CRASH IN CHINA!

Scritto il alle 09:02 da icebergfinanza

china

Dopo una piccola pausa, riprendiamo con due avvenimenti che penso risulteranno determinanti per le sorti dell’economia globale e dell’Europa intera.

Il primo è ovviamente la debacle politica del PD o meglio dell’intera sinistra del Paese, non una sconfitta qualunque, ma una disfatta alla luce del linciaggio mediatico che ha subito l’attuale governo e dei temi che l’attuale opposizione usa per insultare quotidianamente.

L’immagine iniziale è più che una metafora, come ho scritto l’altro giorno, potrebbe essere il titolo del mio prossimo libro sempre che riuscirò mai a finirlo.

Nel frattempo quale migliore occasione per l’estate per chi è salito solo ora a bordo, per regalare o leggersi la storia di Icebergfinanza, la madre di tutte le crisi. Torno a ripetere, per chi è distratto che questo probabilmente è l’unico blog nel quale la navigazione non è disturbata da continua pubblicità, accesso completamente gratuito, il Vostro sostegno è indispensabile, non tanto per un libro dal quale l’autore ricava il 7 % del costo.

Colgo l’occasione per ringraziare di nuovo di cuore, tutti coloro che sostengono con generosità il nostro viaggio.

Dalla bolla dei tulipani nelle Fiandre del Seicento fino alla grande crisi di oggi, un diario di bordo sulle principali follie finanziarie che hanno messo in ginocchio l’economia mondiale.

Un libro per tutti, un linguaggio semplice che aiuta a comprendere come purtroppo la finanza ha sequestrato la Democrazia e la vita sociale delle nostre comunità!

Il libro ricostruisce – le varie tempeste che si sono succedute nei secoli e spiega perché l’avidità di profitto finisce per spingere gli uomini a ripetere i loro errori, a speculare sulle bolle e a fuggire rovinosamente dai mercati durante le depressioni.

Troppi burattinai del capitale giocano con la vita di milioni di piccoli risparmiatori. Troppa ignoranza finanziaria ostacola le scelte razionali

IL NOSTRO LIBRO!

Ma torniamo a noi, tralasciando la politica visto che gli ultimi avvenimenti non hanno alcun bisogno di sintesi e veniamo a quello che accadrà in settimana al vertice europeo, senza dimenticare che qualcuno oggi torna a parlare di Grecia…

Appena il 5% dei prestiti è finito nelle casse di Atene. Il resto è servito a ricapitalizzare il sistema creditizio del Paese e ripagare i creditori, soprattutto le banche francesi e tedesche. E l’Italia ha dovuto pagare il conto degli altri.

Devo ammettere che la frustrazione è stata tanta in questi anni, noi siamo stati i primi sin dal 2011 a raccontarvi cosa in realtà stava accadendo, nell’agosto del 2011, non ieri o oggi, avevamo scritto…

(…) un punto di vista sulla crisi del debito europeo e la crisi greca, è che si tratti di un tentativo elaborato dal governo tedesco per conto delle sue banche per ottenere indietro i loro soldi senza richiamare l’attenzione su ciò che stanno facendo.

Il governo tedesco dà i soldi al fondo di salvataggio dell’Unione europea in modo che possa dare i soldi al governo irlandese in modo che il governo irlandese può dare indietro denaro alle banche irlandesi così le banche irlandesi possono rimborsare i loro prestiti alle banche tedesche.

Ma davvero vi sembra possibile che se l’avevamo capito noi, la classe dirigente di questo Paese non aveva capito nulla, davvero vi sembra possibile?

Per fortuna tutto è cambiato con i protagonisti di questo Governo e in Europa non ci sarà più un Cenerentola stracciona, ma una Cenerentola accompagnata da un principe, la Consapevolezza che con un no, si può sconvolgere la governance di questa babilonia.

La ministra austriaca Kneissl: “Pronti a rimandare in Italia i profughi respinti da Berlino””Comincia la nostra presidenza Ue, il pilastro sarà: basta quote, sì alla protezione delle frontiere
esterne dell’Unione”

Dove pensavate di andare con questa Europa e con la classe dirigente di prima? C’è forse qualcuno che si fa illusioni sul vertice di domani e dopodomani, solo perché in una cena “segreta” Macron ha fatto finta di dare il via libera ad una nave pirata?

