BENEDETTA ECONOMIA!

Scritto il alle 09:14 da icebergfinanza

Come scrivono Luigini Bruni e Alessandra Smerilli nel loro libro " Benedetta Economia "  nella nostra società di mercato, disincantata e anoressica di ideali e di spiritualità, è molto difficile vedere nella vita economica, nelle imprese e nei mercati, qualcosa di più e di diverso da denaro e profitti.

Esplorando i carismi di Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi nella storia economica europea, gli autori testimoniano la presenza di una "nuova" via, una via che proviene dal passato, dalla Storia, dagli albori della moderna economia di mercato, un nuovo modo di affrontare le problematiche economiche attraverso i carismi.

" Se il mercato è una realtà sociale e civile, allora la misurazione dei valori al suo interno deve essere fatta da tutti coloro che partecipano al mercato, dalla communitas civilis. La comunità civile deve determinare i prezzi a partire da quattro categorie: la graduatoria naturale dell’utilità delle cose, la scarsità, il lavoro e il rischio necessari per ottenerle, il valore degli stipendi, che deve tener conto delle cariche ricoperte.

Il mercato è presentato – nella concezione francescana – come un luogo di relazioni basate sulla fiducia e sulla credibilità. Potevano quindi far parte del mercato, francescanamente inteso, non coloro che sottraevano ricchezza al bene comune per accumularla, ma quelli che commerciando e scambiando partecipavano al bene comune.

Questa visione del mercato porta sempre di più ad identificare l’economico con il civile. Nel 1383 vede la luce una significativa opera di un francescano, Francesco Eiximenis, nella quale la socialità economica e quella civile vengono a coincidere. in tale visione i commercianti e i mercanti rappresentano le colonne dello Stato in cui vengono a trovarsi.

Se il mercato è un luogo da ampliare, perchè civile, al tempo stesso, per svilupparsi nella sua forma migliore, ci fa notare Bernardino da Siena, esso va tenuto costantemente sotto controllo. In che modo? Sono i "buoni" mercanti che devono istituire circoli virtuosi, rifiutandosi di fare affari con chi non gode di buona reputazione, e lottando perchè questi venga cacciato fuori dalla collettività economica e quindi civile.

C’è dunque, per i francescani, una stretta equivalenza tra etica privata e pubblica, tra comportamenti del singolo e la pubblica felicità: se il mercato è composto di persone legate dagli stessi ideali, allora la povertà volontaria si trasforma in uso sociale della ricchezza.

Per chi fosse interessato c’è QUI qui una splendida ricostruzione storica del pensiero economico francescano ad opera di Stefano Zamagni, dove inoltre potrete trovare un’esauriente testimonianza sul cancro dell’usura.

" L’idea guida del pensiero francescano in ambito socio-economico è quella del bene comune come abbiamo ripetutamente scritto in queste pagine. Certo, i modi e le forme che il bene comune può assumere mutano a seconda dei tempi e dei luoghi; ma mai l’etica cattolica potrà essere chiamata a fornire un supporto culturale a modi di produzione o a organizzazioni economiche che nei fatti, a prescindere dalle dichiarazioni verbali, negano la prospettiva del bene comune. Che la categoria di bene comune conosca, oggi, una sorta di risveglio è cosa che ci viene confermata da una pluralità di segni, i quali dicono, in buona sostanza,  di un rinnovato interesse a prendere in seria considerazione, almeno come ipotesi di lavoro, la prospettiva dell’economia civile. Non c’è da meravigliarsi di ciò: quando si prende atto della crisi di civilizzazione che oggi incombe, si è quasi sospinti ad abbandonare ogni atteggiamento distopico e ad osare vie nuove di pensiero. 

Prendendo a prestito la leggendaria espressione del buon grillo parlante, dopo avere letto queste righe, mi verrebbe da dire intravvedendo i soliti sorrisini dei soliti figli dell’interesse privato, gli obesi dell’ego proprio….

«Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che ti dicono che queste sono solo utopie. Per il solito, o sono matti, imbroglioni o hanno da difendere i propri interessi!»

Ho scritto ieri …..

E ora permettetemi un po di ironia! Oltre alla leggenda metropolitana, quella dell’avidità buona e giusta, ho ascoltato in settimana un povero ragazzo, mi pare di Barclays, che raccontava al mondo intero che il profitto non è satanico e che il cristianesimo è compatibile con una giusta ricompensa. Sono d’accordo con la "santità del profitto", ma sarei curioso di osservare dentro in quale cruna dell’ago, il buon ragazzo di Barclays, pensa di far passare i bonus miliardari del sistema finanziario mondiale, per raggiungere il regno di Dio.

Se poi rammentiamo pure la barzelleta del secolo, pronunciata da un consulente di Goldman, secondo cui l’ingiunzione di Gesu di amare gli altri come noi stessi è l’estensione massima del proprio interesse, tollerando quindi la disuguaglianza, come un modo per raggiungere una maggiore prosperità e opportunità per tutti, mi chiedo per quanto tempo ancora Lassù qualcuno dovrà aspettare, prima di scatenare un diluvio universale. E’ cosa buona e giusta direbbe God…ops scusate Goldman!

Non ha forse detto il buon Shakespeare….. Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi.

Va bene che la logica di questo capitalismo selvaggio è quella di lasciare le risorse nelle mani di chi è più efficiente, più produttivo, chi è più capace, per massimizzare il profitto innanzitutto e sopratutto, ma lasciamo stare la religione, qualunque essa sia, perchè solo i vigliacchi si nascondono dietro un dito.

Inoltre la storia recente insegna, in particolare nella finanza, che senza l’inganno e la connivenza, il profitto stellare diventa pura utopia.

Recentemente su ALTRAECONOMIA è apparso un articolo a firma Ilaria Liprandi nel quale ci si chiede se c’è davvero voglia di etica nel settore bancario?

Otto italiani su dieci non si fidano delle banche, sei di questi avvertono addirittura una sensazione negativa solo a sentirne parlare. Il rapporto “Voglia di etica, cittadini, banche e finanza in tempi di incertezza”, commissionato a Demos&Pi da Banca Etica, non dipinge un quadro positivo per l’ambiente bancario e della finanza.

I cittadini non hanno fiducia nelle banche e quasi il 60% dei 1236 intervistati per la ricerca ritiene che passata la crisi il rispetto per i clienti tornerà allo stesso livello di prima, se non peggiorerà ulteriormente (opinione del 10%).

Inoltre il 52% degli intervistati pensa che fino ad oggi l’etica sia stata poco importante nella gestione degli affari da parte delle banche. Il rapporto si è concentrato soprattutto sull’aspetto etico degli investimenti, andando a sondare come e quanto i cittadini abbiano deciso di investire in banche che intraprendono progetti sociali.

Per individuare i clienti “etici” del campione è stato chiesto agli intervistati se avessero attualmente investito dei risparmi in banche che si impegnano in progetti sociali, ambientali o a favore dei Paesi poveri.

Ha risposto "sì" solo il 13% del campione. “Il giudizio sull’eticità di un investimento comunque è lasciato alla valutazione qualitativa e personale degli intervistati”, afferma Luigi Ceccarini, uno fra i curatori della ricerca. Infatti non è stato chiesto esplicitamente se fossero clienti di Banca Popolare Etica, ma, con una domanda più generica, si è lasciato che l’intervistato si collocasse autonomamente in un insieme più ampio, che comprende tutte quelle banche che hanno intrapreso, anche marginalmente, progetti sociali, o, come le casse rurali, hanno un’attenzione particolare per il territorio.

