TEMPESTA DI LACRIME SULL' OCCUPAZIONE!

Scritto il alle 20:12 da icebergfinanza

 

Aggiornamento ore 14.50 del 07.11.2008

240.000 lacrime in più e un tasso al 6,5 % e pensare che il CES/NET BIRTH DEATH MODEL è riuscito ad aggiungere anche nel mese di ottobre 13.000 nuovi posti nel settore finanziario! Un sistema statistico demenziale!

Nel mese di settembre la revisione ha raggiunto le 284.000 unità dalle precedenti 159.000, questo dimostra la serietà dei modelli statistici previsionali americani!

Oggi la verità è figlia del tempo, ecco per quale motivo Icebergfinanza ha sostenuto per mesi l’anomalia del mercato del lavoro americano. Il numero reale dei disoccupati americani è almeno superiore di un 20 /30 % prudenziale,  come testimoniato dal  BLS in "Alternative measures of labor underutilization"

Andrea

Tempo fa scrissi che ormai da inizio anno siamo in recessione, lacrime di disoccupazione scendono continue dal viso dell’economia americana e non solo, non solo perchè anche in Italia le multinazionali salutano e ritornano a casa, chiudendo le catene di montaggio!

Si perchè noi siamo ormai abituati a parlare di cifre, di numeri, ma dietro vi è sempre l’altra faccia della medaglia, una lacrima di coloro che perdono il proprio posto di lavoro, senza nessun preavviso e da un giorno all’altro sono sulla strada, magari senza alcuna assicurazione sanitaria, di coloro che all’improvviso dopo aver assaporato il " sogno Americano ", ignari o colpevolmente consapevoli si trovano sulla strada, spesso senza nulla, dovendo lasciare pure i propri mobili per effetto del cosidetto patrimonio negativo, quando ormai il valore della tua casa, non compre più nemmeno il mutuo concesso!

Senza lavoro, senza dignità, senza orizzonti da sognare!

Dopo aver parlato per mesi dell’immensa anomalia del sistema di rilevazione dell’occupazione americano, oggi più che mai la verità è figlia del tempo, una verità atroce, molto più triste e profonda di quanto mi aspettassi, per l’accelerazione impressa da questa crisi.

Mi scuso con tutti i lettori se accenno spesso a cifre e statistiche, stiamo parlando delle vite di uomini e donne che vedono svanire le loro certezze, i loro sogni, i loro orizzonti, grazie sempre e comunque ad un sistema che in nome del libero mercato ha concesso ogni libertà in nome di un edonismo sfrenato che oggi semina distruzione.

Aldo Grasso nella sua rubrica sul Magazine del Corriere della Sera ricorda come oggi è meglio riflettere sul senso dell’onore nella nostra società, che pare ai minimi storici: una volta una persona scoperta in flagranza di reato, o quasi, aveva una reazione di grande dignità che in molti codici non scritti arrivava fino alla drammaticità del suicidio ( nel ’29 alcuni responsabili del crollo di Wall Street si tolsero la vita per non essere in grado di sopportare, di fronte all’opinione pubblica, l’onta della sconfitta e della truffa.)

…….Adesso sembra di vivere in un mondo alla rovescia, dove la persona che riesce a raggirare la giustizia è guardata con ammirazione e rispetto! (…)

In fondo dopo aver seminato l’illusione di una crescita virtuale, dopo aver seminato la possibilità di vivere oltre ogni ragionevole dubbio, i manager delle grandi istituzioni finanziarie si accingono a riscuotere il frutto delle loro fatiche…

Se qualcuno si illude che il sistema abbia assunto un atteggiamento consapevole e sostenibile nella crisi, si legga questo articolo da Bloomberg dal titolo "Broken Securities Industry Still Has $20 Billion to Pay Bonuses" dedicato a tutti coloro che oggi si svegliano da un lungo sonno.

Dalla scomparsa dell’intera galassia delle banche d’investimento americane Merrill Lynch assicura un bonus complessivo di 6,7 miliardi di dollari congiuntamente ai 13 miliardi messi a disposizione da Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Ogni altra considerazione richiederebbe una buona tazza di camomilla! Thisismoney

Non serve aggiungere alcun commento! Detto questo vi consiglio di non perdere una sola parola di questo post, perchè oggi assisterete ai fuochi d’artificio!

La globalizzazione e la sua crescita economica in questi anni hanno diffuso un benessere senza precedenti raggiungendo magari ogni angolo della terra, sublime, meraviglioso, miliardi di persone non se ne sono accorti!

Per quanto come già evidenziato in passato i dati rilasciati dalla ADP Automatic Data Processing adpemploymentreport che riguardano esclusivamente il settore privato senza prendere in considerazione quello governativo, siano poco affidabili come dimostrato nei recenti rilasci non lascia certamente indifferente l’incredibile aumento da mese a mese di un dato che passa di meno 26.000 puntualmente rivisti ai meno 157.000 di ieri che statene certi verranno incrementati nella successiva revisione.

Se proprio vogliamo intravvedere una novità di importanza rilevante nei dati della ADP, ebbene sappiate che l’occupazione tra le imprese di piccola e media dimensione ha registrato un vero e proprio crollo ( meno 116.000 rispetto ai meno 41.000 della grande impresa )a testimoniare che ormai anche l’ultimo baluardo sta cedendo!

In passato scrissi:

In America le piccole imprese sono un tessuto che rappresenta circa il 50 % del PIL privato e ben due terzi dei nuovi lavori. Dunkelberg a capo della NFIB che da voce a oltre 600mila piccole imprese ci dice che gli investimenti stanno scendendo, l’inflazione insinuandosi in ogni attività e l’occupazione il centro di gravità permanente, registra un drastico deterioramento con la perdita di circa 0,5 lavoratori per azienda come riportato da Borsa & Finanza.

Siamo ancora molto lontani dai meno 300.000 circa toccati alla fine della precedente recessione, ma credo che questo dato verrà ampiamente superato nella realtà e nelle revisioni sino a confermare questa come la più grande recessione dal 1929, sino a prova contraria. Nella recessione del 1974 si arrivò a meno 600.000 circa.

Il ventiseiesimo mese consecutivo di declino del settore manifatturiero con meno 85.000 posti accompagnato da un grafico che espone la profondita della depressione immobiliare con ulteriori 45.000 posti di lavoro persi lascia l’interrogativo del perchè per la prima volta la ADP non rilevi graficamente l’andamento della dinamica nel settore finanziario cosa che potrete notare nell’ archivio della ADP.

Se fate riferimento ai mesi precedenti non potete fare a meno di notare come il rilevamento della dinamica dei posti di lavoro nel settore finanziario sia completamente inattendibile.

Singolare inoltre come un indicatore come il Help-Wanted Advertising Index – The Conference Board rilasciato dal Conference Board appunto, abbia cessato il suo compito con il 26 di giugno, dopo avere segnalato per mesi ed anni il numero di richieste di lavoro apparse sui maggiori quotidiani americani.

Eppure ancora oggi resto affascinato da come analisti ed economisti si affanino a prevedere una recessione non particolarmente lunga e profonda anche se di portata storica. Le loro argomentazioni sono figlie del nulla.

Martedi scrissi queste righe…..

Per quanto riguarda il breve termine ancora una volta di più contro corrente, controvento, contro qualsiasi illusione di un rimbalzo di un certo spessore, in riva al fiume almeno sino alla fine del mese , in attesa del prossimo uragano che non tarderà ad arrivare, perchè ancora in molti non hanno capito nulla di questa crisi e l’analisi tecnica come quella fondamentale fatta in casa del conflitto d’interesse e della superficialità estrema, non stanno scontando ancora nulla di ciò che verrà!

…..ed oggi se mai ve ne fosse bisogno, chiunque navighi nell’oceano di Iceberginanza comprende il significato finanziario dell’ " attesa in riva al fiume ", dopo uno dei tanti rimbalzi che lasciano il gatto che trovano.

Visto che negli ultimi anni a Wall Street andavano di moda i matematici e gli esperti di algoritmi, druidi e maghi dementi, ricordo a tutti che per recuperare una "correzione" di oltre il 10 % bisogna risalire del 20 %.

Volumi dieci volte inferiori alla media di una corrente principale, onde che si innalzano per infrangersi sugli scogli della più imponente crisi correlata della storia, in sintesi un revival delle pulsioni della storia che ritornano a distanza di anni.

Pulsioni che si chiamano oggi deflazioni, l’alba di una nuova deflazione che solo il tempo ci dirà se di matrice giapponese!

Il dato relativo alle richieste di disoccupazione che alcuni media italiani riescono a vedere in calo solo perchè il precedente è stato rivisto sensibilmente al rialzo di oltre 8000 unità (481.000) unità non fa altro che confermare la profonda recessione in atto.

I cosidetti " continued claims " hanno raggiunto il livello della recessione degli anni ’80 e precisamente del 1983 anche se allora si trattava di una base occupazionale ovviamente ridotta rispetto a quella attuale dove il tasso di disoccupazione si avvicinò sensibilmente all’ 11 %!

Signori se nessuno ve lo dice, siamo alle soglie di un declino epocale!

Prepariamoci oggi a vedere, secondo le mie previsioni,  un dato oltre i 200.000 posti di lavoro persi, con un tasso di disoccupazione vicino al 6,4 %, modello CES/NET_BIRTH/DEATH  permettendo!

Dopodiche sappiate che questi dati non fotografano in alcun modi la reale situazione in America, non tengono conto di coloro che non cercano più lavoro, i disoccupati scoraggiati, i part-time, i lavoratori a tempo determinato, magari per un solo mese, magari per 15 giorni, quelli che vorrebbero lavorare l’intera giornata ma hanno a disposizione solo alcune ore e tanti altri ancora! La situazione reale è drammatica!

Ricordo a tutti che le mie visioni sono di un’ottimismo sfrenato, considerando che Goldman Sachs prevede un’autentico uragano di meno 250.000/300.000 posti di lavoro, il peggior calo mese su mese da vent’anni a questa parte senza essere sicura che sarà il maggior calo di questa recessione. Non cercate, questa notizia è un’esclusiva!

Bisognerebbe inoltre chiedere a questo signore, TROY_CLARKE presidente della GM per il Nord America, per quale motivo i prossimi cento giorni saranno decisivi per l’intero settore automobilistico e per la storia della stessa General Motors!

Il fallimento del sistema automobilistico avrebbe effetti devastanti per l’intera economia degli Stati Uniti, se mancava qualche altra crisi dal potenziale correlato di entità esplosiva, eccovela servita. Esagera il signor Clarke……., non credo, non credo proprio!

Già che ci siamo un’altra perla per i lettori di Icebergfinanza, ovvero il tramonto delle cartolarizzazioni relative alle carte di credito

Credit Card Bond Sales at Zero, First Time Since 1993 (Update1)

By Sarah Mulholland

Nov. 5 (Bloomberg) — Credit card companies were shut out of the market for bonds backed by customer payments in October for the first time in more than 15 years, as investors shunned the debt amid the global credit freeze.

A weakening job market and a looming recession are making it harder for consumers to make monthly payments, eroding confidence among investors about the safety of credit-card-backed bonds. It’s the first month since April 1993 that there have been no sales, according to Wachovia Corp. data. Issuers sold $17.1 billion of the debt in October 2007, the data show. (BLOOMBERG)

…..erodendo la fiducia degli investitori nei credit card backed bonds, manca ancora qualche cartolarizzazione all’appello !? 

La follia monetarista degli ultimi anni che ieri ha visto nella Bank of England un nuovo discepolo, una mossa assolutamente impressionante per dimensioni, probabilmente figlia della disperazione, seguita timidamente dalla BCE, è uno stimolo esclusivo per quanto riguarda il sistema finanziario a sostegno della speculazione di domani, uno stimolo che non sfiora neanche lontanamente l’economia reale, ostaggio di tassi virtuali come il Libor e l’ Euribor.  

Grazie al mito di Calculated Risk, segugio di prima categoria, scopriamo che in Inghilterra…."Mortgage lenders refuse to pass on base rate cut " TIMESONLINE…..il sitema finanziario inglese ignora la chiamata della BOE.

E oggi la priorità è ricapitalizzare in esclusiva  il sistema, chissà che non sia l’errore principe di questa nuova ……….

Libor o euribor in discesa, la situazione non cambia….

E’ inoltre  spettacolare la superficialità con cui ieri è stato comunicato il dato relativo alle richieste di nuovi mutui ed a quelle relative ai finanziamenti crollate secondo la stampa, ma che la settimana precedente avevano vissuto un rialzo spettacolare.

Come i lettori di Icebergfinanza ben sanno il dato rilasciato dalla Mortgage Bankers Associations è un dato di una volatilità estrema che come la stessa MBA sostiene non è in grado di fotografare la situazione reale, nel mezzo della depressione immobiliare.

Fondamentali restano invece i riferimenti ai tassi sui mutui ipotecari comunicati sempre dalla MBA, che fotografano una realtà che viaggia a distanze siderali dai tassi ufficiali.

The average contract interest rate for 30-year fixed-rate mortgages increased to 6.47 percent from 6.26 percent, with points increasing to 1.19 from 1.10 (including the origination fee) for 80 percent loan-to-value (LTV) ratio loans.

The average contract interest rate for 15-year fixed-rate mortgages increased to 6.14 percent from 6.01 percent, with points increasing to 1.22 from 1.15 (including the origination fee) for 80 percent LTV loans.

The average contract interest rate for one-year ARMs decreased to 6.86 percent from 6.90 percent, with points increasing to 0.42 from 0.21 (including the origination fee) for 80 percent LTV loans.

Robert Shiller in un’intervista dice chiaramente che ……"no one really knows what todo", "nessuno sa davvero che cosa fare", e a parte l’entrata in uno scenario da incubo ricorda a tutti che "and then we try some other heterodox monetary policies" la " droga monetaria " abbonda nella disperazione di questa crisi.

Se poi qualcuno vi vuole ancora oggi raccontare che nel 1929 della Grande Depressione l’errore principe dell’allora giovane Federal Reserve fu quello di non innondare di liquidità il mercato allora leggetevi questo passo scritto da JK Galbraith nel suo libro "The Great Crash " che i sostenitori di Icebergfinanza già conoscono in quanto riportato nel lungo post dal titolo " Orizzonti nella Nebbia"…..

"Il 26 marzo 1929 poteva esssere la fine, il denaro poteva rimanere scarso. Le autorità potevano restare ferme nella loro intenzione di stringere i freni.  

Il panico poteva continuare. Ogni caduta di prezzi avrebbe costretto una nuova schiera di speculatori a vendere e ciò avrebbe fatto scendere ancora più i prezzi.

 

Tutto questo non avvenne e se si può attribuire il merito della cosa a qualcuno, esso appartiene senz’altro a Charles E.Mitchell. Le autorità della Riserva federale erano ambigue, ma non Mitchell.

 

Egli era a favore del boom. Per di più il suo prestigio come capo di una delle maggiori e piùi influenti banche commerciali, la sua reputazione come finanziere aggressivo ed estremamente fortunato, la sua posizione come membro della direzione della Banca della Riserva federale di New York facevano si che si parlasse almeno con la stessa autorità dei maggiorenti di Washington.

 

Nel corso della giornata di fronte allo scarseggiare del denaro, all’aumento dei tassi e alla flessione del mercato, Mitchel decise di agire.

 

Dichiarò alla stampa: “ Riteniamo di avere il dovere , superiore ai moniti della Riserva federale, e a qualsiasi altra cosa, di scongiurare una pericolosa crisi del mercato monetario. “ La National City Bank, affermò, avrebbe dato a prestito il denaro necessario a impedire la liquidazione. Inoltre avrebbe preso a credito denaro ( cosa che fece ) dalla Banca della Riserva federale di New York per farne appunto l’uso contro cui la Riserva federale aveva messo in guardia. (…)

 

Le parole di Mitchell furono magiche. Alla fine della contrattazione del 26 i tassi si attenuarono, e il mercato si rianimò. La Riserva federale rimase silenziosa, ma ora il suo silenzio era rassicurante.

 

Voleva dire che essa ammetteva la supremazia di Mitchell. Il giorno dopo la National City Bank mantenne l’impegno verso il boom: annunciò che avrebbe assicurato tassi di interesse ragionevoli fornendo 25 milioni di dollari per prestiti a vista. (…)

 

 “ La National City Bank riconosce pienamente i pericoli insiti nella superspeculazione (sic) e condivide il desiderio delle autorità della Riserva federale di limitare l’eccessiva espansione creditizia in tal senso. Nello stesso tempo la banca, il mondo degli affari in genere e, presumibilmente le banche d’emissione…desiderano evitare un generale crollo del mercato borsistico che avrebbe un effetto disastroso sugli scambi. “

 

Nonostante questo, oggi noi tutti sappiamo come andò a finire!

Anche Hatzius di Goldman Sachs ci dice che i rischi di una discesa del 2 % del PIL nell’ultimo trimestre dell’anno e dell’ 1 % nel primo del 2009 sono reali confermando la previsione di un 8 % nel tasso della disoccupazione!

Peccato caro Hatzius che il PIL senza l’ "anomalia" del deflattore sarebbe già sotto del 2 % nel terzo trimestre ma le magie della finanza contabile non finiscono qui.

Hatzius dice che le probabilità di una nuova grande depressione sono molto basse a meno che non vi siano fenomenali errori da parte della Federal Reserve e del Governo….in fondo è vero tanti errori gli hanno già fatti e i prossimi necessariamente non corrisponderanno a quelli visti nel ’29 ma nessuno può escludere con certezza che altri ancora ne verranno fatti in quanto le dinamiche di questa crisi sono essenzialmente inedite.

