TRUMP: THE MILLION DOLLAR COUNTDOWN!

Scritto il alle 10:05 da icebergfinanza

In attesa di osservare la prossima settimana quanto siano fessi o meno i francesi nel sostenere uno che ha messo in piedi la “loi travai, o meglio la riforma del lavoro El Khomri, che elimina definitivamente i diritti sul lavoro, uno che non farà altro che portare a termine il criminale progetto per il quale è stato creato l’euro, torniamo ad occuparci dell’altro campione della classe media americana che nei sui primi 100 giorni non ha combinato un tubo alla faccia delle illusioni e delle aspettative!

Il legname canadese nel mirino di Trump, gli Usa vogliono dazi al 20%

Dopo le proteste dei produttori di latte Usa per la politica dei prezzi di Ottawa, Washington apre un nuovo fronte nella guerra contro i prodotti provenienti dall’estero. Il governo canadese: “Decisione iniqua e punitiva”

Canadian dollar slides as Trump ratchets up trade tensions

L’altra notizia è questa… Trump prepara una tantum per il rimpatrio dei profitti all’estero

Donald Trump lo aveva sempre ribadito durante al sua arrembante campagna elettorale: se vinco ridurrò le imposte societarie dal 35 al 15% e varerò un prelievo una tantum del 10% – per il rimpatrio di profitti parcheggiati all’estero – pari a 2.600 miliardi di dollari complessivi. Una bella sommetta. Ora che è alla Casa Bianca ci prova e spera che stavolta gli stessi rappresentanti repubblicani non gli facciano lo sgambetto come nel caso dell’Obamacare.

Un rapporto del Congresso del 2013 aveva messo in luce i tesoretti trasferiti o preservati all’estero dai giganti americani per evitare il rischio di una tassazione sui profitti reimpatriati tuttora prevista dalle efficienti autorità fiscali Usa.

Tra Apple e Microsoft sono oltre 220 miliardi di dollari parcheggiati all’estero, un somma pari a quasi il 10 % della somma che le multinazionali hanno “legalmente” accumulato eludendo il fisco alla faccia degli idioti che per anni hanno regolarmente pagato le tasse.

Ora a noi interessa ricordarvi cosa a scritto il nostro Machiavelli nelle scorse settimane, oltre all’obiettivo di questo rimbalzo del dollaro, non dimenticatevi che nel 2005, quando gli Stati Uniti sotto Bush,  introdussero l’Homeland Investment Act, la prima legge sul rientro dei capitali, il dollaro si apprezzò di oltre il 15%…

…il dollaro si apprezzò di oltre il 15%.

Chiaro il concetto?

Venerdì uscirà il dato sul pil del primo trimestre, le mie previsioni sono sotto le aspettative medie del 1,1 % in una forchetta che va dal 0,7% al 1,7 %. Noi siamo più per lo 0,7%/0,8% ovvero in gergio tecnico una “crescita recessiva” che fa sorridere di fronte alle aspettative del triplice aumento dei tassi della Fed, ma di questo abbiamo già più volte parlato!

Released On 4/28/2017 8:30:00 AM For Q1a:2017
Prior Consensus Consensus Range
Real GDP – Q/Q change – SAAR 2.1 % 1.1 % 0.7 % to 1.7 %
GDP price index – Q/Q change – SAAR 2.1 % 2.0 % 1.4 % to 2.4 %
Real Consumer Spending – Q/Q change – SAAR 3.5 % 0.7 % 0.4 % to 1.5 %

L’ultimo volo dell’Araba Fenice prosegue come previsto, il canto dei cigno nero dei mercati è sostenuto dall’illusione Macron, ma come già detto una possibile sorpresa è dietro l’angolo per il 7 di maggio, una sorpresa che come abbiamo visto nel fine settimana non cambierà le dinamiche dei mercati.

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’oceano infinito di questa tempesta perfetta, l’informazione indipendente…

 

41 commenti Commenta
emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 10:28

Che blog strano…
Uno che si occupa di investimenti finanziari, cioè di vile denaro, che invece è un luminoso idealista.
Per questo lo sostengo ormai da anni.
Non so se ha visto giusto negli sviluppi futuri ma leggerlo dà speranza.

reragno
Scritto il 26 Aprile 2017 at 11:24

Si chiama finanza etica, nel senso che sul nostro Capitano eticamente parlando non c’è nulla da ridire.
Ricordiamoci sempre che ” IL DENARO E’ OTTIMO SERVITORE, MA UN PESSIMO PADRONE”

neodimio67
Scritto il 26 Aprile 2017 at 12:13

Siamo al redde rationem? Dal WSJ ( il che è tutto dire..) i cittadini del paese della “libera impresa” interpellati su un quesito facile facile.. chissà quali esiti darebbe dalle nostre parti un sondaggio di questo tipo..

neodimio67
Scritto il 26 Aprile 2017 at 12:15

emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 12:17

neodimio67@finanza,

eh sì…i segnali cominciano a moltiplicarsi…

john_ludd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 14:25

Al di là che consentire agli HFT una fiammata al rialzo (tanto troverebbero qualche ragione) il rientro dei capitali è una doppia illusione. Le grandi corporation hanno tutte una tesoreria di gruppo, contabilmente i soldi sono in Irlanda o altrove ma in pratica sono ovunque servano. Non ci sarà nessun rientro, nella finanza globalizzata, tutto gira vorticosamente, quei soldi sono già negli Stati Uniti e allo stesso tempo non ci sono. Alle corporation di pagare una tassa anche piccola per non avere alcun vantaggio reale non interessa. Avrebbe senso rimpatriare il denaro in maniera stabile solo se si intendesse iniziare una campagna di investimenti di lungo periodo con annessi vantaggi fiscali, quelli che hanno ora a investire altrove. Ma gli USA sono un paese defunto per intere filiere produttive, sono disintegrate da tanto tempo e non ci sono più le competenze per rimetterle in pista, servirebbero almeno 20 anni, un tempo assurdo per un paese che al contrario con la politica di THE DONALD si avvia a ridurre ancora di più l’efficacia del proprio sistema scolastico che già fa pietà. Assisteremo nel silenzio dei media al progressivo spostamento a est anche del biomedicale più avanzato, ultimo bastione del passato strapotere americano, la Corea del Sud per esempio e lo stesso Giappone sono ormai paesi frontiera sulla genetica e così via, nell’attesa della Cina. E quali sono i migliori sistemi scolastici ? Corea e Giappone. Sempre, intendiamoci, intendendo per ottimo sistema scolastico, un sistema che produce fantastici ingegneri, biologi, chimici ma cerebrolesi su tutto il resto. Ma questo è un altro discorso. Ho appena trascorso un mese in paese del nord Africa con paesaggi fenomenali, una storia millenaria, sicuro più delle nostre città ed estremamente a buon mercato. I luoghi tipicamente turistici erano pieni di asiatici, nettamente più degli europei (i vecchi ormai rimbambiti dalla paura dell’ISIS, mentre i giovani non hanno soldi), ma non più i charter di settantenni in fila dietro una guida con la bandierina come nei film, ma coppie, gruppi di giovanotti che hanno ormai un reddito elevato a giudicare dalle machine fotografiche che portavano appese al collo. Non credo esistano forze in grado di mutare tutto questo, siamo dentro un mutamento epocale.

