L'ORO VERDE la nuova frontiera dell' ETANOLO

Scritto il alle 01:52 da icebergfinanza

Field of Golden Corn

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Secondo la Mitologia Maya , il mais era considerato per eccellenza l’alimento degli Dei, attraverso il quale crearono l’uomo riempiendolo di mais ed acqua!

Da secoli è alla base dell’alimentazione indigena, era ed è l’epicentro del mondo Maya, un alimento che assume per molte popolazioni del Centroamerica  il significato sacro di alimento divino oltre che vitale!

 

Con il prezzo dei prodotti energetici in continua tensione, il mais o granturco è stato riscoperto essenzialmente sotto il nome di Oro Verde ovvero l’Etanolo!

Recentemente durante il discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente americano Bush, figlio del Texas patria del petrolio americano e sostenitore della linea contraria agli accordi di Kyoto, ha affermato di voler ridurre la dipendenza della sua nazione dal petrolio straniero con l’obiettivo di ridurre del 20 per cento l’uso di carburante nei prossimi dieci anni, utilizzando carburanti alternativi come l’etanolo o biodiesel!

 

E come per magia la tendenza in atto nel settore dello commodity agricole ha accelerato al punto da portare ad una crescita del 100 % del future sul corn al Chicago Board of Trade dall’aprile dello scorso anno! 

Commodity che viene , commodity che và!

 

Non si può certo dire che in questi anni,nell’epoca della “GRANDE LIQUIDITA’” la ricerca della massima soddisfazione finanziaria non abbia incentivato la tendenza, da alcuni definita secolare, al rialzo delle materie prime considerate a ragione o a torto  bene rifugio per eccellenza in contrapposizione ad ogni asset finanziario o monetario interessato dal crollo della bolla speculativa!

 

Indubbiamente il grande ruggito delle Tigri asiatiche, la fenomenale crescita economica di Cina e in parte India ha contribuito in maniera rilevante a questa tendenza straordinaria, ma da sola non basta a spiegare il fenomeno!

 

Tornando all’Oro Verde, possiamo tranquillamente considerarlo come il principale raccolto agricolo mondiale, utilizzato prevalentemente come mangime, ed utilizzato per la trasformazione industriale di alcol, olio, amido e fruttosio!

Certamente per una buona parte delle popolazioni rurali centroamericane assume la caratteristica di alimento base!

L’etanolo è un alcol ottenuto mediante un processo di fermentazione di prodotti agricoli ricchi di zuccheri e carboidrati. Allo stato attuale può essere aggiunto sino ad una percentuale del 30 % a benzina o gasolio senza particolari accorgimenti tecnici!

Il Brasile è senza dubbio il primo paese al mondo ad aver realizzato una quasi indipendenza economica dall’utilizzo di questo composto!

Lo scorso anno il 20 % del raccolto del mais in America primo produttore mondiale, è stato utilizzato per la produzione di etanolo con la previsione ad arrivare al 50 % in due anni!

State pur certi che questa è la terra promessa di destinazione finale dei grandi capitali e nuova possibile frontiere della speculazione mondiale!

Naturalmente il processo della produzione di etanolo non potrà esulare da una serie di ricadute in termini economici e sociali sulla catena alimentare, dall’allevamento in genere al semplice ed essenziale sostentamento alimentare vitale per intere popolazioni.

Eloquente è a proposito un articolo a firma Roberto Da Rin apparso sul SOLE 24 ORE.COM in data 25 gennaio dal titolo: Mais per le auto e le tortillas vanno in crisi!

