AMERICA: EMERGENZA A BORDO!

Scritto il alle 09:52 da icebergfinanza

Come abbiamo più volte ricordato negli ultimi anni buona parte della performance del Pil americano era dovuta alla ripresa del mercato immobiliare e alle vendite a leva del settore automobilistico.

Bene, dopo la fase di stallo del settore immobiliare con le pesanti revisioni al ribasso della spesa per le costruzioni e le vendite di nuove caser, arriva la sensibile frenata del settore automobilistico e il volo dell’economia america si trova senza due dei suoi principali motori…

In an ominous indication for December retail sales, auto sales fell a sharp 5.0 percent to an annualized rate of 17.3 million. Car sales were the weakest, down 5.2 percent to a 7.40 million rate. Truck sales, benefiting from low gas prices, were very strong through most of 2015 but not so in December, falling 4.3 percent to a 9.93 million rate. Vehicle sales make up about 1/5 of total retail sales and the weakness here will make it hard for December to show any lift. Econoday

ImmagineThanks to Econoday

Ci sono altri tre dati arrivati ieri dall’economia americana che non promettono nulla di buono.

Il primo è quello realtivo agli ordini alle fabbriche…

View image on Twitter

In 13 mesi dal novembre 2014 ben nove mesi sono risultati negativi.

Il secondo è quello relativo alle esportazioni…

United States Exports

…anche se in realtà i dati della bilancia commerciale fanno recuperare circa 0,3 punti di Pil riportando la crescita per l’ultimo trimestre intorno al 1 % circa.

Se alcune stime approssimative possono essere giuste, la revisione della spesa per costruzioni dovrebbe ridurre il risultato finale del Pil del 2015 ad un misero 1,5%, ma questo lo sapremo solo a metà 2016, quando a nessuno più importerà nulla.

In prospettiva l’inesorabile declino delle esportazioni dovuto alla forza del dollaro non è un buon segnale.

Per ultimo il calo contenuto dell’ISM dei servizi che vale circa il 70 % dell’economia e della forza lavoro americana.

United States ISM Non Manufacturing PMI

Thanks to TRADINGECONOMICS.COM

Comunque sia, le dinamiche per chi le vuole vedere sono chiare, un lento ed inesorabile declino è in atto.

Ieri sono uscite anche le “minute” ovvero i verbali dell’ultima riunione della Fed, quella nella quale sono stati alzati i tassi…

Dal documento diffuso oggi emerge che all’interno dell’istituto centrale guidato da Janet Yellen c’è una “preoccupazione significativa” sull’inflazione, che lo staff della Fed vede al target del 2% alla fine del 2018. Nei verbali si legge anche che “i rischi riguardanti le stime sul Pil reale erano visti come destinati in qualche modo al ribasso, riflesso dell’analisi dello staff secondo cui né la politica fiscale né quella monetaria attualmente sono ben posizionati per aiutare l’economia ad affrontare sostanziali shock avversi”.

 Pur mostrando un po’ di ottimismo, i membri della Fed hanno “tuttavia citato una serie di preoccupazioni, inclusa la possibilità che un apprezzamento ulteriore del dollaro e una debolezza persistente dei prezzi delle materie prime possa aumentare la pressione sulle economie emergenti e che la Cina trovi difficile navigare i cambiamenti strutturali e ciclici in corso nella sua economia”. (America24)

Per chi sa di cosa stiamo parlando, questo è quanto scrive la Fed …

Concerns among investors about the high-yield bond market increased notably in the days before the meeting after an open-ended mutual fund specializing in junk bonds suspended redemptions and closed. In their discussion, several participants commented that markets for leveraged finance had been correcting since midyear–particularly for the most risky assets, including those associated with energy firms–and noted that the widening of credit spreads in corporate bond markets appeared to be largely due to the repricing of riskier assets.

Contraddizioni su contraddizioni, come quella ad esempio del solito Fisher che preannuncia chissà quanti altri rialzi dei tassi…

NEW YORK (WSI) – Nel corso del 2016 la Fed potrebbe alzare i tassi dalle 3 alle 4 volte. La conferma e’ arrivata oggi dal vice-presidente della Fed, Stanley Fisher, secondo il quale le aspettative del mercato che puntano ad un aumento del costo del denaro solo in due tranche sono troppo caute.

