STUPORE NEGLI ABISSI!

Scritto il alle 17:31 da icebergfinanza

 

Tralasciando per un istante la trappola per ingenui cronici ,tesa dagli analisti di Goldman Sachs, il giorno prima l’uscita del PIL relativo al terzo trimestre del 2009, quando rispetto alle previsioni di una salita di circa il 3,3 % del PIL, sono usciti con una revisione al ribasso di 0,6 %,  concentriamoci su questa meraviglia della natura, che ci parla del passato ( 800 miliardi circa di spesa pubblica e incentivi vari ), ma non è in grado di dirci nulla del futuro.

IMAGE

Thanks to Themessthatgreenspanmade

Qui sotto avete le percentuali della dinamica di crescita e recessione manifestatesi nella double dip recessione degli anni ’80, Inutile dire che la ritengo la dinamica più probabile per il proseguo della madre di tutte le crisi. 

     
Quarterly
          (Seasonally adjusted annual rates)
     
  GDP percent change based on current dollars GDP percent change based on chained 2005 dollars

1979q4

9,5

1,1

1980q1

10,1

1,3

1980q2

0,6

-7,9

1980q3

8,6

-0,7

1980q4

20,0

7,6

1981q1

20,0

8,6

1981q2

4,4

-3,2

1981q3

12,6

4,9

1981q4

2,2

-4,9

1982q1

-1,2

-6,4

1982q2

7,2

2,2

1982q3

4,2

-1,5

1982q4

4,7

0,3

1983q1

8,5

5,1

2008q1 1,0 -0,7
2008q2 3,5 1,5
2008q3 1,4 -2,7
2008q4 -5,4 -5,4
2009q1 -4,6 -6,4
2009q2 -0,8 -0,7
2009q3 4,3 3,5

 

Gli incentivi alla rottamazione in America, "Cash for Clunkers", hanno contribuito con ben 1,66 punti pencentuali, al volo del PIL americano nel terzo trimestre, un’esplosione di oltre il 157 % annualizzata, una percentuale mai registrata nella storia dell’economia americana. Inoltre è evidente che i settori dove si sono registrati i miglioramenti sono quello immobiliare, sostenuto dal credito fiscale che ha aggiunto uno 0,5 % al PIL e quello dei trasporti.

Se qualcuno aveva dubbi sulla nemesi in corso, la Cina, si prepara ad avviare un’indagine per verificare se le case automobilistiche americane sono state ingiustamente sovvenzionate dal governo degli Stati Uniti.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che il rialzo trimestrale «dimostra che la recessione si sta calmando», spiegando che il metro della «solidità economica» del Paese sarà la sua capacità di «creare posti di lavoro».( Sole24Ore)

Che si stia calmando non c’è dubbio, sulla solidità economica è meglio lasciare perdere, mi vengono i brividi, quando sento quella parola, …….un’economia fondamentalmente solida, ricordate! Geithner invece è stato commovente, ha detto che ogni società che si mette nelle condizioni di non poter sopravvivere, senza aiuti straordinari d aparte del governo, dovrà affrontare le conseguenze di un fallimento e che la Federal Reserve dovrebbe perdere la possibilità di salvare società come AIG. Vedremo, fatti signori, solo fatti, basta parole.

Draghi invece ha detto che "La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l’inizio di quest’anno  si è fermata. Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche". (Sole24Ore)

Elementare Watson, elementare!

Chi prenderà il testimone della crescita "indotta" che il mercato dell’auto e immobiliare lasceranno nell’ultimo trimestre dell’anno? Forse le scorte o magari le esportazioni ( Gli Stati Uniti debbono stare attenti a non esagerare con le svalutazioni competitive, scaricando i loro problemi sul resto del mondo,  con un rilassamento del dollaro, la storia insegna che nella Grande Depressione…): dubito che l’ultimo trimestre dell’anno farà registrare un’altro risultato cosi sorprendente.

Se le aziende non incominciano a prendere il testimone della crescita attraverso nuovi investimenti, i consumi e il mercato immobiliare nulla potranno fare il prossimo anno.

Sul sito del professor BRAD_DELONG c’è una bella analisi sugli effetti dello stimolo fiscale ad opera di Mark Zandi di Moody’s Economy.com apparsa su CalculatedRisk con questo grafico, che ci aiuta a comprendere per quanto tempo ancora gli stimoli governativi influiranno sulla crescita.

[StimulusZandi.jpg]

Secondo i dati rilasciati dalla BEA, i consumi in rapporto al PIL, comprensivi ovviamente dello stimolo fiscale, hanno registrato il più alto livello percentuale della storia dell’economia americana e il risparmio è tornato a scendere. Il contributo alla crescita è stato di oltre 2,30 punti percentuali, questo a testimoniare che ormai i consumi sono la droga dell’economia americana.

Bentornato consumatore americano, speriamo che non sia l’ultimo spasmo prima della fine definitiva di un’epoca.

La variazione delle scorte ha contribuito con uno 0,94 % al rialzo del PIL, dopo aver sottratto 1,42 punti nel trimestre precedente. 130,8 miliardi di dollari di riduzione nel terzo trimestre, 160,2 nel secondo e 113,9 nel primo. Strano assistere ancora ad ulteriori riduzioni, strano davvero.

Inutile ribadire che dell’inflazione nemmeno l’ombra, con l’indice core "crollato" al 1,4 % dal 2 %, ben al di sotto del limite massimo tollerabile dalla FED, che contribuirà a lasciare i tassi a zero per ancora molto tempo. Qualcuno sostiene che questa splendida cavalcata del PIL risveglierà insieme alle materie prime, le aspettative di inflazione che rieccheggiano nell’aria. Non solo la FED non toccherà i tassi per un lungo periodo, ma l’occupazione e i bassi salari unitamente ad altri fattori che abbiamo già intravisto, creeranno una barriera insormontabile.

La recessione tecnica è finita, quella ufficiale durerà per anni. Ricordate quanto scritto sul sito della NBER, ente ufficialmente proposto alla rilevazione dell’inizio e della fine di ogni recessione?

…." La recessione è un calo significativo dell’attività economica diffusa in tutta l’economia, della durata di più di due mesi, normalmente visibile nei dati del PIL, in termini reali, reddito, occupazione, produzione industriale, vendite al dettaglio " )

Incominciamo dal reddito….

Disposable personal income decreased $20.4 billion (0.7 percent) in the third quarter, in contrast to an increase of $138.2 billion (5.2 percent) in the second.  Real disposable personal income decreased 3.4 percent, in contrast to an increase of 3.8 percent.( Bea )

E’ ormai un decennio che in America il reddito continua a scendere, ne abbiamo spesso parlato al di la di una dinamica lunga un decennio perduto, nessuna possibilità di inversione nei prossimi anni. La concorrenza nello sfruttamento dei paesi emergenti ha determinato questa tendenza ormai cronica

Per quanto riguarda l’occupazione, nulla da dire, questa è e resterà una "jobless recovery" una ripresa senza lavoro. Come abbiamo detto più volte, prima di assumere, le imprese, quando mai vi sarà un reale ripresa, provvederanno a reintegrare i lavoratori part-time sino a quando la sovrapproduzione non verrà assorbita. La mia sensazione è che comunque, una parte della disoccupazione prodotta da questa crisi, non verrà assorbita, per tanto e tanto tempo e probabilmente resterà cronica.

La realtà del mercato immobiliare, delle vendite di nuove abitazioni ci fa comprendere che manca ancora un pezzo di cammino, prima che la depressione immobiliare abbia toccato il fondo.
 
Credo non sia difficile comprendere come, per l’economia, solo le vendite di nuove abitazioni, possono contribuire a creare occupazione o a mantenere quella esistente, con il conseguente effetto contagio sull’indotto, dei materiali e dei progetti connessi. La ristrutturazione di un immobile, crea si opportunità di lavoro, ma non nella stessa dimensione delle nuove abitazioni.
 
Una forbice di quasi il 10 % dalla previsione di 440.000 unità alla realtà di 402.000 case nuove vendute, dopo aver assistito ad una revisione negativa del mese precedente di 12.000 unità, sono dati che fanno riflettere. Le percentuali in questione hanno un margine di errore di oltre il 10 % mese su mese e del 12 % anno su anno, margine puntualmente verificatosi.
 
Non è possibile conoscere la percentuale di case pignorate dal sistema finanziario, non ancora immesse sul mercato, ma è già chiaro da oggi che il prezzo delle nuove abitazioni è destinato a scendere per tutto il prossimo anno. 7,5 mesi necessari a smaltire tutte le eccedenze senza costruire nulla.
 
La favola degli incentivi fiscali, in queste ultime ore è ancora in fase di discussione e qualsiasi opzione potrebbe uscire dal congresso americano, ma se non verranno rinnovati, è indubbio che le vendite di nuove abitazioni, continueranno a scendere registrando l’ormai famosa "double dip housing recession".
 
La stessa dinamica si ripresenterà nei prezzi delle abitazioni, che provengono da un rimbalzo temporaneo sostenuto dagli incentivi all’acquisto della prima casa e dal rallentamento nelle dinamiche di pignoramento con una dilazione nei tempi, ma non nella dinamica, ovvero nelle insolvenze e sofferenze.
 
In un recentissimo paper della FED di San Francisco dal titolo, "Recent Developments in Mortgage Finance" esplora la realtà dei mutui ARMS, confrontandone le fonti di finanziamento rispetto al fenomeno "subprime".
 
La presenza delle agenzie governative, Freddie Mac, Fannie Mae e Ginnie Mae è l’ammortizzatore principale, ma allo stesso tempo un rischio sistemico governativo dell’intero patrimonio immobiliare americano, contratto tramite un mutuo ipotecario. Questo qui sotto è il livello di cartolarizzazioni effettuate, presenti nei vari portafogli.

Figure 3
Investor type shares of new loan originations

Investor type shares of new loan originations
Thanks to Fed of San Francisco.
 
Dal 2004 al 2007, sono aumentate notevolmente le cartolarizzioni di mutui non garantiti dalle agenzie governative, sino a circa il 40 % delle emissioni originarie, nel 2006.
 
Come potete vedere inoltre i portafogli crediti cartolarizzati delle banche americane si sono notevolmente ridottio a partire dalla metà del 2007, anche grazie all’auto della Federal Reserve. Sembra che le agenzie governative oggi, garantiscano sino al 95 % di tutti i nuovi prestiti sul mercato immobiliare residenziale.
 
Sarà interessante comprendere quanti anni ci vorranno prima che il mercato immobiliare possa riprendere la sua naturale dinamica, slegata da incentivi e garanzie governative. Senza alcun dubbio, molti più anni di quanto possiamo immaginare.
Mortgage characteristics, 2006
Thanks to FED of San Francisco.
E’ interessante inoltre notare il livello di cartolarizzazioni di mutui Option ARM e ARMs presenti nei portafogli della banche americane, mutui ARMs che come ben sapete stanno incominciando a reimpostarsi.
 
Nel frattempo Moody’s Investors Service, sposta nel tempo la ripresa dei prezzi della case, senza l’incentivo fiscale, sino al terzo trimestre del prossimo anno. Credo invece che non avremo una definitiva inversione generalizzata, ( e per generalizzata intendo di tutti i settori immobiliari basso, medio e alto livello di abitazioni), sino al 2011.
 
Moody’s prevede significative perdite nelle emissioni prime, jumbo, Alt-A, options ARMs avvenute tra il 2005 e il 2008. L’imminente rialzo dei pignoramenti e il continuo aumento del tasso di disoccupazione, avrà un impatto negativo sui prezzi delle case nei prossimi mesi.
“The overhang of impending foreclosures and the continued rise in unemployment rates will impact home prices negatively in the coming months,” (Calculatedrisk)
 
Nial Ferguson e Kenneth Rogoff, l’ultimo, uno dei massimi esperti di crisi finanziarie al mondo hanno sostenuto in coro che è rischioso sostenere che la crisi finanziaria è finita.
“Crises last longer than most people think,”(Bloomberg) ….Le crisi durano più a lungo di quanto si pensi….a detto Ferguson, ma molto importante è la visione di Rogoff, secondo il quale …."Most crises, major financial crises worthy of the name depression or indeed recession, last significantly longer than a day and they can be measured more in the thousands of days. I think it would be very unwise to say it’s over.” ( Bloomberg ).
 
