MONDI ALTERNATIVI: L' ECONOMIA DELLA FELICITA', RICCHEZZA e POVERTA'!

Scritto il alle 10:03 da icebergfinanza

Allora un uomo ricco disse: Parlaci del Dare.
   E lui rispose:
   Date poca cosa se date le vostre ricchezze.
   E’ quando date voi stessi che date veramente.
   Che cosa sono le vostre ricchezze se non ciò che custodite e nascondete nel timore del domani?
   E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che sotterra l’osso nella sabbia senza traccia, mentre segue i pellegrini alla città santa?
   E che cos’è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso?
   Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando il pozzo è colmo?
   Vi sono quelli che danno poco del molto che possiedono, e per avere riconoscimento, e questo segreto desiderio contamina il loro dono.
   E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno.
   Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza, e la loro borsa non è mai vuota.
   Vi sono quelli che danno con gioia e questa è la loro ricompensa.
   Vi sono quelli che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento.
   E vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia e senza curarsi del merito.
   Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell’aria la sua fragranza.
   Attraverso le loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra.
   E’ bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere e dare  quando niente ci viene chiesto.
   Per chi è generoso, cercare il povero è gioia più grande che dare.
   E quale ricchezza vorreste serbare?
   Tutto quanto possedete un giorno sarà dato.
   Perciò date adesso, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
   Spesso dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli".
   Le piante del vostro frutteto non si esprimono così né le greggi del vostro pascolo.
   Esse danno per vivere, perché serbare è perire.
   Chi è degno di ricevere i giorni e le notti, è certo degno di ricevere ogni cosa da voi.
   Chi merita di bere all’oceano della vita, può riempire la sua coppa al vostro piccolo ruscello.
   E quale merito sarà grande quanto la fiducia, il coraggio, anzi la carità che sta nel ricevere?
   E chi siete voi perché gli uomini vi mostrino il cuore, e tolgano il velo al proprio orgoglio così che possiate vedere il loro nudo valore e la loro imperturbata fierezza?
   Siate prima voi stessi degni di essere colui che da e allo stesso tempo uno strumento del dare.
   Poiché in verità è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi stimate donatori, non siete che testimoni.
   E voi che ricevete – e tutti ricevete – non permettete che il peso della gratitudine imponga un giogo a voi e a chi vi ha dato.
   Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme.
   Poiché preoccuparsi troppo del debito è dubitare della sua generosità che ha come madre la terra feconda, e Dio come padre.

Il Dare ( Kahlil Gibran )

In questi giorni abbiamo spesso parlato insieme di crescita economica, di indicatori, dati, statistiche di tutto quello che contribuisce a creare il PIL Prodotto Interno Lordo, quella "scatola nera" dove vengono inseriti giornalmente i frutti del lavoro della nostra Umanità!

Ho spesso ricordato come in fondo l’economia è vecchia come la Storia che si tratti di baratto o di commercio proviene dalla notte dei Tempi, l‘economia è indispensabile all’Umanità, come l’aria per gli esseri umani e quindi si tratta di scoprire come utilizzare al meglio questa grande risorsa!

Come dice Francesco Gesualdi, in Economia non vi è nulla da inventare. Qualsiasi sistema economico si basa sul lavoro, sulla formazione, sulla ricerca, sul consumo, sul risparmio, sugli investimenti, sullo scambio, sulla solidarietà collettiva. La differenza è creata dalla miscelazione dei vari ingredienti. E’ come per i dolci, più o meno comprendono tutti, farina, zucchero, uova e burro! Ma qualcuno si addice anche ai diabetici in quanto contiene solo tracce di burro e zucchero, mentre altri sono un pugno nello stomaco per tutti, perchè sono solo un concentrato di grassi.

Robert Kennedy come abbiamo già visto a proposito di crescita diceva …..

