TENUI ARCOBALENI, URAGANI CONTINUI!

Scritto il alle 14:50 da icebergfinanza

  

La scorsa settimana e precisamente lunedi 2 marzo, scrissi che  la settimana che stava per avviarsi ci avrebbe detto se la tarda primavera del 2009 arriverà in anticipo sui tempi previsti, macroeconomia e occupazione saranno i temi dominanti, un’atmosfera elettrica nell’aria.

E atmosfera elettrica è stata, per il nostro indice forse anche troppo, provocata da mani sapienti e diaboliche, proseguendo venerdi con….

" Non manca molto ad un’eventuale apparire di un piccolo e timido arcobaleno, ma prima la tempesta deve fare il suo corso ………ebbene l’arcobaleno è in corso ma non avrà lunga vita anche perchè è solo una pausa in questo uragano che …….deve fare il suo corso.

Roubini dice che lo S&P500 deve scendere sino ai suoi 600 punti in seguito alla realtà fondamentale che verrà Bloomberg…….ma nessuno di noi sapeva questa cosa vero ragazzi!

Manca ancora qualcosa e probabilmente ciò non avverrà prima della " tarda primavera del 2009 " come sostengo ormai da oltre un anno. In fondo è un gioco, come la borsa, non c’è nulla di reale in ciò che avviene, nessuna razionalità in un luogo dove si alternano momenti di depressione ad altri di euforia, nessuna persona normale potrebbe riuscire ad individuare un qualsiasi scenario credibile in mezzo alla nebbia di questo tempo.

Noi ci abbiamo provato attraverso l’analisi fondamentale, dimenticando ogni sorta di luce in fondo al tunnel e i fatti ci hanno dato ragione anche se non vi è nulla da gioire perchè l’altra faccia dei mercati è l’economia reale con le sue lacrime, mentre questo è solo un mondo virtuale, fantastico, slegato da qualunque realtà.

Ed ora vediamo il perchè!

Larry Summers uno dei più convinti padri della " Deregulation " oltre ad un estremo bisogno di " more global demand " ovvero un’altra overdose di consumi, ci dice che ……

“This notion that the economy is self-stabilising is usually right but it is wrong a few times a century. And this is one of those times . . . there’sa need for extraordinary public action at those times.”

Si la capacità di autoregolamentarsi dei mercati, la loro ideologia, quella del pensiero neoclassico, si Larry solo qualche volta nei secoli, ma molte più volte di quello che la tua ideologia può immaginare ….c’è bisogno di una straordinaria mano neanche tanto invisibile dello stato di questi tempi……..il che mi dice che l’economia di mercato spesso e volentieri ha bisogno di mamma e papà insieme.

Via CalculatedRisk sentiamo il senatore Shelby, democratico dell’Alabama facente parte del U.S. Senate Committee on Banking, Housing, and Urban Affairs ( commissione affari bancari….) ci dice che ……..

I think that they’ve got to close some big banks. They don’t want to do it.  We’re — we’re going down the same road Japan was going down.

….dobbiamo chiudere alcune grandi banche ma essi non vogliono farlo….stiamo avviandoci verso il basso , la stessa strada percorsa dal Giappone…..ecco perchè Icebrgfinanza parla tanto di " Decennio Perduto " analizza ed evidenzia le correlazioni con la crisi giapponese.

Ad una domanda del giornalista che li ricorda la possibilità di nazionalizzare Shelby risponde…. io non voglio nazionalizzare io voglio chiudere queste banche, farle uscire dal mercato…..

If they’re dead, they ought to be buried. We bury the small banks; we’ve got to bury some big ones and send a strong message to the market. And I believe that people will start investing in banks.

Se sono morte dovrebbero essere sepolte, noi seppelliamo le piccole banche ( vedi bank/individual/failed/banklist ) perchè non possiamo seppellirne alcune di grandi ed inviare un forte messaggio al mercato ……….

Peccato che Obama abbia appena dichiarato che nessuna fine in vista per la crisi finanziaria si prevedono altri rinforzi per ulteriori 750 miliardi di dollari…….ormai i miliardi non fanno più notizia.

Fa tenerezza ascoltare il Ceo di Blackstone che a Reuters sussurra che il 45 % della ricchezza mondiale e stata distrutta dalla crisi del credito….

"Between 40 and 45 percent of the world’s wealth has been destroyed in little less than a year and a half," Schwarzman told an audience at the Japan Society. This is absolutely unprecedented in our lifetime."

si senza precedenti……quanto ricchezza sono riusciti a distruggere in questi anni i private equity con i loro demenziali leveraged by out, signor Blackstone!

Ora è assolutamente interessante notare come nonostante tutto Citigroup torna a fare utili almeno cosi è stato comunicato al mercato per quanto riguarda i primi due mesi dell’anno, mercato che ha assolutamente bisogno di buone notizie……..come quella relativa alla revisione delle norme contabili …..

( Mark to Market …..Vuol dire ‘valutare secondo il mercato’. Le attività finanziarie (ma anche quelle reali) possono essere valutate secondo il costo storico (o costo di acquisizione), secondo una procedura detta di ‘costo corrente’, che sarebbe il costo storico riportato ad oggi mediante un indice dei prezzi, o secondo il prezzo di mercato. Nell’ottica di stabilire la ‘verità dei bilanci’ i principi contabili solitamente impongono di usare il mark to market per valutare attività e passività finanziarie. Questo principio diventa scomodo quando, come è successo nel 2007-2008 con la crisi dei mutui, il mercato per molti tipi di titoli diventa illiquido e la paura conduce a prezzi così bassi da creare massicce minusvalenze, erodendo profitti e capitale. dal SOLE 24 ORE ) 

e quella relativa alla reintroduzione del " Uptick " Reuters …..  La ‘uptick rule’ è una regola che non permette di effettuare vendite allo scoperto se non ad un prezzo superiore a quello dell’ultima transazione.

E’ affascinante notare come i problemi sembrano essere solo e sempre gli strumenti…..qualcuno sta riflettendo sulle cause….?!!!!

Ebbene in precedenza avevo già evidenziato come Bank of America e JP Morgan in alcune conference call sottolineavano che erano tornate a fare utili nella prima parte dell’anno ma un dubbio resta e che dubbio.

Per quale motivo………

Pandit declined to say how large credit losses and other one-time items have been that would at least partially offset profit. Minyanville

…il ceo di Citigroup si è rifiutato di dire quando grandi sono le perdite sui crediti…..sta forse aspettando che tolgano di mezzo il modello "mark to market" magari per ripulire il terzo livello contabile e quindi valutare tutto al costo storico cioè ai livelli precrisi….

Qualche tempo fa un lettore ha giustamente evidenziato dei miglioramenti in alcuni indicatori dei mercati come ad esempio lo Spread sulla carta commerciale  

Graph of CP Discount Rate Spread: Thirty-day A2/P2 Less AA Nonfinancial on a Daily Basis, Date vs. Basis Points.

o il TED_spread che guarda caso stanno ricominciando a salire….

E che dire del vecchio e caro LIBOR che secondo  Bloomberg …..

The London interbank offered rate, or Libor, that banks say they charge each other for three-month loans climbed to 1.33 percent yesterday, the highest level since Jan. 8 …

Il costo dei prestiti in dollari è in crescita, il LIBOR ( Il LIBOR è il tasso di riferimento europeo al quale le banche si prestano denaro tra di loro, un indice del costo del denaro a breve termine ) sale a 1,33 % per l’undicesimo giorno consecutivo il massimo dall’ 8 gennaio.

Il LIBOR.OIS spread è di nuovo in tensione….. Bloomberg piccoli avvertimenti ma non troppo.

In sintesi il brutto anatroccolo CITI è diventato improvvisamente un cigno superbo…artifici contabili…….io non ci credo.

Un’altro piccolo interrogativo che risale all’anno scorso quando scrissi…..

" ….secondo il FINANCIAL_TIMES oltre 5000 miliardi di dollari giacevano nascosti nelle stive delle corazzate finanziarie, oggi barchette di carta in balia della tempesta perfetta, FASB LOBS A BALANCE-SHEET_BOMBSHELL! ………. rigorosamente fuori bilancio nascoste nei veicoli finanziari fantasma.

Nelle REGOLE_DEL_GIOCO potrete scoprire che avrebbero potuto influenzare oltre 11.000 miliardi di assets senza l’intervento sulle stesse regole del gioco."

………dove sono oggi questi potenziali iceberg e come sono valutati……

 

Se S&P e le altre agenzie di rating dopo aver dormito o meglio condiviso per conflitto di interesse l’irrazionalità di questo tempo innondano il mercato di un eccesso di realismo con i loro persistenti dowgrade…….

Standard & Poor’s Ratings Service on Monday placed its ratings on $552.8 billion worth of US first-lien Alt-A residential mortgage-backed securities issued between 2005 and 2007 on watch for downgrade, saying it sees an increase in losses from the transactions issued in those years. (Bloomberg)

…..552.8 miliardi di ulteriori declassamenti per i cosidetti " Fisrt.lien " e " Alt-a " e meno male che si trattava di un’esclusiva "subprime", continue foreclosures, distressed sales ed un incremento dei costi per il mantenimento e nuove discese dei prezzi all’orizzonte….dicevo se i downgrade continueranno, come iscriverà a bilancio Citigroup queste perdite.

 
S&P said it believes continued foreclosures, distressed sales, an increase in carrying costs for properties in inventory and more declines in home sales will further depress prices and lead to higher losses.

