L’AMERICA E’ IN RECESSIONE!

Scritto il alle 07:15 da icebergfinanza

Dopo aver condiviso con Voi attraverso dati e analisi la possibilità che l’America entro il primo semestre del 2012 sarebbe caduta in recessione, ecco che una delle nostre migliori stelle polari Gary Shilling ci racconta che…

Shilling, a perennial contrarian, said that when economists sift through all the data, they will say the next U.S. recession began in the second quarter of 2012. Earlier this year, Shilling predicted a global recession would occur in 2012; now, it’s well under way in Europe and he said it already has hit our shores. Read Gold’s column about Shilling’s prediction of a global recession in MoneyShow.com.

“I think the U.S. is in recession,” he told me in a phone interview last week. But here’s the good news, if you can call it that: He expects this to be a brief, mild, cyclical recession, not the kind we had in 2008-2009.

“I think the recession started in the second quarter and will run about a year,” he said. He predicts a decline in GDP of 3.5% from peak to trough “because I’m not looking for a financial crisis.” Europe, however, which does have a fiscal crisis, a financial crisis and everything in between should show a 6.5% decline from peak to trough, about in line with what we both suffered in the Great Recession, he said. Of course, a “mild” recession would be small consolation amid an 8.2% official unemployment rate in May and many, many more people unofficially out of work. Marketwatch

In sintesi Gary sostiene che quando dati di questo periodo verranno rivisti si scoprirà che la recessioni ha avuto inizio nel secondo trimestre 2012 anche se sarà una soft recession. Durerà circa un anno con un declino limitato al 3,5 % dal picco.

Secondo me Shillingè ottimista, la contrazione sarà molto più profonda specialmente se la scoglierà fiscale,la fine degli sgravi fiscali produrrà i suoi effetti sull’economia americana. Il prossimo anno come vedremo a breve, soprattutto se vinceranno i repubblicani lo stato sociale sarà massacrato da un manipolo di ignoranti idioti.

Solo il 21 % degli analisti stimano una recessione, si analisti dei propri interessi, gli stessi che non scorsero o fecero finta di non scorgere la tempesta perfetta.

Poco importa se in piena tornata elettorale i dati vengono liftati per non creare problemi ad Obama.

Il National Bureau of Economics Research ente preposto alla rilevazione ufficiale dell’inizio e della fine di ogni recessione dice chiaramente che …

…The NBER does not define a recession in terms of two consecutive quarters of decline in real GDP. Rather, a recession is a significant decline in economic activity spread across the economy, lasting more than a few months, normally visible in real GDP, real income, employment, industrial production, and wholesale-retail sales. For more information, see the latest announcement from the NBER’s Business Cycle Dating Committee, dated 9/20/10. http://www.nber.org/cycles.html

Ovvero che della definizione di recessione tecnica riassunta in due trimestri negativi alla NBER non importa molto, ciò che importa è l’andamento del GDP ( …PIL per gli amici ) reale, redditi reali, occupazione, produzione industriale e consumi.

Il resto sono chiacchere elettorali compresa la sorpresa di 163.000 posti di lavoro creati a luglio. Ma tenetevi forte perchè nel prossimo post cancelleremo ogni illusione!

Vi lascio con due nuovi indicatori provenienti dalla Fed di Richmond che si aggiungono ormai agli altri cinque infallibili cecchini che ci hanno aiutato a comprendere prima di chiunque altro in Italia che la recessione era inevitabile.

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2 commenti Commenta
marcooooo
Scritto il 6 Agosto 2012 at 11:54

I grafici sono meglio di 1000 parole…
Marco

kry
Scritto il 6 Agosto 2012 at 22:37

Questi ci credono proprio. Che buffo vedere chi vede la pagliuzza dell’altro e non sente il peso della trave sopra le proprie spalle.———– ” Le banche americane si preparano all’Eurocrack, tempo 18-24 mesi.”———– —Lo scrive il quotidiano di economia Financial Times, le banche statunitensi hanno paura della crisi in atto dell’ Europa. Nell’ intervista un banchiere anonimo afferma: “La cosa migliore che si possa fare è smobilizzare, ridurre. Ci stiamo preparando a una completa rottura dell’euro nei prossimi 18-24 mesi.” Quindi stanno cercando di ridurre la propria esposizione verso l’ Eurozona, cercando di scrollarsi di dosso il peso degli investimenti che riguardano i paesi a rischio e ricorrendo ai credit default swap per assicurarsi delle coperture.
JPMorgan, Bank of America, Citigroup, Morgan Stanley(che secondo degli insider, è la più esposta verso l’ Europa) e Goldman Sachs hanno ridotto la loro esposizione.
I dati emergono dall’analisi dei bilanci del secondo trimestre 2012, resi noti dagli stessi istituti di credito. JP Morgan avrebbe aumentato la percentuale di bond assicurati dal 52% al 61%. Più significativo il dato di Credit Suisse, la cui percentuale di bond coperti da cds è volata dal 69% al 90%, mentre resta meno rilevante il passaggio dal 60% al 62% di titoli di Stato assicurati dalla concorrente Ubs. fonte
Secondo WallStreetItalia sembra che la riduzione dell’esposizione sia stata chiesta proprio dal governo americano.
—–

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