Nicholas Nassim Thaleb direbbe di noi: " Una volta che abbiamo in mente un certa visione delle cose, una certa visione del mondo, siamo inclini a prendere in considerazione solo i casi che ci danno ragione….."
 
Che ci volete fare, siamo umani, abbiamo ognuno le nostre preferenze, le nostre debolezze: siamo usciti tecnicamente da una recessione, ma nulla è cambiato, "business as usual", e lentamemente ci stiamo incamminando verso un nuovo decennio perduto.
 

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La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!  

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93 commenti Commenta
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 09:22

Mario Draghi:

….
Oggi l’urgenza è riprendere il cammino delle riforme, per riportare il Paese negli anni a venire, sui ritmi sostenuti di crescita economica, che sono anche il presidio primo della stabilità finanziaria”.
….

Il problema è tutto qui! 

Un sistema economico / finanziario che non riesce a produrre un equilibrio stabile senza crescita.

Ovvero un sistema economico finanziario che non riesce a redistribuire le ricchezze prodotte.

E’ come se un ciclista per tenere in equilibrio la bicicletta dovesse non mantenere una adeguata costante velocità me fosse obbligato ad accelerare indefinitamente.

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 09:36

Analisi perfetta! Il problema è tutto qua, crescita infinita in accelerazione continua, diversamente la loro immaginazione non  arriva oltre!

Andrea

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 09:42

Tokyo, 30 ott. – Aria di ‘exit strategy’ in Giappone. La Bank of Japan ha deciso di ritirare alcune delle misure straordinarie adottate durante la crisi per mantenere un flusso adeguato di liquidita’ nel sistema. Un programma di prestiti alle imprese a bassi tassi e’ stato esteso solo per altri tre mesi e poi verra’ fermato. La banca centrale nipponica, inoltre, smettera’ di acquistare a dicembre commercial papers e obbligazioni delle aziende. Il governo aveva fatto pressione perche’ tali misure restassero in campo, ma la Bank of Japan aveva replicato che i mercati si erano ormai in gran parte ripresi dallo shock della crisi finanziaria. (AGI)

Ouch…….un film già visto nella Grande Depressione, ciò non significa che si ripeterà lo stesso film. Lascia perplessi che proprio il Giappone comunichi in maniera cosi palese la fine dei sostegni al mercato, paese terribilmente afflitto da una deflazione profonda!

Andrea

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 09:43

 Wall Street italia ha scoperto il nostro Capitano?

poveracci, dov’erano fino a ieri?

GRANDI BANCHE TOSSICHE, ANZI ATOMICHE
di Andrea Mazzalai
E’ ancora allarme rosso per la super concentrazione di composti "chimici" in mano alle banche. La meta’ del mercato mondiale dei CDS maneggiata da 5 grandi istituti. Di cui 2 in Europa.

Complimenti Andrea, buona giornata a tutti
 

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 10:44

 E’ un disastro. Oggi ho parlato della questione con una conoscente. Non ne sapeva nulla, ma subito ha collegato, descrivendo la sua angoscia nel non comprendere i motivi per cui l’aria le pareva irrespirabile tanto da procurare bruciore alla gola. Ora ha capito. Molti non sanno, ma ci mettono pochi secondi nel comprendere in quale situazione ci hanno precipitato i nostri maledetti governi.

Confermo attività spaventosa anche a Ferrara:addirittura è passata una formazione di tre aerei (mi auguravo che si schiantassero)….Stavo facendo manutenzione al tetto del garage e,dopo pranzo, quando sono risalito,ho visto moltissimi filamenti disposti in modo molto irregolare.

Buongiorno Straker e team, ieri sera puzzo irrespirabile di bruciato, questa mattina nuvole (meglio dire le scie di ieri sera) che erano tutte increspate con pattern regolari (come se fossero state attraversate da treni di onde regolari).
HELP – HELP – HELP

Attacco ininterrotto da 72 ore su Cagliari da tutte le direzioni e sulla verticale della città!

Impossibile non vedere cosa stanno facendo in cielo.

Giornata stupenda trasformata in paesaggio spettrale.

Non c’è bisogno di videocamere sofisticate, di zoom o quant’altro. Sono di una spudoratezza disarmante e a quote di massimo 2500-3000 metri.

Quando i servizi meteo parlano già dal giorno prima di foschie mattutine sappiamo che saranno create artificialmente da centinaia di voli militari clandestini perfettamente coordinati da un’unica regia occulta.

E’ un’operazione che non può coinvolgere un gruppetto sparuto di persone ma necessita di connivenze e complicità a tutti i livelli.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 11:17

Salve Andrea & C
Continuo a seguire il tuo blog con crescente interesse perchè riesce a cogliere, pur parlando di finanza, anche molti degli aspetti collegati all’economia reale.
Riguardo quest’ultima, le faccende in Italia, ma non solo, non stanno andando per niente meglio rispetto a tempo fa, ovvero da quando è esplosa la crisi nera che sta coinvolgendo tutti, dalle grandi alle piccole imprese, salvo poche eccezioni.
Ogni tanto qualche grido di dolore viene recepito dai media ma è relegato ai margini delle attenzioni e quindi praticamente inascoltato, o trascurato o purtroppo trattato con colpevole insipienza.  Solo chi si trova con la lettera di licenziamento in mano o vede la sua azienda morire lo percepisce nella sua drammatica dimensione.
Questa tragedia, che si sta consumando nella pratica inezia di tutti i governi, è il fatto più sconvolgente.
In verità al mondo della finanza, che sembra aver ritrovato gusto a creare valore fasullo, questo poco interessa mentre i problemi dell’economia reale non sono capiti bene da chi avrebbe il potere di intraprendere azioni, a livello internazionale, per dare una svolta al processo di smantellamento delle attività produttive in atto da un bel po’ nelle economie occidentali.
Se non si interviene in questo senso non potrà che andare sempre peggio.
Balik

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 11:27

sei veramente patetico, non ti offendere ma ogni tanto tu che predichi umiltà dovresti metterti un po di cenere sulla testa e ammettere di essere un catastrofista che cerca solo ed esclusivamente ciò che non va.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 11:46

Sono d’accordissimo con @7.

D’altronde e’ chiaro che l’economia e il mercato del lavoro si sono ripresi e che se la piu’ che trasparente Wall Street va bene andiamo bene tutti.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 12:07

Allora, per chi sa leggere i grafici vi posto questo , tratto da Theoildrum.com

Premessa: come avete ben detto il nostro paradigma attuale si basa sulla crescita perpetua su lungo termine, e questo fatto è conseguenza diretta del concetto economico  di interessi sul capitale.
A sua volta, questo concetto economico non avrebbe fondamento se non esistesse un flusso continuo alla base di materie prime ed energia, atrimenti non esisterebbe il nuovo valore con cui onorare gli interessi. In alternativa, invece che di un vero accumulo di ricchezza si tratterebbe di denaro fasullo.
E’ questo secondo me il discrimine tra ricchezza fittizia (irreale, frutto di puri accordi sul niente) e reale (basata sull’estrazione e trasformazione di materie prime).

Il grafico descrive la situazione passata e quella futura (con ottimo grado di previsione)  dell’estrazione di quella particolare materia prima che trasformiamo in energia: Il petrolio e i liquidi connessi, che costituiscono circa il 90% del nostro approvvigionamento energetico per industria e mobilita’ (quest’ultima voce  è proporzionale al volume di scambi commerciali).

http://www.theoildrum.com/files/PU200906_Fig3b.png

Osservate bene.
Dal 2005 siamo in stallo produttivo, e già questo ha grippato il meccanismo della crescita, che prevede un flusso sempre crescente di energia, senza la quale non si estraggono i materiali, non si processano, non si trasportano.
Ora ci attende un decremento estrattivo.

Fatevi due conti su che possibilità ci siano di ripresa mondiale.

Saluti
Phitio

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:01

#5 forse hai postato sul blog sbagliato…

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:36

Shenzhen (AsiaNews/Agenzie) – La borsa del ChiNext, il mercato azionario stile Nasdaq ha preso il via stamane alla borsa di Shenzhen, facendo salire almeno del doppio i prezzi delle azioni dei 28 titoli in lista.
Il ChiNext ha fermato tutti gli scambi per 30 minuti in mattinata, dopo che tutte le azioni erano salite subito del 20%, per tentare di frenare speculazioni. Circa metà dei titoli sono stati fermati ancora per altri 30 minuti, essendo saliti a più del 50% del loro prezzo originario.
La Huayi Bros Media Corp, produttrice di film, è quella che è cresciuta di più, con il 122,74% dell’offerta iniziale; Zhongyuan Huadian Co. Ltd, una ditta di elettronica per industrie, è quella che è salita meno, del 46,26%. Alla fine la maggior parte delle azioni erano salite dell’80%.
La borsa di Shenzhen ha detto che lancerà un indice speciale per il ChiNext, ma non ha detto quando.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:40

io per loro NON PEDALO PIù

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:41

#50    30 Ottobre 2009 – 09:31
 
un saluto al clan dei falliti, altro che cantastorie sei un menagramo sfigato.
eheheheh

#51    30 Ottobre 2009 – 13:37
 
non son mica falliti son furbi
merci diverse vanno vendutete in modi diversi alla fine comunque il venditore ci guadagna sempre
guarda che il 90% dei pirati di questo vascello hanno lauti conti in banca

eheheheh

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:41

#50    30 Ottobre 2009 – 09:31
 
un saluto al clan dei falliti, altro che cantastorie sei un menagramo sfigato.
eheheheh

#51    30 Ottobre 2009 – 13:37
 
non son mica falliti son furbi
merci diverse vanno vendutete in modi diversi alla fine comunque il venditore ci guadagna sempre
guarda che il 90% dei pirati di questo vascello hanno lauti conti in banca

eheheheh

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:41

#50    30 Ottobre 2009 – 09:31
 
un saluto al clan dei falliti, altro che cantastorie sei un menagramo sfigato.
eheheheh

#51    30 Ottobre 2009 – 13:37
 
non son mica falliti son furbi
merci diverse vanno vendutete in modi diversi alla fine comunque il venditore ci guadagna sempre
guarda che il 90% dei pirati di questo vascello hanno lauti conti in banca

eheheheh

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:56

Grande Phitio.

The Oild Drum pubblica un articolo che segue pari pari la filosofia economica del capitano

http://europe.theoildrum.com/node/5917

Interessantissimo e molto esplicito.

Andrea non sei più solo a predicare deflazione duratura !!!

PS Ci sono in giro un poì di disturbatori anonimi nel blog, non preoccupatevi se ne andranno da soli

Hunter76Lima

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:56

Grande Phitio.

The Oild Drum pubblica un articolo che segue pari pari la filosofia economica del capitano

http://europe.theoildrum.com/node/5917

Interessantissimo e molto esplicito.

Andrea non sei più solo a predicare deflazione duratura !!!

PS Ci sono in giro un poì di disturbatori anonimi nel blog, non preoccupatevi se ne andranno da soli

Hunter76Lima

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 13:56

Grande Phitio.

The Oild Drum pubblica un articolo che segue pari pari la filosofia economica del capitano

http://europe.theoildrum.com/node/5917

Interessantissimo e molto esplicito.

Andrea non sei più solo a predicare deflazione duratura !!!