Immagino che qualcuno dira che il fatto che le foreclosures siano salite del 67 % nel solo mese di febbraio vanificando qualsiasi illusione degli ultimi mesi sia ormai una non notizia come riporta WallStreetItalia dal sito Foreclosures.com che come ricorderanno i vecchi lettori di Icebergfinanza fu il primo sito che tenemmo sotto osservazione a partire da febbraio 2007. Ora aspettiamo quello che ci dice RealtyTrac.

In queste ultime settimane ho spesso ascoltato sorridendo, le sirene dei mercati che invogliavano a scoprire un nuovo " Eldorado quello dei " Corporate Bond " nulla a che vedere con le azioni e i loro rischi si dice…… 

Debt investors are an attractive target because of the size of their holdings — more than $1 trillion just at the four largest U.S. banks — and because they’ve emerged almost unscathed so far. Since any reduction in debt at a bank helps boost capital ratios, members of Congress including U.S. Representative Brad Sherman, a California Democrat, say it’s time for bondholders to share the pain.

…..per gli obbligazionisti è il momento di condividere il dolore!

Osservo poi che gli occhi del mercato sono puntati sui rischi paese, tutto ascoltano e osservano il rumore delle onde dei credit default swaps, che salgono e scendono, ed in particolare quelli relativi allo stato americano che lentamente si innalzano…….ma se ad esempio qualcuno emette queste assicurazioni e questo qualcuno si chiama AIG la quale è protetta e nazionalizzata dallo stato chi onorerà l’ " impossibile " default dello stato americano……come dice su Bloomberg il padre del cigno nero….Taleb

“We refused to touch credit default swaps,” Taleb said. “It would be like buying insurance on the Titanic from someone on the Titanic.”

….ci siamo rifiutati di toccare i CDS sarebbe come acquistare un’assicurazione sul Titanic da qualcuno che vive sul Titanic stesso……..metafora geniale! 

Banks’ Bondholders may be next in Line to share bailout

Poi già che ci siamo cosi per conoscenza ritroviamo il fantasma di Greenspan che ci sussurra che in fondo la Federal Reserve non ha alcuna colpa di quanto è accaduto nel mercato immobiliare, The Fed Didn’t Cause the Housing Bubble anzi dice di più…… 

In evaluating the period of 1987 to 2005, he wrote on this page in early 2006: "There is no other period of comparable length in which the Federal Reserve System has performed so well. It is more than a difference of degree; it approaches a difference of kind."

……nessun periodo di cosi innestimabile bellezza in passato, probabilmente è solo colpa di una semplice farfalla qualunque….. 

Ora qua e la nel mondo le banche centrali annunciano e attuano politiche di "quantitative easing ", ma torno a ripetere che non necessariamente stampare moneta significa riuscire a produrre inflazione, un’ inflazione che distrugge il potere di acquisto e drena ricchezza dal basso all’alto, il Giappone in passato ne è stato il miglior testimone.

Per anni abbiamo ascoltato la classica frase….a noi non succederà mai…..quasi che il Giappone fosse un mondo a se stante come in realtà è….ma il problema del decennio perduto è che per troppo tempo fu tenuto nascosto lo stato di insolvenza del sistema bancario giapponese come se oggi le cose andassero in altra maniera, noi sappiamo la causa e quindi non ripeteremo l’errore si sente dire.

Interessi privati e corporativi e ideologie sono le cause che stanno accelerando questa nemesi e sino ad ora consapevolmente o inconsapevolmente stiamo seguendo le stesse orme, tali e quali. Eppure nonostante tutto la Grande Deflazione non si è mai trasformata in Depressione.

Ed oggi il Giappone è la nostra stella polare! Nel mio libro ne parleremo in maniera più diffusa.

Torno a ripetere per chiarire il concetto,che al di là della realtà italiana che è tuttora invasa da un’inflazione fraudolenta, dove sopravvive ancora un sistema feudale, di lobbyng e cartelli che anestetizzano la vita civile, le deflazione si sta impadronendo del mondo, dal mercato immobiliare a quello mobiliare, proseguendo sino alle materie prime.

Vedremo con il tempo quello che riusciranno a fare i nostri eroi, ma sia ben chiaro comunque vada se qualcuno crede di far annegare la realtà sotto l’oceano dell’inflazione, questa volta ha fatto male i suoi calcoli anche perchè non appena vi sarà un suo reale risveglio non basterà aumentare i tassi alla doppia cifra senza provocare un’autentica depressione. Questa si chiama DEBT DEFLATION!

Forse è anche per questo che il SECOND_NEW_DEAL è alle porte…

WASHINGTON — The ink is barely dry on the $787 billion economic stimulus package enacted by Congress, and talk is already beginning on Capitol Hill of the need for a second measure to spur job growth.

Stimulus Spending by State

[Cities and States Take Stabs at Reviving Local Economies]

See how some of the major stimulus spending will be shared by the states.

 

E prima della chiusura del post, lo storico "contatore" di SPLINDER ha battuto il MILIONE di contatti, UN MILIONE di volte insieme, testimoniato da questo suggestivo " VELIERO DI FERRO"

L’ Avventura continua ! Semplicemente grazie….Andrea

 

Concludo infine con un bellissimo pezzo segnalatomi da un caro amico del blog Gianluca Bocchi, apparso sul ILSUSSIDIARIO ad opera di Pigi Cognolesi.

La parola «crisi» è sulla bocca di tutti. Essa indica un dato di fatto innegabile, di fronte al quale è decisiva la posizione della persona.

Lo documenta un passaggio cruciale del viaggio di Dante nell’inferno. Quando il poeta giunge di fronte alle mura della città di Dite (alla fine del canto VIII) ha già visto un gran numero di dannati e osservato atroci pene. Ma ora gli si presenta una situazione del tutto nuova. Le porte della città sono chiuse e vigilate da stuoli di demoni. La sua guida, Virgilio, lo lascia solo per andare a parlamentare coi diavoli perché lascino libero il passaggio. Ma torna sconfitto: i custodi infernali si rifiutano di far proseguire i due pellegrini dell’oltretomba. È una situazione di «crisi», uno di quei momenti in cui le certezze su cui ci si appoggiava appaiono insufficienti per proseguire. Tanto che Dante si conferma che l’unica cosa da fare sia quella di tornare indietro, di rinunciare al cammino.

Il canto IX si apre, perciò, in un’atmosfera di paura e smarrimento. Sembra quasi, così interpreta Dante, che lo stesso Virgilio dubiti. Allora gli chiede, come a confermarsi di non aver riposto in lui una speranza vana, se mai avesse fatto il tragitto per il quale lo sta guidando. Tra le certezze che la crisi mette in discussione c’è quella su chi testimonia la possibilità stessa del cammino. È il dubbio più devastante.

Virgilio racconta di essere già stato fin nel fondo dell’inferno e, quindi, sollecita Dante a non temere. Il poeta fiorentino non è molto convinto, ma prima ancora che Virgilio abbia finito di parlare, Dante è distratto da nuove improvvise presenze che compaiono sulle mura ferrigne di Dite: sono le Furie. In esse la tradizione antica e medievale vedeva le varie forme del male e, insieme, il rimorso che perseguita chi ha sbagliato.

 Quasi a suggerirgli che è la propria debolezza morale a non permettergli nessun cammino positivo.

 Ma questo problema Virgilio lo aveva già sciolto all’inizio stesso del viaggio. Nel canto II, infatti, Dante aveva detto alla sua guida di non ritenersi degno di compiere lo stesso cammino che Dio aveva permesso a Enea e a san Paolo. Ma il poeta dell’Eneide gli aveva risposto che quel viaggio non gli era consentito per la sua dignità morale, ma perché «tre donne benedette» (Maria, santa Lucia e Beatrice) si erano preoccupate di lui e avevano mandato Virgilio stesso a guidarlo. Infatti ora, senza esitazione Virgilio dice a Dante di guardare bene in faccia le tre Furie e le addita addirittura per nome: non possono più nuocergli.

Ma le Furie hanno in riserva un’altra, più terribile arma. Esse invocano Medusa. E subito Virgilio ordina a Dante di abbassare la faccia, di non guardarla e lui stesso gli copre gli occhi con le sue mani. Medusa, infatti, la donna coi crini di serpente, è la personificazione della disperazione. Guardarla significa diventare di pietra, bloccarsi nell’impossibilità.

Solo dopo aver superato questa estrema tentazione che ogni momento di crisi porta con sé la situazione si sblocca. Preceduto dal vento e dal frastuono di un temporale, appare sulla scena un messo celeste. Senza dire neppure una parola ai due pellegrini ansiosi e impauriti, minaccia i diavoli per la loro «oltracotanza» e con una semplice «verghetta» apre quella porta che sembrava un ostacolo insormontabile. La disperazione della crisi è vinta; il cammino può riprendere.

Ho voluto sottolineare alcuni passi di questo bellissimo pezzo perchè anche se so di essere terribilmente reale nelle mie analisi sino a scendere nella profondità di questo inferno economico -finanziario senza voler nascondere nulla di quello che oggi sta accadendo e non voler illudere nessuno segnalando tenui arcobaleni virtuali, non sui mercati, ma nell’economia reale, sempre e comunque abbiamo il dovere di tendere alla speranza.

Lasciarsi trascinare dalla disperazione equivale a ….bloccarsi nell’impossibilità ….di un possibile cambiamento, perchè talvolta basta una semplice "verghetta" per aprire quella porta, per sfondare il muro, non quello di questa crisi, non quello di cosa ci aspetta, ma quello che ci serve per ritrovare noi stessi, per essere sino in fondo consapevoli dell’assurdità di questo sistema, dell’esistenza di interessi che non coincidono con i nostri sogni al di la della crisi, dove ………il cammino può riprendere.