 
Il misuratore della crescita della società? La trasformazione in denaro, un concetto astratto, della nostra salute, del nostro tempo, dell’ambiente?
Nessuno ha mai calcolato il COSTO del PIL.
I danni dei capannoni vuoti, delle merci inutili, dei camion che girano vuoti come insetti impazziti, della distruzione del pianeta. Nessuno ha mai stimato il valore del tempo perduto per le code, per gli anni sprecati a lavorare per produrre oggetti inutili. Per gli anni buttati per comprare oggetti inutili creati dalla pubblicità.
Il tempo, la Terra, la vita, la famiglia (gli unici importanti) sono concetti troppo semplici per il PIL. Un mostro che divora il mondo. Lo mangia e lo accumula. Lo digerisce e lo trasforma in nulla. L’equazione PIL = ricchezza è un incantesimo. I prodotti inutili non diventano utili solo perché qualcuno li compra.

Nel corso del post grazie a  Worldmapper.org avrete  la possibilità di un impatto visivo immediato della situazione mondiale.

 

PIL MONDIALE

 

…….in sintesi come scrive Camilla Gaiaschi su Finanza e Mercati " Il PIL non fa la Felicità " .

Parlando del premio Nobel Eric Maskin ricorda che ha messo al centro del suo intervento una disciplina poco ortodossa, l’ " Economics of Happiness ".

" (…) Tra i fondatori della disciplina, Richard Easterlin, dell’UCLA, University of Southern California, che ha coraggiosamente scalzato il dogma secondo cui il benessere (welfare ) di una società equivale alla pura crescita dei dati economici. Appoggiandosi ad alcuni studi di psicologia sociale, secondo cui l’elevato consumo di beni materiali implica una maggiore dedizione al lavoro con conseguente contrazione della sfera affettiva e l’insorgere di forme diverse di depressione, Easterlin ne conclude che le scienze economiche, nell’identificare, il "bene" con la crescita, falliscono nel suo intento, che è quello di fornire all’economia politica le strategie necessarie al raggiungimento del benessere di un Paese. Da queste premesse prosegue la ricerca di Maskin: " Gli economisti, spiega, riconoscono che un reddito elevato non basta per essere felici, Un fatto che molti studiosi ignorano nella ricerca ossessiva deli indici di crescita, in particolare del PIL.(…) L’infelicità ha i suoi costi che si ripercuotono sulla crescita ( in termini di minor rendimento sul lavoro ) e la crescita a sua volta, " non è condizione sufficiente per il raggiungimento di un elevato livello di welfare." (…)

I costi dell’infelicità non si ripercuotono solo sul lavoro, secondo il mio modesto parere, ma principalmente sulla famiglia, in quanto spesso è la condizione lavorativa portata all’estremo consapevolemente, per necessità o per egoismo, che influisce sugli affetti e quindi sulle fondamenta della società che sono le nostre famiglie!

LAVORO MINORILE ( Il diritto alla "FELICITA’ di un bimbo! )

" In ogni Bimbo che nasce è nascosto un sogno di Dio "

E credo che direttamente o indirettamente abbiamo molte responsabilità nell’ avere contribuito a distruggere i sogni di Dio!

 

Non si tratta solo di creare un’economia della felicità, un mondo adatto alle nostre anime, ma si tratta anche di saper donare, di saper vedere al di la del nostro benessere, uno sguardo ai sotterranei dell’ Umanità che incosciemente, quotidianamente contribuiamo a creare in una società fondata sul consumo ad oltranza, sullo spreco, sul rifiuto qualunque esso sia.

