ETICA…..UNA DIGA ECONOMICA!

Scritto il alle 10:01 da icebergfinanza

 

Come spesso ricordato la mia Consapevolezza è nata leggendo un piccolo e semplice libro, quel " The Great Crash of 1929 " di John Kenneth Galbraith, collaboratore di Roosevelt ai tempi del New Deal, consigliere economico e amico di John F. Kennedy e allievo di Keynes, un piccolo e semplice libro decisamente illuminante.

E’ stato un viaggio avventuroso attraverso gli Oceani della Storia, molti testi storici alcuni di economia ma non solo, una Storia che come la Natura nasconde spesso messaggi educativi per coloro che sanno ascoltare, per coloro che vogliono intravvedere al di là delle apparenze…..

Una delle cause della Grande Depressione secondo John, grande economista del secolo scorso, fù la cattiva distribuzione del reddito. Nel 1929 anche se le cifre non sono del tutto soddisfacenti, sembra che il 5 % della popolazione con in redditi più elevati ricevesse in quell’anno approssimativamente un terzo dell’intero reddito personale della nazione. La proporzione di reddito personale ricevuta sotto forma di interessi dividendi e rendite era circa il doppio di quella degli anni successivi alla seconda guerra mondiale e noi tutti sappiamo quale proporzione esiste oggi nella nostra società.

John inoltre scrive che questa distribuzione del reddito estremamente diseguale significava che l’economia era basata su un alto livello d’investimenti o su un alto livello di spese di oggetti di consumo di lusso e i ricchi si sa non possono comprare grandi quantità di cibo.

Ripeterò concetti che molti di Voi già conoscono ma oggi la "famiglia" di Icebergfinanza si stà espandendo ed è giusto che gli ultimi arrivati conoscano alcuni concetti, alcuni passi scritti dalla Storia.

Anche Marriner S.Eccles governatore della Federal Reserve tra il ’34 e il ’48, nelle sue momorie ci ricorda che…..

" Come la produzione di massa deve essere accompagnata da consumi di massa, i consumi di massa a loro volta implicano una distribuzione della ricchezza – non di ricchezza esistente, ma di ricchezza prodotta attualmente  per fornire agli uomini il potere d’acquisto  di importo pari a quello di beni e servizi offerti dal circuito economico nazionale. Invece di realizzare questo tipo di distribuzione, una pompa di aspirazione gigante aveva attirato nel 1929-30 in poche mani una crescente quota di ricchezza. Questo serviva come accumulazione di capitale. Se ci fosse stata una migliore distribuzione del reddito corrente dal prodotto nazionale – in altre parole, se ci fosse stato meno risparmio da parte delle imprese e gruppi dal reddito più alto e più redditi nei gruppi di redditi bassi  – avremmo avuto una maggiore stabilità nella nostra economia. "

Stabilità che naturalmente alcuni non amano, perchè altrettanto naturalmente significa rinunciare alla ricchezza, rinunciare al potere, rinunciare ai propri privilegi……..

Amartya Sen ci ricorda da sempre che ……." Se è vero che gli individui in realtà, perseguono incessantemente e senza compromessi solo il loro ristretto interesse personale, allora la ricerca della giustizia verrà intralciata a ogni passo dall’opposizione di tutti coloro che abbiano qualcosa da perdere dal cambiamento proposto. Se invece gli individui, come persone sociali, hanno valori e obiettivi di più vasta portata, che includono  la comprensione per gli altri e un impegno verso norme etiche, allora la promozione della giustizia sociale non dovrà necessariamente fronteggiare un’incessante opposizione a ogni cambiamento."(…) 

Anche Robert Reich, economista dell’Università di Berkeley, ex Segretario del Lavoro di Clinton e oggi consigliere di Barack Obama autore del libro " Supercapitalism The Transformation of Business, Democracy, and Everyday Life " scrive sul suo blog…..

" Il problema è più profondo, è il culmine di tre decenni durante i quali il consumatore americano ha vissuto al di là dei suoi mezzi ed ora tutto ciò stà terminando. I consumatori hanno esaurito la possibilità di mantere un alto livello di consumi.  

L’unico rimedio duraturo è quello di accettare un più basso tenore di vita e le imprese adeguarsi ad un’economia di tono minore, dare ai redditi medio bassi più potere di acquisto e non solo temporaneamente.

Un minor tenore di vita è difficile da accettare quando le cose vanno bene …..

In un’intervista di Maurizio Molinari sulla Stampa dello scorso anno Robert sussura che…..

«Le istituzioni pubbliche sono fatte dai cittadini. Se il pubblico consente che le istituzioni vengano degradate, corrotte, conquistate da fondi privati o di grandi corporation, allora lo Stato non potrà più funzionare. Ognuno di noi è un consumatore e, spesso, un investitore, ma ognuno di noi è anche un cittadino e dobbiamo comportarci come tale, proteggendo i nostri diritti. Solo riuscendoci porteremo le istituzioni a funzionare meglio e la democrazia a risollevarsi».

Un’utopia nel benessere quella della ridistribuzione dei redditi, l’inflazione è l’arma che ieri ed oggi la Federal Reserve cercano incessantemente per mantenere lo Status Quo……per applicare la teoria dell’inflazione che mitiga il debito…. In the absence of the gold standard, there is no way to protect savings from confiscation through inflation…….diceva il vecchio Greenpsan …..in caso di assenza del gold standard, non c’è modo di proteggere i risparmi dalla confisca attraverso l’inflazione…….confisca e ridistribuisce a senso unico.