PS Ci sono in giro un poì di disturbatori anonimi nel blog, non preoccupatevi se ne andranno da soli

Hunter76Lima

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 14:47

E’ pura fantasia che una crisi così profonda passi in pochi mesi ci saranno ancora  due o tre anni di contrazione.
L’Eurostat prevede l’aumento della disoccupazione anche l’anno prossimo e non si è mai visto una ripresa con la disoccupazione in aumento!!

Gli economisti osservando  le serie storiche (che haimè tanto amano) si sono convinti che si sta ripetendo lo stesso copione che si è avuto dai primi anni 60′ a i primi 80′. Praticamente si è in una fase di grande incertezza che molti presuppongono sfocerà in una nuova fase storica di salita dell’economia.

Anche il mercato finanziario conscio delle difficoltà, sta scommettendo sul medio periodo, ignorando la situazione a breve.
A meno che i gestori dei vari fondi non siano impazziti,stanno scommettendo ad almeno cinque anni!!
A fare il mercato non sonostati  mai i Day Trader!

Eppure qualcosa mi sfugge!

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 14:57

ti sfugge che hai una risposta in sospeso…
capisco l’imbarazzo

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 15:45

Caro Hunter76Lima,
grazie della segnalazione, mi era sfuggito questo articolo.
E’ incredibile, avrebbe davvero potuto scriverlo il nostro Capitano. Solo che qui c’e’ anche il settore fondamentale dell’energia preso in considerazione.

La figura 13 sui ritocchi del tasso di interesse della FED è stato come un lampo di luce che mi ha fatto capire davvero tantissime cose sulla reale capacità di governare la crisi da parte degli organismi statali.

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 16:02

commenti a dir poco imbarazzanti….

interessante la statistica di 13, :
guarda che il 90% dei pirati di questo vascello hanno lauti conti in banca

da dove lo estrapoli questo dato?

ma vai a prenderlo …………..

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 16:18

Ciao Phitio! Le banche centrali, la politica monetaria ha il controllo forse solo sul brevissimo tempo, sul medio e lungo termine, non possono fare nulla!

La Storia insegna che la politica monetaria è stata una delle artefici della grandi crisi del secolo scorso, per quanto riguarda la politica monetaria le banche centrali sarebbe meglio che non ci fossero e non solo…….forse solo il vecchio e saggio Volcker, riusci a combattere l’inflazione, perà provocando una grave recessione.

Per il resto è meglio lasciar perdere. La tempesta continua ancora per qualche settimana.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 16:19

Phitio tutto queste cose il Capitano le ha già scritte nei suoi post dedicati ormai da mesi manca il riferimento alla questione energetica ma c’è molto di più, molto di più

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 16:26

@ #20
Guarda che lo so bene, seguo assiduamente questo blog

Non per nulla ho detto che quel post poteva averlo scritto il Capitano, ci sono addirittura diversi grafici estratti dalle stesse fonti.

Seper caso doveste leggere per intero quell’articolo, mi potreste dire se anche a voi non è venuta come una morsa di ghiaccio allo stomaco, come è successo al sottoscritto?

Ho dovuto stamparlo, perchè devo rileggerlo e meditarlo dopo che mi sarò calmato.

Pensavo di essere preparato alla descrizione delle conseguenze di quanto sta avvenendo, ma evidentemente non lo sono ancora, forse non lo saro’ mai.

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 16:33

Il direttore generale del fondo monetario internazionale parla di crisi a w. Ma guarda un pò………….Ciao     Claudio

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 18:09

Gold to Make New Highs Above $2000, Says Commodity Maven Frank Holmes

http://finance.yahoo.com/tech-ticker/article/363689/Gold-to-Make-New-Highs-Above-2000-Says-Commodity-Maven-Frank-Holmes?tickers=gld,gdx,gold,rgld,fcx,FNV.TO&sec=topStories&pos=9&asset=&ccode=

Ecco uno che ha investito in oro … molto direi.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 18:09

Gold to Make New Highs Above $2000, Says Commodity Maven Frank Holmes

http://finance.yahoo.com/tech-ticker/article/363689/Gold-to-Make-New-Highs-Above-2000-Says-Commodity-Maven-Frank-Holmes?tickers=gld,gdx,gold,rgld,fcx,FNV.TO&sec=topStories&pos=9&asset=&ccode=

Ecco uno che ha investito in oro … molto direi.

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 18:09

Gold to Make New Highs Above $2000, Says Commodity Maven Frank Holmes

http://finance.yahoo.com/tech-ticker/article/363689/Gold-to-Make-New-Highs-Above-2000-Says-Commodity-Maven-Frank-Holmes?tickers=gld,gdx,gold,rgld,fcx,FNV.TO&sec=topStories&pos=9&asset=&ccode=

Ecco uno che ha investito in oro … molto direi.

Scritto il 30 Ottobre 2009 at 21:17

CIT Group è fallita ….ora aspettiamo la leggenda metropolitana della sua omonima. La mia previsione: NAZIONALIZZAZIONE o FALLIMENTO!
Andrea

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 21:53

e’ proprio vero il proverbio . mal comune …

ti consolano e ti eccitano i fallimenti altrui  ….. caro il mio fallito, o ti fanno sentire meno fallito?

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 23:00

per #25

ok ok il capitano e tutti noi siamo falliti, e stiamo creando una nuova idea di economia, sostenibile, umana,reale.
Il Cap. ha fatto sto meraviglioso blog, e anche riunioni non virtuali….
tu ?
tu cosa sai fare?
le pompe?

Altapatagonia

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 23:07

caro # 25

va da via il ciap

utente anonimo
Scritto il 30 Ottobre 2009 at 23:29

un bordello…..

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 00:14

In alto i calici brindo in faccia all’invidia di chi ha tradito sti
discepoli ricordi in dote ora se vedi sto campo fiorire di giorno in giorno
vuol dire che qualcuno lo ha seminato dopo aver tolto con le proprie mani le
ortiche metafore obbligate dipingo immagini pulite dall’istinto nessun
rimpianto in fondo perché ciò che sento dentro è un mondo mio dipinto dove
il nero dell’invidia viene sommerso dalla luce del bianco in quanto tinto e
spinto dal fatto che in questo mondo esiste solo chi mangia e chi viene
mangiato fossi riuscito a capire prima questo concetto magari pensavo che
ero io l’inadatto ma fin dal debutto ho capito che la strada che cercavo era
questa e io continuerò ad aver le mie idee perché sono convinto che non si
possono vendere i propri sentimenti all’asta giochi a far l’opinionista io
sfrutto ogni attimo della mia giornata per poi descrivere sul foglio tutto
ciò che mi circonda astio invidia sulla mia strada come scorie all’aria dono
ossigeno alla mia memoria che adesso riesuma storie vissute che ai miei
pensieri su questo foglio danno la nascita crescita che calibra l’indirizzo
di ogni pensiero per far sì che il tutto sotto la sola voce poi si
riunifica…

…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo
sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…
…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo
sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…

Cosciente che più sali e più rivali si presentano e insieme ai miei cari
compari cerco ossigeno lontano dall’odore delle chiappe altrui che friggono
comincio a pensare che è la natura dell’uomo che spinge a odiare chi sta
bene quando è lui a star male ma se capisci il concetto di di botto riesci
ad accettare senza alcun fastidio che c’è qualcuno che ha il culo che brucia
per l’invidia s’insedia con insensati boicottaggi porta accidia se ti metti
in mostra vuol farti cadere se riesci a stare in piedi su sta giostra che
gira troppo in fretta se stai giù seduto devi buttarti ed allenarti a
contrastarne il moto sulla stessa sponda di chi non nasconde invidia ma
affronta con me ogni storia e poi brinda ad ogni vittoria orecchie ed occhi
ben rivolte ai tanti ricordi pronti a suggerirti di chi puoi fidarti…

…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo
sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…
…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo
sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…

Dividi invidia io sui mass-media nella mia arcadia non c’è chi odia ne’ la
continua solo con i fratelli cerco i miei giorni di gloria a porte aperte
attendo il corso perso dentro storie che solo i miei occhi han visto vago
verso spazi aperti cerco un posto giusto vasto il territorio immenso ciò che
voglio ma qui si fa sul serio c’e sangue del mio sangue in frasi spinte
sopra un foglio figlio di una gioventù bruciata sfida alla sorte mi invidi a
morte quando banchetto con i fratelli e coi giullari alla mia corte bella a
te non serve scegli la via più facile odiar non è difficile io voglio
l’impossibile con ogni mezzo fino all’ultimo mio sforzo perché se l’invidia
che ci circonda fosse denaro vivremmo nello sfarzo un nuovo astro sulla tua
strada sapendo ormai che il tuo saluto equivarrà al bacio di Giuda abbiam
firmato un contratto con scritto espandersi non certo vendesi piuttosto
sbattersi e rendersi utili a prendere realtà ignorate scartate e renderle
visibili agli occhi di chi non le ha mai vissute lottando con l’invidia di
chi non riesce a comprendere che ho tanto da prendere quanto da insegnare e
da trasmettere ci voglio vivere niente da nascondere a chi ha la mia stessa
musa che lo spinge a scrivere conto sulla forza fornita da ogni giornata
legata ad una lezione di vita impartita dalla strada se dico che voglio
uscire dal buio senza temere l’invidia degli altri che puntano al podio…

…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo

sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…

…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo

sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…

….Adesso invidiami….ah!………

(Invidia – Gemelli diversi)

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 00:52

Buonasera

Ho letto un post che parlava di godere dei fallimenti altrui.
Non per fare il moralista ma se lei sapesse in passato quanto ha "goduto" il sistema finanziario/bancario a vedere fallire dei poveri e sprovveduti piccoli imprenditori…..forse solo colpevoli di credere in questo sistema!!!

Anche se i proverbi a volte sono abusati e non amo usarli: Chi di spada ferisce di spada perisce. Arrangiarsi!!!!
E chissà che non sia solo l’inizio….ci sarebbe molta "pulizia" da fare nel mondo dei mantenuti/aproffitatori.

SD

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 02:06

condivido le analisi ma come sappiamo i governi ne sanno una piu’ del diavolo,quello italiano  sta’ guadagnando bene  anche in tempo di crisi,raccoglie liquidita’ dal cittadino  o altro mediante bot  dando quasi niente e la presta a banche con super garanzie anche da banca italia all’interesse agevolato del 8,5%annuo.Non bisogna essere scenziati di economia per capire  che l’inflazione reale e’ poco meno di questa misura e quando si vedra’ sara’ troppo tardi per rimediare.I miei rispetti e saluti.Giacinto

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 02:22

x ccp 12100,quali sono in due istituti  in europa che maneggiano  i CDS.Scusa la mia incompetenza.Grazie Enrico

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 02:31

ccp 12100 e’ una signora furbetta.

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 08:43

 Buongiorno a tutti,

caro 32 , mai parlato di CDS , non ne ho le competenze, leggo Andrea ed altri e mando in memoria ciò che gratuitamente lui ed altri ci mettono a disposizione.

caro 33, l’astuzia e la furbizia sono Doni di Dio, sta tutto nell’usarli per il Suo scopo e non per i nostri. Quindi se credevi di offendere non ci sei riuscito. Per mia natura non mi offendo mai: prendo e porto a casa e poi amo parlare e/o scrivere con chi palesa la sua identità e non si nasconde nell’anonimato (pur sempre virtuale).

Quanto a coloro che credono di mettere zizzania nel veliero sappiano che non ci riusciranno!

Buona giornata a tutti e buona festa di Ognissanti 

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 08:55

WALL STREET: ONDATA DI VENDITE, OTTOBRE ROSSO
di WSI
Seduta, settimana e mese negativi. Indici in calo di oltre il 2% dopo i cattivi dati su spesa e fiducia dei consumatori. Tonfo dei titoli finanziari, l’indice della volatilita’ (paura) schizza ai massimi da luglio. Dubbi sulla ripresa.

