L’OMBRA DEL SOL LEVANTE SULL’ECONOMIA AMERICANA!

Scritto il alle 09:11 da icebergfinanza

 

 

Confesso alle volte, di sentirmi come il leggendario ultimo giapponese, sperduto in una remota isola del Pacifico, che combatteva la sua guerra solitaria senza sapere che in realtà la grande guerra era finita da tempo, un giapponese che da oltre due anni cerca di condividere come questa autentica depressione non può che avere risvolti deflattivi, nelle sua principali dinamiche, quella della depressione immobiliare, del rientro generalizzato dal debito(deleveraging) e della grande recessione umana del mercato del lavoro , che come abbiamo visto nell'ultimo post si sta trasformando in una dinamica strutturale.

Eppure quotidianamente, continuano ad arrivare i boati delle bombe inflattive che qua e la in molti si prodigano ad amplificare, raccontandone i mille pericoli nascosti, ma che effettivamente sono presenti quotidianamente non solo dall’inizio di questa crisi ma da sempre nel subdolo trasferimento di ricchezza che l’inflazione consente quotidianamente dalla notte dei tempi a danno dei percettori di reddito fisso.
Non ricordo di aver assistito a nessun simile bombardamento in occasione del passaggio alla moneta comune europea, dove l'onda d'urto, quella si inflattiva, spazzo via nell'arco di un decennio il potere di acquisto delle masse, risucchiando ricchezza verso l'alto, come quotidianamente avviene dalla notte dei tempi, con i prezzi delle principali materie prime, siano esse benzina o grano.

In settimana Bernanke, un medico capace di sbagliare qualsiasi diagnosi prima della crisi, si è prodigato nel raccontarci per quale motivo oggi il mito dell'inflazione da massa monetaria è esagerato. Neanche un dollaro più del necessario è in circolazione ha raccontato nella sua ultima intervista alla CBS, stiamo solo abbassando i tassi di interesse a lungo termine comprando titoli di Stato ha affermato colui che ha passato la sua vita a studiare la Grande Depressione e la Lost Decade giapponese con risultati mirabolanti come abbiamo visto.
Ma si sa nella politica il paese dei balocchi è di casa e tanto fa un giorno dire una cosa e il giorno dopo raccontarne un’altra.
Alla luce di quanto ha dichiarato recentemente alla CBS date un’occhiata a quanto avvenne nel marzo del 2009 sempre in una intervista di 60 minuti alla stessa CBSNEWS

 


Asked if it’s tax money the Fed is spending, Bernanke said, “It’s not tax money. The banks have accounts with the Fed, much the same way that you have an account in a commercial bank. So, to lend to a bank, we simply use the computer to mark up the size of the account that they have with the Fed. It’s much more akin to printing money than it is to borrowing.” “You’ve been printing money?” Pelley asked. “Well, effectively,” Bernanke said. “And we need to do that, because our economy is very weak and inflation is very low. When the economy begins to recover, that will be the time that we need to unwind those programs, raise interest rates, reduce the money supply, and make sure that we have a recovery that does not involve inflation.”
 


Ebbene il collasso del sistema finanziario ha portato la Federal Reserve a creare moneta, per evitare una nuova Grande Depressione. Ma quello che è interessante è che alla domanda se la Fed stesse utilizzando i soldi del contribuente, Bernanke lo scorso anno ha risposto che le banche hanno un conto aperto presso la Fed più o meno come i risparmiatori hanno un conto aperto presso qualsiasi banca cosi che per aiutare una banca hanno semplicemente usato il computer per contrassegnare le dimensioni del conto che hanno presso la banca centrale il che secondo le parole di Bernanke è molto più simile a stampare denaro rispetto all’assunzione di nuovi debiti.