Consiglio a tutti coloro che hanno il desiderio di gettare il cuore al di là dell’ostacolo, che non hanno paura di ritrovarsi all’improvviso cambiati nell’anima e nel cuore, la lettura della " LA CITTA della GIOA " di Dominique Lapierre un libro in grado di sconvolgere l’esistenza di coloro che amano l’ Umanità, di cui esiste anche una versione cinematografica

Consiglio vivamente la lettura del libro in quanto, pur affascinante, la versione cinematografica non arriva a regalare la dimensione profonda della dignità e della speranza che si eleva dai sotterranei dell ‘ Umanità!

http://www.portici.enea.it/Cral/Tutti/Dati_Titoli/Film/F240_F269/F263_file/image002.jpg

 

 

 

VIVERE CON OLTRE 200 DOLLARI

VIVERE CON 10 DOLLARI

 

 

Ho trovato che il 26 gennaio 1817 Thomas Malthus scriveva a David Ricardo, l’economista più famoso del suo tempo, che, a suo parere, le cause della ricchezza e della povertà delle nazioni dovevano costituire "il grande obiettivo di tutte le indagini di economia politica". La rivoluzione industriale stava creando nuovi ricchi, ma anche nuovi poveri, e Malthus non si dava pace di fronte alla miseria dilagante tra la classe operaia che intristiva nelle fabbriche. Sulla soglia del terzo millennio ci trasciniamo dietro lo stesso fardello, e non siamo ancora in grado di offrire qualche concreta speranza ai diseredati che affollano le megalopoli del Terzo Mondo e ai ”nuovi poveri” che vivono a stento nelle città americane.

 

Amartya_Sen invece, parte da un esame critico dell’economia del benessere, che lo porta fra l’altro alla definizione di un indice di povertà che viene largamente usato in letteratura : l’HDI, Human Development Index, ossia il coefficiente di misurazione del grado di sviluppo. Questo introduce nuovi parametri per valutare la reale ricchezza di un Paese: aspettativa di vita, alfabetizzazione degli adulti, distribuzione del reddito.

La sfida della globalizzazione non consiste, secondo Sen, nel frenare l’espansione dei mercati globali, bensì nello sviluppare il capitale sociale, nel definire le regole da seguire, nel chiarire i ruoli che le istituzioni devono assumere in questo processo.

Esiste la necessità reale di creare una governance più forte, a livello locale, nazionale, regionale e globale, con lo scopo di preservare i benefici del mercato libero e concorrenziale, ma offrendo, allo stesso tempo, lo spazio sufficiente alle risorse umane, di comunità e ambientali per far sì che la globalizzazione operi a favore degli individui.

 

Rendendo il fattore umano centrale rispetto ai fenomeni economici, Sen rinnova l’analisi sulle disuguaglianze e sulla globalizzazione.

Al di là della “potente retorica dell’uguaglianza”, che trova il suo apice nella nota asserzione per cui “tutti gli uomini nascono uguali”, Sen è convinto che gli individui siano del tutto diversi gli uni dagli altri e che dunque il pur ambizioso progetto egualitario debba muoversi “in presenza di una robusta dose di preesistente disuguaglianza da contrastare”. Sen è d’altro canto convinto che la misurazione della disuguaglianza dipenda dalla variabile focale (felicità, reddito, ricchezza, ecc) attraverso cui si fanno i confronti: la misurazione della disuguaglianza dipende cioè dai parametri assunti per definirla. La prima conseguenza di ciò sta nel fatto che, se tutte le persone fossero identiche, l’eguaglianza in una sfera (ad esempio nelle opportunità o nel reddito) tenderebbe ad essere coerente con eguaglianze di altre sfere (ad esempio, l’abilità di funzionare). http://www.filosofico.net/amartyasen.htm

Amartya_Sen invece, parte da un esame critico dell’economia del benessere, che lo porta fra l’altro alla definizione di un indice di povertà che viene largamente usato in letteratura : l’HDI, Human Development Index, ossia il coefficiente di misurazione del grado di sviluppo. Questo introduce nuovi parametri per valutare la reale ricchezza di un Paese: aspettativa di vita, alfabetizzazione degli adulti, distribuzione del reddito.

La sfida della globalizzazione non consiste, secondo Sen, nel frenare l’espansione dei mercati globali, bensì nello sviluppare il capitale sociale, nel definire le regole da seguire, nel chiarire i ruoli che le istituzioni devono assumere in questo processo.