madmax
Scritto il 26 Aprile 2017 at 16:50

Scuola Koreana….riflettete gente!
Prendo spunto dal post sopra per spiegare perche’ la scuola koreana e’ migliore, perche’ studiano di piu’.
I miei figli hanno compagni koreani per i quali la nostra scuola e’ praticamente vacanza.
1-La scuola koreana inizia alle 8:00 e finisce alle 21:30, si avete letto bene 21:30 !!!! Contate le ore prego.
2-Si va a scuola pure il Sabato, una legge dello stato obbliga ad andare die Sabati per mese a scuola.
3-I professori sono osannati…impossibile contraddirli, hanno il potere assoluto in classe.
4-Gli studenti devono pulire la scuola, ovvero prima della campanella si assicurano che la classe sia pulita…e la puliscono.
5-Rotazione dei professori ogni tot di anni cambiano scuola che piaccia o meno!
Capite che partendo dai numeri sopra da noi non fanno nulla.
In occidente si e’ perso il concetto del “masticare amaro” ovvero farsi il mazzo per arrivare da qualche parte. Tutti a cercare le scuola con il brand!!!!

emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 17:24

madmax,

Ma ci sei mai stato in giappone?
I risultati di quel sistema scolastico sono buoni sotto un certo punto di vista ma producono una massa di frustrati mezzi sadici che non hai idea.
Nel quartiere Kabukicho le ragazzine minorenni vendono le loro mutandine usate (e non lavate sennò non le comprano) per i maniaci che se le annusano a casa.
E devi vedere i fumetti giapponesi, non quelli vietati, quelli normali…
Infatti, non a caso, discendenti dei giapponesi trapiantati in Brasile dicono sempre che loro sono brasiliani e che non c’entrano assolutamente niente coi giapponesi del Giappone mentre, pensa un po’, per i trapiantati tedeschi (numerosissimi in quel paese) è il contrario e sono i tedeschi europei a dire che loro non c’entrano niente con quelli brasiliani.
Il che la dice lunga…

Poi questa idea che si debba per forza soffrire secondo me cela un altro retro pensiero che non condivido affatto. Lasciamo perdere che susciterei un vespaio.

ilcuculo69
Scritto il 26 Aprile 2017 at 19:00

mad­max,

in Korea hanno inventato un interessante esperimento sociologico motivazionale per i dipendenti.
Hanno allestito delle sale dove ci sono delle casse da morto e i dipendenti dopo aver pregato (non so chi) vi si sdraiano dentro, le casse vengono chiuse e li restano per una quindicina di minuti, poi avendo percepito che in fondo il loro lavoro per quanto duro è meglio che essere morti tornano motivatissimi alla loro scrivania.

Io francamente continuo a pensare che se tutto quello che facciamo non ha come scopo il migliorare la nostra vita , meno lavoro, meno fatica, più tempo, più relazioni, più godimento ….
tanto vale infilarsi nella cassa da morto e lasciarla chiusa.

Forse gli orientali con questi metodi avranno Successo … ma… è davvero un successo ?

stanziale
Scritto il 26 Aprile 2017 at 19:05

Ricapitoliamo un po’ le vicende italiche, l’Italia messa alle strette dopo l’abbandono definitivo della sovranita’ monetaria, avvenuto tra il 1981 ed il 2000 circa, inizio euro (ma anche prima, gia’ all’assemblea costituente…)
-nel 1992 -britannia- avviene la famosa svendita massiva di bei pubblici italiani ad una frazione del loro valore, perche’ il debito pubblico(in carta straccia senza retrostante) in rapporto al pil e’ troppo elevato.
-si svendono le banche italiane che da pubbliche diventano private, e poi vendute a fondi stranieri perche’ il debito pubblico (in carta straccia senza retrostante)in rapporto al pil e’ troppo elevato.
-si smantella l’iri, le autostrade , la telecom allora prima azienda in europa, le poste, le ferrovie, i trasporti regionali pubblici, le aziende del gas dell’acqua ed elettriche, l’aria che respiriamo (l’enav) , le spiagge, le piazze (i mercatini) ecc. ecc. perche’ il debito pubblico(in carta straccia senza retrostante) e’ troppo elevato rispetto al pil.
-per ultimo, sempre per lo stesso motivo legato alla carta straccia senza retrostante accettata senza porsi domande dalla “plebe”, alitalia verra’ svenduta ad una cordata-immagino franco tedesca con dentro un cooptato italiano, come nei porti greci; naturalmente sara’ cura dei francesi curare meglio possibile il turimo italiano anziche’ dirottarlo verso parigi e la costa azzurra; parimenti, i tedeschi faranno tutto il possibile per non danneggiare i trasporti, le industrie italiane. Certo, certo…
ORA, SI DA’ IL CASO CHE UNO STUDIO DIMOSTRA L’ASSOLUTA INFONDATA CORRELAZIONE TRA DEBITO PUBBLICO, PIL E RELATIVA CRESCITA
https://scenarieconomici.it/un-nuovo-studio-scientifico-la-correlazione-negativa-tra-debito-pubblico-e-pil-non-esiste/
serviti di barba e capelli, direi.

madmax
Scritto il 26 Aprile 2017 at 20:13

emzag,

Si ci sono stato in Giappone,
Il punto e’ per loro non esiste il peccato, puo’ sembrare strano ma solo nella nostra cultura esiste il concetto di peccare.
Per loro e’ assolutamente normale che una coppia giapponese dopo che abbia filiato e la prole sia cresciuta si separi.
I mariti vanno con le ragazzine e le mogli quando vogliono so prendono dei gigolo.
Non posso giudicare proveniendo da un mondo completamente diverso, provo a vincere il concetto di gravita’ con me stesso.
Per quello che riguarda il soffrire forse mi sono espresso male, diciamo allora allenarsi, puoi essere un campione ma se non ti alleni scivoli nella mediocrita’ puoi essere un mediocre ma se ti alleni con costanza e dedizione arrivi a maneggiare l’eccellenza e ti lasci dietro i campioni che non si allenano.
Un saluto.

madmax
Scritto il 26 Aprile 2017 at 20:18

stanziale@finanza,

Comincio’ tutto da molto lontano, da quando chi vinse la guerra ovvero gli USA ci dissero che l’ENI andava liquidata…poi come fini Mattei lo sappiamo.