Alla domanda dell’intervistatore della CBS, se la Fed stesse “stampando” denaro, la risposta di Bernanke è stata “ Well effectively “ e non certo quella che ha cercato di condividere nell’ultima intervista di alcuni giorni fa sempre alla CBS
"One myth that's out there is that what we're doing is printing money. We're not printing money. The amount of currency in circulation is not changing. The money supply is not changing in any significant way. What we're doing is lowing interest rates by buying Treasury securities. And by lowering interest rates, we hope to stimulate the economy to grow faster. So, the trick is to find the appropriate moment when to begin to unwind this policy. And that's what we're gonna do."

“ Un mito che circola li fuori è quello che ciò che stiamo facendo è stampando denaro. Non stiamo stampando denaro. La quantità di moneta in circolazione non cambia, L’offerta di moneta non cambia in modo significativo….”

Ecco perchè nel paese dei balocchi dove un giorno si dice “You’ve been printing money?” Pelley asked. “Well, effectively,”e l’altro “ We’re not printing money”, tutto e il contrario di tutto,  è difficile fidarsi di medici che non hanno ben presente quello che probabilmente stanno facendo continuando ad immettere eroina pura nei mercati.

I lettori di Icebergfinanza conoscono bene i motivi per i quali questa è una crisi nella quale molti fattori incideranno in maniera profonda nello stile di vita e nelle dinamiche economiche occidentali, per quale motivo per molti anni ancora l’inflazione sarà solo un simpatico fantasma che vagherà invano nei castelli della fantasia di molti. E’ stato spiegato più volte nei minimi particolari, nella mancanza di velocità di circolazione di una moneta che serve solo ed esclusivamente per sollecitare la speculazione ed in particolare per contribuire a trasferire ricchezza dall’economia reale per sostenere un sistema finanziario sostanzialmente insolvente, con una base patrimoniale distrutta da anni di orge finanziarie.

Dall'alto della sua illuminazione accademica, Bernanke, ci ha raccontato che senza le sue ricette "mediche", senza la Federal Reserve, la disoccupazione in America sarebbe volata sino ad oltre il 25 % come nella Grande Depressione, dimenticando che nell'ultimo decennio ha contribuito non poco a rendere obeso il paziente, sino all'infarto finale.

Ha ricordato giustamente come ci vorranno anni prima che il tasso di disoccupazione ritorni quello che era prima della crisi, criticando chi si oppone all'allentamento monetario attraverso l'acquisto di titoli di Stato…

«Quello che fanno é di guardare ai rischi e alle incertezze di questa politica, ma quello che penso che non facciano, é di riflettere sui rischi del non fare niente».«Penso – ha aggiunto – che un tasso di disoccupazione molto elevato per un lungo periodo di tempo che renda i consumatori e le famiglie meno fiduciose e più inquiete sull'avvenire, possa essere la prima fonte di rischio di un nuovo rallentamento dell'economia».(Sole24Ore)

Incredibilmente ha aggiunto di vedere con preoccupazione l’evoluzione molto negativa delle disuguaglianze all’interno della società americana, disuguaglianze che portano ad una società ineguale che non ha un giusto grado di coesione. Affascinante no! Ma dove stava questo luminare negli ultimi dieci anni, visto che si tratta di una tendenza in atto da oltre un decennio e più?
 

In fondo aveva ragione l’economista Brad DeLong quando affermava che alcuni economisti scelgono, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e girano e regolano le loro ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al loro orientamento e che possono compiacere gli alleati.
 


E di alleati ne ha avuto bisogno Bernanke per essere riconfermato alla guida della federal Reserve dopo aver dimostrato un livello di  superficialità inaudita, nel sottovalutare questa imponente crisi!

Ha avuto anche il coraggio di sottolineare come il mercato del credito sia stato solo un fattore della crisi ma non la causa anche se ha ammesso che la deregolamentazione e gli standard lassivi del credito hanno favorito la crisi.

Ma passiamo oltre e ripercorriamo in questa bella analisi di Charlie Minter apparsa su  Comstockfundsreperibile anche su  Pragcap dove scientificamente si mettono in risalto similitudini e differente con il lungo doppio decennio perduto giapponese.