Quindi, non tutto il 13% degli investitori etici corrisponde alla clientela di Banca Popolare Etica, per la quale, continua Ceccarini, “sono stati elaborati dati privati mirati sui clienti”. Banca Etica è l’unica in Italia a gestire i risparmi indirizzandoli completamente ad investimenti che perseguono finalità sociali e i dati l’hanno premiata: i soci sono oltre 32mila, il risparmio raccolto quasi 600 milioni di euro e dall’inizio del 2009 ad oggi i depositi sono cresciuti del 30% e gli impieghi del 50.

Comunque non solo i clienti di Banca Etica, ma tutti risparmiatori “etici”, dimostrano un atteggiamento più positivo rispetto a quelli “tradizionali”. Il 53% di questo sottocampione pensa che la banca abbia un ruolo importante nella gestione dei risparmi e più del 40% di loro ha sensazioni positive quando pensa alla propria banca.

Hanno maggiore fiducia anche nel futuro: il 32% di loro, infatti, pensa che le condizioni per i risparmiatori dopo la crisi miglioreranno (contro il 26% dei clienti tradizionali). Nonostante la “domanda di buoni sentimenti” sia in crescita (come ha affermato il professor Ilvo Diamanti, supervisore della ricerca), non mancano le contraddizioni e i timori.

Infatti, se il 92% ritiene importante che la propria banca sia trasparente nell’indicare i settori in cui investe (in particolare l’81,2% vorrebbe che la propria banca investisse una parte degli utili in progetti sociali o ambientali ed evitasse il settore delle armi), allo stesso tempo quasi il 39% è timoroso per l’andamento di questi progetti, e pensa che sia più sicuro investire nelle imprese “tradizionali”, definite nel questionario come imprese che perseguono esclusivamente fini economici.

Infine dal rapporto emerge chiaramente la natura strutturale e non congiunturale della domanda di etica nell’ambiente bancario e della finanza: la crisi ha soltanto contribuito a far emergere una tendenza che esisteva da tempo fra i risparmiatori.

E’ ora che oltre a lamentarsi gli uomini e le donne di buona volonta,  incomincino a scegliere, che si armino, per mettere in atto una rivoluzione pacifica, acquistino negli arsenali non convenzionali, le armi del consumo critico, dell’investimento critico, che sappiano quello che fanno e quelle che sono le conseguenze del loro agire quotidiano, sempre che sentano questa responsabilità.

 

Tags:   |
45 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 15:01

La società moderna poggia su valori che sono essenzialmente molto differenti dai valori dominanti nelle società poco evolute. Mentre nelle società non industrializzate (non commercialmente evolute) la collaborazione tra individui della stessa comunità era essenziale per la sopravvivenza, nella società moderna le cose cambiano.

Un tempo all’interno della comunità doveva esistere una collaborazione "obbligatoria" per la sopravvivenza, ci si doveva sostenere in quanto le difficoltà colpivano i più ed era solo attraverso una reciproca collaborazione che si poteva sopravvivere.

Oggi le cose non sono così; sono cambiate. Se alla mattina mi sveglio, esco a prendere il giornale e l’edicolante mi sorride e mi scambia un pensiero amichevole, se il barista che mi serve il cappuccio scambia due parole in confidenza con me e se i rapporti in genere si basano su questi livelli, non ci si deve illudere che siamo simpatici sia all’edicolante sia al barista. Questa è cosa nota. La loro cortesia deriva dalla loro necessità di fare profitti. Sono i soldi che diamo a questi signori che ce li rende "amici".

Chiamatela come volete, necessità di fare profitti piuttosto che avidità o piuttosto che attaccamento al denaro o magari voglia di sicurezza. Il fatto è che oggi i rapporti sono essenzialmente di carattere commerciale.

E’ essenziale capire questo, perchè è su questo che si fonda la società moderna. Stiamo parlando della libertà di ogniuno di svolgere ed impegnarsi in un attività che le possa dare profitto. Nel complicato e superspecializzato mondo moderno ogniuno sceglie come inserirsi nel complesso meccanismo per sopravvivere o vivere o magari prosperare.

Francamente è sbalorditivo che si debba parle di queste cose, diciamo dell’ABC. Farlo poi in in blog di economia è ancora più scocciante. Mi sembra però che il livello medio dei partecipandi ignori proprio l’ABC.

Dubitare di queste cose significa minare alle fondamenta il delicato equilibrio che sostiene la nostra civiltà. Perchè di delicato equilibrio si tratta. Si potrebbe sostenere che l’ABC non va più bene e che lo si deve sostituire con dell’altro. OK ma con cosa.

Immaginate il barista che non vi da il cappuccino e vi dice: prepàratelo tu che oggi riposo. Tu ti prepari il cappuccio, scambi quattro chiacchiere, e lo paghi magari il doppio. Poi vai dal giornalaio prendi il giornale, due pacche sulle spalle, e non lo paghi.

Ok inventiamoci un’altro modello, ma quale? Un modello che non tiene conto dei profitti e della voglia di profitto di ogniuno? OK ma quale?

Riproproniamo il fallito modello Sovietico?

Sono consapevole che per una questione genetica l’essere umano vive ancora sulle palafitte. Sono consapevole che la velocità dello sviluppo tecnologico ha creato una specie di gap "atropologico". Sono consapevole che per questi motivi l’essere umano non si sente in sintonia con la "modernità" e vorrebbe, per certi versi, tornare a contatto con la natura. Pero ci si deve rendere conto che questo è il meglio a cui siamo arrivati, il meglio che è sopravvissuto nel tempo.

Il modelo a cui siamo giunti non è stato voluto o studiato a tavolino. Lo sviluppo è come l’aqua che scende a valle e crea il fiume con una certa dinamica. Casualmente senza nessun disegno predefinito e nessuna volontà di disegnare quel determinato percorso. E come diventa pericoloso intervenire sul percorso naturale dei fiumi, così, diventa pericoloso mettere in discussione il modello economico che nei secoli si è disegnato, modificato e che è sopravvissuto.

O c’è qualcuno qui che pensa di essere sufficientemente intelligente da poterlo fare?

Poi ci sono i problemi della legalità. Di chi infrange le regole per i profitti. O di chi le regole se le crea per fare profitti. Ma questo è un altro discorso. Quello del rispetto delle regole è un altro discorso. Non ha nulla a che fare con il modello economico. O c’è qualcuno qui così stupido da non capirlo?

Se qualcuno infrange le regole va messo in galera. Ma questa però è una questione di politica. E la politica la fanno i nostri rappresentanti (anzi i vostri dato che io non voto), quelli che noi votiamo. Quelli che noi decidiamo di mandare a gestire la cosa pubblica. Per cui che ci lamentiamo a fare dopo?

Cerchiamo di fare funzionare le regole che già esistono invece di rincorrere chimere. Impegnamoci per far si che le regole vengano applicate.

