbe diffuso al livello attuale (anche se gia allora l’italia era in ritardo).

Tra una decina di anni vedremo se le tue opinioni sono giuste….OK.
Nel frattempo vedremo i danni che farà alla società l’attuale modello di moneta fiduciaria a corso forzoso emessa a debito.

SD

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 08:44

November 3, 2013
Those Depressing Germans
By PAUL KRUGMAN

German officials are furious at America, and not just because of the business about Angela
Merkel s cellphone. What has them enraged now is one (long) paragraph in a U.S. Treasury
report on foreign economic and currency policies. In that paragraph Treasury argues that
Germany s huge surplus on current account a broad measure of the trade balance is
harmful, creating a deflationary bias for the euro area, as well as for the world economy.
The Germans angrily pronounced this argument incomprehensible. There are no
imbalances in Germany which require a correction of our growth-friendly economic and
fiscal policy, declared a spokesman for the nation s finance ministry.
But Treasury was right, and the German reaction was disturbing. For one thing, it was an
indicator of the continuing refusal of policy makers in Germany, in Europe more broadly
and for that matter around the world to face up to the nature of our economic problems. For
another, it demonstrated Germany s unfortunate tendency to respond to any criticism of its
economic policies with cries of victimization.
First, the facts. Remember the China syndrome, in which Asia s largest economy kept
running enormous trade surpluses thanks to an undervalued currency? Well, China is still
running surpluses, but they have declined. Meanwhile, Germany has taken China s place:
Last year Germany, not China, ran the world s biggest current account surplus. And
measured as a share of G.D.P., Germany s surplus was more than twice as large as China s.
Now, it s true that Germany has been running big surpluses for almost a decade. At first,
however, these surpluses were matched by large deficits in southern Europe, financed by
large inflows of German capital. Europe as a whole continued to have roughly balanced
trade.
Then came the crisis, and flows of capital to Europe s periphery collapsed. The debtor
nations were forced in part at Germany s insistence into harsh austerity, which
eliminated their trade deficits. But something went wrong. The narrowing of trade
imbalances should have been symmetric, with Germany s surpluses shrinking along with the
debtors deficits. Instead, however, Germany failed to make any adjustment at all; deficits in
Spain, Greece and elsewhere shrank, but Germany s surplus didn t.
This was a very bad thing for Europe, because Germany s failure to adjust magnified the cost
of austerity. Take Spain, the biggest deficit country before the crisis. It was inevitable that
Those Depressing Germans – NYTimes.com Pagina 1 di 2
http://www.nytimes.com/2013/11/04/opinion/krugman-those-depressing-germans.htm… 05/11/2013
Spain would face lean years as it learned to live within its means. It was not, however,
inevitable that Spanish unemployment would be almost 27 percent, and youth
unemployment almost 57 percent. And Germany s immovability was an important
contributor to Spain s pain.
It has also been a bad thing for the rest of the world. It s simply arithmetic: Since southern
Europe has been forced to end its deficits while Germany hasn t reduced its surplus, Europe
as a whole is running large trade surpluses, helping to keep the world economy depressed.
German officials, as we ve seen, respond to all of this with angry declarations that German
policy has been impeccable. Sorry, but this (a) doesn t matter and (b) isn t true.
Why it doesn t matter: Five years after the fall of Lehman, the world economy is still
depressed, suffering from a persistent shortage of demand. In this environment, a country
that runs a trade surplus is, to use the old phrase, beggaring its neighbors. It s diverting
spending away from their goods and services to its own, and thereby taking away jobs. It
doesn t matter whether it s doing this maliciously or with the best of intentions, it s doing it
all the same.
Furthermore, as it happens, Germany isn’t blameless. It shares a currency with its
neighbors, greatly benefiting German exporters, who get to price their goods in a weak euro
instead of what would surely have been a soaring Deutsche mark. Yet Germany has failed to
deliver on its side of the bargain: To avoid a European depression, it needed to spend more
as its neighbors were forced to spend less, and it hasn t done that.
German officials won’t, of course, accept any of this. They consider their country a shining
role model, to be emulated by all, and the awkward fact that we can t all run gigantic trade
surpluses simply doesn t register.
And the thing is, it s not just the Germans. Germany ‘s trade surplus is damaging for the
same reason cutting food stamps and unemployment benefits in America destroys jobs
and Republican politicians are about as receptive as German officials to anyone who tries to
point out their error. In the sixth year of a global economic crisis whose essence is that there
isn t enough spending, many policy makers still don t get it. And it looks as if they never will.