Io uomo della strada qualunque, che attraverso un’analisi controcorrente, ancora 20 mesi fa ricordai come il modello statistico stagionale CES/NET BIRTH/DEATH fosse in grado di alterare la realtà in maniera significativa, oggi credo che la mia visione futura di una percentuale di occupazione che raggiunga l’ 8 % entro il 2009 sia da rivedere alla luce degli ultimi avvenimenti senza dimenticare che nei prossimi sei/otto mesi riusciremo a diradare forse completamente la nebbia di questa crisi.

La fine di ogni mese accompagna il rituale delle statistiche per registrare l’ennesimo " ottobre rosso " senza dimenticare che solo nel 1987 si ebbe un crollo di simili dimensioni seguito poi da un ulteriore calo di oltre otto punti e mezzo, nel mese di novembre. Diversamente bisogna risalire sino agli anni della Grande Depressione per rivedere un simile andamento con una vendemmia di mesi autunnali che ricordano il rosso del vino, novembre compreso.

Il fondo resta sempre la speranza del rally di Natale, si perchè ormai fa parte della leggenda, ma di quello ne riparleremo non prima della metà di dicembre, sempre che sia ora di veder volare la slitta di Babbo Natale!

Al di là dell’ottimismo di maniera, non vedo alcun motivo per ritenere scontati gli indici senza fare i conti con la recessione che verrà, senza tener presente che questa è la stagione dei cosidetti "cigni neri".

Abbiamo già visto insieme che le stime degli utili per i prossimi trimestri sono figlie di un mondo che crede sempre e comunque nella crescita infinita, nonostante la più terribile crisi finanziaria ed economica della storia, ma le ultime considerazioni apparse su Bloomberg profumano di follia pura!

" Companies in the Standard & Poor’s 500 Index may see fourth-quarter earnings advance 15 percent, down from 42 percent projected at the end of August, according to a Bloomberg survey of analysts’ estimates. Profits in 2009 may grow 13 percent, analysts say now, compared with the 24 percent predicted two months ago. "

Certo possono crescere del 15 % nell’ultimo trimestre piuttosto che del 42 % previsto alla fine di agosto e magari replicare nel 2009 dimezzando quasi quel 24 % previsto due mesi fa ma…….questi simpatici analisti, vivono ancora sulla luna e probabilmente non ricevono il canale terra!

Se poi vogliamo provare ad essere più precisi ricordatevi che le oltre 200 società dello S&P500 che hanno sino ad ora comunicato i loro risultati vedono un calo del 23 % contro un 1/2 % meno atteso!

Gli obiettivi gli abbiamo già visti in " Orizzonti nella Nebbia " ma prossimamente vi farò conoscere un’altra interessantissima alternativa, che la Storia come sempre sa offrire sopratutto a chi la sa ascoltare!

Chiunque tra i sostenitori del blog non abbia ricevuto la mia ultima analisi via mail, è pregato di richiederla all’indirizzo icebergfinanza@yahoo.it

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!

 

La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!

 

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Infine un’ultima considerazione!

Il banner "MONDI ALTERNATIVI" che trovate in cima al mio blog, non è solo un banner dalla grafica accattivante, ma cliccandolo navigherete realmente in "Mondi Alternativi", mondi reali che vi daranno la possibilità di scoprire un’alternativa a questo sistema. Nel fine settimana sarà aggiornato con tutti i post condivisi in questi lunghi 20 mesi, alla ricerca di un’alternativa etica e di un sistema che mette al primo posto l’ Umanità, riflessioni e visioni che vanno al di là dell’aspetto economico e finanziario di questo tempo!

Andrea!

 

106 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 01:56

fremo per l’alternativa.
MM.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 02:39

Complimenti Andrea !!!
Penso che la riunione dei 20 , il 15 novembre , dove ci sarà anche Obama , possa risollevare la crisi dei mercati .
Con Stima
Scarpantibus

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 08:21

caro scarpantibus,
….sinceramente credi bastino 4 parole rassicuranti dette da persone che NON SANNO PIU COSA FARE (come dice andrea) ???

altro discorso.
nel suo post andrea scrive questo:
In America le piccole imprese sono un tessuto che rappresenta circa il 50 % del PIL privato e ben due terzi dei nuovi lavori. Dunkelberg a capo della NFIB che da voce a oltre 600mila piccole imprese ci dice che gli investimenti stanno scendendo, l’inflazione insinuandosi in ogni attività e l’occupazione il centro di gravità permanente, registra un drastico deterioramento con la perdita di circa 0,5 lavoratori per azienda come riportato da Borsa & Finanza.
INFLAZIONE CHE SI INSINUA.
ma non si va verso una deflazione?
e quindi prezzi in calo?

jones…co

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 08:40

la storia degli uomini è costellata di crisi, dalle quali l’uomo ne è sempre venuto fuori. Ottimismo? no! realismo. Pochi, però, pensano ai prezzi che bisogna pagare. non è la morte dell’uomo un problema, di morte non si soffre, si soffre nella vita ed è questo che l’uomo non riesce a sopportare tanto è vero che su un tavolo di tortura l’uomo invoca la morte.
Ma chi paga i prezzi? I meno abbienti, come sempre. I ricchi, i benestanti presi, spesso da mania di onnipotenza, pensano che non saranno loro le vittime. A loro ci pensa il padreterno il quale vede e provvede (è più facile per un cammello….) anche se molti di loro corrono a comprare indulgenze e a battersi il petto o magari, cosa ancor più spettacolare (perchè spesso di spettacolo si tratta) fanno una donazione ben pubblicizzata a qualche ONLUS . I ricchi però sono quelli che hanno più paura della morte, proprio per l’eccessivo edonismo di cui sono affetti.
ma cosa centra questo con la crisi finanziaria?
centra perchè se i ricchi chiusi nel loro mondo non ambissero ad essere sempre più ricchi non impoverirebbero i poveri che diventano sempre più poveri o che ne fanno aumentare l’esercito (dei poveri).
Presi dalla loro avidità, che spesso si lega all’avarizia, perdono la possibilità di provare autentiche emozioni, che sono, a volte figlie anche della sofferenza. (l’uomo apprezza per differenze).
Poi, alla fine, un ricco tutto quanto, quanto pesa?
Solo quel tanto di carne ed ossa come tutti gli altri.
Ricco in banca, ma povero di spirito? E’ una scelta, una domanda la cui risposta ogni uomo da a se stesso.
Saluti e buon lavoro.

Scritto il 7 Novembre 2008 at 09:14

Caro jones.co il riferimento all’inflazione è in corsivo e il post risale alla primavera 2008! Ho scritto……in passato scrissi!

Bisogna non avere fretta, leggere ogni riga, ogni riferimento…….ma in fondo oggi sono tutti presi dalla frenesia di questo tempo!

Per quanto riguarda il problema essenziale dell’ Umanità che un caro anonimo ha riportato ovvero la redistribuzione dei redditi, ovvero il riequilibrio delle risorse è fondamentalmente la radice del problema, ma oggi chiunque non aspira al cambiamento preferisce lasciare le cose cosi come stanno e lasciare parlare il libero mercato.

Oggi servono soluzioni, oggi, adesso e subito, se si aiuta il sistema finanziario, si obbliga lo stesso sistema a concedere finanziamenti sostenibili a tassi sostenibili, si bloccano tutti gli automatismi premianti in quanto non c’è nulla da premiare, bonus e stock option,
si destinano le stesse risorse all’economia reale, a favore della famiglia e si toglie di mezzo tutte quelle considerazioni di carattere demenziale come il riferimento al libero mercato e al naturale evolversi della situazione!

Oggi di naturale c’è solo il diluvio universale che sta ripulendo questa putrida palude, anche se a galla restano i soliti noti! Servono soluzioni radicali, serve un passo indietro da parte di tutti ad incominciare dalla cima della piramide, da coloro che hanno accumulato immensi patrimoni.

Demagogia, ancora una volta la manina sulla spalla che sussurra rilassati……..questa volta nulla sarà più come prima, non è una visione è una certezza, non dimenticatevelo!

Buona Giornata Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 09:15

da:
http://www.movisol.org

LaRouche sull’imperialismo britannico oggi

7 novembre 2008 (MoviSol) – Il numero del 31 ottobre del settimanale americano Executive Intelligence Review contiene un importante articolo dell’economista Lyndon LaRouche che, come scrive egli stesso “verrà forse considerato in alcuni ambienti influenti in tutto il mondo il documento politico più importante che abbiano mai letto o leggeranno in tutta la loro vita”.

Sotto il titolo “L’imperialismo brUtannico di oggi”, LaRouche affronta i principali blocchi che impediscono azioni efficaci contro il crollo della civiltà, e delinea le quattro misure cruciali che dovranno essere prese da Stati Uniti, Russia, Cina ed India nelle prossime settimane. Viene posto l’interrogativo se i leader politici di questi paesi troveranno il coraggio di assumere la responsabilità di capire fino in fondo ed applicare le misure proposte da LaRouche.

Per collocare il problema, LaRouche inizia citando lo studio sull’imperialismo britannico pubblicato da Rosa Luxemburg, che fu “senza dubbio l’economista più competente… tra i suoi contemporanei socialisti”.

Oggi, scrive LaRouche, “l’idea del tutto incompetente ma popolare tra coloro che si professano socialisti ed altri, che gli Stati Uniti siano il principale imperialismo odierno non è soltanto un’idea del tutto sbagliata, ma anche una convinzione che potrebbe rivelarsi suicida nella pratica per nazioni come gli Stati Uniti, la Russia ed altre. Ciononostante, questa idea sbagliata è molto diffusa tra i principali economisti e statisti in tutto il mondo, che si aggrappano testardamente, ancor oggi, alla nozione dell’imperialismo americano.

“così, il mondo è attualmente minacciato dagli effetti sui creduli di quella illusione strategica, secondo cui gli USA, piuttosto che il sistema liberista anglo-olandese dell’Impero Britannico, sarebbe la forza strategica imperialistica attualmente e unicamente dominante su tutto il pianeta” […].

“Il termine imperialismo, se usato con competenza, non corrisponde mai ad un’estensione di potere mondiale da parte di qualche stato nazionale particolare. In realtà, a differenza delle favolette raccontate ai bambini creduloni, tutti gli imperi sono dinamicamente sovrannazionali, ed anche i regni o gli stati paragonabili ad essi in quell’epoca sono di per sé soggetti a qualche potere imperialista sovrannazionale, come indica la tendenza attuale in Europa occidentale e centrale in cui autorità sovrannazionali, e al di sopra dei governi, quali la “globalizzazione” e il “libero scambio” in generale, o la World Trade Organization in particolare, subordinano o addirittura sostituiscono la sovranità nazionale. Combattere il nemico sbagliato, e soprattutto nella guerra sbagliata, soprattutto lunghe guerre come quelle progettate per gli Stati Uniti da Londra, o da agenti britannici di fatto come l’ex Presidente George H.W. Bush, figlio di quel Prescott Bush che raccolse i finanziamenti per sostenere il Partito Nazista di Adolf Hitler, e particolarmente le guerre permanenti, è il modo migliore per far sì che venga distrutta la propria nazione, come accadde con la lunga guerra americana in Vietnam, sotto i presidenti Johnson e Nixon, e come accade ora in Iraq, coi presidenti Bush, padre e figlio, dal gennaio 1989”.

Nonostante il declino degli USA dalla morte di Roosevelt, afferma LaRouche, la repubblica degli Stati Uniti rimane “il principale oppositore tradizionale dell’imperialismo britannico”.

Il documento integrale è disponibile sui siti http://www.larouchepac.com e http://www.larouchepub.com.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 09:15

da:
http://www.movisol.org

LaRouche sull’imperialismo britannico oggi

7 novembre 2008 (MoviSol) – Il numero del 31 ottobre del settimanale americano Executive Intelligence Review contiene un importante articolo dell’economista Lyndon LaRouche che, come scrive egli stesso “verrà forse considerato in alcuni ambienti influenti in tutto il mondo il documento politico più importante che abbiano mai letto o leggeranno in tutta la loro vita”.

Sotto il titolo “L’imperialismo brUtannico di oggi”, LaRouche affronta i principali blocchi che impediscono azioni efficaci contro il crollo della civiltà, e delinea le quattro misure cruciali che dovranno essere prese da Stati Uniti, Russia, Cina ed India nelle prossime settimane. Viene posto l’interrogativo se i leader politici di questi paesi troveranno il coraggio di assumere la responsabilità di capire fino in fondo ed applicare le misure proposte da LaRouche.

Per collocare il problema, LaRouche inizia citando lo studio sull’imperialismo britannico pubblicato da Rosa Luxemburg, che fu “senza dubbio l’economista più competente… tra i suoi contemporanei socialisti”.

Oggi, scrive LaRouche, “l’idea del tutto incompetente ma popolare tra coloro che si professano socialisti ed altri, che gli Stati Uniti siano il principale imperialismo odierno non è soltanto un’idea del tutto sbagliata, ma anche una convinzione che potrebbe rivelarsi suicida nella pratica per nazioni come gli Stati Uniti, la Russia ed altre. Ciononostante, questa idea sbagliata è molto diffusa tra i principali economisti e statisti in tutto il mondo, che si aggrappano testardamente, ancor oggi, alla nozione dell’imperialismo americano.

“così, il mondo è attualmente minacciato dagli effetti sui creduli di quella illusione strategica, secondo cui gli USA, piuttosto che il sistema liberista anglo-olandese dell’Impero Britannico, sarebbe la forza strategica imperialistica attualmente e unicamente dominante su tutto il pianeta” […].

“Il termine imperialismo, se usato con competenza, non corrisponde mai ad un’estensione di potere mondiale da parte di qualche stato nazionale particolare. In realtà, a differenza delle favolette raccontate ai bambini creduloni, tutti gli imperi sono dinamicamente sovrannazionali, ed anche i regni o gli stati paragonabili ad essi in quell’epoca sono di per sé soggetti a qualche potere imperialista sovrannazionale, come indica la tendenza attuale in Europa occidentale e centrale in cui autorità sovrannazionali, e al di sopra dei governi, quali la “globalizzazione” e il “libero scambio” in generale, o la World Trade Organization in particolare, subordinano o addirittura sostituiscono la sovranità nazionale. Combattere il nemico sbagliato, e soprattutto nella guerra sbagliata, soprattutto lunghe guerre come quelle progettate per gli Stati Uniti da Londra, o da agenti britannici di fatto come l’ex Presidente George H.W. Bush, figlio di quel Prescott Bush che raccolse i finanziamenti per sostenere il Partito Nazista di Adolf Hitler, e particolarmente le guerre permanenti, è il modo migliore per far sì che venga distrutta la propria nazione, come accadde con la lunga guerra americana in Vietnam, sotto i presidenti Johnson e Nixon, e come accade ora in Iraq, coi presidenti Bush, padre e figlio, dal gennaio 1989”.

Nonostante il declino degli USA dalla morte di Roosevelt, afferma LaRouche, la repubblica degli Stati Uniti rimane “il principale oppositore tradizionale dell’imperialismo britannico”.

Il documento integrale è disponibile sui siti http://www.larouchepac.com e http://www.larouchepub.com.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 09:15

da:
http://www.movisol.org

LaRouche sull’imperialismo britannico oggi

7 novembre 2008 (MoviSol) – Il numero del 31 ottobre del settimanale americano Executive Intelligence Review contiene un importante articolo dell’economista Lyndon LaRouche che, come scrive egli stesso “verrà forse considerato in alcuni ambienti influenti in tutto il mondo il documento politico più importante che abbiano mai letto o leggeranno in tutta la loro vita”.

Sotto il titolo “L’imperialismo brUtannico di oggi”, LaRouche affronta i principali blocchi che impediscono azioni efficaci contro il crollo della civiltà, e delinea le quattro misure cruciali che dovranno essere prese da Stati Uniti, Russia, Cina ed India nelle prossime settimane. Viene posto l’interrogativo se i leader politici di questi paesi troveranno il coraggio di assumere la responsabilità di capire fino in fondo ed applicare le misure proposte da LaRouche.

Per collocare il problema, LaRouche inizia citando lo studio sull’imperialismo britannico pubblicato da Rosa Luxemburg, che fu “senza dubbio l’economista più competente… tra i suoi contemporanei socialisti”.

Oggi, scrive LaRouche, “l’idea del tutto incompetente ma popolare tra coloro che si professano socialisti ed altri, che gli Stati Uniti siano il principale imperialismo odierno non è soltanto un’idea del tutto sbagliata, ma anche una convinzione che potrebbe rivelarsi suicida nella pratica per nazioni come gli Stati Uniti, la Russia ed altre. Ciononostante, questa idea sbagliata è molto diffusa tra i principali economisti e statisti in tutto il mondo, che si aggrappano testardamente, ancor oggi, alla nozione dell’imperialismo americano.

“così, il mondo è attualmente minacciato dagli effetti sui creduli di quella illusione strategica, secondo cui gli USA, piuttosto che il sistema liberista anglo-olandese dell’Impero Britannico, sarebbe la forza strategica imperialistica attualmente e unicamente dominante su tutto il pianeta” […].

