INFLAZIONE e DEBITO: UNA STORICA SCORCIATOIA!

Scritto il alle 22:42 da icebergfinanza

Una piccola anticipazione: Per tutti gli amici di Icebergfinanza che navigano in Trentino-Alto Adige e nel Veneto, date un’occhiata alla pagina economica del quotidiano " l’Adige " il cui sito potete trovare al seguente indirizzo,

L’Adige 

…c’è una piccola sorpresa, una sorpresa che condivideremo domani con il resto d’Italia!

Prima di infilarci nella storica scorciatoia istituzionale dell’inflazione utilizzata per cancellare il debito, diamo una rapida occhiata a quanto avviene a livello politico dietro l’illusione di una intesa a livello europeo che sembra figlia di una serie di compromessi che volano oltre la gravità della situazione attuale.

Mentre da Zurigo, ad un convegno organizzato dal FMI, il governatore della Banca Centrale Italiana, Mario Draghi sussurra che una lunga strada si prospetta per uscire dalla speculazione dei mercati, una lunga battaglia da combattere che sarà difficile vincere in breve tempo, i governatori delle banche centrali tedesca ed olandese non perdono occasione di rimarcare il loro euroscetticismo o europessimismo di fondo.

MILANO (MilanoFinanza-DJ)–Il sentiment nei confronti del maxi-piano salva-euro e’ gia’ cambiato e lo scetticismo circola abbondante sui mercati, segno che forse si sta preparando un nuovo pesante attacco della speculazione. Incredibile, pero’, che possa essere alimentato da un autorevole esponente della Bce, il presidente della Banca centrale olandese, Nout Wellink. "La rete di salvataggio ha un carattere temporaneo", ha detto in un’intervista al quotidiano Nrc Handelsblad. "Se Grecia, Portogallo e Spagna non rimetteranno in ordine i loro conti" il piano da 750 mld "non sara’ sufficiente" a salvare Eurolandia. MilanoFinanza

Non è passato neanche un giorno dalle parole di Axel Weber, governatore della Bundesbank, scettico sulla manovra di sostegno ai titoli di stato dei paesi periferici, attraverso acquisti effettuati dalla Banca Centrale Europea, sulla base della solita paura che la monetizzazione del debito possa scatenare inflazione, che altri gufi riempiono la foresta pietrificata dell’euro.

Sembra che durante i negoziati, i tedeschi abbiano negoziato la loro adesione al piano di salvataggio dell’area euro con la promessa di sostenere il loro futuro candidato alla presidenza della Banca Centrale Europea nel prossimo autunno del 2011, Axel Weber.

Quindi l’illusione di una possibile futura coesione all’interno della comunità europea, restarà tale di fronte all’opportunità politica di un nazionalismo che non riesce a superare la memoria storica. La profonda ferita dell’iperinflazione vissuta durante la Repubblica di Weimar è una cicatrice difficilmente cancellabile dalla memoria storica del popolo tedesco ed in particolare da quella dell’integralismo della Bundesbank.

Ecco quindi la possibilità che la scorciatoia dell’inflazione, più volte invocata da numerosi economisti e storici, politici ed analisti, è come ha sottolineato lo storico inglese Nial Ferguson, nel suo libro " Soldi e Potere" è un’esperienza quella del venir meno al debito mediante l’inflazione  per molti aspetti universale "….oserei dire forse storicamente ineccepibile.

Togliamoci dalla testa che il macigno del debito, del deficit sia solo un problema europeo, come vedremo nel proseguo del post, anche ogni singolo Stato americano ha problemi di una certa entità!

A proposito dell’ Italia ho già scritto in un post dello scorso febbraio intitolato  THE WORLD’S BIGGEST DEBTOR NATIONS: PER NOI UNA PICCOLA BUONA NOVELLA! che come abbiamo visto nel recentissimo post dal titolo " ARCHIMEDELa leggenda della leva finanziaria", per valutare complessivamente l’entità del debito di una nazione, non si può fare a meno di considerare, il livello di risparmio privato esistente all’interno della stessa nazione e di conseguenza del livello di indebitamento privato complessivo interno.

Leggendo l’ultimo fantastico libro di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, dal titolo " This Time is Different: Eight Centuries of Financial Folly " Questa volta è diverso: Ottocento anni di follie finanziarie. ", si scopre che un paese ha molte più probabilità di subire un default sul proprio debito estero, quando esso detiene un’alta percentuale di debito interno. Ciò che sorprende in realtà, è che questo fattore è stato completamente trascurato dalla maggior parte degli economisti. Una ragione sembra esserci, ovvero che non vi è una sufficiente quantità di dati a disposizione dei ricercatori, proveniente da parte dei governi.

Carmen Reinhart, ha sostenuto in una recente intervista su Businessweek, che una delle sorprese più grandi della loro ultima fatica è stata quella di comprendere, l’importanza di poter osservare una misura più completa del debito, includendo il debito nazionale. Rogoff è stato capo economista del Fondo Monetario Internazionale, e pur avendo accesso ad alcune informazioni, hanno scoperto che lo stesso fondo non è a conoscenza dei dati sul debito interno delle varie nazioni. Il che è abbastanza sconvolgente, se si considera che uno degli elementi chiave, delle prospettive a medio termine per il FMI è la sostenibilità del debito.