Durante un’intervista all’emittente Usa Cnbc, Fisher ha inoltre aggiunto che la Banca centrale americana non agisce con il “pilota automatico”.”Al momento non sappiamo quanti rialzi ci saranno di preciso”, ha detto Fisher, specificando che la Fed dovrà rispondere agli eventi che si presenteranno durante l’anno.

Mentre in giornata si premura di suggerire cautela tirando fuori l’ennesima idiozia sulla balla della bomba ad idrogeno fatta esplodere dalla Corea del Nord…

(Teleborsa) – L’incertezza dei mercati sta crescendo, secondo il banchiere della Fed, Stanley Fischer, che è anche vicepresidente della banca centrale statunitense.
Nel motivare questa affermazione, Fischer ha fatto riferimento anche alla vicenda della Corea del Nord, che ha completato il primo test della bomba ad idrogeno, amplificando i rischi sul fronte geopolitico, rispetto a quelli della crisi mediorientale.  Naturalmente, il banchiere ha fatto un cenno anche alla crisi cinese, che lo scorso ottobre aveva indotto il FOMC a rinviare il primo rialzo dei tassi di interesse, ed ha ammesso che il rallentamento è più forte di quanto ci si aspettasse, anche se è difficile da quantoificare. 

Questa è gente che gioca con le parole e non ha la minima idea di quello che può fare, come testimonia quest’altra incredibile ammissione.

In una incredible interview on CNBC l’ex governatore della Fed di Dallar Fisher ha ammesso che la Fed non ha più strumenti per aiutare i mercati.

Fisher ha ammesso che l’unico scopo della Fed è stato quello di cercare di creare un effetto ricchezza, alimentando bolle ovunque e che i mercati sono sopravvalutati.

Come ben sapete questa è gente che dice la verità solo dopo aver lasciato l’incarico istituzionale. Fisher spera che il mercato lateralizzi per qualche anno in maniera da digerire l’incredibile salita di questi ultimi sei anni e mezzo

Che dire, l’importante è essere consapevoli che questa è una deflazione da debiti, tempi e dinamiche ormai le conosciamo a memoria, come pure le opportunità di investimento.

A proposito, com’era quella barzelletta sul petrolio di Machiavelli…dica TRENTATRE! 😉

Buona consapevolezza, in giornata dopo quello della Germania, scopriremo il senno di poi dell’America.

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi di Machiavelli può liberamente contribuire al nostro viaggio

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11 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 10:53

mizzega se si scendeeeeeee

silvio66
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 11:31

gnutim@finanza,

…e il future americano…si preannuncia una giornatella leggera e soffice come una piuma…poi dicono che siamo dei gufi…per fortuna abbiamo Iceberg..

Scritto il 7 Gennaio 2016 at 12:02

Ci sono diverse situazioni macro che stanno facendo scendere tutti gli indici. La Cina, il rischio guerra, il petrolio che continua a scendere(qualche anno fa sarebbe salito ma ora no).
Insomma… speriamo di scontare tutto ora e di poter tornare ad una sorta di tranquillità/normalità poi. Io però mi chiedo: storicamente si è mai verificata una concatenazione di eventi di questo tipo?

aorlansky60
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 12:33

storicamente si è mai verificata una concatenazione di eventi di questo tipo?

domanda interessante; secondo me, NO.

Sembra che gli USA -e il loro noto ruolo di controllore internazionale a salvaguardia dell’occidente di cui si sono fatti parte attiva da 70anni- stiano perdendo colpi fino a non comprenderci più nulla;

va anche detto che rispetto a una più normale [e controllabile] situazione da “2 blocchi contrapposti” tipici da “guerra fredda” come retaggio ereditario della II WW,

la situazione attuale figlia di : 1) crollo del “muro” e 2) globalizzazione con crescita paesi EM

è enormemente più complessa (e di conseguenza più complicata da leggere e da tenere sotto controllo).