Il punto e’ che il capitale non conosce limiti.

Per quello che riguarda lo studio mi pare supertempistico, quando gli anglosassoni non avevano debito allora esserlo era terribile, oggi che pure loro sono oltre il 100% del GDP allora va tutto bene.

Direi che e’ sempre la stessa banda che suona una musica diversa.

Tale articolo di certo non usciva nel 2000 quando il rapporto Debito/GDP era del 35%

🙂

john_ludd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 21:26

stan­zia­le@fi­nan­za,

sì è certamente infondata come è infondato qualsiasi studio che pretende di determinare rapporti di causa/effetto tra due parametri i quali dipendono da una miriade di altri a loro volta interdipendenti e che a loro volta dipendono dall’istante nel quale sono osservati. Gli autori dei precedenti come di questo e ogni altro sono ammantati da matematica complessa utilizzata solo per dare un senso di nobiltà alle intenzioni degli autori, in realtà Garbage IN = Garbage OUT. E’ estremamente difficile trovare qualcosa da salvare nella macro economia, una pseudo scienza che non contempla nei propri modelli il ruolo delle esternalità, della demografia e quello del comportamento reale degli essere umani i quali vengono tuttora considerati agenti perfettamente razionali quando sono almeno 40 anni che questa tesi è stata ridicolizzata dalla psicologia comportamentale. Questi modellini da bambino arrogante che pretende di essere il primo della classe, postulano che un italiano si comporta come un tedesco, un americano, un russo, un indiano o un cinese e questo vale sia se ha 20 anni che 80, sia che sia nato nel 1800 che oggi. Questi alfieri della super cazzola, questi sacerdoti persi nell’adorazione di se stessi costruiscono tesi ritenendo che l’universo che osservano presenti caratteristiche identiche al passare del tempo ovvero che il mondo del 1900 ha le stesse caratteristiche di quello del 1940, del 1980 e di oggi. Questa gente pensa che il passato sia perfettamente rappresentativo del presente e del futuro e che i parametri statistici ottenuti dallo studio di un piccolo paese nel 1950 abbiano lo stesso contenuto informativo di analoghi parametri calcolati per un paese 10 volte più grande nel 2017 a uno stadio di sviluppo completamente differente. Comprendo bene che l’economia in sé potrebbe essere una scienza se chi la pratica applicasse il metodo scientifico, ma questo non accade, ad esclusione di talmente pochi da essere del tutto irrilevanti e quindi a oggi possiamo ammettere che se per incanto un virus eliminasse tutti gli economisti dal pianeta non sarebbe davvero una gran perdita.

stanziale
Scritto il 26 Aprile 2017 at 21:39

@Madmax @john ludd- grazie del commento. In effetti se la cantano e suonano come gli pare a seconda del momento. Purtroppo questa -relativa- cazzata del rapporto debito/pil ha fatto presa -nella testa di tutti – quasi fosse oro colato, in questo sono stati veramente bravi.

emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 21:41

madmax,

Il Giappone e in qualche modo l’Oriente in generale effettivamente non conoscono il “peccato” ma al posto di questo concetto occidentale loro hanno la “vergogna”.
Dove per “vergogna” intendono il non essere irreprensibile nei confronti della società.
Guardati Rashomon, film di Akiro Kurosawa che illustra perfettamente questo concetto.
Per cui per loro è molto più semplice adeguarsi all’ordine costituito ma a prezzo di deviazioni della personalità che da noi sarebbero considerate patologiche.

Portare a esempio la società orientale va bene solo o per qualche signora che si fa il viaggio in India per poterne parlare con le amiche nei salotti o per qualche vegano integralista.
Cerchiamo di recuperare la nostra autentica identità di europei che non è quella tecnocratica e soprattutto la nostra identità di italiani che se non fossimo asserviti alle élite straniere saremmo, a parità di dimensioni, il più forte paese della terra.

john_ludd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 22:20

emzag,

parti bene poi alla fine ci caschi anche tu. Non si tratta di essere i migliori della terra, quello non è ottenibile perché non c’è un modo per definire meglio o peggio. Si tratta di essere se stessi, conservando le proprie tradizioni che se si sono sviluppate così nel corso dei secoli è perché erano adatte a noi e al nostro rapporto con il territorio. Le culture degli altri sono degli altri, nè meglio nè peggio, senza conoscere la lingua, la storia e la letteratura di un popolo non è possibile capire il come e il perché. Il resto è folklore per gente annoiata o persa nella new age. Sono stato quasi ovunque, luoghi e gente splendida, ma ma alla fine torno qui perché non può essere altrimenti, è casa mia, l’unica gente che capisco davvero (forse). E non sono europeo, sono italiano, paese che sta in Europa, anzi sono emiliano che sta in Italia.

sd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 22:49

Buonasera

Purtroppo non ho avuto la possibilità di girare il mondo, solo qualche vacanza….tempo e danaro permettendo.
Sicuramente l’Oriente è diverso da noi Europei per la loro storia, cultura e religione. Ma non credo che i popoli orientali siano così disciplinati ed ordinati solo per questo.
Probabilmente dipende anche dalle loro èlite, probabilmente anche loro sono disciplinati, ordinati ed onesti. Sicuramente sono da ESEMPIO per il popolo.

In italia o anche europa mi sapreste dire quanti delle èlitè possono competere in fatto di disciplina, onestà ecc ecc. con gli orientali.

Vorrei farvi un piccolo ed insignificante esempio………nel settore in cui io lavoro, il CAPO, deve sempre arrivare per primo, lavorare di più e guadagnare quasi come gli altri a parita di tempo impiegato……..altrimenti non durerebbe neanche un mese….ed al primo sbaglio (errare humanvm est)….verrebbe messo in croce.

SD

SD

john_ludd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 23:09

sd@​finanza,

non è proprio così, ma lasciamo perdere l’oriente che lo conosciamo poco mentre gli stereotipi abbondano. Il buon esempio lo avevamo anche qui, era comune, era la prassi. Si potrà obiettare che il “padrone” è sempre il “padrone” ma è parte dello stupidario vetero sinistrorso quelli passati dal duri e puri al più Europa. Ma quel tempo è finito. Cosa è successo ? Tante cose, ma il modello anglo sassone, anzi la sua versione marcia nata dopo la seconda guerra mondiale si è mangiata la nostra buona vecchia cultura provinciale. Ci si è sentiti inferiori ed è stato buttato tutto nel cesso, ora ci troviamo imbecilli di 30 anni con un master alla Bocconi che fanno a pezzi quel che si trovano tra le mani perchè il mantra è lo “shareholders value approach” l’arricchimento dei soli azionisti invece che lo “stakeholders value approach” cioè la creazione di valore per tutta la filiera, proprietari, impiegati, clienti, fornitori, la comunità tutta. In Italia non avevamo bisogno che qualcuno ci insegnasse neologismi inglesi, l’approccio vincente era nella nostra cultura storica che risale a quanto eravamo città stato. Abbiamo buttato secoli di buon funzionamento, di provata e robusta tradizione per adottare quanto partorito da uno sparuto gruppo di ideologi che dopo avere fatto a pezzi un bel pezzo di mondo sparirà nella cloaca della storia. Peccato funzionava piuttosto bene malgrado la KorruZZione.

emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 23:20

john_ludd@finanza,

Non capisco perché devi sempre impostare i discorsi su un “giudizio” del tuo interlocutore.
Abbiamo viaggiato molto tutti e due e sai bene cosa vuol dire.
Se hai voglia di perdere un minuto ti cito un passo dell’Orlando Furioso, incipit del canto settimo:

“Chi va lontan da la sua patria, vede
Cose, da quel che già credea, lontane;
Che narrandole poi, non se gli crede,
E stimato bugiardo ne rimane:
Che ’l sciocco vulgo non gli vuol dar fede,
Se non le vede e tocca chiare e piane.
Per questo io so che l’inesperienza
Farà al mio canto dar poca credenza.”

Quindi tu e io sappiamo che abbiamo visto cose che chi non ha viaggiato “davvero” non può capire. “Crede” di poterle capire ma finchè non te le vedi davanti agli occhi non puoi comprendere cosa realmente significhino.

Ma sarebbe un errore sentirsi per questa esperienza in più spinti a diventare degli esclusivi dispensatori di verità, perchè sappiamo, avendo viaggiato tu e io, che qualcuno ha sicuramente delle esperienze che noi non abbiamo.
Tu non hai le mie e io non ho le tue ma le tue non escludono le mie e viceversa, casomai si integrano.
Ci siamo, sì….

Allora se tu avessi letto quello che scrivo avresti potuto capire che spesso parlo per dare un po’ di drive alle mie opinioni.
Quindi a me non interessa minimamente chi è meglio o peggio ma credo che in questo momento storico occorra “vellicare” il sentimento di appartenenza nazionale con un po’ di orgoglio anche bassamente sciovinistico.
In realtà chissenefrega se siamo meglio o peggio, personalmente nutro una grande antipatia per i giapponesi ma sono comunque un popolo dal quale c’è molto da imparare se non altro per l’arte figurativa che è qualcosa di veramente grande sia nel registro “alto” che in quello borghese del periodo Meiji, cioè l’arte dell’ Ukyo-e, “il mondo fluttuante”, appunto “borghese”, ossia quando la “tradizione primordiale” si è dissolta sotto i colpi della civiltà occidentale e ha lasciato il posto a una realtà “instabile”, meno “vera” se vuoi ma più riccamente e liberamente allusiva.

Oggi non è il momento delle “verità” ma del recupero del “senso di appartenenza” del quale, proprio in questo tuo ultimo post, parli anche tu.

Mi dispiace che la gente faccia fatica a capire certe cose, vedo da una decina di anni a questa parte che con una lentezza spaventosa si stanno diffondendo delle idee che per me sono da decenni un dato di fatto acquisito.
E’ un mio limite, non so convincere, ci ho provato in varie sedi ma non c’è niente da fare.
Cerchiamo però di non insistere troppo nel dimostrare che noi, o tu, abbiamo capito cose che altri per adesso non riescono nemmeno a immaginare.

Come diceva quello: “Oh avessi io la voce di un falconiere, per richiamare a me questo gentile terzuolo!”…e io non ce l’ho la voce di falconiere però un giorno arriverà quello col tono adatto…però nel frattempo nel nostro piccolo tentiamo di far passare “idee” più che orgogliose rivendicazioni personali.

Ave atque vales.

emzag
Scritto il 26 Aprile 2017 at 23:21

Vale senza “s” che è partita per i fatti suoi…

john_ludd
Scritto il 26 Aprile 2017 at 23:52

emzag,

Tu scrivi:

… E’ un mio limite, non so convincere, ci ho provato in varie sedi ma non c’è niente da fare.

Sono cazzate e lo sai benissimo. Prova a essere meno aggressivo se vuoi convincere gli altri. Se sei stato dove altri non sono andati, se hai esperienze da portare, se hai argomenti che senti di dover sostenere, che bisogno hai di porli in questo modo. Non ne guadagni niente, la gente che magari è vicina ad accettare la tua posizione o almeno è disponibile a discuterne ti scarta immediatamente perché non sopporta chi è aggressivo. E’ un meccanismo di auto difesa, tu accarezzeresti un cane che ti mostra i denti ? Se hai la testa usala, non usare la clava. Dopo essere andato sopra le righe un totale di volte ora prima di pigiare ENTER faccio un bel respiro e rileggo almeno una volta, per ora funziona, prova. Ciao e buona notte.

emzag
Scritto il 27 Aprile 2017 at 00:11

john_ludd@finanza,

Non mi hai risposto sull’argomento, però.
Ci ho provato in mille modi, a riunioni sindacali, a riunioni politiche, in conversazioni personali.
Oggi vedo che con una lentezza sorprendente quello che dico sta cominciando a passare.
Non parlo di filosofie astratte sui massimi sistemi, sto dicendo che delle questioni che oggi sono su tutti i giornali le avevo affrontate in sedi “sensibili” qualche decina di anni fa senza riuscire a cavare un ragno dal buco.
Dovrebbe essere ovvio quello di cui sto scrivendo ma vedo che qualcuno fa fatica a capire.
Ho compreso che io personalmente non so come veicolare certe idee e quindi a volte, qui, lo faccio in maniera più enfatica perchè mi sono scocciato, tutto qua.
Poi se vuoi argomentare su quello che ho detto e non sui giudizi ad hominem come tuo solito ti leggerò volentieri.

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:00

@ STANZIALE

ottima e precisa disamina -la tua delle 19:05- che ovviamente condivido, circa il caso storico/economico dell’Italia degli ultimi 50anni(almeno);

a parte la chiave di lettura di JOHN, sempre molto forbito ed analitico, io riduco il tutto in un semplice concetto per come la NATURA della TERRA ha insegnato, attraverso milioni di anni : “PESCE GRANDE mangia pesce piccolo” (*);

In un contesto fortemente competitivo tra Stati sovrani, chi non ha la mentalità decisa e risoluta (e negli ultimi decenni quella della classe dirigente italiana non lo è stata) a volere difendere i propri beni, le proprie (infra)strutture, le proprie basi su cui poggia l’intera sua economia (nelle varie citazioni che hai fatto, STANZIALE) è destinato a soccombere. Pur con l’attenuante che Madmax ha ricordato (non si arriva a questo punto storico per caso, l’Italia è una di quelle Nazioni risultata perdente dall’ultimo TURNING POINT significativo della Storia -IIWW ndr-, e ne ha dovuto accettare tutte le conseguenze compresa la pesante ingerenza anglosassone -specie degli USA- quando si è trattato di andare su certi argomenti importanti, vedi ENERGIA, vedi ENI, vedi MATTEI.)