Esercizi di sostenibilità del debito, venivano fatti solo osservando il debito estero, senza prendere in considerazione il debito interno. Surreale ha confidato Rogoff, siamo al FMI, e qui ci si chiede se gli Stati possono rimborsare il loro debito, storicamente, cercando di trovare punti di riferimento, tutti i dati che avevamo erano sul debito estero.

Carmen Reinhart, ricorda inoltre come abbiano dovuto fare un sondaggio sul debito pubblico interno, dal desk officer del FMI, scoprendo che non erano stati i primi a mettere insieme tali dati, ma indovinate un pò, la "Lega per le Nazioni", prima della seconda guerra mondiale, lo stava già facendo. Ecco la Storia che torna a fare capolino, prima della seconda guerra mondiale, verso la fine della Grande Depressione. Coincidenze? Chissà!

Vi ricordate prima quando parlavo del governatore della banca centrale olandese, Welling quando condivideva che se Spagna e Portogallo non mettono a posto il loro debito, molto difficilmente l’euro potrà salvarsi?

Ebbene sul sito della CNBC potete trovare una autentica sorpresa!

" Durante la crisi finanziaria, molte economie nazionali hanno guardato al loro governo e ai finanziatori stranieri, per il sostegno finanziario, che si traduce in una maggiore spesa, e in molti casi in una crescita dle debito nazionale.Disavanzo di spesa, debito pubblico e indebitamento del settore privato sono la norma nella maggior parte dei paesi occidentali, ma in parte a causa della crisi finanziaria, alcune nazioni e leloro economie sono indebitate in maniera peggiore di altre. Il debito estero è una misura delle passività di una nazione, capitale maggiorato di interessi che governo ed istituzioni di una nazione, devono eventualmente pagare. Questo numero non comprende solo il debiito pubblico, ma anche il debito nei confronti di società e persone fisiche o enti al di fuori del loro paese d’origine.(…)Una misura utile dell’indebitamento di un paese, è il confronto tra il debito estero e il PIL. Confrontando il debito di un paese di ciò che produce, questo rapporto può essere utilizzato per determinare quante probabilità abbia un paese, di rimborsare il proprio debito.

Ebbene secondo questa logica, L’ Irlanda sarebbe al primo posto in questa speciale classifica, questo speciale cocktail esplosivo di debito, seguita dall’ Inghilterra e udite udite con al terzo posto proprio l’ Olanda di Welling.

La nostra cara Italia è solo al 17 ° in questa speciale classifica che esplora il debito da un’altra dimensione.

E’ ineccepibile che abbiamo un livello impressionante di debito pubblico, ma se mettiamo insieme tutti i tasselli come abbiamo visto la situazione cambia.

Aggiungetevi pure che, vuoi per fortuna, vuoi per tradizione il nostro sistema finanziario è più tradizionale di quello anglosassone; ci offre anche realtà bancarie che da sempre operano con il territorio, come le casse rurali, le banche di credito cooperativo o le banche popolari che poco o nulla si sono avventurate nella follia collettiva dei mutui americani o della favola dei paesi dell’est. Non per nulla le grandi banche italiane dichiarano oggi di voler tornare al territorio, al rapporto personale con il cliente.

Sommatevi il fatto che il nostro ministro Tremonti ha compreso meglio di chiunque altro che era una follia tentare di spegnere un incendio del debito con altra benzina della spesa pubblica e che in Italia buona parte dell’economia è sommersa e soffre in maniera diversa questa crisi e abbiamo un quadro decisamente differente della situazione.

Resta inteso che senza innovazione, ricerca e sostegno alla Famiglia e all’Istruzione, senza riforme non solo economiche ma sopratutto politiche difficilmente potremo evitare un contagio evidente nella sofferenza quotidiana di molti nostri concittadini. 

Tornando all’argomento inflazione, come più volte sottolineato fanno tenerezza le discussioni sul livello di inflazione o reflazione che è importante provocare per provare a cancellare il livello di debito in circolazione, discussioni che nella sostanza tendono a voler cancellare il peccato originale di questa crisi, ovvero la generale presunzione di poter vivere oltre la sostenibilità di lungo periodo, bruciando ogni istante in un breve termine.

La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori ama la soluzione dell’inflazione, un pessimo rimedio, una tassa occulta che socializza definitivamente con i percettori di reddito fisso la massa di debito contratto dal sistema, seminando l’azzardo morale e il rischio sistemico di fallimenti di massima corredati da una eventuale depressione.