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!

 

Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ……….

  

La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!

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31 commenti Commenta
Scritto il 11 Marzo 2009 at 19:08

Eccomi di nuovo qui ….dopo una piccola pausa, dovuta ad una caduta accidentale….dalle scale della stazione centrale di Milano che mi ha procurato un’infrazione al malleolo peroneale ……e quindi in sostanza ho bucato in quel di Milano……

Milano sono tutto tuo
…….. no non mi rinchiude piu’
oh Milano sii buona almeno, almeno tu
…………Mi-Milano tu non trattarmi mai più cosi.

Scherzi a parte che dire….arrivederci a Trento…….non ho ancora idea di cosa organizzare ma per cominciare via mail fatemi sapere chi ci potrà essere……ad Assisi magari ci facciamo un’altra puntata.

Per il momento lasciamolo come un annuncio tra amici…..

Dal 29 maggio al 1 giugno e come dice Marco il 2 giugno è festa quindi……

FESTIVAL DELL’ ECONOMIA 2009:
“IDENTITA’ E CRISI GLOBALE”

Si ritiene spesso che la competizione globale crei conflitti di identità perché impone una identità globale, sopprimendo tradizioni e violando sistemi di valori locali. Ma può davvero la concorrenza internazionale ignorare e annullare le identità locali? E in che misura le diverse identità sono realmente inconciliabili tra di loro? Quante identità abbiamo? Non si può forse essere trentini, italiani, europei e cittadini del mondo allo stesso tempo, così come si è consumatori, produttori, padri e figli nell’arco della stessa giornata?

L’identità è la categoria sociale e l’insieme di norme e il sistema dei valori in cui ci riconosciamo quando ci rapportiamo con gli altri. Motiva i nostri comportamenti spesso molto di più degli incentivi monetari, del vil danaro. La condivisione o meno di questa identità contribuisce a spiegare la performance più o meno soddisfacente di sistemi economici e di organizzazioni complesse, come grandi imprese.

A Trento, al quarto festival dell’economia, edizione 2009, si discuterà del rapporto fra identità e interazioni sociali nel processo di globalizzazione. Ne tratteremo, come al solito, su dimensioni diverse: dall’immigrazione ai conflitti etnici, dai fattori che rendono economicamente vantaggiosa la fusione di imprese agli incentivi dei manager e dei lavoratori, dai processi che portano alla spaccatura di Paesi e al crollo di imperi al modo con cui il multilateralismo si rapporta alle identità nazionali, dal modo con cui la scala globale del mercato musicale, cinematografico e sportivo influisce sulle identità locali all’efficacia del protezionismo nel tutelare tradizioni e sistemi di valori consolidati.

Questa è la sostanza……..

Phitio se fosse solo per l’inglese la forma e le virgole allora dovrei chiudere il blog……..estremamente artigianale!

Lucio….il direttore del Censis vive sulla ……..Luna o in qualche modello stagionale……..incantato.

Per il resto su questo veliero non esistono caste, non conta l’età, non il colore della pelle, ne tanto meno la provenienza, ognuno è libero di esprimersi come meglio crede nel rispetto dell’altro, questo è un luogo libero, un piccolo porto di mare ……….

A noi che siamo gente di pianura
navigatori esperti di citta’
il mare ci fa sempre un po’ paura
per quell’idea di troppa liberta’.

Eppure abbiamo il sale nei capelli
del mare abbiamo le profondita’
e donne infreddolite negli scialli
che aspettano che cosa non si sa.

Gente di mare
che se ne va
dove gli pare
dove non sa.
Gente che muore
di nostalgia
ma quando torna
dopo un giorno muore
per la voglia di andare via.

E quando ci fermiamo sulla riva
lo sguardo all’orizzonte se ne va
portandoci i pensieri alla deriva
per quell’idea di troppa liberta’.

Gente di mare
che se ne va
dove gli pare
dove non sa.
Gente corsara che non c’e’ piu’
gente lontana che porta nel cuore
questo grande fratello blu.

Al di la’ del mare
c’e’ qualcuno che
c’e’ qualcuno che non sa
niente di te.

Gente di mare
che se ne va
dove gli pare
dove non sa.
Noi prigionieri in questa citta’
viviamo sempre di oggi e di ieri
inchiodati dalla realta’…
e la gente di mare va.

Gente di mare
che se ne va
dove gli pare
dove non sa.
Noi prigionieri in questa citta’
viviamo sempre di oggi e di ieri
inchiodati dalla realta’…
e la gente di mare va.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 19:15

Io la mia idea me la sono fatta!
stanno spingendo una marea di soldi nelle banche, (cosa non possibile senza questa crisi…nel nome del salvataggio), una volta accumulata una quantità immensa di soldi, verranno riversati sui mercati mondiali, sottoforma di prestiti ecc. Questo creerà un’inflazione spaventosa, a tutti sembrerà di guadagnare, ma l’inflazione mangerà il guadagno, allora le aziende e la gente aprirà sempre maggior mututi, con la scusa che tanto con l’inflazione è facile e breve estinguerli….e tutti quei miliardi che stanno per essere creati adesso per il salvataggio verranno riversati sul mercato, così facendo toglieranno valore ai soldi presenti adesso. (spero di essere stato chiaro)…e più che un Giappone sarà una Germania anni 20!…la soluzione sarà la creazione di una moneta unica mondiale, o qualcosa di simile monete continentali (con la scusa che tutto questo non accadrà mai più! come nella crisi del 29, senza quella crisi i banchieri americani (FED) non avrebbero mai potuto svincolare il dollaro dall’oro! e quindi creare moneta dal nulla!)…magari scambiata 1 miliardo a 1…tipo Germania anni 20!
Come tutte le grandi crisi…anche questa serve solo a fare accettare alla gente un qualcosa che in una situazione normale non accetterebbe mai!…chi andrebbe in guerra in tempo di pace?…ma se ti sparassero addosso allora….
Jimmy

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 19:23

Se Beatrice l’avesse data a Dante , lui non ci avrebbe rotto le palle …..

🙂 🙂

scherzi a parte….grande lavoro di andrea ma anche di mas nel commento al precedente post….
ma la mia idea sui mercati (senza supporti tecnici) si avvicina di piu al sentiment del nostro capitano

IL DIRETTO

Scritto il 11 Marzo 2009 at 20:27

Ho fatto un piccolo aggiornamento all’ultimo post…..

…… lo storico “contatore” di SPLINDER ha battuto il MILIONE di contatti, UN MILIONE di volte insieme, testimoniato da questo suggestivo ” VELIERO DI FERRO”….

detto questo lascio il timone e me ne torno sotto coperta a pelar patate e sgosar latrine……

Questo ormai è un veliero che potrebbe proseguire da solo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 20:56

Andrea sei semplicemente fantastico, le tue sono opere cariche di significati e sentimenti, inoltre traspare la tua Onestà, astro nel cielo e luce sopra il moggio, auguri.

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 22:37

Complimeti Capitano Andrea, 1.000.000 di contatti, ed un augurio di un altro milione. Sono proprio curioso di leggere il tuo futuro libro.

Sembra che il rimbalzo in borsa prosegua. Io resto ancora diffidende ed attendo le prossime trimestrali per vedere.
Ed in qualsiasi caso, ho dei dubbi che si possa guadagnare molti soldi in borsa; forse qualcosina tanto per gradire…….a meno chè….. non essere il BANCO.
Parlo come inesperto, e come uno che non crede che si possa prevedere il futuro; a meno chè “inseguirlo” continuamente con un enorme dispendio di tempo ed energie.

Un saluto

SD

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 22:38

(I II III)

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 23:04

Sì.
Andrea sei semplicemente fantastico.

Un abbraccio

Marco
😉

PS: dove prenoto per dormire durante la settimana economica?
E sempre grazie.
M

Scritto il 11 Marzo 2009 at 23:20

2+2=4

Inganno Diabolico + Debito = Crack Sistemico

Onestà + Debito = Recessione a “V”

Avidità + Debito = Recessione a “U”

Siamo nella prima, questa non è una Recessione, questa è la Madre delle Grandi Depressioni dell’Umanità…..è in atto una selezione darwiniana…speriamo che vinceranno i più onesti…quelli “illuminati” dal bene comune…..

utente anonimo
Scritto il 11 Marzo 2009 at 23:26

Sarà una vita che passo , leggo sempre i tuoi magnifici Post e lascio un commento che alla fine non pubblico . Complimenti Andrea sei davvero grande e ti auguro di riprenderti presto dall’incidente che ti è capitato ! Le tue parole mi hanno messo di buon umore ed anche gente mare che mi porta un po di spensieratezza . Grazie per il tuo ottimo lavoro.

Ciao

Scritto il 12 Marzo 2009 at 07:57

Si # 8..il Capitano è proprio…proprio…fantastico…
Io Marco Colacci sto cercando un bed ad Brekfast in zona( saremo in 4) arriveremo in treno…
sei vai sul sito
http://www.festivaleconomia.it/… trovi qualcosa, se poi il Capitano per conoscenza ha suggerimenti…
è chiaro Capitano che per aiutare ad organizzare l’ incontro, per quel che posso…. ci sono…
Buona Giornata, a presto….
Valentina

Scritto il 12 Marzo 2009 at 07:59

Sul veliero oggi, nonostante tutto, abbiamo bisogno di guardare all’orizzonte, abbiamo la consapevolezza, un po di serenità che deriva dal fatto di essere insieme anche se non sono un ingenuo, molti non hanno più questa serenità, non hanno più un lavoro.