“Il termine imperialismo, se usato con competenza, non corrisponde mai ad un’estensione di potere mondiale da parte di qualche stato nazionale particolare. In realtà, a differenza delle favolette raccontate ai bambini creduloni, tutti gli imperi sono dinamicamente sovrannazionali, ed anche i regni o gli stati paragonabili ad essi in quell’epoca sono di per sé soggetti a qualche potere imperialista sovrannazionale, come indica la tendenza attuale in Europa occidentale e centrale in cui autorità sovrannazionali, e al di sopra dei governi, quali la “globalizzazione” e il “libero scambio” in generale, o la World Trade Organization in particolare, subordinano o addirittura sostituiscono la sovranità nazionale. Combattere il nemico sbagliato, e soprattutto nella guerra sbagliata, soprattutto lunghe guerre come quelle progettate per gli Stati Uniti da Londra, o da agenti britannici di fatto come l’ex Presidente George H.W. Bush, figlio di quel Prescott Bush che raccolse i finanziamenti per sostenere il Partito Nazista di Adolf Hitler, e particolarmente le guerre permanenti, è il modo migliore per far sì che venga distrutta la propria nazione, come accadde con la lunga guerra americana in Vietnam, sotto i presidenti Johnson e Nixon, e come accade ora in Iraq, coi presidenti Bush, padre e figlio, dal gennaio 1989”.

Nonostante il declino degli USA dalla morte di Roosevelt, afferma LaRouche, la repubblica degli Stati Uniti rimane “il principale oppositore tradizionale dell’imperialismo britannico”.

Il documento integrale è disponibile sui siti http://www.larouchepac.com e http://www.larouchepub.com.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 09:44

AVVERTIMENTO:
Occhio al Brasile … ne sentirete parlare fra un pò.

ANONIMO

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 10:40

da:
http://www.movisol.org

7 novembre 2008 (MoviSol) – Ripubblichiamo un testo di Lyndon LaRouche sulla sua originale proposta di Nuova Bretton Woods, inizialmente stampato su “Solidarietà”, il bollettino d’informazione della nostra associazione (Anno VI, N. 5, dicembre 1998).

Scrivemmo:

Tony Blair è tra quelli che cercano di “appropriarsi” dell’idea di rifondare il sistema monetario internazionale, per andare nella direzione opposta. Lyndon LaRouche, autore della proposta originale, spiega l’imbroglio.

Qual è la vera “nuova Bretton Woods”?

di Lyndon H. LaRouche, Jr.

Lo scorso 18 marzo 1998, in una conferenza tenutasi a Washington, presentai ufficialmente la mia proposta per una “nuova Bretton Woods”, come un’iniziativa politica che doveva essere intrapresa dal Presidente degli Stati Uniti. Allora, come ancora oggi, si trattava dell’unica alternativa praticabile di fronte al processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario mondiale in corso.

Successivamente, alla fine dello scorso agosto, quando la crisi finanziaria e monetaria è precipitata in Giappone e in Russia, alcune importanti personalità e istituzioni, in particolare nel mondo bancario, ripresero in qualche modo la sostanza della mia proposta ma con obiettivi più limitati, senza mancare però di una certa competenza. In ambienti bancari responsabili si riconosceva l’urgenza dei quattro fatti essenziali che sottolineavo nella mia proposta:

(1) Che l’era della “globalizzazione” sta cozzando contro la realtà, con la quale era da lungo tempo in rotta di collisione, anche se la gente troppo ideologizzata per pensare respinge le prove di questo fatto. O si ribalta il processo di “globalizzazione” per tornare immediatamente alle relazioni economiche internazionali fondate sulla premessa che la massima autorità è costituita dagli stati nazionali sovrani, oppure non vi sarà una ripresa dall’attuale processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario.

(2) Che il modello di economia politica, nazionale e internazionale, deve fare riferimento esattamente allo spirito ed ai metodi del protezionismo vigente in tutto il periodo della ricostruzione del dopoguerra, e che debbono essere prese misure che ricalchino da vicino le norme protezionistiche che furono in vigore fino al 1958.

(3) Che è necessaria l’istituzione di rigorosi controlli sui cambi e sui capitali da parte degli stati sovrani, la cui autorità in materia non deve essere delegata ad enti internazionali vecchi o nuovi.

(4) Che occorre una politica creditizia rigorosamente protezionistica, che consenta di estendere il credito su grande scala, ma in maniera altamente selettiva, alla produzione ed al commercio di prodotti tangibili dell’agricoltura, delle infrastrutture, dell’industria; una politica protezionista volta a promuovere la produzione ed il commercio in questi settori, ma che al tempo stesso riduca il flusso di credito diretto altrove.

La speculazione finanziaria, in primo luogo, dev’essere arrestata, e le masse impagabili di titoli detti “derivati” debbono essere semplicemente cancellate come se non fossero mai esistite.

Recentemente è poi accaduto, come ci si doveva attendere, che qualche imbroglione, in particolare il Primo ministro del Regno Unito Tony Blair, si è fatto avanti pretendendo di essere lui l’autore della proposta della “nuova Bretton Woods”. Le proposte di costoro, come quella di Blair, sono un puro imbroglio e sono pericolosamente incompetenti. Nel frattempo, chi vanta una vera competenza conferma che le prescrizioni necessarie per una “nuova Bretton Woods” siano esattamente quelle da me ufficialmente esposte il 18 marzo a Washington.

Purtroppo, alcuni che dovrebbero avere le idee un pochino più chiare si sono lasciati abbindolare dai ciarlatani della risma di Blair. Così hanno finito col dire a proposito della mia proposta: “Certo, lei è stato il primo a proporla, ma adesso sono stati in molti ad appropriarsene, mettendo lei in disparte”. Se avessero riflettuto prima di parlare così, costoro non sarebbero caduti vittima del pericoloso raggiro.

Ad esempio, Tony Blair sembra che non riesca mai a capire che Dio non è disposto a negoziare le leggi dell’universo con gli interessi della finanza oligarchica che lui rappresenta.

L’aspetto essenziale della situazione è che nei periodi che vanno dalla Crisi missilistica di Cuba del 1962 fino all’entrata in vigore del folle “sistema a tassi fluttuanti” nel 1972, e poi quello del “nuovo ordine mondiale” instaurato dalla Thatcher, da Mitterrand e da Bush tra il 1989 ed il 1992, i governi egemoni e le autorità monetarie del pianeta hanno imposto una serie di cambiamenti fondamentali nell’impostazione delle scelte politiche. Tutti questi cambiamenti hanno avuto l’effetto di produrre la catastrofe economica, finanziaria e monetaria globale entrata ora nella sua fase finale.

Per curare il male occorre rimuoverne la causa. Tutti i cambiamenti fondamentali di politica economica degli ultimi trent’anni debbono essere annullati, radicalmente e subito, perché altrimenti l’intero pianeta entra in una “nuova epoca buia” come quella in cui sprofondò l’Europa nel XIV secolo, ma questa volta su scala globale.

Queste sono le leggi che regolano l’universo sul conto delle quali i governi sani non si mettono a cavillare. La pretesa di patteggiare cavillosamente ciò che è giusto e sbagliato, esigendo dal Padreterno “una maggiore democraticità” è la ragione per cui la carriera politica di Tony Blair finirà nel dimenticatoio, e qualcosa di simile toccherà anche a coloro che continuano a credere che Tony Blair possa proporre una vera riforma di “nuova Bretton Woods”.

Che cosa propongono gli illusi?

Gli sciocchi che pretendono dal Padreterno un atteggiamento più “democratico”, che si pieghi alle riluttanze e agli umori di Blair e compagnia, sollevano obiezioni talmente standardizzate che si possono facilmente chiarire una volta per tutte.

Obiezione numero uno:

Dato che il sistema di Bretton Woods fu stilato da John Maynard Keynes, oggi “una nuova Bretton Woods significa che si deve ritornare a Keynes”.

L’obiezione è falsa. La politica che il Presidente Franklin D. Roosevelt adottò per la ripresa dell’economia USA dalla Grande Depressione degli anni Trenta, e per la successiva mobilitazione bellica 1939-1945, si rifaceva a due precedenti: la mobilitazione lanciata dal Presidente Abramo Lincoln tra il 1861 ed il 1876 e il revival di questa stessa mobilitazione avvenuta durante la prima guerra mondiale.

Questi, per gli economisti competenti, sono i “metodi americani” del Segretario del Tesoro Alexander Hamilton e del principale economista del XIX secolo Henry C. Carey. Sono i metodi diametralmente opposti alle dottrine liberistiche sia di Adam Smith che di Keynes.

È vero che dopo la prematura scomparsa di Franklin Roosevelt, la banda di Wall Street si alleò con Londra per liquidare le decisioni politiche prese da Roosevelt.

Tuttavia gli aspetti dominanti del sistema di Bretton Woods, fino al 1958, si fondavano sui “metodi americani”, antiliberisti, che caratterizzarono le mobilitazioni economiche dei tre periodi successivi: 1861-1876, 1914-1917 e 1934-1945.

Obiezione numero due:

“Ovviamente, oggi nessuno suggerirebbe di ritornare alle politiche di Bretton Woods degli anni Quaranta e Cinquanta”.

E perché no? Ogni deviazione da quelle politiche ha solamente comportato un lungo e accelerato processo di declino degli USA nell’epoca post-kennediana. Un declino che non ha prodotto altro effetto netto se non quello dell
’attuale catastrofe globale.

Chi ha la testa a posto non può voler altro che un ritorno alle politiche il cui successo è dimostrato, e la liquidazione di quei cambiamenti che si sono dimostrati cumulativamente disastrosi.

Obiezione numero tre:

“Dal 1958 il mondo è cambiato. Bisogna partire dal mantenimento di quei cambiamenti. Non si può riportare indietro l’orologio della storia”.

Quando la reazionaria Santa Alleanza del principe Clemente di Metternich impose nel 1819 i decreti di Carlbad alla Germania, quelle misure reazionarie furono difese dal filosofo della corte di Prussia G.W.F. Hegel. Quest’ultimo è il prototipo di quegli esseri immorali che attribuiscono i cambiamenti in peggio della storia ad una qualche autorità occulta che identificano con il nome di “spirito del mondo”, “spirito dei tempi” e “opinione popolare”. Nella realtà dei fatti, ciò che quelli come Tony Blair dicono che non bisogna toccare, sono proprio quei cambiamenti effettuati nel periodo successivo al 1962 che hanno causato la spirale involutiva dell’economia mondiale giunta adesso sull’orlo della disintegrazione.

Sono coloro che hanno imposto tali cambiamenti che nella realtà dei fatti hanno “riportato indietro l’orologio della storia”, ed è nostra responsabilità rimettere l’orologio al passo coi tempi.

Obiezione numero quattro:

“Ovviamente non è possibile fare dei cambiamenti senza il consenso di tutte le nazioni”.

E perché no? Si tratta della stessa sciocchezza che i propositori del patto di Monaco con Adolf Hitler, Chamberlain e Daladier, chiamavano “La pace nel nostro tempo”. Quando è in discussione la sopravvivenza vale il principio secondo cui l’iniziativa spetta a chi può ed è capace;…

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 10:40

da:
http://www.movisol.org

7 novembre 2008 (MoviSol) – Ripubblichiamo un testo di Lyndon LaRouche sulla sua originale proposta di Nuova Bretton Woods, inizialmente stampato su “Solidarietà”, il bollettino d’informazione della nostra associazione (Anno VI, N. 5, dicembre 1998).

Scrivemmo:

Tony Blair è tra quelli che cercano di “appropriarsi” dell’idea di rifondare il sistema monetario internazionale, per andare nella direzione opposta. Lyndon LaRouche, autore della proposta originale, spiega l’imbroglio.

Qual è la vera “nuova Bretton Woods”?

di Lyndon H. LaRouche, Jr.

Lo scorso 18 marzo 1998, in una conferenza tenutasi a Washington, presentai ufficialmente la mia proposta per una “nuova Bretton Woods”, come un’iniziativa politica che doveva essere intrapresa dal Presidente degli Stati Uniti. Allora, come ancora oggi, si trattava dell’unica alternativa praticabile di fronte al processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario mondiale in corso.

Successivamente, alla fine dello scorso agosto, quando la crisi finanziaria e monetaria è precipitata in Giappone e in Russia, alcune importanti personalità e istituzioni, in particolare nel mondo bancario, ripresero in qualche modo la sostanza della mia proposta ma con obiettivi più limitati, senza mancare però di una certa competenza. In ambienti bancari responsabili si riconosceva l’urgenza dei quattro fatti essenziali che sottolineavo nella mia proposta:

(1) Che l’era della “globalizzazione” sta cozzando contro la realtà, con la quale era da lungo tempo in rotta di collisione, anche se la gente troppo ideologizzata per pensare respinge le prove di questo fatto. O si ribalta il processo di “globalizzazione” per tornare immediatamente alle relazioni economiche internazionali fondate sulla premessa che la massima autorità è costituita dagli stati nazionali sovrani, oppure non vi sarà una ripresa dall’attuale processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario.

(2) Che il modello di economia politica, nazionale e internazionale, deve fare riferimento esattamente allo spirito ed ai metodi del protezionismo vigente in tutto il periodo della ricostruzione del dopoguerra, e che debbono essere prese misure che ricalchino da vicino le norme protezionistiche che furono in vigore fino al 1958.

(3) Che è necessaria l’istituzione di rigorosi controlli sui cambi e sui capitali da parte degli stati sovrani, la cui autorità in materia non deve essere delegata ad enti internazionali vecchi o nuovi.

(4) Che occorre una politica creditizia rigorosamente protezionistica, che consenta di estendere il credito su grande scala, ma in maniera altamente selettiva, alla produzione ed al commercio di prodotti tangibili dell’agricoltura, delle infrastrutture, dell’industria; una politica protezionista volta a promuovere la produzione ed il commercio in questi settori, ma che al tempo stesso riduca il flusso di credito diretto altrove.

La speculazione finanziaria, in primo luogo, dev’essere arrestata, e le masse impagabili di titoli detti “derivati” debbono essere semplicemente cancellate come se non fossero mai esistite.

Recentemente è poi accaduto, come ci si doveva attendere, che qualche imbroglione, in particolare il Primo ministro del Regno Unito Tony Blair, si è fatto avanti pretendendo di essere lui l’autore della proposta della “nuova Bretton Woods”. Le proposte di costoro, come quella di Blair, sono un puro imbroglio e sono pericolosamente incompetenti. Nel frattempo, chi vanta una vera competenza conferma che le prescrizioni necessarie per una “nuova Bretton Woods” siano esattamente quelle da me ufficialmente esposte il 18 marzo a Washington.

Purtroppo, alcuni che dovrebbero avere le idee un pochino più chiare si sono lasciati abbindolare dai ciarlatani della risma di Blair. Così hanno finito col dire a proposito della mia proposta: “Certo, lei è stato il primo a proporla, ma adesso sono stati in molti ad appropriarsene, mettendo lei in disparte”. Se avessero riflettuto prima di parlare così, costoro non sarebbero caduti vittima del pericoloso raggiro.

Ad esempio, Tony Blair sembra che non riesca mai a capire che Dio non è disposto a negoziare le leggi dell’universo con gli interessi della finanza oligarchica che lui rappresenta.

L’aspetto essenziale della situazione è che nei periodi che vanno dalla Crisi missilistica di Cuba del 1962 fino all’entrata in vigore del folle “sistema a tassi fluttuanti” nel 1972, e poi quello del “nuovo ordine mondiale” instaurato dalla Thatcher, da Mitterrand e da Bush tra il 1989 ed il 1992, i governi egemoni e le autorità monetarie del pianeta hanno imposto una serie di cambiamenti fondamentali nell’impostazione delle scelte politiche. Tutti questi cambiamenti hanno avuto l’effetto di produrre la catastrofe economica, finanziaria e monetaria globale entrata ora nella sua fase finale.

Per curare il male occorre rimuoverne la causa. Tutti i cambiamenti fondamentali di politica economica degli ultimi trent’anni debbono essere annullati, radicalmente e subito, perché altrimenti l’intero pianeta entra in una “nuova epoca buia” come quella in cui sprofondò l’Europa nel XIV secolo, ma questa volta su scala globale.

Queste sono le leggi che regolano l’universo sul conto delle quali i governi sani non si mettono a cavillare. La pretesa di patteggiare cavillosamente ciò che è giusto e sbagliato, esigendo dal Padreterno “una maggiore democraticità” è la ragione per cui la carriera politica di Tony Blair finirà nel dimenticatoio, e qualcosa di simile toccherà anche a coloro che continuano a credere che Tony Blair possa proporre una vera riforma di “nuova Bretton Woods”.

Che cosa propongono gli illusi?

Gli sciocchi che pretendono dal Padreterno un atteggiamento più “democratico”, che si pieghi alle riluttanze e agli umori di Blair e compagnia, sollevano obiezioni talmente standardizzate che si possono facilmente chiarire una volta per tutte.

Obiezione numero uno:

Dato che il sistema di Bretton Woods fu stilato da John Maynard Keynes, oggi “una nuova Bretton Woods significa che si deve ritornare a Keynes”.

L’obiezione è falsa. La politica che il Presidente Franklin D. Roosevelt adottò per la ripresa dell’economia USA dalla Grande Depressione degli anni Trenta, e per la successiva mobilitazione bellica 1939-1945, si rifaceva a due precedenti: la mobilitazione lanciata dal Presidente Abramo Lincoln tra il 1861 ed il 1876 e il revival di questa stessa mobilitazione avvenuta durante la prima guerra mondiale.

Questi, per gli economisti competenti, sono i “metodi americani” del Segretario del Tesoro Alexander Hamilton e del principale economista del XIX secolo Henry C. Carey. Sono i metodi diametralmente opposti alle dottrine liberistiche sia di Adam Smith che di Keynes.