Ora il lettore sa nei minimi particolari per quale motivo oggi il pericolo maggiore guarda al lato della deflazione, come abbiamo più volte visto, storicamente la dinamica di "deleveraging" ovvero di rientro dal debito, di ricomposizione di una crisi economico/finanziaria può avvenire sostanzialmente in quattro modi, come recentemente analizzato in una splendida ricerca empirica della McKinsey:

a) “Belt-tightening” ovvero una crescita futura del debito inferiore a quella del PIL, attraverso un calo del debito in termini nominali.
b) “High inflation” aumento nominale della crescita attraverso la creazione di inflazione, la quale riduce il rapporto debito/crescita economica.
c) “Massive default” contrazione del debito ad opera di fallimenti generalizzati pubblici e privati.
d) “Growing out of debt” una dinamica nella quale l’economia mostra una rapida crescita che fa diminuire il rapporto debito /PIL.

Come più volte osservato sono necessari storicamente ed empiricamente almeno sei o sette anni per assorbire il livello di debito creato da una bolla finanziaria. Questa è la madre di tutte le crisi, valutate Voi se un decennio sia fondamentalmente necessario per permetterci di ricomporre gli squilibri di questa ultima follia collettiva.

Molti fanno l’errore di escludere la prima soluzione previlegiando l’orizzonte di una massa di fallimenti o di un’ondata inflativa come panacea dell’economia. La crescita economica nella sostanza è più un aspicio che una possibilità reale nei prossimi anni, una crescita economica reale in grado di cancellare un decennio di debito.

Come ha più volte sottolineato Carmen Reinhart, grande analista di crisi finanziarie insieme a Kenneth Rogoff, capace di esplorare oltre 800 anni di storia e vivisezionare un numero imprecisato di crisi,  il mondo occidentale sta da tempo parlando giapponese senza accorgersene, dimenticando alcune dinamiche che si stanno puntualmente ripresentando.

L’illusione di sommergere di liquidità il mercato per cancellare il debito creando inflazione o provocando la tentazione di contrarre ulteriore debito attraverso tassi eccezionalmente bassi a livello storico, dimentica che il cavallo non vuole bere, non è un problema di liquidità che non arriva alla fonte. Oggi il sistema finanziario è intento a ricomporre la sua base patrimoniale, devastata e violentata da un eccesso di indebitamento mai riscontrato nella storia, operazioni speculative di portata globale.

Il debito è come una fossa che prima o poi va riempita tramite il risparmio, la frugalità, non è possibile credere di poterla riempire con altro debito senza creare una piramide di carta che assomiglia ad una catena di San Antonio.

Ebbene nonostante queste premesse sembra che in un convegno a Milano, alcuni gestori di hedge fund internazionali rilancino la tassa occulta dell’inflazione, quella che distrugge il potere di acquisto delle classi medie, dei lavoratori, dei pensionati.

Come scrive Riolfi sul SOLE24ORE

" Il grande pericolo per l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone è la deflazione. E il rischio è ancora più grave nel Vecchio continente, adesso che la crisi dei debiti sovrani costringe quasi tutti gli stati a drastici tagli della spesa pubblica. Tra i 12 gestori e fondatori di altrettanti grandi hedge fund internazionali, riuniti a Milano al tradizionale convegno organizzato da Vitruvius Sicav (Banca del Ceresio), s’è colta una impressionante unanimità. La ricetta per tentare di salvare i paesi a rischio dell’area euro? Naturalmente la riflazione, ossia una politica monetaria in grado di generare un poco d’inflazione. Li avesse sentiti Jean-Claude Trichet, presidente di una Bce che per cultura e storia vede la crescita dei prezzi come il fumo negli occhi, sarebbe inorridito.

Abbiamo ascoltato per mesi e mesi la litania che una banca non potrà mai fallire, che il rischio sistemico non lo permette per poi assistere alla disintegrazione di Lehman Brothers, non potrà mai fallire perchè gli Stati sovrani le salveranno tutte, non possono permettere la loro estinzione. Domanda da un milione di dollari! Chi salverà allora gli stati sovrani, visto che un gestore di hedge fund in quella riunione ha osservato come  i «titoli di stato continuano a restare un cattivo investimento nel lungo periodo».

Probabilmente qualcuno risponderebbe prontamente…..ma le banche centrali ovvio, basta stampare moneta, e produrre inflazione e cosi puff il debito scompare e tutti vissero felici e contenti.

Siamo arrivati oggi alla constatazione che la follia collettiva ama più il debito dei privati e delle imprese che quello degli Stati sovrani, si comprano più junk bond, titoli spazzatura e corporate, delle imprese, che titoli di stato, come se oggi all’improvviso fossero diventati un virus da evitare.

E’ chiaro che se giro con un unico paniere dove sono deposte tutte le mie uova, se cado la possibilità che quelle uova in maniera particolare quelle marce si rompano, ma se il concetto di diversificazione del rischio mi impone di avere più panieri dove mettere diverse uova, allora risulta difficile ascoltare alcune demenziali espressioni.

Se salta uno Stato sovrano chi salva il suo sistema finanziario!? Per favore cerchiamo di essere razionali e ragionare.

Ma proseguendo….
(…)Anche sull’operato della Bce ci sarebbe da dire, specie per quella «mania» della banca centrale di voler ad ogni costo «sterilizzare» l’effetto degli acquisti di titoli di stato sul mercato. Per Francoforte, sterilizzare significa non creare effetti secondari (leggi inflazione). Per Odey e Sloane, questo è assurdo, se il problema è diventato la deflazione. «Converrebbe stampare moneta», come ha fatto la Fed, rispondono i due gestori.