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 08:51

Forza, vendete (e giù le tasse)
Ciò che ci impedisce di ridurre le tasse – aumenteranno di 1,2 miliardi di euro nel 2014 – non è il deficit, ma il debito che continua a crescere. Alla fine dell’anno raggiungerà il 133% del Prodotto interno lordo (Pil), trenta punti in più in un decennio. Nonostante i tassi siano molto bassi, oggi spendiamo 85 miliardi l’anno per gli interessi, il 5,4 per cento del Pil. Ma prima o poi i tassi aumenteranno: sia perché saliranno i tassi americani, sia perché il nostro spread si allargherebbe di nuovo se gli investitori si preoccupassero di un debito troppo elevato. È indispensabile quindi farlo scendere, allontanandoci da una soglia di guardia che preoccupa gli investitori e ci espone al rischio che un giorno i mercati possano rifiutarsi di sottoscrivere i titoli emessi dallo Stato.

Ci sono due modi per ridurre il debito: tassare la ricchezza privata mediante un’imposta patrimoniale (che dovrebbe essere assai elevata per ridurre significativamente il debito), oppure ridurre lo spazio che lo Stato occupa nell’economia privatizzando imprese e vendendo immobili. A noi pare che la seconda sia la strada da seguire dato il vasto spazio che Stato e amministrazioni pubbliche occupano nella nostra economia.
Si era cominciato a farlo negli anni Novanta. Poi, governo dopo governo, sia di centrodestra che di centrosinistra, si è ricaduti in un vecchio errore: illudersi che la «politica industriale», cioè dirigismo e imprese pubbliche, possano produrre crescita. Invece, come si è visto anche recentemente con i casi di Finmeccanica e Alitalia (e come accade ogni giorno in modo meno visibile in migliaia di imprese controllate da Comuni e Regioni) finiscono per generare corruzione e costare miliardi ai contribuenti. Ha ragione quindi il ministro Saccomanni a insistere con le privatizzazioni.

Ma non appena si parla di privatizzare, si levano cori indignati sul «valore strategico» di questa o quell’impresa, su quanto sia essenziale che essa rimanga «italiana». E subito si ricordano i «disastri» delle privatizzazioni del passato. Spesso questi cori servono solo a proteggere una cordata di imprenditori italiani, come quelli che acquistarono Alitalia dopo che lo Stato si era accollato 3 miliardi di debiti e che, trascorsi solo cinque anni, sono falliti una seconda volta. Oppure a non disturbare il connubio tra qualche politico e qualche impresa pubblica.
Guardate invece al Nuovo Pignone: venduto dallo Stato alla General Electric negli anni Novanta, il Pignone è cresciuto diventando un’eccellenza mondiale nel settore delle turbine. Merito di un’azionista intelligente, ma soprattutto di lavoratori e dirigenti di grande valore. Alla General Electric non verrebbe mai in mente di spostare altrove quell’azienda. Sarebbe stato meglio vendere Ansaldo energia alla Doosan, una grande azienda industriale sudcoreana, anziché alla Cassa depositi e prestiti, un ente pubblico che non ha alcuna esperienza nel settore dell’energia. Fra l’altro, questa non è una vera privatizzazione dato che il maggiore azionista della Cassa è lo Stato.

La cessione delle quote che il ministero dell’Economia ancora possiede in Eni, Enel, Terna, Finmeccanica, Fincantieri, Poste Italiane, Sace, ST Microelectronics e Cassa depositi e prestiti produrrebbe circa 60 miliardi di euro. Le Ferrovie da sole, secondo alcune stime, altri 36. A questi si aggiungono le aziende pubbliche locali: Roberto Perotti e Luigi Zingales stimano il loro valore in circa 30 miliardi. Infine vi sono gli immobili, che è però molto difficile valutare e spesso ancor più difficile (ma non impossibile) vendere: secondo alcune stime il loro valore è di circa 300 miliardi. In totale il 6% del Pil dalla cessione di quote azionarie, e fino al 15% dalle cessioni immobiliari.

