PORTOGALLO: UN CIGNO NERO SUI CIELI D’EUROPA!

Scritto il alle 09:09 da icebergfinanza

Se c’è qualcosa di assolutamente imprevedibile in questa crisi è l’evento di un cigno …bianco, in quanto quelli neri abbondano, anche se in realtà non sono cosi imprevedibili come vuole la leggenda.

La tragedia greca sta scatenando gli appetiti degli avvoltoi e degli sciacalli che non vedono l’ora di occuparsi del Portogallo e di conseguenza della …Spagna. Per quanto riguarda l’Irlanda quello si che è un cigno nero coi fiocchi, ma c’è tempo purtroppo c’è molto più tempo di quello che qualcuno è disposto a credere.

Ieri l’avvoltoio Soros ha suggerito che i titoli di Stato italiani a questi livelli valgono ben una piccola e grande speculazione, ma se va male il sangue scorrerà a fiumi in tutto il mondo e sarà depressione, soprattutto in questa immensa deflazione da debiti che sta cancellando le paranoie inflattive di qualche visionario dell’ultima ora.

Mentre sui titoli di Stato spagnoli e italiani torna un po’ di fiducia, mentre le Borse toccano i massimi degli ultimi sei mesi, in Europa c’è un Paese che senza dare troppo nell’occhio sta finendo alla deriva: il Portogallo. Le vendite sui titoli di Stato di Lisbona nelle ultime settimane sono state così violente, che i rendimenti quinquennali sono ormai vicini al 18% e quelli decennali al 14 per cento. Questo significa che Lisbona, se volesse raccogliere finanziamenti decennali, sarebbe costretta a pagare tassi d’interesse quasi 12 punti percentuali superiori a quelli tedeschi. Insomma: il Paese rischia di sprofondare in una nuova crisi di liquidità. O nell’insolvenza.

 
Ne è convinto Antonio Saraiva, presidente della Confindustria portoghese: a suo avviso il Paese ha bisogno di nuovi  di nuovi aiuti internazionali. Almeno 30 miliardi, a suo dire, che si sommerebbero ai 78 già ottenuti. Il primo ministro Pedro Passos Coelho lo nega ufficialmente: «Il Portogallo – ha affermato – non chiederà né di rinegoziare gli attuali aiuti, né di ottenerne altri». Il mercato, però, crede poco alle sue parole. Per due motivi. Uno: il Governo di Lisbona ha negato che avrebbe chiesto aiuti anche nel 2011, quando poi li ha effettivamente chiesti. Due: i dati che arrivano dall’economia portoghese lasciano poco spazio all’ottimismo.

 
Il Portogallo, per certi versi, ha infatti guai più seri di quelli della Grecia. Se Lisbona ha un debito pubblico più controllato, stimato dal Fondo monetario al 116,3% del Pil nel 2012 contro il 140% di Atene, è sul fronte privato che non regge. Le famiglie (stima la Bri per fine 2010) sono oberate da un debito pari al 106% del Pil: il doppio rispetto al 65% greco o al 53% italiano. Le imprese (calcola sempre la Bri) hanno sulle spalle un debito pari al 153% del Pil: ben più del 65% greco o del 128% italiano. Basti vedere l’esempio della più grande utility del Paese: la Energias de Portugal che ha debiti per 16 miliardi, quasi 5 volte la sua capacità di produrre reddito.

 
«In Portogallo l’intera economia è piena di debiti – osserva Silvio Peruzzo, economista di Rbs – lo stress finanziario va ben oltre lo Stato». Questo significa che non solo il Governo fatica a trovare finanziamenti: tutti sono alla canna del gas. Un problema enorme, considerando il fatto che per il Portogallo si stima una recessione del 3% quest’anno.  Morya Longo – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/l0tyY

Qualcuno quotidianamente chiede a Markit cosa accade ai CDS del Portogallo e di altri paesi europei.

Come ho scritto recentemente La Markit sviluppa dati indipendenti, valutazioni e trade processing in tutti i settori per garantire trasparenza, ridurre i rischi e migliorare l’efficienza operativa. Tra i suoi clienti si annoverano le istituzioni più autorevoli che operano nel mercato finanziario. 
 