È vero che dopo la prematura scomparsa di Franklin Roosevelt, la banda di Wall Street si alleò con Londra per liquidare le decisioni politiche prese da Roosevelt.

Tuttavia gli aspetti dominanti del sistema di Bretton Woods, fino al 1958, si fondavano sui “metodi americani”, antiliberisti, che caratterizzarono le mobilitazioni economiche dei tre periodi successivi: 1861-1876, 1914-1917 e 1934-1945.

Obiezione numero due:

“Ovviamente, oggi nessuno suggerirebbe di ritornare alle politiche di Bretton Woods degli anni Quaranta e Cinquanta”.

E perché no? Ogni deviazione da quelle politiche ha solamente comportato un lungo e accelerato processo di declino degli USA nell’epoca post-kennediana. Un declino che non ha prodotto altro effetto netto se non quello dell
’attuale catastrofe globale.

Chi ha la testa a posto non può voler altro che un ritorno alle politiche il cui successo è dimostrato, e la liquidazione di quei cambiamenti che si sono dimostrati cumulativamente disastrosi.

Obiezione numero tre:

“Dal 1958 il mondo è cambiato. Bisogna partire dal mantenimento di quei cambiamenti. Non si può riportare indietro l’orologio della storia”.

Quando la reazionaria Santa Alleanza del principe Clemente di Metternich impose nel 1819 i decreti di Carlbad alla Germania, quelle misure reazionarie furono difese dal filosofo della corte di Prussia G.W.F. Hegel. Quest’ultimo è il prototipo di quegli esseri immorali che attribuiscono i cambiamenti in peggio della storia ad una qualche autorità occulta che identificano con il nome di “spirito del mondo”, “spirito dei tempi” e “opinione popolare”. Nella realtà dei fatti, ciò che quelli come Tony Blair dicono che non bisogna toccare, sono proprio quei cambiamenti effettuati nel periodo successivo al 1962 che hanno causato la spirale involutiva dell’economia mondiale giunta adesso sull’orlo della disintegrazione.

Sono coloro che hanno imposto tali cambiamenti che nella realtà dei fatti hanno “riportato indietro l’orologio della storia”, ed è nostra responsabilità rimettere l’orologio al passo coi tempi.

Obiezione numero quattro:

“Ovviamente non è possibile fare dei cambiamenti senza il consenso di tutte le nazioni”.

E perché no? Si tratta della stessa sciocchezza che i propositori del patto di Monaco con Adolf Hitler, Chamberlain e Daladier, chiamavano “La pace nel nostro tempo”. Quando è in discussione la sopravvivenza vale il principio secondo cui l’iniziativa spetta a chi può ed è capace;…

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 10:40

da:
http://www.movisol.org

7 novembre 2008 (MoviSol) – Ripubblichiamo un testo di Lyndon LaRouche sulla sua originale proposta di Nuova Bretton Woods, inizialmente stampato su “Solidarietà”, il bollettino d’informazione della nostra associazione (Anno VI, N. 5, dicembre 1998).

Scrivemmo:

Tony Blair è tra quelli che cercano di “appropriarsi” dell’idea di rifondare il sistema monetario internazionale, per andare nella direzione opposta. Lyndon LaRouche, autore della proposta originale, spiega l’imbroglio.

Qual è la vera “nuova Bretton Woods”?

di Lyndon H. LaRouche, Jr.

Lo scorso 18 marzo 1998, in una conferenza tenutasi a Washington, presentai ufficialmente la mia proposta per una “nuova Bretton Woods”, come un’iniziativa politica che doveva essere intrapresa dal Presidente degli Stati Uniti. Allora, come ancora oggi, si trattava dell’unica alternativa praticabile di fronte al processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario mondiale in corso.

Successivamente, alla fine dello scorso agosto, quando la crisi finanziaria e monetaria è precipitata in Giappone e in Russia, alcune importanti personalità e istituzioni, in particolare nel mondo bancario, ripresero in qualche modo la sostanza della mia proposta ma con obiettivi più limitati, senza mancare però di una certa competenza. In ambienti bancari responsabili si riconosceva l’urgenza dei quattro fatti essenziali che sottolineavo nella mia proposta:

(1) Che l’era della “globalizzazione” sta cozzando contro la realtà, con la quale era da lungo tempo in rotta di collisione, anche se la gente troppo ideologizzata per pensare respinge le prove di questo fatto. O si ribalta il processo di “globalizzazione” per tornare immediatamente alle relazioni economiche internazionali fondate sulla premessa che la massima autorità è costituita dagli stati nazionali sovrani, oppure non vi sarà una ripresa dall’attuale processo di disintegrazione del sistema finanziario e monetario.

(2) Che il modello di economia politica, nazionale e internazionale, deve fare riferimento esattamente allo spirito ed ai metodi del protezionismo vigente in tutto il periodo della ricostruzione del dopoguerra, e che debbono essere prese misure che ricalchino da vicino le norme protezionistiche che furono in vigore fino al 1958.

(3) Che è necessaria l’istituzione di rigorosi controlli sui cambi e sui capitali da parte degli stati sovrani, la cui autorità in materia non deve essere delegata ad enti internazionali vecchi o nuovi.

(4) Che occorre una politica creditizia rigorosamente protezionistica, che consenta di estendere il credito su grande scala, ma in maniera altamente selettiva, alla produzione ed al commercio di prodotti tangibili dell’agricoltura, delle infrastrutture, dell’industria; una politica protezionista volta a promuovere la produzione ed il commercio in questi settori, ma che al tempo stesso riduca il flusso di credito diretto altrove.

La speculazione finanziaria, in primo luogo, dev’essere arrestata, e le masse impagabili di titoli detti “derivati” debbono essere semplicemente cancellate come se non fossero mai esistite.

Recentemente è poi accaduto, come ci si doveva attendere, che qualche imbroglione, in particolare il Primo ministro del Regno Unito Tony Blair, si è fatto avanti pretendendo di essere lui l’autore della proposta della “nuova Bretton Woods”. Le proposte di costoro, come quella di Blair, sono un puro imbroglio e sono pericolosamente incompetenti. Nel frattempo, chi vanta una vera competenza conferma che le prescrizioni necessarie per una “nuova Bretton Woods” siano esattamente quelle da me ufficialmente esposte il 18 marzo a Washington.

Purtroppo, alcuni che dovrebbero avere le idee un pochino più chiare si sono lasciati abbindolare dai ciarlatani della risma di Blair. Così hanno finito col dire a proposito della mia proposta: “Certo, lei è stato il primo a proporla, ma adesso sono stati in molti ad appropriarsene, mettendo lei in disparte”. Se avessero riflettuto prima di parlare così, costoro non sarebbero caduti vittima del pericoloso raggiro.

Ad esempio, Tony Blair sembra che non riesca mai a capire che Dio non è disposto a negoziare le leggi dell’universo con gli interessi della finanza oligarchica che lui rappresenta.

L’aspetto essenziale della situazione è che nei periodi che vanno dalla Crisi missilistica di Cuba del 1962 fino all’entrata in vigore del folle “sistema a tassi fluttuanti” nel 1972, e poi quello del “nuovo ordine mondiale” instaurato dalla Thatcher, da Mitterrand e da Bush tra il 1989 ed il 1992, i governi egemoni e le autorità monetarie del pianeta hanno imposto una serie di cambiamenti fondamentali nell’impostazione delle scelte politiche. Tutti questi cambiamenti hanno avuto l’effetto di produrre la catastrofe economica, finanziaria e monetaria globale entrata ora nella sua fase finale.

Per curare il male occorre rimuoverne la causa. Tutti i cambiamenti fondamentali di politica economica degli ultimi trent’anni debbono essere annullati, radicalmente e subito, perché altrimenti l’intero pianeta entra in una “nuova epoca buia” come quella in cui sprofondò l’Europa nel XIV secolo, ma questa volta su scala globale.

Queste sono le leggi che regolano l’universo sul conto delle quali i governi sani non si mettono a cavillare. La pretesa di patteggiare cavillosamente ciò che è giusto e sbagliato, esigendo dal Padreterno “una maggiore democraticità” è la ragione per cui la carriera politica di Tony Blair finirà nel dimenticatoio, e qualcosa di simile toccherà anche a coloro che continuano a credere che Tony Blair possa proporre una vera riforma di “nuova Bretton Woods”.

Che cosa propongono gli illusi?

Gli sciocchi che pretendono dal Padreterno un atteggiamento più “democratico”, che si pieghi alle riluttanze e agli umori di Blair e compagnia, sollevano obiezioni talmente standardizzate che si possono facilmente chiarire una volta per tutte.

Obiezione numero uno:

Dato che il sistema di Bretton Woods fu stilato da John Maynard Keynes, oggi “una nuova Bretton Woods significa che si deve ritornare a Keynes”.

L’obiezione è falsa. La politica che il Presidente Franklin D. Roosevelt adottò per la ripresa dell’economia USA dalla Grande Depressione degli anni Trenta, e per la successiva mobilitazione bellica 1939-1945, si rifaceva a due precedenti: la mobilitazione lanciata dal Presidente Abramo Lincoln tra il 1861 ed il 1876 e il revival di questa stessa mobilitazione avvenuta durante la prima guerra mondiale.

Questi, per gli economisti competenti, sono i “metodi americani” del Segretario del Tesoro Alexander Hamilton e del principale economista del XIX secolo Henry C. Carey. Sono i metodi diametralmente opposti alle dottrine liberistiche sia di Adam Smith che di Keynes.

È vero che dopo la prematura scomparsa di Franklin Roosevelt, la banda di Wall Street si alleò con Londra per liquidare le decisioni politiche prese da Roosevelt.

Tuttavia gli aspetti dominanti del sistema di Bretton Woods, fino al 1958, si fondavano sui “metodi americani”, antiliberisti, che caratterizzarono le mobilitazioni economiche dei tre periodi successivi: 1861-1876, 1914-1917 e 1934-1945.

Obiezione numero due:

“Ovviamente, oggi nessuno suggerirebbe di ritornare alle politiche di Bretton Woods degli anni Quaranta e Cinquanta”.

E perché no? Ogni deviazione da quelle politiche ha solamente comportato un lungo e accelerato processo di declino degli USA nell’epoca post-kennediana. Un declino che non ha prodotto altro effetto netto se non quello dell
’attuale catastrofe globale.

Chi ha la testa a posto non può voler altro che un ritorno alle politiche il cui successo è dimostrato, e la liquidazione di quei cambiamenti che si sono dimostrati cumulativamente disastrosi.

Obiezione numero tre:

“Dal 1958 il mondo è cambiato. Bisogna partire dal mantenimento di quei cambiamenti. Non si può riportare indietro l’orologio della storia”.

Quando la reazionaria Santa Alleanza del principe Clemente di Metternich impose nel 1819 i decreti di Carlbad alla Germania, quelle misure reazionarie furono difese dal filosofo della corte di Prussia G.W.F. Hegel. Quest’ultimo è il prototipo di quegli esseri immorali che attribuiscono i cambiamenti in peggio della storia ad una qualche autorità occulta che identificano con il nome di “spirito del mondo”, “spirito dei tempi” e “opinione popolare”. Nella realtà dei fatti, ciò che quelli come Tony Blair dicono che non bisogna toccare, sono proprio quei cambiamenti effettuati nel periodo successivo al 1962 che hanno causato la spirale involutiva dell’economia mondiale giunta adesso sull’orlo della disintegrazione.

Sono coloro che hanno imposto tali cambiamenti che nella realtà dei fatti hanno “riportato indietro l’orologio della storia”, ed è nostra responsabilità rimettere l’orologio al passo coi tempi.

Obiezione numero quattro:

“Ovviamente non è possibile fare dei cambiamenti senza il consenso di tutte le nazioni”.

E perché no? Si tratta della stessa sciocchezza che i propositori del patto di Monaco con Adolf Hitler, Chamberlain e Daladier, chiamavano “La pace nel nostro tempo”. Quando è in discussione la sopravvivenza vale il principio secondo cui l’iniziativa spetta a chi può ed è capace;…

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 10:41

continua da MOVISOL

Obiezione numero quattro:

“Ovviamente non è possibile fare dei cambiamenti senza il consenso di tutte le nazioni”.

E perché no? Si tratta della stessa sciocchezza che i propositori del patto di Monaco con Adolf Hitler, Chamberlain e Daladier, chiamavano “La pace nel nostro tempo”. Quando è in discussione la sopravvivenza vale il principio secondo cui l’iniziativa spetta a chi può ed è capace; gli altri apprendano la lezione e cerchino di recuperare.

Ho sottolineato più volte questo fatto: se i Presidenti di USA e Cina possono arrivare a prendere accordi insieme ad una minoranza decisiva di altre nazioni, per stabilire tra loro un nuovo rapporto finanziario, monetario ed economico, queste nazioni debbono prendere l’iniziativa a prescindere dalle obiezioni che altre nazioni potranno sollevare o meno.

Certe nazioni, come pure certi individui, sembrano capaci di imparare qualcosa solo sotto i duri colpi dell’esperienza. Ad esempio, nessun patriota americano è mai stato lì ad aspettare il consenso della monarchia inglese e del Commonwealth britannico.

Il fatto è che se gli USA, insieme alla Cina, l’India, la Russia, e anche la Germania ed altri in Europa, riescono a raggiungere un’intesa di massima tra di loro, la maggior parte del resto del mondo finirà col sostenere questa partnership.

È necessaria un’intesa che comprenda importanti nazioni in via di sviluppo e che rappresenti la maggior parte della popolazione del pianeta, costituendo così la necessaria combinazione vincente. Chi si rifiuta di aderire o semplicemente tentenna finirà forse per apprendere dalla dura esperienza: in fondo questa è la scuola della democrazia reale.

Obiezione numero cinque:

“La nuova Bretton Woods deve consistere in una nuova autorità sovrannazionale cui spetta decidere se una singola nazione abbia il diritto o meno di ricorrere temporaneamente a misure come il controllo dei cambi e dei capitali”.

Nessun accordo realistico può sovvertire i diritti sovrani di qualsiasi stato nazionale di ricorrere a misure protezionistiche, e nella fattispecie controllo dei cambi e dei capitali.

Nazioni sovrane alleate coordineranno piuttosto le proprie decisioni sovrane, secondo un principio di vantaggio reciproco. Ma non cederanno mai diritti e prerogative sovrani ad un’autorità sovrannazionale.

Come ho detto, ripetuto e scritto in numerose occasioni negli ultimi vent’anni, l’umanità deve entrare in un’epoca nuova così come auspicò il segretario di Stato USA John Quincy Adams. Un’era in cui la bestialità di un sistema di “equilibrio delle forze” sia sostituito dalla concordanza su dei princìpi comuni. Siamo attualmente entrati in una fase in cui la lunga esperienza delle conseguenze cumulative di una diplomazia malvagia, fondata sull’“equilibrio delle forze” rappresenta una chiara minaccia all’umanità intera, tale per cui la saggezza di una concordanza sui princìpi comuni tra stati nazionali repubblicani perfettamente sovrani deve proporsi come alternativa indispensabile.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 10:54

.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 11:09

grazie mille per i tuoi contributi.
sono impeccabili!!

spero tu possa continuare ad informarci.
abbiamo necessità di avere una visione, più obiettiva meno manipolata, per una società milgiore

ancora grazie
marco

Scritto il 7 Novembre 2008 at 11:59

Grazie Andrea del tuo contributo a una visione più “REALISTICA” della crisi, sei veramente il nostro faro.
Ancora grazie

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 12:43

E’ presumibile quanto durerà la deflazione e quindi il taglio dei tassi ?
Vorrei sfruttare il momento per convertire il mio mutuo in tasso fisso 🙂
Tutto sta nel capire quando i tassi toccheranno il fondo per poi schizzare.

Max

Scritto il 7 Novembre 2008 at 13:05

Leggete con attenzione quello che ha scritto il capitano Andrea, ancora tanto non hanno capito in che sabbie mobili siamo finiti, state a riva, ma occhio a qualche sabbia mobile, in questa fase non puoi fidarti dei media ma il capitano può essere una spiaggia o riva sicura.

Complimenti Andrea

Scritto il 7 Novembre 2008 at 14:43

A conferma delle parole di Andrea:
h.14.30 “nuovi posti lavoro settembre rivisti da -159.000 a -284.000”.
Max anch’io cambierò il mio mutuo da variabile a fisso ma penso che prima dei 6 mesi l’euribor non scenderà a livelli accettabili, nonostante il taglio Bce di ieri a 3,25 l’euribor 1mese è a 4.1.
ciao a presto

Scritto il 7 Novembre 2008 at 14:51

240.000 lacrime in più e un tasso al 6,5 % e pensare che il CES/NET BIRTH DEATH MODEL è riuscito ad aggiungere nel mese di ottobre 13.000 nuovi posti nei financial! Un sistema statistico demenziale!

Nel mese di settembre la revisione ha raggiunto le 284.000 unità dalle precedenti 159.000 questo dimostra la serietà dei modelli statistici previsionali americani e fa intravedere i fili del Gran Burattinaio!

Oggi la verità è figlia del tempo, ecco per quale motivo Icebergfinanza ha sostenuto per mesi l’anomali del mercato del lavoro americano, ricevendo molte mail di scherno sulle mie analisi!

Questo è Icebergfinanza, unico ad avere previsto fondamentalmente questa crisi!