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 08:58

 

Uomo astuto
 
Perchè Gesù ha detto ai suoi discepoli: "Siate astuti come serpenti e innocenti come colombe?"
Il serpente è il simbolo della saggezza. Il serpente è l’unico simbolo presente in tutte le antiche culture del mondo: quella ebraica, quella hindu e quella cinese.
Dicendo "astuto", Gesù non intendeva dare il significato che date voi a quell’aggettivo. In aramaico antico, la lingua parlata da Gesù, c’è un solo vocabolo che ha entrambi i significati: "saggezza" e "astuzia". Il significato dell’affermazione originale di Gesù è questo: "Siate saggi come serpenti e innocenti come colombe".

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 08:58

 

Uomo astuto
 
Perchè Gesù ha detto ai suoi discepoli: "Siate astuti come serpenti e innocenti come colombe?"
Il serpente è il simbolo della saggezza. Il serpente è l’unico simbolo presente in tutte le antiche culture del mondo: quella ebraica, quella hindu e quella cinese.
Dicendo "astuto", Gesù non intendeva dare il significato che date voi a quell’aggettivo. In aramaico antico, la lingua parlata da Gesù, c’è un solo vocabolo che ha entrambi i significati: "saggezza" e "astuzia". Il significato dell’affermazione originale di Gesù è questo: "Siate saggi come serpenti e innocenti come colombe".

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 08:58

 

Uomo astuto
 
Perchè Gesù ha detto ai suoi discepoli: "Siate astuti come serpenti e innocenti come colombe?"
Il serpente è il simbolo della saggezza. Il serpente è l’unico simbolo presente in tutte le antiche culture del mondo: quella ebraica, quella hindu e quella cinese.
Dicendo "astuto", Gesù non intendeva dare il significato che date voi a quell’aggettivo. In aramaico antico, la lingua parlata da Gesù, c’è un solo vocabolo che ha entrambi i significati: "saggezza" e "astuzia". Il significato dell’affermazione originale di Gesù è questo: "Siate saggi come serpenti e innocenti come colombe".

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:04

Crisi antropoligica o sindrome cinese?

The Chinese Disconnect
function getSharePasskey() { return ‘ex=1414036800&en=56d01faa105dc1c9&ei=5124’;}

function getShareURL() {
return encodeURIComponent(‘http://www.nytimes.com/2009/10/23/opinion/23krugman.html’);
}
function getShareHeadline() {
return encodeURIComponent(‘The Chinese Disconnect’);
}
function getShareDescription() {

return encodeURIComponent(‘Something should be done about China’s weak-currency policy, which poses a growing threat to the rest of the world economy.’);
}
function getShareKeywords() {
return encodeURIComponent(‘International Trade and World Market,Currency,Economic Conditions and Trends,Yuan (Currency),China’);
}
function getShareSection() {
return encodeURIComponent(‘opinion’);
}
function getShareSectionDisplay() {

return encodeURIComponent(‘Op-Ed Columnist’);
}
function getShareSubSection() {
return encodeURIComponent(”);
}
function getShareByline() {
return encodeURIComponent(‘By PAUL KRUGMAN’);
}
function getSharePubdate() {
return encodeURIComponent(‘October 23, 2009’);
}

 

By PAUL KRUGMAN
Published: October 22, 2009

Senior monetary officials usually talk in code. So when Ben Bernanke, the Federal Reserve chairman, spoke recently about Asia, international imbalances and the financial crisis, he didn’t specifically criticize China’s outrageous currency policy.

 

But he didn’t have to: everyone got the subtext. China’s bad behavior is posing a growing threat to the rest of the world economy. The only question now is what the world — and, in particular, the United States — will do about it.

Some background: The value of China’s currency, unlike, say, the value of the British pound, isn’t determined by supply and demand. Instead, Chinese authorities enforced that target by buying or selling their currency in the foreign exchange market — a policy made possible by restrictions on the ability of private investors to move their money either into or out of the country.
There’s nothing necessarily wrong with such a policy, especially in a still poor country whose financial system might all too easily be destabilized by volatile flows of hot money. In fact, the system served China well during the Asian financial crisis of the late 1990s. The crucial question, however, is whether the target value of the yuan is reasonable.
Until around 2001, you could argue that it was: China’s overall trade position wasn’t too far out of balance. From then onward, however, the policy of keeping the yuan-dollar rate fixed came to look increasingly bizarre. First of all, the dollar slid in value, especially against the euro, so that by keeping the yuan/dollar rate fixed, Chinese officials were, in effect, devaluing their currency against everyone else’s. Meanwhile, productivity in China’s export industries soared; combined with the de facto devaluation, this made Chinese goods extremely cheap on world markets.
The result was a huge Chinese trade surplus. If supply and demand had been allowed to prevail, the value of China’s currency would have risen sharply. But Chinese authorities didn’t let it rise. They kept it down by selling vast quantities of the currency, acquiring in return an enormous hoard of foreign assets, mostly in dollars, currently worth about $2.1 trillion.
Many economists, myself included, believe that China’s asset-buying spree helped inflate the housing bubble, setting the stage for the global financial crisis. But China’s insistence on keeping the yuan/dollar rate fixed, even when the dollar declines, may be doing even more harm now.
Although there has been a lot of doomsaying about the falling dollar, that decline is actually both natural and desirable. America needs a weaker dollar to help reduce its trade deficit, and it’s getting that weaker dollar as nervous investors, who flocked into the presumed safety of U.S. debt at the peak of the crisis, have started putting their money to work elsewhere.
But China has been keeping its currency pegged to the dollar — which means that a country with a huge trade surplus and a rapidly recovering economy, a country whose currency should be rising in value, is in effect engineering a large devaluation instead.
And that’s a particularly bad thing to do at a time when the world economy remains deeply depressed due to inadequate overall demand. By pursuing a weak-currency policy, China is siphoning some of that inadequate demand away from other nations, which is hurting growth almost everywhere. The biggest victims, by the way, are probably workers in other poor countries. In normal times, I’d be among the first to reject claims that China is stealing other peoples’ jobs, but right now it’s the simple truth.
So what are we going to do?
U.S. officials have been extremely cautious about confronting the China problem, to such an extent that last week the Treasury Department, while expressing “concerns,” certified in a required report to Congress that China is not — repeat not — manipulating its currency. They’re kidding, right?
The thing is, right now this caution makes little sense. Suppose the Chinese were to do what Wall Street and Washington seem to fear and start selling some of their dollar hoard. Under current conditions, this would actually help the U.S. economy by making our exports more competitive.
In fact, some countries, most notably Switzerland, have been trying to support their economies by selling their own currencies on the foreign exchange market. The United States, mainly for diplomatic reasons, can’t do this; but if the Chinese decide to do it on our behalf, we should send them a thank-you note.
The point is that with the world economy still in a precarious state, beggar-thy-neighbor policies by major players can’t be tolerated. Something must be done about China’s currency.

————
E ancora

http://www.rgemonitor.com/roubini-monitor/257899/a_balanced_global_diet

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:04

Crisi antropoligica o sindrome cinese?

The Chinese Disconnect
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By PAUL KRUGMAN
Published: October 22, 2009

Senior monetary officials usually talk in code. So when Ben Bernanke, the Federal Reserve chairman, spoke recently about Asia, international imbalances and the financial crisis, he didn’t specifically criticize China’s outrageous currency policy.

 

But he didn’t have to: everyone got the subtext. China’s bad behavior is posing a growing threat to the rest of the world economy. The only question now is what the world — and, in particular, the United States — will do about it.

Some background: The value of China’s currency, unlike, say, the value of the British pound, isn’t determined by supply and demand. Instead, Chinese authorities enforced that target by buying or selling their currency in the foreign exchange market — a policy made possible by restrictions on the ability of private investors to move their money either into or out of the country.
There’s nothing necessarily wrong with such a policy, especially in a still poor country whose financial system might all too easily be destabilized by volatile flows of hot money. In fact, the system served China well during the Asian financial crisis of the late 1990s. The crucial question, however, is whether the target value of the yuan is reasonable.
Until around 2001, you could argue that it was: China’s overall trade position wasn’t too far out of balance. From then onward, however, the policy of keeping the yuan-dollar rate fixed came to look increasingly bizarre. First of all, the dollar slid in value, especially against the euro, so that by keeping the yuan/dollar rate fixed, Chinese officials were, in effect, devaluing their currency against everyone else’s. Meanwhile, productivity in China’s export industries soared; combined with the de facto devaluation, this made Chinese goods extremely cheap on world markets.
The result was a huge Chinese trade surplus. If supply and demand had been allowed to prevail, the value of China’s currency would have risen sharply. But Chinese authorities didn’t let it rise. They kept it down by selling vast quantities of the currency, acquiring in return an enormous hoard of foreign assets, mostly in dollars, currently worth about $2.1 trillion.
Many economists, myself included, believe that China’s asset-buying spree helped inflate the housing bubble, setting the stage for the global financial crisis. But China’s insistence on keeping the yuan/dollar rate fixed, even when the dollar declines, may be doing even more harm now.
Although there has been a lot of doomsaying about the falling dollar, that decline is actually both natural and desirable. America needs a weaker dollar to help reduce its trade deficit, and it’s getting that weaker dollar as nervous investors, who flocked into the presumed safety of U.S. debt at the peak of the crisis, have started putting their money to work elsewhere.
But China has been keeping its currency pegged to the dollar — which means that a country with a huge trade surplus and a rapidly recovering economy, a country whose currency should be rising in value, is in effect engineering a large devaluation instead.
And that’s a particularly bad thing to do at a time when the world economy remains deeply depressed due to inadequate overall demand. By pursuing a weak-currency policy, China is siphoning some of that inadequate demand away from other nations, which is hurting growth almost everywhere. The biggest victims, by the way, are probably workers in other poor countries. In normal times, I’d be among the first to reject claims that China is stealing other peoples’ jobs, but right now it’s the simple truth.
So what are we going to do?
U.S. officials have been extremely cautious about confronting the China problem, to such an extent that last week the Treasury Department, while expressing “concerns,” certified in a required report to Congress that China is not — repeat not — manipulating its currency. They’re kidding, right?
The thing is, right now this caution makes little sense. Suppose the Chinese were to do what Wall Street and Washington seem to fear and start selling some of their dollar hoard. Under current conditions, this would actually help the U.S. economy by making our exports more competitive.
In fact, some countries, most notably Switzerland, have been trying to support their economies by selling their own currencies on the foreign exchange market. The United States, mainly for diplomatic reasons, can’t do this; but if the Chinese decide to do it on our behalf, we should send them a thank-you note.
The point is that with the world economy still in a precarious state, beggar-thy-neighbor policies by major players can’t be tolerated. Something must be done about China’s currency.

————
E ancora

http://www.rgemonitor.com/roubini-monitor/257899/a_balanced_global_diet

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:04

Crisi antropoligica o sindrome cinese?

The Chinese Disconnect
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return encodeURIComponent(‘Something should be done about China’s weak-currency policy, which poses a growing threat to the rest of the world economy.’);
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return encodeURIComponent(‘opinion’);
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}
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return encodeURIComponent(”);
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return encodeURIComponent(‘By PAUL KRUGMAN’);
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function getSharePubdate() {
return encodeURIComponent(‘October 23, 2009’);
}

 

By PAUL KRUGMAN
Published: October 22, 2009

Senior monetary officials usually talk in code. So when Ben Bernanke, the Federal Reserve chairman, spoke recently about Asia, international imbalances and the financial crisis, he didn’t specifically criticize China’s outrageous currency policy.

 

But he didn’t have to: everyone got the subtext. China’s bad behavior is posing a growing threat to the rest of the world economy. The only question now is what the world — and, in particular, the United States — will do about it.