Ciò che stà avvenendo da alcuni anni nel nostro paese (con gli Stati stranieri che fanno baldoria (*) di molte nostre aziende sottratte alla proprietà Italiana) non fa altro che testimoniare esattamente ciò che hai sottolineato, caro STANZIALE (e che da molto tempo scrivi giustamente).

sepp
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:02

a EMZAG
il tuo pensiero e’ il mio pensiero.
Continua a descriverlo cosi’ mi
posso consolare di non essere
l’unico a vedere questa realta’.
Buon lavoro.

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:39

emzag,

decenni ? allora anche tu …

convincere la gente è più difficile che spostare le montagne, non è un’idea mia, mai avuta una tutta mia. Nessuno cambia idea perché lo trova scritto da qualche parte o ha parlato con un tale particolarmente convincente, è un processo lento, sismico e anche se porti o credi di portare fatti e solo fatti (nessuno lo può fare, ma ci può provare) questo non conta in quanto la mente umana non decide in base ai fatti nella quasi totalità dei casi. Dunque ? Quello che puoi fare è influenzare, lentamente insinuare elementi che la mente di chi ti ascolta scarterà immediatamente se li presenti nel modo sbagliato a meno sia già d’accordo con le tue posizioni. Ogni tanto tu stesso ti chiederai “perché non cambia mai nulla ? è così’ evidente che …” Ecco appunto, è difficile convincere le persone e comunque tutto invece cambia, nulla resta fermo, ma non con il ritmo che vorremmo noi, impercettibilmente, in silenzio poi un giorno BUM tutto in una volta, fragorosamente. La storia è non lineare, accumula tensioni per secoli come la crosta terrestre, poi un giorno si spacca e avviene il terremoto, ma era iniziato tutto decenni prima senza che nessuno se ne accorgesse. Per questo è difficile, sei, sono, siamo, agenti tra miliardi di agenti, attivi o passivi poco cambia, sono i numeri che ci schiacciano.

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:49

@ Emzag

personalmente nutro una grande antipatia per i giapponesi ma sono comunque un popolo dal quale c’è molto da imparare…

oltre agli esempi che hai citato in campo artistico,

io penso che quando i giapponesi “ci si mettono per davvero” (con la loro metodicità tipica pari solo al loro fanatismo quasi trascendentale, per tanto che ha poco di “umano”) nei campi dove decidono di applicarsi,
non ce n’è quasi più per nessuno, riescono a raggiungere livelli di eccellenza assoluti e sorprendenti (e preoccupanti per qualsiasi concorrenza);

cito tre esempi pratici di settori industriali (per i quali ho maturato interesse personale da molto tempo) nei quali il Giappone non aveva alcuna tradizione storica [o quasi] agli inizi del 900, ma ha saputo pazientemente copiare dagli Europei per evolvere propri prodotti allo stato dell’arte:

– motori (automobili e motocicli)

– fotografia (hanno smontato e clonato le macchine ZEISS e LEITZ degli anni 30, compresi gli schemi ottici degli obiettivi, per evolvere in schemi ottici e meccaniche proprie di assoluta validità; la NIKON F primi anni 60 non aveva più nulla da invidiare alle pari tedesche, anzi, nel caso dell’affidabilità pura erano quelle tedesche che avevano da invidiare alla NIKON)

– audio (anche in questo campo hanno studiato attentamente i progetti inglesi e americani dei marchi d’oro degli anni 50 per evolvere in prodotti commerciali particolarmente aggressivi come prezzo e validissimi come qualità tecnica generale che avevano poco nulla da invidiare a quelli dei marchi storici anglosassoni)

Per la loro attitudine, i Giapponesi non possono far paura alla concorrenza occidentale (e così è stato nel corso degli ultimi 60anni per i settori che ho descritto) ed essendo ORIENTALI, non posso non tracciare il parallelo con i vicini CINESI, altri validissimi imitatori e clonatori di prodotti ed architetture industriali :

negli anni 50/60 l’occidente (per mezzo della sua opinione pubblica) si faceva beffe dei giapponesi etichettandoli come volgari “copiatori” di prodotti consumer occidentali (poi dagli anni 60 in su, gli occidentali hanno visto con che classe di prodotti e relativo rapporto qualità/prezzo sapevano competere i giapponesi…)

la stessa storia si ripete negli anni 2000, con i Cinesi visti dall’occidente solo come produttori di apparati mediocri in genere… solo che questi sono 1 miliardo e 400 milioni, mentre i giapponesi sono “solo” -si fa per dire- 120 milioni, ecco un altra ragione per cui devono far paura (i Cinesi), diamogli tempo…

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:58

…intendevo dire : per la loro attitudine, i Giapponesi non possono NON FAR PAURA alla concorrenza occidentale…

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2017 at 10:59

aor­lan­sky60,

ma nulla resta fermo. Oggi l’idea predominante se non unica è che non c’è alternativa al gigantismo. Sono i ragionamenti tipici dell’economista che vede solo fattori di scala, non comprende la funzione esponenziale come il grande Al Bartlett ha cercato di spiegare per decenni. Il poverello non riesce a vedere una sfera persa nello spazio sovrappopolata e dalle risorse scarse le quali vengono raccolte con il criterio del frutto sul ramo più basso, prima quelle facili ed economiche poi forse le altre. Le civiltà sono tutte complesse e ogni problema è un problema di complessità che si cerca di risolvere con sempre maggiore complessità ma essa comporta nuovi costi, richiede una quantità addizionale di energia. Uno stato centralizzato consuma di più della somma dei piccoli stati che ha fagocitato, un unione costa di più della somma dei singoli stati, un grande impero vive sempre al di sopra dei propri mezzi, o si espande o si contrae e muore. Ma non si può sempre espandere, un giorno i costi superano i ricavi e inizia il declino. La storia è il tempo e quest’ultimo è una spirale, nulla torna come prima ma se cambia il contesto allora ecco che l’inevitabile gigantismo di oggi diventa prima un handicap poi la pietra che porta a fondo, ecco che l’agilità torna a essere premiata rispetto alla forza. Non che mi auguri sfracelli ma la capacità di carico di un paese mediterraneo come il nostro è superiore tre, cinque volte a uno nordico. Il solare in Germania è un’assurdità come in UK o in Trentino Alto Adige ma non in Puglia, non in Sicilia, non in Marocco in India. Tutto ruota come in una spirale. Chiacchiere astratte su un possibile futuro che non ci riguarda ? Non credo, scrivo solo di questo.

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 11:28

@ JOHN

Non che mi auguri sfracelli ma la capacità di carico di un paese mediterraneo come il nostro è superiore tre, cinque volte a uno nordico.