Cari compagni di viaggio ci stiamo ormai avviando verso un orizzonte che verrà ricordato per sempre nella storia dell’Umanità!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 15:23

Per quanto non sia il mio settore, le affermazioni di Andrea sono da condividere.
Ma quanto potrebbe essere grave questa crisi ???, c’è il rischio che anche in Italia ci siano delle conseguenze sconosciute. Che situazione !!!!!!!, per molte persone sarà grave; conosco già delle qualcuno che stanno subendo delle conseguenze, non si meriterebbero una situazione peggiore.
Se qualcuno può dare la sua opinione, sarebbe gradita.

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 17:40

Com’era il motto capitano ?

Di revisione in revisione verso la recessione 😀

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:07

scusa andrea,

lo so che non l’hai detto tu ma lo hai solo portato a conoscenza.

ma veramente questo era già presente in primavera??

In America le piccole imprese sono un tessuto che rappresenta circa il 50 % del PIL privato e ben due terzi dei nuovi lavori. Dunkelberg a capo della NFIB che da voce a oltre 600mila piccole imprese ci dice che gli investimenti stanno scendendo, l’inflazione insinuandosi in ogni attività e l’occupazione il centro di gravità permanente, registra un drastico deterioramento con la perdita di circa 0,5 lavoratori per azienda come riportato da Borsa & Finanza.

allora chissà come sarà la situazione adesso.

2) analisi personale:
credo che dovremo sudare sangue.
credo che nessuno di noi abbia avuto a che fare con una crisi del genere. (dal 29 sono passati 79 anni).
qui nel nord est ,in tutti i paesi, ogni giorno di piu ,le aziende lasciano a casa gli operai.
chi per 1 settimana , chi per 2, chi organizza la manodopera giorno per giorno.
veramente si incomincia a vedere una situzione sempre piu critica .

jones…co

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:22

Politica
Il premier lasciando la conferenza stampa di Bruxelles: «Non c’è senso del ridicolo»
Gaffe su Obama, Berlusconi
polemizza con un reporter Usa
Vivace scambio di battute tra un giornalista di Bloomberg e il premier. «Si scuserà con Barack?». «Chiedi scusa tu»
BRUXELLES – Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Barack Obama («è bello, giovane e abbronzato») sono state al centro di un vivace botta e risposta tra il premier italiano e un reporter americano. Nel corso della conferenza stampa del vertice Ue, un giornalista dell’agenzia di stampa americana Bloomberg ha domandato al capo del governo italiano perché non chiedesse scusa al presidente eletto, Barack Obama per le dichiarazioni fatte da Mosca. «Anche tu – ha risposto il premier – vedo che ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri». Berlusconi aveva chiamato «imbecilli» i fautori della polemica. Ma «è una cosa offensiva», ha replicato il giornalista. «Per favore… per favore», ha risposto Berlusconi, cominciando a uscire dalla conferenza stampa, ormai alla fine. «Ma non dovrebbe forse chiedere scusa?», ha incalzato il giornalista. «Per favore… – ha replicato ancora il premier – ma chiedi scusa tu all’Italia». E poi, andando via, «non c’è più il senso del ridicolo», ha concluso.

07 novembre 2008

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:28

Probabilmente Obama vorrà coinvolgere nel suo governo Nouriel Roubini qualcuno ne sa qualcosa?

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:36

secondo me dopo una gaff del genere, di cattivissimo gusto (secondo me voluta ad arte, per simpatizzarsi chi è contro i neri), sarebbe il momento di far dimettere un imbecille del genere.
Io mi vergogno di un presidente del genere.
E chattando con l’estero, mi hanno piu volte preso in giro x il premie che abbiamo…
VERGOGNA!!!

MM

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:48

per andrea.
E’ da anni che nn mi fido piu dei dati che pubblica il sistema (ad esempio una inflazione dichiarata del 2 o 3 % negli ultimi anni era ridicola!!).

Ammiro come tu riesca a selezionare i dati veri, da quelli truccati ad arte.
Ciao.
MM

Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:51

Si è un piacere che qualcuno dei marinai di vecchia data ricordi ancora le espressioni del capitano…..Di revisione in revisione verso la Recessione…..sempre che sia solo recessione!

Per quando riguarda la vicenda di Obama, cè un detto che dice che ogni popolo ha i governanti che si merita……

comunque credo che ” l’ottavo nano” di nano abbia un pò di tutto!

Ogni altra considerazione è semplicemente superflua!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:51

Sembra che Obama abbia telefonato ad alcuni premier Europei, tranne ovviamente che a Berlusconi.
18:07 Casa Bianca: Obama non parteciperà al G20
Il prossimo presidente degli Stati Uniti, il democratico Barack Obama, non parteciperà al vertice del G20 sulla crisi dei mercati, in programma a Washington il 15 novembre. La notizia, anticipata dal New York Times, è stata confermata dalla Casa Bianca, che “non si aspetta” la presenza di Obama

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 18:54

AREA RASSEGNA STAMPA | Opinioni | Rassegna stampa
Nouriel Roubini: “Subito aiuti a famiglie e consumi ma Barack non può fare miracoli”
Fonte Intervista di Elena Polidori – La Repubblica
ROMA – «Dal mio punto di vista l´arrivo di Obama è un fatto positivo: avere un leader forte fa bene. Ma la crisi non è finita solo perché è stato eletto un nuovo presidente».
Vede ancora nero, Nouriel Roubini, l´economista della New York University che aveva previsto con largo anticipo lo scoppio della bolla immobiliare, il crollo della fiducia dei consumatori e dunque il gran trambusto finanziario in corso. «Per forza: siamo ormai di fronte ad una recessione profonda, severa, globale che non si risolve certo con i miracoli. E non basta un uomo».
Wall Street infatti non pare reagire troppo bene al voto
«Perché guarda agli indicatori quotidiani che vanno sempre peggio: i consumi, la disoccupazione… Obama si trova davanti a un enorme guaio economico-finanziario».

Lei come lo giudica, il nuovo presidente americano?
«E´ una persona intelligente e perciò saprà controllare e risolvere questi problemi. Ma sarà doloroso. Dovrà fare un durissimo, lungo lavoro. Ci vuole tempo e pazienza. La verità è che il treno della crisi finanziaria e bancaria ha già lasciato la stazione e oggi ci ritroviamo in recessione. Negli Stati Uniti, ma anche in Europa. E´ una recessione globale. Direi monumentale».

La situazione economica è stata in cima alle preoccupazioni degli elettori…
«Per forza: la gente non consuma, non ha i soldi per pagare i mutui, perde il lavoro. La crisi morde, ogni giorno di più. E´ sempre più amara. Ma adesso c´è un leader: dovrà lavorare sodo».

Obama saprà cosa fare?
«Le elezioni hanno dato certezza politica, e questo è senz´altro positivo. Ma è chiaro che un singolo individuo non può risolvere la crisi con i miracoli».

Si farà consigliare, non crede?
«Certo che sì. Lo sta già facendo».

Che cosa sa dei suoi consiglieri in materia economica?
«I nomi che sono sul tavolo sono tutti eccellenti: persone competenti che sanno di cosa parlano».

Per esempio chi?
«In primo luogo Larry Summers, che è stato con Clinton ed ha buone chance di diventare il nuovo Segretario al Tesoro. Ma anche gli altri nomi che circolano per questo incarico sono tutti di altissima qualità a cominciare da Timothy Geithner, della Federal Reserve di New York. Sulle questioni economiche è poi ascoltato anche Paul Volcker, ex presidente della Fed».

Stiamo parlando di una possibile squadra che non si insedierà prima del nuovo anno. Nel frattempo, cosa può accadere secondo lei?
«La situazione potrebbe peggiorare: economia più debole ancora, ulteriori shock finanziari. Ripeto: la recessione è profonda, terribile. I problemi sono così seri che sarebbe sciocco pensare di chiarirli in un giorno».

E allora?
«E allora per il momento il flusso di notizie è destinato ad essere ancora peggiore. Tutti gli indicatori-chiave continueranno ad andare male».

E dopo gennaio?
«Dopo ci sarà un nuovo team che deve “pulire” la situazione. Ma ripeto. Ci vuole pazienza. Occorre tempo».

Crede che la prossima riunione del G20 possa essere d´aiuto? Oppure l´idea di riscrivere una nuova Bretton Woods è solo una perdita di tempo?
«No, non è una perdita di tempo perché sicuramente va ridisegnata l´architettura finanziaria globale. E di certo va riformato il sistema dei supervisori, così come le istituzioni internazionali. Ma non è in un solo meeting che si fanno queste cose: ce ne servono tanti. E nel breve termine che si fa?».

Già, che si fa?
«Bisogna fermare la crisi».

Per riuscirci, quali sono i tre provvedimenti principali che Obama dovrebbe varare subito?
«Primo: bisogna continuare aggressivamente a ripulire il sistema finanziario dai titoli-spazzatura e rifinanziare le banche. Il flusso di capitali previsto finora non è sufficiente: ci vogliono ancora più risorse».

Il secondo provvedimento?
«Un rapido, forte programma di stimolo fiscale per risollevare i consumi del paese. Va fatto subito».

E per finire?
«Bisogna aiutare le famiglie che non riescono a pagare i propri debiti, inducendo le banche a ridurre le rate dei mutui-casa».

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:07

Ciao SD
Hai trovato quel libro che ti consigliai
sui danni apportati dai matematici e fisici nella finanza.
La coscienza de caos
P.S.
oppure Repetita Iuvant
28 Ottobre 2008 – 00:35

Leggi questo libro potrebbe esserti di utilità per comprendere i disastri di oggi.

SBANCARE WALL STREEt
Ovvero in che modo una banda di fisici indipendenti è risuscita a far fortuna in borsa applicando la teoria del caos.

Autore Thomas A. Bass
Sarà molto esaustivo sui disastri attuali.
Si parla che gia’ nel 1986 la Morgan Stanley assumeva fisici ,astrofici matematici a stipendi altissimi ,per sviluppare algoritmi, modelli matematici complessi ed altro da sviluppare e utilizzare.
Ma troverai altre utili chicche

Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:09

La mancata presenza del futuro presidente degli Stati Uniti è un segnale estremamente negativo per il G20 che verrà presieduto da coloro che hanno accompagnato ed assecondato la madre di tutte le crisi finanziarie e economiche della Storia.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:24

grazie per la risposta Andre
Se posso ti rispolveroquesta chicca del 2006
< Go To Nouriel Roubini's Global EconoMonitor Main Page
Italy’s Tremonti’s Temper Tantrums on EMU in Davos…a Sad Embarrassing Episode for Italy…
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On Friday I was in Davos in a panel on the “Ups and Downs of EMU” (European Monetary Union) where ECB head Trichet, Italian Economy Minister Tremonti, a few other EU officials and myself were supposed to discuss the following questions: Will EMU collapse in the future? Which country will exit first? What will be the consequences of a break-up of EMU? How to avoid that? And what are the prospects for the Growth and Stability Pact? Unlike the other panelists that ignored the topic and spoke instead about all the good things allegedly associated with EMU, I took the questions seriously by considering some of the problems and risks faced by EMU and the risks of a break-up, especially for the case of Italy.

My remarks caused a stir with Minister Tremonti who interrupted me in the middle of my remarks, went into a temper tantrum and shouted – to the consternation of all participants – to me: “Go Back to Turkey!!”. I happen to have been born in Istanbul; but more than offensive to myself his pathetic burst of uncivilized anger was an insult to the decent Turks who are currently trying to negotiate an agreement to enter into the EU. Before I give a full account of this incident that altogether embarrassed the irascible minister who made a fool of himself in front of a crowd of Davos participants, let me report almost verbatim my constructive remarks on EMU that triggered the pathetic and embarassing outburst of the minister.

“I have been introduced in this panel as presenting the “transatlantic” perspective on EMU. Actually, as I spent twenty years of my life in Italy and as I was born in Istanbul Turkey that will hopefully be one part a member of the EU my perspective is internationalist rather than transatlantic.

Also, I must clarify that, unlike some transatlantic observers that were always skeptical of EMU – perhaps because of their concerns about the rising economic, political and geostrategic power of a united Europe – I was an early and strong supporter of the idea of a European Monetary Union. My current concerns are that, while EMU has lead to a process of convergence of nominal variables (inflation, interest rates, etc.). it has also been associated with a process of increased divergence in economic performance, especially regarding economic growth rates. This economic performance divergence is a serious problem for some EMU countries (Italy, Portugal, Greece) and it may eventually lead to a collapse of EMU. I am not supportive of such a collapse but, unless appropriate macro and structural economic policies are undertaken, the risk of a break-up becomes serious.

Before the creation of EMU there was a wide debate on whether the Eurozone was an optimal currency area. The Euro-skeptics made the following points:

1.Monetary unions have to be associated with a full political union as one needs political legitimacy for monetary policies oriented towards price stability and disciplined fiscal policy.
2.There has to be a high degree of business cycle synchronization; local/national specific shocks to output or growth need to be limited.
3.There has to be a high degree of labor market flexibility – both in terms of real wages and labor mobility – to deal with real shocks.
4.The EU lacks the fiscal federalisms of the US where regional shocks to output/GDP have less effects on incomes/GDP because of the effects of federal tax, transfers and government spending.
5.There is the need for more economic flexibility and structural reforms to substitute for the lack of independent macro policies.
The EMU-skeptics concerns were dismissed by supporters of EMU based on the following arguments:

1.Trade integration within the Eurozone had already lead to greater output/growth synchronization and EMU would lead to further trade integration and real synchronization.
2.Because of structural rigidities, monetary policy is ineffective in affecting output and growth both in the long run and the short run; i.e. the Philips curve is vertical both in the short and long run.
3.Lack of independent monetary, fiscal and exchange rate policy would lead to faster structural reforms that would lead to greater real convergence.
The reality has turned out to be somewhat different as structural reforms have occurred in most member countries but at a pace that is less than optimal, way too slow. Also, the lack of macro policy flexibility has made reforms politically harder. Indeed the costs of reforms in terms of sacrifices are all in the short run while the benefits in the long run; and reform may have adverse demand effects in the short run as they may lead to precautionary savings. Thus, macro stimulus is necessary to facilitate politically difficult structural reforms. The lack of these macro policy tools has thus been an hindrance to reforms in some of the Eurozone countries.

The problem with EMU is that the growth performance of the Eurozone has been dismal in the last few years. The average growth rate in 2001-2005 has been about 1%. Is this slow growth all structural? The answer is no as structural rigidities and slower population growth imply that Eurozone potential growth is probably closer to 2% than the 3.5 of the US. So, the gap between the potential 2% and the actual 1% must be due to macro policies. The US reacted to the 2001 recession by slashing short rates from 6.5% to 1%, turning a large 2.5% of GDP fiscal surplus in to a 3.5% deficit and by letting the US dollar to sharply fall between 2002 and 2004. While US easing may have been excessive and reckless in the case of fiscal policy, the reaction of the Eurozone was too timid; the ECB – excessively concerned about inflation reduced rate much more slowly and less – down to 2% – than the Fed. Fiscal policy changed only marginally and the Euro sharply appreciated until early 2005. So, tight macro policies contributed to the shallow recovery of the Eurozone from the 2001 recession.

More ominously for EMU, there is a growing divergence of economic performance and growth rates within the Eurozone. The ECB argues – based on its research -that there is not growth divergence as:

1.The standard deviation of the growth rates within the Eurozone has not increased after EMU was formed.
2.The dispersion of growth rates within EMU is similar to that of the 50 states within the US.
These statistics are misleading for several reasons:

1.The average Eurozone growth rate has fallen since 2001; therefore the dispersion (standard deviation) of growth rates around this lower mean will be lower. One should look at the coefficient of variation (the standard deviation divided by the mean growth rate) to get a correct measure of dispersion. And the latter measure show increased divergence.
2.The standard deviation between 1999 and 2005 is stable because the 3 largest Eurozone economies (Germany, Italy, France) have underperformed and moved together. So, low dispersion is driven by a mediocre growth of the largest economies; the divergence between these laggards and the rest of the Eurozone has increased.
3.US states are very different from EU nations in two crucial dimensions; first, if there is a regional recession in Texas, folks pack and move to states with higher growth and employment, i.e. there is larger labor mobility in the US than in the Eurozone. Second, fiscal federalism (the automatic and policy induced change in taxes, spending and transfers) implies that a dollar fall in output in a US state in a regional recession leads only to a 60 cents reduction in actual income. So in the US state GNPs diverge much less than GDPs. This is not
the case in Europe where EU wide spending and taxed are minimal.
In summary, there is serious growth divergence in the Eurozone area. This performance divergence is leading to serious tensions in fiscal and monetary policy. Given the growth slowdown and the political difficulties of fiscal adjustment when growth is mediocre, larger fiscal deficit are emerging in many laggard countries. These persistent violations of the GSP are a medium term threat to EM and to the ECB no bailout rule. Also, economic divergence and the tensions it is creating is leading to political pressures on the ECB to do more to stimulate growth, as the reaction of EU finance ministers to the ECB December 2005 decision to hike rates by 25bps shows.

This growth divergence is becoming a serious threat to EMU. As an increasing number of European observers are suggesting, different countries are coping differently to these challenges. Daniel Gros has shown that Germany has reacted with corporate restructuring, cutting labor costs and “competitive deflation”. I would argue that Italy has done little and is experiencing “stagdeflation”, a combination of stagnation and deflation. Indeed, as shown by Daniel Gros Italian labor costs have increased by 20% relative to those of Germany since EMU while Italy’s trade market shares have fallen by 20% relative to Germany. Similar competitiveness problems are faced by Greece, Portugal and Spain.