Bene vista l’ "illuminazione" e la superficialità generale diamo un’occhiata al grafico qui sotto, prodotto dalla Federal Reserve di St. Louis:

 

Questo è un grafico che testimonia la velocità della moneta nel viaggiare attraverso le arterie dell’economia, la sua moltiplicazione. Ebbene nonostante tutta la moneta stampata dalla banca centrale, nessuna traccia di inflazione, anzi un collasso della velocità di circolazione della moneta. Signori, sino a quando il sistema finanziario avrà bisogno di ricapitalizzare la propria base patrimoniale, sino a quando non verrà ricostituita una solida base, sino a quando il processo di deleveraging generalizzato non avrà il suo epilogo, ben poche potranno essere le possibilità di assistere ad una qualsiasi parvenza reale di inflazione.

L’inflazione che il cittadino osserva quotidianamente nei prezzi della benzina, dell’energia, degli alimentari, nelle esagerazioni quotidiane è il frutto di monopoli, cartelli e di logiche di interesse privato che da sempre avvolgono e sequestrano il nostro paese.

Ecco quindi che tornando alle quattro opzioni per uscire da questa crisi, ritorna di attualità il percorso della "lost decade" giapponese, il doppio decennio perduto, nel quale la "trappola della liquidità" ovvero l’impossibilità di spingere i tassi sotto zero, annulla qualsiasi validità di una politica monetaria già di per se negli ultimi anni assolutamente demenziale.

Ma sulla dinamica dell’inflazione e della deflazione abbiamo già parlato in abbondanza, nel tag Inflazione&Deflazione potrete trovare un oceano di post come peraltro in alcuni post "dedicati" ha chi ha sostenuto Icebergfinanza in questi anni.

Per concludere ritornando all’accenno sulle difficoltà degli Stati americani, basterebbe dare un’occhiata a questa MAPPA INTERATTIVA  pubblicata dal WSJ, per comprendere che la metastasi del debito è generalizzata nei paesi occidentali.

Dai possibili 100.000 licenziamenti nel pubblico impiego dello Stato di New York alle dichiarazioni di aumento del 50 % della pressione fiscale del governatore dello Stato dell’Illinois alle dichiarazioni di imponenti tagli alla spesa del Governatore della California, abbiamo un cocktail recente che dimostra che per quanto lo stato federale cerchi di espandere la spesa e produrre nuova occupazione senza aumentare le tasse, la tela di Penelope è puntualmente disfatta di notte da una nemesi inevitabile, una nemesi che proviene da dinamiche che avranno bisogno di tempo per essere ricomposte.

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21 commenti Commenta
Scritto il 13 Maggio 2010 at 08:07

Oh! Ma “Cavoli Capitano, come sei lungo e prolisso, potresti fare lo sforzo di essere più sintetico però..ci impiego mesi e mesi a leggere i tuoi poemi…poi cos’è tutto questo copia e incolla…graficamente non rende..no..no..no…hihihiBeh! Ora smetto di “fare l’idiota” e mi rimetto al lavoro!Grazie anche oggi!!Valentina

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 08:09

Scusate la franchezza:In caso di deflazione chi sono le persone o categorie che più ci rimettono?Francesco

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 10:14

@francescoTendenzialmente direi i liberi professionisti, i commercianti il sistema finanziario, perchè quando si parla di deflazione si parla di un sistema dove i prezzi nel tempo sono tendenzialmente decrescenti. Se tu compri materie prime oggi per produrre un bene che metterai sul mercato tra un mese, e che oggi costa 100, quando arriverai sul mercato magari costerà 90 perchè nel frattempo la scarsità di domanda ha fatto abbassare i prezzi, quindi ti si riduce il margine. La cosa buffa è che probabilmente al momento di vendere anche le materie prime che avevi comprato un mese fa saranno calate, quindi sei in una spirale dove compri a tanto e vendi a poco…Un salariato invece, a meno che non gli si decurti il salario nominale, vedrà aumentare il suo potere di acquisto.D'altra parte se siamo in una situazione dove il cavallo non vuole bere, l'alternativa inflattiva porterebbe solo ad andare a comprare un filone di pane con una carriola piena di euro (vedi Weimar). Insomma se la domanda non c'è e non si riesce a stimolarla, il sistema in qualche modo si deve ridimensionare. L'altra alternativa, che non escluderei a priori, è una bella guerra mondiale e distruzione di marxiana di capitale…Il grosso problema della deflazione (che vedo comunque come via più sana nella attuale situazione), anche dal lato della domanda, è che generando aspettative di prezzi decrescenti, chi ha qualche soldo in mano è ancora meno propenso a spenderlo. Esempio di vita reale: ho acquistato una macchina il 30 di aprile, consegna in questi giorni, ieri mi ha chiamato il commerciale di un'altra concessionaria da cui mi ero fatto fare un preventivo (stessa marca però) che mi ha proposto lo stesso modello con ulteriori 2 mila euro di sconto rispetto a quanto sottoscritto… capisci che se non avessi assoluta necessità di comprare la macchina, aspetterei, invece di rodermi il fegato a mille!