Lifeline: “Malta ci impedisce di entrare in porto”.
Macron: “La nave ha agito contro tutte le regole”

Non si mettono d’accordo neanche sulla ripartizione delle povere anime che sono a bordo della Lifeline, figurarsi cosa potrà accadere nelle prossime settimane nel cuore dell’estate. Il 14 ottobre ci saranno le elezioni in Baviera, il discorso elettorale finale lo farà l’attuale presidente austriaco Kurz e non la Merkel.

Siamo solo a giugno, immaginatevi cosa potrà accadere da qui a ottobre.

Thanks to Mish!

No, qualunque soluzione verrà trovata sarà come sempre una soluzione tampone, ormai l’Europa ci ha abituati a questa continua ipocrisia.

Nel frattempo continua l’escalation della guerra commerciale, ufficialmente in pieno svolgimento, in quanto l’ultima boutade dell’amministrazione Trump prende di mira non più solo la Cina, ma tutti i Paesi che secondo loro rubano tecnologia americana.

Parlando a nome del presidente Usa, Mnuchin ha spiegato che l’annuncio in arrivo da Washington “non sarà specifico della Cina ma di tutti i Paesi che stanno cercando di rubare la nostra tecnologia”.

Come riporta Wall Street Italia, Ieri l’agenzia di rating Moody’s, ha lanciato l’allarme affermando che le tariffe più elevate causeranno problemi nella catena di approvvigionamento globale dell’industria automobilistica.

“Una tariffa del 25% su veicoli e componenti importati sarebbe negativa per ogni segmento dell’industria automobilistica – produttori automobilistici, fornitori di ricambi, concessionari auto e società di trasporti … Se dovessero essere imposte tariffe, le case automobilistiche dovrebbero assorbire i costi per proteggere le vendite volumi o aumentare i prezzi per passare i costi tariffari ai clienti, il che potrebbe danneggiare le vendite; o una combinazione di entrambi”.

Il commercio di auto tra Ue e Usa vale circa il 10% del business complessivo tra le due regioni. Gli Stati Uniti rappresentano la prima destinazione delle esportazioni di vetture dell’Ue sia in termini di unità (20,4% nel 2017) sia di valore (quota del 29,3%).

I mercati stanno ampiamente sottovalutando questo rischio, mentre il DAX sta portando a termine il nostro dipinto preferito di cui vi abbiamo parlato nell’ultimo manoscritto di Machiavelli…

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Un insospettabile Peter Navarro, suggerisce che non ci sono piani immediati per imporre restrizioni sugli investimenti cinesi, tutto e il contrario di tutto, dopo aver dichiarato che gli investimenti della Cina rappresentano una minaccia alla sicurezza economica e nazionale Usa.

Attenta a non apparire affatto debole, la Cina continua a usare una retorica dura nei confronti delle politica commerciale degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo varie indiscrezioni di stampa, sia Pechino sia Washington stanno lavorando da dietro le quinte per evitare una guerra commerciale che potrebbe scoppiare il 6 luglio prossimo, la data in cui tutte e due le nazioni faranno scattare nuovi dazi l’una contro l’altra.

Un editoriale comparso su “China Daily” – quotidiano in lingua inglese controllato da Pechino – si sostiene che il protezionismo degli Usa “è sintomo di illusioni paranoiche”. La tesi della nazione asiatica è che l’America di Donald Trump non ha capito che gli scambi con la Cina sostengono milioni di posti di lavoro statunitensi. Citando uno studio, l’editoriale fa notare che tra gennaio e maggio di quest’anno gli investimenti cinesi in Usa sono crollati di circa il 92% a meno di 2 miliardi di dollari (minimi di sette anni). Secono la Cina, è l’effetto della “crociata di Trump e dei suoi falchi commerciali”. ( America24 )

Loro però non stanno a guardare…

“In Occidente si ha l’idea che se qualcuno ti colpisce sulla guancia sinistra, si porge l’altra guancia”, ha detto il leader cinese, secondo le fonti del WSJ, “Nella nostra cultura restituiamo il colpo “.

A tal fine, Pechino dispone di una serie di strumenti. Mentre le sue opzioni sui dazi sono limitate dal livello delle importazioni americane, Pechino può, come ha già fatto in alcuni casi, bloccare le operazioni di M&A che coinvolgono le società americane, ritardare le licenze, effettuare ispezioni o spingere il suo miliardo di consumatori ad abbandonare i prodotti americani.(MilanoFinanza)

Ma veniamo alle solite voci che girano ormai da secoli sulla possibile arma di ritorsione cinese, i nostri tesorucci, i titoli di Stato americani di cui parleremo in maniera approfondita nel prossimo manoscritto.