“Cibo o combustibile? Il mais è meglio a tavola trasformato in tortilla o nei serbatoi delle auto convertito in etanolo e poi in biocarburante? Il dilemma è solo messicano, per ora. Il prezzo del cereale è raddoppiato (in un anno) a causa dell’elevata richiesta di etanolo, ottenibile dal mais per produrre biocarburanti. Ma ha provocato una vera crisi alimentare perché le tortillas sono lievitate oltremisura. Non in forno, di prezzo. Costavano sette pesos al chilo (0,50 euro) e ora superano i 18.
Le tortillas sono l’elemento base della cucina messicana. Popolarissime e irrinunciabili, dalla prima colazione alla cena, preparate in mille modi diversi. Difficile immaginare che avrebbero potuto aprire un dibattito politico, economico, energetico, alimentare e persino etico. Ma è andata proprio così. Gli Stati Uniti sono il primo produttore ed esportatore al mondo di mais e al tempo stesso il maggior produttore di etanolo. Il Messico ne produce 21 milioni di tonnellate ma il suo fabbisogno è di 39. Da qui la necessità di importarlo e di subire i forti aumenti di prezzo. «L’alternativa, il trade-off, tra cibo e combustibile – dice Lester Brown, direttore dell’Earth policy institute – rischia di provocare un caos nel mercato mondiale degli alimenti».
Sono due le questioni aperte. La prima è globale. La riduzione della dipendenza petrolifera passa attraverso un aumento della produzione di biocarburanti che provoca un’«esternalità», dicono gli economisti. Ovvero un effetto non immediatamente prevedibile né superabile. Secondo Brown, appena sbarcato a Davos al World Economic Forum, «nessun Governo, né quello di Washington né altri, è cosciente della gravità della crisi che entro breve potrebbe riprodursi in Indonesia, Algeria, Nigeria o Egitto, Paesi in via di sviluppo dipendenti dalle importazioni di cereali».
La seconda questione è li carattere regionale: la rivolta di decine di milioni di messicani vittime dell’aumento del prezzo di un bene basilare. I loro bilanci familiari vengono decurtati da un’inattesa fiammata inflazionistica. L’insufficienza alimentare che affronta il Messico può diventare grave e ha origini lontane: «Una riforma agraria impostata dall’ex presidente Salinas de Gortari negli anni Novanta – spiega a Il Sole-24Ore Marcello Carmagnani, professore ordinario di storia dell’America latina all’università di Torino – ha impedito che si sviluppasse un’autosufficienza alimentare e si aumentasse le dipendenza di importazioni dagli Stati Uniti. I nodi vengono al pettine e la crisi della tortilla rischia di avere conseguenze imprevedibili».
La riduzione dei sussidi ai produttori nordamericani di mais potrebbe essere una soluzione per incentivare quella messicana. Inoltre va ricordato che, a differenza di quanto accade in Brasile, dove l’etanolo è prodotto con materiali di scarto della canna da zucchero, «in Messico – spiega Carmagnani – l’etanolo viene ottenuto dal mais, una materia prima che, trasformata, finisce sulla tavola dei messicani».
Questa è la prima grana per il presidente Felipe Calderon, approdato alla guida del Messico dopo sei mesi di contestazioni. L’opposizione, dopo le presidenziali di luglio, continua a dare battaglia per presunti brogli. La risposta di Calderon viene giudicata, dalla maggior parte degli analisti politici, assolutamente insufficiente: l’aumento di 650mila tonnellate di mais importato dagli Stati Uniti a prezzo calmierato rappresenta solo il 3% della produzione nazionale e le ripercussioni sui prezzi e le tensioni sociali sono inevitabili.

 

Indubbiamente i vantaggi dell’utilizzo di carburanti ecologici nella loro biodegradabilità e l’assenza di metalli pesanti, manifestano al di là degli aspetti puramente speculativi e finanziari un traguardo da perseguire con continuità attraverso il rispetto di tutte le variabili sociali e umane connesse!

 

L’utilizzo di colture geneticamente modificate destinate all’esclusiva produzione di biocarburanti, utilizzando spazi incolti e favorendo una cultura di rispetto dell’ambiente, potrebbe portare ad una soluzione del problema attraverso la distinzione della produzione e quindi quotazione di  mais ad uso alimentare piuttosto che commerciale!

 

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