Oltre ad evidenziare il parallelismo nelle dinamiche dell’indebitamento statale, le differenze a livello privato e nelle imprese, i paralleli delle vicende dei rispettivi mercati azionari, dove si sottolinea come il Nikkei oggi sia sotto di ben oltre il 75 % rispetto ai massimi del 1990 contro il modestissimo meno 25 % attuale dello S&P500, il richiamo alla trappola della liquidità, alla negazione dei problemi del sistema finanziario, senza incidere su una seria ristrutturazione, Minter ricorda come l’illusione di Bernanke in fondo sia stata anche quella della Banca Centrale Giapponese.

Anche la BOJ nel lungo decennio perduto ha cercato di fare tutto il necessario per stimolare l’economia, non solo attraverso l’acquisto di titoli del tesoro e con sottostante immobiliare, ma anche comprando azioni e beni immobili, con l’illusione unica di generare ricchezza, dimenticando che il problema principale oggi è non solo la mancanza di fiducia ma la presenza di tendenze strutturali dalla disoccupazione all’eccesso di produzione che sono solo la conseguenza di un eccesso che ha radici antiche, decisamente ricorrenti in ogni grande crisi che si rispetti nell’estrema facilità di accesso al credito speculativo.

Minter sottolinea giustamente che vi sono voluti dieci anni per ottenere un tasso di inflazione negativo in Giappone, passando dal 1989 al 1992 dal 4 % all'1 % ma restando sospesa danzando sullo spartiacque sino al 1998 quando andò effettivamente sotto zero, restandovi per parecchi anni. Il grafico qui sotto non è aggiornato ma oggi siamo di nuovo sottozero!

 

Questa invece è la dinamica comparata di ciò che suggerisce la storia sempre che qualcuno ancora ci creda! 

 
 

Certo come abbiamo visto più volte vi sono alcune sostanziali differenze tra questa crisi e quella giapponese tuttora in corso che dura da ormai vent'anni, quella della risposta immediata al collaso del sistema finanziario, che il buon Bernanke continua a ricordare come l'errore evitato di lasciar fallire le grandi banche come avvenne invece nella Grande Depressione. Eppure anche i Giappone le banche non furono lasciate fallire, nascondendone la reale situazione per anni.

Inoltre mentre il Giappone cadeva nella trappola della deflazione, intorno il resto del mondo occidentale prosperava, permettendo ad un'economia basata sull'esportazione come quella giapponese di sopravvivere ad una vera e propria depressione, cosa che oggi qualcuno si illude che possa accadere grazie ai paesi emergenti.

Forse l'unico motivo per cui qualcosa di diverso accadrà soprattutto in America è legato alla questione demografica, dove l'invecchiamento della popolazione è sostanzialmente diverso da quanto è accaduto in Giappone, dove oltre il 25 % della popolazione supera i 65 anni di età.

Il grafico qui sotto dimostra chiaramente che le dinamiche demografiche saranno decisive in futuro…

Immagine1

Come abbiamo visto nell'ultimo post dal titolo la Grande Recessione Umana, nei paesi occidentali e in particolar modo in America si sta prolungando l'età lavorativa cancellando il futuro delle giovani generazioni, mentre in America in particolare anni di bolle finanziarie e orge speculative, hanno disintegrato i fondi pensioni e il patrimonio immobiliare di una popolazione costretta a tornare al lavoro per sopravvivere.

Concludo ringraziandoVi per l'entusiasmo dimostrato nel sostegno alla fase di presentazione e lancio del mio libro, chiedendo se possibile un contributo alla diffusione attraverso il passa parola, sia nella vita reale che sui vari forum e social networking, ovviamente dopo averne letto e condiviso il messaggio principale. Buona lettura Andrea.

 

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città! 