Si cita spesso Telecom Italia come esempio di una privatizzazione fallita. Ma di chi è stata la colpa? Certamente dei privati, in primis di Roberto Colaninno, che hanno acquistato Telecom a debito e trasferito quei debiti sull’azienda, affossandola. Ma come è potuto accadere? Chi lo consentì?

Il governo di allora, presieduto da Massimo D’Alema, non si chiese quali sarebbero state le conseguenze industriali dell’Opa (Offerta pubblica di acquisto). Avrebbe potuto intervenire, usando il pacchetto di azioni – piccolo ma determinante – ancora possedute dal ministero dell’Economia (perplesso sull’Opa), decise però di non farlo. Fu una scelta non priva di conseguenze (e, a posteriori, di colpe). E comunque per una Telecom finita male c’è un marchio come Pavesi risorto, una Autogrill che, acquistata dalla famiglia Benetton, è diventata il leader mondiale nella ristorazione aeroportuale. La stessa famiglia non ha avuto altrettanto successo con gli Aeroporti di Roma, una società soggetta a forte regolazione pubblica e quindi a influssi politici diretti. Un’esperienza che dimostra come in Italia il rapporto tra privati e una politica regolatrice incapace di svolgere il suo ruolo non funziona.
Se davvero privatizzare è tanto difficile, rimane solo una strada per ridurre il debito: tassare i contribuenti onesti. Intanto i ricchi, preoccupati dalla possibilità che la loro ricchezza venga colpita da una patrimoniale una tantum , l’avranno già nascosta all’estero.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 5 Novembre 2013 at 09:25

ilcuculo@finanza
Fincantieri, va benino, cosi come Agusta e poste italiane, come ferrovie dello stato (incredibile), Eni enel terna, ecc tutte aziende che rendono allo stato, e che danno migliaia di posti di lavoro. Ora, se le vendessimo cosa otterremmo? 90 miliardi? (un anno d’interessi) Poi? Migliaia di cassintegrati, pensionati , esodati, oltre al buco delle entrate dei proventi di queste aziende. Perchè è OVVIO che sono queste che interesserebbero al mercato, sicuramente non quelle decotte tipo Alitalia. Sempre che, gli acquirenti privati non acquistino il noaut i macchinari e se la filino dove ci sono costi di gestione e manodopera anche specializzata molto più bassi. Io sinceramente farei cosi, a maggior ragione se fossi un acquirente dei BRICS, porterei la produzione all’interno dei mercati di sbocco, creando contemporaneamente maggiori utili e nuova clientela, grazie ai posti di lavoro creati. Per cui avremmo meno lavoro, più spesa pubblica e, tempo un paio d’anni saremmo conciati MOOOLto peggio di prima. Ma perchè per noi è impossibile PRETENDERE che un’azienda pubblica sia gestita bene? Perchè siamo cosi nemici dello stato e lo invochiamo continuamente? Perchè un ottimo operaio(spesso) se passa ad un’azienda statale si sente autorizzato a fregarsene?

sd@finanza,

Cerco di spiegarmi: oggi occore immettere denaro nel circuito, se non stabiliamo cosa lo crea “realmente” non possiamo fare altro che creare debito per sostituirlo, ( FED E BOJ BOI insegnano) ed è su esso che ingrassano le banche e simili, e che dimagriamo noi. Per questo per me è cosi importante discuterne.

mannoz
Scritto il 5 Novembre 2013 at 09:32

Andrea , leggi l’ottima analisi di marco fortis sul sole di oggi, per me ti legge da un pò 😉

sd
Scritto il 5 Novembre 2013 at 09:48

<a kurskit@yahoo&

Dipende da cosa intendi per “ricchezza”. Per importare denaro l’italia dovrebbe esportare prodotti in cambio di altra “moneta fiduciaria a corso forzoso emessa a debito” che invece di chiamarsi euro avrà un altro nome ma che in sostanza non cambia…..sempre fiat money è.

Nei limiti dell’umanamente possibile io cerco di creare ricchezza per mè stesso…..ma sicuramente non la cedo in cambio di fiat money. Che cosa me ne faccio ? La investo in Futures ? O Titoli Azionari? no magari nel Forex…..forse in Obbligazioni (và già meglio) o forse pago delle comissioni a qualcuno perchè me la custodisca ?