Some background: The value of China’s currency, unlike, say, the value of the British pound, isn’t determined by supply and demand. Instead, Chinese authorities enforced that target by buying or selling their currency in the foreign exchange market — a policy made possible by restrictions on the ability of private investors to move their money either into or out of the country.
There’s nothing necessarily wrong with such a policy, especially in a still poor country whose financial system might all too easily be destabilized by volatile flows of hot money. In fact, the system served China well during the Asian financial crisis of the late 1990s. The crucial question, however, is whether the target value of the yuan is reasonable.
Until around 2001, you could argue that it was: China’s overall trade position wasn’t too far out of balance. From then onward, however, the policy of keeping the yuan-dollar rate fixed came to look increasingly bizarre. First of all, the dollar slid in value, especially against the euro, so that by keeping the yuan/dollar rate fixed, Chinese officials were, in effect, devaluing their currency against everyone else’s. Meanwhile, productivity in China’s export industries soared; combined with the de facto devaluation, this made Chinese goods extremely cheap on world markets.
The result was a huge Chinese trade surplus. If supply and demand had been allowed to prevail, the value of China’s currency would have risen sharply. But Chinese authorities didn’t let it rise. They kept it down by selling vast quantities of the currency, acquiring in return an enormous hoard of foreign assets, mostly in dollars, currently worth about $2.1 trillion.
Many economists, myself included, believe that China’s asset-buying spree helped inflate the housing bubble, setting the stage for the global financial crisis. But China’s insistence on keeping the yuan/dollar rate fixed, even when the dollar declines, may be doing even more harm now.
Although there has been a lot of doomsaying about the falling dollar, that decline is actually both natural and desirable. America needs a weaker dollar to help reduce its trade deficit, and it’s getting that weaker dollar as nervous investors, who flocked into the presumed safety of U.S. debt at the peak of the crisis, have started putting their money to work elsewhere.
But China has been keeping its currency pegged to the dollar — which means that a country with a huge trade surplus and a rapidly recovering economy, a country whose currency should be rising in value, is in effect engineering a large devaluation instead.
And that’s a particularly bad thing to do at a time when the world economy remains deeply depressed due to inadequate overall demand. By pursuing a weak-currency policy, China is siphoning some of that inadequate demand away from other nations, which is hurting growth almost everywhere. The biggest victims, by the way, are probably workers in other poor countries. In normal times, I’d be among the first to reject claims that China is stealing other peoples’ jobs, but right now it’s the simple truth.
So what are we going to do?
U.S. officials have been extremely cautious about confronting the China problem, to such an extent that last week the Treasury Department, while expressing “concerns,” certified in a required report to Congress that China is not — repeat not — manipulating its currency. They’re kidding, right?
The thing is, right now this caution makes little sense. Suppose the Chinese were to do what Wall Street and Washington seem to fear and start selling some of their dollar hoard. Under current conditions, this would actually help the U.S. economy by making our exports more competitive.
In fact, some countries, most notably Switzerland, have been trying to support their economies by selling their own currencies on the foreign exchange market. The United States, mainly for diplomatic reasons, can’t do this; but if the Chinese decide to do it on our behalf, we should send them a thank-you note.
The point is that with the world economy still in a precarious state, beggar-thy-neighbor policies by major players can’t be tolerated. Something must be done about China’s currency.

————
E ancora

http://www.rgemonitor.com/roubini-monitor/257899/a_balanced_global_diet

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:20

Nei prossimi giorni, diminuirà il ritmo della navigazione, il mio libro sta per arrivare al ……porto, post più brevi e forse più numerosi, un nuovo esperimento.

Per quanto riguarda la crisi antropologica o sindrome cinese, lascio lo spazio alla realtà, sempre più convinto che la sorgente sia essenzialmente antropologica.

Nove banche fallite la scorsa settimana, alcuni nomi prestigiosi, oltre 19 miliardi di dollari di attivi e oltre 15 di depositi.

Il costo per la FDIC sarà straordinariamente di soli 2,5 miliardi, probabilmente grazie ad incorporazioni o fusioni. Le conseguenze sono chiare, una concentrazione si spera ad opera di istituti finanziari sani che diversamente non farebbero altro che amplificare il rischio sistemico. La lista della banche in difficoltà, non ufficiale sale a 500. 

Andrea

North Houston Bank
Houston
TX
18776
October 30, 2009
October 30, 2009

Madisonville State Bank
Madisonville
TX
33782
October 30, 2009
October 30, 2009

Citizens National Bank
Teague
TX
25222
October 30, 2009
October 30, 2009

Park National Bank
Chicago
IL
11677
October 30, 2009
October 30, 2009

Pacific National Bank
San Francisco
CA
30006
October 30, 2009
October 30, 2009

California National Bank
Los Angeles
CA
34659
October 30, 2009
October 30, 2009

San Diego National Bank
San Diego
CA
23594
October 30, 2009
October 30, 2009

Community Bank of Lemont
Lemont
IL
35291
October 30, 2009
October 30, 2009

Bank USA, N.A.
Phoenix
AZ
32218
October 30, 2009
October 30, 2009

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:20

Nei prossimi giorni, diminuirà il ritmo della navigazione, il mio libro sta per arrivare al ……porto, post più brevi e forse più numerosi, un nuovo esperimento.

Per quanto riguarda la crisi antropologica o sindrome cinese, lascio lo spazio alla realtà, sempre più convinto che la sorgente sia essenzialmente antropologica.

Nove banche fallite la scorsa settimana, alcuni nomi prestigiosi, oltre 19 miliardi di dollari di attivi e oltre 15 di depositi.

Il costo per la FDIC sarà straordinariamente di soli 2,5 miliardi, probabilmente grazie ad incorporazioni o fusioni. Le conseguenze sono chiare, una concentrazione si spera ad opera di istituti finanziari sani che diversamente non farebbero altro che amplificare il rischio sistemico. La lista della banche in difficoltà, non ufficiale sale a 500. 

Andrea

North Houston Bank
Houston
TX
18776
October 30, 2009
October 30, 2009

Madisonville State Bank
Madisonville
TX
33782
October 30, 2009
October 30, 2009

Citizens National Bank
Teague
TX
25222
October 30, 2009
October 30, 2009

Park National Bank
Chicago
IL
11677
October 30, 2009
October 30, 2009

Pacific National Bank
San Francisco
CA
30006
October 30, 2009
October 30, 2009

California National Bank
Los Angeles
CA
34659
October 30, 2009
October 30, 2009

San Diego National Bank
San Diego
CA
23594
October 30, 2009
October 30, 2009

Community Bank of Lemont
Lemont
IL
35291
October 30, 2009
October 30, 2009

Bank USA, N.A.
Phoenix
AZ
32218
October 30, 2009
October 30, 2009

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:20

Nei prossimi giorni, diminuirà il ritmo della navigazione, il mio libro sta per arrivare al ……porto, post più brevi e forse più numerosi, un nuovo esperimento.

Per quanto riguarda la crisi antropologica o sindrome cinese, lascio lo spazio alla realtà, sempre più convinto che la sorgente sia essenzialmente antropologica.

Nove banche fallite la scorsa settimana, alcuni nomi prestigiosi, oltre 19 miliardi di dollari di attivi e oltre 15 di depositi.

Il costo per la FDIC sarà straordinariamente di soli 2,5 miliardi, probabilmente grazie ad incorporazioni o fusioni. Le conseguenze sono chiare, una concentrazione si spera ad opera di istituti finanziari sani che diversamente non farebbero altro che amplificare il rischio sistemico. La lista della banche in difficoltà, non ufficiale sale a 500. 

Andrea

North Houston Bank
Houston
TX
18776
October 30, 2009
October 30, 2009

Madisonville State Bank
Madisonville
TX
33782
October 30, 2009
October 30, 2009

Citizens National Bank
Teague
TX
25222
October 30, 2009
October 30, 2009

Park National Bank
Chicago
IL
11677
October 30, 2009
October 30, 2009

Pacific National Bank
San Francisco
CA
30006
October 30, 2009
October 30, 2009

California National Bank
Los Angeles
CA
34659
October 30, 2009
October 30, 2009

San Diego National Bank
San Diego
CA
23594
October 30, 2009
October 30, 2009

Community Bank of Lemont
Lemont
IL
35291
October 30, 2009
October 30, 2009

Bank USA, N.A.
Phoenix
AZ
32218
October 30, 2009
October 30, 2009

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 11:31

Il Libro!!! Il Libro!!! EVVIVAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!

Su "marinai"un
fragoroso
Hipp Hipp URRAAAAAAAAA per il Capitano, è un pò di tempo che non ne facciamo uno!!

Vento in poppa!!!!!!!!

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 12:26

son lontano…non so se si sente

Hip Hip  Urrà !

ok più forte
HIPP HIPP HURRRAAAAAAA’  !!!!!!

(e ke nn sian promesse da marinaio…hehe)

Altapata

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 13:07

ke ridicola !! cerca di dare garanzie sui conti correnti dei cittadini USA.

Se anzichè dire " durante la crisi del 99 del 90 , non è stato chiuso nessun conto", dicesse : " Quando vi abbiamo fregato i soldi nel 90 ,nel 98, 2001, nn vi abbiamo chiuso i C/C ,così ci mantenete a vita " avrebbe fatto un altro effetto….

secondo me sto video lo toglieranno durante il grande crollo

http://www.youtube.com/watch?v=7BxiEJcOoo0&feature=player_embedded

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 13:07

ke ridicola !! cerca di dare garanzie sui conti correnti dei cittadini USA.

Se anzichè dire " durante la crisi del 99 del 90 , non è stato chiuso nessun conto", dicesse : " Quando vi abbiamo fregato i soldi nel 90 ,nel 98, 2001, nn vi abbiamo chiuso i C/C ,così ci mantenete a vita " avrebbe fatto un altro effetto….

secondo me sto video lo toglieranno durante il grande crollo

http://www.youtube.com/watch?v=7BxiEJcOoo0&feature=player_embedded

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 13:07

ke ridicola !! cerca di dare garanzie sui conti correnti dei cittadini USA.

Se anzichè dire " durante la crisi del 99 del 90 , non è stato chiuso nessun conto", dicesse : " Quando vi abbiamo fregato i soldi nel 90 ,nel 98, 2001, nn vi abbiamo chiuso i C/C ,così ci mantenete a vita " avrebbe fatto un altro effetto….

secondo me sto video lo toglieranno durante il grande crollo

http://www.youtube.com/watch?v=7BxiEJcOoo0&feature=player_embedded

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 13:23

Sembra un TG RAI  invece è Banca Fineco !

Giornata nera, Borse in caduta senza un chiaro perché

Websim – 30/10/2009 18:46:11

La settimana finisce con una giornata nera per le Borse: vendite diffuse e insistenti hanno affossato le Borse in Europa e in America. A Milano l’indice FtseMib è caduto del 3,1%, perdite del 3% anche per Parigi e Francoforte, Londra è scesa del 2,2%.

A Wall Street a metà seduta il Dow Jones e il Nasdaq perdono entrambi il 2,2%, l’indice S&P scende del 2,4%.Che cosa abbia scatenato un simile violento ribasso non è chiaro. Le notizie sull’economia americana, normalmente alla base dei movimenti dei mercati, sono da giorni positive. La campagna dei risultati aziendali del terzo trimestre si sta concludendo negli Usa con risultati per l’80% migliori delle attese.

Sul fronte macro, ieri c’è stata la bella sorpresa del Pil statunitense cresciuto nel terzo trimestre oltre le attese. Nella giornata di oggi abbiamo visto l’indice della fiducia dell’Università del Michigan perfettamente in linea con le previsioni, e anche il calo dello 0,5% dei consumi di settembre, annunciato oggi da Washington, è perfettamente allineato con la media delle stime degli economisti.