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 10:15

Scusate, ho dimenticato di firmare il post in risposta a Francesco (credo sia il #3)CiaoLuigi

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 10:31

non risco a capire al sorpresa che c'è sulla apgina economica dell'Adige.Grazie

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 11:14

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 11:30

Montecristo:Papa:   Profezia  di fatima  non è finita, ancora  guerre e egoismidi   ApcomPenso  che  abbia  ragione!

Scritto il 13 Maggio 2010 at 12:03

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/13/Economia%20e%20Lavoro/6_A.shtml?uuid=47305a3a-5e55-11df-9173-01a2af354a3eUn tempo spremere la grande massa aveva un senso perchè la distribuzione della ricchezza nei paesi "ricchi" era ancora tale per cui la massa nel suo comlesso muoveva un volume di ricchezza importante.Oggi o si spreme la ricchezza dove è, ovvero nelle oligarchie economiche" o non si ottieme nulla.E' bene che la gente cominci a scendere in piazza, per contarsi almeno.

Scritto il 13 Maggio 2010 at 12:03

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/13/Economia%20e%20Lavoro/6_A.shtml?uuid=47305a3a-5e55-11df-9173-01a2af354a3eUn tempo spremere la grande massa aveva un senso perchè la distribuzione della ricchezza nei paesi "ricchi" era ancora tale per cui la massa nel suo comlesso muoveva un volume di ricchezza importante.Oggi o si spreme la ricchezza dove è, ovvero nelle oligarchie economiche" o non si ottieme nulla.E' bene che la gente cominci a scendere in piazza, per contarsi almeno.

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 12:06

Montecristo:Quando  l'altro  giorno   menzionavo  alcune  persone    geniali   ho  citato  Valentina,  solo  ora  ho  letto!   no  no   non   sei  tu    è  una  mia  amica   carissima.  comunque  sei  brava,Caio

Scritto il 13 Maggio 2010 at 12:22

Sull ‘ Adige vi trovi un articolo che parla di Iceberfinanza e svela nella sostanza un piccolo segreto……Andrea

Scritto il 13 Maggio 2010 at 12:37

Senti Capitano, nemmeno io la trovo…va beh! Pazienza…aspetterò domani.Montecristo allora complimenti alla tua geniale amica Valentina (mi sembrava strano…)Ma del resto, visto il nome che porta non potrebbe essere diversamente!!Hihihi(scusate ma non ho resistito alla battuta)CiaoVento in poppa marinai!!Valentina

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 13:05

La DEFLAZIONE sarebbe la soluzione migliore a mio avviso.Se compro Rame a 100 e dopo 6 mesi lo vendo a 95, saro' costretto ad ottimizzare la tecnologia delle lavorazioni, ad utilizzare magazzini tecnologici, a riorganizzare il lavoro, a reinventare e migliorare nuovi prodotti, per indurre la voglia di acquisto al compratore.Purtroppo chi al potere ha sempre preferito inflazionare, metodo molto semplice e infimo, reso possibile dall'ignoranza economica delle persone.Guardate il grafico dell'oro dal 1970, e associatelo alle fasi psicologiche delle onde di Elliot.Vedrete Onda 1 (il primo rialzo) che finisce negli anni 80.Ora siamo in onda 3.Quando arriveremo alla onda 5 (sarà il momento che tutti i vostri conoscenti stanno guadagnando FACILMENTE con l'oro, quando la gente non avrà piu timore di comprare l'oro, quando anche il panettiere sotto casa si specchierà nel suo amato oro ) allora, solo allora,  sarà il momento di vendere.CRISALIDE.

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 13:29

Montecristo:Andrea   si  può vedere  questo articolo  online  sull'Adige?  se  si   scrivi  il  link.o  mettilo   online  tu  se puoi.GrazieSono  curioso….

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 13:47

in romania decurtate pensioni e stipendi statali del 15%..ditemi come si puo creare domanda e inflazione cosi…..nn c'è solo la romania … anche grecia e spagna stanno tagliando