Ai posteri l’ardua sentenza.

SD

PS
Spero di avere abbastanza TEMPO davanti a mè per capirlo…..dopo saranno ….azzi vostri hehehe

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:13

Kurskit@Yahoo.It

Non è proprio così, il know-how non si trasferisce caricandolo su dei container. Grandi multinazionali che sono venute in europa 20 anni fa ed hanno comprato aziende italiane per poi spostare produzioni in europa dell’est hanno, ancora oggi problemi rilevanti di know-how.

Perchè assemblare, per esempio, un elettrodomestico, è facile, volendo si potrebbe quasi completamente automatizzare, progettare un elettrodomestico, analizzare i problemi , risolvere i problemi , non lo è altrettanto.

Progettare e collaudare un elicottero non è un know how che puoi mettere negli scatoloni e spedirlo in India.

Aziende con cui ho lavorato e lavoro assumono economici ingegneri indiani, che costano poco e sanno fare di tutto, lavorano 12 ore al giorno , non rompono le palle , e vanno in qualsiasi parte del mondo … peccato che quando c’è da risolvere un problema imprevisto , normalmente, si fermano ed attendono istruzioni….

Se vogliamo avere e mantenere il nostro livello di vita dobbiamo generare un equivalente valore aggiunto che non può essere “opra di cacciavite” deve essere “opra di ingegno”.

alla fine degli anni ’90 è partita in europa la delocalizzazione verso l’est europa, un operaio Polacco (per altro con una produttività reale molto più bassa di uno Italiano) costava 5 €/h quando in Italia ne costava 15€/h oggi l’operaio in Polonia, che nel frattempo ha in parte colmato il gap di produttività, costa 11€/h mentre l’italiano ne costa 21€/h.

Fino ad oggi si è investito poco in automazione nei paesi dell’est europa perchè il ritorno sull’investimento era troppo lento questo cambierà quando il costo del lavoro arriverà ad essere 15€/h e ci si arriverà perchè oltre all’aspettativa di un potere di acquisto che permetta di essere anche un mercato, anche i paesi dell’est devono cominciare a finanziare un welfare ed anche il loro debito pubblico è destinato ad aumentare.

stanziale
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:21

ilcuculo@finanza,

Non so’ dove hai tratto l’articolo, ma spero che non ci crederai, Cuculo, chi lo ha fatto e’ evidentemente un venduto al cubo. La ricetta per uscire dalla brutta situazione e’ stracciare tutti i trattati firmati e riacquistare la sovranita’, altro che svendere i beni pubblici. I Benetton acquisirono quei beni praticamente senza pagare, Il pignone fu svenduto anche perche’ aveva ricchissimi contratti per decine di anni con la Russia dove tutt’ora opera, e prima ancora di queste svendite c’e’ da prendere atto di quello che e’ successo alla Olivetti (fonte nocensura), dove il n. 2 di olivetti sembra sia stato assassinato, da chi, lo dice De Benedetti, e se lo dice lui….prima ancora bisognerebbe vedere la storia delle am lire (fonte Marco Saba). Quindi sul fatto che siamo una colonia e stretti nella morsa Usa-Germania non ci sono dubbi, che si possa fare poco magari e’ anche possibile, pero’ da qui ad essere pure contenti mi sa tanto di coro del popolo nel “poema” Ifigonia…..
ps i tedeschi ci dovrebbero restituire una miriade di opere d’arte trafugate nel 43-45 , il tutto e’ stato abbuiato dagli americani (fonte il sole di oggi)

stanziale
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:34

Il lucroso affare dei crediti bancari in sofferenza: le aziende verranno comprate per 2 lire. Grazie euro!
http://www.ilsussidiario.net/News/Impresa/2013/11/5/SPY-FINANZA-I-parametri-che-mettono-l-Europa-e-l-Italia-in-svendita/441242/

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:37

sd@finanza: Nei limiti dell’umanamente possibile io cerco di creare ricchezza per mè stesso…..ma sicuramente non la cedo in cambio di fiat money.

Quando ti leggo a volte mi domando se viviamo in mondo paralleli.

