FEDERAL RESERVE …ASPETTANDO GODOT!

Scritto il alle 11:43 da icebergfinanza

 

Mentre il mondo intero attende le decisioni della giuria nel concorso di bellezza QEinfinity, voi non dovete dimenticare che non vincerà la più bella, ma la scelta ricadrà su quello che la giuria riterrà più importante per il bene della propria ideologia o delle proprie visioni…

Oggi molte decisioni cruciali vengono prese da computer umani, sulla base di interessi singoli e non collettivi, come dice Brad DeLong … Uno dei peggiori segreti dell’economia è che non esiste una teoria economica. In pratica, non esiste una serie di principi fondamentali su cui poter basare i calcoli che spiegano i risultati economici del mondo reale. Dovremmo tenere a mente questo limite della conoscenza economica quando spingiamo al massimo l’austerità fiscale in tutto il mondo. 

Gli economisti spesso non hanno nulla di razionale nella loro scienza…  I principi economici che sostengono le loro teorie sono un inganno: non sono verità fondamentali ma mere manopole da girare e regolare in virtù delle giuste conclusioni che emergono dall’analisi.

Le giuste conclusioni dipendono da quale dei due tipi di economisti si è. Il primo sceglie, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e gira e regola le sue ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al suo orientamento e che possono compiacere gli alleati. Il secondo prende tutte le ossa della storia, le butta in una casseruola, accende il fuoco e le fa bollire, sperando che le ossa trasmettano degli insegnamenti e suggeriscano i principi per guidare gli elettori, i burocrati e i politici della nostra civiltà, mentre avanzano lentamente verso l’utopia. ( Sole24Ore )

Come ha scritto il nostro Machiavelli nel suo ultimo manoscritto, a noi non interessa cosa deciderà questa sera la Federal Reserve, a noi non interessa vivere di breve termine, a noi interessa cosa racconta la saggezza della storia e tra le righe si intravvede un’altra grande occasione…

Il buon Kenneth Arrow non le mandava certo a dire…  “Non siamo mai sicuri, in una certa misura siamo sempre ignari!  “La nostra conoscenza del modo in cui funzionano le cose, nella società o nella natura, è avvolta nella nebbia della vaghezza. Grandi mali sono derivati dalla fede nella certezza.” (…) Le nostre vite abbondano di numeri, ma a volte ci dimentichiamo che i numeri sono soltanto strumenti. Pur non avendo un’anima, possono diventare dei feticci. Molte decisioni cruciali sono prese dai computer, strani congegni che divorano numeri, come mostri voraci, e che chiedono di essere nutriti con quantità sempre maggiori di cifre da masticare, digerire e risputare.”

Dell’unitilità delle banche centrali ne abbiamo già parlato, supportati in questo da due mostri sacri come J.L.Galbraith e Milton Friedman, ma oggi tutti pendono dalle labbra di questi sciamani che hanno dimostrato in passato attraverso le loro previsioni, di non riuscire a prevedere nemmeno un miserabile 10 % di quanto in realtà si è avverato…

…l’influente numero uno della Fed di New York William Dudley rimarcando così lo stretto legame tra congiuntura economica e l’eventuale ridimensionamento dello stimolo monetario garantito dalla banca centrale Usa. “Le circostanze economiche potrebbero divergere significativamente dalle aspettative del Fomc” ha affermato Dudley. “Se le condizioni del mercato del lavoro e della crescita dovessero risultare meno favorevoli rispetto alle prospettive della Fed – e questo è ciò che è successo negli anni recenti – mi aspetterei che gli acquisti di asset proseguano, con un’intensità superiore e per un tempo più lungo”.

e questo è ciò che è successo negli anni recenti…e questo è ciò che è successo negli anni recenti…

Machiavelli vi ha già raccontato per quale motivo quello che è accaduto negli ultimi quattro mesi e solo una pia illusione, oggi tutti si aspettano una riduzione dai 10 ai 15 miliardi al mese di acquisti bond, più treasuries che MBS, con un comunicato soft che non spaventi il mercato, tassi fermi sino ad almeno il 2016 spostando in la l’asticella, ma Merrill Lynch via Zero Hedge  ci dice comunica 7 motivi per confermare il QEinfinity…

“1. Both growth and inflation data continue to come in below the Fed’s forecasts and they will likely revise their GDP and inflation forecasts lower at the September meeting.