Una cosa è importante. Si deve capire che la società del libero commercio non è una creatura frutto di decisori occulti, come molti ignoranti vorrebbero farci credere. E’ semplicemente il risultato di  un’infinità di azioni che l’essere umano ha compiuto nei secoli dei secoli. E’ la struttura migliore che si può ideare e supera di gran lunga qualsiasi tipo di singola intelligenza.

unT

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 15:49

mazzalai, san francesco non avrebbe mai creato questo. i banchieri avidi si’, e noi scemi che li aiutiamo.

Il Signoraggio
di Pierluigi Paoletti – 02/11/2009

Fonte: Centro Fondi [scheda fonte]

Quello che normalmente si intende per signoraggio, ovvero la differenza tra costo di stampa e valore facciale, è la forma adottata dagli Stati Uniti nel dopo guerra attraverso il fatto che chiunque volesse comprare petrolio doveva avere dollari e quindi gran parte delle transazioni internazionali avveniva/avviene in dollari.

Gli Usa che, stampavano a costo pari quasi a 0 i dollari, potevano così comprare praticamente tutto nel mondo. E non è esagerato dirlo se gran parte delle valute mondiali dovevano avere un controvalore in riserve in dollari.Era la stessa formula che adottarono in Italia con le AMLire (American Lire) che sostituirono le lire nel primo dopoguerra.Questa la possiamo definire la forma di signoraggio più “selvaggia” che è stata appannaggio solo del vincitore della seconda guerra mondiale che ha fatto da banca al mondo intero.

Nel 1971 Nixon svelò definitivamente le carte (quelle erano perché non avevano oro alle spalle) facendo la voce del padrone.

Oggi, il signoraggio lo definisce BANKITALIA direttamente sul suo sito e sostanzialmente è il reddito derivante dalla gestione delle riserve che dedotte delle “spesucce” di gestione della banca centrale (1,8 mld di euro), vengono ritornate allo stato dopo il pagamento delle imposte (0,8 mld) come “costo di opportunità”. Le cifre sono desumibili dal bilancio. Questo lo possiamo definire come signoraggio “light” adottato dalla maggioranza delle bc.

Poiché questi introiti derivano solo dalla gestione delle riserve gestite in contropartita dell’emissione della moneta cartacea, Lino Rossi avanza l’ipotesi di aumentare la massa di moneta cartacea a danno di quella elettronica (fonte di solo debito) in modo che i proventi per lo stato aumentino ed il debito derivante dall’emissione monetaria diventi così, un “debito non oneroso”.
Interessante leggere questo report sull’accelerazione del debito pubblico dopo il divorzio fra BANKITALIA e tesoro nel 1982http://www.disinformazione.it/ragioni_del_debito.htm

Se formalmente non si rilevano illeciti, anche nei bilanci, sempreché siano veritieri e questo sappiamo che non è verificabile, risulta strana la scoperta di conti aperti in paradisi fiscali a nome di BANKITALIA, così come strani sono i movimenti sulle stanze di compensazione Euroclear e Clearstream. Situazione aggravata anche dall’adesione di Bankitalia al condono tombale degli anni ’90….Sospetta è anche l’assoluta “intoccabilità” dei banchieri centrali che godono di immunità incredibili e non sono perseguibili nemmeno se fossero rilevate illeciti gravissimi.

Sulla proprietà di Bankitalia è evidente che con le grandi privatizzazioni degli anni ’90 i privati si siano appropriati di BANKITALIA anche in palese contraddizione con l’art.3 del vecchio statuto che recitava:

Vecchio ART. 3Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro rappresentato da quote di partecipazione di 0,52 euro ciascuna (4). Le dette quote sono nominative e non possono essere possedute se non da:

a) Casse di risparmio;b) Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale;

c) Società per azioni esercenti attività bancaria risultanti dalle operazionidi cui all’ art. 1 del decreto legislativo 20.11.1990, n. 356;

d) Istituti di previdenza;

e) Istituti di assicurazione.

Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno ad altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.Sostituito poi nel 2006 dal nuovo articolo 3

Nuovo ART. 3
Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro ed è suddiviso in quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna, la cui titolarità è disciplinata dalla legge.

Il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, solo previo consenso del Consiglio superiore, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto e della equilibrata distribuzione delle quote.

La differenza tra i due articoli è sostanziale e cosa da non sottovalutare che con le privatizzazioni parti discrete di BANKITALIA sono finite in mano a banche straniere.Sull’indipendenza dal potere politico, qui si dovrebbe aprire un capitolo molto approfondito perché di fatto oggi chi ha in mano le redini dell’emissione monetaria (banche centrali) e del credito (banche commerciali), di fatto ha in mano anche la politica economica e quindi il potere politico non può fare altro che adeguarsi e gestire così l’ordinaria amministrazione, che comunque oggi in Italia è pur sempre di oltre 750 mld di euro.

Da verificare anche se effettivamente ad es. la bce persegue il suo mandato di stabilizzare i prezzi e tenere sotto controllo l’inflazione perché se negli ultimi anni la crescita media in area euro è stata del 2,5% la crescita della massa monetaria invece si ha avuto una media di oltre il 10% con punte del 13%. In assenza di investimenti come è accaduto negli ultimi anni da parte delle aziende come si può definire la differenza tra la crescita e l’aumento della massa monetaria?

Da lì poi tutta una serie di analisi e considerazioni sul ruolo subalterno della bce e delle altre bc alla politica della fed americana e l’interesse effettivo di normative come quelle di basilea 1 e 2 che hanno ridotto drasticamente il flusso delle linee di credito, specialmente adesso in periodo di recessione. Sarebbe anche da discutere se le recessioni non siano determinate dall’apertura o meno del flusso di denaro nell’economia reale, ma ci porterebbe troppo lontano.

Ma proseguiamo nel ragionamento. Detto questo su signoraggio “selvaggio” e “light” passiamo alla riserva frazionaria.Le banche come si diceva in passati post prestano il denaro che hanno, però, poiché loro mettono in circolazione promesse di pagamento (e non denaro) che a sua volta forma altri depositi e così via, questo fatto permette al sistema bancario nel suo insieme, di aumentare i depositi dedotti della riserva obbligatoria (oggi comunque trascurabile) di 49 volte. Su questo ampliamento della base monetaria, che ritorna nel momento della restituzione le banche commerciali lucrano interessi sui quali grazie ai GAAP Generally Accepted Accounting Principles pagano delle imposte ridicole. Se fossero equiparate a qualsiasi altra impresa infatti dovrebbero pagare allo stato cifre di centinaia di mld all’anno in tasse (circa 600 da un conto approssimativo).

Inoltre appare alquanto dubbia la legittimità di chiedere interessi su qualcosa che si è creato, la riserva frazionaria, grazie al denaro ricevuto in deposito.In se quindi la riserva frazionaria non è negativa perché, se fosse utilizzata per finanziare senza interessi investimenti, permetterebbe di aumentare il benessere collettivo. Il fatto che applichi interessi non fa altro che impoverire le collettività destinate ad una perenne crescita.Il ritorno alla funzione sociale della banca come “pompa” di liquidità non usata nel sistema, anche con riserva frazionaria, sarebbe auspicabile e un servizio pubblico che verrebbe ripagato non da interessi, ma da un “giusto” prezzo per questo servizio. Detto questo passiamo ad esaminare la vera e propria truffa del sistema siffatto, che seppure lineare dal punto di vista teorico e legale, anche se con enormi fratture dal punto di vista del buon senso economico, nasconde un meccanismo molto, ma molto pericoloso.