Se fai un lavoro per qualcuno o riesci ad ottenere una fornitura di qualche bene e servizio oppure accetti fiat money (euro dollari sterline talleri scudi fiorini corone …) con cui puoi poi comprare azioni obbligazioni terreni opere d’arte forme di parmigiano bottiglie dei barolo… oppure puoi lasciarle per un po’ in custodia ad una banca (o sotto la mattonella smossa nella taverna) in attesa di decidere.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:48

ilcuculo@finanza,

Pur riconoscendo sensate le tue analisi, mi chiedo se non sono un pò falsate da false speranze, parliamoci chiaro, oggi in cina o in corea il livello tecnologico è altissimo, e ormai, come fecero i giapponesi a loro tempo, sono loro che stanno diventando il riferimento, la lepre, ovviamente non in tutti i settori. Il know how si trasferisce eccome, magari non su un camion, ma su un’aereo sicuramente, cioè pagando le (poche) menti migliori e trasferendole. é gia successo con la chimica, l’elettronica, l’automotive (vedi De Silva). Al massimo, mantengono in Italia parte del centri R&D, e hanno risolto il problema. D’altra parte, se lo fanno gl’italiani, delocalizzare, perchè non gli stranieri? Mi spiace, sono d’accordo con te su molte cose, ma, amichevolmente, su questa mi oppongo. 😀

kurskit@yahoo.it
Scritto il 5 Novembre 2013 at 10:55

ilcuculo@finanza,

Si, certi ragionamenti di qualcuno sul “Fiat Money” sono un pò contorti.

quesalid
Scritto il 5 Novembre 2013 at 12:37

Ma non è che stiamo guardando dalla parte sbagliata? Qua sta succedendo qualcosa e, come all’epoca dei distretti, ci si accorge sempre dopo….

http://www.symbola.net/html/press/pressrelease/greenitaly2013

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 14:20

quesalid@finanza,

Grazie Quesalid,

certamente sta succedendo qualcosa, una crisi di questo genere deve far succedere qualcosa, e questa è l’unica strada percorribile . Economia, sviluppo e sostenibilità.

Poi si sa che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, speriamo cresca bene.

sd
Scritto il 5 Novembre 2013 at 14:55

ilcuculo@finanza,

IL Cuculo è lo stesso mondo, ma visto da un punto di vista diverso.

Nell’azienda per cui lavori ci sarà un Titolare o gruppo di Titolari (azionisti)? Hai mai provato a chiedergli cosa ne pensano della fiat-money e come la gestiscono.

Io sono un Micro-Titolare, tu dedichi 1/3 o più del tuo TEMPO (penso che lo consideri prezioso) alla tua azienda, che giustamente ti remunera adeguatamente.

Il tuo titolare probabilmente gestisce milioni di euro (gli lo auguro….a mè i suoi e lui il doppio!!!!) Io invece devo gestire al massino qualche migliaia di euro (visto la schiavizzazione degli artigiani in italia), cerco di creare ricchezza per me stesso……non è solo Moneta……..è TEMPO, tempo IL CUCULO……tempo.

SD

ilcuculo
Scritto il 5 Novembre 2013 at 15:21

sd@finanza: visto la schiavizzazione degli artigiani in italia

Il tempo è un problema di tutti, ecco, questa settimana sono un po’ scarico, la prossima settimana sono fuori e sarò in giro per l’europa da lunedì a giovedì riunioni, centinaia di km di spostamenti, cene… non siamo mai padroni del nostro tempo…

Però l’edilizia ha avuto almeno 15 anni d’oro fino al 2005/2006 , per trovare qualcuno che venisse a farti un lavoro in casa dovevi pregarlo, altro che contrattare, se non ti va bene ho altri cinque lavori in sospeso… e tutti piangevano miseria ugualmente.

Il titolare della (piccola) impresa che ci ha ristrutturato un immobile , ho saputo da fonte certa, nel 2006 si è comperato una BMW X5 pagandola in contanti ! mica fiat money… BMW money…

dorf001
Scritto il 5 Novembre 2013 at 16:46

il problema è che LA CRESCITA ECONOMICA E’ DIVENTATA NEMICA DELLA VITA

sapete chi è VANDANA SHIVA???