Confortante saperlo, anche se credo che molto prima di dover mettere alla prova tale affermazione, sarò già ampiamente passato a miglior vita (considerando la mia età attuale); se non altro è un augurio per i nostri nipoti, che tra cambiamenti climatici e conseguenti migrazioni di massa (i numeri attuali sono nulla, a confronto degli studi di previsione per i futuri decenni), dovranno sopportare carichi di pressione al cui confronto i problemi attuali per i quali ci lamentiamo potrebbero rivelarsi ben poca cosa.

Sempre che non ci scappi un imprevisto molto prima di quello che si pensi, vedo che il folle megalomane nord-koreano al vertice ci stà mettendo buon piglio per cercare di far cambiare corso alla Storia in maniera violenta e repentina…

Sai, quando c’è di mezzo l’Uomo, anche l’impossibile [da immaginare] diventa possibile, anche che venga premuto “un pulsante” dal potenziale catastrofico, senza pensare minimamente alle conseguenze pratiche…

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2017 at 12:04

aor­lan­sky60,

il folle nord coreano è meno folle dei nostri leader che crediamo non siano folli. Esamina gli scritti dei neocon e vedi se è più pericoloso il coreano o il parrucchino o altro nome indicato a presidiare un impero moribondo e rabbioso. Esamina la politica europea degli ultimi 20 anni e vedi se è più dannosa degli schiamazzi del coreano.

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 12:27

JOHN

il folle nord coreano è meno folle dei nostri leader che crediamo non siano folli.

Indubbiamente non hai alcun torto nell’affermare questo; (proprio per questo c’è da preoccuparsi ulteriormente, se valutiamo il numero di FOLLI con diretto accesso alla “stanza dei bottoni” in alcuni Paesi “chiave” a livello mondiale…)

del resto, la follia dei neo-cons amanti delle ARMI si spiega col fatto che la TORTA annuale da spartirsi garantita dal commercio e dall’export del settore è valutato in 1800 miliardi di US $ (la cifra non è inventata), che vede gli USA in 1ma pos assoluta, seguiti da Russia e China a stretto giro, con UK Francia e Germania a seguire; (per la cronaca, il nostro spesso criticato Paese si colloca in 8va posizione nel settore, per volume di export); fin troppo facile raccontare la solita vecchia filastrocca “ma sai quante opere si potrebbero realizzare a livello mondiale, a scopo di BENE, evitando questa spesa mondiale in ARMI ???

il fatto è che, purtroppo, questa cifra NON INVENTATA dà da mangiare a MOLTE centinaia di migliaia di addetti, dipendenti delle altrettanto numerose industrie armiere dei Paesi citati,

il classico cane che si morde la coda, alla fine del ragionamento…

giap
Scritto il 27 Aprile 2017 at 12:48

John,

ti leggo sempre con piacere e attenzione. C’è una cosa che mi pare tu non tocchi (o forse mi è sfuggita): il tuo discorso si riferisce sempre ad un punto finale di arrivo (tra 20 50 100 anni) e in gran parte condivido le tue idee ma non è forse altrettanto importante parlare di come ci arriveremo a quel punto tra 20 50 100 anni? Ad esempio, se una nazione nel frattempo, grazie alla propria capacità e determinazione acquisisce un potere tale da migliorare la propria condizione, ad es. importando i migliori cervelli dai paesi meno “fortunati”, acquisendo ricchezze in cerca di sicurezza, acquisendo imprese dotate di know-how e mercato, costruendo imprese così “grosse” da avere una forza contrattuale tale da condizionare chi vuole lavorare/sopravvivere in quel settore, migliorando la propria immagine al punto da divendare un “modello” da invidiare ma anche da temere, determinando le regole e l’applicazione delle stesse in base alle proprie necessità eventualmente a danno degli altri e di conseguenza aumentando ancora il proprio vantaggio, rafforzandosi militarmente al punto da diventare il nucleo di comando di una forza armata multinazionale ecc. ecc., ecco, non pensi che quella nazione, nella situazione che si verificherà tra 20 50 100 anni, si troverà comunque in una situazione tale da poter continuare a dominare?
Non trovi che dovremmo concentrarci non solo sul lungo-lunghissimo termine (e sui massimi sistemi) ma anche sulla quotidianità visto che oggi dobbiamo mangiare e anche domani e anche dopodomani?

andreblanz
Scritto il 27 Aprile 2017 at 13:13

che dire. complimenti a tutti per la interessantissima discussione, grazie ad Andrea che mette a disposizione spunti e piattaforma, oltre che ad analisi condivisibili, lungimiranti e illuminanti. in questo post i commenti sono stati superlativi. rimango sempre fan di John Ludd chiunque tu sia. vorrei tanto intervenire al dibattito ma un po’ per la mia giovane età e un po’ per la mia poca profondità mi limito a raccogliere e interiorizzare. il mondo è superficiale, la gente è superficiale, non ci sono molti posti ne persone con cui parlare se non ci si limiti al calcio,al costume e a dove sei andato in vacanza. grazie ancora a tutti!

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2017 at 13:22

@ Giap

Se non ricordo male, molti scritti di John del recente passato ammonivano circa una inevitabile crisi energetica di imminente arrivo (10-20anni dal presente) che coinvolgerebbe a catena praticamente TUTTO IL MONDO abitato;

ora, puoi essere lo Stato sovrano num 1 al mondo per economia, finanza, apparato bellico-militare, ma tutto questo non lo salverà da quella CRISI inevitabile,

così ho interpretato i suoi scritti, ma resto a disposizione per un eventuale bacchettata da parte sua ed ulteriori delucidazioni.

Di certo, vi è da constatare che il mondo stà numericamente sempre più aumentando, e questo fattore inserito nel contesto di SOCIETA’ SEMPRE PIU’ COMPLESSE come le definisce John (a buona ragione) non può che aumentare la criticità totale.

emzag
Scritto il 27 Aprile 2017 at 15:11

john_ludd@finanza,

Ego quoque…

No John, ci sono persone che hanno il weberiano carisma o quello che gli americani chiamano il drive o chiamiamolo come ci pare.
Io no e devo dire che la scoperta mi è dispiaciuta molto.
Però mi ricordo che una trentina di anni fa feci una profezia durante una discussione molto accesa; avevo cominicato a viaggiare da pochissimi anni partendo da posizione eurocentriche abbastanza pronunciate ma nel giro di meno di due anni mi si erano aperti gli occhi sulla “verità”.
E di fronte a delle persone entusiaste del “progresso”, delle “magnifiche sorti e progressive” io portavo la mia fresca esperienza di viaggiatore cercando di spiegargli che tutta la nostra ricchezza, tutta la nostra democrazia, tutto il nostro welfare erano stati guadagnati non con la lotta degli operai e dei cittadini di buoni principi ma solo ed esclusivamente esercitando il dominio e lo sfruttamento più feroce sui lavoratori e sui popoli del terzo mondo. Non conquiste sociali ma concessioni “tattiche” della classe dominante che intanto ci rendeva pienamente complici dei suoi crimini ma oltretutto restava in agguato per levarci tutto alla prima occasione.
Ed esiste il libro, molto noto, del 1975, in cui le élite teorizzano le modalità e indicano il momento in cui questo welfare e questa democrazia avrebbero dovuto essere progressivamente eliminati

Naturalmente si è levato un coro di veementi voci di biasimo e lì ho fatto la mia profezia, era il primissimo inizio degli anni ’90: “Noi faremo in tempo a vedere la fine del mondo così come lo conosciamo”.