Il meccanismo è quello del debito che viene definito dagli economisti legati e ben pagati dal sistema, l’unico mezzo per regolare il credito, l’inflazione e nello stesso tempo dare uno stimolo alla crescita economica.Il denaro viene emesso a fronte di un debito e fin qui siamo tutti d’accordo, lo stato emette obbligazioni che indebitano, a parte una piccola retrocessione sulla moneta cartacea, e i privati, se vogliono investire oltre a quello che ricevono per il loro lavoro, devono indebitarsi con il sistema delle banche commerciali. Nessuno mette in circolazione il denaro necessario per gli interessi e quindi si creano dinamiche che matematicamente aumentano il debito e generano fallimenti e insolvenze. Anche qui però la questione ormai è risaputa e di dominio pubblico, almeno per quelli che si fanno delle domande. La vera e propria truffa, oltre a quella del signoraggio “selvaggio” che però noi subiamo indirettamente, come tutti gli altri paesi, è quella del meccanismo del debito nel lungo periodo e su questo vi invito a rileggere questo report http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_nov_2.pdf “Riprendersi l’anima” e quelli richiamati al suo interno e volendo approfondire anche i vecchi report di Centrofondi. Questo è l’anello che manca per capire a fondo questo sistema. Il debito costringe a indebitarsi e il debito nel lungo periodo ha un andamento esponenziale che porta al collasso di qualsiasi economia. La conoscenza di questo meccanismo semplicissimo, ma molto subdolo perché la continua evoluzione nel tempo non aiuta a focalizzare esattamente il problema.Il debito infatti per molti continua ad essere uno stimolo per la crescita economica ed in effetti lo è nella prima fase del ciclo (per noi nel dopoguerra e fino al 1980) nella seconda fase la crescita del debito diventa esponenziale facendolo diventare insostenibile ed è per questo che ogni ciclo economico di lungo periodo (60 anni circa) sfocia in una guerra o in una grave crisi.

Senza l’azzeramento di questo debito insostenibile, ottenibile solo con una distruzione o con una moratoria non si può ripartire per un nuovo ciclo di schiavitù …

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 15:53

Riprendersi l’anima” e quelli richiamati al suo interno e volendo approfondire anche i vecchi report di Centrofondi. Questo è l’anello che manca per capire a fondo questo sistema. Il debito costringe a indebitarsi e il debito nel lungo periodo ha un andamento esponenziale che porta al collasso di qualsiasi economia. La conoscenza di questo meccanismo semplicissimo, ma molto subdolo perché la continua evoluzione nel tempo non aiuta a focalizzare esattamente il problema.Il debito infatti per molti continua ad essere uno stimolo per la crescita economica ed in effetti lo è nella prima fase del ciclo (per noi nel dopoguerra e fino al 1980) nella seconda fase la crescita del debito diventa esponenziale facendolo diventare insostenibile ed è per questo che ogni ciclo economico di lungo periodo (60 anni circa) sfocia in una guerra o in una grave crisi.

Senza l’azzeramento di questo debito insostenibile, ottenibile solo con una distruzione o con una moratoria non si può ripartire per un nuovo ciclo di schiavitù http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_ott_1.pdf e per questo è matematico dire che la crisi non solo non è finita, ma che purtroppo dobbiamo ancora passare alla fase finale, distruttiva del debito ancora in eccesso.

La rivoluzione che possiamo fare è solo quella culturale, creando dei prototipi di nuova economia e di nuovi rapporti fra le persone, cercando di non creare maggiore confusione.

Tante altre notizie su http://www.ariannaeditrice.it

DORF

Scritto il 7 Novembre 2009 at 16:26

E’ affascinante ascoltare coloro che parlano come libri stampati,
di abecedari come se al mondo non esistesse altro che un paio di sistemi economici e che bastassero due regolette

" …………  E come diventa pericoloso intervenire sul percorso naturale dei fiumi, così, diventa pericoloso mettere in discussione il modello economico che nei secoli si è disegnato, modificato e che è sopravvissuto.

Di cosa parli sihnor UnT da quale oceano provieni, ti sei mai preso il tempo di leggere quanto scritto in questi anni, piuttosto che lasciare sentenze dall’alto delle Tue sicurezze. Quelli come te che sposano l’inevitabilità degli eventi, sono gli stessi che nella sostanza fanno finta di accorgersi di quanto è accaduto ma preferiscono tirare avanti, magari raccontando la ormai proverbiale favola modificata ad immagine e somiglianza del mercato sull’interesse del macellaio e del birraio che il caro Adam Smith intendeva in tutt’altra maniera…..

non é dalla generosità del macellaio , del birraio o del fornaio che noi possiamo sperare di ottenere il nostro pranzo , ma dalla valutazione che essi fanno dei propri interessi "

Probabilmente non hai chiaro il concetto di interesse reciproco, ma in fondo non è contemplato negli ABC dell’economia moderna.

Andrea

 

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 17:49

Scusa capitano ma non ho mai letto Adam Smith e penso che mai lo farò. In gioventù ho letto un paio di testi di macroeconomia e non dico che mi sono pentito ma quasi (tempo perso). Non mi riferivo a Smith ma ad una mia convinzione dettata dall’esperienza. Si so che Smith ha detto quelle cose che poi riportano tutti per il semplice motivo che sono nelle prime pagine del suo più noto lavoro. Un po come la fabbrica degli spilli.

Per quanto riguarda la situazione macroeconomica attuale ho seguito vari blog ma alla fine ne ho scelto uno: il tuo. Penso che tu abbia una visione corretta, oltre che coraggiosa, della situazione. Ed è una visione che condivido. Dimostri altresi coerenza nel non chiudere il blog ai non paganti.

Il mercato lo tratto per lavoro ma i miei giochini (modelli) non hanno nulla a che vedere con le questioni economiche.

unT

Scritto il 7 Novembre 2009 at 18:10

Proseguendo nella riflessione….

O c’è qualcuno qui che pensa di essere sufficientemente intelligente da poterlo fare?……….

Poi ci sono i problemi della legalità. Di chi infrange le regole per i profitti. O di chi le regole se le crea per fare profitti. Ma questo è un altro discorso. Quello del rispetto delle regole è un altro discorso. Non ha nulla a che fare con il modello economico. O c’è qualcuno qui così stupido da non capirlo?

Vede ci sono modi e modi di avviare un confronto ma se si incomincia con il considerare a priori gli altri non sufficientemente intellingenti  o magari cosi stupidi da  non comprendere la propria opinione, risulta difficile avviare il confronto stesso su basi di rispetto reciproco.

Se lei  fosse sufficientemente intelligente da comprendere che il sistema che tanto ama è un sistema che va riformato, va integrato, un sistema che deve uscire dalla sua scientificità per calarsi nell’umanità delle cose, che il libero mercato non è quel mercatismo o neoliberismo che negli ultimi 30 anni ci è stato imposto, che negli ultimi 30 anni ha sequestrato il pensiero accademico facendosi passare come una religione, forse non ci sarebbero  cosi tanti stupidi come lei dice, che credono ancora che bastino due regole che esulino dallo stesso modello economico. 

Ha mai avuto occasione di ascoltare questa frase….

"Lo ripeto finché non mi andrà via la voce: è il contagio che determina il destino di una teoria nelle scienze sociali, non la sua validità….."

