PER NATALE UN PACCO DI MENZOGNE!

Scritto il alle 08:00 da icebergfinanza

 

Probabilmente in pochi ci hanno fatto caso ma un paio di giorni fa in America è collassato l’indice manifatturiero dello Stato di New York Empire State Manufacturing Survey per quello che vale, ad un minimo che non si vedeva da due anni…

New york

Probabilmente è colpa di Putin o della neve, del gelo o del vento, non ci possono essere altre spiegazioni visto che l’economia americana vola.

Un caro amico Claudio mi ha chiesto di commentare un recente comunicato di una società di ricerca sull’immobiliare americano, dati che raccontano una realtà che non c’è. Mi sono messo a scrivere, ma poi mi sono fermato!

Che serve confutare dati o notizie, in fondo a chi interessa, amano tutti prendere la pillola rossa quella che ti fa restare nel paese delle meraviglie e che ti fa vedere quanto è profonda la tana del coniglio bianco, quella che tutti estraggono dal cilindro.

Poi ho trovato un piccolo capolavoro e lo voglio condividere, felice di non essere più da solo a raccontare la Realtà.

Mentre in America vola il Pil e la disoccupazione continua a scendere, senza che la classe media se ne accorga e i poveri diventano sempre più poveri, andiamo a dare un’occhiata a cosa scrive un insospettabile Paul Craig Roberts e non un blogger qualunque di provincia, al quale molti non credono quando racconta l’altra faccia dell’America , quella che manipola la Realtà.

Attenzione la parola manipolazione istituzionale in parte coincide con un sistema di rilevazione obsoleto, che Icebergfinanza ha sviscerato in questi anni nei minimi particoalri dimostrando ogettivamente come i dati sul mercato del lavoro non siano per nulla attendibili sino alla prossima revisione negativa, della quale non si curerà nessuno.

So che c’è un simpatico giornalista in America, inviato del Sole24Ore che ogni giorno canta le lodi del nuovo miracolo americano, consiglio a lui e alla sua redazione di dare un’occhiata a quello che scrive Roberts, un economista americano,ex assistente segretario al Tesoro nell’amministrazione Reagan e considerato uno dei coofondatori della Reaganomics, attualmente direttore associato al WSJournal.

Grazie a ComeDonChisciotte per la traduzione dal quale traggo alcuni pezzi…

Il report sull’occupazione di Venerdì scorso può essere considerato una specie di favola – tanto per usare un gentile eufemismo. Non si tratta, nella realtà, che dell’ennesimo pacchetto di menzogne confezionato dal Governo(…)

Facciamo finta, innanzitutto, che i 321.000 nuovi posti di lavoro che il governo sostiene siano stati creati a Novembre siano veri, e andiamo a vedere dov’è che sono stati creati.

Il settore degli “specialty trade contractors”, che penso si riferisca alla ristrutturazione delle case e degli uffici, ha inciso per 20.000 nuovi posti di lavoro. Dubito fortemente che, in questo momento, le persone stiano investendo i loro soldi in case ed edifici (per uffici) che valgono meno del mutuo (acceso per il loro acquisto).

Il settore manifatturiero ha inciso per 28.000 nuove unità. Una cifra mensile molto alta, considerando l’andamento degli ultimi anni … ma addirittura incredibile se pensiamo alla decrescita del commercio e al declino delle vendite di mobili (-3,8%), grandi elettrodomestici (-8,3%), abbigliamento per donna (-17.7%), tessuti per la casa – come ad esempio gli asciugamani e le lenzuola (-26,5%) – e considerando che gli investimenti delle società statunitensi sono costituiti essenzialmente dal riacquisto delle proprie scorte.

Il resto dei posti di lavoro che sono stati creati si riferiscono al settore dei “servizi privati interni”, e sono quindi da considerare ad un livello da terzo mondo.

Il settore del “commercio al dettaglio” ha rivendicato la creazione di 50.200 nuovi posti di lavoro, e 16.700 ne hanno rivendicato quelli del “trasporto” e del “commercio all’ingrosso”.

E’ impossibile  credere a questi numeri se pensiamo a quanti grandi magazzini dedicati alla classe media sono stati chiusi, ma anche al flop delle vendite nel “Black Friday” [1] e nel “Cyber Monday” [2].

(...) I “professional e business services” hanno inciso per 86.000 nuove unità, un numero molto elevato considerando gli ultimi anni. Ma cosa sono i “professional e business services”?

Non sono altro che i “servizi connessi alla contabilità e all’accounting” [4] (16.400 posti di lavoro) – probabilmente legati alla piattaforma W2S [5] – e quelli “amministrativi e di supporto” (40.600 posti di lavoro), tutti essenzialmente a tempo determinato.

Si arriva poi alla “health care and social assistance”, con 37.200 nuovi posti di lavoro, concentrati nei “servizi sanitari ambulatoriali” e nell’”assistenza sociale”.

Abbiamo a seguire i “food services and drinking places” (ristorazione e bar), che hanno inciso per 26.500 nuovi posti di lavoro. Fanalino di coda i posti di lavoro governativi, che hanno inciso per 7.000 nuove unità.

Ma che cosa possiamo farci con tutte queste dichiarazioni?

E’ improbabile che si siano creati 26.500 nuovi posti di lavoro per camerieri e baristi, quando le spese dei consumatori per i ristoranti, gli alcolici e l’intrattenimento sono diminuite, rispettivamente, del 3,8%, 4,5% e 5,4% [6]. Ristoranti e bar non assumono persone quando la domanda è in calo!

Ed ancora, com’è possibile che siano stati assunti 50.200 nuovi impiegati nei punti-vendita al dettaglio, quando gli “anchor stores” [7] dei centri commerciali stanno chiudendo e gli “strip malls” [8] vengono abbandonati ancora incompiuti?