Mi guardo intorno e non posso non notare che ancora troppi non si rendono conto di quanto è successo e di come è effimero molto di quello che è stato creato.

Si può crescere economicamente in armonia con il tempo, la storia maestra con le sue crisi ci insegna questo, ma gli alunni non hanno voglia di studiare ed allora si arriva sempre ad un punto di non ritorno.

La creatività umana ha prodotto conquiste inimmaginabili sino a qualche tempo fa, progressi che continueranno nel tempo ma solo se avranno come stella polare l’uomo e non solo il profitto.

Quindi oggi si tratta solo di fare dei piccoli e grandi passi indietro per ricominciare a camminare.

Ho solo una grande paura, che riescano a far volare ancora per un po il sistema prima del suo definitivo collasso invece che ricostruirlo da queste basi anche da qualche scalino più in giu.

Per quanto riguarda Trento ora sto solo verificando l’interesse poi per la questione logistica vedremo insieme.

Buona giornata Andrea

utente anonimo
Scritto il 12 Marzo 2009 at 12:44

“E’ l’ora di rinunciare ai diritti acquisiti, per scegliere i diritti sostenibili”.
Questa affermazione dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte di molte persone che hanno le leve del potere.
Mi riferisco ai politici,banchieri,capitani di industria.
Ma mi chiedo, quando le persone capiranno che solo la conoscenza rende liberi e che solo elevando la cultura dei nostri giovani riusciremo ad avere un futuro migliore.
Lancio una provocazione perchè non costituire un associazione ” “Iceberg “che possa trattare temi economici, sociali, etici con sedi locali per discutere confontarsi e divulgare e far sentire alla società che esiste un altro modo di pensare, esistono mondi alterrnativi.
Ma soprattutto per insegnare alle nuove generazioni i veri valori morali, etici, spirituali, visto che la famiglia, la scuola, la politica, i media hanno abdicato o svolgono il loro ruolo nel modo peggiore possibile.
Non voglio generalizzare sui giudizi, ma c’è bisogno veramente di qualcosa di nuovo soprattutto nella società italiana e forse bisognerebbe partire dalle associazioni per poter cambiare la società.
Il capitale umano di questo Blog è di primo ordine e il “Capo” è persona illuminata.
Grazie Andrea per il tuo lavoro.

Giancarlo G.

Scritto il 12 Marzo 2009 at 13:00

…….ma c’è bisogno veramente di qualcosa di nuovo soprattutto nella società italiana e forse bisognerebbe partire dalle associazioni per poter cambiare la società.

Il capitale umano di questo Blog è di primo ordine ………

….. ma non esiste alcun capo a bordo, nessun capitano se non quello che c’è dentro ognuno di noi.

Grazie Giancarlo di avermi dato l’occasione di condividere il mio pensiero.

Ora tu parli di associazioni, molti di Voi parlano di costituire un movimento, altri mi chiedono di scendere in politica, altri ancora di uscire da questo luogo virtuale…….ma oggi queste associazioni esistono già e la più importante è la FAMIGLIA non esiste nulla di cosi fondamentale nella società.

Dalle associazioni culturali a quelle sportive ( a breve qui condividerò una bellissima sorpresa ……) dalle associazioni laiche a quelle religiose, dai mondi alternativi a quelli che ognuno di Voi conosce, queste realtà già esistono.

Si tratta solo di uscire dalla nostra pigrizia, per portare il nostro contributo nella società, un contributo positivo, non solo rabbia o contestazione, se aspettiamo le nostre istituzioni oggi la realtà è questa, ma la società è fatta come spesso sottolineo di uomini e donne che non fanno rumore ma che sostengono ancora la speranza.

Levatevi dalla testa che tutto ciò sia impossibile e levatevi dalla testa che io sia una persona ” speciale ” nulla di più sbagliato……sono solo una persona che non riesce a dormire quando assiste a talune derive……..talune ingiustizie è una malattia ce l’ho nel sangue, non so che farci.

Oggi il cambiamento nasce da ognuno di noi, dal coraggio di rischiare per non restare anestetizzati…….una rivoluzione silenziosa, non possiamo e non abbiamo alcuna possibilità di cambiare il mondo se non cambiamo noi stessi!

Un abbraccio Andrea

Scritto il 12 Marzo 2009 at 15:06

Buongiorno a tutti,

parole sante Andrea!

E’ ormai chiaro a quasi tutta la ciurma che ci dobbiamo muovere.

Nessuna migliore occasione,
nell’immediato, di quella che ci offre l’incontro di Trento, vediamo di esserci e di essere numerosi.

Sono convinta che le fondamenta ad un “movimento” le costruiremo attorno ad un tavolo,guardandoci negli occhi e mettendo in chiaro ognuno le proprie idee, le quali, verificate e discusse saranno il motore che ci farà proseguire,ognuno nei propri luoghi di residenza.

Ci siamo conosciuti in rete ?
Dobbiamo costruire un’altra “rete” concreta,supportata da quella virtuale per i contatti, ma dobbiamo portare la rete che ci lega anche a quelli che ancora non sanno che cosa sia “fare squadra per cambiare”.

Più importante di tutto, dobbiamo saper diffondere consapevolezza senza impaurire,inculcando agli altri la nostra Speranza di un mondo migliore alternativo a questo che ci ha nauseato.

Il nostro motto lo vedo così: “quello in cui noi crediamo è così forte che lo si può fare credere anche agli altri e tutti insieme, se ci crediamo, lo possiamo attuare”

Alzatevi, Andiamo! (non sono parole mie)

Grazie Andrea
Grazie a tutta la Ciurma, invito i clandestini doc a emergere………
Un abbraccio a tutti

PS buona guarigione Andrea!

utente anonimo
Scritto il 12 Marzo 2009 at 15:28

Non trovo parole più belle se non quelle di Calvino, già utilizzate per il tuo compleanno, per festeggiare il tuo milionesimo visitatore.

“Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici, gli abitanti di quel paese, non fosse stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti. Erano, costoro, onesti non per qualche speciale ragione; erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso. Insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno al lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione d’altre persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto, gli onesti erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. Erano una “contro società” che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare “la” società. Un’immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è.”( I.Calvino – 1980 “La coscienza a posto”)

A quasi trent’anni di distanza valgono ancora e allora condivido con Andrea l’idea che non servano altre associazioni e/o movimenti ma solo la nostra volontà, cominciando dalla nostra famiglia che è il nucleo primario e centrale per il cambiamento.
Un saluto a tutti.
gracav

utente anonimo
Scritto il 12 Marzo 2009 at 16:25

Ciao a tutti!…passo spesso di qui e leggo sempre i post illuminanti di Andrea, come ho scritto nel post #2 io penso che questa crisi sia l’anticamera di una iperinflazione, tipo Germania anni 20….mi piacerebbe avere una tua opinione Andrea…o di qualsiaisi altro membro della ciurma…mi piacerebbe che si parli un po di piu della Germania anni 20, anche in quel periodo vennero stampati ed iniettati nel mercato un sacco di marchi…proprio come oggi con i dollari….in attesa di una vostra qualsiasi opinione sul tema…
Ringrazio e saluto i componenti di questa nave rompighiaccio!

utente anonimo
Scritto il 12 Marzo 2009 at 18:08

….Noi ci abbiamo provato attraverso l’analisi fondamentale, dimenticando ogni sorta di luce in fondo al tunnel e i fatti ci hanno dato ragione anche se non vi è nulla da gioire perchè l’altra faccia dei mercati è l’economia reale con le sue lacrime, mentre questo è solo un mondo virtuale, fantastico, slegato da qualunque realtà.
“NULLA DA GIOIRE…DALL’ENFASI DI QUESTO E DI PRECEDENTI ARTICOLI NON SI DIREBBE….

Scritto il 12 Marzo 2009 at 18:10

Mi ero riproposto di non intervenire più, ma la divagazione Dantesca è talmente bella che merita i complimenti.

ad Maiora
Il Cuculo

Scritto il 12 Marzo 2009 at 19:19

L’enfasi è solo una sorta di piccola rivincita nei confronti di un mondo di illuminati che giornalmente segnalano mille luci in fondo al tunnel spesso e volentieri per un sottile e strisciante conflitto di interesse……….diversamente non perderei tempo ad occuparmi dell’altra faccia della medaglia!

Per il resto fine dell’arcobaleno, qualche timido spiraglio arriva dai consumi, ma si tratta solo di un tenue raggio di stabilizzazione……a proposito la magia del mercato ci fa assistere al miracolo della liquidità…..ora fiumi di denaro scorrono nei canali di irrigazione di General Motors e il gioco riparte!

Bentornato Cuculo!