Oggi la parabola di questa ennesima illusione d’oro che la Storia ricorderà per sempre, la parabola del sistema finanziario americano e mondiale non è altro che la parabola discendente di una società per fortuna minoritaria che per certi versi ricorda la "leggenda" del Grande Gatsby…..che come scrive Wikipedia riassume la mancanza di affetti autentici, del crollo dei miti (…)  il tema principale del romanzo è quello della solitudine, della incomunicabilità e dell’indifferenza, l’indifferenza nei confronti degli altri…….in poche parole il nulla!

Scrive Federico Rampini su Repubblica………

Per l´élite colta invece quel sogno americano ha il suo interprete raffinato in Francis Scott Fitzgerald. L´autore più rappresentativo dell´Età del Jazz è sedotto dal mondo dei milionari, i suoi romanzi sono l´apoteosi di una fase di opulenza, il ritratto acuto del nuovo establishment capitalistico. Fra tutti spicca Il Grande Gatsby, personaggio circondato da un´aureola di seduzione e di mistero, il cui arricchimento troppo veloce ricorda le parabole effimere dei giovani banchieri d´affari nella New York del terzo millennio. Fitzgerald prova amore-odio per quella società del denaro, descrive i suoi fasti e ne coglie il decadimento morale. Nella tragedia finale del Grande Gatsby si congiungono i due elementi del sogno americano degli anni Venti: la fuga in avanti per emulare i costumi edonistici della élite dorata, e il presentimento di un disastro imminente: «Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in quella vasta oscurità dietro la città dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C´è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina…».

 

Non è solo una ricchezza di carta, quella che regge il sistema fino alla vigilia del crac. Dietro il miracolo economico dell´America emergente c´è un modello avanzato, un´idea democratica del diritto universale al benessere. Detroit nel 1929 supera d´un balzo la soglia di produzione di cinque milioni di autovetture: dopo la Grande Depressione bisognerà aspettare il 1953 per tornare a quel livello. Henry Ford ha una visione sociale lungimirante, crea la prima industria di massa fondata su alti salari. Un principio del fordismo è che l´operaio deve poter comprare la stessa auto che produce. Ma nel frattempo la General Motors fonda la prima "banca dell´automobile", la Gm Acceptance Corporation, diffonde gli acquisti rateali e il germe dell´indebitamento dei consumatori. Il diritto di ogni famiglia americana ad avere l´auto e il frigorifero, la radio e il fonografo prefigura quello che ottant´anni dopo sarà il meccanismo infernale del mutuo subprime: la promessa della casa per tutti, l´illusione di una Bengodi immobiliare fondata sui debiti.

 

Quando Hoover pronuncia il suo discorso d´insediamento, i più avvertiti hanno già smesso di credere a una prosperità senza fine. Il finanziere newyorchese Bernard Baruch scrive: «Acquistare a rate, puntando sulla propria capacità futura di ripagare una vita migliore, può essere saggio ma può anche essere spinto all´esagerazione. Abbiamo raggiunto l´esagerazione». (…) 

 

In comune gli anni dorati hanno il mood, quell´atmosfera che per Galbraith ebbe un ruolo decisivo negli anni Venti: «Ben più importante dei tassi d´interessi o del credito facile, è il clima psicologico. La speculazione su una dimensione così vasta richiede un diffuso sentimento di fiducia e di ottimismo, la convinzione che anche le persone normali siano destinate a diventare ricche».

 

Si in fondo era cosi semplice comprendere quale poteva essere il destino di questo ciclo, di questo sistema economico……..oggi manca l’ottimismo e la fiducia forse l’unica arma inconsapevole per diffenderci da questo sistema che per i suoi fautori sembra non avere alternative.

Tito Boeri e Massimo Bordignon in un articolo sulla  LA_VOCE di qualche anno fa ci dicono che…..

"Gli economisti sono in genere restii a pronunciarsi su questioni di equità distributiva. Si tratta di problemi di natura etica, e le categorie dell’economista mal si adattano ad affrontarli.(…)"

Ecco perchè, se fosse vero ciò, non vi sarà mai equità in un sistema economico, qualunque esso sia, sembrerebbe quasi che all’economia ed alla finanza non sia permesso di essere ……etiche!

Certamente si tratta di problemi di non facile soluzione, solidarietà ed equità sono concetti che riguardano la sfera dei sentimenti morali, il grado di giudizio "morale" che un sistema applica alla possibilità di assistere ad una migliore distribuzione delle risorse tra l’Umanità alla applicabilità o meno di politiche ridistributive intese come metodi alternativi di distribuire le risorse stesse.

Ecco perchè allora quelli economisti che si occupano di equità o di economia sociale di mercato spesso sono considerati dei filosofi che applicano le loro teorie economiche.

Non per niente il nostro Yunus, padre del Microcredito una delle politiche economiche più rivoluzionarie della Storia, politica economica etica che ha ridato dignità e speranza a milioni di esseri umani,  ha ricevuto il Nobel per la Pace……sarebbe stato un insulto se avesse ricevuto il Nobel per l’Economia……mi meraviglio che non gli abbiano dato quello per la……Filosofia.

No signori l’economia e la finanza possono e devono essere etiche, tutte le considerazioni sull’ etica e i valori che frenano il libero mercato, la creatività, il profitto e quant’altro sono solo cortine fumogene immesse da coloro che non amano il cambiamento.

Il "Social Business" di cui parla Yunus, i " Mondi Alternativi" di cui noi parliamo sono sistemi economici alternativi reali.

Ebbene devo ammetterlo, oggi vi devo confidare il mio "conflitto di interesse" io provengo dal mondo cooperativo, sono un cooperativo nell’anima e nel cuore, la mia essenza pur nella fragilità quotidiana è impregnata di principi cooperativi economicamente parlando, non quelli che oggi spesso assumono devianze di sistema, non quelli che oggi rinnegano il passato per correre dietro ad un futuro insostenibile, non quelli che rinnegano l’etica e i valori di fondo, non quelli ambigui,  ma quelli che spesso nell’economia e nella finanza vengono dimenticati.