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 15:01

Andrea, sarò lietissimo di contribuire al successo del Tuo stupendo blog acquistando il Tuo libro:
Uscirà prima di Natale?
Ciao
Mimmo da Cardito

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 15:21

Serie A – ‘Mancio’, 11 milioni da Moratti, poi il Real?
Eurosport – ven, 30 ott 18:43:00 2009

L’ex tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni di euro per i prossimi tre anni per il contratto che ancora lo legava ai nerazzurri: ne riceverà 11 come buonuscita, in attesa di ricevere una chiamata da qualche club estero, Real Madrid in testa
Un sacrificio (si fa per dire) di sette milioni di euro: non si dispera Roberto Mancini, che rinuncia volentieri ai suoi soldi e alle vacanze ‘forzate’ sognando di tornare a sedersi ben presto su una panchina prestigiosa, dopo il divorzio dall’Inter. Mancini era legato al club di Massimo Moratti da un contratto in scadenza nel 2012, e per i prossimi tre anni avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni; per rescindere il contratto ne riceverà 11 come buonuscita.

Chissà perchè quando leggo queste notizie mi prende un bruciore alla bocca delo stomaco…Sarà l’invidia.

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 15:21

Serie A – ‘Mancio’, 11 milioni da Moratti, poi il Real?
Eurosport – ven, 30 ott 18:43:00 2009

L’ex tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni di euro per i prossimi tre anni per il contratto che ancora lo legava ai nerazzurri: ne riceverà 11 come buonuscita, in attesa di ricevere una chiamata da qualche club estero, Real Madrid in testa
Un sacrificio (si fa per dire) di sette milioni di euro: non si dispera Roberto Mancini, che rinuncia volentieri ai suoi soldi e alle vacanze ‘forzate’ sognando di tornare a sedersi ben presto su una panchina prestigiosa, dopo il divorzio dall’Inter. Mancini era legato al club di Massimo Moratti da un contratto in scadenza nel 2012, e per i prossimi tre anni avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni; per rescindere il contratto ne riceverà 11 come buonuscita.

Chissà perchè quando leggo queste notizie mi prende un bruciore alla bocca delo stomaco…Sarà l’invidia.

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 15:21

Serie A – ‘Mancio’, 11 milioni da Moratti, poi il Real?
Eurosport – ven, 30 ott 18:43:00 2009

L’ex tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni di euro per i prossimi tre anni per il contratto che ancora lo legava ai nerazzurri: ne riceverà 11 come buonuscita, in attesa di ricevere una chiamata da qualche club estero, Real Madrid in testa
Un sacrificio (si fa per dire) di sette milioni di euro: non si dispera Roberto Mancini, che rinuncia volentieri ai suoi soldi e alle vacanze ‘forzate’ sognando di tornare a sedersi ben presto su una panchina prestigiosa, dopo il divorzio dall’Inter. Mancini era legato al club di Massimo Moratti da un contratto in scadenza nel 2012, e per i prossimi tre anni avrebbe dovuto guadagnare 18 milioni; per rescindere il contratto ne riceverà 11 come buonuscita.

Chissà perchè quando leggo queste notizie mi prende un bruciore alla bocca delo stomaco…Sarà l’invidia.

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 18:24

“Ciò che è opposizione è accordo, e dalle cose discorsi sgorga bellissima armonia, e tutte le cose nascono per legge di contesa”.

ERACLITO

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 18:52

Per quelli che senza troppo argomentare bastonano il Capitano dandogli del catastrofista ed altro.

Chi capisce la natura di questa crisi non spara idiozie tipo: "wall street è limpida ed ha sempre ragione". Lei continui a zappare la terra e lasci perdere wall street.

Questa crisi è figlia di un processo di deindustrializzazione dei paesi ricchi a favore dei paesi poveri. Una perdita di competitività dell’occidente in genere. Questo processo è evidente da almeno 20anni. Diciamo che negli ultimi 10 anni la finanza ha ci ha messo una pezza (per modo di dire) e così nessuno si è accorto che sostenevamo il nostro tenore di vita con i debiti.

Si pensava che i mercati finanziari fossero talmente ricettivi e liquidi da permettere operazioni "innovative". Poi nell’estate del 2007 il primo scossone dei mercati finanziari. Va notato che Goldman Sachs ha anticipato tutti di un bel pezzo (Paulson al tesoro per esempio con l’intero staff di guerra) ed ha cominciato ben prima a scaricare titoli tossici vendendoli ai concorrenti.

Sostanzialmente il motore è sbiellato per troppi debiti. Troppi cosa significa? Significa che in genere si è raggiunto il livello in cui non si riesce a rimborsare.

Ora ci vuole poca matematica per capire che la situazione di 2 anni fa è tutta li intatta tale e quale. Che cavolo di discorso è dire: wall street è limpida e che l’economia è migliorata.

Se l’economia va sotto il livello di sopravvivenza di 10 e poi si sale di 5, c’è poco da fare, siamo sotto ancora di 5. Lei affoga sia a 10 metri sotto sia a 5 metri sotto sia a 0.1 metri sotto. Il livello di break-even è 0 per cui per dire che andiamo bene dobbiamo almeno salire di 10. Sotto lo 0 continuiamo ad accumulare debiti. Te capì?

Per cui, cari i miei positivoni da bar, per ora scordatevi la ripresa. Ci siamo bruciati almeno 10 anni di crescita moderata, noi occidentali (non Loro).

unTrader

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 22:23

Se a qualcuno interessa:

http://www.stampalibera.com/?p=6700#more-6700

Condivido #46 unTrader

Buona Domenica

SD

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 22:23

Se a qualcuno interessa:

http://www.stampalibera.com/?p=6700#more-6700

Condivido #46 unTrader

Buona Domenica

SD

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 22:23

Se a qualcuno interessa:

http://www.stampalibera.com/?p=6700#more-6700

Condivido #46 unTrader

Buona Domenica

SD

Scritto il 31 Ottobre 2009 at 22:50

Caro Trader,

complessivamente hai ragione, in pratic è molto più complesso.

I paesi in via di sviuppo si sono anche loro creati un prolema perchè non sono un mercato per i lro prodotti e si sono riempiti di crediti che in prtca non riescono ad esigere salvo protare al fallimento il debitore, perdere il credito ed anche il cliente.

E’ evidente che dovremo lavorare a lungo per riequiibrare il sistema e le strade sono due:

I paesi in via di sviluppo ed in particolare la cina devono rivalutare le loro monete, perdere competitività e diventare a loro volta un mercato.

I paesi sviluppati devono riportare in casa delle produzioni e migliorare la redistribuzione della ricchezza prodotta.

altro, non vedo 

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 23:01

Qualcuno sa dirmi perchè gli immobili in Germania non hanno seguito la dinamica " bolla" degli altri stati europei e USA??

articolo interessante sul 24 ore.sembrerebbe quasi che ci siano le W o saliscendi sino al crollo nel 2012 …..mmmm
Ma Andrea perchè le sai in anticipo stè cose ???

Altapatagonia

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 23:35

#48 il cuculo

la vedo molto male una perdita di competitività da parte della cina in seguito a rivalutazione monetaria: difficile arginare gli squilibri sociali interni
ugualmente duro vedo un ritorno dei delocalizzatori nei paesi occidentali: troppe incognite …….

siamo im un vicolo cieco ed effettivamente l’unica via d’uscita ipotetica è quella da te indicata…….o una guerra…..oppure una dittatura planetaria    why not?

utente anonimo
Scritto il 31 Ottobre 2009 at 23:51

perchè nn si parla più della massa monetaria M3 ??

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 01:02

  Andrea Tanti auguri e meritate soddisfazioni per il tuo libro

per il 34,grazie e buona festivita’  di Ognissanti anche a tutta la tua famiglia. Ciao Natalino

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 11:28

NON E’ SOLO CRISI DELLA FINANZA

Comincia a delinearsi qualcosa di molto inquietante in questa crisi.
Tempo fa parlandone con una persona che gestiva una piccola manifattura, lui mi disse che si era definitivamente chiusa un’epoca.
Era passato dalla produzione alla distribuzione, praticamente da piccolo industriale era diventato commerciante della stessa tipologia di  prodotti che prima lui produceva.
Lui mi faceva notare che ora dava inpiego ad 1/10 delle persone che prima teneva occupate, non doveva preoccuparsi di aggiornare di continuo il suo parco macchine e combattere con tutte le difficoltà della  produzione.
Adesso era concentrato tutto nel cercare di fidelizzare il cliente fornendogli il meglio che il mercato offriva.
Qui in Italia si limitava a fare degli adattamenti richiesti dal cliente, in aggiunta si occupava dell’assistenza.
Anzi mi dice che erano queste due ultime voci a permettergli di fare quel fatturato che lui definiva "buono".
Solo la sua attività, in realtà, aveva messo fuori mercato decine di altre imprese, come era prima la sua e che non erano riuscite ad anticipare il mercato!!
Senza andare in Cina basti pensare che Bulgaria o Romania  un operaio costa 150/180 Euro al mese!!
Competere contro "questi" era cosa impossibile, considerando anche il livello di tassazione che c’è in italia!!
Tutti i licenziamenti avuti oggi, difficilmente verranno riassorbiti dagli stessi settori che li hanno prodotti.
Quindi non solo c’è il problema di far sviluppare nuovi settori, ma c’è anche da considerare che buona parte delle persone che attualmente sono disoccupate, hanno delle competenze e delle qualifiche che non vengono più richieste.
L’attuale crisi non va vista solo in ottica finanziaria, ma c’è tutto un vecchio sistema produttivo che ha subito, forse,  l’ultimo colpo mortale.
E’ da almeno un decennio che si è  innescato un perverso meccanismo autodistruttivo del nostro sistema economico, la finanza creativa non ha fatto che mascherare quello che oramai sta avvenendo da 15 anni!.

-IL Compasso-

Scritto il 1 Novembre 2009 at 12:33

Compasso.

io orse non capisco nulla ma credo che piano piano vedremo delle produzioni ritornare nei nostri paesi, e per diversi motivi.

Dalla Cina dobbiamo spettarci una rivalutazione che avrebbe tle condizioni per non essere dissimile da quella dello Yen nel 1985 opo gli accordi del Plaza. – una r ivalutazine del 100% su USD non sarebbe un assurdo –

Al di la di questo periodo di crisi, e nonostante questo, il costo del lavoro in est europa sta acora crescendo, per esempio oggi il costo del lavoro in sovakia ed in Polonia è circa 1/3 – 1/4 di quello Italiano, oggi con un’adeguata autmazione dei processi si può produrre in Italia agli stessi costi di questi paesi, per romania e bulgaria c’è ancora tempo ma anche la qualità del lavoro e la produttività sono molto più basse. 

Saremo a vedere ancora molte turbolenze e dificoltaà ma nel medio periodo la situazione potrebbe migliorare.

Il vero problema è quello che sollevi sulle effettive capacità del nostro sistema produttivo e dei lavoratori di crescere e di imparare a produrre più valore aggiunto per ora lavorata.

Scuola- ricerca-impegno di tutte le parti sociali… ce la farà l’ Itlaia?

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 16:44

Per cuculo69

La semplificazione è d’obbligo.

Purtroppo si pensa che la crisi sia di natura finanziaria.
Il comparto finanziario è andato in crisi per primo , naturalmente, essendo il più efficiente per cui il più reattivo. La finanza, per motivi non certo etici, diciamo che ha messo una pezza al declino, ed ora si vedono i risultati.

Volevo solo che si spostasse l’attenzione e si guardasse all’economia reale. A parte il settore finanziario ho proprio l’impressione che i bilanci delle società industriali (specie le manifatturiere), negli ultimi 10 anni si siano praticamente spappolati. E non complichiamo troppo le cose perchè i paesi poveri si possono risollevare. Ci vuole del tempo ma alla fine riusciranno, con più calma, ma riusciranno.

In occidente non si lavora più, per cui affondiamo. Il modello è saltato e a dire il vero non ne vedo nessuno di nuovo che lo sostituisce.

Perdere competitività (nel tempo) nei settori industriali è una cosa ovvia, i settori invecchiano e diventano maturi. Il problema è che non ci siamo preventivamente concentrati nell’allevare ZUCCHE. Intendo pensanti e non certo vuote (di queste ultime purtroppo ne abbiamo a iosa).

