MARCHIONNE … MANAGER DI STATO!

Scritto il alle 12:00 da icebergfinanza

Gli altri producono auto belle e interessanti…. e lasciamoli sfogare, tanto quando tutti ne avranno piene le tasche di tanta bellezza, arriviamo noi e piazziamo un restyling della Marea! E lasciamoli sfogare! ( Crozza)

Ora seguitemi perchè il ragionamento si fà davvero interessante con l’amatriciana liberale che si serve nei ristoranti del nostro Paese…

«Chiunque attacchi la libertà dell’impresa di allocare la produzione dove convenga, indebolisce la battaglia comune per un’Italia più produttiva», ha scritto il 20 settembre su Tempi. L’accusa è tutta rivolta al governo italiano che «continua a rivolgersi alla Fiat dicendo mafiosamente: l’Italia ti ha dato molto, ergo non sei libera di fare quel che vuoi. Fortuna che, con Marchionne, questo discorso non attacca». Insomma un vero e proprio eroe, capace «di salvare per ben due volte Fiat dal fallimento in Italia», ha ricordato Giannino, che difende la strategia di internazionalizzazione dell’azienda. Lettera43

Bene ora vediamo nel dettaglio i miracoli di Marchionne con il contributo dello ” Stato brutto e cattivo” vero Giannino…?

l’operazione Chrysler – Fiat non è di natura industrialema politica. Fiat ha accettato di partecipare ad un’operazione di politica industriale guidata e finanziata dal governo federale con il supporto e il contributo dei sindacati. Un’operazione di natura industriale si sarebbe svolta così: una casa automobilistica compra Chrysler e si assume i rischi conseguenti. Una volta che l’ha comprata, comunque, ne assume il controllo, il che significa che può scegliere gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli. Insomma, l’acquisto comporta l’assunzione di rischi (d’investimento) e libertà (di gestione). Oneri e onori. Ma la verità è che il rischio di investire in Chrysler e procedere alla ristrutturazione e fallire era troppo alto. Nessuna casa automobilistica era interessata ad un’operazione di business. Fiat infatti è stata coinvolta non in un’operazione di business ma di politica industriale. Non gli è stato chiesto di mettere soldi in Chrysler. Ovviamente, questo significa che non sarà libera di operare il risanamento a sua discrezione. Poiché non mette soldi, non ne assume il controllo. Certamente si assume il rischio della ristrutturazione. Ma poiché non apporta soldi, alla fine rischia soltanto tempo e reputazione. Il rischio di insuccesso rimane molto alto, ma il costo di questo potenziale insuccesso è limitato.

Il protagonista assoluto del piano di risanamento di Chrysler è senza dubbio l’amministrazione Obama. Essa prevede di fornire un contributo economico di 15 miliardi di dollari per sostenere i fabbisogni di cassa nei prossimi mesi…

E ancora…

MILANO, 21 settembre (Reuters) –    Fiat produce e ha buoni risultati in Brasile anche perchè lì riceve finanziamenti e agevolazioni fiscali. Nell’Unione europea, invece, con le attuali norme non è possibile.(…) “Sono felice che il ministro Passera, andando in Brasile, si sia reso conto dei grandi risultati della Fiat in quel Paese … Sono sicuro che il ministro sappia che le case automobilistiche che vanno a produrre in Brasile possono accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali. In particolare per lo stabilimento nello stato di Pernambuco, in corso di costruzione, la Fiat riceverà finanziamenti sino all’85% su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno benefici di natura fiscale” dice Marchionne in una nota.

Per quanto riguarda invece la Serbia dove la disoccupazione è al 30 % e un operaio percepisce mediamente 350 euro…   L’intesa siglata nel 2008 prevede un investimento di circa 700 milioni di euro da parte del Lingotto e circa 200 da parte del governo, sia in contributi cash, sia sotto forma di incentivi infrastrutturali, fiscali e all’occupazione.( TMNews )

Ovviamente il resto, ovvero 500 milioni di euro, sono a leva sotto forma di prestito della Banca europea degli investimenti (Bei).

Ragazzi tutti a fare i manager della Fiat, ci pensa ovunque lo Stato…brutto e cattivo, con la benedizione di Giannino, cosi fermiamo il declino!

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6 commenti Commenta
giobbe8871
Scritto il 24 Settembre 2012 at 15:13

Andrea Mazzalai ? Meglio di Diego Della Valle. 😉 Della Valle potrebbe agire in questo modo per la partecipazione di Fiat in RCS ? Ahh :mrgreen:

ilcuculo
Scritto il 24 Settembre 2012 at 17:24

E’ chiaramente una corsa al massacro.

