ITALIA: CORRUZIONE DILAGANTE UNA PIAGA ECONOMICA!

Scritto il alle 07:38 da icebergfinanza

 

Dopo aver trascorso gli ultimi mesi a condividere con i nostri lettori la sostanziale solidità finanziaria del nostro Paese e la sua solvibilità è ora di tornare ad occuparci anche della ormai cronica crisi antropologica che da tempo sta distruggendo le sue fondamenta.

La questione ANTROPOLOGICA è fondamentale per comprendere ciò che sta accadendo, le dimensioni economiche e finanziarie non solo altro che una dimensione marginale di questa crisi, economisti ed analisti continuano a disquisire sul sesso degli angeli se credono di trovare la soluzione a questa crisi esclusivamente nelle dinamiche macroeconomiche.

Dalla questione antropologica dipende anche la dimensione economica!

ROMA – “Illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni  sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”. E’ questo uno dei punti più forti della relazione con cui il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha inaugurato l’anno giudiziario della magistratura contabile. Essere a conoscenza della “mappatura” dei fenomeni di corruzione, aggiunge, serve “per effettuare una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata.

O certo, corruzione, manipolazione, frode e inganno, sono intrinseche nella natura dell’uomo, lo racconta la storia e non è una novita si sente sussurrare! Quando l’Etica e la Responsabilità scompaiono all’orizzonte dei popoli, suggerisco io, il declino è irreversibile, lo stesso crollo che accompagna qualunque impero nella storia.

I DATI. La corruzione in Italia vale circa 60 miliardi di euro l’anno ma nel 2011 sono state inflitte condanne solo per 75 milioni di euro. Questo è quanto ha sottolineato il procuratore generale aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, nella sua relazione. “Se l’entità monetizzata della corruzione annuale in Italia è stata correttamente stimata in 60 miliardi di euro dal SAeT del Dipartimento della Funzione Pubblica rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue – ha spiegato Arganelli – l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa”. Tuttavia, secondo Arganelli, si tratta di un dato “che appare invero esagerato per l’Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell’Unione Europea”.
La Commissione europea ha infatti stimato che la corruzione costa all’economia dell’Unione 120 miliardi di euro l’anno, ovvero l’1% del Pil della Ue e poco meno del bilancio annuale dell’Unione europea. La Corte dei Conti ricorda comunque che “il nostro Paese nella classifica degli Stati percepiti più corrotti nel mondo stilata da Transparency International per il 2011 assume il non commendevole posto di 69 su 182 paesi presi in esame e nella Ue è posizionata avanti alla Grecia, Romania e Bulgaria”.

In Italia ma non solo come vedremo lo stato di diritto è pari a ZERO!

L’EVASIONE FISCALE.
Altra piaga del Paese è poi l’evasione fiscale. “Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto – spiega il presidente della Corte – evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%”. Tracciando un bilancio dell’anno passato, Giampolino osserva come Il 2011 “sarà ricordato nella storia della finanza pubblica italiana, per la severità della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla e ad arginarne gli effetti più devastanti”. REPUBBLICA

Bene se volete continuare a parlare del sesso degli angeli, ovvero solo di questioni economico finanziarie accomodatevi in altri salotti!

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2 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 17 Febbraio 2012 at 09:24

Aggiungerei che una parte consistente di questa Italia fuori legge (una grande massa di persone, non pochi sparuti gaglioffi) detiene ampia ricchezza finanziaria liquida parcheggiata in parte fuori dai confini nazionali. Questa Italia non vuole alcun cambiamento, questo è ovvio. Meno ovvio è che preferirebbe di gran lunga il paese fuori dall’euro e non certo per nobili motivi. Avendo ricchezze in monete forti all’estero le potrebbe facilmente far rientrare e acquistare a poco quel che resta. In un paese in crisi già soggetto a corruzione vedrebbe quest’ultima aumentare ancora nel caso si verificasse questo scenario e sarebbe più facile perpetuare l’attuale sistema di potere (nel senso più ampio e non solo politico). Per quanto scellerato sia l’attuale sistema di regole europee, il rischio è enorme e troppo spesso chi, esasperato, urla al default catartico non riesce a comprendere che finirebbe a stare molto peggio, con tutti i mali d’Italia amplificati invece che corretti. E’ solo con una maggiore partecipazione democratica e una rifondazione del sistema di rappresentanza che si può andare avanti. Altrimenti è il baratro.

kry
Scritto il 17 Febbraio 2012 at 16:08

Quando l’etica, la responsabilità….. e l’onestà. Sono valori che non esistono più, dalla fine degli anni 70 non vengono insegnati dalla famiglia e dalla scuola ,mentre dal mondo del lavoro viene insegnato il contrario. Il mondo oggi gira sul valore dei soldi , sul voglio esigo pretendo e pretendo di non svolgere li mio dovere. Il genere umano è nato senza i soldi, la moneta deve avere la funzione di facilitare uno scambio senza diventarne schiavi. Chi imposta la propria vita su questi valori aggiungendoci l’umiltà uscirà tranquillamente dalla tempesta che si profila all’ orizzonte.

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