Andrea

Scritto il 12 Marzo 2009 at 19:25

Perdona Capitano a volte il nostro entusiasmo e l’ impetuosità…
la gioia …scorga quasi incontrollata…e allora Ti “vorremmo”a Capo di un movimento o di un partito.
Ma sono solo manifestazioni di grande stima e considerazione….
Se vuoi nulla di speciale.…ma certo una grande qualità rara..
Capitano sto ridendo..tu in politica!!?…
Ma tu la politica…quella vera quotidianamente e sicuramente qui, come altrove, visto il tuo ruolo di educatore, la fai già…
Ma quella vera..attenta alla gente…e alla realtà.
Sai perchè con entusiasmo mi fermo qui…
Vivo in una realtà che cominciavo a sentir stretta dove se esprimi un pensiero od un opinione
deve rientrare per forza in un colore, pensavo sbagliando, che questa mia difficoltà volesse indicare (da parte mia) mancanza di una presa di posizione e…
ciò che apprezzo di più di questo viaggio è proprio questa grande libertà di espressione… senza colore…che si manifesta trattando di una materia ostica, come la finanza e l’ economia..
Nulla di semplice o scontato in tutto ciò e il merito ti verrà sempre riconosciuto..
Sei Tu prima di tutti, che nelle tue notti insonni hai dato voce alla “tua malattia”…
noi ti stiamo seguendo poi… è più facile ora, quando in solitaria, controcorrente…hai tracciato o meglio unito, le rotte di altrettanti insonni, naufraghi solitari.
C’ è il politico, il credente e il non credente, il professore…lo studente…il giornalista….
Noi creiamo categorie rimanendone poi imbrigliati, come in delle reti.
E nel mio tentativo di sbrigliare le reti ho incontrato in questo universo, neanche poi tanto virtuale, tante persone “speciali”…
che danno voce alle loro notti insonni, cercando di combattere la malattia.
Ci sono persone accomunate da intenti, che lo vogliate vedere o no… che gratuitamente stanno svolgendo, un gran lavoro, ognuno con la propria impronta e sfumatura.
Solo con un critico aperto confronto potremmo continuare a navigare sereni …attraccando liberamente nei loro porti (i loro blog)…

Il modo di rispondere di una barca alle onde e al vento è un fatto speciale, perché l’unione di un navigatore con il mare deve passare attraverso l’ unione della barca con il mare.
Governare una barca dotata di una speciale intesa con il mare è, invero, una fortuna speciale.
(Ray Grigg)

Tutto parte dalla famiglia e la famiglia va davvero tutelata e non va mai lasciata sola…
Portiamo le famiglie ad iceberg, ed iceberg alle nostre famiglie in un viaggio dilatato..senza confini…
“Il magico incontro tra unicità dei luoghi e unicità delle persone permette di definire una trama di storie collettive e individuali, il cui confine è impossibile da tracciare con precisione…”

Vi farà piacere sapere..che un nostro caro compagno di viaggio, pinio…imbarcato da tempo sul Veliero e spesso via per lavoro.. definisce “iceberg la sua casa italiana”…cosa dire di più…
E per chi fosse interessato, ora è per circa due settimane in Italia..e si dice disponibile ad incontrare la ciurma a metà strada ….a Bologna (lui è di un’altra città ben più lontana) il 14 marzo….
io purtroppo, ne sono molto dispiaciuta, non ci posso essere, è già un’ impresa riuscire ad essere a Trento…
se ci fosse qualcuno della zona…si metta in contatto….
Rimane comunque un grande gesto…
Saluti, buona serata
Valentina

p.s Il Cucolo è bello risentirti…dai…continua a postare..

utente anonimo
Scritto il 12 Marzo 2009 at 19:59

Cuculo,
anch’io ho piacere a leggere la tua “campana”.
Lo scontro ideologico – in particolare quello diretto e frontale – non è di casa qui, perchè qui regna la libertà di espressione nel rispetto del prossimo.
Ognuno con i suoi pensieri e ognuno con le sue opinioni. Tutti aperti al dialogo, ma anche consci che i nostri commenti potrebbero anche lasciare gli altri del tutto indifferenti e senza alcuna replica.
Oppure potrebbero aiutarci a rivedere una nostra opinione o forse a cambiarla… senza clamori o esaltazioni.

Esci dalla tua cabina e torna in coperta insieme a noi a dire la tua con spirito libero.

Bentornato!

Marco Colacci
😉

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 00:00

I FOLLI
Non smetterò mai di meravigliarmi della poco razionalità delle masse.
Esse si lasciano trascinare dall’emotività, come le foglie caduche dal vento.
Non vi dico ciò con lo spirito di chi pretende di essere diverso o superiore, ma semplicemente con l’animo rassegnato di chi costata che la stragrande maggioranza delle persone cercano ad ogni costo qualcuno che pensi al loro posto.
Oggi respiro l’aria di “pericolo scampato”, si dice che la crisi è finità! Fino a venerdì invece sembrava che venisse la fine del mondo!

Finora si è pompato nel sistema economico un fiume di denaro.
Come se una persona indebitatissima, che non riesce a pagare le rate del proprio debito sia contenta di indebitarsi ancora di più!
La gente non ha assolutamente idea di quanto costerà a stati come USA e Inglilterra le manovre che stanno mettendo in atto.
L’Italia è stata per tutti gli ultimi 20 anni un anatra zoppa, perchè un quinto delle proprie entrate venivano consumate per pagare gli interessi sul debito pubblico.
Ma l’Italia è un paese con un forte stato sociale, abituata a pagare il 43% di pressione fiscale e a risparmiare.
Sopratutto l’Italia ha avuto gli stipendi bloccati per 20 anni, era circondata da una situazione economica florida e ha attuato una politica di austerità.
Ma paesi come USA e Inghilterra come pensano di uscire dal tunnel.
Hanno pressioni fiscali la metà delle nostre, non hanno ammortizzatori sociali adeguati e dovranno muoversi navigando in un disastro globale.
La deflazione li ucciderà, l’inflazione rischia una riedizione della repubblica di Weimar.
Il Giappone rischia un -15% di crescita, l’inghilterra è data a -10% e Germania, Francia e Italia sono date a -3-4%!!!
Ora qualcuno si sta rendendo conto che tutte queste previsioni si stanno puntualmente avverando!?

L’incredibile operazione che si sta preparando negli USA (forse un altra iniezione di 1500/1600 miliardi di dollari, che potrebeb precedere finanche un’altro piano più grande di 3000/4000 miliardi di dollari) è pura follia.
Si rimanderà la catastrofe di uno due anni!!
Cosa succederà quando il debito avrà raggiunto punte del 120/150% del PIL non è dato saperlo.
Nessuno vi ha raccontato che in Italia stiamo perdendo 200.000 posti di lavoro al mese!
Se fra marzo e maggio questa tendenza non frena, state certi che arriveremo dicembre praticamente in una situazione economica e sociale dissanguata!
Quello che veramente fa paura oggi è il rischio di un vero e proprio schock epocale, con conseguente instabilità politica diffusa.

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 00:19

Buonasera a tutti, quando leggo i post di Il Compasso #23; dico che l’avrei voluto scrivere io.
Condivido tutto, ma mi chiedo!!! visto che chi comanda conosce sicuramente l’irrazionalità della massa, invece di aproffitarne perchè non la gestisce nei migliore dei modi??
Se in futuro ci saranno dei guai sociali, non si dovrà incolpare la massa o popolo, ma solamente chi gestisce o detiene il potere.
Se guerra ci dovrà essere, ci sarà; ma non sarà causa del popolo ma di chi usa la sua irazzionalità per i propri scopi.
Un reddito a tutti prima possibile, anzi subito.

SD

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 00:34

hoi, hoi, ho sbagliato tutte le doppie nel #24.

Perchè splinder non inserisce un correttore automatico hehehehe.

SD

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 06:08

Quindi COMPASSO concordi con me il post #2 #17….che alla fine si cadrà in una iperinflazione, e il popolo per uscire da una situzione del genere sarà disposto ad accettare provvedimenti che in altre circostanze non accerebbe mai!….avete gia sentito parlare del far saltare le banche nel giro di pochi giorni? è il tema del G20 del 2 aprile. su yahoo finanza.it c’è un articolo a riguardo mooolto interessante.
Jimmy

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 07:36

COMPASSO ti TAGGO (anke se nn so ke kakkio vuol dire).

le tue riflessioni sono illuminanti , concrete e istruttive.

sto aspettando i tuoi commenti con la stessa curiosità ke provo nel vedere un nuovo post di ANDREA.

nn sei mai banale …….. e anke tu devi passare molto del tuo tempo a spulciare fra le informazioni ke ci vengono propinate.
così noi ci troviamo già le conclusioni pronte.

qualcuno penserà ke sono un leccac…., nn è vero …. è ke quello ke sento devo esprimerlo.

maat

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 08:56

da
http://www.movisol.org/

L’economia, è un gioco o la realtà?