2. The unemployment rate has moved closer to the 7% “indication” for ending QE; however, as we have argued and the minutes confirm, the Fed is only using 7% as a rough summary statistic for a broad-based recovery.

3. At the July meeting, just one meeting before the alleged certain tapering, the Fed showed no urgency. They had inconclusive debates about inflation, growth and financial conditions, and they had no discussion of the specifics of tapering.

4. Public statements by Fed officials have been similarly ambiguous. Time is running out.

5. The Fed has never said September is the month, they have consistently said “later this year” — that means at any of the next three meetings.

6. The Fed meets on September 18, right in the middle of what could be another nasty fight over the budget and the debt ceiling. A key reason for tapering is that fiscal risks are fading with the cliff behind us. But are they really fading or is this just a temporary lull in the fiscal fracas?

7. Last, but not least, the core of a bullish forecast — a solid housing recovery — is now in serious doubt.”

 

 

In sintesi qui sotto avete la realtà …

 

 

No inflation, no inflation, no inflation… siamo in piena debt deflation bellezza e loro non ci possono fare niente, niente!

Il colpo ad effetto, questa sera potrebbe venire da dichiarazioni che paventano il rischio deflazione, la FED ha già rivisto al ribasso le previsioni sull’inflazione 2013 dalla fascia 1,3/1,7 addirittura a 0,8 /1,2 %.

Nel frattempo un altro misterioso ritiro …  Usa: anche Geithner si ritira dalla corsa per diventare nuovo presidente Fed (stampa) un altro dei figli del principio di Peter che se ne va!

Nel frattempo con un piccolo sforzo non perdetevi ” Machiavelli, sbarca in America la nuova terra promessa”  per tutti coloro che hanno contribuito o vogliono liberamente contribuire al nostro viaggio.

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10 commenti Commenta
dorf001
Scritto il 18 Settembre 2013 at 19:43

ok l’america è una fogna. con governanti che sono dei vigliacchi burattini, sempre pronti ad inchinarsi ad un padrone. e poi dite di berlusconi? obama è uguale.

schiavo delle banche e dei militari. mr war. altro che premi nobel. detto questo vorrei farvi discutere se ce la fate, di europa e italia. un altro sito gemello di questo, rale rischio calcolato ha scritto delle cose interessanti, di cui anch’io vi ho parlato, ma da cui voi sfuggite. paura???

ecco quanto: Grandioso servizio giornalistico su Presa Diretta (Rai 3, appena sarà disponibile il video lo posteremo).
Il giornalista Riccardo Iacona è andato in Sicilia, in alcuni paesi nella provincia di Agrigento a vedere la completa desertificazione del territorio. Rimangono solo i vecchi, le donne e i bambini. Gli uomini abili al lavoro emigrano nel nord Europa e se ce la fanno portano su l’intera famiglia.

Devo ammettere che mi sono sbagliato. No signore e signori, non ci sarà nessuna rivoluzione violenta al Sud né nel resto d’Italia. Nulla di tutto questo. Le rivoluzioni le fanno i giovani, e la “rivoluzione” la stanno facendo con i piedi, andandosene dall’Italia.

I tafferugli dei no-tav o di altri no-qualcosa sono solo specchietti per le allodole, buoni per distrarre gli italiani dalla completa desertificazione industriale e sociale.