laurea in Fisica quantistica…..lavora per la tutela delle biodiversità in agricoltura e la promozione di sistemi di coltivazione eco-sostenibili,….Ha vinto nel 1993 il Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la pace, e il City of Sydney Peace Prize nel 2010….spesso le capita di essere in Italia, dove è peraltro vicepresidente di Slow Food…….i suoi libri, Sopravvivere allo sviluppo (1990), Monocolture della mente. Biodiversità, biotecnologia e agricoltura scientifica (1995), Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni (1999), Vacche sacre e mucche pazze. Il furto delle riserve alimentari globali (2001), Campi di battaglia. Biodiversità e agricoltura industriale (2001), Terra madre: sopravvivere allo sviluppo (2002), Il mondo sotto brevetto (2002), Le guerre dell’acqua (2003), Le nuove guerre della globalizzazione (2005), Dalla parte degli ultimi. Una via per i diritti dei contadini (2007), India spezzata (2008), Ritorno alla Terra. La fine dell’eco-imperialismo (2009), Semi del suicidio (2009), Fare pace con la terra (2012).

qui c’è un bell’articolo su questa ridicola e assassina crescita economica votata su una parola ormai morta, cioè il PIL. una cagata pazzesca!!!

L’ossessione della crescita ha travolto il nostro interesse per la sostenibilità, la giustizia e la dignità umana. Ma le persone non sono merci da usare e gettare – il valore della vita si trova fuori dallo sviluppo economico

La crescita illimitata è la fantasia di economisti, imprese e politici. La vedono come una misura del progresso. Come risultato, il prodotto interno lordo (PIL), che dovrebbe misurare la ricchezza delle nazioni, è diventato sia il numero più potente che il concetto dominante del nostro tempo. Tuttavia, la crescita economica nasconde la povertà creata attraverso la distruzione della natura, la quale a sua volta porta a comunità incapaci di provvedere a se stesse. ………

L’acqua disponibile come bene comune condiviso liberamente e protetto da tutti viene fornita a tutti. Tuttavia, essa non crea crescita. Ma quando la Coca-Cola impone una pianta, estrae l’acqua e con essa riempie le bottiglie di plastica, l’economia cresce. Ma questa crescita é basata sulla creazione di povertà – sia per la natura sia per le comunità locali. L’acqua estratta al di là della capacità della natura di rigenerarsi crea una carestia d’acqua. Le donne sono costrette a percorrere lunghe distanze in cerca di acqua potabile. Nel villaggio di Plachimada nel Kerala, quando la passeggiata per l’acqua è diventata 10 km, la tribale donna locale Mayilamma ha detto che il troppo è troppo. Non possiamo camminare ulteriormente, l’impianto della Coca-Cola deve chiudere. Il movimento che le donne incominciarono ha portato infine alla chiusura dello stabilimento. …….

La povertà è anche ulteriore spreco quando i sistemi pubblici vengono privatizzati. La privatizzazione di acqua, elettricità, sanità e istruzione genera crescita attraverso i profitti. Ma genera anche povertà, costringendo la gente a spendere grandi quantità di denaro per ciò che era disponibile a costi accessibili come bene comune. Quando ogni aspetto della vita é commercializzato e mercificato, vivere diventa più costoso, e la gente diventa più povera.

qui l’articolo : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12547

su fate uno sforzo. l’articolo non è lungo. leggere e imparate qualcosa.

DORF

dorf001
Scritto il 5 Novembre 2013 at 16:48

e sempre di vandana shiva, un articolo sulla geoingegneria. altra follia umana. roba da brivido.

Vandana Shiva, leader internazionale del movimento contro gli OGM e la brevettazione dei semi, molto apprezzata dai movimenti ambientalisti, ma poco conosciuta, e forse non a caso, per le sue prese di posizione contro la geoingegneria. In un dibattito dominato dal tema del riscaldamento globale, che vede tramontare l’opzione di ridurre le emissioni, si affaccia con sempre più prepotenza l’opzione ingegneristica, opzione che in realtà viene sperimentata da oltre mezzo secolo all’insaputa dei più. Vandana Shiva pur non esprimendo dubbi in merito all’esistenza del problema riscaldamento globale afferma la sua secca opposizione alle pratiche geoingegneristiche definendole “the ultimate hybris, without any democratic control”.
VIDEO-INTERVISTA con sottotitoli in italiano.
Vandana Shiva è stata intervistata da Maria Heibel di NoGeoingegneria.