Una parte si è già avverata perchè rispetto a quel periodo sono cambiate (in peggio) moltissime cose ma quello che voglio dire è che il nostro sistema si fonda su delle menzogne la cui “falsità” è stata per così dire “messa sotto al tappeto”, nascosta, scaricandola sul terzo mondo.
Oggi la gente sta aprendo gli occhi e si sta rendendo conto che il sistema si fonda su un inganno e che il suo unico scopo è la perpetuazione del dominio e dello sfruttamento esattamente come nel periodo feudale.
Quando il sentimento dell’inganno si diffonderà numericamente oltre una certa soglia inizierà il cambiamento epocale.
Non siamo lontanti da questo momento e faremo in tempo a vederlo.

phitio
Scritto il 27 Aprile 2017 at 15:46

john_ludd@finanza,

Vedo che anche tu, come me, hai un ottima opinione degli economisti (specie quelli di macroeconomia)

😀 😀

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2017 at 18:40

giap@​finanza,

indubbiamente è così, ma il lunghissimo termine non lo tocco nemmeno se non in astratto, filosofeggiando, invece il medio termine ovvero i 10-20 anni arriva in fretta e se vi arrivi sfinito le possibilità si riducono ancora di più. Per questo sarebbe fondamentale definire delle priorità e fare delle scelte, le risorse sono scarse, primo ciò che è indispensabile poi il resto. Purtroppo non vedo idee chiare in giro, da quel che si desume dai programmi dei vari candidati sembrano tutti convinti che non esista un problema di accesso alle risorse ma solo di distribuzione dei mezzi di produzione. Naturalmente quel che i cari candidati dicono non è poi quel che fanno. Il problema energetico è al primo posto dell’agenda di ogni paese del mondo, specie dei più grandi. Se l’America come fa scrivere sui mezzi di informazione che controlla, è davvero energeticamente indipendente per il prossimo secolo che ci fa in medio oriente, perché vi combatte (perdendo) una guerra dopo l’altra ? perché coccola i sauditi ben sapendo chi sono ? e gli europei come mai continuano questa politica suicida di confronto con la Russia e l’Iran che sono guarda caso gli unici paesi ad avere grandi riserve di idrocarburi non sotto il controllo occidentale ? Se ce ne fosse abbastanza per tutti rischierebbero l’osso del collo come ora ?
L’ideologia è solo una maschera che nasconde interessi economici e oggi è in gioco molto di più di ieri. Quel che si racconta alla gente non è quello di cui quelli poi parlano tra loro. Devono stare tranquilli i popoli, le balle gliele raccontano tutti, da destra e da sinistra. Forse qualche carneade ignorante che non di quel che parla c’è ma se poi arriva vicino al potere gli arriva una carpetta rossa con dentro dei numeri e una nera con le istruzioni da seguire. Paesi come il nostro e gran parte delle province sono appunto province, sacrificabili, da mungere sinché si può assicurandosi che non passino mai dall’altra parte poi saluti e baci, uno volta che non c’è più niente non interessi più a nessuno. Solo un imbecille non comprende che a un paese come l’Italia converrebbe convergere verso l’altro blocco, è una mercato molto più grande di quello vecchio, più giovane, con tanto di più da offrire. Si può ? Non finché il vecchio è in piedi. Piuttosto ti brucia i campi piuttosto che passargli agli altri. E’ la storia, non i deliri di un tale che si firma John Ludd.

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2017 at 19:23

emzag,

ma che cosa c’è di diverso oggi nelle società rispetto a 100 o 1.000 anni fa ? niente tranne la tecnologia. Siamo gli stessi uomini della savana di 10.000 o 50.000 anni fa, la nostra mente opera allo stesso modo, solo la civiltà è complessa ma con strutture sociali medioevali e una tecnologia divina. Siamo già stati qua innumerevoli volte, ribellioni che hanno portato consapevolezza e un futuro di pace ? Quando mai ? Dalla rivoluzione francese è saltato fuori prima Robespierre poi Napoleone che ha cancellato due generazioni in 20 anni, da quella russa Stalin, dalla liberazione dal nazismo la dittatura del capitalismo con i golpe fascisti, le guerre per il petrolio etc… Sì un giorno forse … ma mi guardo attorno e mi chiedo, è forse oggi, forse domani ? E la risposta è no, non c’è un solo segno premonitore nella direzione giusta, e tanti un quella sbagliata, c’è solo gente che perde il lavoro dalle nostre parti e gente che muore in massa sotto le bombe o di fame nei posti dimenticati. Gente che spera in un ritorno a un mondo che non tornerà da noi in occidente, e molta molta più gente che è sinora rimasta esclusa e che spera di trovare un posto a tavola che non troverà in Asia, Africa, Sud America perché la festa è finita per noi, figurati per loro. Vedo gente che seguirà menestrelli che per avere un potere che non riusciranno a mantenere che per qualche anno promettono cose che non ci sono più, non si possono creare con la buona volontà, neppure con il buon governo, figurati con un cattivo governo. Con un consumo energetico pro/capite che in occidente è già in calo sensibile da 10 anni e passa a seconda del paese (e l’efficienza vale solo una piccola parte) come pensi di crearli questi mitici posti di lavoro ad alto reddito ? un consumo di un bene, è energia trasformata, pensa a un auto, una casa, uno smartphone in KW/h. Sono 30 anni che la ricchezza finanziaria contabile cresce esponenzialmente mentre quella reale è in contrazione da altrettanto, come la risolvi ? come lo spieghi al tuo elettore ? comprendo l’obiezione “ma i prezzi sono bassi” ma i prezzi sono solo segnali che l’interventismo delle banche centrali ha momentaneamente sospeso portando il costo e quindi il valore del denaro a zero, attivando nel contempo una dose massiva del paradosso di Jevons. Puoi provare con l’idea della redistribuzione, d’accordo su quello, ma devi passare sul cadavere di quelli che hanno tanto e che non ti vogliono mollare neppure un pezzo di pane e di quelli che non hanno avuta abbastanza nelle nostre ex colonie e che ora vogliono quello che hai tu. Il popolo, la gente, quelli di cui parli e a cui pure voglio bene passeranno di delusione in delusione, utilizzati da vecchi e nuovi signori nell’eterna lotta tra le aristocrazie, di volta in volta soldati, vittime o carnefici. Quel che sento sono in distanza il suono dei vagoni piombati, ma ci sento male forse è qualcos’altro oppure sono più vicini di quel sento.