Gros correctly also points out that the divergence in GDP growth rates has been lessened by the housing bubbles in countries like Italy, France, Spain, Portugal and Greece as low short rates and low long rates (driven by a global bond market conundrum) have caused unsustainable asset bubbles. The current loss of competitiveness of Spain is hidden by the housing bubble but, once…

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:28

Io la interpreterei anche come una rottura con la precedente amministrazione, e quindi con decideranno niente perchè hanno un’anatra zoppa.
Scusami per il libro consigliato a SD non vuole essere pubblicità.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:35

Le parole hanno un peso e un’anima e il tempo ne amplifica la portata rendendo giustizia dell’ignoranza umana.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:37

forse non ci va ,solo perchè ce berlusconi !!!potrebbero pensare anche questa !! quelli che la storia se la sono dimenticata !!!!un saluto a tutti i permalosi sia di quà che di la ( minghin )

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 19:53

#32
Berlusconi crede ancora di incontrare Obama al G20, di abbracciarlo e baciarlo, magari cadendo da un trespolo.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:01

Ciao #27, posso chiamarti La Coscienza del Caos?
Purtroppo in questo periodo sono stato super impegnato con il lavoro e con l’organizzazione delle meritate ferie, e non sono riuscito a leggero; ma appena torno lo comprerò sicuramente, non costa neanche tanto, e lo leggerò. Penso che prima di Natale riuscirò a darti la mia opinione della lettura (io non sò !!! non c’è mai tempo di fare niente!!!)

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:03

la cosa piu ridicola è che berlusconi ha detto che dare dei consili ad obama!!!
MA CHI SI CREDE DI ESSERE l’ottavo nano?? Io mio vaso è traboccato dopo questa frase, adesso non lo sopporto piu.
Basta, stop, fine.

MM.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:08

MM, non prendertela che probabilmente l’umiltà non si concilia con il Potere; altrimenti il dubbio li renderebbe incapaci di comandare.

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:30

#34

Certo chiamami :
La coscienza del Caos

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:31

bha non sono convinto.

Vedi andrea, umile, ma deciso.

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:40

Hehehe ma Andrea non comanda

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:41

ù|mi|le
agg., s.m. e f.
FO
1 agg., s.m. e f., che, chi è consapevole dei propri limiti e non si inorgoglisce o esalta per i propri meriti o virtù: una persona u., è u. nonostante il posto che ricopre, nei vangeli vengono esaltati gli umili
2 agg., s.m. e f., che, chi nei riguardi di altre persone dimostra rispetto e sottomissione: è u. coi genitori, coi professori; nel passato anche in formule di cortesia, spec. in chiusura di uno scritto: l’u. servitore Vostro
3 agg., che denota umiltà: atteggiamento, portamento, sguardo u.
4 agg., misero, dimesso: coperto da un u. cappottino | modesto, poco gratificante o di limitata considerazione sociale: abitazione u., un u. impiego, le faccende più umili e faticose
5 agg., socialmente non elevato: umili origini, una persona di u. estrazione sociale | s.m., spec. al pl., chi è di modesta estrazione o condizione sociale: protagonisti di quel romanzo sono gli umili
6 agg. LE poco elevato da terra: si vedea … | … qualche umil virgulto (Ariosto)

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:45

Per La coscienza del Caos.
Prima che mi dimentichi cosa ne pensi della formula della velocità che avevo modificato qualche giorno fà.
velocità=s(d3)/t(d3) mi sembra migliore.

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 20:46

x MM POTRESTI DARLI ANCHE TU I CONSIGLI ,perche no? ,visto che siamo diventati un popolo di sapientoni ,prima bruciamo le bandiere americane in piazza,poi ci scandalizziamo x una frase ,( non ce vento x i marinai che non sanno dove andare

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 22:03

SD :
Pensa a questo paradosso è uno dei tanti di filosofia è stato risolto con la tua formula me l’hai ricordato.

Il paradosso di Achille e la Tartaruga

Enunciamo il paradosso di Zenone, dando poi la soluzione.
Achille più veloce sfida alla corsa una lenta tartaruga, dicendole:
– Scommettiamo che riesco a batterti nella corsa anche se ti dò dieci metri di vantaggio ?
la tartaruga risponde:
– Sai, io sono molto lenta, è il mio stile di vita, ma se mi dai dieci metri di vantaggio, non puoi battermi!
– Sì che posso, io sono il doppio più veloce di te.
– Anche se sei il doppio più veloce non potrai mai raggiungermi. Vedi, mentre tu percorri i dieci metri che io ho di vantaggio io mi sposto in avanti di cinque. Tu dovrai poi percorrere questi cinque metri, ma io mi sarò spostata in avanti di altri due metri e mezzo che tu dovrai recuperare. Ma mentre tu cercherai di raggiungermi facendo questi due metri e mezzo io mi sarò spostata di un altro metro e venticinque e così via fino all’infinito, così tu non potrai mai raggiungermi.
Così dicendo la tartaruga tracciò sulla terra un diagramma che spiegava la situazione. Achille osservò a lungo il diagramma, ripetendo mentalmente più volte il percorso della gara, non riuscendo a capacitarsi di come fosse possibile che egli non riuscisse mai a raggiungere il più lento animale. D’altronde Achille poteva, ragionando in altro modo, sostenere di poter vincere la gara. Infatti quando Achille avesse percorso, diciamo, trenta metri, la Tartaruga ne avrebbe percorsi solo quindici; detratti i dieci metri di vantaggio iniziali, Achille si sarebbe ancora trovato in vantaggio di cinque metri. Il paradosso appassionò molto gli antichi, che non conoscevano la teoria delle serie e trovavano inspiegabile il ragionamento. Proviamo anche noi a riflettere su quel diagramma

Scritto il 7 Novembre 2008 at 22:08

Ho trovato il tuo blog oggi…sapevo dalla tv che stavamo messi proprio male, ma non pensavo che la situazione fosse così grave! Grazie, tornerò a leggere ogni giorno!

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 22:26

La soluzione moderna dei paradossi di Zenone

I due paradossi di Zenone contro il moto sono stati successivamente affrontati alla luce della cosiddetta teoria delle «serie convergenti», proposta in età moderna da Gregorio di San Vincenzo (1584-1667). In virtù di tale teoria, è emerso che la conclusione dei due argomenti zenoniani è falsa, poiché la prova che dovrebbe convalidarla non risulta valida. L’errore di Zenone consiste nel credere che una somma di infiniti segmenti non nulli debba necessariamente dar luogo a una grandezza infinita. Invece, se i segmenti diventano sempre più piccoli (cioè se tendono a zero), tale somma può risultare finita.
L’esempio numerico proposto in precedenza per illustrare il paradosso dell’Achille, prevedeva che il «piè veloce», prima di raggiungere la tartaruga, dovesse percorrere una distanza pari alla seguente somma: 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + 1/16 + … Questa somma, o serie, di infiniti tratti spaziali non è una distanza infinita, ma è il segmento di lunghezza due metri. La teoria delle serie convergenti ci consente quindi calcolare che Achille supererà la tartaruga esattamente dopo due metri di corsa.
Lo stesso ragionamento che vale per lo spazio, si può estendere anche al tempo. Per percorrere infiniti tratti di spazio non occorre un tempo infinito: infatti, se questi tratti sono infinitesimi come nell’esempio suddetto, esigeranno tempi o tempuscoli infinitesimi, la cui somma è finita.
La grande importanza di Zenone sta nell’aver obbligato i matematici posteriori a elaborare questa teoria, grazie alla quale ci si può liberare anche dei suoi paradossi.
Poi ricordati che il concetto di zero è stato elaborato da 2 civiltà:
India e Maya

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 22:45

Accidenti -La coscienza del Caos- mi hai messo un pò in difficoltà con la teoria delle serie, ho provato a guardarla solamente, con tanti impegni quotidiani mi servirà del tempo per studiarla. Dovrei rileggermi i libri in mio posesso.

SD

Scritto il 7 Novembre 2008 at 22:49

“E’ inaccettabile” che l’Iran sviluppi armi nucleari, ha detto a Chicago il presidente eletto americano barack Obama nella sua prima conferenza stampa, aggiungendo che “bisogna condurre uno sforzo internazionale per impedire che cio’ avvenga”. Obama ha aggiunto che il sostegno iraniano alle organizzazioni terroristiche “deve cessare”.

Commento:

Purtroppo Obama è un uomo del sistema. Non fate paragoni con altri del passato, la sua dichirazione conferma tutto, domani forse cambierà…mi dispiace aver letto questa dichiarazione, ecco perchè Bush era tanto sereno!!!!!!

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:05

Ok La coscienza del Caos ma non credo che sia un paradosso che t(d3) possa solo scorrere in avanti, ed invece t(d4) o t(dx) secondo quanto ho studiato io, possa addirittura rallentare o scorrere all’indietro.
Non dovrebbero essere la stessa cosa, o nò. Ci penserò perchè io ho qualche difficoltà ad immaginare uno spazio a 4 dimensioni.

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:07

Me gusta la tua idea del d3 e t3 dovevamo nascere nella Magna Grecia, tu su una cava e io in una botte di Vino

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:13

Perchè in una botte di vino, non l’hò capita, magari la prossima volta me la spieghi.

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:18

#46 Sarei sempre ubriaco e senza problemi.
Il paradosso del gatto imburrato

Direttamente da Wikipedia, il paradosso del gatto imburrato. Si tratta di un paradosso goliardico volto a dimostrare la possibilità di arrivare al moto perpetuo. Una delle due leggi su cui si fonda però non ha validità scientifica (trattasi di legge di Murphy) pertanto il paradosso è falso.

Le due leggi alla base di questo paradosso sono:

1. Un gatto cade sempre sulle zampe e mai sulla schiena;
2. Una fetta di pane imburrata cade sempre dalla parte del burro (Legge di Murphy).

Assunte queste due leggi come valide, basta prendere un gatto e legare una fetta di pane imburrato sul suo dorso per arrivare al moto perpetuo.
Lasciando cadere il gatto da un’altezza ipoteticamente infinita, il gatto tende ad atterrare sulle zampe, mentre la fetta di pane imburrato tende a cadere dalla parte del burro. Sia il gatto che la fetta di pane continueranno perciò a ruotare creando un moto perpetuo.

Notte

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:26

#51 Per forza non vale; perchè non dovevano legarli, adesso sono un gattofettainburrati.
Notte

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Novembre 2008 at 23:52

Anonimo

Cosa può fare il Brasile??

Vabbene che Lula sta aquistando armi (sottomarini, aerei di guerra etc) mas il Brasile non è ostile, almeno fin’adesso.

Ha tante risorse naturali, pochi debiti esteri. Non sò che grosso ruolo potrà avere davanti a nazioni com 10 X il suo PIL. Sia piu chiaro, fare certe affermazioni senza motivarLe non è gentile.

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 03:23

lascio un link.
Sono anni che lo seguo (scrive pochissimo ma quando scrive scrive).
http://www.demetrainvestimenti.com/

c’è anche un servizio a POSTpagamento che nn ho mai verificato e non mi interessa.
Mi prendo la responsabilita di questa (pubblicita) ma secondo me merita di essere letto.
MM

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 03:26

se avete notato si a mc cain che bush hanno elogiato obama.
Secondo me c’è qualcosa sotto.
Alle grandi forze nn ci si puo opporre, ma bisogna seminare nel frattempo , xche dopo la tempesta, i semi siano gia pronti a germogliare.
Ben venga andrea a seminare speranza, ma non facciamoci troppo illusioni.
ciao.
MM

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 03:29

per 42.
Hai votato berlusconi? di la verita dai……

MM.

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 07:36

ma che cavolo di filosofi……
ma una telefonatina tra voi no???

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 08:02

53
guarda che secondo me quello voleva avvertirci che il brasile sta facendo la fine dell’argentina di qualche anno fa.

jones..co

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 08:07

per MM,

interessanti ma vecchiotte queste recensioni .
ma perchè non si trova mai una data di quando sono state scritte.
quella dell’oro sembra fatta nel 2004

jones…co

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 08:41

Il brasile è come tutti sappiamo un paese emergente che deve la maggior parte del suo sviluppo economico ai capitali esteri e alle esportazioni.
Il brasile rimane tuttavia un economia debole che non ha ancora sviluppato un mercato interno. (non per niente il rating sul suo debito era un bbb- … anche se so che in questo blog ora c’ è un avversione alle case di rating …)

Premesse queste considerazioni che sono tuttavia molto generali….

Guardate i tassi : il tasso di riferimento del brasile è 13.75 con aspettative (guardate la curva dei rendimenti) al rialzo.
Guardate l’ andamento del cambio con le principali monete tipo $ ecc…

Se volete qualche dato macro… andate a guardarvi le immatricolazioni auto.

Non mi tirate in ballo la storia dell’ inflazione ecc… perchè siamo in piena deflazione.

Mi fermo qui, solo questi piccoli indicatori vi dovrebbero far rizzare le orecchie.

Ovviamente non ho nessuna certezza chi vuole intendere ,intenda !

Rimane una considerazione personale. Il futuro dara risposta.

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 11:13

#57 hai ragione, con tutti questi paradossi, non si capisce più niente; ma ricordati che la base della Scienza è sempre la realtà, anche se complessa e a volte incomprensibile, tutte le leggi fisiche, matematiche e filosofiche devono superare la prova dei fatti e della realtà.
Non sarà mai possibile costruire un Enterprise ed andare a 10-100-1000 anni luce dalla terra, al massimo si potra viaggiare all’interno del sistema solare. Ho paura che siamo destinati a sportarci in massa su Marte o Saturno o Giove, chi vivrà vedra.

Io visto che non ci capisco più niente; fra paradossi e economia, me ne vado in vacanza a rilassarmi.

Un saluto a tutti e in particolare a Andrea e La coscienza del Caos

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 11:49

O forse c’è una possibilità di costruire una nave che vada a 10 anni luce dalla terra.
Ma dovete fidarvi di La coscienza del Caos come pilota e di mè come meccanico e tecnico alle manutenzioni. Hehehehe ci sarà da divertirsi.

SD

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 14:31

ciao andrea , sono minghin , ti voglio chiedere perchè l’assenza di obama dall g20 dovrebbe essere una cosa molto grave, forse non lo è !!!! forse à in mente quacosa che per il momento non può dire ,forse ha capito che quella strada non va , forse è meglio prenderne un altra !!!!. ciao a tutti i naviganti , .PS non dimenticatevi mai e poi mai la storia , non dimenticatevi mai e poi mai la fede ,wwwwww la vita ciao a tutti (minghin)

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 15:49

per 59, a quale recensione ti riferisci?
MM

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 15:53

per 63(minghin).

Forse Obama(si quello abbronzato by B.) non va al G20 perche fino al 20 gennaio il presidente è ancora BUSH?

MM

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 16:56

per 59 ok ho capito a cosa ti riferisci. Mi ero dimenticato, l’ho scritta stanotte mezzo ubriaco. Si molte sono datate, ma il tipo è di una coerenza totale.
MM

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 17:54

“Lo sceicco Osama Bin Laden sta seguendo la preparazione di un attentato contro gli Stati Uniti che supera di gran lunga quello dell’11 settembre”. E’ quanto ha rivelato un ex dirigente della cellula yemenita di Al Qaeda al giornale arabo al-Quds al-Arabi. Il quotidiano diretto da Abdel Bari Atwan ha pubblicato oggi in prima pagina le rivelazioni di una persona definita “molto vicina alla direzione di Al Qaeda nello Yemen”.
Secondo l’esponente jihadista yemenita, di cui non è stato rivelato il nome, questa per l’organizzazione terroristica è una fase positiva, perchè alcune sue cellule sono diventate più forti di prima. Tanto da avere dei campi di addestramento in diverse zone del mondo. “Lo prova il fatto che ora noi controlliamo buona parte del sud della Somalia – spiega – così come i talebani controllano la maggior parte del territorio afgano e molti capi tribù yemeniti a noi vicini controllano le province di Marib, al-Jawf e Sàda e hanno giurato fedeltà ufficialmente ad Al Qaeda. In questi anni di guerra al terrorismo abbiamo inoltre acquisito grosse esperienze ed abbiamo imparato dagli errori passati e anche da quelli commessi da Washington che hanno coinvolto nella loro guerra gruppi che nulla avevano a che fare con Al Qaeda”.

L’ex terrorista sostiene di essere ancora in contatto con gli attuali capi dell’organizzazione nello Yemen e che solo sei mesi fa Osama Bin Laden avrebbe inviato un messaggio a tutte le cellule jihadiste nel mondo arabo nella quale si chiedeva loro di non condurre alcuna trattativa con i loro governi o con i partiti politici, e di non prendere in considerazione alcuna offerta di mediazione. La fonte prevede inoltre che nei prossimi giorni il gruppo terroristico possa mettere a segno un violento attentato approfittando del fatto che da alcune settimane è calata la tensione e la vigilanza da parte delle forze di sicurezza nello Yemen.
Intanto a Washington, nel uo primo discorso alla
radio da presidente uscente, George W. Bush è tornato ad assicurare “uno sforzo senza precedenti” per assicurare una “transizione senza strappi” dalla sua amministrazione a quella di Barack Obama, che si insedierà il 20 gennaio. Anche in chiave antiterroristica. “Il nostro Paese – ha detto il presidente, che riceverà alla Casa Bianca il suo successore – affronta sfide economiche che non aspetteranno che il nuovo presidente si insedi. Questa sarà inoltre la prima transizione presidenziale in tempi di guerra in quattro decenni. Stiamo lottando contro estremisti violenti che sono determinati ad attaccarci e ai quali non piacerebbe nient’altro che sfruttare questo periodo di tempo per colpire il popolo americano”.