Nel 2011, quando è cominciata la cura Monti, il debito pubblico era il 120,8 per cento del PIL e c’erano due milioni e 108mila disoccupati. Alla fine di quest’anno il debito pubblico e’ schizzato al 131,4 per cento del PIL e i disoccupati sono 3 milioni e passa.Basterebbero già questi due numeri per certificare che le politiche di Austerity che sono state imposte all’Italia dall’Europa sono fallite.In uno straordinario viaggio che dalla Sicilia, passando per il Nordest ci porta in Portogallo e Francia, PRESADIRETTA racconta il prezzo altissimo che gli europei stanno pagando alle restrizioni di bilancio volute Fondo Monetario Internazionale, Bce e Unione Europea.Con “BASTA CON L’AUSTERITY” vi facciamo vedere che a pagare i tagli sono dappertutto i ceti più deboli, i giovani, i precari, le donne, gli anziani. In uno struggente racconto, mai visto ancora in televisione, PRESADIRETTA segue le storie dei tanti nuovi emigranti italiani che sono arrivati in Germania per trovare lavoro. Torniamo nel Nord Est e vi raccontiamo la terribile e drammatica catena dei fallimenti , che si sta portando via il meglio della manifattura del nostro Paese. “BASTA CON L’AUSTERITY” entra nel Portogallo in rivolta, milioni di donne e uomini scendono nelle piazze di un Paese che per aver seguito la ricetta imposta dalla Troika si trova letteralmente alla fame. Mentre in Francia e un po’ dappertutto cresce un forte sentimento antitedesco e antieuropeo.A PRESADIRETTA, per la prima volta e senza censure e tabù, gli imprenditori e gli economisti mettono in discussione la moneta unica, l’Euro, così come è stata concepita e lanciano l’allarme sul futuro di questa Europa. “BASTA CON L’AUSTERITY” e’ un racconto di Riccardo Iacona e Lisa Iotti –

quindi siete pregati di vedere questa puntata : morire di austerity. qui : http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-a857135a-25ff-4f07-9ed4-2997cd5f2ff4.html

o ci ribelliamo, o moriamo tutti.

cacciamo subito quel delinquente di letta, napisan e soci, massoni tutti.

DORF

tirlusa
Scritto il 18 Settembre 2013 at 20:19

Andra, vedo che le valute degli emergenti salgono, che il decennale e il trentennale Usa salgono, che le materie prime schizzano su……neanche controllo la notizia ufficiale della riunione Fed. Avranno confermato gli 85 miliardi al mese. Congratulazioni al nostro Machiavelli, è un consulente coi fiocchi!

jusemancio
Scritto il 18 Settembre 2013 at 20:34

Fed conferma programma acquisto asset a 85 mld dollari al mese.

Andrea sei un grande!

faustino
Scritto il 18 Settembre 2013 at 20:41

Sempre analisi razionali. Complimenti.
Chiuso alcuni short e ora vediamo quanto regge questa occasione. 😀

icebergfinanza
Scritto il 18 Settembre 2013 at 20:47

Grazie Ragazzi ma il merito e’ tutto di …Niccolò’ 😀

giobbe8871
Scritto il 18 Settembre 2013 at 22:41

icebergfinanza,
che Niccolò ?
ANDREA MAZZALAI

MAZZALAI

MAZZALAI.

bravooo Andrea , li conosci bene questi banchieri-usurai

conosci bene anche la storia economica e la psicologia comportamentale

giobbe

vito_t
Scritto il 18 Settembre 2013 at 23:17

icebergfinanza: Grazie Ragazzi ma il merito e’ tutto di …Niccolò’

Poi scopriremo che il tuo secondo nome è …. Niccolò !!! Bravo mi unisco ancora una volta a coloro che hanno il piacere di leggerti !! … dire che sono entusiasta è poco … In quanto alle trasmissioni Tv di Iacona e vari ormai non le guardo nemmeno più … vivono dei disagi altrui, anzi ci godono così possono “erogare” servizi tv composti di sfruttamenti .. privilegi … etc etc e ci guadagnano paccate di denaro sopra ! come se il nostro paese fosse composto solo di gentaglia … ci sono anche gli Andrea … per fortuna !