Ci vogliono i nuovi modelli , quelli di tre/quattro anni fa fanno vomitare, preistoria…bisogna investire, nuovi stampi per la lamiera, nuovi stampi per la plastica nuovo layout industriale , nuova robotica … centinaia di milioni.
Così si smuove l’economia. Ma chi paga?
Tutti costi da amortizzare sulle nuove vetture incorporandoli nel prezzo.

Così avremo la nuova PUNTO ESCLAMATIVO, e la BRAVISSIMO che solleticheranno i consumatori di tutta europa.

Anche dell’ iPhone5 non potevamo fare a meno, iPhone4S oramai sembrava un pezzo da museo, alla Foxcon per stare dietro agli ordini sono andati a tirarli giù dai letti con i forconi , e i cinesini si sono anche un po’ incazzati.

giobbe8871
Scritto il 24 Settembre 2012 at 18:52

Scommettiamo che entro 24 mesi, quando Marchionne chiuderà altri stabilimenti in Italia e Europa Occidentale, ed anche il Gruppo Peugeau Citoen , solo allora i Crucchi vareranno degli aiuti a tutta l’industria auto europea ? :mrgreen: 😈

giobbe8871
Scritto il 24 Settembre 2012 at 18:54

in modo tale che i costruttori auto Crucchi si prenderanno il 70% degli aiuti targati UE ( Sacro Romano Impero Germanico ) :mrgreen: 😉 😈

stanziale
Scritto il 24 Settembre 2012 at 23:05

A parte il singolare liberismo di Giannino, da quello che ho capito e’ in atto un gioco delle parti. La fiat promette che non andra’ via, tanto per tenere buoni, ma lo fara’ . Dall’altra abbiamo questo governo che ha cosi’ ben operato, nell’interesse…degli altri. Quindi il governo fa finta di fare qualcosa in questa vicenda, ma figuriamoci se si fara’ sfuggire l’occasione. Se gli riesce il colpaccio (distruggere anche l’auto italiana e tutto l’indotto con il seguito immane di disoccupati), e’ matematica la riconferma dai suoi datori di lavoro.

faustino
Scritto il 25 Settembre 2012 at 00:16

Ma caro Andrea, ma non senti puzza di bruciato in tutta questa manfrina tra il pantofolaio Della Valle che produce anche lui in Cina e la FIAT? Cosa bolle nella pentola? Tutto questo casino, tutte queste interviste che sembra di parlare della Nazionale dove sono tutti commissari tecnici senza sapere nemmeno come si allacciano gli scarpini. Oggi tutti sono più bravi di Marchionne, praticamente tutti quelli che lavorano in FIAT sono schiappe, tutti gli altri geni e Marchionne comanda tutti a bacchetta facendoli diventare tutti cretini. Ma via, un pò di umiltà e di decenza serve sempre. Non c’è casa automobilistica europea che non sia in crisi eccezione per la case tedesca esclusa OPEL salvata con gli aiuti dello Stato Tedesco e ancora in grande pericolo. Le case americane Idem, le giapponesi non sono messi tanto bene, solo il lusso và bene ma quello è un settore che non conosce crisi (la Ferrari non è forse FIAT!!!).
Chi compra una Panda o una Punto non compra un IPHONE5 per fare un paragone ma un semplice Nokia da €29.00 che serve per telefonare come la Panda serve per spostarsi in città e in campagna. Puoi fare tutti i restyling che vuoi ma sarà sempre una Panda o una Punto e avrà sempre e solo quel mercato. Nel loro segmento sono sempre le più vendute e lo erano quando erano anche più sclause di ora. Ad oggi non vi è nessuna innovazione tecnologica che possa rendere obsoleta la costruzione di macchine di fascia base per cui investire nel nulla non ha senso in periodi dove non esiste la domanda e un’industria investe solo se c’è la domanda. L’industria privata non è magnanima ma guarda solo il profitto, l’industria di Stato invece brucia i soldi del contribuente ma ormai quel tipo di industria non esiste più in Europa e se Marchionne ha deciso di non buttare nel cesso la liquidità di cassa probabilmente ha in mente qualcosa che stà provocando fastidio a chi pensava di fotterlo. Sarà ma le sparate di Della Valle e soci politici ha sicuramente un secondo fine ma il fatto che FIAT sia autosufficiente e non rischi il fallimento come invece lo rischia OPEL e il gruppo PSA ha me qualche sospetto mi nasce spontaneo. Considerando poi che le attività che producono utili sono state scorporate dal gruppo Auto la dice lunga sulla perspicacia e la tenacia di Marchionne.
Ai posteri la sentenza. 8)

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