…..credo non serva che le dica chi l’ha pronunciata, in fondo è il contagio che conta…

Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 18:29

Ciao DORF #48 art. prec.

Probabilmente ci sarà un motivo validissimo se molti utenti del blog non intervengono sul sistema di creazione della moneta/denaro, sul Prof. Auriti, sul reddito da cittadinanza e sul fatto che esista un "monopolio assoluto" sulla creazione della moneta (€). Per quale motivo solamente le Banche (Centrali e non) hanno l’esclusivo diritto di creare moneta???? non potrebbero farlo anche i Comuni o Enti Statali vari???

Io sono semplicemente una persona che cerca di farsi "gli affari suoi" e di non farsi travolgere/coinvolgere in cose più "grandi di me"….poi se mi è possibile, qualcosa cercherò di farlo anch’io. Sono proprio curioso di vedere cosa accadra quando verrà il momento di convertire tutte l’attuale moneta di carta in beni reali!!! Naturalmente parlo di persone che comprendono il meccanismo……..per gli altri…..bisogna pur vivere!!!!

Un saluto e buona Domenica 

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 18:31

1 2 3

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 18:42

(a b c ))))

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2009 at 23:57

Apprezzo molto la discussione tra Andrea e unT. Mi si accappona la pelle quando sento dire da figure istituzionali che bisogna mettere Nuove Regole. Per fare cosa dico io? Per non rispettarle? Io dico invece: MENO REGOLE,  ma applicarle alla lettera. La Sec la Fed dove erano quando Enron, Lehman, Worldcomm facevano i suoi porci comodi? Dove erano quando Maddof si metteva in saccoccia 50 miliardi di dollari sotto il naso dei controllori? E Parmalat e Cirio per essere più patriottici? Le troppe regole non sono altro che un mezzo per privilegiare solo nicchie di persone o istituzioni. Chi è del mestiere (io purtroppo lo sono) sa benissimo quale è stato il disegno programmato dalle banche negli anni ’90 attraverso il testo della finanza ( e così  tutto il mondo "evoluto"), cioè quello di monopolizzare il mercato, eliminando quella necessaria etorogeneità di operatori che avrebbero reso maggiore efficienza e veridicità. Così, come il mondo della finanza anche il resto è andato in quella direzione. Pensiamo alle grosse catene alimentari e commerciali, dove addirittura (senza far nomi la Coop che dovrebbe avere a cuore i lavoratori stessi) stanno mettendo le casse automatiche. In quale ottica? Ovviamente di diminuire in futuro la forza lavoro per il Dio denaro. Io il mio contributo lo sto dando cercando di evitare di dargli un solo centesimo del mio modico stipendio. Pensiamo agli interessi che sono legati al petrolio. Il motore a idrogeno o ad aria compressa? Queste sono invenzioni non recenti, ma è stato fatto di tutto per rallentarne lo sviluppo. Forse chi si è opposto adesso si trova sotto terra. Spezzo una lancia in favore della politica, sì ma sulla sua stessa testa, tenendomela ben stretta in mano per ficcargliela più da vicino. Unt, mi sei proprio simpatico, anch’io non sono andato a votare. Al giorno d’oggi trovo incompatibile e incoerente essere critici di questo sistema e al contempo legittimarlo esprimendo una preferenza. Che succederebbe secondo voi se tutti quelli che sono bravi a criticare passassero all’azione non andando a votare? L’uomo, ve lo dico io, per il suo istinto di migliorarsi e di rigenerarsi, avrebbe l’occasione per ripartire da zero con più slancio e dare alla politica il vero compito di guida materna. I trans, le escort e la cocaina sarebbero solo dei lontani ricordi, mentre le guerre e l’egoismo solo delle leggende metropolitane.
Scusate lo sfogo, ma ti prego Andrea, se solo una parola di tutto questo da te è condivisa, ti prego di approfondirla in seguito…grazie

The Hawk

Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:14

Ciao

Sei sempre un grande……..volevo segnalati un articolo interessante sul tema Francescani ed Economia
http://209.85.135.132/search?q=cache:KiEXpxNBc4oJ:www.antoniomusarra.net/Articoli/ZAMAGNI%2520-%2520Il%2520pensiero%2520economico%2520francescano.doc+zamagni+francescani&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

Probabilmente lo conosci già, ma in caso contrario ti invito a leggerlo……..il pensiero dei Francescani è di una modernità sconcertante e fornisce molte risposte.
Ne ho citato alcuni pezzi recentemente per dimostrare come il Cristianesimo sia parte integrante della nostra cultura anche economica.
Ma ci sono molte risposte sull’utilità delle banche e sul significato di mercato e bene comune.

Cordiali saluti

Duca

Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:14

Ciao

Sei sempre un grande……..volevo segnalati un articolo interessante sul tema Francescani ed Economia
http://209.85.135.132/search?q=cache:KiEXpxNBc4oJ:www.antoniomusarra.net/Articoli/ZAMAGNI%2520-%2520Il%2520pensiero%2520economico%2520francescano.doc+zamagni+francescani&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

Probabilmente lo conosci già, ma in caso contrario ti invito a leggerlo……..il pensiero dei Francescani è di una modernità sconcertante e fornisce molte risposte.
Ne ho citato alcuni pezzi recentemente per dimostrare come il Cristianesimo sia parte integrante della nostra cultura anche economica.
Ma ci sono molte risposte sull’utilità delle banche e sul significato di mercato e bene comune.

Cordiali saluti

Duca

Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:14

Ciao

Sei sempre un grande……..volevo segnalati un articolo interessante sul tema Francescani ed Economia
http://209.85.135.132/search?q=cache:KiEXpxNBc4oJ:www.antoniomusarra.net/Articoli/ZAMAGNI%2520-%2520Il%2520pensiero%2520economico%2520francescano.doc+zamagni+francescani&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

Probabilmente lo conosci già, ma in caso contrario ti invito a leggerlo……..il pensiero dei Francescani è di una modernità sconcertante e fornisce molte risposte.
Ne ho citato alcuni pezzi recentemente per dimostrare come il Cristianesimo sia parte integrante della nostra cultura anche economica.
Ma ci sono molte risposte sull’utilità delle banche e sul significato di mercato e bene comune.

Cordiali saluti

Duca

Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:25

Grazie Duca, avevo il testo ma non sapevo che fosse disponibile su internet. Grazie ancora. Ciao Andrea

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:55

Se a qualcuno interessa un link dove si parla di Europa ed altro (credo che in molti di Voi lo conoscono):

http://lanuovaenergia.blogspot.com/

Mi auguro che anche il Capitano Andrea non sia costretto a "trasformarsi" in un giornale……..in nome della libertà di espressione.

Arrivederci…e auguri di un futuro sereno.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:55

Se a qualcuno interessa un link dove si parla di Europa ed altro (credo che in molti di Voi lo conoscono):

http://lanuovaenergia.blogspot.com/

Mi auguro che anche il Capitano Andrea non sia costretto a "trasformarsi" in un giornale……..in nome della libertà di espressione.

Arrivederci…e auguri di un futuro sereno.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 00:55

Se a qualcuno interessa un link dove si parla di Europa ed altro (credo che in molti di Voi lo conoscono):

http://lanuovaenergia.blogspot.com/

Mi auguro che anche il Capitano Andrea non sia costretto a "trasformarsi" in un giornale……..in nome della libertà di espressione.