sherpa
Scritto il 19 Settembre 2013 at 08:01

Ci sono voci che ti avrebbero offerto un posto da consulente alla Fed per tentare di trovare il bandolo della matassa. Non ci abbandonerai per caso?
Scherzi a parte, complimenti e grazie per il lavoro che ci offri.

thundermarc
Scritto il 19 Settembre 2013 at 14:57

Qlc anno dopo il ns Capitano si svegliano anche al sole

Germania al voto, tre bombe a orologeria sull’economia tedesca

dal nostro corrispondente Alessandro Merli19 settembre 2013

FRANCOFORTE – Con i partiti impegnati nella caccia all’ultimo voto prima delle elezioni di domenica e tutta l’attenzione rivolta alle possibili coalizioni che usciranno dalle urne, presumibilmente per la terza volta consecutiva sotto la guida di Angela Merkel, la discussione sui programmi e sui problemi della Germania è stata del tutto marginalizzata.

Questo riflette in parte la personalizzazione della campagna, spinta soprattutto dal team del cancelliere, consapevole della sua alta popolarità, e in parte il buon andamento dell’economia, in modesta ripresa e con disoccupazione ai minimi e salari in crescita. Negli ultimi quattro anni, il Governo, come accusa, non a torto, lo sfidante socialdemocratico Peer Steinbrück, ha dribblato, con la scusa di dover gestire la crisi, ogni scelta di riforma strutturale e si è cullato nell’immobilismo, avvantaggiandosi delle riforme, soprattutto del mercato del lavoro, dell’Agenda 2010, realizzata dal predecessore della signora Merkel, Gerhard Schröder.

Fin dalla sua formazione, che, dovesse trattarsi di una grande coalizione fra democristiani e socialdemocratici, potrebbe richiedere un lungo negoziato, il nuovo Governo dovrà confrontarsi con tre problemi principali che mettono in pericolo l’egemonia economica della Germania: due di questi sono apertamente riconosciuti dallo stesso cancelliere, il terzo si preferisce nasconderlo sotto il tappeto. In tutti e tre i casi, le proposte dei maggiori partiti sono in genere vaghe.

Energia. La politica energetica è il tema che colpisce di più le tasche dei tedeschi e quindi ha fatto capolino nella campagna. Alla legge di 13 anni fa per promuovere le fonti rinnovabili, si è sommato nel 2011, dopo il disastro giapponese di Fukushima, l’annuncio dell’abbandono del nucleare, che ha complicato ulteriormente le cose. Il piano per le rinnovabili, detto Energiewende, punta a passare dal 23% attuale della produzione di energia da queste fonti, soprattutto solare e eolico, al 35% nel 2020 e all’80% nel 2050, con un costo complessivo di 550 miliardi di euro. Ha un vasto appoggio nell’opinione pubblica, o almeno lo aveva fin quando i suoi costi non hanno cominciato a gravare pesantemente sulle bollette sia delle famiglie sia delle imprese: il costo per i consumatori dei sussidi alle rinnovabili balzerà quest’anno da 14 a 20 miliardi di euro. Le famiglie reclamano di non poter pagare, le industrie si lamentano del danno alla loro competitività. I sussidi sono fissati per 20 anni, mentre il prezzo alla produzione dell’energia è crollato. Risultato, a causa dei sussidi, i consumatori pagano il doppio di quanto costa alle imprese produrre l’elettricità. Nel frattempo, le utilities hanno visto finire fuori mercato i propri impianti a gas e hanno fatto crescente ricorso a quelli a carbone, peggiorando le emissioni di ossido di carbonio, l’opposto di quello che la legge si proponeva. Metter mano alla politica energetica sarà la prima cosa che farò dopo le elezioni, ha detto la signora Merkel. Nè lei, nè i suoi avversari hanno detto chiaramente come.