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17 commenti Commenta
Scritto il 9 Dicembre 2010 at 10:33

Vedo con piacere che IlCapitano non ci ha “lasciati in balia dell'onda”, ma tiene saldamente il timone, bene, bene!
Tutte gli "attracchi in porto", mi fan “venire il mal di terra ferma!”hihihi…
Interessante post…interessante…
navighiamo…navighiamo…
Valentina

p.s per quanto riguarda il Tuo libro, caro Capitano, per quanto mi riguarda…già fatto…già fatto…e non su social netw., anche perché non ne frequento, ma nella realtà di tutti i giorni, che è assai meglio…ho invitato ad esprimersi anche in anonimato, ma non so se l'invito verrà accolto vedremo…”con il tempo maturano le nespole…”…
vento in poppa sempre!…

Scritto il 9 Dicembre 2010 at 13:46

Grecia: Fmi, perdita posto lavoro e recessione inevitabili

   ATENE (MF-DJ)–"E' un'illusione pensare che la Grecia faccia gli aggiustamenti necessari senza un'inevitabile perdita di posti di lavoro" e senza che l'economia vada incontro ad un periodo di "recessione".

   Lo ha detto Poul Thomsen, vice direttore del dipartimento europeo del Fmi, durante una conferenza stampa ad Atene. 

….più chiari di cosi si muore!

Andrea

Scritto il 9 Dicembre 2010 at 14:31

….. e tra poco lo ripeterà per l'Irlanda !!
chissà quando capiranno che se si vuole rivedere indietro i propri soldi non bisogna uccidere il debitore ??

utente anonimo
Scritto il 9 Dicembre 2010 at 14:46

@ i due Andrea #2 e #3
Per l'Islanda invece le cose vanno diversamente avendo a suo tempo adottato un'altra strategia:

Iceland exits recession

Decision to force bondholders to pay for banking system's collapse appears to pay off as economy grows 1.2% in third quarter  http://www.guardian.co.uk/business/2010/dec/07/iceland-exits-recession-third-quarter
luigiza

utente anonimo
Scritto il 9 Dicembre 2010 at 14:46

@ i due Andrea #2 e #3
Per l'Islanda invece le cose vanno diversamente avendo a suo tempo adottato un'altra strategia:

Iceland exits recession

Decision to force bondholders to pay for banking system's collapse appears to pay off as economy grows 1.2% in third quarter  http://www.guardian.co.uk/business/2010/dec/07/iceland-exits-recession-third-quarter
luigiza

utente anonimo
Scritto il 10 Dicembre 2010 at 05:30

Spiace dirlo, ma questa continua polemica inflazione/deflazione lascia il tempo che trova….

Le analisi del Capitano, sempre accurate, partono dal presupposto che questi garmdi Timonieri delle banche centrali siano in buona fede, semplicemente un poco incapaci. Personalmente invece non mi fanno tenerezza. Tenerezza mi suscitano le persone che credono ancora in questo sistema. E' in atto la liquidazione dell'attuale sistema monetario internazionale. Sapiente, pilotata, diluita. Le categorie ordinarie non reggono.

“Paper money eventually returns to its intrinsic value – Zero,” – Voltaire 1729. 

Già un antipasto è stato servito nelle scorse settimane. Il "mitico" bund è sceso da 130 a 125, un paio di aste semideserte…..Tenetevi forte da qui a qualche mese. Tra qualche tempo (due/tre/cinque anni) non resterà neppure più la (magra) soddisfazione di inquadrare ed appendere le reliquie di carta di bond con i quali poter acquistare un kilo di pane, perchè sono "virtuali", elettronici e neppure stampati. Non oso neppure immaginare cosa potrà accadere a chi ha comprato tanti bei BTP decennali a tasso fisso….
Intanto, se volete accomodarvi a vedere una volta tanto una cosa "vera" in mezzo a tante patacche, sta andando in onda la grande lotta di JPMorgan contro la crescita dell'argento…. almeno qui stiamo parlando di una cosa VERA, destinata ad assumere una grande rilevanza.
Provate a verificare il ruolo dell'argento in Cina nell'ottocento.