qui c’è l’articolo tutto : http://www.nogeoingegneria.com/interviste/terra-futura-2013-intervista-a-vandana-shiva-sulla-geoingegneria/

DORF

kurskit@yahoo.it
Scritto il 5 Novembre 2013 at 17:01

dorf001@finanza,

Mah, il problema è che siamo troppi e tutti vogliamo consumare sempre di più. L’occidentale medio, consuma almeno 8/10 volte ciò che gli sarebbe indispensabile, e i cosidetti emergenti hanno le stesse ambizioni. Come fermare tutto questo? L’uomo sta al pianeta come un cancro ad un corpo umano, la domanda non è “se” distruggerà tutto se stesso compreso, ma “quando”.

tirlusa
Scritto il 5 Novembre 2013 at 19:57

Vendere le partecipazioni statali vuol dire bancarotta. Ha ragione Kurskit, servirebbe a pagare gli interessi di un anno e saremmo punto a capo privati della nostra ricchezza. Soltanto dei padri degenerati di questo Paese possono considerarla una soluzione. Rinunciare a un flusso di utili per cosa? Per nulla, non risolvi il problema del debito, non risolvi nulla. Bisogna cominciare ad arrabbiarsi, bisogna fare casino, qua ce la stanno mettendo in quel posto e noi non diciamo nulla. Per carità di Dio basta parlare di parametri folli, di numeri vuoti che non significano nulla, 130 del Pil, 3 di disavanzo. Ma che vadano a farsi fottere il 130, il Pil, il 3%, il disavanzo.
Fuori dall’euro subito e poi il debito si ripiana poco a poco, visto che la maggior parte è verso noi stessi, in cento anni ad esempio. Ma basta sparare cazzate, come vedersi le aziende, le case, come rientrare con 50 mld l’anno. I debiti si pagano ma con raziocinio e non credendo alle fesserie che ci propinano gli euro-invasati, sicuramente non facendo stramazzare la bestia con l’austerity.

mazzam
Scritto il 5 Novembre 2013 at 22:24

Non ho capito che cosa questo articolo vorrebbe farmi capire.
In particolare non ho capito se l’autore vuole mettermi in guardia o tranquillizzarmi sulla situazione italiana che certo, con le tasse e il costo energetico più alte del mondo, l’Iva al 22%, un debito pubblico al duemilioni%, la coda verso la svizzera al mattino e verso l’Italia la sera sempre più lunga, un popolo sbranato dai politici che ha contribuito ad eleggere, etc. Etc. Etc., proprio bene non mi pare che stiamo. Non siamo falliti? Ah, bene!

sd
Scritto il 5 Novembre 2013 at 23:33

ilcuculo@finanza,

Il Cuculo penso che uai compreso quello che voglio dire.
Ad esempio può essere un ottimo affare comprare un abitazione a saldo pagandola con un mutuo ventennale al 2% fisso………ma forse è meglio costruirsela in 5 anni e gli altri 15 godersi la vita…….oppure no ??? Potrei farne altri di esempi, ma naturalmente bisogna darsi da fare, imparare, studiare e sporcarsi le mani per realizzarli. (cose fatte nei 15 anni sopra detti !!!!)

Nel settore edile ci sono stati 10-15 anni drogati dal sistema finanziario attraverso l’illusione dell’infinita crescita del valore immobiliare, i risultati li vediamo oggi.
Quel famoso piccolo imprenditore se proprio aveva bisogno di soddisfare il proprio narcisismo…..poteva trovare qualcosa di meno costoso di una BMW X5….forse gli sarebbe bastato un bellissimo modellino di qualche centinaio di euro !!!!!

<a kurskit@yahoo&,

Kurskit non sono ragionamenti contorti.
Penso che ognuno sia libero di creare o accumulare ricchezza nel modo che ritiene più opportuno.

Si può cercare di impiegare tutta la propria vita per cercare di accumulare Fiat-Money….sempre che si riesca a “trovarla” o guadagnarla per poi cercare di conservarla consegandola al “Gatto e alla Volpe” nel campo dei miracoli.
Oppure si può impiegare il proprio tempo in altre attività.