Oggi il mondo cooperativo, quello legato ai valori di un tempo  è un argine al libero mercato inteso come pensiero unico!

Se vi suggerisco ………………

Democrazia

Reciprocità

Eguaglianza

Mutualità e solidarietà

Profitto cooperativo e intergenerazionalità

Equità

Rispetto e fiducia

Merito

Attenzione verso gli altri e umiltà

Intercooperazione

Onestà

Trasparenza

Pace

Responsabilità sociale

Sviluppo sostenibile

Libertà

Sussidiarietà

Aiuto reciproco

…..allora il sistema economico diventa esso stesso pura utopia, la crescita una favola, il benessere un’illusione, tutti termini etici di cui l’economia non si deve occupare, termini etici che la teoria economica non contempla……..dirà qualcuno.

Oggi per la finanza etica e per il credito cooperativo la crisi è un’occasione da non perdere, il ritorno ai valori fondanti, alle fondamenta della Storia deve integrare l’idea del profitto deve cancellare l’utopia del breve termine, un’occasione imperdibile, oggi come non mai c’è bisogno di valori, non solo regolamenti, regole o commi, ma valori e etica.

Di fronte al fallimento di un sistema oggi è tempo di cambiare, consapevolemente senza illusioni, io non propongo ricette economiche, propongo concetti etici da applicare a sistemi economici.

Se un economista per sua natura non deve occuparsi di problemi di natura etica ed affidarsi sempre e comunque a teorie economiche che  studiano i diversi equilibri di mercato allora la ridistribuzione dei redditi resterà un’utopia di qui all’eternità.

Sandra Cangemi in Mani Tese nel novembre 2003 scrive…..

"Solidarietà, collaborazione, partecipazione, “ben vivere” invece di “ben avere” …..

L’economia solidale, a ben guardare, non è davvero un’idea nuova. In fondo condivide parecchi valori con varie forme di economia tradizionale. Se consideriamo l’organizzazione sociale di numerose popolazioni indigene dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia, per esempio, vediamo che i principi ricorrenti sono sostanzialmente gli stessi.

I concetti di proprietà privata, di concorrenza, di crescita, di profitto, di accumulo vengono ignorati; al contrario, la condivisione e la solidarietà sono le basi della convivenza sociale. La produzione è commisurata alle necessità essenziali della comunità, è fortemente ritualizzata e praticata in base a tecnologie e conoscenze tradizionali tramandate di generazione in generazione.

L’essere umano si considera parte integrante dell’ambiente, che quindi non va né “conquistato” né sfruttato né sottomesso. Al contrario la natura, spesso divinizzata, viene trattata con il massimo rispetto e con una serie di precauzioni per evitare di alterarne gli equilibri, perché si è ben coscienti che questo comprometterebbe le basi della propria sopravvivenza e di quella delle generazioni future. La coesione sociale è un valore fondamentale da salvaguardare, e questo fa sì che la comunità si faccia carico del diritto alla vita di ciascuno dei suoi membri, compatibilmente con le risorse disponibili. Gli elementi dello scambio e del dono sono importantissimi; ognuno è consapevole che il benessere degli altri è essenziale per il proprio, e la dimensione collettiva e spirituale prevale su quella individuale e materiale.

Insomma, pur senza negarne i limiti per quanto riguarda ad esempio i diritti individuali o la condizione delle donne, si direbbe che l’organizzazione economica dei popoli considerati “sottosviluppati” sia molto più umana, equa e saggia dell’”evoluto” capitalismo occidentale.

Ma anche nelle nostre società lo sviluppo del cosiddetto terzo settore e di svariate forme di auto-organizzazione della società civile, che si aggiungono a quelli tradizionali del settore pubblico e del privato “for profit”, è un segnale preciso del bisogno di far rientrare l’etica nell’economia. e di rispondere a domande che il neoliberismo ignora o è incapace di soddisfare.

I principi fondamentali dell’economia solidale sono abbastanza semplici, ma se messi in pratica rappresenterebbero una vera e propria rivoluzione: sobrietà, cooperazione e reciprocità, solidarietà  intesa non come beneficenza o carità cristiana ma come diritto-dovere collettivo, responsabilizzazione di ogni individuo rispetto al benessere collettivo, centralità dei diritti e del lavoro, sostenibilità ambientale, distribuzione equa delle risorse, partecipazione democratica alle scelte, tutela dei beni comuni, primato dell’economia locale, conoscenza e cura del proprio territorio…

Secondo Euclides Andrè Mance, filosofo brasiliano, consulente del governo Lula per il progetto “Fame zero” e collaboratore della Rete brasiliana di socioeconomia solidale, nonché autore del recente La rivoluzione delle reti (Emi), il concetto cruciale è quello del “bem-vivir”, del ben-vivere, contrapposto a quel ben-avere che, nella mentalità oggi dominante, coincide con il benessere.

Si tratta dunque di ridefinire le priorità partendo da una domanda fondamentale: a che cosa deve servire l’economia?

“Se deve servire a distribuire il più equamente possibile risorse sempre più scarse, garantendo a ogni essere umano, oggi e nel futuro, la soddisfazione dei diritti fondamentali, nel rispetto dei limiti del pianeta, è evidente che non possiamo affidarci al mercato, i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti: il sistema economico va radicalmente trasformato”, è la risposta di Francesco Gesualdi, fondatore del Centro nuovo modello di sviluppo, che sull’argomento ha organizzato, nell’agosto scorso, un seminario di cinque giorni. “Si può immaginare l’emergere di due economie: una pubblica, che ha il compito di garantire le risposte ai bisogni essenziali (e quindi cibo, acqua, casa, vestiti, scuola, assistenza sanitaria, energia, informazione e comunicazione, trasporti), ha la priorità nell’assegnazione delle risorse, funziona sulla base del principio della solidarietà e di una programmazione economica condivisa e partecipata; l’altra, privata e basata sul principio del libero mercato, dovrebbe occuparsi solo dei “desideri”, dei beni e servizi superflui o comunque facoltativi, ma avrebbe un ruolo subalterno e sarebbe rigidamente regolamentata in base a principi di responsabilità sociale e ambientale, attraverso un sistema fiscale e di credito (formato da banche pubbliche e gestite da comitati popolari) che incentivi i comportamenti corretti e punisca quelli scorretti.