Esiste la necessità reale di creare una governance più forte, a livello locale, nazionale, regionale e globale, con lo scopo di preservare i benefici del mercato libero e concorrenziale, ma offrendo, allo stesso tempo, lo spazio sufficiente alle risorse umane, di comunità e ambientali per far sì che la globalizzazione operi a favore degli individui.

Vi lascio infine con alcuni miei post di alcuni mesi fa dal titolo RICCHEZZA_E_POVERTA’  e  LA_ROTTA_DELLA_DECRESCITA_FELICE! che ripercorrono in altre direzioni l’argomento di oggi. Vi sarebbe tanto da dire ma forse è il tempo che le parole lascino il posto ai fatti…….nelle nuove generazioni è nascosta la Speranza nel Cambiamento!

Vi ricordate ………" I bambini imparano ciò che vivono ………… alle volte me lo dimentico anch’io, nonostante sia scolpito nella mai mente!

 

I bambini imparano ciò che vivono.

Se un bambino vive nella critica impara a condannare.

Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell’ironia impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell’incoraggiamento impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.

Se un bambino vive nell’approvazione impara ad accettarsi.

Se un bambino vive nell’accettazione e nell’amicizia impara a trovare l’amore nel mondo.

Doret’s Law Nolte

 

 

12 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 6 Settembre 2008 at 13:02

il solito capolavoro. Grazie Andrea di cercare la positività di mun modello di vita migliore.

Mercato Libero e i lettori del nostro sito ti supportano al 110%.

utente anonimo
Scritto il 6 Settembre 2008 at 18:32

GRAZIE ANDREA!

Scritto il 6 Settembre 2008 at 19:58

bel post! complimenti Andrea!

io lavoro in una grande dittà alimentare: i capi sono nervosi, frenetici.. come se avessero il pepe al culo…inoltre la ditta vorrebbe ridurre il costo del lavoro nella maniera che ci si puo immaginare.
tutto sommato dobbiamo continuiare a rispettarci: è l’unica soluzione.

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 07:06

Bravo Andrea, we have a dream

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 09:37

uno degli interventi di Andrea più belli…

grazie

ad maiora

Gabriel

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 12:59

Bellissimo articolo, leggerò sicuramente il libro da lei consigliato LA CITTA DELLA GIOIA.
Ma come costruire una società che non sia solo utopia?
Sicuramente il sistema economico è basato sul lavoro, ricerca, formazione, risparmio ecc., ma allora non sarà mai possibile cambiare. Il sistema stesso basato sul lavoro porta a quello che vediamo. Quando si ha costruito di tutto e di più dopo cosa fare? l’economia del superfluo? e continuare a distruggere risorse per mantenere il sistema?
Io spero di riuscire a vedere l’alba di una nuova economia basata sul fatto che io esisto e ho bisogno di un “reddito” per vivere e dedicarmi alle cose che mi interessano.
SD

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 15:35

Sono un cattolico praticante, sono convinto che DIO sia colui che ha generato il mondo e la vita. Sono convinto che solo DIO sia la perfezione e l’amore vero. Ritengo quindi che più il mondo è vicino a DIO e più l’amore sarà presente e guiderà le scelte degli uomini. Parimenti più l’uomo tende ad allontanarsi da DIO, più si crede padrone del mondo e autosufficiente e più sbaglierà, e come un circolo vizioso, sempe più penserà a se stesso e sempre meno al suo prossimo. Purtroppo coloro che hanno il potere di decidere le sorti del mondo, le sue leggi, di influenzare la sua economia e il suo PIL (di cui si sta parlando in questo post) mi sembrano abbastanza lontani dall’AMORE. Non si può sevire DIO e “mammona”.

Quello che mi rattrista ancor di più è il pensare al futuro dei nostri figli.

Complimenti per il blog.

Saluti.