A proposito di Markit consiglio alle candide anime che fanno riferimento a questa società di leggersi questo articolo Bloomberg per comprendere come gira il mondo della finanza. Questa sarebbe una società di servizi finanziari indipendente, talmente indipendente che il maggior azionista è JPMorgan e il secondo Bank of America, poi RBS e l’immancabile Goldman Sachs, tutto assolutamente indipendente.

Aveva ragione il buon Tremonti ”La crisi ha una dimensione finora non nota nell’esistente” è come un  video game, in cui ad un mostro ucciso ne segue immediatamente dopo un altro piu’ grande. State sintonizzati di mostri ne vedremo ancora molti soprattutto zombies e scheletri negli armadi.

Icebergfinanza  partecipa al ” ENEL BLOGGER AWARD 2012 ” Se qualcuno di Voi trova un attimo di tempo ed è disponibile a sostenerci , questo è l’indirizzo per
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8 commenti Commenta
first em
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 09:36

Caro capitano,
concordo pienamente sull’impostazione del post. La storiella del “Cigno nero”, creata e messa in circolo da personaggi “indipendenti” alla Taleb per farla diventare parte concreta del nostro orizzonte mentale, fa parte dell’armamentario ideologico messo in campo dal neoliberismo per poter meglio approfondire la propria presa sulle nostre vite.
Nello specifico, screditando il nesso causa-effetto che sta alla base di ogni sana analisi, ci vorrebbe proni nell’accettare l’imprevedibilità di eventi in realtà assolutamente prevedibili, come adesso (purtroppo) il default del Portogallo. E nello stesso tempo la(presunta) “discrezionalità” del Cigno nero occulta le ragioni fondamentali di quel che accade, cioè la manipolazione dei mercati.

john_ludd
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 10:30

first em@finanza,

Il post di Andrea Mazzalai è informato e corretto e ancora più importante, tempestivo. La scelta dei temi sembra precedere l’evoluzione dei fatti. Non ho veramente nulla da aggiungere.

Scrivo perchè, perdonami ho seri dubbi che tu abbia mai letto qualcosa di Nassim Taleb, e con il tuo commento rendi un cattivo servizio a chi pure non lo conosce e se lo vede definito come “neoliberista” quando invece, pur senza essere un genio o un guru, ha fornito un contributo interessante al pensiero di questi ultimi 15 anni riprendendo e adattando la filosofia degli antichi scettici e andando oltre la sola analisi finanziaria.

Sul tema del “cigno nero” Taleb scrive da almeno10 anni, da molto prima della crisi immobiliare e il termine cigno nero viene da lui utilizzato in una accezione molto più vasta di quello che pensi. E’ stato uno tra i primi e più duri critici del sistema finanziario USA che conosce dal di dentro… ben prima di quasi tutti gli altri, è offensivo definirlo come appartenete al neolibersimo… Suggerimento: leggi il libro o qualche estratto prima, giudica poi.

stanziale
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 12:25

Buongiorno a tutti, scusate il fuori tema. Ho appena inviato una mail di protesta all’ambasciata tedesca per l’infame articolo su der spiegel che ci definisce un non popolo di codardi. Chiedendogli di uscire dall’euro e ue, se gli facciamo tanto schifo, ed annunciandogli che non acquistero’ piu’ prodotti tedeschi. La mail : presse@deutschebotscheftrom.it (non sono sicuro pero’ che sia corretta). Se qualcuno conosce mail delle sedi di rappresentanza tedesche….

tirlusa
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 15:47

stanziale@finanza,

Secondo me bisogna ignorarli. A parte che è l’opinione di un singolo giornalista….anche se fosse un intero popolo ci penserà la Storia a svelare chi sono.

first em
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 22:33

@John_Ludd,
ho letto sia “Giocati dal caso” che “Il cigno nero” e, perdonami, ma su Taleb penso proprio quello che ho detto. Naturalmente, posso sbagliarmi. A me Taleb dà l’idea del personaggio che si arricchisce con la speculazione, ma visto che è colto prende debitamente le distanze dai beceri trader che si affannano con grafici e tabelle per raccapezzarsi. Lui no, dall’alto delle sue letture può assumere un distacco olimpico; naturalmente continuando a guadagnare – chissà come mai, visto che ufficialmente il futuro è inconoscibile – anche scrivendo libri. E poi, sintetizza bene tutto la nozione-guida del “Cigno Nero” per cui tutto quello che è avvenuto durante la Grande Crisi non ci può insegnare nulla su quello che avverrà: certo, non bisogna usare la ragione, le nozioni di causa-effetto, gli insegnamenti della storia, ecc… in modo che non si capisca e non sia detto in giro che, proprio come adesso, siamo in balia del denaro impazzito intento in maniera forsennata a riprodursi per elargire solo ai suoi adepti ricchezza mentre al resto dell’umanità lasci in dono anche l’ignoranza di non sapere da chi è stata derubata.