Buona giornata
Daniele

Scritto il 10 Dicembre 2010 at 08:43

Già Daniele, penso anch'io che sia così….
e mi piace riportare alcune frasi del Capitano di un pò di tempo fa…
e l'essenza è lì…ma a quanto pare ci piace diementicare;
Il Capitano scriveva:

"Si ritorna sempre solo a Minsky, alla deflazione e inflazione.

Inflazione o deflazione, cambiano il corso dei cicli economici, possono travolgere la vita economica di un paese, possono travolgere la vita di una persona, di una famiglia e allora la filosofia lascia il tempo che trova.

continua:

.."Non credo alla iperinflazione e non credo alla depressione pura, alla deflazione distruttiva, preferisco esplorare un equilibrio che per il momento
è essenzialmente deflattivo, una deflazione della quale non parla ora che è visibile a tutti, ma da oltre un anno e mezzo, in epoche non sospette.

Ecco perchè parliamo di prospettive economiche, ecco perchè contemporaneamente esploriamo non solo l'aspetto "scientifico" di questa crisi, ma anche quello filosofico e antropologico.

Vi sono momenti nei quali, di fronte alle avversità della vita, conta l'uomo e la sua forza interiore, la sua essenza."

Stiamo forse vivendo uno di questi momenti?
Che non ci sia ancora ben chiaro il concetto di "travolgere"?o meglio essere travolti?…

Buona navigazione marinai
Valentina

Scritto il 10 Dicembre 2010 at 09:14

Se parliamo di Petrolio o Rame va bene, ma l'oro e l'argento non sono più utili all'economia reale della carta moneta. Pura speculazione anche quella.

Scritto il 10 Dicembre 2010 at 09:42

Daniele…non scherziamo ma quale tenerezza, ma quale buona fede non riesci a notare la feroce ironia….se scrivo ….

In fondo aveva ragione l’economista Brad DeLong quando affermava che alcuni economisti …scelgono, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e girano e regolano le loro ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al loro orientamento e che possono compiacere gli alleati.

…questi si stanno facendo i loro affari, ma non scherziamo Daniele!

Inoltre non scherziamo sulla carta straccia, perchè oggi la carta straccia sono le azioni di aziende al limite delle loro possibilità estremamente sopravvalutate al di la di quello che urla qualche interessato analista, bandiera al vento.

Carta straccia sono inoltre alcune emissioni subbordinate, corporate e high yield o junk che tutti comprano come fosse oro, oltre a materie prime che come valori non hanno nulla a che vedere con la realtà fondamentale!

Suvvia ragazzi non scherziamo!

Andrea
 

Scritto il 10 Dicembre 2010 at 09:57

Nulla da dire sulla carta straccia Capitano!

 Forse a Daniele, sarà anche sfuggita la Tua tagliente e sottile ironia….

ma quando scrive:

"Spiace dirlo, ma questa continua polemica inflazione/deflazione lascia il tempo che trova….
" scrive una grande verità." …
che Tu ci ricordi spesso… e che non dovremmo dimenticare…
sono pochi quello che hanno il coraggio di ammetterlo…e soprattutto comprenderlo…
tutti ancora qui a schierarsi…per questo o quel pensiero…
a volte ho come l'impressione "che sia una partita a dama", il guaio è che siamo noi le "pedine"!

Navigiamo…navighiamo…
Buona giornata
Valentina

 

utente anonimo
Scritto il 10 Dicembre 2010 at 14:30

No Capitano, l'ironia l'ho colta… ma anch'io la pratico….
So bene che non credi alla "ingenuità" della FED o altre colleghe.

Per quanto riguarda ciò che dice il Compasso (i cui interventi sono solitamente ben articolati) mi spiace dover invitare ad un approfondimento.
L'argento è un metallo indispensabile ad una serie di processi industriali ed è presente come superconduttore in quasi tutti gli apparecchi elettronici.
Il 60% della produzione annua è impegato nell'industria.