Se ti piacciono le figure prova qua, per te sono insolite, forse troverai degli spunti, forse non ti diranno niente, forse le rifiuterai:

http://euanmearns.com/global-energy-graphed/

http://euanmearns.com/global-energy-graphed/bp-stat-review/national-per-capita-energy-consumption/

http://euanmearns.com/global-energy-graphed/bp-stat-review/national-per-capita-energy-consumption/per-capita-energy-consumption-europe/

Oppure puoi leggere questo e trarne qualcosa, oppure no:

http://patzek-lifeitself.blogspot.it/2017/02/now-what.html

Oppure andare a fondo sulla storia dell’uomo della savana:

https://www.amazon.it/gp/product/1846145570/ref=ox_sc_act_title_3?smid=A11IL2PNWYJU7H&psc=1

Io posso offrire solo spunti, neppure un bicchiere di vino, perché ho smesso di berne e non ne tengo, di più, ripeto, io non so fare. Ciao.

emzag
Scritto il 28 Aprile 2017 at 00:55

john_ludd@finanza,

Ah no, il vino lo bevo ancora se permetti…

😀

Può essere che hai ragione ma può essere che il tuo sia un punto di vista che non tiene conto di altre possibilità.
La mia idea è che ci troviamo precisamente al punto in cui sapremo se queste altre possibilità esistono.
Come ho detto già a un altro utente, noi ragioniamo secondo uno schema per il quale il potere, l’io della persona, il concetto nel linguaggio sono qualcosa di “centrale”, ordinatore” ma nel senso del dominio e dello sfruttamento.
Non è l’unico schema pensabile e si tratta di un discorso affrontato in rpofondità soprattutto negli anni settanta daloo strutturalismo.
Credo che esista la possibilità che ci troviamo al punto di svolta in cui si comprenderà che la “soggettività” (per usare il termine proprio degli strutturalisti) si dimostrerà qualcosa cpace di essere non solo dominio e sfruttamento il che, in termini più concreti, significa che c’è una spinta verso forme di collettivismo in cui il potere non è più solamente egemonia ma condivisione.
Ci sono moltissimi segni in quuesto senso ma mi rendo conto che è un tipo di discorso che se non ci si è riflettuto sopra a lungo appare astratto e solamente filosofico.
Non c’è molto da aspettare. Pochi anni meno di cinque e sapremo.
Per esempio Andrea sta dicendo da anni che il sistema economico finanziario non può reggeree questo èpotrebbe essere uno dei segnali che verificheremo nel medio termine.
Intendo dire che per avere la prova di quello che dico non dovremo aspettare dei secoli.

john_ludd
Scritto il 28 Aprile 2017 at 11:39

emzag,

il mio punto di vista, essendo un punto di vista e non IL punto di vista, non può tenere conto di tutte le possibilità. Nessuno può tenere conto di tutte le possibilità. Come potrebbe essere ? Ci sono cose che sappiamo, cose che sappiamo di non sapere e molte di più che non sappiamo di non sapere. Nelle mie valutazioni preferisco allora utilizzare quanto possibile il metro, il kg, o il watt, sono misurabili, o statistiche che sono il modo di misurare l’incertezza come le riserve di idrocarburi producibili al prezzo e con la tecnologia corrente, il terreno agricolo pro/capite, quanto produce e quanti kg di fertilizzanti richiede per quintale di cereali prodotti, la probabilità di ammalarmi di cancro nei prossimi 20 anni etc… Ho eliminato tutti i link a siti bislacchi e la maggioranza di quelli economici e politici, ma ho una vasta collezione di database che raccolgono i dati più svariati, dall’energia, all’agricoltura, alla demografia all’incidenza dei tumori per fascia di età. Bastano ? No, ma forniscono una potenziale visione più realistica di quello che ho attorno. Ma le misure non bastano, c’è l’uomo di mezzo e non lo misuri con il metro, allora ricorro a quelli che credo abbiano avuto il talento di penetrare nella mente umana e nelle sue proiezioni, quelle che noi chiamiamo strutture sociali. Dunque Kafka, Dostoevskij, Conrad, Yourcenar … anche Philip Dick, tossico perso com’era ha visto cose che altri non vedono tuttora che sono in pieno svolgimento. E poi ci sono io con i miei sogni cui non rinuncio per quanto siano poco realistici: posso pensare di continuare a salire oltre 6000 metri o andarmene da solo in mezzo a deserti di montagna senza presenza umana per giorni, senza che mi succeda mai niente, alla mia età poi ? Ma non ci sono statistiche, AH ! e se ci fossero non me fregherebbe un cazzo. Perchè noi siamo fatti così, guai se non fosse così, sai che noia !

icebergfinanza
Scritto il 29 Aprile 2017 at 19:03

Perché strano! Io sono uno di Voi che fa un mestiere che non ama particolarmente ma che è diventato un incontro che va al di la del vil denaro con clienti che sono diventati amici! Uno di Voi che per dire no a certe logiche si è giocato carriera e profitto, forse perché per il sottoscritto non sono le cose più importanti. Uno di Voi che professionalmente ha avuto solo muri davanti da abbattere e superare, nessuna soddisfazione ma un mare di stima e umanità e affetto che vale cento volte quella professionale. Uno che ha passato notti intere in bianco per studiare cercare di comprendere quello che accadeva con dentro la responsabilità di un incontro, di chi legge, la responsabilità di un veliero intero e le sue anime. Uno che ha avuto tutto dalla vita, non denaro, quello è uno stipendio qualunque da bancario, rifiutando proposte talvolta 5/6 volte superiori, per non cambiare, per cercare di essere coerente. Uno che ha trovato abbracci, gioia, stima, serenità, felicità nelle persone comuni, alternative, che sanno vivere, sognare, amare, aiutare, sorridere,perdonare. Sono uno di Voi che cerca di trasformare la scienza triste, questo grande inganno in un’occasione di consapevolezza, con i suoi limiti. Certo questo viaggio mi ha regalato soddisfazioni professionali e risultati che in 33 anni di lavoro non avevo mai visto, abbiamo azzeccato molte dinamiche, visto dove in molti non hanno saputo comprendere, ma credetemi nulla in confronto a quello che provo quando leggo una vostra mail, quando abbraccio un amico, quando non mi sento solo e guardò con speranza e fiducia al domani. Più che per il vostro sostegno grazie per la Vostra presenza! Un abbraccio Andrea
emzag,

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