Maurizio

Scritto il 7 Settembre 2008 at 16:33

Cari amici marinai, non dobbiamo mai dubitare nei nostri sogni che albergano nei nostri cuori. Essi sono la nostra ricchezza, la forza che ci guida verso ciò che è giusto e ci sostiene nella lotta nel perseguirlo. Questo mondo difettoso e approssimativo si può cambiare, e noi siamo la prova del cambiamento, dentro molti cuori non è cancellata l’idea di giustiza, di rispetto e di AMORE. Ciò che cambia la nostra esistenza è ed è stato e sarà sempre l’amore che siamo riusciti a dare e a ricevere, tutto il resto non conta. Non rammarichiamoci se coloro che ci guidano sono aridi di esso, l’amore (ma purtroppo anche l’odio) è una forza inesorabile che dilaga da individuo ad individuo e tutto trasforma , non importa in quanto tempo. Il nostro essere vicini in questo veliero, il potere scambiare le nostre idee e impressioni, nè è la prova. Parole di amore anno stravolto società ed imperi quando questi sembravano spietati e imperturbabili. Pensiamo a Gesù ( non quanto figlio di Dio ma come Filosofo, io non sono credente), A Confucio, Gandhi, Budda, Matrin Luter King e quanti altri, cosa hanno provocato nell’ambiente che li circondava con il loro amore ed i loro insegnamenti. Sono arrivati sino a noi e li preserviamo intatti nei nostri cuori. Ognuno di noi riserva un potere smisurato per cambiare nel suo spirito e riversarlo all’esterno, convincendo chi gli è vicino a fare lo stesso. Ma anche ciò che sembra insignificante può avere un potere sterminato. Pensate se per magia gli uomini in un giorno qualunque si svegliassero e anche solo per gioco si obbligassero ognuno ad avere un gesto d’amore, uno solo in quel giorno nei confronti di uno sconosciuto, e chi lo ricevesse a suo volta fosse obbligato a suo volta non a contraccambiare ma a donarlo anch’egli al primo che incontra. Beh pensate quel giorno cosa dovrebbe essere per l’umanità intera, cosi presa a rincorrersi, a sfidarsi, difendersi, per un unico gesto tutto potrebbe cambiare. Per colro che credono noi siamo figli di Dio, e quindi sue emanazioni più alte, ma per coloro che non credono io dico noi siamo Dio, il mondo ci appartiene e lo possiamo plasmare a nostra immagine. Tutti comunque ci dobbiamo sentire vicini e perseguire la conoscenza, di noi degli altri, trasmetterci ciò che sentiamo e che pensiamo, perchè apparteniamo ad un unico organismo. Se viviamo nell’amore ciò che siamo vive in esso e si trasmette ad ogni cellula, anche alle future generazioni. Non pensiamo di dovere essere santi od illuminati, basta essere uomini e ciò che sei, sarà in colui che hai cresciuto, aiutato, sostenuto. La vita finisce, il pensiero perdura nel tempo. La nostra capacità di creare cose immortali è tanta, la nostra conoscenza nè è la prova. Scusate cari amici se mi sono lasciato trasportare, mai io vi voglio già un pochino bene e accettate da me un abbraccio fraterno, grazie di esistere!!
Mozart

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 19:34

SE vogliamo fare qualcosa per i più poveri, oltre a partecipare attivamente attraverso le molte ONG, cominciamo a consumare un po’ meno, in primis petrolio.

Spegniamo le luci, cambiamo un po’ di lampadine a incandescenza, abbassiamo di un grado il termostato in inverno e alziamolo in estate.

Vi pare poco? La semplice paura del rallentamento delle economie USA e Europea ha fatto calare il costo del petrolio da 146$ a 105$, e per chi è molto molto povero si tratta di un aiuto importante.

Scritto il 7 Settembre 2008 at 19:42

Ciao Mozart, sono felice di ricambiare il Tuo abbraccio, felice di averTi tra Noi.
Le Tue parole sono musica come il nome che porti, come questo viaggio.
Si, ora grazie al grande Lavoro del Nostro Capitano, tutti un pò meno soli un pò meno naufraghi.