Arrivederci…e auguri di un futuro sereno.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 03:14

1 unT,quello che hai descritto e’ la realta’ quotidiana, non  e’ una novita’ comunque c’e’ modo e modo per esprimersi  non si tratta di cambiare il mondo ma di migliorarlo con sani principi cominciando da noi stessi,questo e’ difficile   ma bisogna farlo cominciando  ad andare a votare e non fregarsene del prossimo.Andrea quello che descrivi sull’etica bancaria e altro va bene e ti faccio i complimenti  anche se tra le mele buone  c’e’ sempre qualche  commercio solidale o banca etica  che non  lavorano per quello che dicono ma per quello che guadagnano ,altro  che il giornalaio o il barista che ti fa’ gustare un buon caffe’.Insomma c’e  anche in questo una buona  seppur ridotta dose di speculazione ,nessuno fa’ niente per niente , il mercato e’ una grande tentazione e come diceva crisalide e’ il re.
Sig.dorf,ho letto attentamente  il suo post e ringrazio anche se non condivido il tutto, sai io credo nello stato piu’ delle banche  ed e’ per questo che gli ho prestato tanti soldini quindi si scordi  la distruzione del debito anzi cerchi un modo  per fare capire alla gente che la manna e’ finita e ai fanulloni  e adagiati di accontentarsi e lavorare   come ho fatto io
 e altri in questi ultimi quarantanni.Ciao a tutti da Gianbenedetto

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 09:25

E duro a morire il concetto che lavoro = benessere e denaro; finitela di lavorare che state inquinando e distruggendo il mondo, o siete ciechi.

xx

Scritto il 8 Novembre 2009 at 09:37

Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai,
lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidar…

Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
i migliori in questo campo, siamo noi
è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai
che non ti pentirai…

Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai
noi sapremo sfruttare le tue qualità
dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso
per la celebrità!…

Non vedi che è un vero affare
non perdere l’occasione
se no poi te ne pentirai
non capita tutti i giorni
di avere due consulenti
due impresari, che si fanno
in quattro per te!…

Avanti non perder tempo, firma qua
è un contratto, è legale, è una formalità
tu ci cedi tutti i diritti
e noi faremo di te
un divo da hit parade!…

Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai,
lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidar..

Si…Si…mi fido…mi fido…hihihhi ahahah!!!

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 09:57

The Hawk,

Grazie del sostegno. "Purtroppo" sono un capitalista convinto. La cosa che più mi fa sorridere è che oggi si spara a zero sul capitalismo pensando che il periodo che stiamo vivendo sia IL capitalismo. Penso di non sbagliare dicendo che probabilmente un giorno sui libri di storia, il ‘900 verrà catalogato come periodo statalista.

Penso altresi che se si dovesse innescare il circolo virtuoso tanto invocato dai liberisti, quello di un mercato globale competitivo ed efficiente e con poche regole (che si RISPETTANO), ci potremmo trovare difronte ad uno sviluppo oltreche ricco anche equilibrato e non autodistruttivo.

Purtroppo siamo inchiodati qui. Come diceva Karl Popper, la cosa principale alla quale dobbiamo guardare, è che esista un sistema che ci permetta di ribaltare i governi (quando necessario) con metodi democratici; cioè con il voto. Oggi il sistema c’è ma non funziona come dovrebbe. E allora per sicurezza io (come te) non voto ovvero non mi associo a deliquere.

unT

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 11:21

« Il 20 per cento di un qualsiasi insieme occupa sempre l’80 per cento dello spazio o del tempo a sua disposizione »

(Legge di Pareto, Legge di Murphy)

L’inflazione e l’ofelimità paretiana
http://ac-finanza.investireoggi.it/linflazione-e-la-ofelimita-paretiana-354.html

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 11:45

Volevo pubblicamente ringraziarla per la segnalazione dell’articolo di Stefano Zamagni  sulla ‘costruzione storica del pensiero economico francescano’ come lo descrive lei; sulla nascita del mondo modermo come lo giudico io.
Comunque veramente SPLENDIDO !!

Grazie.
luigiza

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 11:53

Per l’autore del commento #15 che scrive:
"E duro a morire il concetto che lavoro = benessere e denaro; finitela di lavorare che state inquinando e distruggendo il mondo, o siete ciechi."

Sì certo e a mezzogiorno e sera troviamoci tutti nella trattoria ‘da Lazzaro’. Sa noi tutti abbiamo missioni da compiere ed il lavoro lo schifiamo; che a questo ci pensino i servi di Lazzaro.
Se mi comunica l’indirizzo ci  vengo anche io.

luigiza

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 14:11

Luigiza #20 l’indirizzo è "in tutti i posti" . Comunque "da Lazzaro" c’è un solo posto il mio.

xx

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 14:31

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=812932

Se questo è il dato USA chissà in italia, sarà 18-20% minimo, vedremo quando arriverà la ripresa sbandierata da media di massa!!!!

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 14:31

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=812932

Se questo è il dato USA chissà in italia, sarà 18-20% minimo, vedremo quando arriverà la ripresa sbandierata da media di massa!!!!

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 14:31

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=812932

Se questo è il dato USA chissà in italia, sarà 18-20% minimo, vedremo quando arriverà la ripresa sbandierata da media di massa!!!!

SD

Scritto il 8 Novembre 2009 at 15:57

SD sono ormai due anni e mezzo che parlo del dato U6 misure alternative relative all’occupazione….mi fa piacere che qualcuno si sveglia adesso!

Andrea
 
 

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 18:01

‘India e Cina comprano oro riducendo le riserve in dollari, significa che la CARTAmoneta non è più sicura come prima.
Si dirà che tuttavia non c’è inflazione e dunque il valore della moneta non è diminuita…per adesso,  perchè l’inflazione importata (petrolio e  materie prime sono più care) è compensata dalla deflazione interna da  calo della domanda , ma  il debito che si è riversato sugli stati (salvataggi e stimoli) prima o dopo (i 60 anni del #2 sono ormai passati) dovrà rientrare con il default o con l’inflazione, tertium non datur.
Io guardo Giappone: dopo 20 anni di crisi e continui rinvii col debito cresciuto al 200% è ormai prossimo all’evento finale.