di Lyndon LaRouche

2 marzo 2006 – Ogni tentativo di misurare in termini puramente monetari l’economia reale crea un’immagine di questa molto simile al gioco del “monopoli”. E cercare di interpretare le cifre ottenute giocando a monopoli produce dei risultati che nulla hanno a che vedere con il mondo reale. Non di meno, l’economia reale ha in effetti dei valori che sono reali, e di conseguenza cercare di gestirla secondo le regole di quel gioco da bambini, quello dei “soldi”, produce presto o tardi un disastro nel mondo reale.
Per tale motivo, mentre gli studi sulle economie nazionali che usano i sistemi lineari di input-output, che negli USA hanno come pioniere Wassily Leontief, possono servire ad organizzare i dati in maniera utile, i metodi lineari che contraddistinguono i sistemi intrinsecamente incompetenti di John von Neumann per gestire i processi economici sul medio e lungo termine sono stati peggio che inutili. Questo è evidente nel tracollo del mercato dei titoli GKO che avvenne tra l’agosto e il settembre 1998, manifestando la follia del culto dei derivati finanziari.
Di contro, come dimostrato dal sistema del credito costituzionale degli USA nei suoi momenti migliori, l’impiego del denaro come mezzo di scambio e di investimento nell’economia reale può essere efficacemente regolamentato in maniera da minimizzare le deviazioni del valore monetario da un’effettiva corrispondenza col funzionamento dell’economia reale, ricorrendo ai controlli appropriati sui prezzi, sul sistema di tassazione, e regolando le operazioni del credito.
Dal un punto di vista economico non c’è niente di intrinsecamente legittimo nel profitto come margine commerciale. Il profitto reale, che è solo fisico, è un guadagno nel totale della produzione in rapporto al totale dei costi, un guadagno che si genera applicando il progresso scientifico, ed aspetti ad esso connessi, al modo di produzione ed a come questa è socialmente organizzata. In ultima analisi l’unica fonte effettiva che produce un margine di guadagno per l’economia reale nel suo complesso sono le idee che nascono dall’impatto della scoperta e dell’applicazione di nuovi principi universali della fisica. E’ dunque in primo luogo nella scoperta di un valido principio universale della fisica che si verifica tutto il progresso del potere dell’uomo nella e sulla natura, e questo costituisce un guadagno che non è ottenibile in nessun altro modo.
Nel periodo 1945-1966, la pratica regolatoria che si rifaceva ai precedenti dell’amministrazione del presidente americano Franklin D. Roosevelt, consentì all’economia americana ed europea di resistere agli effetti peggiori degli abusi a cui furono fatte segno su altri fronti. Quella pratica era volta a promuovere le misure necessarie a realizzare un guadagno netto nelle capacità produttive del lavoro nel complesso dell’economia. A seguito dell’introduzione del sistema a tassi fluttuanti, dopo la fluttuazione della sterlina da parte del governo britannico di Harold Wilson nel 1967 e la fluttuazione del dollaro decisa dell’amministrazione Nixon nel 1971, lo sfascio del sistema di Bretton Woods alla conferenza delle Azzorre del 1972, e l’orgia deregolatoria nel periodo tra il 1977 e il 1981, quando Zbigniew Brzezisnki fu consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, l’economia USA e quella mondiale sono state sottoposte ad una demolizione generalizzata che è continuata fino all’attuale crisi finale del sistema finanziario e monetario mondiale.
Come economista che opera sulla scorta delle conclusioni scientifiche in merito all’economia fisica che raggiunsi nel periodo 1952-1953, nell’interpretare il comportamento del sistema finanziario faccio riferimento agli standard propri della misurazione degli andamenti economici di cui si può disporre esclusivamente dal punto di vista dell’economia fisica. I movimenti dei relativi valori monetari debbono essere poi giudicati in rapporto ai valori di riferimento stabiliti dal processo economico fisico.
Un’interpretazione lineare dell’economia fisica non è però ammissibile. Un successo effettivo dell’economia fisica esige un aumento cumulativo dell’intensità dell’investimento capitale fisico, procapite sul totale della popolazione e per chilometro quadrato dell’intera superficie. Quest’aumento dell’intensità di capitale è conseguenza dei cambiamenti nella pratica derivanti dall’applicazione di scoperte e dai miglioramenti nell’applicazione dei principi della fisica sia nella produzione dei beni per il consumo sia nel potenziamento delle infrastrutture economiche di base. E’ il tasso di cambiamento così espresso dal miglioramento crescente dell’intensità di capitale a definire ciò che si può considerare il break-even, il punto in cui da una fase di sfruttamento si passa a quella di vero progresso economico.
Questa scienza dell’economia fisica permette di capire al meglio come lo sfascio dell’economia mondiale non sia nulla di misterioso, dopo che l’America del Nord e l’Europa occidentale e centrale hanno rinunciato al progresso scientifico e tecnologico ad alta intensità di capitale e sono entrate nella decadenza dell’economia fisica propria della “economia dei servizi” ora prossima al fallimento.
Allo stesso modo, pur riconoscendo l’importanza dei progressi scientifici e tecnologici che si stanno verificando nelle principali economie asiatiche, resta il fatto che la vulnerabilità di queste economie è aumentata come conseguenza del fatto che la loro crescita si articola in quei settori di produzione che sono rivolti ai mercati mondiali che attualmente stanno andando verso il più grave tracollo che si sia mai verificato dall’epoca buia in cui l’Europa sprofondò nel XIV secolo. I mercati mondiali da cui queste economie asiatiche sono venute a dipendere non soltanto versano sull’orlo di un tracollo che potrebbe risultare molto prolungato, ma ai guadagni che le economie asiatiche sono riusciti recentemente ad ottenere corrisponde una dipendenza eccessiva da prodotti esclusivamente mirati ai mercati dell’America e dell’Europa.
Al tempo stesso, il mondo complessivamente deve fare i conti con ciò che si vuol definire una crisi delle materie prime, giacché le crescenti esigenze delle più popolose economie asiatiche creano un aggiuntivo fattore di costo fisico di produzione pro capite, come questo è implicito nelle teorie del biogeochimico russo Vladimir Vernadsky sulla biosfera e noosfera. L’inevitabile aumento delle aspirazioni nelle sempre più numerose popolazioni asiatiche fa capire nella maniera più diretta come le prospettive di una carenza di risorse primarie nella biosfera richiedano dei cambiamenti rivoluzionari sia nel modo in cui queste risorse si acquisiscono sia nella forma degli aumenti rivoluzionari nella produttività relativa del lavoro. La crisi in questione è più che oltrove evidente nella rapidità con cui si sta dando fondo alla disponibilità di acqua potabile di origine fossile del pianeta.
Sono considerazioni che ci troviamo ad affrontare in un momento in cui l’economia mondiale è sul punto di entrare nel peggior collasso finanziario della storia moderna. Quando questo si verificherà resta ancora incerto, potrebbe esplodere domattina, o essere posposto ancora per un po’, ma non molto più a lungo. Soltanto dei cambiamenti fondamentali e un abbandono radicale dell’idea di “economia dei servizi” consentirebbe ora di evitare una crisi globale da sfascio altrimenti inevitabile. Gli esempi da considerare sono, in primo luogo, il modo in cui il presidente Franklin Delano Roosevelt trasformò un’economia, che sotto il suo predecessore Herbert Hoover era implosa riducendosi di oltre la metà, per dare vita, in circa 12 anni, al maggiore sviluppo economico che il mondo abbia conosciuto. C’è poi lo sviluppo ventennale dell’Europa dopo il 1945, particolarmente quello della Germania, e l’impeto de
i programmi scientifici adottati da Charles de Gaulle nei primi anni della sua presidenza.
Se tornassimo in noi stessi, potremmo subito varare un programma di sviluppo eurasiatico di tipo nuovo. Il primo ciclo di questo sviluppo si estenderebbe a due generazioni, cioè circa 50 anni. In questo periodo l’Europa, e in particolare l’Europa continentale, e gli Stati Uniti darebbero la massima priorità ad un nuovo sistema di credito a lungo termine e a tassi fissi per i miglioramenti capitali che occorrono per sviluppare l’economia dell’Asia, una sfida la cui urgenza è posta in rilievo dai bisogni crescenti della Cina.
Ad esempio, negli Stati Uniti stessi, ho persentato ai parlamentari ed ai sindacalisti un vasto programma di investimenti nelle infrastrutture economiche di base per i grandi trasporti e la produzione di energia. Tutto punta a reindirizzare le capacità del settore della macchine utensili, attualmente concentrato nel settore dell’auto, verso altri prodotti per le infrastrutture, una domanda qualitativa a cui può far fronte solo un settore delle macchine utensili molto robusto, flessibile ed altamente sviluppato. Ricorrendo ai metodi sperimentati sotto Roosevelt le possibilità sono grandi, l’importante è fare in modo di impedire che il potenziale produttivo ancora esistente non vada perso.
Niente di tutto ciò potrà essere realizzato se permangono le tendenze attuali della cosiddetta “globalizzazione”. Questo fenomeno, che non sarebbe stato in alcun modo tollerata negli anni Cinquanta e Sessanta, altro non è che una forma di imperialismo, come quello esercitato dall’alleanza tra l’oligarchia finanziaria veneziana e la cavalleria normanna dei crociati. La civiltà moderna poté emergere in Europa solo dalla rovina del sistema veneziano-normanno che avvenne nell’epoca buia del XIV secolo. Le culture…

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 08:56

da
http://www.movisol.org/

L’economia, è un gioco o la realtà?