Terribili utopie ……..nessuno vuole sostituire oggi il pensiero dominante, nessuno vuole sostituire l’economia di mercato, talvolta lo stesso capitalismo, ci penserà la Storia a produrre la sua nemesi se questo è il destino, ma dobbiamo assolutamente integrare questo sistema con economie sostenibili, solidali e eque, diversamente non avremo alcun futuro, tutti gli imperi prima o poi finiscono.

Comportamenti corretti che JK Galbraith non vede in un suo libro " L’economia della truffa" che affronta il tema della truffa "fisiologica" che è ormai penetrata nell’economia legale in una recensione del libro…….

"Il terreno d’elezione di quella che Galbraith definisce "frode innocente" – perché ormai accettata sia da chi la compie sia da chi la subisce – sono le grandi corporation, che appartengono alla massa degli azionisti, ma in pratica sono governate esclusivamente dai manager, che deformano a loro vantaggio le regole della gestione aziendale. Quelle che vengono presentate come leggi dell’economia in realtà sono convenzioni plasmate dagli interessi in gioco."

 

Amartya Sen ad esempio ha un’ immagine della vita dell’uomo come due fiumi, l’essere e il fare che confluiscono in un’unico oceano, lo stile di vita, un particolare stile di vita. Quindi il benessere non è solo avere, non solo in funzione del reddito o del patrimonio ma principalmente significa essere libero di realizzare la propria essenza, una libertà che non può essere tale se il suo stato sociale ed economico è un insieme di privazioni, di ingiustizie, di mancanza di equità. 

Essere o non essere, questo in fondo è il problema!

 

 

31 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 7 Febbraio 2009 at 13:55

“Non per niente il nostro Yunus, padre del Microcredito una delle politiche economiche più rivoluzionarie della Storia, politica economica etica che ha ridato dignità e speranza a milioni di esseri umani, ha ricevuto il Nobel per la Pace……sarebbe stato un insulto se avesse ricevuto il Nobel per l’Economia……mi meraviglio che non gli abbiano dato quello per la……Filosofia.”
Grandioso Capitano, come sempre. Ad ogni modo io ogni giorno ci credo di più, o meglio, voglio più intensamente che sia: un’economia più giusta, più umana. Non mi interessa se a cancellare questo sistema sarà la Storia, la saggezza indotta dalla privazione, o se non sarà affatto cancellato; quello che mi interessa è provarci per quello che mi compete, così nessuno potrà dirmi, quando morirò, che morì un consumatore! Per adesso ho contribuito secondo le mie possibilità a scavare un pozzo in Etiopia; la settimana prossima ci occuperemo del Veliero, affinchè non manchi catrame o canapa a bordo. Se facessi mancare pure la canapa, non mi chiamo più Canna al Vento!
PS: respingiamo sdegnosamente qualsiasi accostamento, seppur lontano, con un tal Michael Phelps. Chi lo facesse si ritroverebbe attaccato sul pennone più alto!!!

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 16:28

“ L’ Uomo ha una visione alquanto statica del mondo.
Accidentalmente o deliberatamente impostagli dalle catene
delle associazioni condizionate.
L’ uomo è convinto che il marchio impresso su di lui sia la realtà.”
Timothy Leary

La vita buona è, tra le altre cose. Anche una vita di libertà,
e non una vita in cui si è forzati a vivere in un modo particolare,
per quanto ricca essa possa essere per altri aspetti.

Amartya Sen.

…”Non ci sono nemici peggiori che quelli annidati
all’ interno del proprio cuore
e l’ unico viaggio che vale la pena di fare è al centro
di noi stessi, alla ricerca di quella voce originaria
che è nella profondità del nostro essere”
Nietzsche

Buon weeK
Valentina

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 17:43

tanto per essere pratici.

il 14 febbraio è conosciuto come la festa degli innamorati San Valentino. colgo l’occasione di fare gli auguri di buon onomastico a Vale64.

per me il 14 febbraio è anche la Giornata nazionale di raccolta del
farmaco.

Ricordo che,
oltre 3000 farmacie aderiscono all’iniziativa, e sarà sufficiente recarvisi in una di queste e farsi consigliare dal farmacista quale medicinale da banco necessita e donarlo

questi farmaci raccolti da oltre 1200 associazioni di volontariato saranno distribuite ad oltre 400.000 persone assistite in tutta Italia.

anche in questi tempi di crisi, ricordiamoci che c’è gente che sta peggio di noi e non lontano da noi.

buona donazione a tutti voi.
grazie di cuore

carpe diem49

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 18:00

per chi volesse saperne di più sulla Giornata nazionale di raccolta del farmaco, copio il link di riferimento

grazie di nuovo

http://www.bancofarmaceutico.org/giornata.php

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 18:13

Ciao a tutti,

Andrea, leggerti oggi mi ha messo la voglia di incontrare al più presto il capitano di questo veliero.

Incontrare anche tutta la ciurma che condivide le tue idee ed i mondi alternativi che ci hai presentato………. è un emozione che prende dentro quando si vorrebbe al più presto attuare un giusto progetto.