La morale è questa: quando in una società si perde la voglia di sgobbare e per questo anche di studiare si paga il fio. Lo si paga duramente. Anche se per i prossimi anni ci sarà solo da stringere la cinghia, ho fiducia. Saranno proprio le estreme difficoltà a darci l’impulso per risollevarci.

unTrader

ps: pensate al caso Marrazzo (il politico). Non che mi interessa quello che fa a letto. Quello che mi da fastidio è che approvano leggi dementi sulle droghe leggere e disapprovano l’omosessualità. Questo ovviamente vale per gli altri. Per loro NO. Lui lo prende dove non batte il sole e sniffa coca. Ma dove vogliamo andare con ste pagliacci di politici. Sia di destra sia di sinistra, sintende.

Scritto il 1 Novembre 2009 at 16:44

Buongiorno da Fiskiotto Kid,
sul tema del lavoro, come dice ilcuculo69, scuola impegno e professionalità, in Italia, non siamo messi proprio bene, benone.

Non siamo mai stati "competitivi" nel senso stretto del termine, cioè, non abbiamo mai fatto di più a meno costo.

Negli anni del boom ( 60-80 ) siamo sempre stati più "fantasiosi " che competitivi; infatti, dall’Italia si apprezza: la moda, il design, l’originalità, le cose piacevoli dell’alimentazione ( cibo ), il panorama, il turismo, l’accoglienza ecc. ecc.

Oggi, riuscire a fare qualcosa di veramente nuovo, è difficile ed anche se lo facessimo ( chessò, per dire; un cavatappi ganzissimo ) nel tempo di pochi mesi ce lo copierebbero e lo metterebbero sul mercato a metà prezzo; quindi "questo" lavoro avrebbe la durata di pochi mesi. ( esattamente come succede con gli articoli di marca, "clonati" ).

Un lavoro in Italia, dovrebbe essere molto legato al territorio ed alla nosta cultura turistica; come si diceva un tempo, l’Italia deve essere il giardino del mondo.

Saluti da … Armando(FK)

Scritto il 1 Novembre 2009 at 17:58

In occidente non si lavora più, per cui affondiamo. Il modello è saltato e a dire il vero non ne vedo nessuno di nuovo che lo sostituisce

Trader,
dalla semplificazione siamo passati al luogo comune ed al qualunquismo.
Cosa conosci del mondo industriale italiano ed europeo?
——————————————————————————–
L’italia in particolare ha un porblema di arretratezza legato alla difficoltà delle piccole aziende a sostenere programmi di sviluppo e innovazione (la ricerca per ora lasciamola da un’altra parte) le piccole aziende italiane sono troppo piccole e sottocapitalizzate ma hanno ancora un patrimonio di conoscenze di flessibilità e creatività di grande valore.

In Italia non c’è settore che pur avendo sofferto pur essendosi ridimensionato sia scomparso  (con l’eccezione della chimica ma è un problema diverso e non legato alla competitività).

Da questo punto di vista stanno molto peggio i paesi anglosassoni e del nord europa che hanno letteralmente smantellato interi settori.

Aggiungo inolte che la Cina in prospettiva non è più un paese strategico, ( eresia !) a meno che non diventi un importante mercato di importzione (non solo di materie prime ovviamente) megli ultimi 20 anni l’occidente ha, scelleratamente, favorito una crescita dei paesi emergenti ben al di la del sensato perchè i prodoti a basso costo mascheravano l’inflazione generata dalla finanza e dai debiti , oggi con la debt deflation, e la disoccupazione crescente, questo ruolo è molto ridimensionato e la richiesta di rivalutazione dell Yuan diventerà pressante.

In questo panorama la cosa che mi preoccupa di più è l’inspienza della classe politica italiana (giusto per moderare i toni) ed è per questo che ripngo qualche speranza in una crescita dell’unione politica europea.

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 21:34

andiamo sul pratico.
come facciamo  a pagarci il meccanico.
in una situazione come quella del nordest dove nn ci sono ordini ….
1/4 della gente è in cassa integrazione…
come si fa a pagare il tagliando di una vw golf  800€
e un ponte della moglie 5.500€..
i figli ..lasciamo perdere……….

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 22:01

Sempre se a qualcuno interessa:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6427

Non è la sola moneta locale in circolazione. A volte le piccole cose possono diventare delle realtà…….che i Signori del Denaro…stampino stampino a trilioni e trilioni!!

Buon Ognissanti e buon Giorno dei Morti

SD

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 22:01

Sempre se a qualcuno interessa:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6427

Non è la sola moneta locale in circolazione. A volte le piccole cose possono diventare delle realtà…….che i Signori del Denaro…stampino stampino a trilioni e trilioni!!

Buon Ognissanti e buon Giorno dei Morti

SD

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 22:01

Sempre se a qualcuno interessa:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6427

Non è la sola moneta locale in circolazione. A volte le piccole cose possono diventare delle realtà…….che i Signori del Denaro…stampino stampino a trilioni e trilioni!!

Buon Ognissanti e buon Giorno dei Morti

SD

utente anonimo
Scritto il 1 Novembre 2009 at 22:13

IL CAPRO ESPIATORIO

Rivalutore lo Yuan Cinese?
Il probblema che lo Yuan è ancorato al dollaro, il cambio è sostanzialmente fisso e rigidamente controllato.
I Cinesi non ci pensano proprio a voler rivalutare la propria moneta, anzi a loro modo di vedere la svaluterebbero ancora.
L’unico modo per vedere lo Yuan apprezzarsi è quello di avere un crollo del Dollaro, ma quest’ultima ipotesi è più teorica che pratica.

Molto dipenderà da come si comporterà il tesoro Americano appena gli scoppierà in mano il caso Citibank!  Se il tesoro opterà per un salvataggio pilotato, da qualche altra banca, allora è chiaro che il gioco inverso di Matrioske farà innervosire gli investitori rischiando una forte svalutazione del biglietto verde.
Ma se il Tesoro insieme alla Fed decidesse di seguire la strada maestra Inglese, optando una qualche forma di nazionalizzazione, allora sugli schermi dei teminali delle principali banche americane apparirà la scritta "GAME OVER".

Si sta incredibilmente  ripresentando lo stesso copione dell’anno scorso, solo che questa volta  il buon Bernanke non ci pensa proprio a sganciate qualche altro trilione, la fiducia degli americani è ai minimi, la California sta per dichiarare bancarotta, seguita da una dozzina di altri stati, in quasi tutte le principali città americane compaiono tendopoli di senzatetto e senza lavoro.
Obama dovrà per forza intervenire in aiuto dei vari stati, altrimenti il rischio è che si blocchi tutto. Guai se non lo facesse, i pochi servizi pubblici che operano a favore dei più deboli come le scuole pubbliche, ospedali e i servizi di trasporto si fermerebbero subito!

Obama è stato piazzato alla casa bianca dai soldi dall’establishment  finanziario, perchè considerato più manovrabile dell’arcigno  McCain.
Vedremo se oltre che a mettersi sull’attenti davanti le bare dei soldati morti e a distribuire dolcetti ai bambini saprà
rompere  con la politica del passato, deve dare un segnale forte se vuole essere credibile, quale miglior occasione che quella di mettere all’angolo tutti i super pagati banchieri di Wall Street, l’america vuole un capro espiatorio e vedremo se Obama glielo saprà servire su un piatto d’argento.

-IL Compasso-

Scritto il 1 Novembre 2009 at 22:42

Tenere costante il rapporto Yaun/USD obbliga Pechino ad un continuo acumulo di $ . Che a tutta evidenza valgono sempre meno .

I cnesi non sono stupidi, non so con quale exit strategy cambieranno rotta ma lo faranno

utente anonimo
Scritto il 2 Novembre 2009 at 02:47

Senti 55 questa volta hai  descritto un cucu’ illusorio,aspetta e campa che l’erba cresce.Compasso 54,non mi dirai che ti sei accorto adesso x’ ti ha informato l’amico,affronta il discorso  della disoccupazione al 20% in Italia nel prossimo biennio.Deflazione o inflazione, accontentarsi o tutti a gambe per aria? Ciao da Moreno

Scritto il 2 Novembre 2009 at 08:12

Quando vado in Val Sabbia e vedo che in fonderia lavorano solo ragazzi nord africani, che negi ospedali e case di riposo ci sono quasi solo inservienti romeni fiipini e indiani, che ci sono alcuni milioni di badanti tutte straniere e che il lavoro più ambito da moti ragazzi è andare a lavorare nei centri commerciali….

utente anonimo
Scritto il 2 Novembre 2009 at 11:07

Cuculo69

Conosco la situazione italiana.
Prima di tutto dovremmo fare qualche conticino del tipo quanta parte dell’economia (fatturato) viene gestita dallo stato. Poi fare qualche conto sui fatturati di aziende parastatali convenzionate. Poi fare qualche conto sui fatturati di aziende private sovvenzionate. Quello che ti rimane è la parte dell’economia gestita dai privati. In questa piccola parte non controlliamo i fatturati di società private dai bilanci dubbiamente sostenuti. A questo punto ci siamo accorti, al di la di quello che ci vogliono far credere, che non viviamo in uno stato con economia di mercato. Questo è un dato di fatto INCOTROVERTIBILE.

In Italia la produttività è assolutamente un particolare di poco conto. Si è vero ci sono aziende che viaggiano tiratissime (e sono queste che ci sostengono) ma sono relativamente poche. E’ vero che Santoro ti porta sempre l’esempietto idiota dell’aziendina del nord est che è leader mondiale con 32 dipendenti del prodotto "machiloconosce". Ma questo no  basta a contrastare la Siemens tedesca per esempio.

Per cui ripeto, e questo è solo il mio pensiero convinto, in Italia la voglia di tirarsi su le maniche è finita da un pezzo. Poi per quanto riguarda il resto dell’occidente è successo lo stesso (fa parte del ciclo). Ma mentre per Germania, America o comunque per stati più consolidati sotto l’aspetto industriale, ho più fiducia, per staterelli come l’Italia la vedo non bene.

Comunque i prossimi mesi ci diranno come stanno le cose.
Poi se vogliamo parlare di Signoraggio, Illuminati, Goldmas Sachs, borse che il tal giorno vengono tirate su, beh qui mi ritiro.

unTrader

utente anonimo
Scritto il 2 Novembre 2009 at 12:52

Caro Trader,

se sei trader di professione non mi racconterai che il tuo è un lavoro da "maniche rimboccate" vero?

utente anonimo
Scritto il 2 Novembre 2009 at 14:56

Per #66

Maniche rimboccate era riferito alle competenze. Il mio è un lavoro non semplice e per certi versi anche stressante. Mi rendo conto che non siamo ben visti.

Scusi ma Lei cosa pensava? Che mi riferissi al lavoro in miniera?

unTrader

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 16:13

CRISI IMMOBILIARE 2009
 
INVESTIRE IN CAMPAGNA? UN PESSIMO AFFARE
 
A mio avviso il mercato, ora morto, può riprendersi solo se i prezzi calano ulteriormente. Chi mette in vendita ai prezzi assurdi di 2 o 3 anni fa , IN REALTà NON VUOLE VENDERE, non ha bisogno di vendere: ASPETTA IL POLLO, IL FESSO DA SPENNARE.
Una casa è vendibile solo se il venditore richiede un PREZZO DI RIVENDIBILITà, ovvero se a quel prezzo, al prezzo al quale compra, il compratore riuscirà a sua volta a rivendere l’immobile.
 