SD

dorf001
Scritto il 6 Novembre 2013 at 00:18

x kursit. forse sei tu allo specchio, quando dici che consumi 6 volte più del necessario. beh non sono tutti cosi per fortuna.

cmq il debito pubblico non esiste. un video di 3 min x te : http://www.youtube.com/watch?v=y5k6uTK662U

se vuoi pure questo : http://www.youtube.com/watch?v=tE7JhKA8b4Y

guarda cosa dice un sicario dell’economia, cioè john perkins. lui c’era, sa tutto. ascolta bene : http://www.youtube.com/watch?v=chpcC-7Zkuw

by DORF

thundermarc
Scritto il 6 Novembre 2013 at 09:07

La Grecia entra in deflazione ma la Ue precisa: Atene è un caso particolare

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-05/la-grecia-entra-deflazione-ma-ue-precisa-atene-e-caso-particolare–175524.shtml?uuid=ABQZigb

Si certo caso particolare come no

😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀

ilcuculo
Scritto il 6 Novembre 2013 at 11:04

sd@finanza,

No veramente non ti capisco !

Non puoi estendere te stesso a esempio per tutti, nel mondo di oggi c’è un elevato livello di specializzazione, tu puoi costruirti una casa, va bene, io non ne sarei capace, sarebbe assolutamente poco redditizio cercare di imparare a farlo.

Ma tu non puoi comunque costruirti una automobile così come non puoi costruirti una macchina movimento terra, o un demolitore, devi comunque acquistare materiali , semilavorati e attrezzature.

Così come non puoi provvedere personalmente all’istruzione dei tuoi figli o alla cura dei loro denti, non puoi cucirti i vestiti , girarti i film e scriverti i libri…

Io non riesco a capire questo sogno autarchico, una delle principali spinte al progresso scientifico tecnologico alla base della qualità di vita attuale, che sotto ogni indicatore è la migliore mai ottenuta nella storia, anche in tempo di crisi, è proprio la specializzazione.

Se tutti fanno tutto lo fanno poco, male e in modo inefficiente. Si crea molto molto molto meno valore.

Un mondo autarchico è sicuramente un mondo molto più povero, come lo sono sempre state e sono tuttora le esperienze di questo tipo, dubito che sia un mondo più felice, al di la di sogni e fantasie utopiche.

A meno che tu non pensi che un mondo più povero ma con più uguaglianza sia più felice di un mondo più ricco ma più diseguale. Ovvero che la sofferenza degli umani non derivi dalla povertà materiale ma dalla sofferenza psicologica data dalla disuguaglianza e dall’invidia che essa genera.

Io penso diversamente. Io penso che abbiamo bisogno di rimodulare non di rivoluzionare o stravolgere.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 6 Novembre 2013 at 12:25

dorf001@finanza,

Caro dorf, vivi in un monolocale usi la bicicletta e senza acqua calda senza tv, senza pc , senza bagno, ti fai la doccia e controlli quel che mangi? tutte queste cose non sono indispensabili alla vita, sono “comodità”, che gran parte della razza umana non possiede e che molti conoscono neppure. Tutto ciò è consumo “superfluo”. Vedi, in senso assoluto, chiunque sia qui davanti ad un pc a conversare è “ricco”, anche se non ce ne si rende conto.
Questo è uno dei grossi problemi.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 6 Novembre 2013 at 12:25

thundermarc@finanza,

Anche tu consumi “almeno” 6 volte il necessario

kurskit@yahoo.it
Scritto il 6 Novembre 2013 at 14:10

dorf001@finanza,
Anche tu consumi “almeno” 6 volte il necessario
@thundermark@finanza
Sorry, sbagliato.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 6 Novembre 2013 at 14:18

sd@finanza,

Non confondiamo il denaro con la ricchezza (merci), ripeto il mio esempio, l’acqua con l’acquedotto. IL DENARO NON é RICCHEZZA REALE, vale solo se NOI gli diamo valore e lo riconosciamo. Un’abitazione, che vale all’acquisto 1.000.000 di euro e poi può ne valerne 50.000 o 2.000.000 euro, ma ti fornisce sempre gli stessi servizi, mantiene lo stesso valore effettivo, mentre il denaro ha un valore nominale, variabile.

ilcuculo
Scritto il 6 Novembre 2013 at 14:20

<a kurskit@yahoo.it">kurskit@yahoo.it,

Mi domando come si possa arrogarsi il diritto di dire cosa è necessario e cosa è superfluo.

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