Sono però consapevole che occorre essere un gruppo unito e coeso e che la fretta sarebbe cattiva consigliera.

Il tuo post di oggi non l’ho solo letto …………..l’ho pure stampato per distribuirlo, le idee belle ,solidali e coraggiose devono essere divulgate………..

Andrea , con Valentina e con Carpediem siamo già d’accordo di partecipare a questo incontro il maggio prossimo, mi auguro che si aggiungano altri……………più ce n’è meglio è……….da ” l’amico è …”

Un abbraccio Andrea e che Dio benedica te e la tua famiglia

P.S. Carpediem ,grazie della segnalazione del farmaco………..
Vale, auguroni!!!

Buona domenica a tutti,

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 18:40

Permettimi carpediem..riporto alcune righe della tua e-mail che condivido:

..”per quanto riguarda il trovarci tutti o almeno la maggior parte, penso che sarebbe una cosa bellissima, perchè indipendentemente, dalle punzecchiature che ci si da postando, ritengo che siano di più le cose che ci uniscono , che quelle su cui potremmo dissentire.”

..”puoi fornire la mia e-mail a chi ritiene che possa essere disponibile ad organizzare, in modo tale che il tutto non sia visto come iniziativa del singolo o di un
gruppo ristretto..”

sta a noi fare in modo che l’ incontro..questo o altri..quando ci saranno non siano iniziative di singoli o di gruppi ristretti…
è giunto forse il momento di contarci…io..li ho contattati entrambi, ho dato la mia disponibilità e reperibilità…
e ne sono felice…

“Dove non c’ è volontà non c’ è amore”
Gandhi

p.s Grazie..carpdiem e ccp siete sempre molto gentili…
un caro saluto compagni di viaggio..a presto…
pinio ti ho inviato due righe
Ciao Valentina

a..dimenticavo dice bene..benissimo ccp..
un grande abbraccio anche a Te e alla Tua famiglia,
orgogliosi..orgogliosissimi..
soprattutto loro …di averti come Capitano!

utente anonimo
Scritto il 7 Febbraio 2009 at 20:45

Un ottimo post, come sempre….
Per riportare il tutto alla situazione nostra italiana occorrerebbe anche considerare quella particolare inclinazione di non poca parte della burocrazia che fa letteralmente morire ogni iniziativa d’impresa o semplicemente nega i diritti dei cittadini quando non sono legati a interessi di partito.
Il nostro Paese possiede persone, idee, risorse che nessun altro Paese del mondo possiede ed è affetto in misura assai inferiore di qualnto lo sia il mondo anglosassone dagli eccessi delle corporation e dei managers.
Chissà come spiccherebbe il volo se non fosse irretito dal parassitismo….
Un caro saluto a tuttì
Daniele

Scritto il 7 Febbraio 2009 at 23:06

Ecco un caso di Etica “relativa” e di gestione aziendale.

Deutsche Bank usa lenti americane anzichè europee scrive M. Longo sul sole24ore di oggi a proposito dei conti presentati dal “colosso” tedesco, basta cambiare le lenti degli occhiali perchè
lo stesso bilancio racconti una storia diversa e migliore.

Utilizzando la normativa americana il rapporto di “leverage”(leva)
tra attivi e patrimonio risulta avere un rapporto di 33 volte.

Attivi uguali a 1030 / patrimonio netto uguale a 30,7 (miliardi di euro) = leva 33,55

Se si usasse nella stesura dei conti la normativa eurpea allora avremmo un
rapporto di 2202 milardi di euro / 30,7 miliardi di patrimonio netto = leva 71,72

La differenza tra gli attivi è consentita dalla leggislazione americana che permette
di contabilizzare “soltanto gli attivi netti” tra tutti i derivati, per cui se ne deduce
che il “lordo” supera abbondandemente i 1170 miliardi di euro, che forse neanche
Mastrolindo riuscirà a “pulire”.

Si tenga presente che i 2202 miliardi di Deutsche Bank rappresentano quasi l’intero
PIL di tutta la Germania

Il giornalista conclude l’articolo sperando che gli
investitori abbiano come consulente un buon oculista.

Ed il gioco delle tre carte continua.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 04:11

La Germania sta preparando un piano di salvatggio di circa 500 Miliardi di Euro, l’unico problema della Merkel e che non sa come dirlo ai Tedeschi, ma a quanto sembra non ha scelta.

Quando la crisi iniziò in America si parlò (ad altissimi livelli) di un buco al massimo di 250 Miliardi di dollari.
Ora siamo arrivati ad almeno 3600 Miliardi di dollari “di danni”.
Ma considerando, solo le perdite che si sono avute in borsa, si sono “bruciati” almeno 20.000 Miliardi di dollari di capitalizzazione.
A questo dobbiamo aggiungere una cifra ancora maggiore, dovuta ai crolli dei valori immobiliari e industriali, che normalmente non sono quotati in borsa.

Se la produzione di beni e servizi nei paesi colpiti dalla crisi dovesse calare di “solo” un 10%, significa che potrebbero calare le entrate tributarie di almeno un 15%.
Più i vari stati devono forzatamente spendere più soldi per gli ammortizzatori sociali, fa si che una politica di espansione monetaria ( e quindi inflazionistica) è oramai inevitabile.

Le preoccupazione oggi sono ltre che economiche, anche politiche, se già la scorsa settimana non sono partiti gli scontri in Francia, è stato dovuto solo ad un fortissimo senso di responsabilità delle parti sociali.
E’ chiaro come il sole che ci stiamo spingendo inesorabilmente verso una stagione “calda”.
Un caro amico ha scommesso contro di me , che in Italia, l’attuale legislatura (e quindi il governo), non durerà più di 18 mesi.
Io ho rilanciato e scommesso contro di lui che in italia nascerà un governo di larghe intese (!!) con un PDL-PD al governo.