Il teatro della battaglia si allarga

Fino a che punto potrebbe arrivare? Molto lontano, a quanto pare. Peter Navarro, consulente per il commercio della Casa Bianca, afferma che “la posta in gioco è molto più alta per la Cina che per noi” e che Pechino “potrebbe aver sottovalutato la determinazione del presidente Trump”. Queste dichiarazioni “sembrerebbero basarsi sul fatto che le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti ammontano a $ 500 miliardi, mentre quelle statunitensi verso la Cina soltanto a 130 miliardi di dollari, per questo Pechino finirà per restare priva di prodotti a cui applicare tariffe prima di Washington. Il che è vero, ma la Cina potrebbe facilmente allargare il teatro della battaglia”, continuano Joseph Amato, Brad Tank e Ashok K. Bhatia.

Le controllate e le joint-venture locali delle società americane realizzano ingenti ricavi in Cina, e secondo la maggior parte delle stime il loro fatturato complessivo supera 250 miliardi di dollari. L’arma più pericolosa della Cina in questa guerra commerciale non sono probabilmente i dazi, ma la possibilità di chiudere i negozi Apple , ad esempio, o di complicare in qualche altro modo la vita di queste società statunitensi, senza parlare della prospettiva di eventuali boicottaggi da parte dei consumatori cinesi o di iniziative di maggiore impatto sul vincolo di oscillazione tra la valuta cinese e quella statunitense o sulle riserve di Treasury detenute da Pechino.

Sembra che l’arma della svalutazione cinese sia in pieno svolgimento, lo yuan continua a crollare contro il dollaro, sceso ormai di oltre 6 punti da marzo. L’ultima volta, nel 2015, ha scatenato l’inferno sui mercati finanziari mondiali.

La notizia arriva come sempre da Bloomberg, la Cina si sta preparando per una guerra commerciale su vasta scala, e i  titoli del Tesoro USA potrebbero non essere immuni dalla scaramuccia.

La PBOC si asterrà inoltre dall’aumentare le disponibilità di titoli del Tesoro statunitensi e, di fatto, cercherà di ridurle “appropriatamente”, scrive Ghahramani.

Nessun problema, ve lo abbiamo raccontato negli ultimi mesi, continueremo a raccontarvelo nel prossimo manoscritto di Machiavelli.

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21 commenti Commenta
d
Scritto il 27 Giugno 2018 at 10:38

C’è un altro crash in vista:
https://www.milanofinanza.it/quotazioni/dettaglio/deutsche-bank-2ae001b

giacomocambiaso78
Scritto il 27 Giugno 2018 at 12:25

“Ma davvero vi sembra possibile che se l’avevamo capito noi, la classe dirigente di questo Paese non aveva capito nulla, davvero vi sembra possibile?” Una domanda retorica piu’ che lecita. Certo che l’avevano capito, ma c’erano anche le banche italiane che dovevano recuperare i crediti anche se in misura minore rispetto alle cugine franco-tedesche, ma il PD c’aveva gli amici di MPS ed altri da aiutare. Avevano capito bene anche la manipolata speculazione sullo spread, anzi, erano complici, come sapevano gli effetti recessivi delle manovre imposte da salvatori della patria come Draghi. Infondo e’ la solita storia, quando paga lo stato facendo debito non paga nessuno per i geniacci che ancora oggi sostengono gente come il PD. I pasti gratis non li paga nessuno, cose come l’accoglienza indiscriminata di clandestini sono questioni morali supreme, i costi e le implicazioni sono roba da fascisti, da razzisti, da lebbrosi! Il meccanismo e’ sempre lo stesso, che sia il fondo ESM, i contributi all’UE, i soldi per salvare le banche o dati alle coperative varie per l’accoglienza, trasferire soldi di “nessuno” ad altri per riceverne indietro una parte direttamente nelle loro tasche. E poi si stupiscono che il consenso crolla, colpa delle fake news, dei fascisti e chissa’ forse anche dei marziani

kry
Scritto il 27 Giugno 2018 at 12:37

Con questa cenerentola lo spread andrà a -50

veleno50
Scritto il 27 Giugno 2018 at 14:19

Ciao Kry per ora da Aprile lo spread è aumentato del 130%. 3 mesi fa il btp decennale rendeva 1,80% ora il 2,80%. Se non erro il costo delle promesse bomba arriva a circa 80/100 miliardi ,per ora il debito aumenta ,le chiacchiere stanno a zero. ciao
kry@​finanza,

kry
Scritto il 27 Giugno 2018 at 15:06

ve­le­no50@fi­nan­za,

Hai mai visto uno stato in cui il debito sia diminuito?
Tutto sta per cosa lo fai aumentare.