Tuttavia, se siamo così ingenui da voler credere ai 321.000 nuovi posti di lavoro che si sono creati a Novembre, dovremmo comunque essere disturbati dal fatto che la loro stragrande maggioranza riguarda i servizi interni (posti di lavoro da terzo mondo), che non producono quelle esportazioni necessarie a compensare il massiccio deficit commerciale degli Stati Uniti.

La maggior parte di questi posti di lavoro, inoltre, non produce un reddito sufficiente perché una persona possa formare una famiglia, o beneficiare di un mutuo ipotecario o di un prestito per l’acquisto di un’auto.

Si vuol far credere che il sanguinamento dell’America si sia fermato per fare in modo che i dirigenti aziendali e gli azionisti possano continuare a vivere ai loro alti livelli, con i bonuses e le plusvalenze derivanti dallo sfruttamento della manodopera straniera e dalla distruzione della classe media americana.

Ma passiamo ora a qualche altra conclusione. Ignorato ovviamente dai media “presstitute” [9] John Williams, esperto nello studio dei dati statistici del governo, sottolinea che l’occupazione a tempo pieno in America è oggi inferiore di 2,4 milioni di unità rispetto al 2007.

Questo significa, in breve, che gli Stati Uniti hanno 2,4 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a 7 anni fa. Ma allora, come è possibile che sia in atto un tale recupero occupazionale? Per di più la popolazione, nel frattempo, è anche cresciuta.

Ricordate: il tasso ufficiale di disoccupazione è basso perché i lavoratori scoraggiati, ovvero quelli che non riescono a trovare un posto di lavoro, non vengono conteggiati fra i disoccupati. Per esserlo devono essere attivamente alla ricerca di un posto di lavoro. Considerando, però, che la ricerca di un lavoro è costosa, e che i disoccupati non hanno soldi, quando questa non produce risultati concreti le persone rinunciano. Continuano, in altre parole, ad essere disoccupati, ma non vengono più conteggiati come tali.

John Williams sottolinea che la maggior parte dei 321.000 nuovi posti di lavoro sono stati creati manipolando gli aggiustamenti stagionali ed i modelli per la rilevazione dei dati, che aggiungono arbitrariamente quei posti di lavoro che il “sistema BLS” [10] presume siano stati creati nel corso di quel mese. Il “sistema BLS” non fornisce alcuna prova sull’effettiva esistenza di quei posti di lavoro fantasma.

John Williams sottolinea, inoltre, che molti dei posti di lavoro siano in realtà del tipo a tempo parziale. Una persona, spesso, fa più di un lavoro, perché nessuno può vivere di un solo lavoro a tempo parziale. Molte famiglie e molte persone, quindi, si sostengono facendone più d’uno.

I posti di lavoro, in conclusione, non sono una misura del numero degli occupati, perché molte persone fanno più di un lavoro per sbarcare il lunario. Si deve tener presente che una gran parte del così propagandato aumento dell’occupazione è legato al fatto che le persone occupano contemporaneamente più posti di lavoro a tempo parziale e che, in altre parole, c’è un doppio o triplo conteggio degli occupati.

(…) Wall Street ed i media “presstitute” hanno prodotto l’impressione che tutto stia andando bene, e che quegli sciocchi guidati dall’avidità stiano andando avanti speditamente, insieme alle loro false impressioni. Ma i fatti, tuttavia, dicono un’altra cosa.  Paul Craig Roberts

La stessa cosa

Ho tagliato alcuni pezzi ma c’è molto di più nel link vi consiglio di andare a leggervelo interamente. Che facciamo mi ha chiesto un amico del blog, la consapevolezza è terribile di fronte all’evidenza! Bombardiamo i media italiani, facciamo conoscere la realtà, in ogni luogo dai forum dei giornali on line ai blog, ovunque mi ha suggerito.

Difficile che giornali che hanno il compito di nascondere la realtà prendano in considerazione l’altra faccia della medaglia, impossibile, non restano che i forum dei giornali on line, i blog, i social network, ma ci vuole passione.

Passione? Si la stessa passione che il popolo di Icebergfinanza mette in questo viaggio, solo questo ti aiuta a proseguire nonostante tutto! Barra dritta, avanti tutta!

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3 commenti Commenta
reragno
Scritto il 17 Dicembre 2014 at 09:18

Ma no!!!!!!!!!!! Ma non ci credo…………ma com’è possibile?
Ma se è tutto oro quello che splende negli States, tranne ovviamente quello vero.

Grazie Andrea sempre per i tuoi interventi. Un ignorante che grazie a te ha compreso molte cose.

aorlansky60
Scritto il 17 Dicembre 2014 at 10:28

@Icebergfinanza :

“Difficile che giornali che hanno il compito di nascondere la realtà prendano in considerazione l’altra faccia della medaglia…”

… … … …

hai detto bene, Andrea, ❗

“giornali che hanno il compito di nascondere la realtà”

purtroppo il guaio è proprio questo che hai messo perfettamente a fuoco – usando gergo fotografico, anche se per la (dis)informazione che pubblicano tutto sommato non gli starebbe male il fuoco vero, non parlo delle tipografie ma soprattutto degli editori – e il dramma della disinformazione non proviene solo da oltre atlantico ma anche da tutto quello che coprono in EU e cercano abilmente di NON far sapere alla gente, deviando la realtà.

Non difficile immaginare a CHI veramente fà comodo tutto questo…

gnutim
Scritto il 17 Dicembre 2014 at 12:53

grazie ai blog, ai giornali on-line ho risparmiato dineri per l’acquisto della carta straccia italiota, inoltre PENSO di avere una visione ben più oggettiva della nostra realtà.

Grazie Andrea

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