Per tutte queste ragioni, ha ribadito Bush, “assicurare che questa transizione avvenga senza strappi sarà la mia principale priorità. La mia amministrazione lavorerà duramente per assicurare che il prossimo presidente e la sua squadra incomincino a lavorare da subito a pieno ritmo”.
Fonte “repubblica.it”

Steve Rademaker, Michael Rubin, Kenneth Weinstein, Kenneth Katzmann, Michael Makovsky e su tutti Dennis Ross. Ecco formato il nuovo pensatoio neocon per il futuro presidente che vuole cambiare l’America e che elegge a capo del gabinetto il figlio di un terrorista israeliano, Rahm Emanuel.

Teorema: attentato pilotato negli Stati Uniti, crisi economica spaventosa negli stessi, alibi per ordire un attacco ai danni dell’Iran.

L’economia esploderà nei prossimi mesi: i derivati valgono migliaia di miliardi, molte istituzioni finanziarie, banche, fondi pensione, enti pubblici li hanno con sè: come faranno a disfarsene? Senza contare i credit default swap.

Quest sfacelo è stato creato ad arte per distruggere l’umanità e salvare pochi potenti.

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 18:52

Credo che il paradosso di Zenone sia stato superato attraverso la nuova concezione dello spazio o meglio dello spazio-tempo descritto da Einstein.
Secondo questa nuova concezione sia Achille che la tartaruga non attraversano lo spazio ma lo deformano dall’interno accorciandolo in direzione del moto fino a portarsi l’uno a ridosso dell’altro. Non ha senso quindi parlare di segmenti sempre più piccoli la cui somma convergerebbe a un valore finito in quanto questi non rappresenterebbero tratti di spazio da attraversare. Per attraversare veramente lo spazio bisognerebbe superare la velocità della luce…. ma questa è una velocità limite!

Mimmo da Cardito

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 20:32

Ma ci possono essre particelle che nascono a velocità superiori e semi ricordo bene per il principio di causalita non interagiscono con la realtà

utente anonimo
Scritto il 8 Novembre 2008 at 21:00

#68
Per alcuni la soluzione è arrivata col calcolo differenziale di Newton/Leibniz e le teorie sulle serie convergenti
Per alcuni addirittura esiste ancora il paradosso e neanche la tua spiegazione giusta risolve.
La coscienza del caos

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 00:37

E’ sempre bello leggerti Andrea, è confortante in un momento così ritrovarsi e scoprire che non si è soli nel condividere idee che la maggior parte degli esseri umani trova folle… Certo, non usavo i termini tecnici che usi tu, nè quelli che usano gli altri, ma anche io nel mio piccolo cercavo loro si aprir gli occhi, e l’unico risultato è stato quello di esser guardata strana. La bolla? ahah…grassa risata…il variabile? una gran drittata, il fisso era per i cretini…
Ho passato tutta la notte in piedi il 4 di novembre, certa e speranzosa che Obama venisse eletto.
Indescrivibile l’emozione, indicibile la gioia, incommensurabile il desiderio di esser sotto quel palco ad applaudire e incoraggiare un uomo capace di tale risultato. C’era di tutto, bianchi, neri, rossi, verdi, giovani, anziani…di tutto e ognuno piangeva commosso, e li capisco, ammetto di averlo fatto anche io.
Si Andrea, condivido appieno la tua speranza, il tuo supporto, il tuo continuare a seminare affinchè inizi una nuova era, fatta di sentimenti e di emozioni, e non piu di consumi e sopraffazioni. Utopia? Nessun uomo può cambiare il mondo? Balle. Se cosi fosse saremmo ancora impanati all’epoca preistorica. Abbiamo la nostra speranza ora, elemento essenziale per ogni “rivoluzione”. Staremo a vedere chi avrà ragione, ma io son convinta, una nuova era è iniziata.
Per la cronaca, per tutti i poteri forti e non che continuano a sostenere che la bolla immobiliare non esiste e che i prezzi delle case rimarranno stabili, comunico che il famoso appartamento di 50 mq a santa marinella (3 palazzine da 10 alloggi l’uno) 2 anni fa veniva venduto sulla carta a 240mila euro, a giugno di quest’estate 210mila, a settembre a 190mila, ora a 150mila.
Ad oggi sono ancora invenduti.
Immagino che anche a 150mila il costruttore abbia il suo guadagno, pensare che ne guadagnasse altri 90mila speculandoci sopra, non solo mi fa orrore e schifo, ma mi esorta ad aspettare il famoso cadavere del palazzinaro scendere lungo il fiume….e comprare quando sarà lui con l’acqua alla gola, come hanno fatto con tanta povera gente.
Fulvia

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 08:09

tutti gli anni che finiscono in 8 sono anni di transizione e rivoluzione, si passa da un sistema, ormai becero, ad un nuovo sistema; e l’uomo, che in fondo e’ l’essere piu’ sensibile di questo pianeta, non puo’ che gioirne, al di la’ di tutti i possibili coinvolgimenti… perche’ tutto cio’ fa parte della Natura.
Certo, restano ancora tanti i problemi, perche’ di bricconi in giro ce ne sono tantissimi; ma, questo “riordino”, li terra’ per un po’ occupati. Questo tempo ci servira’ per riprendere fiato. Intanto, festeggiamo il 2008 ed il regalo che ci ha fatto.
un saluto a tutti
pinio

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 09:30

anno bisesto anno ?

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 10:37

bravo il comandante. E umile, molto umile. Predica ma non razzola. Ti ho visto…..mascherina.

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 10:53

anno funesto, perche’ si arriva al dunque. E la giustizia non fa sconti.

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 12:16

fulvia….. non vorrei inficiare la tua immensa fiducia in obama,….
ma cosa po fare anche lui?

Nel suo primo discorso dopo l’elezione a presidente degli Stati Uniti, venerdì sera, Barack Obama ha parlato di industria dell’auto come «spina dorsale» del sistema indutriale americano. Segno che non intende interferire nei piani di erogazione di un primo prestito statale da 25 miliardi già approvato e che probabilmente non si scaglierà contro un piano di salvataggio che ancora una volta, come per le banche, rischia di pesare sui contribuenti al punto da mettere in forse le promesse elettorali del primo afro-americano alla Casa Bianca.

se vui leggerti tutto l’articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/11/auto-crisi-gm-ford-volvo.shtml?uuid=538f3678-adbe-11dd-bedb-dd3648ff3b0e&DocRulesView=Libero

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 12:18

dimenticavo,..
soo jones…co

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 12:30

quello che non ha fatto Bush

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 14:13

ma come fai a credere in una persona ke nn conosci?

ma come si fà a stare su tutta la notte x sapere se vinceva ki sapevano tutti ke avrebbe vinto?

ma pensi sinceramente ke una persona possa cambiare il mondo?

pensi veramente ke quello ke è stato fatto in questi ultimi 8 anni in amerika sia merito di quel pagliaccio di bush e nn di ki gli stava alle spalle?

e veramente pensi ke obama nn sarà in balia delle mani forti del paese?

nn posso credere ke ci si possa illudere cosi

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 15:03

rispondo al post 79

Che vivi a fare, tanto sai che morirai! Ma che discorsi fai? perdonami. Non conosco Obama, così come non conosco chi ci governa, io sarò anche un illusa, ma sempre meglio che esser qualunquista. Se tutti, nella storia dei tempi, avessero ragionato come te, saremmo ancora alla ruota fatta di pietra, senza nemmeno una conquista per i diritti civili.
Ha dato speranza, il che non è poco. Si rivelerà peggio degli altri? Tutto può essere, ma quantomeno ha riacceso una luce spenta ormai da troppo tempo

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 15:09

inoltre non sono mica cosi sciocca da pensare che le cose cambieranno in quattro giorni, cosi come per le promesse elettorali… io non sono un genio della finanza, ma va da sè che deve necessariamente salvare il salvabile e cercare di far perdere meno posti di lavoro possibili. Mi sa che gli utopici siete voi ragazzi, non io…
Leggo il sole24ore, il corriere della sera, la repubblica, la stampa… leggo tutto, tranne i giornali di partito, siano essi di destra o di sinistra, troppo faziosi. Ma leggo e mi informo… La verità è che noi italiani ci meritiamo questa classe dirigente, siamo un popolo dalla corta memoria storica, dal poco senso civico e dal forte menefreghismo…se una cosa non tocca noi direttamente, allora non ci frega nulla (basta guardare i referendum che non hanno raggiunto il quorum necessario: procreazione assistita, art 18 sul lavoro e cosi via..)
Io non so voi, da noi non c’è piu speranza, noi siamo sempre piu nel liquame e nessun con la voglia di uscirne…
Non conosco Obama, forse sarà il peggior presidente degli stati uniti, ma come ha detto Andrea, lui a differenza di tutti ha dato speranza, non paura. Che sia un santo poi, mai detto, nè sostenuto

Scritto il 9 Novembre 2008 at 16:46

Cara Flavia non la senti anche tu quella manina sulla spalla che ti fa rilassare che in fondo non c’è alcuna speranza per il futuro……..nulla cambia tutto è per sempre uguale!

Obama ha portato alle urne in proporzione più speranza di quanta non ne abbia portata Kennedy, le dichiarazioni ad hoc su un attentato in preparazione nei prossimi mesi potenzialmente più devastante di quello dell’ 11 settembre in fondo è un replay di questo “vecchio mondo” casualmente oltre l’amministrazione Bush, ma questo per Icebergfinanza non è una novità, come non sono una novità la moltitudine di iceberg e scogli economici/finanziari e geopolitici segnalati in questi lunghi 20 mesi che testimoniano la sua consapevolezza, molto al di là della sua Speranza!

Il cambiamento è un’alba proiettata nel futuro, il presente una palestra dove giorno dopo giorno si riscontrano gli errori del passato, dove come dice Sen ….Se è vero che gli individui in realtà, perseguono incessantemente e senza compromessi solo il loro ristretto interesse personale, allora la ricerca della giustizia verrà intralciata a ogni passo dall’opposizione di tutti coloro che abbiano qualcosa da perdere dal cambiamento proposto. Se invece gli individui, come persone sociali, hanno valori e obiettivi di più vasta portata, che includono la comprensione per gli altri e un impegno verso norme etiche, allora la promozione della giustizia sociale non dovrà necessariamente fronteggiare un’incessante opposizione a ogni cambiamento.”(…)

Detto questo si tratta di scegliere se fare lasciarsi cullare dalla corrente del nulla o verificare se nella nostra vita nel micro possiamo vivere meglio che nel macro!

Il macro ha bisogno di tempo per essere cambiato, mentre il nostro presente e futuro dipendono da noi stessi……

Credere è una bella cosa, ma mettere in atto le cose in cui si crede è una prova di forza. Sono molti coloro che parlano come il fragore del mare, ma la loro vita è poco profonda e stagnante come una putrida palude. Sono molti coloro che levano il capo al di sopra delle cime delle montagne, ma il loro spirito rimane addormentato nell’oscurità delle caverne. (Gibran)

C’è gente che non si sforza di credere ……figurarsi cosa possono riuscire a fare!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 17:31

Ti ricordi Andrea, tu sarai cronista più preciso e profondo di me, di quanto esattamente 4 anni anni fa, alla vigilia del voto, Bin Laden minacciò l’america? Tutti colti dal panico corsero a scegliere chi sappiamo, perchè sembrava appunto l’appiglio più sicuro. Oggi li abbiamo visti i risultati e gli americani, più che noi, ne stanno pagando le conseguenze… Quest’anno la stessa cosa, un giorno prima delle votazioni video messaggio e successiva minaccia di un attentato peggiore dell’11 settembre. Siamo stanchi… e sempre in più ormai iniziamo veramente a pensare che dietro quella strage, che cambiò il mondo, ci sia stata una mano diversa da quella sempre pubblicizzata.
Togli la speranza, togli l’essenza della vita stessa. Ora loro hanno un motivo per credere, lottare, costruire e riprendersi, comprendendo dove hanno sbagliato e cercando di non farlo più.
Ora la verità è davanti gli occhi di tutta la povera gente, dove tutto è stato tolto loro per far arricchire sempre più coloro che di soldi ne avevano a montagne. Sempre stato così, ma questi livelli non erano mai stati raggiunti.
Io glielo invidio un presidente cosi, un McCain capace di perdere in un modo cosi signorile e di esortare al lavoro e alla collaborazione. Banalità? Getto uno sguardo ai nostri politici e la reazione è quella che avevo quando seguivo economia all’università … (da nodo scorsoio)…
Io preferisco credere…

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 17:31

sono d’accordo con Fulvia, il suo interlocutore si fa trascinare dalla corrente, e quindi non ha piu’ niente in cui credere. La gente sta festeggiando soprattutto la sconfitta di Bush e del suo fantoccio, invece per Obama c’e’ tempo

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 18:36

credere è una cosa illudersi è un’altra.

vi do appuntamento fra 6 mesi o 1 anno e vedremo cosa ha fatto obama.

ma lo conoscete meglio di berlusconi? (ke pure adesso conosciuto da tutti come pagliaccio e cabarettista è stato votato dal 60% degli elettori).

ma credere in ki ? (e qui si fa razzismo) solo xkè è nero .

ma se ancor prima di insediarsi sembra debba già smentire tutte le promesse fatte in campagna elettorale…..
…e debba anke lui piegarsi ai poteri forti e salvare banke e aziende con i soldi della povera gente ke nn sa come sfamarsi.

kiamatelo cambiamento voi!!! io no di certo!!!!

certo credere in cose concrete è anke la mia filosofia,
illudersi lo lascio a ki nn vuole crescere ai bambini

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 18:41

(scusate la mia parentesi … vi premetto che non parlerò di politica)

Caro Capitano vorrei invitarti a scrivere dell’ uomo che sta dietro al lavoro faraonico di questa nave. Non voglio sicuramente invadere la tua privacy dato che già ti esponi moltissimo usando il tuo nome e cognome ma vorrei chiedere qualcosa su di te.
Sicuramente io non voglio sapere chi sei,che lavoro fai,se hai studiato ecc.., non mi interessa saperlo (o almeno non è questo che ti chiedo) ma voglio chiederti del perché del tuo viaggio. Insomma fare una “specie di intervista”.
OVVIAMENTE INVITO ANCHE GLI ALTRI MEMBRI DELL’ EQUIPAGGIO in questa “INTERVISTA”
Ti pongo delle domande poi ovviamente sarai libero di rispondere:
(probabilmente avrai già risposto a queste domande nel corso del viaggio,mi scuso in anticipo se dovrai ripetere alcune “risposte” )
– Se potessi descrive l’ attimo o la molla che ti ha portato a ricercare e a esaminare l’ odierna crisi cosa racconteresti ?
– (questa per me forse è la domanda più importante) quale tipo di metodo o perché hai deciso di affidarti ad alcuni dati rispetto ad altri e come sei riuscito a staccarti dalle opinioni “autorevoli” dei grandi economisti,analisti ecc… e soprattutto come sei riuscito a staccarti “dalle quotazioni” … cosa sicuramente non facile.
– Vedo che proponi spesso il festival dell’ economia di Trento e sicuramente sono sicuro che non ti sei imbarcato in questa avventura senza nozioni di economia, posso dedurre che avevi una notevole esperienza prima di iniziare questo viaggio ? sbaglio ?
– Cosa consiglieresti ai naviganti quando si devono confrontare con la moltitudine di informazioni (e a volte disinformazioni) di internet,tv,radio,giornale…ecc…
– Ritieni la stampa estera più approfondita e competente di quella nostrana ?
– Come hai vissuto nell’ ambiente vicino a te i primi momenti del viaggio. Insomma dicevi il contrario di quello che dicevano tutti … com’era il rapporto con chi ti stava vicino nel lavoro ecc…?
– Chi ti conosce sa che sei un grande ottimista (anche troppo per me) ma hai paura ? la crisi toccherà tutti noi e probabilmente il nostro lavoro . Cosa ti preoccupa di più la crisi o quelle che verrà dopo la crisi ?
– Parli spesso di etica, e vorrei chiederti se provi rabbia di fronte alle ricette dei governanti che vanno dai Biocarburanti agli accordi tipo WTO che vanno a scapito dei (come gli hai chiamati te) sotterranei dell’ umanità. Non provi rabbia per il cambiamento delle regole del gioco a seguito di questa crisi (concorrenza,aiuti di stato ecc..)? Insomma sei arrabbiato ?