Il mio -50 non era solo una provocazione che ad ora significherebbe che il bund renda il 3,30%. La prossima recessione sarà più profonda in Germania rispetto all’ Italia ( cosa già successa ) il loro debito aumenterà molto più del nostro per un innumerevole serie di motivi e s’invertirà il flusso dei capitali ( noi abbiamo da una vita un avanzo primario ) … cenerentola mi dice che abbiamo una classe politica COMPETENTE migliore degli altri e questo lo ritengo un vantaggio che alla fine ripaga.

Ciao

( P.S. Il costo delle promesse bomba sono circa 80/100 MLD e non sono ancora un costo
mentre il costo del Bomba di Rignano sono stati più di 100MLD con aggiunta gli interessi futuri ).

d
Scritto il 27 Giugno 2018 at 15:08

Lo spred! Lo spred! 😉

alexandersupertramp
Scritto il 27 Giugno 2018 at 15:11

Ho avuto il piacere di acquistare e leggere il libro. Molto bello. Consiglio la lettura.

laforzamotrice
Scritto il 27 Giugno 2018 at 16:05

#Grecia Appena il 5% dei prestiti è finito nelle casse di Atene. Il resto è servito a ricapitalizzare il sistema creditizio del Paese e ripagare i creditori, soprattutto le banche francesi e tedesche. E l’Italia ha dovuto pagare il conto degli altri.”
E daie con “I soldi sono stati usati per salvare il sistema creditizio ( tedesco, Francese, Italiano ed Ellenico che dir si voglia). Ma è cosi difficile capire che è da idioti dire “I soldi per le banche li avete trovati subito” come se le banche fossero aziende qualunque? E come se nei secoli scorsi qualcuno dicesse “i soldi per salvare i granai li avete trovati subito”; ora, che piaccia o no (e a me non piace) le banche sono i NOSTRI granai finanziari, custodiscono i NOSTRI RISPARMI e se bruciano, siamo noi tutti che ci ritroviamo alla fame durante l’inverno, anche perchè i banchieri hanno gia provveduto a salvarsi le loro scorte, tutto il resto sono solo chiacchere è CHIARO? Ma se qualcuno vuole smentire questa mia tesi , sono in attesa.

dorf001
Scritto il 27 Giugno 2018 at 18:51

kry@​finanza,

hei KRY, intanto oggi i crukki hanno preso una bella batosta dai koreani. ahh aah li hanno buttati fuori.

poi vedremo che fine farà la DB dei miei coglioni.

i furbetti del quartierino. tutte le loro furbizie e ruberie a danno di mezza europa, e ovviamente a danno nostro. come ampiamente documentato dal capitano.

BYE

dante5
Scritto il 27 Giugno 2018 at 18:52

Breaking news – Germania fuori dai Mondiali di calcio con 2 sconfitte in 3 partite nel girone eliminatorio.
I crucchi non erano mai andati così male nel Fuessball. E penso non solo lì, tra qualche giorno…:)

I nodi stanno iniziando ad arrivare al pettine anche per loro. Oppure, come ha sempre detto il grandissimo prof. sen. Bagnai, hanno semplicemente finito di segare il ramo su cui sono seduti…

sd
Scritto il 27 Giugno 2018 at 20:53

ve­le­no50@fi­nan­za,

Per chi ha i soldi per comprarli……….i btp, prova a chiedere a quei 4-5.000.000 di italiani che non hanno neanche i soldi per vivere dignitosamente. Comunque sono ancora in pochi, quando i poveri arriveranno a 15-20.000.000 a molti converrà fare le valige per non subirne le conseguenze perchè chi comanda sarà già partito da un pezzo con le ricchezze accaparrate.

Non vorrai mica fare come quegli ingenui del PD, che si son fatti distruggere un partito storico.