Mi sembra che i casi più eclatanti di IRRIVENDIBILITà presenti sul mercato siano quelli delle case di campagna, cascine, casolari, coloniche, rustici ecc. OGGI ASSOLUTAMENTE INVENDIBILI, specie se restaurate.
I prezzi delle country house REALMENTE IN VENDITA stanno crollando verticalmente.
Posto al riguardo un articolo, per intero perché l’edizione di settembre del mensile che lo ha pubblicato non è più on line, che ben illustra la situazione delle country house dell’italia centrale e meridionale, e la dunkerque dell’ italian dream delle country house in Italy ingenuamente, molto ingenuamente, comprate dagli Inglesi.
 
 
 
“ Country house: Inglesi in fuga.
 
Gli Italiani sono stufi del caos urbano, delle città riempitesi di immigrati clandestini, di spacciatori, prostitute, locali notturni della criminalità, di furti, scippi, stupri, estorsioni, ovvero di quell’inferno, quell’incubo in cui sono state colpevolmente trasformate le nostre aree urbane.
Il rapido deterioramento della qualità della vita nelle città ha spinto negli anni passati molte famiglie a esplorare le campagne in cerca di oasi di tranquillità e sicurezza. Ma la speranza di trovare una migliore vivibilità nelle campagne si è rivelata illusoria: soprattutto nelle zone rurali prossime a strade provinciali, a discariche e tralicci o a zone industriali il degrado è simile se non superiore a quello cittadino, con una popolazione locale composta prevalentemente da clandestini magrebini e da Rumeni, e da qualche agricoltore in pensione, troppo vecchio per cambiar casa e scapparsene via.
Tuttavia se oggi ci si allontana dalle provinciali e ci si addentra nelle campagne e nei piccoli borghi più sperduti si ha una duplice sorpresa: i casolari più isolati e inaccessibili sono stati comprati nello scorso decennio da Inglesi, e, guarda caso, ora questi Inglesi stanno vendendo in massa.
La moda che negli anni scorsi sembrava irrefrenabile, per cui i sudditi di Sua Maestà Britannica correvano a comprare a prezzi assurdi le più scassate e scatafossate bicocche per restaurarle e corredarle di piscina, è finita. Ed è finita decisamente male per gli Inglesi, che ora devono rivendere case scomodissime e costose, case che nessun Italiano vuole, almeno a quei prezzi.
La trascorsa decennale epopea delle case di campagna comprate dagli Inglesi è tutta da ridere, roba da commedia all’italiana. Beandosi della sterlina allora forte, i Britanni compravano quasi a occhi chiusi cascine, rustici, i cosiddetti casolari tipici umbri, marchigiani, pugliesi. Tali umide, maleodoranti e malferme catapecchie erano state abbandonate negli anni ’60 e ’70 dai nostri agricoltori i quali, godendo di tutti i benefici e i privilegi creditizi e fiscali loro concessi a piene mani dalla Bonomiana in cambio del consenso elettorale alla Democrazia Cristiana, si erano fabbricati moderni edifici, autentiche ville e palazzi dotati di ogni confort. Questi contadini, così beneficiati dal (nostro) pubblico denaro, non immaginavano certo di essere colpiti da un’altra imprevedibile fortuna: la moda inglese dell’italian dream, il sogno italiano della country house nel Bel Paese.
L’Italiano è furbo, ha l’occhio lungo, il contadino in particolare, scarpe grosse e cervello fino, con alle spalle una secolare tradizione di ruberie al padrone, agli antichi proprietari terrieri (quelli, per intenderci, che avevano appoggiato il fascismo, poi nel dopoguerra sterminati dalla DC a favore dei contadini stessi).
Ebbene, il furbo vergaro italico, magari col figlio geometra o mediatore, ha colto al volo e ben sfruttato l’ingenua moda britannica: capanne e ruderi di tufo o di altro materiale scadente, in luoghi scomodissimi, lontani da ogni tipo di servizi, che prima degli Inglesi nessuno voleva nemmeno in regalo, venduti per centinaia di milioni di lire a eccitati (“excited”!) sudditi britannici. Poi le famiglie contadine festeggiavano l’insperato affare crapulando in oceanici banchetti ai quali venivano invitati parenti e amici, e, ovviamente, i “chicken” britannici ben spennati.
Ma l’affare non finiva lì: il neoacquistato rudere doveva essere ristrutturato. Tutti conosciamo lo scarso fairplay italico quando si tratta di differenziare i prezzi per turisti stranieri dai prezzi per Italiani: nelle campagne tale differenziazione è stata elevata all’ennesima potenza. All’ingenuo acquirente, reso ancor più fidente da abbondanti “lunch” e da tanta falsa accoglienza iniziale, venivano consigliati per i lavori il cugino geometra, il cognato muratore, il genero idraulico, la nipote titolare dell’agenzia per le pratiche burocratiche, l’amico rivenditore di materiali per l’edilizia. Case del valore finale reale di 100.000 – 200.000 euro venivano a costare 400.000, 500.000, 600.000 euro. Una pacchia, una vera manna per i nostri campagnoli che, giustamente, ne approfittavano, in base al principio: “Finché si trovano i polli…”.
Poi arrivò l’anno domini 2008, l’anno dei subprime, del crollo del mercato immobiliare negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dei fallimenti a raffica di banche e assicurazioni inglesi, del governo britannico che per turare le falle nel sistema creditizio si svenava e stampava sterline come se fossero volantini pubblicitari. E la sterlina contro l’euro crollava, crollava, sempre più in basso, sempre più in fondo: 1.7,  1.4,  1.3,  1.1 … E gli Inglesi residenti nelle bicocche con piscina restaurate a caro prezzo, che avevano redditi in sterline, convertivano quelle sterline in sempre meno euro, e cominciavano a chiedersi: “Ma non ci converrà ritornarcene in Gran Bretagna (“go back home”), visto che qui in Italia con le nostre sterline svalutate non ci compriamo più nulla?”. Oltretutto i Britanni si erano nel frattempo stufati di coltivare stentate erbette e verdurine per le talpe, di scorazzare inutilmente coi loro fuoristrada con targa gialla e guida a destra per le nostre campagne, belle sì, ma prive di servizi, di vita sociale tra gente sopportabile, di comodità, così desolate durante le lunghe invernate, e, in fin dei conti, noiose da inedia. Si erano stancati di attendere l’ispirazione artistica raccogliendo in continuazione col retino insetti, formiche, vermi di mosche e altra campagnola sporcizia galleggiante nell’acqua delle loro piscine. Si erano accorti che l’Italia, la vagheggiata Italia, l’ italian dream , più che un sogno era un incubo di clandestini, malavita, tasse, burocrazia, servizi pubblici scadentissimi, rapine e stupri in villa…
E allora hanno pensato: “Ma se vendiamo questo nostro casolare tipico toscano umbro marchigiano che abbiamo pagato centinaia di migliaia di euro, e convertiamo queste centinaia di migliaia di euro in sterline, poi con tutte queste sterline in Inghilterra torniamo a vivere da signori”. Ed ecco allora gli Inglesi affollare le nostre agenzie immobiliari, ecco i mediatori riempire bacheche, siti internet e giornaletti immobiliari di casolari tipici ristrutturati con piscina in vendita… ma, ma….
Ma nessuno compra.
Nessun Italiano con famiglia, con figli e/o anziani, può andare a vivere in quelle lande isolate e sperdute, vicino a qualche spopolato paesetto di vecchi, senza servizi, senza scuole, senza ospedali. Nessun Italiano è disposto poi, anche se libero dalle necessità di una famiglia, a pagare un immobile tre, quattro, cinque volte il suo reale valore. Anche perché l’acquirente italiano, sempre con l’occhio lungo, pensa: “Ma un domani, se dovrò rivendermi questa bicocca in campagna, quale fesso me la comprerà?”. Senza contare infine che sul valore delle aree rurali incombe il 2013, l’anno in cui, in ossequio ad accordi liberisti di commercio mondiale già siglati, tesi a favorire le esportazioni agricole di paesi …

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 16:13

CRISI IMMOBILIARE 2009
 
INVESTIRE IN CAMPAGNA? UN PESSIMO AFFARE
 
A mio avviso il mercato, ora morto, può riprendersi solo se i prezzi calano ulteriormente. Chi mette in vendita ai prezzi assurdi di 2 o 3 anni fa , IN REALTà NON VUOLE VENDERE, non ha bisogno di vendere: ASPETTA IL POLLO, IL FESSO DA SPENNARE.
Una casa è vendibile solo se il venditore richiede un PREZZO DI RIVENDIBILITà, ovvero se a quel prezzo, al prezzo al quale compra, il compratore riuscirà a sua volta a rivendere l’immobile.
 
Mi sembra che i casi più eclatanti di IRRIVENDIBILITà presenti sul mercato siano quelli delle case di campagna, cascine, casolari, coloniche, rustici ecc. OGGI ASSOLUTAMENTE INVENDIBILI, specie se restaurate.
I prezzi delle country house REALMENTE IN VENDITA stanno crollando verticalmente.
Linko al riguardo l’articolo di Filippo Matteucci, pubblicato su ItaliaReale di settembre, che ben illustra la situazione delle country house dell’italia centrale e meridionale, e la dunkerque dell’ italian dream delle country house in Italy ingenuamente, molto ingenuamente, comprate dagli Inglesi, visibile qui:
http://www.ladestra.info/?p=4573

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 16:13

CRISI IMMOBILIARE 2009
 
INVESTIRE IN CAMPAGNA? UN PESSIMO AFFARE
 
A mio avviso il mercato, ora morto, può riprendersi solo se i prezzi calano ulteriormente. Chi mette in vendita ai prezzi assurdi di 2 o 3 anni fa , IN REALTà NON VUOLE VENDERE, non ha bisogno di vendere: ASPETTA IL POLLO, IL FESSO DA SPENNARE.
Una casa è vendibile solo se il venditore richiede un PREZZO DI RIVENDIBILITà, ovvero se a quel prezzo, al prezzo al quale compra, il compratore riuscirà a sua volta a rivendere l’immobile.
 
Mi sembra che i casi più eclatanti di IRRIVENDIBILITà presenti sul mercato siano quelli delle case di campagna, cascine, casolari, coloniche, rustici ecc. OGGI ASSOLUTAMENTE INVENDIBILI, specie se restaurate.
I prezzi delle country house REALMENTE IN VENDITA stanno crollando verticalmente.
Linko al riguardo l’articolo di Filippo Matteucci, pubblicato su ItaliaReale di settembre, che ben illustra la situazione delle country house dell’italia centrale e meridionale, e la dunkerque dell’ italian dream delle country house in Italy ingenuamente, molto ingenuamente, comprate dagli Inglesi, visibile qui:
http://www.ladestra.info/?p=4573

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 16:13

CRISI IMMOBILIARE 2009
 
INVESTIRE IN CAMPAGNA? UN PESSIMO AFFARE
 
A mio avviso il mercato, ora morto, può riprendersi solo se i prezzi calano ulteriormente. Chi mette in vendita ai prezzi assurdi di 2 o 3 anni fa , IN REALTà NON VUOLE VENDERE, non ha bisogno di vendere: ASPETTA IL POLLO, IL FESSO DA SPENNARE.
Una casa è vendibile solo se il venditore richiede un PREZZO DI RIVENDIBILITà, ovvero se a quel prezzo, al prezzo al quale compra, il compratore riuscirà a sua volta a rivendere l’immobile.
 
Mi sembra che i casi più eclatanti di IRRIVENDIBILITà presenti sul mercato siano quelli delle case di campagna, cascine, casolari, coloniche, rustici ecc. OGGI ASSOLUTAMENTE INVENDIBILI, specie se restaurate.
I prezzi delle country house REALMENTE IN VENDITA stanno crollando verticalmente.
Linko al riguardo l’articolo di Filippo Matteucci, pubblicato su ItaliaReale di settembre, che ben illustra la situazione delle country house dell’italia centrale e meridionale, e la dunkerque dell’ italian dream delle country house in Italy ingenuamente, molto ingenuamente, comprate dagli Inglesi, visibile qui:
http://www.ladestra.info/?p=4573

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