-IL Compasso-

Scritto il 8 Febbraio 2009 at 09:07

A proposito……
“..della burocrazia che fa letteralmente morire ogni iniziativa d’impresa….”
Di cui parla Daniele vi segnalo :

Mediocri. I potenti dell’Italia immobile
Caporale Antonello, 2008, Baldini Castoldi Dalai

Ci sarà…la…:
Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili,
Consumare meno,
consumare meglio…Fa la cosa giusta! 2009
dal 13 al 15 marzo
a Fieramilanocity

p.s penso che vincerai tu Il Compasso…
ma..come dice il capitano..la verità è figlia del tempo.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 10:22

BERLINO (Reuters) – Il ministro dell’Economia tedesco Michael Glos ha scritto al capo del suo partito per offrire le sue dimissioni. Lo ha riferito un portavoce del ministero. “Posso confermare la lettera”, ha detto il portavoce. Il quotidiano Bild am Sonntag scrive oggi che Glos ha scritto in una lettera al capo del partito dell’Unione cristiano socialista (Csu): “Chiedo di essere sollevato dalle mie responsabilità ministeriali”.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 10:32

a scuola mi hanno insegnato che l’economia è quella attività umana che si adopera per la soddisfazione dei bisogni dell’uomo che possono essere primari, secondari, o voluttuari.
Di solito le cose più semplici sono quelle vere, come nella risoluzione dei problemi:la via più semplice di solito è quella giusta.
Abbiamo complicato la nostra vita ed abbiamo confuso il primario col voluttuario, l’economia con la finanza creativa.
Non ci resta che fare un passo indietro e mettere in ordine di importanza i tasselli della nostra vita.
Il mondo è dei deboli e degli incapaci, riappropriamoci almeno del nostro piccolo …e straordinario universo.
Con l’augurio che questo lunedì non sia troppo….nero, un saluto e un abbraccio a tutti.
gracav

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 11:21

Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas, un tocco di umanità, di colore per nascondere i numeri crudi:

“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).

Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.

Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.

Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani.”

riporto queste parole, già citate da Andrea, per ribadire che nella scala dei bisogni umani -fra quelli primari s’intende- ci sono benessere, serenità, istruzione, solidarietà, ecc… ma soprattutto …comunicazione….
e ce lo gridano in faccia i nostri ragazzi tutti i giorni vedi facebook e quant’altro, impariamo ad ascoltarci e a metterci nei panni degli altri.
buona domenica
gracav

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 12:19

Secondo Bloomberg anche Paul Volcker responsabile del “Consiglio economico della Casa Bianca” è in forte attrito con l’amministrazione Obama, tanto da essere stato praticamente isolato.
L’ex stimatissimo presidente della Fed ai tempi di Carter e Regan, contribuì a titare fuori l’america dal pantano della crisi degli anni settanta, è in fortissimo contrasto con gli “Zombie” della finanza che Obama si è tirato dentro il suo staff.
Paul Volker si è visto prima soffiare il posto di responsabile del tesoro da Timothy Geithner, poi ha visto sostanzialmente respinte le richieste profonda riforma del sistema finanziario (a oggi si sono solo limitati i compensi dei banchieri a 500.000 dollari, ma c’è chi scommette che tutto un bleff).

Obama ha cominciato a inciampare pesantemente, Franklin Delano Roosevelt quando arrivò alla casa bianca non guardò in faccia a nessuno, tanto che si cercò subito di ucciderlo e screditarlo e si organizzarono contro di lui più di un complotto.
Obama si sta muovendo come un politico che ha paura, speriamo che le solite lobby non abbiano messo una marionetta alla casa bianca.
-IL Compasso-

Scritto il 8 Febbraio 2009 at 13:26

Caro Compasso,
siamo in molti ha condividere il tuo dubbio… ma se andiamo a leggere i dati pubblicati dalla Federal Election Commission americana allora questo dubbio si rafforza ancor di più ….

cosi titolava MF on line il 2 dicembre

Finanziamenti record: Obama, l’uomo da 1 miliardo di dollari

inoltre tratto da :
Vapensiero.net

Una delle regole più note del giornalismo anglosassone è ‘follow the money’, cioè segui i soldi se vuoi capire come realmente funzionano le cose. Nel caso dell’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama, è istruttivo applicare quella regola… purtroppo

Un primo sguardo ai dati pubblicati dalla Federal Election Commission americana fa risaltare la presenza dei ‘falchi’ della finanza di Wall Street fra i maggiori gruppi che hanno versato nelle casse del neo presidente, gli stessi che hanno giocato a biglie col futuro economico dell’intero pianeta, fino al collasso di questi giorni: Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, Morgan Stanley fra gli altri.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 13:39

Andrea, come al solito esprimi concetti di una lucidità impressionante e te ne rendo merito.
Le tue speranze sono quelle che potrebbero salvare l’umanità, ma io vengo dal mondo cooperativo delle banche e ti posso assicurare che ti etico e di solidale non c’è assolutamente niente.
Ho riflettuto molto su questi concetti e sono venuto ad una coclusione: purtroppo il problema è l’uomo. Non voglio portare negatività nel blog, perchè condivido che il cambiamento debba iniziare da noi, ma ho poche speranze. In un commento ho letto di governi PD/PDL; non è un problema di sigle o di colori ma è un problema di persone corrette.
L’onestà e la solidarietà è un sentimento che si coltiva dentro il proprio animo e non in una sigla di partito. Quanti esempi abbiamo avuto di persone scorrette e di partiti completamente diversi!!!!
La speranza è l’ultima a morire ma non vedo al’orizzonte cambiamenti epocali; Obama ne sta dando una prova concreta.