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 14:06

Bene bene marinai , visto che oggi sono in vena di misticismi tecnico eso-scientifici piu' del solito volevo invitarvi a rifletter sul concetto della realtà e della sua percezione . Oceano , mare o stagno? Questo è il dilemma !In base agli occhi di colui che guarda queste realtà sono diverse ma non sempre è cosi' …Dove stiamo navigando miei cari marinai? Dipende da chi siete marinai …Le grandezze non sono importanti di per se stesse per un puro esercizio estetico stilistico o per la visione piu' o meno grande.Sono importanti esclusivamente per la capacità di interagire e modificare la realtà stessa . Quindi va da se che se noi comuni mortali navighiamo nell'oceano , risulterà ovvio che in base al potere ed alla conoscenza ( informazione ) , un istituzionale navigherà in un mare , mentre uno " squalo " in uno stagno .Ma chi è che sbaglia . A dir la verità tutti e nessuno . L'errore sta nel fatto che tutto pretendono di vedere la verità assoluta nella certezza della loro parziale visione. Il mercato è un sistema ormai Chiuso ed è per questo che ha perso la sua natura ed il suo scopo e la sua stessa linfa vitale : l'interazione di agenti esterni volti a ricercare un armonia profittevole per piu' punti di vista , l'antico " operatore altruista " che rinuncia a fare il profitto a triplo 0 perchè preferisce farlo ad un 0,01 per fare sopravvivere l'ambiente in armonia e con un ottimo funzionamento . Ora l'operatore vuole tutto e subito e non gli importa di calpestare tutti anzi gode nella loro distruzione per i suoi profitti maggiori non sapendo…che il male fatto si moltiplica e si propaga molto velocemente…Quindi la menzogna è di casa…Ora che il pensiero del Sistema Chiuso del mercato si è trasferito agli Stati dove credete che andremo? La decadenza ci attende dietro l'angolo…Come diceva il buon vecchio Popper : «Appartengono a sistemi chiusi le tesi totalmente astratte (astruse), le asserzioni ideologiche o più specificatamente i dogmi religiosi che trovano conferma solo all'interno dei loro costrutti e solo per mezzo dei propri strumenti, per cui, non possono incorrere in smentite. Queste sono dette auto-immunizzanti perché fondate su moduli ragionevoli, che si sostengono non ponendo in discussione nessuna parte di sé, immunizzandosi così da ogni possibilità di smentita che possa derivare da un contraddittorio dialettico o da un confronto intellettuale. Inoltre sono considerati a sistema chiuso, quelle tesi ideologiche o di credo, che si affermano come proposizioni onnicomprensive cioè, quei sistemi speculativi all'interno dei quali si trova la spiegazione di tutto e per tutto.»Notate qualche analogia a qualcosa che conoscete?Alla prossima puntata delirante per chi vuole sapere dove portano i sistemi Chiusi…L'illusione è una " merce assai redditizia "Ain

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 17:19

(dal post di Andrea) Questo è un grafico che testimonia la velocità della moneta nel viaggiare attraverso le arterie dell'economia, la sua moltiplicazione. Ebbene nonostante tutta la moneta stampata dalla banca centrale, nessuna traccia di inflazione, anzi un collasso della velocità di circolazione della moneta. Signori, sino a quando il sistema finanziario avrà bisogno di ricapitalizzare la propria base patrimoniale, sino a quando non verrà ricostituita una solida base, sino a quando il processo di deleveraging generalizzato non avrà il suo epilogo, ben poche potranno essere le possibilità di assistere ad una qualsiasi parvenza reale di inflazione."commento:se veramente le cose andassero così sarebbe la quadratura del cerchio: stampo moneta, lo stato non va in default e non creo neppure inflazione! magari…o inflazione o default o testa o croce.il punto a) e d) di McKinsey sono, a mio parere, puramente accademici dato il livello ormai insostenibile del debito.PEG

utente anonimo
Scritto il 13 Maggio 2010 at 17:24

No, non riesco proprio a capire sempre questo accostamento alla lost decade giapponese.  mi dispiace, con tutta la profonda ammirazione per il suo incredibile lavoro, questo è proprio un punto che non riesco a condividere.L'esperienza giapponese degli ultimi 20 anni è unica nel suo genere, (tra i paesi industrializzati occidentali) perchè il Giappone ha tutta una serie di caratteristiche che messe insieme non hanno riscontri nel resto dei paesi occidentali:1) primi risparmiatori al mondo, quindi grandi acquirenti del loro debito pubblico.2) Straordinaria potenza economica votata all'export, che consente al paese di avere una bilancia commerciale sempre in attivo e quindi una valuta forte,  da sempre considerata bene rifugio e al riparo da ondate speculative (fino ad oggi).Queste caratteristiche hanno fatto in modo che la fiducia degli investitori nel sistema Giappone (e quindi nello yen) non sia mai venuta meno benchè abbiano un debito/pil ormai superiore al 200%!. Siolo questo aspetto credo che valga il fatto che ci troviamo di fronte ad un caso del tutto UNICO nella storia e per questo irripetibile. Se questa fiducia non fosse stata così profonda e convinta, altro che deflazione avrebbe avuto il Giappone!!  Perchè la svalutazione monetaria innescata da una fuga degli investitori stranieri, che cosa avrebbe portato se non inflazione???Scusi, ma di cosa si discuteva nella riunione di domenica tra la Merkel e compagnia bella, se non del salvataggio dell'euro??  Se l'euro non fosse stato difeso (con 750mld., non bruscolini!!….) dove sarebbe ora???  Perchè non considera l'aspetto monetario della crisi (che è il suo epicentro!) legato all'inflazione?? Il crollo di una valuta non origina inflazione forse???Le valute occidentali si svaluteranno e le persone perderanno di potere d'acquisto come conseguenza; questa come la si chiama se non inflazione???? (o addirittura iperinflazione!)Quando si è passati dalla lira all'euro, ed i prezzi sono raddoppiati…..quella se non era iperinflazione (fortunatamente compressa in un periodo di tempo breve e ad effetto "unatantum") COME LA CHIAMA?????Il Giappone è 20 anni in deflazione perchè le caratteristiche uniche del suo modello gli hanno permesso di evitare una CRISI VALUTARIA; gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Europa hanno dei modelli economici COMPLETAMENTE DIVERSI e le avvisaglie di una prossima crisi valutaria (che appunto genererà perdita di potere di acquisto, quindi INFLAZIONE) sono già davanti ai nostri occhi!Inoltre, come poter affidare i calcoli dell'inflazione utilizzando le statistiche ufficiali che non tengono conto dei beni di prima necessità!?? Non è forse questo voler prendere per il c… la gente???L'inflazione "ufficiale" in USA è praticamente quasi inesistente;…. perchè allora le statistiche indipendenti non governative, che tengono conto anche dell'energia e del costo degli alimentari, ecc.ecc. calcolano una inflazione REALE ad ALMENO il 9%??????……(e tendenzialmente in aumento!) v. shadowstat.Saluti.A.P.