E.. ha ragione il Capitano, la realtà è molto più triste di quanto siamo in grado di comprendere..
E’ la fiducia umana e il rispetto che si è degradato,se non andato perduto.. e tutto poi parte da li….
ma non su questo magnifico Veliero!

“Niente a volte è limitato come le parole, niente è sconfinato come lo spazio che le racchiude.
Le parole sono linee costiere oltre la quali non possiamo spingerci con le parole.
Così la comprensione che cerchiamo non si trova nelle parole bensì nello spazio inspiegabile al di là di esse.”(RAY GRIGG)
E..piano piano iceberg è entrato nelle nostre quotidianità illuminandole…
… NULLA DI “LEGGENDARIO” !…
ICEBERG E’ e SARA’… costantemente..nel nostro quotidiano, nelle nostre realtà di ogni giorno!

UN’ IDEA DI CONSAPEVOLEZZA CHE NON PUO’ AVERE FINE… CHE NON AVRA’ MAI FINE!….

MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA NEL NOSTRO QUOTIDIANO..QUESTO SI!!
contro le amenita’ DI OGNI GIORNO e il silenzio futuro…

NOI PORTATORI UNICI DELLA CONSAPEVOLEZZA
DI QUESTO ENTUSIASMANTE VIAGGIO…
VIAGGIO CHE..NON AVRA’ MAI FINE!!
BASTA FORSE, L’ ECO RIDONDANTE DELLE SUE PAROLE… e dei nostri pensieri
…CHE RISUONINO, COSTANTEMENTE NELLE NOSTRE MISERE ESISTENZE, ILLUMINANDOLE!!

SI…PERCHE’ QUESTO E’ ICEBERGFINANZA E MOLTO DI PIU’…
NESSUNA LEGGENDA…
NESSUNA DIMENSIONE VIRTUALE…

U N A G R A N D E B E L L A M A G N I F I C A R E A L T A ‘ !!!
Si..Questo e molto di piu’… ancora…
Con volti per ora..nascosti….. ma con l’ essenza di ognuno di Noi, ed è quello che conta!

“VIVA LA CIURMA E IL SUO MAGNIFICO CAPITANO!”..
VIVA ICEBERGFINANZA…TUTTA A DRITTA…VENTO IN POPPA…
ALLA RICERCA DELLA FIDUCIA PERDUTA…
UMANA SOPRATTUTTO E FORSE, POI, “SISTEMICA”.

QUANTI! NON CONOSCONO E NON VOGLIONO CONOSCERE, IL RISPETTO PER L’ UOMO..

Non sta e me dire loro cosa fare…come vivere..
NON dicendolo… LO FACCIO!
Chiedendomi ogni giorno dove voglio andare e navigando, con sempre maggior consapevolezza, finché sarà…
.e..anche quando..non sarà più..seguirò sempre e comunque quello che ho ritrovato.
Si perché ciascuno, con estrema consapevolezza o inconsapevolezza,
sia padrone di disegnare il proprio destino..

La delusione c’è, ma è la Speranza che non va perduta!
Ciao GRANDE CAPITANO e Grande Ciurma,
Felice di Navigare/Volare con Voi.
Ora, insieme, è forse più facile mantenere la Rotta o il Volo!

Fantastico Post, Fantastico Viaggio.!
Valentina

Scritto il 7 Settembre 2008 at 20:30

Semplicemente Grazie!

Anche l’onda travolgente della Vostra stima, della Vostra presenza è il frutto di un cammino che non nasce dal nulla……….

” Poiché in verità è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi stimate donatori, non siete che testimoni……….” GIBRAN

Testimone per me è una parola troppo grande…….

Alle volte è qualcosa che va al di là delle parole……..le parole non servono!

…….solo il profumo della nostra stessa Essenza, il profumo della nostra Vita parla per noi, l’esempio e in questo la strada è ancora lunga, anche per me infinitamente lunga!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2008 at 23:29

Scandalo dei formaggi n° 2, ammazza che moralità!

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