edmontdantes
Scritto il 27 Gennaio 2012 at 23:39

Il Cigno Nero…dovrebbe stare attento a non essere schiacciato dall’ Elefante a stelle e striscie gia’ in default in quanto gli US che al 31.12.2011 hanno di nuovo sforato il limite legale del debito appena innalzato ad Agosto 2011 ?

Basta guardare al link:
http://www.treasurydirect.gov/govt/reports/pd/mspd/2011/opds122011.pdf

Per vedere come:
Total Public Debt Outstanding
15,222,940,000,000 USD

Statutory Debt Limit
15,194,000,000,000 USD

Per cui altro che gigno nero nessuno sta guardanto l’ elefante che annega…un articolino ? Qualche giornalista volenteroso !!!

Grazie Capitano per la pazienza…che porti al mio martellamento di una notizia che nessuno scrive !
Edmont dantes…l’ ultimo giap !

john_ludd
Scritto il 28 Gennaio 2012 at 13:36

first em@finanza,

Lo scopo del lavoro di Taleb è far comprendere l’intrinseca fragilità del sistema finanziario e la fallacità del sistema di gestione del rischio adottato dalle istituzioni finanziarie. Taleb è un matematico che per anni ha progettato prodotti derivati ad alta complessità per la protezione del rischio e su questi argomenti ha scritto decine di lavori per addetti ai lavori. Sulla sua convinzione che il sistema non “pesa” correttamente il rischio ha guadagnato una fortuna attraverso speculazioni in proprio sulle opzioni, poi si è ritirato e ora è professore al Politecnico di New York. Taleb non parla di economia o di etica ma di gestione del rischio e di percezione della realtà, il suo campo, e su quello va valutato. Sarebbe come valutare Totti come filosofo. Recentemente ha allargato il proprio campo di studio alla socio politica sempre con la stessa tesi: l’inadeguatezza di tutti gli attuali sistemi di gestione del rischio a causa dell’impossibilità di assegnare una probabilità a eventi estremi. Il corollario e maggiore contributo è che essendo tutti i sistemi di gestione del rischio finanziario e di controllo sociale basati su una errata valutazione del rischio, sono destinati a fallire in maniera spettacolare e imprevista. Questa tesi era già stata in parte sviluppata dal matematico francese Mandelbrot di cui Taleb è stato un discepolo. Parte importante nelle sue valutazione è lo studio della psicologia comportamentale (Kahnemann e altri) di cui riprende le conclusioni e le integra nei sui modelli.

Quindi in sintesi Taleb è un matematico e le sue tesi non hanno nulla a che fare con l’etica e l’economia ma con la gestione del rischio e i sistemi complessi. Definirlo un neo liberista non ha alcun senso, è come definire Totti un esistenzialista.

Questo blog è invece dedicato all’etica nella finanza e di riflesso nella società, e qui trovi le informazioni che cerchi. Ma certamente Andre Mazzalai ben conosce le tesi di Taleb che ha citato spesso per quello che è realmente, un innovatore nel campo della percezione e conseguentemente gestione del rischio finanziario e sociale.

Nessuna polemica quindi, e mi scuso per il tono professorale.

first em
Scritto il 28 Gennaio 2012 at 23:01

John-Ludd,
nessunissima polemica, anche perchè apprezzo molto i tuoi interventi che trovo sempre articolati e arguti. Ma permettimi di dirti che possiamo avere su Taleb opinioni differenti. Se rileggi il mio intervento, vedrai che non definisco Taleb un neoliberista ma è indubbio, vista l’eco avuta, che le sue sono opere di “acculturazione”, un pò come le prime bibbie per i convertendi popoli pagani. Quando afferma che “non siamo progettati per capire le cose ma solo per sopravvivere e procreare”, non critica i metodi di gestione del rischio ma abbozza, sia pure en passant, un quadro sociale e abbraccia, se anche per sfoggio, una precisa visione antropologica. Se non lo sa, diteglielo.
Con stima.

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