SD

icebergfinanza
Scritto il 28 Giugno 2018 at 06:43

Non serve cercare di smentirti è inutile non ci arrivi!

vito_t
Scritto il 28 Giugno 2018 at 07:36

L’unico BOMBA, è il somaro fiorentino e quello è coperto da copyright, vi prego non usate a vanvera questo termine ! … eh eh
Andrea sostieni che quando lo spread 5y-30y Usa si è portato sotto i 100bp negli Usa è sempre stato l’anticipatore della recessione, nel 1996 lo spread si è praticamente azzerato, ma la recessione è arrivata molti anni dopo ( dopo il 2000 ), .. c’è qualche errore in quello che leggo ?
Chi semina vento raccoglie tempesta e il tempo ha detto chi seminava vento i finti sinistroidi .

aorlansky60
Scritto il 28 Giugno 2018 at 08:31

@ Laforzamotrice

le banche sono i NOSTRI granai finanziari, custodiscono i NOSTRI RISPARMI

……………………………………………………………………………………………………………………..

uhmmm…. err… no.

Cioè, a fine paragrafo (*) ti spiego come la vedo io e soprattutto come mi muovo nel gestire i miei averi.

Un granaio può riservare molte sorprese, specie se non lo presidi da vicino(lontananza fisica); può andare a fuoco, allagarsi per le troppe pioggie, e peggio ancora può rischiare di essere svuotato da qualche furbone svelto dalle idee chiare.

La metafora descrive quanto accaduto in alcuni istituti bancari ITA negli anni recenti, e nonostante la levata di indignazione partita a tutti i livelli, soprattutto da quelli alti che non hanno vigilato opportunamente per evitare l’incidente, con la promessa da parte di questi che “non si ripeterà più in futuro, alzeremo i livelli di guardia” non è affatto detto che non possa ripetersi,

a maggior ragione perchè oltre ai geni di casa nostra (BankItalia & Consob e a ruota le banche private italiane) molto svelti nel gestire i patrimoni(specialmente quelli che non gli appartengono…) si sono aggiunti altri geni anche più autentici, quelli che in Europa (BCE) hanno fatto passare, chiedendone la ratifica a tutti gli Stati membri UE (per l’ITALIA prima e.letta poi m.renzi che lo hanno firmato rispettivamente nel 2013 e 2014) la direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) meglio nota come procedura di “Bail-in” da applicare a tutti quegli istituti bancari della zona €uro in avanzato stato di crisi (praticamente falliti o quasi).

Per quanto mi riguarda (*) tendo a mantenere su c/c lo stretto necessario per la contabilità della casa; per l’eccedente, mi guardo bene dal mantenerlo in banca. E molto diversificato. Ultimamente stò insistendo sul GOLD(fisico). Questo non vuole essere un consiglio beninteso, io sono un somaro che di solito non segue la mandria, per questo sono da evitare; chi ha orecchi intenda.

laforzamotrice
Scritto il 28 Giugno 2018 at 08:49

ice­berg­fi­nan­za,

Mi spiace, non ci arrivo. Il fallimento di una banca ha fatto scoppiare la più grande crisi mai successa (che è ancora in pieno sviluppo, visto che col cavolo che la situazione è migliorata, ma si è solo barato con i Q.I. ) ma invece in Italia si sarebbe dovuto far saltare 10 banche senza problemi. BMS, Etruria, CARIGE; POP VIC, Veneto banca, Cr Marche ecc.ecc. No, non lo capisco, è ovvio che il sistema bancario europeo (mondiale) è altamente instabile, sorretto da enormi bolle finanziarie e finanziamenti fasulli di stato, E’ UN’ENORME BOLLA, ma qualcuno vuole assumersi la responsabilità di farla esplodere? Tu capitano? Io no, io SPERO che si riesca a farla sgonfiare con calma, anche se dubito fortemente che ci si riuscirà, cosi come spero di vedere file di impiccati banchieri, finanzieri, speculatori e similia; ci spero ma NON CI CREDO assolutamente. quindi fanculo la giustizia, posso solo sperare nel meglio ma prepararmi al peggio. Oro e Piombo.