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 18:28

…e chiamala DEFLAZIONE

le entrate fiscali sono diminuite drasticamente, la disoccupazione è aumentata  ma anche la spesa pubblica continua ad aumentare. Per quanto riguarda il debito del Tesoro, gli investitori cinesi e altri stranieri sono sempre più restii a comprare,  perchè  discreditano il dollaro.
L’unica opzione restante è di far stampare dalla Fed nuovi soldi. Questa è inflazione. I prezzi più elevati condurranno ad un dollaro svalutato e ad un tenore di vita più basso per gli Americani. La Fed ha già visto una perdita nel potere di acquisto del 95% del dollaro sin dal 1913. Se non arresteremo queste spese dissolute presto rischieremo l’iperinflazione e vedremo una svalutazione del 95% ogni anno.
Versione originale:
Ron Paul è un membro del Congresso repubblicano dal Texas
Fonte: http://www.forbes.com
Link: http://www.forbes.com/forbes/2009/1116/opinions-great-depression-economy-on-my-mind.html
 

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 18:28

…e chiamala DEFLAZIONE

le entrate fiscali sono diminuite drasticamente, la disoccupazione è aumentata  ma anche la spesa pubblica continua ad aumentare. Per quanto riguarda il debito del Tesoro, gli investitori cinesi e altri stranieri sono sempre più restii a comprare,  perchè  discreditano il dollaro.
L’unica opzione restante è di far stampare dalla Fed nuovi soldi. Questa è inflazione. I prezzi più elevati condurranno ad un dollaro svalutato e ad un tenore di vita più basso per gli Americani. La Fed ha già visto una perdita nel potere di acquisto del 95% del dollaro sin dal 1913. Se non arresteremo queste spese dissolute presto rischieremo l’iperinflazione e vedremo una svalutazione del 95% ogni anno.
Versione originale:
Ron Paul è un membro del Congresso repubblicano dal Texas
Fonte: http://www.forbes.com
Link: http://www.forbes.com/forbes/2009/1116/opinions-great-depression-economy-on-my-mind.html
 

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 18:28

…e chiamala DEFLAZIONE

le entrate fiscali sono diminuite drasticamente, la disoccupazione è aumentata  ma anche la spesa pubblica continua ad aumentare. Per quanto riguarda il debito del Tesoro, gli investitori cinesi e altri stranieri sono sempre più restii a comprare,  perchè  discreditano il dollaro.
L’unica opzione restante è di far stampare dalla Fed nuovi soldi. Questa è inflazione. I prezzi più elevati condurranno ad un dollaro svalutato e ad un tenore di vita più basso per gli Americani. La Fed ha già visto una perdita nel potere di acquisto del 95% del dollaro sin dal 1913. Se non arresteremo queste spese dissolute presto rischieremo l’iperinflazione e vedremo una svalutazione del 95% ogni anno.
Versione originale:
Ron Paul è un membro del Congresso repubblicano dal Texas
Fonte: http://www.forbes.com
Link: http://www.forbes.com/forbes/2009/1116/opinions-great-depression-economy-on-my-mind.html
 

Scritto il 8 Novembre 2009 at 19:59

Sembra che ormai siano in molti quelli che ……..aspettando GODOT!

Magari fra vent’anni come accade in Giappone arriva!
Mi raccomando quando arriva l’inflazione, fatemi un fischio, cosi forse me ne accorgo! Andrea
 

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 22:05

L’attesa per l’inflazione è un pensiero ricorrente. Si può anche capire. La stampa forsennata di moneta e le forme di quantitative easing praticate da FED e BOE soprattutto, le facilitazioni al mercato: sono tutti elementi che dovrebbero condurre a manifestazioni di inflazione. Si considera solo la QUANTITA’ di moneta e non la VELOCITA’ DI CIRCOLAZIONE.
Per giusitificare il rallentamento di questa è magistrale il riferimento alla teoria della debt deflation che Andrea ha il grande merito di aver rispolverato dagli scaffali. Minsky effettivamente è dimenticato da (quasi) tutti….
Sfugge (ed è comprensibile) la dimensione del fenomeno della quantità del debito accumulato dal sistema. Il Capitano lo sa bene perchè ce lo ha detto mille volte, parlando delle discariche di asset tossici nella pancia delle Banche. Nessuno pensa a JPMorgan con circa 100 trilioni di derivati…. qual è il loro valore? Quanto perde/guadagna su questi asset la Banca? Meglio non rispondere, meglio dimenticare tutto….

In questo quadro l’inflazione viene più o meno segretamente sperata, invocata, fortemente voluta dai banchieri centrali, ma non sembra facilmente producibile in un ambiente dove un gigantesco buco nero (il debito) inghiotte tutto. Se questo è il quadro, non capisco perchè mettere la sordina sui metalli preziosi. In fondo sono uno strumento di contrasto dell’imbroglio del fiat money. Non ci si rende conto che esiste un vasto movimento per sopprimerne il valore:

http://www.24hgold.com/english/news-gold-silver-gold-suppression-is-public-policy-and-public-record-not-conspiracy-theory

Se e quando la gente inizierà a perdere fiducia in biglietti di carta colorata, allora……

Un caro saluto a tutti
Daniele

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 22:05

L’attesa per l’inflazione è un pensiero ricorrente. Si può anche capire. La stampa forsennata di moneta e le forme di quantitative easing praticate da FED e BOE soprattutto, le facilitazioni al mercato: sono tutti elementi che dovrebbero condurre a manifestazioni di inflazione. Si considera solo la QUANTITA’ di moneta e non la VELOCITA’ DI CIRCOLAZIONE.
Per giusitificare il rallentamento di questa è magistrale il riferimento alla teoria della debt deflation che Andrea ha il grande merito di aver rispolverato dagli scaffali. Minsky effettivamente è dimenticato da (quasi) tutti….
Sfugge (ed è comprensibile) la dimensione del fenomeno della quantità del debito accumulato dal sistema. Il Capitano lo sa bene perchè ce lo ha detto mille volte, parlando delle discariche di asset tossici nella pancia delle Banche. Nessuno pensa a JPMorgan con circa 100 trilioni di derivati…. qual è il loro valore? Quanto perde/guadagna su questi asset la Banca? Meglio non rispondere, meglio dimenticare tutto….

In questo quadro l’inflazione viene più o meno segretamente sperata, invocata, fortemente voluta dai banchieri centrali, ma non sembra facilmente producibile in un ambiente dove un gigantesco buco nero (il debito) inghiotte tutto. Se questo è il quadro, non capisco perchè mettere la sordina sui metalli preziosi. In fondo sono uno strumento di contrasto dell’imbroglio del fiat money. Non ci si rende conto che esiste un vasto movimento per sopprimerne il valore:

http://www.24hgold.com/english/news-gold-silver-gold-suppression-is-public-policy-and-public-record-not-conspiracy-theory

Se e quando la gente inizierà a perdere fiducia in biglietti di carta colorata, allora……

Un caro saluto a tutti
Daniele

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 22:05

L’attesa per l’inflazione è un pensiero ricorrente. Si può anche capire. La stampa forsennata di moneta e le forme di quantitative easing praticate da FED e BOE soprattutto, le facilitazioni al mercato: sono tutti elementi che dovrebbero condurre a manifestazioni di inflazione. Si considera solo la QUANTITA’ di moneta e non la VELOCITA’ DI CIRCOLAZIONE.
Per giusitificare il rallentamento di questa è magistrale il riferimento alla teoria della debt deflation che Andrea ha il grande merito di aver rispolverato dagli scaffali. Minsky effettivamente è dimenticato da (quasi) tutti….
Sfugge (ed è comprensibile) la dimensione del fenomeno della quantità del debito accumulato dal sistema. Il Capitano lo sa bene perchè ce lo ha detto mille volte, parlando delle discariche di asset tossici nella pancia delle Banche. Nessuno pensa a JPMorgan con circa 100 trilioni di derivati…. qual è il loro valore? Quanto perde/guadagna su questi asset la Banca? Meglio non rispondere, meglio dimenticare tutto….