Scritto il 13 Maggio 2010 at 20:58

E' assolutamente difficile esprimersi quando su un blog si leggono solo alcuni pezzi qua e la di considerazioni che sono un mosaico di analisi che vengono da oltre due anni di riflessioni.Proviamo a cercare di comprenderci…..riporterò in corsivo le Sue considerazioni:L'esperienza giapponese degli ultimi 20 anni è unica nel suo genere, (tra i paesi industrializzati occidentali) perchè il Giappone ha tutta una serie di caratteristiche che messe insieme non hanno riscontri nel resto dei paesi occidentali:1) primi risparmiatori al mondo, quindi grandi acquirenti del loro debito pubblico.2) Straordinaria potenza economica votata all'export, che consente al paese di avere una bilancia  commerciale sempre in attivo e quindi una valuta forte,  da sempre considerata bene rifugio e al riparo da ondate speculative (fino ad oggi).Certo come era unica ed irripetibile se non nello Zimbabwe l'esperienza della Repubblica di Weimar, quella della Grande Depressione, quella della Depressione del 1873, quella della crisi dei tulipani, dei mari del sud e cosi via. Se si parla di possibile decennio perduto del mondo occidentale, non necessariamente si deve ripercorrere fedelmente le tracce dell'esperienza giapponese.Il fallimento del Quantitative Easing, la trappola della liquidità e l'ostinata ed orgogliosa tendenza a nascondere la realtà din un sistema finanziario sostanzialmente fallito, sono solo alcune dinamiche che si stanno ripresentando puntualmente nella crisi odierna.Queste caratteristiche hanno fatto in modo che la fiducia degli investitori nel sistema Giappone (e quindi nello yen) non sia mai venuta meno benchè abbiano un debito/pil ormai superiore al 200%!. Solo questo aspetto credo che valga il fatto che ci troviamo di fronte ad un caso del tutto UNICO nella storia e per questo irripetibile. Se questa fiducia non fosse stata così profonda e convinta, altro che deflazione avrebbe avuto il Giappone!!  Perchè la svalutazione monetaria innescata da una fuga degli investitori stranieri, che cosa avrebbe portato se non inflazione???Scusi, ma di cosa si discuteva nella riunione di domenica tra la Merkel e compagnia bella, se non del salvataggio dell'euro??  Se l'euro non fosse stato difeso (con 750mld., non bruscolini!!….) dove sarebbe ora???  Perchè non considera l'aspetto monetario della crisi (che è il suo epicentro!) legato all'inflazione?? Il crollo di una valuta non origina inflazione forse???Perchè forse il crollo della valuta americana ha incendiato l'inflazione; chi lo scrive i manuali di storia che ogni dinamica di crollo temporanea origina inflazione. Non passerà molto tempo che la bilancia tra euro e dollaro si riequilibrerà a favore dell'euro, in questo continuo gioco di svalutazione che spesso e volentieri è cavalcato dalla speculazione.Le valute occidentali si svaluteranno e le persone perderanno di potere d'acquisto come conseguenza; questa come la si chiama se non inflazione???? (o addirittura iperinflazione!) Quando si è passati dalla lira all'euro, ed i prezzi sono raddoppiati…..quella se non era iperinflazione (fortunatamente compressa in un periodo di tempo breve e ad effetto "unatantum") COME LA CHIAMA?????Lasci perdere il paragone del passaggio alla moneta unica come riferimento all'inflazione, non sta in piedi in nessuna maniera ne che di parli di breve termine, ne che si parli di unatantum, la perdita del potere di acquisto non è necessariamente originata dall'inflazione, basta guardare alle dinamiche recenti di tagli alle pensioni e agli stipendi pubblici, selvaggia razionalizzazione delle risorse umane, crollo della capacità produttiva, collasso del livello di utilizzo delle risorse, fallimenti aziendali, personali e sovrani senza dimenticare il taglio della spesa pubblica e l'idea di tornare ad agire sulla pressione fiscale non può che portare ad una deflazione, senza dimenticare la imponente dinamica della debt deflation in atto, la fobia del debito in corso.Il Giappone è 20 anni in deflazione perchè le caratteristiche uniche del suo modello gli hanno permesso di evitare una CRISI VALUTARIA; gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Europa hanno dei modelli economici COMPLETAMENTE DIVERSI e le avvisaglie di una prossima crisi valutaria (che appunto genererà perdita di potere di acquisto, quindi INFLAZIONE) sono già davanti ai nostri occhi!La prima grande depressione degli anni '800 ha tenuto l'economia in deflazione seppur buona per oltre 20 anni, la Grande Depressione del '29 ha avuto bisogno di una guerra mondiale per uscire da una imponente deflazione del debito e i modelli economici erano occidentali dall' America all'Europa, e di crisi valutarie ve ne sono state tante senza peraltro provocare iperinflazione, se non nella specifica realtà tedesca, unica nel suo genere.Inoltre, come poter affidare i calcoli dell'inflazione utilizzando le statistiche ufficiali che non tengono conto dei beni di prima necessità!?? Non è forse questo voler prendere per il c… la gente???L'inflazione "ufficiale" in USA è praticamente quasi inesistente;…. perchè allora le statistiche indipendenti non governative, che tengono conto anche dell'energia e del costo degli alimentari, ecc.ecc. calcolano una inflazione REALE ad ALMENO il 9%??????……(e tendenzialmente in aumento!) v. shadowstat.Se lei avesse letto per tre anni Icebergfinanza, avrebbe letto che un paio di anni fa denunciai per primo la famosa commissione Boskin che delineava una inflazione alquanto soggettiva istituzionalmente parlando. Per primo in Italia ho denunciato l'incredibile manovra della Federal Reserve nel cambiare al volo i parametri di riferimento per evidenziare nel paniere dell'inflazione la bolla immobiliare utilizzando il riferimento degli affitti cosi da poter continuare selvaggiamente a perpetrare una politica monetaria espansiva, liquidità per tutti a basso costo. Ho sottolineato per anni che l'inflazione energetica ed alimentare sono figlie di un monopoli e cartelli che sequestrano i redditi fissi e le classi medie.  Nonostante quest,o ritengo che la debt deflation, la dinamica boomerand del debito sia la principale dinamica attualmente in essere sui mercati occidentali, mentre l'inflazione esplode nei paesi emergenti dove la speculazione infiamma l'inflazione di carta.Mi auguro di avere dato sufficienti spiegazioni alle mie riflessioni!