A questo va aggiunta la complessa criticità attuale della Cina in quanto a opacità e finanza ombra; quella di di fatto è diventata la seconda economia mondiale ha fattori regolatori interni che farebbero venire i brividi a qualsiasi occidentale e per questo fautore di forti dubbi in prospettiva di tenuta futura.

l’art postato da Kry stamane -quello di D.Stockman- riassume appropriatamente il caos che stà emergendo :

dopo il crollo del muro e successiva apertura dei paesi (quasi)ex-comunisti verso l’occidente, quest’ultimo aveva decretato nella Cina il nuovo polo di produzione mondiale, e grazie a questa si era aperta una fase di investimenti MONUMENTALI in fatto di infrastrutture che aveva attirato grande quantità di materie prime, di conseguenza la forte crescita del prezzo di esse negli ultimi 20anni come Stockman sottolinea; poi però è arrivata la crisi del 2008, successiva IMMENSA inalazione di liquidità per sostenere l’economia; nel frattempo la Cina che continuava a costruire a dismisura infrastrutture (rapporto HSBC di appartamenti invenduti in Cina al 2013 = > 50 milioni di unità, ma questo è ancora nulla di fronte ad infrastrutture fantasma costruite per nulla, strade, autostrade, ponti, centri commerciali di fatto VUOTI) e a richiedere sempre più materie prime per… NULLA, tanto è vero che le scorte di ferro e acciaio in cina attualmente sembrano essere elevatissime di fronte ad una domanda calata rapidamente nel corso dell’ultimo anno; a questo si è aggiunto da un anno il crollo del prezzo del petrolio voluto dai sauditi per sfiancare l’industria del fraking americano…

insomma, sembra che gli ingredienti più funerei per una [nuova e più temibile] super recessione mondiale abbiano deciso di incontrarsi tutti insieme nello stesso momento.

A tutto questo naturalmente, vanno aggiunte le nuove tensioni geopolitiche dell’ultimo momento in particolare i forti attriti tra sunniti e sciiti in area Islam di cui non fregherebbe niente a nessuno se l’arabia saudita non fosse il primo fornitore assoluto di greggio per tutto l’occidente.

Gli ingredienti attuali, sommati tra essi, avrebbero già costituito solida base per un conflitto armato vecchia maniera, se ci trovassimo all’inizio del XXmo secolo anziche all’alba del terzo millenio.

gnutim
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 13:11

pig_org@finanza,

dipende cosa intendi per “tranquillità”, per me queste è normalità dati gli eccessi raggiunti dai mercati.

Prima della tranquillità ci deve essere un lungo travaglio, come nel parto

Scritto il 7 Gennaio 2016 at 14:06

quindi mi sembra di capire che vedete la situazione nera senza soluzione visibile. Molto bene.

silvio66
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 18:14

pig_org@finanza,

Non è così semplice marinaio. Noi tutti ci diamo un gran da fare per capire dove va il mercato ma per quante ne pensiamo ce ne sono altrettante che ci sfuggono. Frase storica non mia dice che “sbaglia chi va contro il mercato” nel senso che la logica ed i fondamentali hanno il tempo che trovano in finanza. Ora tutto sembra orientato al ribasso ma non ci metterei la mano sul fuoco. Restiamo alla finestra ma qualcosa mi dice che in questo mese dovremo fare delle scelte. Le borse sembrano alla frutta e questo potrebbe far pensare che il 2016 sia l anno della riscossa auriferi ma anche questo lo vedremo in progress.
Buona serata

icebergfinanza
Scritto il 7 Gennaio 2016 at 21:35

silvio66@finanza,

Non credo che avverrà in questo mese gli obiettivi da cui ripartire sono delineati in maniera chiara dal buon Leonardo prima il panico poi l’ultimo canto del cigno…

signor pomata
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 00:04

icebergfinanza,

Tipo un 19553?

silvio66
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 01:29

icebergfinanza,

Ciao Andrea,
La mia nota logorrea non mi fara’ certo strambare fuori dalla rotta stabilità da Leonardo, son mica matto..he he he..

emzag
Scritto il 8 Gennaio 2016 at 02:30

Scusate chi è Leonardo?
Sono nuovo e non le so le cose…nuovo ma che contribuisce…

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