Peter

Scritto il 8 Febbraio 2009 at 13:59

Questa crisi ” frugerà” nella mente e nel cuore di molte persone, non importa se quelle che si stanno “suicidando” ai piani alti la nemesi della Storia sarà implacabile questa volta………e il cambiamento avviene attraverso anni non giorni o mesi.

Detto questo chi siamo noi per conoscere come la Natura aggiusterà questo enorme squilibrio…siamo talmente legati a questo mondo da non riuscire ad immaginarne un’altro anche solo leggermente diverso.

Per quanto riguarda il sistema cooperativo qua e la qualche nuova consapevolezza esiste ma ci vuole tempo…….lo stesso tempo che impiega un’onda ad arrivare sulla riva….nessuna pura illusione solo la consapevolezza che diversamente non vi sarà alcun futuro diverso da quello che mette al centro l’Uomo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 14:15

Benzodiazepine,
come noto sono molecole molto utili per il controllo degli stati d’ansia.

Lo stato di ansia , che può estendersi in stati patologici come gli attacchi di panico sono una degenerazione del meccanismo naturale ed indispensabile alla sopravvivenza di una specie animale che è la paura.

Somministrare benzodiazepine per contenere uno stato ansioso anomalo può essere una soluzione appropriate, se si somministrasse ad un soggetto sano per alzare la soglia fisiologica della paura potrebbe essere molto pericoloso. (Viene utilizzato come doping in certe discipline sportive dove la sottovalutazione del rischio permette prestazioni estreme).

Magari potete pensare che sia una divagazione che non c’entra nulla con questa discussione, a me è venuto in mente pensando alla gestione dei piani di “stimolo” economico …

una saluto
erasmo67@yahoo.it

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 15:05

(ANSA) – ROMA, 8 FEB – ‘In Italia il 76% degli artigiani non rilascia la ricevuta fiscale’. La denuncia e’ di Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it.
La classifica vede al primo posto i muratori/pittori (81,3% degli evasori), seguiti da tappezzieri (80,9%), falegnami (78,4%), fabbri (76,3%), elettricisti (74,2%) e idraulici (71,7%)’. A Venezia gli ‘evasori’ sono il 79%, a Genova il 77%, a Udine e Roma il 76%, a Napoli 75%; a Milano il 74%, a Palermo il 72%, a Bari il 70%’.

(Aggiungiamo anche i Professionisti ed i commerciani….?)

Dalla crisi in Italia come altrove (ogni paese ha i suoi problemi specifici) si esce anche con un cambiamento di comportamenti individuali, in Italia questo è (l’evasione fiscale intendo), secondo me uno degli aspetti più devastanti dell’incapacità di intere categorie di assumersi un livello ragionevole di resonsabilità sociale.

ciao
Il Cuculo

Scritto il 8 Febbraio 2009 at 16:44

Visto che oggi non c’è molto traffico
ne approfitto….

Caro Peter,

ho letto attentamente il tuo post, e pur essendo intriso di
delusione per quello che vedi attorno a te, tuttavia non hai perso
la Speranza.

E come tu dici… anche se non vedi all’orizzonte cambiamenti epocali, sono
contento nel sentirti dire che il vero cambiamento deve iniziare da noi stessi.

Trovo bello che in questa piazza del porto ci si incontri e che ognuno manifesti
i propri pensieri, le proprie angoscie, i propri sogni, le propri speranze.

In questa piazza ognuno di noi deve prendere coscienza che non è solo, ma una
moltitudine di altre persone condividono la Speranza per un mondo migliore.

Il merito enorme del nostro Capitano è di aver avuto la voglia e la forza di saperci
attrarre quasi quotidianamente, come una calamita, su questa piazza e farci confrontare non su un tema
specifico ,- la BORSA -, ma sulla quotidianità dei problemi, che ognuno di noi affronta e/o vorrebbe condividere.

Il cambiamento non è dietro l’angolo e nessuno che è al potere ce lo regala.

Dobbiamo essere noi , non più singoli , ma gruppo che si riconosce in Valori Universali, ritrovarci
con più coraggio, andando contro corrente e saper indicare la rotta che è quella di un nuovo RINASCIMENTO MORALE,
per i nostri figli, per i nostri nipoti, per una società più giusta che premi i migliori, dove la selezione della classe dirigente,
non sia demandata ai padroni della politica , – che cooptano – , ma fondata su principi meritocratici, che può produrre
effetti di buon governo e di cui ne può benificiare l’intera collettività .

Buona navigazione anche a te e non mollare, soprattutto la “tua Morale” ti assista nel tuo quotidiano.

un caro saluto
carpe diem49

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 17:00

si quella del evasione fiscale è il problema forse maggiore . ma credimi ovunque tu guardi non funziona niente tutti rubano o in modo o nel,altro. come dici tu e andrea ci vuole un cambiamento di comportamenti . tutti lo vorremmo ma purtroppo come fai’???per ottenerlo bisognerebbe imporlo non credo nell, onestà della gente oramai la mia fiducia si è molto ristretta anzi è crollata .non vedo nella classe dirgente nessuna moralità nei politci non ne parliamo come ci spostiamo dal mondo operaio ,naturalmente non tutti,è notte fonda . quanti siamo veramente onesti ??? . 1-1000-100000-1000000. basta mi fermo !!!! un saluto a tutti minghin

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 17:04

Il Cuculo #19, per fortuna che c’è l’evasione, altrimenti si mangiavano anche quelli hihihihi.
Alla gogna i mantenuti, andate a lavorare, che diventerete ricchi hihihihi.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 17:48

Buongiorno a tutti.
Oggi vorrei fare un commento sull’evasione, visto che Il Cuculo #19 ne ha parlato (simpatico il #22, bisogna pur campare hehehe) ed anche perchè io sono un artigiano.
Sono 30 anni che si parla sempre della stessa cosa, gli Artigiani e le piccole aziende evadono.
Hanno fatto gli Studi di Settore e non preoccupatevi l’evasione è stata eliminata perchè a fine anno bisogna dimostrare di aver fatto un reddito. Io le tasse le pago TUTTE e quando faccio un lavoro metto in conto tutto; per fare un esempio 35,00 euro di chiamata 0,60 euro al Km l’automezzo e 38,00 euro a l’ora il lavoro più l’eventuale merce e l’IVA al 20%…….
totale 200,00 euro solo per suonare il campamello a un cliente hehehehe ( e dopo non lamentatevi che il costo della vita aumeta hehehe)
e mi raccomando non chiedere sconti e pagamento anticipato con bonifico….Ok.