di Lyndon LaRouche

2 marzo 2006 – Ogni tentativo di misurare in termini puramente monetari l’economia reale crea un’immagine di questa molto simile al gioco del “monopoli”. E cercare di interpretare le cifre ottenute giocando a monopoli produce dei risultati che nulla hanno a che vedere con il mondo reale. Non di meno, l’economia reale ha in effetti dei valori che sono reali, e di conseguenza cercare di gestirla secondo le regole di quel gioco da bambini, quello dei “soldi”, produce presto o tardi un disastro nel mondo reale.
Per tale motivo, mentre gli studi sulle economie nazionali che usano i sistemi lineari di input-output, che negli USA hanno come pioniere Wassily Leontief, possono servire ad organizzare i dati in maniera utile, i metodi lineari che contraddistinguono i sistemi intrinsecamente incompetenti di John von Neumann per gestire i processi economici sul medio e lungo termine sono stati peggio che inutili. Questo è evidente nel tracollo del mercato dei titoli GKO che avvenne tra l’agosto e il settembre 1998, manifestando la follia del culto dei derivati finanziari.
Di contro, come dimostrato dal sistema del credito costituzionale degli USA nei suoi momenti migliori, l’impiego del denaro come mezzo di scambio e di investimento nell’economia reale può essere efficacemente regolamentato in maniera da minimizzare le deviazioni del valore monetario da un’effettiva corrispondenza col funzionamento dell’economia reale, ricorrendo ai controlli appropriati sui prezzi, sul sistema di tassazione, e regolando le operazioni del credito.
Dal un punto di vista economico non c’è niente di intrinsecamente legittimo nel profitto come margine commerciale. Il profitto reale, che è solo fisico, è un guadagno nel totale della produzione in rapporto al totale dei costi, un guadagno che si genera applicando il progresso scientifico, ed aspetti ad esso connessi, al modo di produzione ed a come questa è socialmente organizzata. In ultima analisi l’unica fonte effettiva che produce un margine di guadagno per l’economia reale nel suo complesso sono le idee che nascono dall’impatto della scoperta e dell’applicazione di nuovi principi universali della fisica. E’ dunque in primo luogo nella scoperta di un valido principio universale della fisica che si verifica tutto il progresso del potere dell’uomo nella e sulla natura, e questo costituisce un guadagno che non è ottenibile in nessun altro modo.
Nel periodo 1945-1966, la pratica regolatoria che si rifaceva ai precedenti dell’amministrazione del presidente americano Franklin D. Roosevelt, consentì all’economia americana ed europea di resistere agli effetti peggiori degli abusi a cui furono fatte segno su altri fronti. Quella pratica era volta a promuovere le misure necessarie a realizzare un guadagno netto nelle capacità produttive del lavoro nel complesso dell’economia. A seguito dell’introduzione del sistema a tassi fluttuanti, dopo la fluttuazione della sterlina da parte del governo britannico di Harold Wilson nel 1967 e la fluttuazione del dollaro decisa dell’amministrazione Nixon nel 1971, lo sfascio del sistema di Bretton Woods alla conferenza delle Azzorre del 1972, e l’orgia deregolatoria nel periodo tra il 1977 e il 1981, quando Zbigniew Brzezisnki fu consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, l’economia USA e quella mondiale sono state sottoposte ad una demolizione generalizzata che è continuata fino all’attuale crisi finale del sistema finanziario e monetario mondiale.
Come economista che opera sulla scorta delle conclusioni scientifiche in merito all’economia fisica che raggiunsi nel periodo 1952-1953, nell’interpretare il comportamento del sistema finanziario faccio riferimento agli standard propri della misurazione degli andamenti economici di cui si può disporre esclusivamente dal punto di vista dell’economia fisica. I movimenti dei relativi valori monetari debbono essere poi giudicati in rapporto ai valori di riferimento stabiliti dal processo economico fisico.
Un’interpretazione lineare dell’economia fisica non è però ammissibile. Un successo effettivo dell’economia fisica esige un aumento cumulativo dell’intensità dell’investimento capitale fisico, procapite sul totale della popolazione e per chilometro quadrato dell’intera superficie. Quest’aumento dell’intensità di capitale è conseguenza dei cambiamenti nella pratica derivanti dall’applicazione di scoperte e dai miglioramenti nell’applicazione dei principi della fisica sia nella produzione dei beni per il consumo sia nel potenziamento delle infrastrutture economiche di base. E’ il tasso di cambiamento così espresso dal miglioramento crescente dell’intensità di capitale a definire ciò che si può considerare il break-even, il punto in cui da una fase di sfruttamento si passa a quella di vero progresso economico.
Questa scienza dell’economia fisica permette di capire al meglio come lo sfascio dell’economia mondiale non sia nulla di misterioso, dopo che l’America del Nord e l’Europa occidentale e centrale hanno rinunciato al progresso scientifico e tecnologico ad alta intensità di capitale e sono entrate nella decadenza dell’economia fisica propria della “economia dei servizi” ora prossima al fallimento.
Allo stesso modo, pur riconoscendo l’importanza dei progressi scientifici e tecnologici che si stanno verificando nelle principali economie asiatiche, resta il fatto che la vulnerabilità di queste economie è aumentata come conseguenza del fatto che la loro crescita si articola in quei settori di produzione che sono rivolti ai mercati mondiali che attualmente stanno andando verso il più grave tracollo che si sia mai verificato dall’epoca buia in cui l’Europa sprofondò nel XIV secolo. I mercati mondiali da cui queste economie asiatiche sono venute a dipendere non soltanto versano sull’orlo di un tracollo che potrebbe risultare molto prolungato, ma ai guadagni che le economie asiatiche sono riusciti recentemente ad ottenere corrisponde una dipendenza eccessiva da prodotti esclusivamente mirati ai mercati dell’America e dell’Europa.
Al tempo stesso, il mondo complessivamente deve fare i conti con ciò che si vuol definire una crisi delle materie prime, giacché le crescenti esigenze delle più popolose economie asiatiche creano un aggiuntivo fattore di costo fisico di produzione pro capite, come questo è implicito nelle teorie del biogeochimico russo Vladimir Vernadsky sulla biosfera e noosfera. L’inevitabile aumento delle aspirazioni nelle sempre più numerose popolazioni asiatiche fa capire nella maniera più diretta come le prospettive di una carenza di risorse primarie nella biosfera richiedano dei cambiamenti rivoluzionari sia nel modo in cui queste risorse si acquisiscono sia nella forma degli aumenti rivoluzionari nella produttività relativa del lavoro. La crisi in questione è più che oltrove evidente nella rapidità con cui si sta dando fondo alla disponibilità di acqua potabile di origine fossile del pianeta.
Sono considerazioni che ci troviamo ad affrontare in un momento in cui l’economia mondiale è sul punto di entrare nel peggior collasso finanziario della storia moderna. Quando questo si verificherà resta ancora incerto, potrebbe esplodere domattina, o essere posposto ancora per un po’, ma non molto più a lungo. Soltanto dei cambiamenti fondamentali e un abbandono radicale dell’idea di “economia dei servizi” consentirebbe ora di evitare una crisi globale da sfascio altrimenti inevitabile. Gli esempi da considerare sono, in primo luogo, il modo in cui il presidente Franklin Delano Roosevelt trasformò un’economia, che sotto il suo predecessore Herbert Hoover era implosa riducendosi di oltre la metà, per dare vita, in circa 12 anni, al maggiore sviluppo economico che il mondo abbia conosciuto. C’è poi lo sviluppo ventennale dell’Europa dopo il 1945, particolarmente quello della Germania, e l’impeto de
i programmi scientifici adottati da Charles de Gaulle nei primi anni della sua presidenza.
Se tornassimo in noi stessi, potremmo subito varare un programma di sviluppo eurasiatico di tipo nuovo. Il primo ciclo di questo sviluppo si estenderebbe a due generazioni, cioè circa 50 anni. In questo periodo l’Europa, e in particolare l’Europa continentale, e gli Stati Uniti darebbero la massima priorità ad un nuovo sistema di credito a lungo termine e a tassi fissi per i miglioramenti capitali che occorrono per sviluppare l’economia dell’Asia, una sfida la cui urgenza è posta in rilievo dai bisogni crescenti della Cina.
Ad esempio, negli Stati Uniti stessi, ho persentato ai parlamentari ed ai sindacalisti un vasto programma di investimenti nelle infrastrutture economiche di base per i grandi trasporti e la produzione di energia. Tutto punta a reindirizzare le capacità del settore della macchine utensili, attualmente concentrato nel settore dell’auto, verso altri prodotti per le infrastrutture, una domanda qualitativa a cui può far fronte solo un settore delle macchine utensili molto robusto, flessibile ed altamente sviluppato. Ricorrendo ai metodi sperimentati sotto Roosevelt le possibilità sono grandi, l’importante è fare in modo di impedire che il potenziale produttivo ancora esistente non vada perso.
Niente di tutto ciò potrà essere realizzato se permangono le tendenze attuali della cosiddetta “globalizzazione”. Questo fenomeno, che non sarebbe stato in alcun modo tollerata negli anni Cinquanta e Sessanta, altro non è che una forma di imperialismo, come quello esercitato dall’alleanza tra l’oligarchia finanziaria veneziana e la cavalleria normanna dei crociati. La civiltà moderna poté emergere in Europa solo dalla rovina del sistema veneziano-normanno che avvenne nell’epoca buia del XIV secolo. Le culture…

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 08:56

da
http://www.movisol.org/

L’economia, è un gioco o la realtà?

