ROMNEY E LE BALLE REPUBBLICANE!

Scritto il alle 07:36 da icebergfinanza

Mentre in Europa e in Italia qua e la imperversano i simpatici e folkloristici menestrelli del libero mercato, sostenitori dello Stato minimo, cannibali della spesa pubblica a prescindere dalle circostanze, in America un esilarante Romney, uno che ama Dio ma allo stesso ama fottere gli altri attraverso il Paradiso…fiscale, candidamente ammette che lui può fare a meno di mezza America o meglio di tutta l’America visto ormai come è quotidianamente sussidiata e foraggiata a partire dall’uso politico che repubblicani e democratici hanno fatto delle agenzie di mutui Fannie Mae e Freddie Mac.

Francamente non ho idea di quanti, ben oltre 46 milioni  di coloro che vivono con i buoni pasto del governo americano, FOODSTAMP hanno il diritto di votare, ma se ci aggiungiamo gli oltre 16 miliaoni di disoccupati ufficiali quelli scoraggiati, chi ha perso la casa oltre 9 milioni, quelli “underwater” quasi 12 e via dicendo, direi che il suicidio politico di questa macchietta è completo.

Ora considerando che in America vota circa solo un terzo della popolazione direi che la partita è chiusa a meno che gli amici di Romney non facciano come Bernanke e organizzino festini con elicotteri che lanciano dollari dal cielo nelle slum americane.

Le balle che liberisti o liberali all’amtriciana vi raccontano quotidianamente nascondono ad esempio che in America come abbiamo visto i maggiori fautori della spesa pubblica sono stati Reagan e i due Bush e che le contee intrise di welfare sono spesso e volentieri quelle repubblicane.

Vi lascio con la magistrale sintesi di Mario Seminerio…Mangiodividendi

Mitt Romney l’ha fatta ancora fuori dal vaso, bollando di fatto come parassiti sociali quel 47 per cento di americani che non pagano imposta federale sul reddito. Sarebbe stato utile verificare prima che circa metà degli esenti sono tali perché si trovano in condizioni di disagio economico (una coppia con due figli e reddito inferiore a 26.400 dollari annui, nella stragrande maggioranza dei casi working poor) e che l’altra metà fruisce di crediti e deduzioni d’imposta per soggetti anziani (che quindi hanno pagato le imposte federali sul reddito durante la loro vita lavorativa) o per giovani a basso reddito.

Senza contare che fu proprio il conservatore compassionevole GWB a togliere dai ruoli dell’imposta federale milioni di famiglie, attraverso il raddoppio del credito d’imposta per figli a carico e l’aumento di deduzioni e detrazioni. E la quasi totalità degli americani pagano comunque i contributi sociali attraverso la payroll tax, anche se non si tratta di imposizione federale.

Non era facile, per un candidato, riuscire a spararsi sui piedi (o meglio, in altre parti anatomiche) travolgendo di disprezzo amplissimi settori dell’elettorato del suo stesso partito. C’è riuscito uno dei personaggi più fake che mai siano giunti sul proscenio politico americano, e non è un caso che si tratti dell’uomo che ha un tax rate medio del 14 per cento sul proprio reddito, che è esclusivamente di capitale. Quanto sono cambiati i modelli di “sogno americano”:

“Quelli non furono anni facili…nessuno di noi due aveva un lavoro, perché Mitt aveva un investimento azionario che potevamo liquidare poco alla volta”

Disse Maria Antonietta Romney, detta Ann, della “piccola dote” del marito, proveniente da un padre imprenditore e governatore del Michigan.

  • Lettura complementare consigliata: Justin Fox sulla Harvard Business Review. Da cui si evince che le contee in prevalenza Repubblicane hanno maggiore dipendenza dal welfare, e che gli stati con maggiore incidenza di esonerati dall’imposta federale personale sul reddito sono tendenzialmente Repubblicani.

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