Buona serata Andrea 

utente anonimo
Scritto il 14 Maggio 2010 at 11:58

Grazie per la sua articolata ed attenta risposta.Rimango della mia opinione.La Fed ha garantito, e ancora sta garantendo , il sistema con + di 12 trilioni di dollari. (e chissà quanti ancora dovrà metterne sul piatto!)  Lo fa proprio per evitare la deflazione…, i fallimenti e tutto il resto.Nessuno sarà lasciato fallire perchè l'obbiettivo è proprio quello di evitare un altro 29' (depressione deflattiva).  Altrimenti il sistema sarebbe già crollato da un pezzo e buonanotte.  La BCE settimana scorsa ha dichiarato che non sarà più contraria all'acquisto di titoli di stato dei paesi membri; cioè stamperà nuovi euro.  Perchè?….Perchè NESSUNO sarà lasciato fallire! Non ci sarà più nessuna Lehman!  ….Se questa è deflazione….  Ovvio che la tendenza di fondo sia deflattiva quando ci sono così tanti debiti ed il sistema non è in grado di reggerli, ma proprio per salvare il sistema (annientando la deflazione!) l'unica via d'uscita (l'austerity,non scherziamo, primo non è in grado di far fronte ad una massa debitoria così imponente, e poi politicamente può arrivare fino ad un certo punto, poi nel 2010 con la gente abituata a cambiare telefoniono ogni tre mesi, scoppianio le rivoluzioni!!) è la stampa di nuova moneta! La storia insegna che non è necessario che ci sia crescita economica per avere alta inflazione…..Io (a differenza Sua) credo che quando il mondo sarà inondato da liquidità infinita (e non siamo lontano da questo punto) la fiducia in questo sistema monetario scomparirà, in maniera molto veloce come sempre succede, e quello che ne risulterà sarà il crollo del valore del danaro, con impennata delle materie prime, quindi appunto INF….. (più probabilmente Iper…). Se ho capito bene Lei non pensa che le banche centrali siano in grado, neppure volendolo, e avendo una meravigliosa tecnologia elettronica infinita a disposizione (semplicemente  shiacciando dei tastini su una tastiera) di mandare in totale corto circuito il sistema??? E' troppo ottimista!!.La leggo tutti i giorni da quasi 2 anni (no, ahimè non da 3) e continuerò a farlo perchè le Sue analisi sono appassionate e molto approfondite e soprattutto volte a scoprire la verità delle cose.  Straordinario è il  Suo lavoro, GRAZIE!Andrea P.

Scritto il 14 Maggio 2010 at 16:11

Grazie a te Andrea l inflazione nei prossimi anni Sara più un problema dei paesi emergenti che occidentali poi tra nella seconda meta del decennio vedremo. Andrea

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