In questo quadro l’inflazione viene più o meno segretamente sperata, invocata, fortemente voluta dai banchieri centrali, ma non sembra facilmente producibile in un ambiente dove un gigantesco buco nero (il debito) inghiotte tutto. Se questo è il quadro, non capisco perchè mettere la sordina sui metalli preziosi. In fondo sono uno strumento di contrasto dell’imbroglio del fiat money. Non ci si rende conto che esiste un vasto movimento per sopprimerne il valore:

http://www.24hgold.com/english/news-gold-silver-gold-suppression-is-public-policy-and-public-record-not-conspiracy-theory

Se e quando la gente inizierà a perdere fiducia in biglietti di carta colorata, allora……

Un caro saluto a tutti
Daniele

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2009 at 22:16

per #11 Duca, dimenticavo: non male l’articolo che hai linkato.
Peccato che non si dica la fine che hanno fatto fare i contemporanei a Pietro di Giovanni Olivi, il cui modernissimo pensiero ha soltanto avuto un torto: quello di andare contro la morale corrente…
La lettura del concetto di usurae nei secoli richiederebbe in effetti parecchio approfondimento, anche per eliminare una mistificazione dura a morire anche al giorno d’oggi.
In fondo è sempre la solita vecchia storia dell’economia come gioco a somma zero (uno guadagna perchè un altro perde) che cova sotto molto ciarpame ideologico.

Ancora buona serata
Daniele

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2009 at 01:20

17,comodo lavarsi le mani , se non voti almeno stai zitto x’ non hai voce in capitolo.Toro nero

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2009 at 02:20

rispondo al post#14, gianbendetto. quindi tu sei stato cosi’ fesso da comprare bot, btp, cct dello stato. bene. allora avrai una amara delusione. ma veramente credi sul serio che i tuoi soldi ci siano in banca? beh, scordatelo! nella tua banca, in tutte le banche, che in italia sono più di 9000 da bolzano a lampedusa, si e nò che dentro avranno solo il 5% di denaro fisico, vero, reale. il resto, cioè il rimanente 95% non esiste. non è mai esistito. è più impalpabile dell’aria. solo che il popolino sai comè , è tanto credulone. crede ciecamente nel suo banchiere. come crede al medico, al politico, e a tutto. tanto lo ha detto la TV. e la tv è DIO. non si può mai contraddire. sul globo terrestre, in tutti e 5 i continenti, esiste solo il 5% di denaro vero, che puoi toccare, vedere, annusare, te stesso. il resto non c’è, non esiste. è un bellissimo trucco che và avanti da moltissimi anni, e il popolo non ci vuole credere. credere che è stato preso x il culo da una vita. non ci credi? prova a d andare a ritirare i tuo sudati risparmi, vedrai che faranno di tutto x non darteli. per forza! non ce li hanno i soldi da darti. poniamo che tu nella tua banchetta ci siano 100 correntisti. ebbena basterà che
“solo” i primi 4 di questi corrano in banca, e forse a loro gli va dritta che glieli danno i loro soldi, ma poi dal 5 in poi col cazzo che i soldi li vedono. ma tu però continua a credere allo stato, che c’è la copertura, dei famosi 100000euro. sono tutte favolette x il popolino. tanto il sistema, e la tua cara italia è sotto schiavitù dei banchieri centrali e non solo, deve inchinarsi e fare un pom…..alla cara tanto amata BCE. sua maestà mi può prestare dei soldi che devo pagare un grosso debito coi cittadini? ti sembra intelligente pagare un debito con un altro debito? senti giandomenico ti mando dei video solo x te. mi raccomando guardali bene e stai attento. http://www.youtube.com/watch?v=ropOUXXsp0c
poi questo. http://www.youtube.com/watch?v=cNsFNV5Ifhk&feature=PlayList&p=31136DDC02F9C1C5&playnext=1&playnext_from=PL&index=15

e infine questo. http://www.youtube.com/watch?v=z4dobZa0-Wk
comunque tu continua a credre allo stato. ciao stammi bene. DORF

Scritto il 9 Novembre 2009 at 03:02

C’è un modo più raffinato per dire le cose Dorf, evidentemente questo non lo capisci ed è veramente un peccato.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2009 at 08:36

Il chief executive officer di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, in un’intervista al quotidiano londinese Sunday Times ha detto che le banche "servono a uno scopo sociale" e che Goldman Sachs in particolare "lavora al servizio di Dio".

Ma chi è, il  terzo fratello dei Blues Brothers ?? 

Matteo

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 02:31

x post 30,sig.Dorf la ritengo una persona che nella sua vita come tutti  ha tribulato per avere una seppur piccola sicurezza finanziaria che ti da’ il modo a sopravvivere  con dignita’ a meno che’ Lei percepisca una lauta pensione a differenza del sottoscritto.Senta lo sa’ che la costituzione italiana  e’ stata fondata sul lavoro quindi tutto quello che deriva  risparmi compresi devono avere una priorita’ di rispetto ed e’ per questo che mi e’ difficile accettare quanto scrive.Mi scusi tutte le notizie , conoscenze che le sono pervenute hanno avuto un fondamento di realta’ oppure la Sua buona fede  si e’ lasciata imbonire da situazioni presupposte che si fanno accattivanti in particolar modo in questo periodo? Si gli sbagli finanziari sono alla luce di tutti in modo vergognoso ma non per questo non ci possa essere rimedio e solo il tempo dara’ la sua certezza.Sicuramente  quello da Lei scritto e linkato fa’ venire la pelle d,oca ma cosa puo’ fare una persona  o chi ha lavorato una vita se non affidarsi  a un rinnovamento onesto sia politico che finanziario? Ciao Giambenedetto

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 12:52

a me quelli come unT danno un pò sui nervi….. non li sopporto più!

perchè sono 20 anni ieri che vanno in giro a dire "avete visto? ve l’avevamo detto, il comunismo era destinato a fallire, non poteva funzionare

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2009 at 12:56

a me quelli come unT danno un pò sui nervi….. anzi non li sopporto più!

perchè sono 20 anni ieri che vanno in giro a dire "avete visto? ve l’avevamo detto, il comunismo era destinato a fallire, non poteva funzionare. W il Capitalismo!"

adesso che anche il capitalismo ha mostrato tutti i suoi limiti, archiviano la vicenda affermando "eh, ma quello non era mica Capitalismo, era STATALISMO".

Suvvia……

SOSTIENI ICEBERGFINANZA
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
ICEBERGFINANZA NEL MONDO
Articolo dal Network
Guest post: Trading Room #513. Il grafico FTSEMIB weekly continua nella sua corsa rialzista, con u
"Governare è far credere" o forse più, "il fine giustifica i mezzi", ma il significato è chia
Malgrado tutto le tendenze sono mantenute e siamo arrivati ad un passo dal target. E ovviamente ades
Iniziamo con le buone notizie. In Germania, crollano la produzione industriale e i consumi e
FTSEMIB 40 AGGIORNAMENTO DEL 29 FEBBRAIO 2024   Il grafico dei prezzi conferma visivamente
29 febbraio 2024 UNICREDIT Lettura grafica e analisi dei posizionamenti monetaria relativi alla sc
Come vedremo nel fine settimana insieme al nostro Machiavelli, le ultime minute hanno rivelato c
Guest post: Trading Room #512. Il grafico FTSEMIB weekly ha raggiunto vette importanti ma anche un
La trimestrale di NVIDIA stupisce i mercati e il rally continua. Ma allo stesso tempo, il mercato ob
La Cina è un'immensa mina deflattiva esplosa nell'oceano globale, una spettacolare bolla immobi
CONTATORE