Colgo l’ occasione per ringraziarti del tuo lavoro, e mi dispiace se forse non sei stato valorizzato come invece meritavi.
Vorrei finire con 2 citazioni, una citazione di Giovanni Paolo II del 1981 ai proprietari delle piantagioni di canna da zucchero: ” L’ ingiustizia regna quando le leggi di crescita economica e di sempre maggior profitto determinano le relazioni sociali,lasciando nella povertà coloro che non hanno altro da offrire se non il lavoro delle proprie mani. Pertanto la Chiesa non esiterà di farsi carico della causa del povero e di diventare la voce di coloro che non sono ascoltati quando parlano per CHIEDERE GIUSTIZIA e non per domandare elemosina.
La seconda citazione la conoscete meglio di me : Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati !
Anch’ io voglio gridare insieme ai sotterranei dell’ umanità… GIUSTIZIA ! Forse oggi ne abbiamo bisogno più del pane !
By Fabio

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 19:10

Mi dici come fai a paragonare Berlusconi, un premier che ha un conflitto di interessi senza precedenti in quanto proprietario di banche, giornali, assicurazioni, squadre di calcio, televisioni ecc… con Obama? Chi lavora per Silvio ha tutto l’interesse per votarlo, ovvio…. senza andare oltre, capiscimi al volo. Non ho parlato di voto di scambio o altro, no no… = )…lungi da me
Chi dovremmo votare in Italia? Son tutti uguali, solo a parole promettono, ma poi pensano solo a loro stessi… l’importante è portare avanti riforme demagogiche, che fanno contenti gli stupidi che ci credono.
– Lotta all’assenteismo (le leggi già c’erano, Brunetta si è solo limitato a decurtare di 17 euro al giorno la malattia. Sfido io che hai abbattuto l’assenteismo, ammalarsi è un lusso!Gia non si arriva a fine mese, figuriamoci se mi togli il denaro) Le leggi c’erano, mai applicate, inoltre basta con questo odio per gli statali, se sto a casa prendo 1500 euro (dopo 13 anni di servizio) e se mi spacco la schiena tutto il mese con 10 notti e tutti i festivi lavorati porto a casa 200 euro in più, il resto lo mangia le tasse perchè l’aliquota scattaal 50 per cento. Gli automoni abbiamo la decenza di star zitti perchè loro possono evadere le tasse e lo fanno, noi statali al fisco non fuggiamo… vogliamo parlare dei nostri parlamentari? Quelli che unitamente, destra e sinistra, hanno votato qualche giorno fa all’unanimità un aumento mensile di 300 euro? Oppure di come il mitico Brunetta combatta l’assenteismo dei parlamentari multandoli di 10 euro? Ma magari si presentasse qui un Barack, ma sai quale è la differenza? Che a differenza degli americani, all’italiano non gliene frega niente… basta che gli dai la pizza e la partita di pallone, e tutto il resto è noia.
Le hai viste le percentuali di voto che Obama ha strappato ai repubblicani? Su tutti i fronti, anche nei ceti medio/alti, anche i ricchi hanno partecipato alla sua elezione.
Non sono neri! Bianchi, giovani, ispanici… in percentuali mai viste…
– Oppure vogliamo parlare del fatto che ti infliggono fino a 6 anni se butti un frigorifero in una discarica abusiva
– oppure ancora della reclusione fino a tre anni (mi sembra se imbratti i muri)

Ovviamente le riforme di un certo peso son solo quelle che riguardano lui, la sua gang e coloro che gli tornano utili…
Come ho detto prima, ci meritiamo questa classe politica…
Ma perchè nessuno promuove un referendum su questa legge elettorale? Perchè la sinistra non si mobilita?
Perchè evidentemente fa comodo anche a loro che sia il partito a scegliere le candidature e non il popolo, come andrebbe fatto in una democrazia.
Ecco che lezione ci hanno dato gli americani, di una democrazia all’avanguardia.
Potevano e volevano dare un forte segnale e lo hanno fatto…e ti premetto che io non ho mai amato molto gli americani, forse perchè avevo visto sempre e solo quelli con il volto di bush
Fulvia

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 19:12

scusate l’italiano…ma ho la febbre alta (e non dite che deliro però), colpa della frattura…cavolo che male

Scritto il 9 Novembre 2008 at 20:18

ciao a tutti,e’ da molti mesi che seguo costantemente il blog ma non sono mai intervenuto.Vorrei dire cosa provo personalmente in merito al post di Fulvia e di 79.Avete ragione entrambi,lasperanza di F.guai se non ci fosse e’ tutto la speranza.e’ come l’aria frizzante e pura della montagna ci eleva al di sopra delle nostre difficolta’,e’ il fuoco della nostra vita e va sempre alimentato cosi’ che anche chi ci sta vicino possa scaldarsi.Ma anche 79 a ragione, io stesso sono come una mela spaccata in due ho speranza che il mondo cambi in meglio, cerco di fare cio’ che e’ bene e giusto non solo per me ma anche per gli altri in tutti i miei comportamenti,ma poi? Poi ci sono dei giorni che penso…”ma come faccio a cambiare il mondo, anche se siamo in tanti come me “e come voi marinai di questo bellissimo veliero.Mentre noi parliamo altr persone fanno.Fanno quello che conviene a loro ed ai loro amici con delle armi potentissime ,i soldi (tanti)ed il potere (tantissimo).Noi non abbimo che delle piccole frecce nei nostri archi, loro hanno i cannoni.E’ vero che le nostre azioni creano la nostra realta’,ma cosa possono le nostre contro le loro?!Non vorrei che facessimo la fine degli indiani d’america,troppo giusti troppo onesti e poi rinchiusi nelle riserve.E noi rinchiusi nelle nostre “riserve mentali” in un mondo sempre uguale.

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 20:29

sono ancora io del post 89. Voglio concludere dicendo che pero’in fondo al cuore anche se in un angolino sono e devo essere ottimista.Prima o poi ci dovra’ essere un cambiamento,forse prima ci faremo del male perche cosi’ e’ l’uomo,ma voglio credere che ci sara’.Teniamo la testa alta dove l’aria e piu frizzante e non disperiamo mai,lottiamo sempre!Un abbraccio a tutti Riccardo

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 20:35

Chi non crede nel cambiamento non ha mai avuto le palle per cambiare la sua vita, anche di una virgola, e se la prende con chi ce l’ha fatta o ci fa credere che si può fare.

Guardate Andrea. Credete che qualcuno gli abbia suggerito i post?
credete che si sia accontentato di quello che trovava nell’informazione ufficiale?
e no, belli miei, scusate il linguaggio, ma si è fatto un culo così per fare le sue analisi.
Ci ha provato, con forza e perseveranza, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti!!

Io non sono ingenuo, ma buttare merda su tutto e tutti perchè ci sono i poteri forti e le cose sono troppo complicate è da cacasotto.
Si, esatto, da cacasotto.

Si può fare molto, nella nostra vita, anzi moltissimo, e possiamo testimoniare questa fiducia agli altri che ci stanno accanto.
E allora forse ci saranno in giro meno disfattisti, i quali anche davanti ai loro miti, ammesso che ne abbiano, si girerebbero dall’altra parte e non li riconoscerebbero.

S.man

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 20:38

amico bello, tu non devi cambiare il mondo (come pensano i potenti, i quali credono di essere loro stessi la causa prima dei fatti che succedono; e non lo sono).
Loro sono solo un brevetto, cioe’ qualcosa che altri hanno creato.
Invece, parlando di noi comuni mortali, ossia gente comune (“non brevettata”), non e’ che possiamo stare con l’orologio in mano, il calendario e quant’altro, e poi lamentarci perche’ non e’ successo questo o quest’altro, capisci?

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 20:48

io nn voglio far polemika.

io nn paragono niente a nessuno.

ho solo kiesto se tu e se voi conoscete meglio obama di berlusconi (ke io considero pagliaccio e cabarettista).
uomo ke alle ultime votazioni ha avuto molti consensi anke tra le fila avversarie ,come hai sottolineato tu di obama in senso inverso.

…ma tu lo sapevi prima di 6 mesi fa ki era obama….e….. cosa ha fatto in questi 6 mesi x avere tutta questa fiducia…..niente solo kiakkere.
io spero (nn credo)ke possa cambiare le cose (ma dormo xkè nn dipende da me ), ma credo ke stiate caricandolo di aspettative al di sopra delle sue possibilità.

voglio , poi,ricordarti ke la grande democrazia amerikana , ke tu tanto decanti , ha consentito guerre in ogni parte del mondo,
ke ha consentito la + grande disparità tra ricchi e poveri del mondo all’interno della nazione.
ke ha creato questo caos economico
ke ci sta rovinando tutti.

poi sul resto direi:

concordo con te sui parlamentari.

ti ricordo ke ci sono tantissimi autonomi ke si comportano correttamente … mentre posso dire ke se anke la maggior parte degli statali sono persone serie (x fare la pari)conosco storie particolari in cui ci si trova a dover giustificare persone ke durante l’orario di lavoro (magari) escono a far la spesa.

ultima cosa ,ki sporca e imbratta nn merita certo 6 anni , comunque è una cosa ke nn va fatta in maniera assoluta e nn è giustificabile .

ma mi sei simpatika fulvia.
ti va di innamorarti di me???

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 21:29

Di Obama come uomo che ha fatto un pezzo di storia riuscendo a diventare presidente degli Stati Uniti d’America è stato scritto e detto molto. Se sarà o meno un bravo presidente, lo sapremo tra qualche tempo. Vogliamo solo sottolineare due cose, se le loro biografie sono vere: lui e, anche la moglie, Michelle, ultima discendente di una famiglia che ha le sue radici negli schiavi d’America, erano ragazzi normali, anzi, più svantaggiati di tanti altri americani per il colore della pelle e anche per una famiglia ben poco tradizionale lui. Ma erano intelligenti e volitivi: la scuola è stata il loro riscatto, la laurea il loro trampolino sociale.
Obama ha concentrato la sua campagna elettorale su uno slogan: l’audacia della speranza, ha messo al primo posto della sua agenda politica il problema del clima, promettendo investimenti nel settore delle energie alternative. Una boccata d’ossigeno per chi ha ancora nelle orecchie duelli televisivi a base di Ici e bolli auto, cuneo fiscale e ritenute d’acconto. Da qualche parte nel mondo, si può fare. Almeno tentare, non credere che tutte le cose siano ferme e immobili, che bisogna solo accettare. Accettare tutto, conviverci con la mafia, la corruzione, la malasanità, le raccomandazione, l’inquinamento, i diritti civili calpestati. Si può fare che se uno si impegna ed è bravo non ha bisogno di avere un santo in paradiso per guadagnarsi da vivere. Da qualche parte nel mondo…E in Italia?

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 21:46

#94
non si può fare e neanche tentare.

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 21:54

Washington, 20:08 da repubblica.it

OBAMA CAMBIERA’VOLTO AGLI USA,VIA 200 PROVVEDIMENTI BUSH
‘De-bushificare’ l’America. Questo la parola d’ordine dell’amministrazione ‘in pectore’ di Barack Obama. Il team di transizione del presidente eletto ha definito una lista di circa 200 provvedimenti dell’amministrazione Bush da eliminare non appena il presidente eletto si insediera’ alla Casa Bianca il 20 gennaio del prossimo anno. E’ quanto scrive il “Washington Post” citando fonti dello staff di Obama e dei democratici al Congresso. Nel mirino le normative sul finanziamento pubblico per la ricerca sulle cellule staminali, il cambiamento climatico, l’aborto e le trivellazioni petrolifere e di gas.. Secondo il quotidiano, quella lista gia’ messa a punto potrebbe ulteriormente allungarsi nei prossimi giorni, se il presidente uscente decidesse di approvare in ‘zona cesarini’ altri provvedimenti prima di lasciare la Casa Bianca. In particolare il capo del team di transizione, John Podesta ha confermato alla Abc che Obama ricorrera’ alla prerogativa dei decreti presidenziali per rimuovere rapidamente, senza attendere il Congresso, i “guasti” dell’era Bush. Su altri provvedimenti meno urgenti Obama per evitare di contrariare il Congresso, a maggioranza democratica, e per tenere fede alla sua promessa di operare in spirito bi-partisan Obama prima di varare le sue riforme consultera’ i leader del Congresso di entrambi gli schieramenti. Tra i provvedimenti targati Bush che Obama intende cambiare quello che di fatto ostacola la ricerca sulle cellule staminali embrionali limitando in termini estremamente restrittivi i finanziamenti pubblici ai laboratori. Il neo presidente intende eliminare il veto imposto da Bush alla legislazione che limita le emissione di anidride carbonica e gas serra da tutti i veicoli a motore adottata dalla California del governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger Sempre il Post scrive che in vista del “piu’ importante trasferimento di poteri nella storia americana” e alla avvio dell’ “Era Obama”, a Washington si registra un insolito clima collaborativo tra l’amministrazione Bush e quella Obama: stanno collaborando in maniera “eccezionale” sui dossier piu’ scottanti, dai conflitti in Iraq e in Afghanistan, alla lotta al terrorismo e la crisi finanziaria. Il giornale sottolinea come a pochi giorni dal voto, uno storico cambiamento per Washington, “il rancore della campagna ha lasciato il posto a un impressionante livello di cortesia” tra i due campi come ha sottolineato lo stesso Bush che nel suo discorso radiofonico di sabato ha confermato che fara’ il possibile per assicurare “una transizione senza strappi”. A conferma del clima collaborativo la Casa Bianca intende organizzare una simulazione di attacco terroristico per vedere come i responsabili per la sicurezza nazionale di Obama risponderanno in caso di un attentato. “Se ci fosse una crisi il 21 gennaio (giorno successivo all’insediamento, ndr) sarebbero loro quelli chiamati ad affrontarla. Dobbiamo assicurarci che siano il piu’ preparati possibile”, ha spiegato Joshua B. Bolten, capo di gabinetto di Bush Oltre al pericolo terrorismo, sempre presente sullo sfondo, le due squadra si stanno concentrando per evitare eventuali “scossoni” durante il passaggio di consegne per contrastare la crisi economica globale. Un’emergenza autentica al momento. Agli uomini del presidente eletto, ad esempio, e’ stato concesso “un livello di accesso insolito al dipartimento del Tesoro e alle altre agenzie coinvolte nel tentativo di stabilizzare l’economia”, sottolinea il Post perche’, come ha chiarito il portavoce della Casa Bianca Tony Fratto, l’obiettivo e’ quello di “non sorprendere i mercati”.

(09 novembre 2008

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 22:55

si beh,
anke sentendo il nostro primo ministro prima di essere eletto avrebbe risolto tutti i problemi italiani

utente anonimo
Scritto il 9 Novembre 2008 at 23:41

Non confrontiamo per favore Berlusconi con Obama hanno dei trascorsi completamenti differenti.

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2008 at 07:17

allora confrontiamolo con tutte le promesse ,fatte da tutti, prima di essere eletti…..
quella del nano è solo un esempio

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2008 at 08:33

tanto per fare cento.

ragazzi dobbiamo pensare in un’altra maniera da adesso in avanti.

non dobbiamo piu pensare all’america come il centro del mondo

. non dobbiamo piu parlare solo ed esclusivamente per 6 mesi delle elezioni americane.
gli ultimi 15 giorni poi sembrava che non esistesse piu niente nel mondo.
e lo skifo della nostra tv con 24 ore di diretta televisiva….indecente.
ma non c’è nient’altro da osservare?
schiavi del potere dal quale parte tutto il male che in questo momento ci sta travolgendo.

utente anonimo
Scritto il 10 Novembre 2008 at 17:00

Oh, mamma! Quante polemiche inutili e bizzarre.

Litigate come i famosi polli di Renzo nei Promessi Sposi… Credo ci possano essere discussioni molto più interessanti e soprattutto molto meglio condotte per stile e argomentate per sostanza.
Ognuno di voi resterà della propria opinione senza aver apportato nulla di utile all’altro.
Meglio la fisica teorica e le sfide tra Achille e la tartaruga che non le sterili polemiche tintometriche sul grado si abbronzatura della pelle di chiunque o su vanesie previsioni del rapporto (risultati/promesse)x100… Quanti matrimoni andati in fumo per discussioni di così elevato portata e spessore.

Mi unisco invece alle domande curiose di Fabio ad Andrea, anche se, avendo già letto molte note nei commenti, sarei leggermente interessato anche al profilo formativo (nulla che possa mettere in pericolo la privacy). Ma certe cose me le ero chieste pure io anche a proposito del dualismo del credere e del vivere.
Posso sopravvivere anche senza alcuna rivelazione, ma in fondo è un piccolo “regalo” ai tuoi fan…

Andrea, sei un grande!

Ancora, Andrea, ti propongo questo giochino di combinazione dei numeri: questa serie di 7 numeri tra i primi dieci “0 1 4 5 6 8 9” ha un senso? hihihi, la risposta è molto banale… E qualsiasi sia la risposta puoi stare tranquillo che non c’è trucco nè inganno perchè è sotto gli occhi di tutti.

A proposito, grazie dell’articolo riservato ai sostenitori di Icebergfinanza 20 pagine, che ahimè non sono ancora riuscito a leggere 🙁

Buona giornata.

Marco Colacci
🙂

Scritto il 14 Novembre 2008 at 21:59

Gente io appoggio completamente Andrea! Agli amici dicevo sempre la situazione attuale è innaturale.

Tutto il mondo stava ogni giorno meglio, USA, Europa, Asia, America Latina, Africa!! la cosa era è umanamente impossibile ci sono e ci saranno sempre!! Il mondo ha creato un enorme più non reale solo che la realtà un giorno o l’altro arriva e chiede il conto!!! Questo giorno è solo all’alba il conto sarà SALATISSIMO il grande più per i prossimi anni sarà un enorme MENO soprattutto per i più poveri, che non hanno potuto approfittare a pieno del grande PIÙ ma, che pageranno interamente il grande MENO!!!

Siamo all’alba di un giorno che farà tornare tutto nella giusta posizione!

Tutto il mondo si sveglierà compresi quei paesi tipo il Brasile che dicono che la crisi sara solo un brezza!!

Bene chi stà in riva al fiume (come dice Adrea) ne vedrà di tutti i colori, per chi purtroppo pagherà perdendo il lavoro!! è triste perché chi ha causato tutto questo se ne stà tranquillo con una montagna di soldini rubati a chi deve arrivare alla fine del mese!!!

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