di Lyndon LaRouche

2 marzo 2006 – Ogni tentativo di misurare in termini puramente monetari l’economia reale crea un’immagine di questa molto simile al gioco del “monopoli”. E cercare di interpretare le cifre ottenute giocando a monopoli produce dei risultati che nulla hanno a che vedere con il mondo reale. Non di meno, l’economia reale ha in effetti dei valori che sono reali, e di conseguenza cercare di gestirla secondo le regole di quel gioco da bambini, quello dei “soldi”, produce presto o tardi un disastro nel mondo reale.
Per tale motivo, mentre gli studi sulle economie nazionali che usano i sistemi lineari di input-output, che negli USA hanno come pioniere Wassily Leontief, possono servire ad organizzare i dati in maniera utile, i metodi lineari che contraddistinguono i sistemi intrinsecamente incompetenti di John von Neumann per gestire i processi economici sul medio e lungo termine sono stati peggio che inutili. Questo è evidente nel tracollo del mercato dei titoli GKO che avvenne tra l’agosto e il settembre 1998, manifestando la follia del culto dei derivati finanziari.
Di contro, come dimostrato dal sistema del credito costituzionale degli USA nei suoi momenti migliori, l’impiego del denaro come mezzo di scambio e di investimento nell’economia reale può essere efficacemente regolamentato in maniera da minimizzare le deviazioni del valore monetario da un’effettiva corrispondenza col funzionamento dell’economia reale, ricorrendo ai controlli appropriati sui prezzi, sul sistema di tassazione, e regolando le operazioni del credito.
Dal un punto di vista economico non c’è niente di intrinsecamente legittimo nel profitto come margine commerciale. Il profitto reale, che è solo fisico, è un guadagno nel totale della produzione in rapporto al totale dei costi, un guadagno che si genera applicando il progresso scientifico, ed aspetti ad esso connessi, al modo di produzione ed a come questa è socialmente organizzata. In ultima analisi l’unica fonte effettiva che produce un margine di guadagno per l’economia reale nel suo complesso sono le idee che nascono dall’impatto della scoperta e dell’applicazione di nuovi principi universali della fisica. E’ dunque in primo luogo nella scoperta di un valido principio universale della fisica che si verifica tutto il progresso del potere dell’uomo nella e sulla natura, e questo costituisce un guadagno che non è ottenibile in nessun altro modo.
Nel periodo 1945-1966, la pratica regolatoria che si rifaceva ai precedenti dell’amministrazione del presidente americano Franklin D. Roosevelt, consentì all’economia americana ed europea di resistere agli effetti peggiori degli abusi a cui furono fatte segno su altri fronti. Quella pratica era volta a promuovere le misure necessarie a realizzare un guadagno netto nelle capacità produttive del lavoro nel complesso dell’economia. A seguito dell’introduzione del sistema a tassi fluttuanti, dopo la fluttuazione della sterlina da parte del governo britannico di Harold Wilson nel 1967 e la fluttuazione del dollaro decisa dell’amministrazione Nixon nel 1971, lo sfascio del sistema di Bretton Woods alla conferenza delle Azzorre del 1972, e l’orgia deregolatoria nel periodo tra il 1977 e il 1981, quando Zbigniew Brzezisnki fu consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, l’economia USA e quella mondiale sono state sottoposte ad una demolizione generalizzata che è continuata fino all’attuale crisi finale del sistema finanziario e monetario mondiale.
Come economista che opera sulla scorta delle conclusioni scientifiche in merito all’economia fisica che raggiunsi nel periodo 1952-1953, nell’interpretare il comportamento del sistema finanziario faccio riferimento agli standard propri della misurazione degli andamenti economici di cui si può disporre esclusivamente dal punto di vista dell’economia fisica. I movimenti dei relativi valori monetari debbono essere poi giudicati in rapporto ai valori di riferimento stabiliti dal processo economico fisico.
Un’interpretazione lineare dell’economia fisica non è però ammissibile. Un successo effettivo dell’economia fisica esige un aumento cumulativo dell’intensità dell’investimento capitale fisico, procapite sul totale della popolazione e per chilometro quadrato dell’intera superficie. Quest’aumento dell’intensità di capitale è conseguenza dei cambiamenti nella pratica derivanti dall’applicazione di scoperte e dai miglioramenti nell’applicazione dei principi della fisica sia nella produzione dei beni per il consumo sia nel potenziamento delle infrastrutture economiche di base. E’ il tasso di cambiamento così espresso dal miglioramento crescente dell’intensità di capitale a definire ciò che si può considerare il break-even, il punto in cui da una fase di sfruttamento si passa a quella di vero progresso economico.
Questa scienza dell’economia fisica permette di capire al meglio come lo sfascio dell’economia mondiale non sia nulla di misterioso, dopo che l’America del Nord e l’Europa occidentale e centrale hanno rinunciato al progresso scientifico e tecnologico ad alta intensità di capitale e sono entrate nella decadenza dell’economia fisica propria della “economia dei servizi” ora prossima al fallimento.
Allo stesso modo, pur riconoscendo l’importanza dei progressi scientifici e tecnologici che si stanno verificando nelle principali economie asiatiche, resta il fatto che la vulnerabilità di queste economie è aumentata come conseguenza del fatto che la loro crescita si articola in quei settori di produzione che sono rivolti ai mercati mondiali che attualmente stanno andando verso il più grave tracollo che si sia mai verificato dall’epoca buia in cui l’Europa sprofondò nel XIV secolo. I mercati mondiali da cui queste economie asiatiche sono venute a dipendere non soltanto versano sull’orlo di un tracollo che potrebbe risultare molto prolungato, ma ai guadagni che le economie asiatiche sono riusciti recentemente ad ottenere corrisponde una dipendenza eccessiva da prodotti esclusivamente mirati ai mercati dell’America e dell’Europa.
Al tempo stesso, il mondo complessivamente deve fare i conti con ciò che si vuol definire una crisi delle materie prime, giacché le crescenti esigenze delle più popolose economie asiatiche creano un aggiuntivo fattore di costo fisico di produzione pro capite, come questo è implicito nelle teorie del biogeochimico russo Vladimir Vernadsky sulla biosfera e noosfera. L’inevitabile aumento delle aspirazioni nelle sempre più numerose popolazioni asiatiche fa capire nella maniera più diretta come le prospettive di una carenza di risorse primarie nella biosfera richiedano dei cambiamenti rivoluzionari sia nel modo in cui queste risorse si acquisiscono sia nella forma degli aumenti rivoluzionari nella produttività relativa del lavoro. La crisi in questione è più che oltrove evidente nella rapidità con cui si sta dando fondo alla disponibilità di acqua potabile di origine fossile del pianeta.
Sono considerazioni che ci troviamo ad affrontare in un momento in cui l’economia mondiale è sul punto di entrare nel peggior collasso finanziario della storia moderna. Quando questo si verificherà resta ancora incerto, potrebbe esplodere domattina, o essere posposto ancora per un po’, ma non molto più a lungo. Soltanto dei cambiamenti fondamentali e un abbandono radicale dell’idea di “economia dei servizi” consentirebbe ora di evitare una crisi globale da sfascio altrimenti inevitabile. Gli esempi da considerare sono, in primo luogo, il modo in cui il presidente Franklin Delano Roosevelt trasformò un’economia, che sotto il suo predecessore Herbert Hoover era implosa riducendosi di oltre la metà, per dare vita, in circa 12 anni, al maggiore sviluppo economico che il mondo abbia conosciuto. C’è poi lo sviluppo ventennale dell’Europa dopo il 1945, particolarmente quello della Germania, e l’impeto de
i programmi scientifici adottati da Charles de Gaulle nei primi anni della sua presidenza.
Se tornassimo in noi stessi, potremmo subito varare un programma di sviluppo eurasiatico di tipo nuovo. Il primo ciclo di questo sviluppo si estenderebbe a due generazioni, cioè circa 50 anni. In questo periodo l’Europa, e in particolare l’Europa continentale, e gli Stati Uniti darebbero la massima priorità ad un nuovo sistema di credito a lungo termine e a tassi fissi per i miglioramenti capitali che occorrono per sviluppare l’economia dell’Asia, una sfida la cui urgenza è posta in rilievo dai bisogni crescenti della Cina.
Ad esempio, negli Stati Uniti stessi, ho persentato ai parlamentari ed ai sindacalisti un vasto programma di investimenti nelle infrastrutture economiche di base per i grandi trasporti e la produzione di energia. Tutto punta a reindirizzare le capacità del settore della macchine utensili, attualmente concentrato nel settore dell’auto, verso altri prodotti per le infrastrutture, una domanda qualitativa a cui può far fronte solo un settore delle macchine utensili molto robusto, flessibile ed altamente sviluppato. Ricorrendo ai metodi sperimentati sotto Roosevelt le possibilità sono grandi, l’importante è fare in modo di impedire che il potenziale produttivo ancora esistente non vada perso.
Niente di tutto ciò potrà essere realizzato se permangono le tendenze attuali della cosiddetta “globalizzazione”. Questo fenomeno, che non sarebbe stato in alcun modo tollerata negli anni Cinquanta e Sessanta, altro non è che una forma di imperialismo, come quello esercitato dall’alleanza tra l’oligarchia finanziaria veneziana e la cavalleria normanna dei crociati. La civiltà moderna poté emergere in Europa solo dalla rovina del sistema veneziano-normanno che avvenne nell’epoca buia del XIV secolo. Le culture…

utente anonimo
Scritto il 13 Marzo 2009 at 08:58

continua (Movisol)

…. Le culture nazionali popolari, che naturalmente si esprimono nelle norme istituzionali dello stato nazionale sovrano sono indispensabili perché nel futuro si possa evitare di sprofondare in una nuova epoca buia di dimensione planetaria.
Intanto il problema dello sfruttamento crescente delle cosiddette risorse primarie non può essere affrontato in altro modo se non in virtù di una economia che faccia primariamente leva sulle conquiste scientifiche, abbandonando rapidamente la “economia dei servizi” di questa epoca. Grazie ad un tale programma di ripresa economica l’ideologia del monetarismo dovrebbe essere accantonata come un episodio di follia culturale di massa che ha afflitto l’intera storia moderna. I sistemi monetari dovranno essere subordinati alle funzioni che sono loro proprie, quelle dei sistemi regolati che facilitano lo scambio dei beni, e nient’altro. La fisica, come applicazione del cambiamento che avviene come giusta conseguenza della scoperta delle leggi dell’universo, sostituirà la teoria monetaria quale base su cui definire la politica economica.

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