Speculazione, speculazione… personalmente non mi sono mai piaciuti i pregiudizi ideologici di chi bada alla quantità e non alla qualità.
Se ci si vuol documentare su quale polveriera siamo sefuti per il silver, chi vuole può documentarsi sugli short scatenati di JPM

http://goldbasics.blogspot.com/2010/12/jp-morgan-silver-manipulation-explained.html

Comunque la carta è carta e solo carta e vale quello che… scopriremo che vale. Quanto ai bit espressi dai computer, non si ha neppure la soddifazione di avere tra le mani qualche cosa di materiale.

un caro saluto
Daniele

utente anonimo
Scritto il 10 Dicembre 2010 at 15:02

Carissimo Dr MAZZALAI, mi scuso di non esser potuto venire a Modena ad ammirarLa nella Su agrande genialità e preparazione. Sono un lettore di Durdeen di ZEROHEDGE in cui ripetutamente vengono pubblicati articoli che Lei conoscerà sulla piu o meno imminente ondata iperinflazionistica negli USA, Le allego il link dell'ultimo articolo e video di john Williams
 che parkala di un collasso iperinflazionistico, o lessi tempo fa un articolo del bravo Gonzalo Lira sempre su questo argomento che prevedeva l'iperinflazione per il prossimo anno. Le chiedo se il modello deflazionistico giapponese fosse forse inapplicabile su scala mondiale e se avesse delle riserve sulla possibilita che questa fiammata possa comunque avvenire. La ringrazio

Luib

http://www.zerohedge.com/article/john-williams-talks-bnn-about-great-hyperinflationary-collapse

Scritto il 10 Dicembre 2010 at 21:59

Caro Luib a Modena ho spiegato per quale motivo nella Storia l’iperinflazione e’ essenzialmente originata da questioni politiche piuttosto che da dinamiche monetarie. La mia opinione e’ che non vi S
sara’ alcuna iperinflazione ne il prossimo anno ne in questo decennio ma probabilmente una fiammata inflattiva nella seconda parte del decennio sempre che questa depressione non diventi qualcosa di più serio con default di massa e quindi deflazione pura. Il discorso iperinflazione e’ legato a questioni politiche che sia nella Repubblica di Weimar che nel recente caso dello Zimbabwe portarono a sanzioni ed embarghi che sequestrano e distrussero l’economia di quei paesi con dinamiche completamente differenti in particolar modo con riferimento al trattato di Versailles. Ma la questione e’ complessa e le dinamiche che entrarono in gioco oggi non presenti Ciao Andrea

utente anonimo
Scritto il 10 Dicembre 2010 at 22:26

Nel 2011 altra mazzata per gli obbligazionisti, equity usa + 20%.
non capisco perché ti ostini a essere l’ultimo samurai, la guerra é finita da un pezzo, ti sei illuso che il mondo potesse cambiare, ma ostinarsi a non volere capire che la finanza non cambierà mai può farti molto male.

Scritto il 11 Dicembre 2010 at 09:49

Mettici nome e cognome Nostradamus poi me discutiamo sono tanti quelli come te che lasciano due righe e poi scompaiono nel nulla… Andrea

Scritto il 11 Dicembre 2010 at 10:25

 L'unica cosa necessaria per il trionfo del male è che l'uomo buono non faccia niente.
(Edmund Burke)
L'omertà passiva ed il "buonismo" fuori luogo sono il terreno di coltura su cui si sviluppano i germi putrescenti del malaffare.
Oltre a tenere gli occhi ben aperti, occorre intervenire subito (senza violenza ma con rigore e fermezza) al minimo sentore di "gabola".
La persona onesta deve essere pronta a rinunciare a qualsiasi vantaggio pur di non agevolare o sostenere situazioni e/o persone eticamente dubbie.

…è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave.
(Francesco Saverio Borrelli)
Un grido di dolore condiviso da tutti coloro che si sono accorti del tentativo (da molti anni in atto) di creare un "porto franco" di impunità per molti crimini di tipo economico e per la feccia che li mette in atto.

utente anonimo
Scritto il 11 Dicembre 2010 at 16:11

Carissimo Dr MAZZALAI, La ringrazio della risposta e del tempo dedicatomi
Luib

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