L’evasione è un affare sia per il Cliente che per l’Artigiano…..e non date la colpa solo alle imprese…..Ok, pagate quello che è da pagare e quanti euro vi chiedono per qualsiasi lavoretto; naturalmente con FATTURA o Ricevuta Fiscale e vedrete che l’evasione sparirà.

Invece di accusare sempre gli altri, si dovrebbe smetterla di cercare quello che COSTA MENO.

Un saluto

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 17:49

……,,,,,,

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 17:55

Ops…ho dimenticato un particolare.
La prossima settimana sarei libero….se qualcuno ha qualche lavoretto da fare il listino prezzi è nel post precedente.
Aspetto qualche chiamata e bonifico anticipato hehehe.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 18:16

Caro SD,

è il mercato non le tasse a far lievitare il costo di un intervento di un idraulico o la tinteggiatura della cucina.

Non ci sono abbastanza artigiani e quelli che ci sono pensano di poter chiedere quel che vogliono (con ricevuta) per poi aggiustarsi con il cliente per rendere il costo del lavoro sostenibile da una famiglia “normale”.

Quando le migliaia di posti di lavoro nelle cattedrali del consumismo (cenrti commerciali) dove lavorano migliaia di ragazzi si asciugheranno qualcuno riprenderà in mano la pinza, il martello e gli altri arnesi e proverà a procurarsi il pane “facendo” qualcosa.

Un operaio costa , tutto! compreso, ad un imprenditore € 20/ora tu ne chiedi 38, finchè il mercato te lo consente…

Quando si dice che …dovremo ridurre il tenore di vita…, non si parla certo degli operai!

Ad maiora

Il cuculo

P.S. Non sono proprio nuovo sul sito, leggo da più di un anno ma non avevo mai scritto. Un saluto ed un ringraziamento ad Andrea per la perseveranza.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 18:28

Per Il Cuculo #26, sono lieto che “ci siamo capiti”, sull’evasione.
Ed allora invece di fare demagogia (spero di averlo scritto bene), è meglio discutere seriamente con persone che conoscono le cose per “vita vissuta”.
Per ultima cosa i prezzi che ho indicato, non sono esagerati ma bensì a sconto hehehe, prova ad informarti presso la Confatigianato, quali sono i prezzi degli artigiani e nel caso che siamo “troppo cari” è sempre possibile chiamare un operaio in regola al sabato, o un immigrato “senza fattura”, che costa meno…Ok

Un saluto e spero che posterai ancora.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 18:39

Pps…un altra insignificante dimenticanza per Il Cuculo #26.
Nel caso che ci sia bisogno di qualche Artigiano IRREGOLARE, stai attento che non si infortuni durante il lavoro…..altrimenti puoi rischiare di mangiarti la casa…Ok

SD

P.S. vale anche per le donne delle pulizie ecc ecc ecc.

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 19:06

Caro SD,

sono anni che mi sono fatto (un poco alla volta) l’attrezzatura e la competenza per fare la maggior parte della manutenzione domestica.

Ne ricavo un notevole risparmio, ma forse a ben vedere, se fosse solo per i soldi molte volte avrei lasciato perdere ed avrei chiamato qualcuno.

La verità è che ci sono molti altri benefici collaterali che quasi il beneficio del risparmio diventa il meno rilevante.

In primo luogo mi diverto (non sempre lo ammetto), poi imparo cose nuove mi confronto con problemi diversi dai miei soliti e questo fa sempre bene.

Se il risultato va da “accettabile” a “discreto” sono già soddisfatto quando arriva a “buono-ottimo” il mio ego ne trae un enorme beneficio e mi pavoneggio per settimane ammirando il piatto doccia installato a regola d’arte…

Certamente mi limito alla manutenzione ordinaria e piccoli lavori per cose importanti, dove soprattutto ci sono problemi di sicurezza mi rivolgo ai professionisti.

Non mi ricordo però qualcuno che mi abbia fatto un preventivo “regolare” per poi dirmi che se pagavo in contanti bastava una stretta di mano. Quando, per scherzare, ho chiesto una ricevuta, a lavoro finito, mi sono sentito dire, e non con buon modo, che allora si doveva ricalcolare tutto e che dovevo dirlo prima….!

E poi se l’artigiano si porta in casa mia un aiutante come faccio a sapere se è regolare? (se è “abbronzato” o para poco l’Italiano gli chiedo i documenti ?)

Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 8 Febbraio 2009 at 21:05

Il Cuculo #29, ottimo il tuo (se posso darti del tu) ultimo post, non aggiungo niente…Ok.
A farsi le cose da soli, c’è soddisfazione per tutti e forse il mondo andrebbe meglio quando uno prova a fare, anche mentalmente hehehe.

Ri-saluto

SD

utente anonimo
Scritto il 10 Febbraio 2009 at 03:42

lo sa ,il primo in italia a parlare di partecipazione o cooperazione mi sembra che fu un vecchio socialista , il suo nome era Benito Mussolini …solo nella sua teoria sul corporativismo ….mi sbaglio ?

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