laforzamotrice
Scritto il 28 Giugno 2018 at 08:54

aor­lan­sky60,
Posso essere d’accordo con te, ma non cambia il punto, abbiamo costruito (o lo abbiamo lasciato fare) un palazzo pericolante, IN CUI NOI VIVIAMO) il problema è che se lo facciamo crollare crolla su di noi, quindi mi sembra logico che l’unica cosa che possiamo fare è di cercare di ristrutturarlo dall’interno, non vedo altre vie. Ma se me ne date altre…

icebergfinanza
Scritto il 28 Giugno 2018 at 08:59

Non so se ho scritto sempre, ma il riferimento ai 5/30 era per diluire gli effetti della politica monetaria, certo è che il divario tra i rendimenti dei titoli del Tesoro a 30 anni e a 5 anni è sceso a soli 27 punti base. Alla fine dello scorso anno, lo spread ha superato i 100 punti base e ha raggiunto il picco a oltre 300 punti base alla fine del 2010.

l’ultima volta che il divario è stato così ristretto è stato nel 2007 allora come oggi, la maggior parte degli analisti suggerisce di ignorare questo potenziale indicatore di recessione. IO no!
Per il resto è evidente quello che sta accadendo…

https://www.frbsf.org/economic-research/publications/economic-letter/2018/march/economic-forecasts-with-yield-curve/?utm_campaign=JM-305&utm_medium=ED&utm_source=mce

icebergfinanza
Scritto il 28 Giugno 2018 at 09:38

Te lo dico in ITALIANO … NAZIONALIZZAZIONE!

Studio non chiacchiere… http://economia.unipv.it/pagp/pagine_personali/gascari/sweden_lungo.pdf

idleproc
Scritto il 28 Giugno 2018 at 09:47

Uno degli errori che hanno fatto i cinesi è stato quello di importarsi i “metodi” della finanza occidentale anche se ne hanno un controllo parziale statale.
Per decenni hanno avuto un’ottima strategia che depone molto a favore della loro classe dirigente e che è stata quella di importarsi e gestire metodi di produzione, tecnologia avanzata e di diventare l’officina globale.
Si sono espansi con investimenti produttivi esteri affiancati e/o integrati alla produzione locale acquisendo ulteriori competenze e mercati.
Per chi non lo sa è del tutto normale che chi lavora per loro, ha un paio di cinesi dietro le spalle che imparano da lui.
Inoltre, anche se in ultima istanza vi è riconducibile, non hanno lo stesso approccio imperialista monopolista violento e tradizionale vigente dalle nostre parti presso le corporation finanziarizzate globali.
Sono molto più intelligenti.
La scommessa globalista finanziaria occidentale era quella di sfruttare le contraddizioni sociali, geoeconomiche ed etniche interne per poi aver campo libero seguendo la solita procedura standard.
Scommessa persa e alla grande.
Dovrebbero sviluppare il loro mercato interno, risolvere gli squilibri geoeconomici interni, pagare di più i loro lavoratori, ampliare la protezione sociale, sburocratizzarsi negli apparati e per finire disinquinarsi, cosa molto diversa dalla finanziarizzazione anche dell’aria che sta dietro alla faccenda della CO2.
Lo sviluppo interno aprirebbe larghi spazi a quanto richiesto dall’amministrazione USA per il lavoro produttivo in USA e , in generale, riequilibrare il sistema riducendo la tensione globale che è lo scopo primario che interessa a tutti tranne ai pazzi criminali psicopatici mimetizzati come “buoni” .
L’unica cosa che non dovrebbero fare è importarsi la finanza occidentale e relativi “prodotti”.

idleproc
Scritto il 28 Giugno 2018 at 09:55

laforzamotrice@finanza,

E’ ovvio, “nazionalizzazione”, vale anche per altri settori strategici.
Finora la procedura è stata quella di regalargli soldi a carico collettivo con esproprio generalizzato in basso in cambio di nulla tranne le chiacchiere sulla libertà di chi si metteva i soldi in tasca.

aorlansky60
Scritto il 28 Giugno 2018 at 15:12

@ LaForzaMotrice

abbiamo costruito (o lo abbiamo lasciato fare) un palazzo pericolante, IN CUI NOI VIVIAMO”

Se intendi “abbiamo concorso a formare questo manicomio” come lo è l’attuale sistema economico mondiale,

dalla mia posizione mi tiro fuori, come penso buona parte degli utenti del forum (praticamente tutti credo) che nulla hanno a che fare con l’alta finanza, con la conduzione di grandi banche d’affari anglosassoni, con grandi hedge funds e grossi fondi sovrani, caso mai noi siamo le vittime che hanno dovuto assistere, malgrado loro, a decisioni volute dall’alto del sistema col quale non hanno potuto interagire in alcun modo.

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