Demografia. L’invecchiamento della popolazione può limitare gravemente nei prossimi decenni la crescita dell’economia tedesca, sia secondo l’Ocse sia secondo osservatori interni come Deutsche Bank. Con uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa (1,36 bambini per donna), la Germania si avvia a un drastico ridimensionamento della popolazione, dagli attuali 81 milioni a 70 nel 2060 (meno che nel 1963): allora, un tedesco su tre avrà più di 65 anni e la Germania non sarà più il Paese più popoloso d’Europa, ma scivolerà dietro a Gran Bretagna e Francia. L’allarme ha uno slogan: Schrumpfnation Deutschland, la Germania che si contrae. L’effetto principale sarà sulla crescita, quello secondario sui conti dello Stato: il debito pubblico tedesco, se si tien conto delle passività del sistema pensionistico, è il 192% del prodotto interno lordo, nettamente superiore a quello italiano di 146%. Mentre la riforma previdenziale italiana sull’allungamento dell’età pensionabile è entrata in vigore immediatamente, quella del Governo Merkel partirà dopo il 2020. Il fenomeno dell’aumento dei pensionati è stato parzialmente mascherato negli ultimi anni dall’effetto Seconda guerra mondiale, ma ora il numero ha ripreso a crescere e lo farà fino al 2030. La bassa natalità tedesca è in parte un fatto culturale: la madre che lavora è una cattiva madre, secondo la tradizione, e quindi le donne vengono messe di fronte all’alternativa figli/occupazione. Inoltre, l’assistenza all’infanzia è insufficiente, nonostante una recente misura del Governo che punta a creare un posto al nido per ogni bimbo sopra i 12 mesi. Le promesse elettorali, fortemente influenzate dai cristiano-sociali bavaresi, vanno peraltro nella direzione opposta: pagare le madri perché stiano a casa. L’altra possibile soluzione al problema demografico, quella dell’immigrazione, ha incontrato finora mille ostacoli: il Governo ha di recente invertito la rotta con il supporto a progetti pilota, già avviati dalle associazioni imprenditoriali, per attirare apprendisti (e anche professionisti come ingegneri e manodopera qualificata, per esempio nella sanità) dai Paesi del Sud Europa in crisi. Si tratta però di numeri che non scalfiranno la carenza di manodopera.

Banche. Del terzo problema non si vuole nemmeno parlare. «Le banche tedesche faranno da sole», disse qualche tempo fa il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, alla richiesta europea di aumentare il capitale. La verità è che la questione banche la Germania preferisce risolverla in casa e con potenti iniezioni di soldi pubblici. L’intreccio fra la politica e istituti come le casse di risparmio e le Landesbanken, controllate dalle regioni, è strettissimo e Berlino non ha intenzione di allentarlo. Per questo ha resistito strenuamente all’allargamento della vigilanza unica europea anche a questi istituti. Anche a costo di pagare per le loro malefatte. Dopo la crisi finanziaria globale, il Governo è intervenuto in Ikb (il primo fallimento nella crisi dei subprime Usa), Hre, Commerzbank e diverse Landesbanken. Il costo è stato di 680 miliardi di dollari, il 12,8% del pil, secondo il Fondo monetario, quasi il doppio della Spagna. E nella bad bank finanziata con i soldi pubblici, gli istituti tedeschi possono scaricare di tutto, anche titoli del debito sovrano europeo. Chiaramente in Germania, è politicamente più facile da far digerire all’elettorato il salvataggio delle banche locali che quello dell’eurozona.

icebergfinanza
Scritto il 19 Settembre 2013 at 19:57

thundermarc@finanza,

Mica son Joe Condor io disse il buon Letta… Oh mamma!

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